Un convegno a Milano, ecco come si esporta il Made in Italy

Un’analisi delle opportunità nei Paesi emergenti per la gamma alta del Made in Italy si terrà a Milano, il prossimo 11 luglio.
Il convegno è promosso da Prometeia e riguarda principalmente le imprese dei settori abbigliamento,calzaturearredamento alimentari.

Questo il programma:
10.10 LE NUOVE STRATEGIE DELLE IMPRESE ITALIANE
Luca Paolazzi
Direttore Centro Studi Confindustria

10.20 CRISI E RIPRESA NEI PRODOTTI
DI GAMMA MEDIO-ALTA
Roberto Monducci
Direttore centrale delle statistiche sui prezzi, ISTAT

10.40 QUANTO CRESCERANNO NEL 2011-2016
I CONSUMI DI BENI DI QUALITÀ NEI PAESI EMERGENTI
Alessandra Lanza
Chief Economist Prometeia

11.00 DIBATTITO
Cleto Sagripanti
Presidente ANCI
Filippo Ferrua Magliani
Presidente Federalimentare
Roberto Snaidero
Presidente FederlegnoArredo
Michele Tronconi
Presidente Sistema Moda Italia
Modera:
Luca Paolazzi

12.00 CONCLUSIONE DEI LAVORI
Paolo Zegna
Vice Presidente per l’internazionalizzazione
Confindustria

Rif.: Prometeia, Bologna, Milano, Roma.
e-mail : segreteria-commerciale@prometeia.com

 

Formazione gratuita: Stati Generali del Management Consulting

Atema, Associazione per il Temporary Management presenta un nuovo appuntamento di approfondimento. Il 28 giugno 2011 a Roma presso l’Auditorium della Tecnica in Confindustria si terrà l’edizione degli Stati Generali del Management Consulting rinnova l’appuntamento annuale per affrontare i temi più significativi sullo stato e sulle prospettive del settore, su come evolverà la domanda di consulenza in Italia, specialmente a fronte dello scenario economico che stiamo vivendo.

Tra i temi che verranno trattati ci sono: Perché il Management Consulting in Italia è così sottodimensionato rispetto agli altri principali paesi europei? Qual è il ruolo delle microimprese di consulenza, e come è possibile trovare dei percorsi di rafforzamento per queste aziende? Come si può trasferire alla Pubblica Amministrazione italiana il know how di competenze manageriali, organizzative e di innovazione delle aziende di consulenza, in un contesto di forte contrazione del budget di spesa dello Stato, e partendo da una situazione di sottoinvestimento in questi servizi?

Il programma è molto ricco. La giornata è incentrata sull’Industry della consulenza, con il Rapporto 2010-11 dell’Osservatorio Assoconsult e con i risultati dell’indagine Bocconi sulla domanda da parte degli acquirenti. L’intervista a Roland Berger, una tavola rotonda sulle prospettive per l’Italia e gli interventi di Aurelio Regina e del Ministro Sacconi arricchiscono l’appuntamento. A seguire si parlerà di consulenza per la Pubblica Amministrazione, con la presentazione di un caso virtuoso per la modernizzazione della PA.

La partecipazione è gratuita previo accreditamento a questo sito.

 

 

Confindustria premia i talenti e le innovazioni

E’ aperta la partecipazione al concorso “Il Talento delle Idee”, che premia le migliori idee e imprese innovative italiane.
Possono partecipare i giovani imprenditori tra 1840 anni.
L’iniziativa è promossa da UniCredit e dai Giovani Imprenditori di Confindustria.

Il concorso prevede sia dei premi locali valutati da commissioni locali, sia un premio finale nazionale tra i vincitori di ogni area territoriale (Nord Ovest, Lombardia, Nord Est, Centro Nord, Centro, Sud, Sicilia) più le 8 migliori proposte imprenditoriali selezionate tra i secondi e terzi classificati a livello locale.
In palio 25.000 euro per il primo classificato, 15.000 per il secondo e 10.000 euro per il terzo. Altri 10 mila euro  potranno essere assegnati da UniCredit alla miglior idea imprenditoriale, oppure alla migliore start-up.

Per queste ultime ci sarà anche la possibilità di entrare a fare parte di un programma di Mentoring/ Tutorship di UniCredit e Confindustria, le quali offriranno una consulenza periodica per lo sviluppo del business.

 

Giovani imprenditori: in Italia si fa troppo poco per incentivare i giovani

Il presidente dei Giovani Imprenditori, Jacopo Morelli in apertura del 41esimo convegno di Santa Margherita Ligure lancia segnali d’allarme per la situazione dell’impiego giovanile: “Quest’Italia è “contro i giovani” ma non bisogna arrendersi ed è necessario alzare la testa: penalizzando le giovani generazioni non si porta’ ottenere “una robusta crescita economica“.

Se l’Italia si presenta come un Paese poco attento all’incentivo dei giovani, l’obiettivo è quello di diventarlo. Si tratta di un obiettivo propositivo e allo stesso tempo urgente per poter competere con i mercati emergenti e per non aggravare il divario con altri Paesi europei “Non ci arrendiamo dinanzi alle difficoltà e non ci rassegniamo, perche’ abbiamo le capacità per affrontare e vincere le grandi battaglie di un mondo globale”. Oggi, ha proseguito Morelli, “continuando a penalizzare le nuove generazioni, le loro forze, i loro talenti, sarà impossibile ottenere una robusta crescita economica, condizione indispensabile per garantire un avvenire sereno all’intera nazione” – ha proseguito.

L’invito di Morelli è che la politica si interessi a questi temi in un modo più attento e responsabile. Le priorità sono riuscire a permettere alla nuova generazione un lavoro meglio remunerato, un’istruzione al passo con i tempi, una prospettiva di crescita personale e professionale. Per raggiungere questo traguardo sarebbe utile diminuire la pressione fiscale verso i giovani: “Meno tasse significa più risorse disponibili, per consumare o per risparmiare. E’ cosi’, anche, che si risponde all’ansia di chi deve, in autonomia, costruire il proprio futuro. Un nostro laureato, fra i 25 e i 34 anni, guadagna l’80% della media della retribuzione dei laureati nel loro complesso: nei paesi Ocse è il 90%, nel Regno Unito siamo al 96%“. Oltre ai giovani particolare riguardo meriterebbero anche le donne, a cui potrebbe essere applicata una riduzione delle aliquote.

Confindustria chiede una riforma fiscale al più presto

Emma Marcegaglia interviene al Congresso dei Giovani di Confindustria e chiede al Governo di abbassare le tasse a chi tiene in piedi l’Italia: cioè lavoratori dipendenti e imprese. Secondo la Marcegaglia sulla riforma fiscale si deve passare dalla fase di studio a una concreta e operativa, strutturando “una riforma fiscale che abbassi le tasse a chi tiene in piedi questo Paese, cioè lavoratori dipendenti e imprese”.

Poi la leader della Confindustria ha rilanciato il tema della crescita: “senza crescita la società si incattivisce. La crescita ha un valore economico ma anche un valore sociale”. Per la Marcegaglia non si può prescindere dal tema della crescita: “se il Paese non cresce o cresce a ritmi bassi non possiamo fare quello che vogliamo fare” per rilanciare l’economia. Anche la numero uno di Confindustria, come il Ministro Tremonti, ha toccato il tema dei contratti, ribadendo che la Confindustria non vuole abusi in tema di contratti di lavoro, ma “ci possono essere forme di flessibilità chiara in entrata. Il lavoro interinale è corretto, i contratti a termine e l’apprendistato sono forme corrette. Ci sono però forme strane di co.co.pro. Noi non vogliamo abusi nei confronti di nessuno, figuriamoci nei confronti dei lavoratori”.

Noi di INFOIVA siamo d’accordo con tutto quanto detto dalla Presidente di Confindustria, ci teniamo però a sottolineare una cosa: chiedere un abbassamento delle tasse è giusto. Soprattutto da Lei, Presidente degli Industriali. Ma secondo noi una riforma fiscale in grado di abbassare la pressione fiscale non dovrebbe coinvolgere soltanto dipendenti ed industriali (anche perché i primi godrebbero indirettamente dei benefici derivanti da una minore pressione sui loro datori di lavoro), una buona riforma dovrebbe abbassare la pressione fiscale soprattutto ai piccoli imprenditori, gli artigiani, i professionisti. Quanti sono i professionisti ed i piccoli imprenditori che tengono in piedi l’Italia? Tanti! Una buona riforma fiscale non può certo dimenticarli.

Tremonti ai giovani di Confindustria: la crisi non è finita

Era da un po’ di giorni che  Tremonti non parlava. Oggi invece Ministro dell’Economia è intervenuto al Congresso dei Giovani di Confindustria di Santa Margherita Ligure e ha parlato di crisi economica, riforma fiscale, mercato del lavoro.

Secondo il Ministro “la crisi non è finita” ma il Governo ha messo in atto “riforme che funzionano come il federalismo fiscale, che è strutturale”. Le cause della crisi sono ancora in essere ma il Governo italiano ha fatto quello che poteva e doveva fare ha sottolineato Tremonti: “Tutte le cause della crisi – ha detto – sono ancora in essere”. Si può dire, ha proseguito il Ministro che ha citato Churchill che “c’è stato un lungo armistizio tra le due guerre. Le masse dei derivati sono come prima, le regole sono state una colossale presa in giro per spiazzare i governi”. Ma il Governo italiano ha agito con fermezza: “Credo che il governo ha fatto quello che poteva fare, quello che doveva fare e detto quello che doveva dire. Credo che i fattori di instabilità e crisi di 3-4 anni fa siano ancora tutti in essere”. Con l’ultimo ventennio è finita “un’età di stabilità, marcata da posizioni progressive, in cui il male era un’eccezione e il bene una regola”. Ha affermato Tremonti “Questo ventennio – ha aggiunto – finisce con tre crisi, quella economica, quella geopolitica e quella energetica”.

 Parlando della riforma fiscale il Ministro Tremonti frena: la riforma fiscale non può essere fatta creando deficit. Sulla questione fiscale queste le parole del Ministro: “abbiamo alcuni vincoli, innanzitutto di bilancio. Non possiamo fare una riforma che crea deficit”. Comunque il Governo non ha “la minima intenzione di tassare la prima casa e il risparmio delle famiglie”. Il recupero dell’evasione fiscale costituirà il serbatoio per la riduzione delle tasse.

Infine il Ministro ha parlato anche di contratti di lavoro, portando un affondo contro il precariato. Nei contratti “c’è stato un abuso eccessivo di forme di tempo determinato: il nostro sistema produttivo sarebbe più moderno se fosse più aziendale nella contrattazione e, per compensazione sociale, meno arbitrario nella sequenza del tempo determinato”. Secondo Tremonti, servirebbe un “limite a quegli strumenti contrattuali: un conto è la flessibilità, un conto è l’abuso”.

Confindustria alle Banche: stop alla clausole unilaterali

È stata Confindustria a chiedere lo stop delle clausole unilaterali delle banche verso i le imprese,  e di questo tratta l’emendamento al Decreto Legge Sviluppo, che ha già passato il vaglio di ammissibilità nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera.

La possibilità concessa alle banche di modificare unilateralmente i contratti di mutuo sottoscritti dalle imprese sarà rivista e corretta.

Per quanto riguarda i nuovi contratti di mutuo, o finanziamenti di lunga durata, l’ipotesi è quella di introdurre una clausola in cui le parti indicano chiaramente quali potranno essere le clausole contrattuali oggetto di modifica, ovvero i casi in cui è possibile rivedere le condizioni del finanziamento a partire dai tassi di interesse.

Il click day per i rifiuti delle imprese è stato un flop

Rete Imprese Italia, Confindustria e l’Alleanza delle Cooperative Italiane, sottolineano in un comunicato stampa “forte preoccupazione per l’esito totalmente negativo del click day sul Sistri“. Le associazioni chiedono la sospensione dell’entrata in vigore del sistema prevista per l’1 giugno.

Il Sistri è il nuovo sistema informatico per la tracciabilità dei rifiuti spesso contestato perchè applicato con scarsa informazione alle imprese che dovranno sostenere oneri aggiuntivi per adottare la nuova metodologia di comunicazione e per i ritardi nell’applicazione.

Il comunicato stampa prosegue mettendo in luce gli aspetti preoccupanti: “Alla luce dei dati pervenuti a metà pomeriggio – si legge nella nota – risulta con evidenza che la grande maggioranza degli operatori ha registrato rilevanti malfunzionamenti e che il sistema informatico predisposto per il servizio ha mostrato gravi carenze”. Per questo le organizzazioni firmatarie del comunicato chiedono con urgenza “la sospensione dell’entrata in vigore del Sistri, prevista per il prossimo 1 giugno, e un ripensamento dell’intero sistema”.

Mirko Zago

 

Consiglio Nazionale degli Architetti risponde alla provocazione della Marcegaglia sulle tariffe professionali

Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori risponde a Emma Marcegaglia che nei giorni scorsi ha sollevato polemiche sulle tariffe professionali così: “In un momento di crisi profonda per il Paese, in cui professionisti e imprese dovrebbero fare sistema ed avere progetti comuni per il futuro, stupisce come la Presidente di Confindustria consideri le tariffe professionali il male dell’Italia.

“L’evidente scopo di abbassare i costi dei servizi professionali per garantire maggiori utili alle imprese, assomiglia tanto ad una guerra tra poveri di assai corto respiro, piuttosto che un progetto condiviso che metta insieme le idee delle professioni intellettuali con le capacità produttive dell’industria“.

Il Consiglio chiede in particolare a Confindustria di sedersi subito ad un tavolo con gli architetti italiani per progettare assieme il futuro benessere del Paese, lasciando perdere inutili critiche poco costruttive.

Mirko Zago

Moratoria dei debiti: oggi la firma della proroga

La tanto attesa proroga della moratoria dei debiti per le Pmi sta per concretizzarsi. Le parti sono state convocate dal Ministero dell’Economia per oggi, 16 febbraio. Come già annunciato (l’incontro per definire il piano d’azione è avvenuto il il 31 gennaio) l’accordo prevede una proroga di sei mesi della moratoria e l’allungamento fino a 3 anni dei debiti per le imprese che hanno usufruito della precedente moratoria. Parteciperà al vertice anche il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti. I soggetti coinvolti sono l’Abi insieme a Confindustria, Coldiretti, Legacoop, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confedilizia, Confesercenti e Confetra.

Lo stesso Ministero dell’Economia ha fatto sapere che a fine dicembre hanno superato quota 252mila le domande di sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese a dimostrare che si tratta di qualcosa di molto sentito visto l’elevato numero di richieste. Oltre alla proroga di 6 mesi e l’allungamento fino a 3 anni per imprese che già hanno usufruito della precedente moratoria verrà discussa anche la possibilità di una copertura per il tasso di rischio.

Mirko Zago