Protocollo d’intesa Cnf-Miur

Mentre da una parte gli agenti di polizia preposti alla sicurezza del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini malmenano e mettono in cella un inviato di Striscia la Notizia sotto gli occhi della telecamera, dall’altra lo stesso ministro, a nome del Miur, firma un protocollo di intesa con il Consiglio nazionale forense (Cnf) per l’educazione alla legalità.

Si tratta di una iniziativa fortemente voluta dal Cnf, con la quale l’avvocatura istituzionale vuole dare un contributo attivo all’integrazione dei percorsi formativi scolastici attraverso interventi per l’educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva.

Il Cnf, attraverso il protocollo di intesa con il Miur persegue l’obiettivo di favorire pratiche di cooperazione tra gli istituti scolastici e i Consigli dell’Ordine degli avvocati, in modo da introdurre nei percorsi formativi specifici moduli di insegnamento impartiti gratuitamente da avvocati, in materia di educazione alla cittadinanza e alla legalità.

In questa ottica il Cnf vuole promuovere e incentivare la cultura della legalità nelle scuole di ogni ordine e grado, attraverso l’approfondimento delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica, e lo sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalità.

Parallelamente, il Cnf vuole favorire la realizzazione di progetti di Alternanza Scuola Lavoro, anche tramite i Consigli degli Ordini distrettuali, in modo da implementare la cultura della legalità attraverso percorsi formativi che combinino lo studio teorico con forme di apprendimento pratico svolte nel contesto professionale forense.

Per il presidente del Cnf Andrea Mascherin, “l’impegno dell’avvocatura istituzionale nelle scuole a servizio dei giovani e della diffusione dei principi di legalità è un grande privilegio prima che un dovere. Si tratta di un compito che svolgeremo con entusiasmo, forti della nostra storia di custodi dei diritti fondamentali e delle nostre competenze. Un grazie dunque al ministro Giannini per la fiducia accordataci”.

Professionisti, gli ingegneri sulla multa dell’Antritrust al Cnf

Ha fatto molto rumore, negli ambienti dei professionisti, la sentenza con la quale il Consiglio di Stato ha confermato la multa da quasi un milione di euro inflitta al Consiglio nazionale forense dall’Antitrust.

Il Cnf è stato riconosciuto responsabile di aver violato le regole sulla concorrenza con l’adozione di due decisioni che limitavano l’autonomia dei professionisti: un parere con il quale avrebbe limitato l’impiego di un canale di diffusione delle informazioni e una circolare con la quale sarebbe stata reintrodotta la vincolatività dei minimi tariffari.

Tra i commenti più autorevoli segnaliamo quello di Armando Zambrano, presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri: “Questa è una sentenza che va commentata su due piani differenti. Non c’è dubbio che sul mercato privato noi professionisti abbiamo un problema. Se nel settore pubblico la normativa consente di stabilire un corretto rapporto tra l’attività professionale prestata e il rispettivo valore economico, in quello privato l’abolizione delle tariffe ci ha privati di punti di riferimento. In tal senso è necessario un intervento e noi professionisti tecnici siamo pronti a fare la nostra parte”.

Tuttavia – ha proseguito Zambrano a nome dei professionisti della sua categoria – non chiediamo il ripristino dell’obbligatorietà dei corrispettivi, semplicemente perché allo stato occorre una forte apposizione anche ideologica a questa ipotesi, basata su un contestabile principio di ‘libera’ concorrenza. A nostro avviso la soluzione non sta nel ripristino della tariffa professionale ma nella definizione di standard di prestazione e di corrispettivi economici, in modo da orientare e garantire adeguatamente la committenza privata. Ciò proprio sulla scorta dell’esperienza già maturata nel settore pubblico e nel pieno rispetto della normativa sulla concorrenza e del principio di parità di trattamento”.

Il CNF ribadisce la centralità dell’ avvocatura

Si è aperto nei giorni scorsi l’Anno Giudiziario del Consiglio Nazionale Forense (CNF) e il presidente Mascherin, nel suo discorso di inaugurazione, ha toccato diversi temi di particolare interesse per l’ avvocatura italiana.

L’ avvocatura ha il compito di riportare al centro del dibattito del Paese la questione dei diritti delle persone. È un compito costituzionale al quale né il CNF, né gli Ordini, né gli Avvocati vogliono sottrarsi”. Queste le parole forti di Mascherin, che ha poi sollecitato a riflettere su tre grandi questioni che impegnano il CNF nelle sue funzioni istituzionali: “Sostenere e riaffermare con azioni positive il diritto dei cittadini di avere diritti; lavorare al rafforzamento del sistema delle regole deontologiche dell’ avvocatura curando che il loro valore diventi patrimonio del Paese, in tutte le articolazioni e nella società; lavorare a ricercare un equilibrio tra economia e solidarietà: tutti sappiamo che il benessere economico costituisce anche garanzia di libertà; ma sappiamo anche che non ogni cosa può essere sacrificata all’egemonia di mercato”.

Un esordio che ha dato modo a Mascherin di toccare altri punti sui quali l’ avvocatura è molto sensibile, a partire dai tagli lineari ai servizi essenziali che, secondo il presidente del CNF, fanno “correre gravi rischi”.

Finalmente qualche riflessione in questo ambito si sta insinuando – ha infatti sottolineato Mascherin -. Eliminare i presidi sanitari, giudiziari, scolastici con un semplice tratto di penna consegna il Paese ad un futuro che difficilmente sarà di sviluppo. Altra cosa è la lotta agli sprechi. Richiamo per questo l’attenzione sul tema della Geografia Giudiziaria, la cui prima riforma fu portata avanti da un governo tecnico i rappresentanti del quale erano lontani dalla quotidianità della vita giudiziaria. Il CNF oggi vuole richiamare l’attenzione sul fatto che non sarebbe una buona scelta, perché pericolosa per il Paese, procedere a ulteriori tagli senza farli precedere da valutazioni attente sull’impatto”.

Mascherin ha poi ricordato il “grave attacco” in corso all’autonomia e alla indipendenza della professione sul fronte del mercato: “L’apertura al capitale puro delle società di avvocati nel disegno di legge sulla concorrenza e le continue prese di posizione dell’Antitrust, che multa il CNF per il proprio codice deontologico, richiedono un chiarimento. Quali limiti ordinamentali ha l’Autorità per la concorrenza ed il mercato? Fino a dove può spingersi facendosi portavoce delle posizioni della Commissione europea, senza fare sintesi con tutte le interpretazioni che del mercato comunitario danno il Parlamento europeo, la Corte di Giustizia; e nel più ampio panorama europeo le istituzioni del Consiglio d’Europa?”.

Il treno in corsa del mercato a tutti i costi non ferma più nelle stazioni dei diritti ed il rischio è che sfugga di mano allo stesso guidatore – ha ricordato Mascherin -. Non chiediamo di frenarne il viaggio ma di riflettere su un costruttivo equilibrio con la solidarietà ed il rispetto dei diritti”.

Infine, un richiamo alla ragionevole durata dei processi, che “non riguarda semplicemente il processo ma il giusto processo. Dal canto suo, l’ avvocatura è impegnata nel percorso di qualificazione, competenza, specializzazione, deontologia e non vuole prestarsi alla spettacolarizzazione dei processi. Ci stiamo impegnando nel percorso di qualità e di meritocrazia disegnato dalla nuova legge professionale forense”.

Avvocati italiani e unioni civili

Gli avvocati italiani entrano nel dibattito sulle unioni civili e lo fanno da un punto di vista strettamente professionale. Dopo l’approvazione del testo di legge sulle convivenze di fatto, il Consiglio Nazionale Forense (CNF) ha ricordato come, in passato, aveva già avuto modo di sottolineare in più occasioni il contributo dato dagli avvocati italiani alla promozione della tutela dei diritti fondamentali.

Secondo il CNF, quindi, il fatto che nel testo di legge siano state affidate agli avvocati italiani, come richiesto dal CNF stesso, funzioni di estrema rilevanza come quella di contribuire, grazie alla scrittura privata da loro autenticata, alla redazione dei nuovi contratti di convivenza,  costituisce un riconoscimento della funzione istituzionale e sociale dell’Avvocatura.

Gli avvocati italiani non entrano quindi nel dibattito politico e ideologico in materia di unioni civili, ma sottolineano con forza che, con il contributo e l’impegno dell’avvocatura, potranno essere stipulati accordi formali e vincolanti idonei a tutelare i valori affettivi di tutte le persone, in particolare dei più deboli.

Del resto, sul tema delle unioni civili l’Avvocatura ha sempre mantenuto un atteggiamento super partes, privilegiando l’analisi delle ricadute che le nuove disposizioni di legge avranno sulla professione forense, anziché entrare nel dibattito strettamente politico. Come è giusto che sia.

Ecco come investire sull’ avvocatura giovane

Gli avvocati italiani si confermano in prima linea nel sostenere e rinforzare l’ avvocatura giovane. Nei giorni scorsi, infatti, in occasione della seduta amministrativa del Consiglio Nazionale Forense, CNF, FIIF (Fondazione italiana per l’innovazione forense), Aiga e Fondazione Aiga Tommaso Bucciarelli hanno firmato il protocollo d’intesa volto per attivare una collaborazione operativa nel campo dei finanziamenti comunitari, con particolare riguardo all’ avvocatura giovane e all’inserimento degli avvocati nel mondo del lavoro.

Il protocollo d’intesa sarà focalizzato su linee di intervento da svilupparsi nell’ambito dei bandi europei che sono maggiormente interessanti per l’ avvocatura giovane, quali quelli relativi a formazione, accesso al mercato del lavoro nelle professioni legali, servizi per le professioni legali.

In questo senso, i soggetti firmatari del protocollo – ispirato dal lavoro avviato nei laboratori della Rete #Lab@vvocaturaGiovane, promosso dalla omonima commissione del CNF coordinata da Anna Losurdo – condivideranno l’impegno comune per monitorare, programmare e favorire la fruizione degli interventi nel campo dei finanziamenti europei all’ avvocatura giovane. E ora, spazio ai commenti dei firmatari del protocollo d’intesa a favore dell’avvocatura giovane.

Andrea Mascherin, presidente CNF: “Il CNF ripone grande fiducia nella collaborazione avviata in #Lab@vvocaturaGiovane tra la Istituzione forense e l’Associazione dei giovani Avvocati, nel convincimento che l’apporto specifico di Aiga sia essenziale per individuare azioni positive mirate per le necessità dei colleghi più giovani”.

Michele Vaira, presidente Aiga: “Questa intesa offrirà alla giovane avvocatura concreti ed effettivi strumenti di sostegno e di crescita professionale. L’interlocuzione e la collaborazione con la nostra rappresentanza istituzionale, nel rispetto delle reciproche prerogative, rappresentano un modello di sinergia a cui tutta l’avvocatura dovrebbe ispirarsi”.

Lucio Del Paggio, vicepresidente FIIF: “Il protocollo va oltre i buoni propositi: la nostra azione congiunta inizia oggi. L’Avvocatura finora non aveva affrontato con la necessarie attenzione questa materia strategica per il settore professionale”.

Francesco Pantaleone, direttore generale della fondazione Bucciarelli: “L’accordo firmato oggi è la migliore risposta che la Istituzione forense e l’Associazione possono dare all’Avvocatura, dimostrando una propensione al fare e a mettere in sinergia le forze positive”.

Avvocati in campo contro il bullismo

Dopo i recenti fatti di cronaca, il fenomeno del bullismo è tornato alla ribalta il tutta la sua drammaticità. Non che fosse scomparso negli ultimi anni, per carità, ma come sempre, in Italia, è necessario che ci scappi il morto o quasi per far sì che la gente si accorga dei problemi.

Anche per questo, l’Agorà degli Ordini forensi ha varato una proposta di legge per far sì che la classe forense promuova insegnamenti di legalità, cittadinanza, diritto nelle scuole per combattere il bullismo e le discriminazioni tra i minori.

È la parte più qualificante di un’iniziativa legislativa promossa dall’avvocatura istituzionale in occasione della riunione dell’Agorà degli Ordini forensi, promossa dal Consiglio Nazionale Forense (Cnf) il 4 febbraio scorso, per mettere a disposizione delle scuole di primo e secondo grado avvocati che tengano lezioni di educazione alla cittadinanza, alla legalità, per la conoscenza del diritto con l’obiettivo di contribuire al contrasto di fenomeni quali bullismo, cyberbullismo o discriminazioni.

Un’iniziativa di cui va orgoglioso il presidente del Cnf Andrea Mascherin: “Iniziative del genere, a cura di Ordini forensi, sono già una realtà proficua sul territorio. Il passaggio ulteriore che gli Ordini e il Cnf vorrebbero ottenere è proprio l’approvazione di una legge che dia una cornice uniforme e suggelli la responsabilità sociale a cui è chiamata l’Avvocatura. Non vi è dubbio che la conoscenza fin dall’età scolare del rispetto dell’altro contribuisce ad avere cittadini consapevoli in futuro”.

In concreto, la proposta di legge a contrasto del bullismo punta all’introduzione nei Pof (i Piani dell’offerta formativa degli istituti scolastici), e in linea con la riforma della cosiddetta Buona Scuola, di lezioni a cura di avvocati su:

  • introduzione al diritto, con riferimento al sistema costituzionale, alla protezione dei diritti e delle libertà fondamentali, anche in relazione al processo di integrazione europea;
  • educazione alla legalità e ai valori della democrazia e della partecipazione;
  • educazione alla cittadinanza, anche con riguardo agli obiettivi di attuazione dei principi di pari opportunità, educazione alla parità tra i sessi, prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni;
  • educazione al rispetto delle differenze e al dialogo tra le culture, nonché ai principi di solidarietà e di cura dei beni comuni.

Toccherà a un protocollo condiviso tra Cnf e ministero dell’Istruzione disciplinare le modalità alle quali potranno rifarsi convenzioni su base locale tra Consigli degli Ordini forensi e Direzioni regionali scolastiche.

Il Cnf a supporto delle adozioni dei minori

Il Consiglio Nazionale Forense è in prima linea nel supporto alle pratiche relative all’ adozione di minori. Il presidente dell’organo di rappresentanza dell’avvocatura italiana, Andrea Mascherin, e la presidente della Commissione adozioni internazionali (Cai) Silvia Della Monica, hanno infatti firmato un importante protocollo d’intesa che avvia la collaborazione tre le due istituzioni nel settore delle adozioni dei minori.

L’importante firma, apposta in calce all’accordo lo scorso mese a Roma, è stata così commentata dal presidente del Cnf Mascherin: “Il Cnf intende marcare la presenza dell’Avvocatura in tutti gli ambiti dove più forte si sente l’esigenza del rispetto dei diritti e della tutela dei soggetti deboli; e certamente uno di questi è proprio quello delle adozioni dei minori”.

La presidente Della Monica, apprezzando la disponibilità dell’Avvocatura in questa delicata materia, ha sottolineato la “complessità non solo umana ma anche tecnica della materia, che coinvolge diversi ambiti di legislazione – nazionale e internazionale – e che per questo richiede la specializzazione degli operatori”.

Il protocollo d’intesa e collaborazione sulle adozioni dei minori prevede un impegno comune di Cnf e Cai, come sottolinea il Cnf in una nota, ad “approfondire la legislazione di settore anche dal punto di vista comparatistico, a contribuire, ciascuno nell’ambito delle competenze istituzionali, a superare dubbi interpretativi e/o ostacoli ed a promuovere buone prassi per garantire alle procedure di adozione il massimo grado di garanzia a vantaggio dei minori coinvolti”.

La Giornata Europea dell’Avvocato

Forse non tutti lo sanno, ma oggi, 10 dicembre, è la Giornata Europea dell’Avvocato, proclamata dal Ccbe, l’organo di rappresentanza degli Ordini forensi nazionali a Bruxelles, in concomitanza con la ricorrenza della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo, stipulata il 10 dicembre 1948 a Parigi, e con la Giornata mondiale dei diritti umani, istituita dall’Onu il 10 dicembre 1950.

In occasione della Giornata Europea dell’Avvocato, le avvocature del continente discutono con i cittadini, le istituzioni nazionali e tra di loro di temi sensibili per la professione, dal punto di vista della sua funzione sociale di garanzia e tutela dei diritti dei cittadini.

Quest’anno la Giornata Europea dell’Avvocato è dedicata al diritto di espressione dei cittadini e degli avvocati. In tutte le capitali europee, avvocati, cittadini e istituzioni si confrontano sulle opportunità e gli ostacoli che in questa società sempre più interconnessa derivano al diritto di ciascun cittadini di esprimere in libertà le proprie idee e la propria identità.

In Italia, il Consiglio Nazionale Forense ha organizzato, in occasione della Giornata Europea dell’Avvocato, diverse iniziative fruibili anche tramite il sito istituzionale a partire dalla homepage.

Dalle 16.30 si svolgerà nella sede amministrativa del Cnf un evento durante il quale, alle 18, il Consiglio Nazionale Forense si collegherà in videoconferenza con il Conseil National des Barreaux francese, per sancire e testimoniare la vicinanza e la condivisione dei valori tra le avvocature europee.

Questo il programma dell’evento organizzato in occasione della Giornata Europea dell’Avvocato:

SALUTI INTRODUTTIVI

Pierre Olivier Sur, Presidente del Barreau di Parigi

INTERVENTI

Patrizianna Sparacino-Thiellay, Ambasciatrice di Francia per i Diritti dell’Uomo

Pascal Eydoux, Presidente del Conseil National des Barreaux

Andrea Mascherin, Presidente del Consiglio Nazionale Forense

 

Lancio dell’osservatorio internazionale degli avvocati in pericolo

 

INTERVENTO

Robert Badinter, Presidente onorario dell’Osservatorio (Avocat, ex Ministro della Giustizia francese)

 

Minuto di silenzio in memoria di Tahir Elçi, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Diyarbakir

 

Lettura di un testo inviato dall’Ordine turco di Dyarbakir

 

INTERVENTI

Donald Hernandez, Difensore dei Diritti dell’Uomo in Honduras

Fatimata Mbaye, Difensore dei Diritti dell’Uomo in Mauritania

Jacques Bouyssou, Segretario della Commissione internazionale del Barreau di Parigi

Il fermento della giovane avvocatura italiana

L’ avvocatura è un mondo vecchio e stantio? Non quella italiana, come dimostra la commissione #Lab@vvocaturaGiovane, di recente istituzione da parte del Consiglio Nazionale Forense che ha accolto a Roma nei giorni scorsi, per la prima riunione della Rete, i referenti per la Avvocatura Giovane dei Consigli degli Ordini.

Un’iniziativa dinamica per l’ avvocatura, il cui obiettivo è la promozione della Rete per individuare insieme, fanno sapere dal Cnf, “azioni positive, progetti di start up, studiare incentivi e sgravi fiscali per i giovani avvocati”.

Alla riunione del Consiglio hanno partecipato i referenti di 94 Consigli degli Ordini, che hanno portato proposte e offerto soluzioni su formazione, tutele, organizzazione dello studio. Un bel fermento nel mondo dell’ avvocatura italiana, come sottolineato dal presidente del Cnf Andrea Mascherin, il quale ha ricordato che la scelta del Consiglio attuale è quella di promuovere la vicinanza della giovane avvocatura alle istituzioni forensi, contribuendo a fare crescere un vivaio che sappia esprimere nel futuro una squadra forte.

L’appartenenza ad un Ordine, l’osservanza di regole deontologiche – ha sottolineato Mascherinfa e farà sempre di più la differenza tra gli avvocati e i meri prestatori di servizi legali. Questo è il luogo giusto per affrontare tutti questi temi, sapendo che le proposte che spesso vengono spacciate come a favore della giovane avvocatura non sempre corrispondono ai suoi reali interessi, come l’esperienza ci ha insegnato”.

Avvocati italiani, nasce l’Agorà degli Ordini forensi

Gli avvocati italiani hanno un nuovo punto d’incontro, l’Agorà degli Ordini forensi. Inaugurata il 16 maggio dal fresco presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, l’agorà è, per gli avvocati italiani, non solo un luogo di confronto, ma soprattutto operativo, dove individuare le soluzioni più efficaci per far progredire le riforme, tanto quelle interne all’Avvocatura quanto quelle dedicate al funzionamento della Giustizia.

In questa fase – ha detto il presidente degli avvocati italiani -, il sistema ordinistico forense, Cnf e Ordini circondariali, che rappresentano l’Avvocatura sotto il profilo istituzionale, hanno una grande opportunità: quella di recuperare un metodo – non solo di confronto con le riunioni a cadenza regolare, ma principalmente operativo – attraverso gruppi di lavoro – su tutti i dossier delle riforme, anche quella interna all’Avvocatura, per garantirne il buon funzionamento”.

Dopo l’intensa attività per l’attuazione della riforma forense – ha proseguito Mascherin -, ora è il momento di iniziare a valutare l’impatto concreto dei regolamenti del Cnf e individuare se del caso i miglioramenti necessari perché il funzionamento del nuovo sistema ordinamentale – dalla formazione alla nuova disciplina dei Consigli distrettuali di disciplina – proceda nel modo più efficace”.

Durante i lavori della prima Agorà, si è anche ricordato come, nella giurisdizione, l’impegno sia che l’accesso alla Giustizia sia sempre garantito e non sia mai limitato dal censo; ma la sfida che l’Avvocatura deve cogliere è quella dei sistemi alternativi alla giurisdizione affidati agli avvocati italiani in quanto professionisti competenti e qualificati, a partire dalla negoziazione assistita.