Contributi a fondo perduto Camera di commercio di Milano Monza Brianza e Lodi

C’è ancora tempo, con la Camera di commercio di Milano Monza Brianza e Lodi, per la presentazione della domanda che è finalizzata all’accesso ai contributi a fondo perduto per quel che riguarda il ‘Bando Nuova Impresa‘ su risorse che sono state stanziate dalla Regione Lombardia.

Domanda e scadenza contributi a fondo perduto Camera di commercio di Milano Monza Brianza e Lodi

In accordo con quanto si legge sul portale della Camera di commercio di Milano Monza Brianza e Lodi, infatti, i termini di presentazione delle istanze per l’accesso ai contributi a fondo perduto si chiuderanno alle ore 17 del 31 marzo del 2022.

In particolare, le imprese interessate, e rispettanti i requisiti di accesso al bando, potranno presentare le istanze avvalendosi della piattaforma web Telemaco. Si accettano infatti solo le domande presentate via web. Precisamente, in modalità telematica con la firma digitale.

Quali sono le spese ammissibili ed il contributo a fondo perduto massimo erogabile

Al fine di ottenere i contributi a fondo perduto, l’impresa che presenta la domanda deve realizzare un investimento avente un controvalore minimo di 5.000 euro. Con il contributo a fondo perduto che copre il 50% delle spese ammissibili. E comunque, per ogni istanza presentata, il contributo a fondo perduto massimo erogabile non può superare i 10.000 euro. Tra le spese ammissibili rientrano i costi per l’acquisto di hardware e software, l’acquisto di attrezzature, macchinari, beni strumentali ed anche arredi nuovi.

Il contributo a fondo perduto, tra l’altro, può essere concesso pure a copertura dei costi sostenuti per il canone di locazione della sede legale e operativa della nuova impresa che è attiva sul territorio della regione Lombardia. La nuova impresa, in particolare, deve essere costituita dopo il 26 luglio 2021 ed entro il 31 dicembre del 2021. E deve rientrare nei settori economici del commercio, del terziario e del manifatturiero, e artigiani operanti negli stessi comparti.

Contributi a fondo perduto Sostegni, 2,6 miliardi di aiuti: ecco cosa si può chiedere

Contributi a fondo perduto e crediti di imposta, in arrivo 2,6 miliardi di euro dal decreto legge Sostegni ter alle imprese e alle attività commerciali. Sono i numeri del decreto legge numero 4 del 2022 che arrivano dalla nota di lettura dei tecnici del Senato. Si va dal credito di imposta di 540 milioni di euro per le imprese energivore ai fondi messi a disposizione dei negozi e delle attività commerciali che hanno subito i maggiori danni dall’emergenza sanitaria. Il testo di conversione del decreto in uscita dal Senato disporrà circa la metà dei fondi (1,2 miliardi di euro) da destinare a contenere i costi dell’energia elettrica.

Contributi a fondo perduto imprese in difficoltà settore wedding e intrattenimento, quali sono?

I contributi a fondo perduto andranno a favore della maggior parte delle imprese danneggiate dalle chiusure delle attività per la pandemia e per la difficoltà della ripresa. Risorse per 40 milioni di euro andranno a favore del settore del wedding, all’Ho.re.ca., ai settori dell’intrattenimento, alle imprese di catering, a quelle che organizzano cerimonie e feste, ai bar e ristoranti e agli altri esercizi simili che non hanno cucina. Infine ai gestori delle piscine. Allo stesso tempo, nel decreto sono stati stati stanziati altri 20 milioni di euro per le discoteche, le sale da ballo e i locali assimilati che hanno subito la chiusura per le misure di prevenzione della pandemia. Queste ultime attività devono risultare chiuse al 27 gennaio 2022.

Contributi a fondo perduto per negozi e attività commerciali, a chi andranno?

Altri 200 milioni di euro andranno ai negozi e alle attività economiche danneggiati dall’emergenza sanitaria. In attesa del relativo provvedimento per l’invio della domanda dei finanziamenti, ad oggi sono note tutte le attività che beneficeranno dei contributi: agli esercizi commerciali non specializzati (codice Ateco 47.19); al commercio al dettaglio di carburante per autotrazione (47.30); al commercio di apparecchiature audio e video in esercizi specializzati (47.43); agli articoli di abbigliamento (47.6); agli articoli culturali e ricreativo (47.71).

Aiuti ai negozi dal decreto Sostegni ter, quali altre attività possono richiedere i contributi?

E ancora, i contributi a fondo perduto andranno al commercio al dettaglio di calzature e di articoli in pelle (47.72); agli articoli di profumeria, cosmetici, erboristeria (47.75); al commercio di piante, fiori, fertilizzanti, semi, animali domestici, alimenti per animali domestici (47.76); agli articoli di gioielleria e orologi (47.77); al commercio di altri prodotti a esclusione di quelli di seconda mano (47.78); ai prodotti di seconda mano in negozio (47.79).

Crediti di imposta, esoneri contributivi e risorse al turismo: ecco quali sono in arrivo

Il decreto Sostegni ter ha stanziato ulteriori risorse per sostenere le rimanenze di magazzino nei settori del tessili e della moda. È previsto un credito di imposta con domande delle imprese fino al limite delle risorse per 100 milioni di euro. Il governo ha stanziato altrettante risorse al Fondo unico nazionale del turismo. Per quest’ultimo settore, insieme agli stabilimenti termali, è stato previsto l’esonero contributivo delle assunzioni a tempo determinato o per contratti di tipo stagionale. Le assunzioni devono essere fatte dal 1° gennaio al 31 marzo 2022. L’onere fiscale sarà pari a 60,7 milioni di euro per il 2022 e a 23,7 milioni di euro per il prossimo anno. Altri bonus affitti per il settore turistico impiegheranno 128,1 milioni di euro.

Contenimento bollette energia elettrica, quali aiuti alle imprese?

La parte più importante dei contributi a fondo perduto per le attività riguarda il contenimento dei costi dell’energia elettrica. Il governo, nel decreto Sostegni ter, ha stabilito la somma di 1,2 miliardi di euro che andranno alle imprese per aiutarle nel pagamento dei costi dell’energia, incrementati nell’ultimo periodo a causa del rincaro delle materie prime. Altri 540 milioni di euro andranno alle imprese energivore.

Esonero contributivo imprese entro marzo 2022, in cosa consiste?

Altri 84,3 milioni di euro andranno a favore delle imprese per l’esonero del contributo addizionale (per Cigo e Cigs) relativo ai mesi di gennaio, febbraio e marzo 2022. I fondi saranno destinati, in particolare, al trattamento di integrazione salariale delle imprese operanti nei settori colpiti dalla pandemia. Ovvero il turismo, la ristorazione, le terme, i parchi divertimento, i trasporti, la distribuzione cinematografica, tv e video, i musei, i cinema, i settori delle cerimonie e delle feste.

Altri contributi a fondo perduto e aiuti alle imprese dal decreto ‘Sostegni ter’

Ulteriori aiuti andranno ai settori dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo. I contributi a fondo perduto ammontano a 50 milioni di euro. Altri 25 milioni di euro andranno al Fondo per le emergenze delle imprese e delle istituzioni culturali. Con 30 milioni di euro il governo finanzia inoltre gli aiuti alle attività dello spettacolo viaggiante e ai circhi. Il contributo permette l’esenzione dal pagamento del canone patrimoniale di concessione, autorizzazione ed esposizione pubblicitaria che già era stato oggetto di precedenti aiuti entro la fine del 2021. Infine, il decreto assegna 60 milioni di euro al settore dello sport.

Nuovi contributi a fondo perduto commercio: ecco i negozi che otterranno gli aiuti

In arrivo nuovi contributi a fondo perduto per le imprese, le attività commerciali e, in particolare, i negozi colpiti dalla crisi dell’emergenza Covid. Si tratta dei fondi messi a disposizione dal governo nel decreto legge “Sostegni ter” che ammontano a 200 milioni di euro. Le domande di contributo dovranno essere presentate in via telematica sul portale del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise). Essenzialmente a beneficiare dei nuovi finanziamenti saranno le varie attività di commercio al dettaglio che rientreranno nei requisiti di perdita di fatturato del 2021 rispetto al 2019.

Contributi a fondo perduto per attività e negozi commerciali: chi può presentare domanda?

I nuovi contributi a fondo perduto del decreto “Sostegni ter” andranno dunque a sostenere le attività commerciali che abbiano subito danni dall’emergenza Covid. L’elenco dei codici Ateco che otterranno gli aiuti del governo è contenuto nella Gazzetta ufficiale del 27 febbraio 2022. Si tratta delle attività che svolgono il commercio al dettaglio, in particolare:

  • in esercizi non specializzati (codice Ateco 47.19);
  • al dettaglio di carburante per autotrazione (codice Ateco 47.30);
  • apparecchiature audio e video in esercizi specializzati (codice Ateco 47.43);
  • articoli di abbigliamento (esercizi specializzati del codice Ateco 47.6);
  • articoli culturali e ricreativo (esercizi specializzati del codice Ateco 47.71).

Nuovi contributi a fondo perduto, quali sono i negozi ammessi e i codici Ateco?

Rientrano tra i negozi commerciali che possono richiedere i contributi a fondo perduto del decreto “Sostegni ter” le attività di commercio:

  • al dettaglio di calzature e di articoli in pelle (esercizi specializzati, codice Ateco 47.72);
  • articoli di profumeria, cosmetici, erboristeria (codice Ateco 47.75):
  • commercio di piante, fiori, fertilizzanti, semi, animali domestici, alimenti per animali domestici (codice Ateco 47.76);
  • articoli di gioielleria e orologi (negozi specializzati, codice Ateco 47.77);
  • commercio di altri prodotti a esclusione di quelli di seconda mano (codice Ateco 47.78);
  • prodotti di seconda mano (in negozio, codice Ateco 47.79).

Contributi a fondo perduto decreto “Sostegni ter”, sono ammessi gli ambulanti?

Anche gli ambulanti sono ammessi all’ottenimento dei contributi a fondo perduto previsti dal decreto “Sostegni ter” per gli aiuti alle attività commerciali danneggiate dall’emergenza Covid. In particolare, i contributi andranno:

  • alle attività che svolgono commercio al dettaglio dei prodotti tessili o dell’abbigliamento o delle calzature (codice Ateco 47.82);
  • commercio al dettaglio di altri prodotti (codice Ateco 47.89);
  • attività di “altro commercio al dettaglio al di fuori dei negozi, dei banchi e dei mercati ” (codice Ateco 47.99).

Contributi a fondo perduto 2022 per negozi e attività commerciali, quali sono i requisiti della domanda?

Il requisito essenziale per richiedere i contributi a fondo perduto spettanti alle attività commerciali e ai negozi degli aiuti del Sostegni ter riguarda il fatturato. Nel dettaglio, è necessario che il fatturato non abbia superato i due milioni di euro nell’anno 2019. Il secondo parametro da considerare è quello del calo di fatturato. Nel 2021 deve essersi registrato un calo di fatturato di almeno il 30% rispetto al 2019 in conseguenza, proprio, dell’emergenza Covid. Inoltre, l’attività commerciale deve avere la sede legale e operativa in Italia. Non devono essere in corso fasi di liquidazione e procedure concorsuali o sanzioni interdittive.

Quanto spetta di importo alle attività commerciali come ristoro a fondo perduto per l’emergenza Covid 2022?

L’importo del contributo a fondo perduto spettante a ciascuna attività commerciale e negozio come ristoro per la perdita di fatturato dovuta all’emergenza Covid è da calcolarsi con l’applicazione della percentuale pari alla differenza fra l’ammontare medio mensile dei ricavi del periodo di imposta del 2021 e l’ammontare medio mensile dei ricavi del 2019. Tale percentuale corrisponderà al 60% per le attività commerciali che abbiano conseguito ricavi nel 2019 non eccedenti i 400 mila euro; al 50% per fatturati nel 2019 tra i 400 mila euro e il milione di euro; al 40% per i ricavi tra 1 e 2 milioni di euro nel 2019.

Contributi a fondo perduto negozi e attività commerciali: come si presenta la domanda sul sito del Mise?

La domanda per ottenere i contributi a fondo perduto del decreto Sostegni ter deve essere presentata in via telematica sul portale del ministero per lo Sviluppo Economico. Le attività interessate dovranno indicare di possedere i requisiti richiesti per ottenere gli aiuti. Si è in attesa del relativo provvedimento del Mise che disciplini i termini e le modalità di presentazione dell’istanza on line.

 

Contributi a fondo perduto fino all’80% per Pmi, artigiani e professionisti: arrivano gli aiuti

In arrivo finanziamenti, anche convertibili in contributi a fondo perduto, fino all’80% delle spese ammissibili per gli investimenti produttivi delle piccole e medie imprese, degli artigiani e dei professionisti. Il decreto del Mise è quello relativo al provvedimento del 19 novembre scorso, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 27 del 2 febbraio 2022. I contributi sono previsti dal decreto del ministero per lo Sviluppo Economico a copertura delle spese relative al design, alla moda, agli accessori, ai media, alla musica e perfino ai giocattoli.

Il Mise stanzia 20 milioni di euro per i contributi e gli aiuti alle imprese e autonomi

La copertura dei finanziamenti e dei contributi a fondo perduto del Mise andrà a favore del capitale circolare e degli investimenti produttivi in conto capitale. Lo stanziamento delle risorse del ministero è pari a 20 milioni di euro sia per il 2021 che per il 2022. Ammessi al beneficio fiscale saranno le piccole e medie imprese artigianali e i professionisti che rientrino negli obiettivi di creatività. I prestiti sono agevolati e a tasso zero, accompagnati da contributi a fondo perduto. Ne potranno beneficiare sia le nuove imprese, ovvero le start up, che le imprese esistenti per il loro consolidamento sul mercato.

In quali settori sono previsti i finanziamenti del Mise per le Pmi e professionisti?

Dettagliato è il quadro delle attività nel quale le piccole e medie imprese artigianali e i professionisti dovranno rientrare. Ovvero:

  • attività nel settore tessile, calzaturificio e pelletteria;
  • legno;
  • fabbricazione e lavorazione del ferro, del vetro, di gioielli, orologi, strumenti musicali e giocattoli;
  • imprese dell’editoria e portali web;
  • trasmissioni televisive e radiofoniche;
  • agenzie pubblicitarie, studi fotografici;
  • professionisti architetti, ingegneri e di design.

Investimenti ammissibili tra finanziamenti a tasso zero e contributi a fondo perduto del Mise 2022

Gli investimenti ammissibili ai finanziamenti e ai contributi a fondo perduto del Mise sono relativi sia alla creazione che al consolidamento delle imprese e dei professionisti beneficiari. In particolare, gli investimenti devono riguardare:

  • le spese ammissibili, comprese quelle relative al capitale circolante, il cui importo non ecceda i 500 mila euro al netto dell’Iva;
  • la durata del finanziamento non deve eccedere i due anni, a partire dal momento in cui viene sottoscritto il decreto di assegnazione degli strumenti finanziari;
  • le imprese non devono essere costituite da più di cinque anni nel momento in cui presentano la domanda di concessione dei finanziamenti e del fondo perduto;
  • per le imprese costituite da oltre cinque anni è previsto il finanziamento dell’ampliamento o della diversificazione della propria attività e dunque dell’offerta dei prodotti o dei servizi oppure modifiche e innovazione del proprio modo di produrre.

Finanziamenti Pmi e professionisti e contributi a fondo perduto, quali sono le spese ammissibili?

In rapporto alle spese che possono essere ammesse al finanziamento a tasso zero o ai contributi a fondo perduto, le piccole e medie imprese artigianali e i professionisti devono valutarle in base ai seguenti principi:

  • si possono coprire le immobilizzazione materiali. Il riferimento è agli impianti, ai macchinari, alle attrezzature, purché nuovi di fabbrica e coerenti con l’attività svolta dal richiedente;
  • le immobilizzazioni immateriali, inerenti l’attività dell’impresa richiedente, compresi i brevetti e le licenzie di uso;
  • le opere murarie al massimo per il 10% della domanda complessiva di finanziamento;
  • il capitale circolante, al massimo per il 50% della richiesta.

Spese per il capitale circolante ammissibili nei finanziamenti e contributi a fondo perduto del Mise

Nel novero delle spese ammissibili relative al capitale circolante dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati del Mise rientrano:

  • le materie prime;
  • i materiali di consumo e le merci;
  • i servizi generali relativi allo svolgimento dell’attività dell’impresa o del professionista che fa richiesta;
  • l’acquisto di beni o servizi da terzi, ovvero le spese per i canoni di leasing, hosting informatici, noleggi;
  • le utenze, le fidejussioni legate al progetto e le perizie tecniche necessarie;
  • il costo dei dipendenti, purché assunti con contratto a tempo indeterminato e che non sia già coperto da altre agevolazioni fiscali.

Quanto si può ottenere di contributi a fondo perduto e finanziamenti dal Mise?

In merito alla misura del beneficio relativo ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti, le imprese richiedenti e i professionisti devono tener conto delle seguenti percentuali e limiti:

  • il contributo a fondo perduto può arrivare al massimo al 40% delle spese ammissibili;
  • i finanziamenti agevolati, a tasso zero e con durata fino a dieci anni, possono coprire l’altro 40% dei costi del progetto.

Contributi a fondo perduto Mise, le start up possono ottenere quote di finanziamenti più alti

Le piccole e medie imprese artigianali start up possono ottenere quote di finanziamenti e di contributi a fondo perduto più alte. La percentuale di agevolazione può arrivare al 50% per le somme apportate da investitori terzi nell’impresa stessa. In tal caso, il finanziamento può essere convertito in contributi a fondo perduto. Il 50% è anche la percentuale alla quale può arrivare il massimo della quota finanziabile, in ogni caso, dalla misura per nascenti attività. Il finanziamento convertito in fondo perduto può essere utilizzato, nei primi cinque anni di attività, esclusivamente a copertura delle perdite o per gli aumenti di capitale.

Contributi a fondo perduto imprese al femminile: arrivano i finanziamenti Mise

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 26 del 1° febbraio 2022 il decreto del Ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) a sostegno dell’imprenditoria femminile. Alle imprese andranno 400 milioni di euro derivanti dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Le imprese favorite saranno le start up e almeno il 40% dei finanziamenti andrà a vantaggio di progetti da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno. Varie le misure previste nell’ambito del fondo perduto e per ciascuna di esse nuovi decreti del ministero per lo Sviluppo Economico fisseranno gli obblighi ai quali dovranno adempiere i beneficiari dei finanziamenti.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti Mise per le imprese al femminile: gli ambiti di intervento

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti per l’imprenditoria al femminile andranno a vantaggio delle nascenti imprese e di quelle già operanti nel territorio nazionale. I maggiori contributi finanzieranno le nuove imprese per la realizzazione di progetti che abbiano un alto grado di contenuto innovativo e tecnologico. Si tenderà a privilegiare, dunque, i progetti che concentrino gli sforzi produttivi verso lo sviluppo di prodotti, di soluzioni o di servizi nell’ambito del digitale, dell’internet of thing (IoT) e dell’intelligenza artificiale. I progetti, inoltre, dovranno sostenere l’ambito della ricerca sia pubblica che privata.

Imprenditoria al femminile e Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr): le missioni

I contributi a favore dell’imprenditoria al femminile rientrano tra le missioni del Piano nazionale per al ripresa e la resilienza. Nel dettaglio, il punto 1.2 “Creazione di imprese femminili” della missione numero 5, prevede misure di inclusione e di coesione” a favore delle politiche per l’occupazione. L’ammontare dei finanziamenti nell’ambito del Pnrr è pari a 400 milioni di euro con la ripartizione per più sotto-obiettivi.

Contributi a fondo perduto per l’imprenditoria femminile: la ripartizione delle risorse

In particolare, i 400 milioni di euro destinati all’imprenditoria saranno così ripartiti:

  • 100 milioni di euro a valere sulla misura Smart&Smart Italia a favore delle nascenti imprese al femminile purché innovative;
  • altrettanti milioni di euro per la misura relativa all’autoimprenditorialità;
  • ulteriori 38,8 milioni di euro per la nascita di nuove realtà femminili;
  • 131,2 milioni di euro per far sviluppare e consolidare le imprese al femminile già esistenti.

Contributi per l’imprenditoria al femminile, in quali regioni più finanziamenti?

Il 40% delle risorse andrà a vantaggio delle regioni del Centro-Sud Italia. In particolare, le risorse andranno a finanziare progetti provenienti dalle realtà imprenditoriali della Campania, della Puglia, della Basilicata, della Calabria, del Molise, dell’Abruzzo, della Sardegna e della Sicilia.

Imprenditoria al femminile, come si presenta la domanda di finanziamento?

Per la presentazione delle domande è necessario attendere ulteriori decreti che stabiliranno termini e condizioni per la candidatura dei progetti. La gestione delle risorse per l’imprenditoria al femminile è affidata a Invitalia, previo accordo di finanziamento con il ministero per lo Sviluppo Economico.

Si possono ottenere più contributi per le nuove imprese al femminile?

I soggetti interessati ai contributi e finanziamenti per la nascita e il consolidamento delle imprese al femminile dovranno attenersi a determinati vincoli. Non si può ottenere il doppio finanziamento per gli stessi costi ritenuti già ammissibili nell’ambito di un programma o di uno strumento comunitario. Inoltre, la nascita delle imprese non deve arrecare significativi danni all’ambiente.

Contributi a fondo perduto Simest: cosa fare in caso di esito positivo della domanda?

Sono in arrivo le prime risposte da Simest in merito ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti per la transizione digitale ed ecologica delle piccole e medie imprese (Pmi) che abbiano fatto richiesta dell’incentivo. I contributi vanno a favore delle imprese, oltre che per la transizione ecologica e digitale, anche per la partecipazione a fiere e mostre e per lo sviluppo di progetti del commercio elettronico.

Esito positivo domanda contributi a fondo perduto e finanziamenti Simest: cosa bisogna fare?

Simest ha già inviato alle imprese le prime comunicazione attraverso indirizzo di posta elettronica certificata (Pec). La comunicazione vale come esito positivo alla richiesta dei contributi a fondo perduto e ai finanziamenti a tasso agevolato. Dalla ricezione della comunicazione le piccole e medie imprese hanno 30 giorni di tempo per accettare la proposta e apporre la firma digitale. Il beneficiario deve firmare la proposta e caricarla sul portale dedicato. Partendo dal momento in cui le imprese rispondono alla comunicazione di accettazione, nel termine dei tre mesi si dovrà rispondere alle ulteriori richieste di integrazioni formulate da Simest per poter ottenere la prima erogazione dei finanziamenti.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti Simest, come si possono effettuare le spese ammissibili?

Le spese sostenute dalle Pmi per i progetti oggetto di contributi e finanziamenti devono essere sostenute con decorrenza dalla data nella quale si riceve l’esito positivo della domanda. Ogni spesa deve includere il Cup del soggetto beneficiario. Le spese devono essere sostenute in determinati termini temporali dalla stipula, ovvero dalla data nella quale si invia la comunicazione controfirmata. In particolare, le scadenze delle spese sono di:

  • due anni per le spese sulla transizione digitale ed ecologica;
  • un anno per le spese sulle fiere/mostre internazionali e di sviluppo del commercio elettronico.

Aiuti alle piccole e medie imprese Simest, come effettuare le spese ammissibili?

Le spese ammissibili necessitano di essere effettuate attraverso il conto corrente dedicato. Ogni pagamento deve avere la propria causale riportando gli elementi delle fatture riferibili alle spese effettuate. Risulta, pertanto, necessario indicare per ogni spesa anche il Cup assegnato e il riferimento specifico al Pnrr che indica le risorse finanziarie assegnate. Per la verifica delle spese è inoltre necessario allegare l’estratto del conto corrente dedicato insieme alla fattura o agli altri documenti fiscali. L’impresa beneficiaria deve documentare le spese effettuate nel periodo indicato ai fini del progetto assegnato. Infine, le spese devono contenere la “Dichiarazione dei fornitori dell’impresa richiedente”. In tal caso i fornitori attestano l’effettiva erogazione di servizi o di beni che sono stati richiesti dal beneficiario dei contributi e dei finanziamenti ai fini del progetto di internazionalizzazione e di transizione.

Ricezione contributi a fondo perduto e finanziamenti: come deve essere il conto corrente dedicato?

Particolare attenzione deve essere posta dal beneficiario per quanto attiene al conto corrente dedicato nei casi di ottenimento di esito positivo sui finanziamenti e sui contributi a fondo perduto Simest. Il conto corrente deve essere stato aperto nel 2021 e, in ogni modo, non prima dei sei mesi il momento in cui è stata inviata la domanda. L’operatività del conto corrente deve essere antecedente allo svolgimento di qualsiasi operazione inerente le spese ammissibili. Sul portale Simest è necessario dunque che il beneficiario carichi la copia del contratto con la banca per l’apertura del conto corrente. Qualora il conto corrente sia stato già aperto in precedenza per contributi Simest, è necessario indicare le coordinate bancarie e caricare nuovamente il contratto con l’istituto di credito. Sullo stesso conto corrente verranno erogati i contributi e i finanziamenti Simest.

Erogazione contributi a fondo perduto e finanziamenti Simest: come avviene?

Le piccole e medie imprese beneficiarie degli interventi Simest ottengono i contributi e finanziamenti in due tranche. La prima, pari alla metà del contributo, rappresenta l’anticipo. L’erogazione avviene entro 30 giorni dalla data di chiusura degli adempimenti delle imprese alle condizioni sospensive. Tali condizioni devono essere soddisfatte entro tre mesi dalla stipula. Simest corrisponde la seconda metà dei contributi, a saldo. L’importo di erogazione dipende dalle spese ammesse, rendicontate e documentate.

Spese ammissibili progetti Simest, entro quando devono essere rendicontate dalle imprese?

La verifica delle spese nell’ambito degli aiuti Simest, le imprese beneficiarie devono fornire la rendicontazione entro determinate scadenze. In particolare:

  • dal 24° al 25° mese successivo alla stipula del contratto per i finanziamenti sulla transizione ecologica e digitale;
  • dal 12° al 13° mese per la partecipazione a fiere e per lo sviluppo di progetti di commercio elettronico.

 

Contributi a fondo perduto in Sicilia per imprese e professionisti, come si richiedono

Via libera, nella Regione Sicilia, ai finanziamenti agevolati ed ai contributi Covid a fondo perduto per le imprese e per i professionisti. E questo, in particolare, grazie ad una dotazione finanziaria che, in accordo con quanto è stato reso noto dall’Amministrazione regionale, ammonta ad oltre 70 milioni di euro.

Via libera ai contributi a fondo perduto in Sicilia per le imprese e per i professionisti

I termini di presentazione delle domande, per l’accesso ai contributi a fondo perduto in Sicilia per i professionisti e per le imprese, si sono aperti il 31 gennaio scorso. E si chiuderanno il prossimo 3 marzo del 2022 con la presentazione online delle istanze dalla piattaforma digitale dell’Irfis FinSicilia Spa.

La misura, in particolare, è operativa dopo che l’assessorato regionale all’Economia della Regione Siciliana ha pubblicato l’apposito Avviso sui ‘Finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto a favore di operatori economici e liberi professionisti iscritti agli ordini professionali e titolari di partita Iva‘.

Finanziamenti agevolati fino a 25 mila euro senza garanzie e senza alcuna valutazione del merito creditizio

Per ogni istanza che sarà presentata, i finanziamenti agevolati concedibili potranno variare da un minimo di 10 mila ad un massimo che arriva fino a 25 mila euro. E questo grazie alle risorse del Po Fesr Sicilia 2014-2020 (Azione 3.6.2). Inoltre, i finanziamenti agevolati saranno concessi anche se il professionista o l’impresa ha già beneficiato di aiuti concessi dallo Stato italiano. L’accesso ai finanziamenti agevolati è inoltre senza esibizione di garanzie, e senza che ci sia alcuna valutazione del merito creditizio.

Contributi a fondo perduto fino a 5.000 euro per ogni istanza presentata

In più, sempre per ogni istanza di finanziamento agevolato che sarà presentata, potranno essere richiesti a fondo perduto fino a 5 mila euro. A copertura di spese anti Covid. Ovverosia, per la sanificazione e per l’adeguamento a norma contro il coronavirus dei luoghi di lavoro.

Contributi a fondo perduto nel DL Ristori 2022: indennizzi, bonus e nuovi ristori

Indiscrezioni vogliono che a breve potrebbe essere pronto un nuovo Decreto Sostegni 2022 con aiuti e ristori per le imprese maggiormente colpite dalla pandemia di COVID che, ormai, ci accompagna da 2 anni. Contributi a fondo perduto, quindi, destinati a coloro che sono stati maggiormente colpiti dalle restrizioni di dicembre e gennaio ma anche rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in costanza di lavoro (o di quarantena indennizzata).

Il Decreto, tra le altre cose dovrebbe prevedere anche misure concrete che vadano a contrastare l’aumento delle bollette dell’energia e del gas con nuove moratorie sui prestiti bancari.

Fondo perduto per le attività penalizzate

Contributi a fondo perduto che potrebbero, quindi, essere erogati dal governo a tutte quelle attività che sono state maggiormente colpite della restrizioni COVID e, quindi, turismo, eventi, ristorazione e discoteche.

La veloce diffusione della variante Omicron ha costretto il governo a varare, nelle scorse settimane, nuove restrizioni per tentare di arginare i contagi. Queste misure hanno avuto un impatto innegabile su alcuni comparti economici. Basti pensare alle discoteche, agli alberghi, al settore turistico in generale. Ma rassicuriamo queste categorie di imprenditori e di lavoratori. L’Esecutivo è pronto a intervenire, in tempi brevi, per approvare un piano ristori che vada, in modo preciso, a risarcire coloro che hanno subito i maggiori danni.” afferma Mariastella Gelmini, Ministro per gli Affari regionali e le autonomie.

La fetta più grossa delle coperture stanziate, quindi, spetterà al turismo, ma anche alle discoteche.  A causa della pioggia di cancellazioni registrata dopo l’entrata in vigore delle nuove restrizioni, ma anche a causa della paura di nuovi contagi, le urgenze si registrano al momento anche per tuor operator e agenzie di viaggio e per la filiera del turismo in montagna.

Per approfondimenti vi rimandiamo alla lettura dell’articolo: Fondo perduto partite IVA, l’effetto collaterale che pochi conoscono

Fondo perduto partite IVA, l’effetto collaterale che pochi conoscono

La crisi economica si fa sentire, e sono tante le attività che in questi mesi di pandemia, hanno chiuso i battenti. Le partite IVA sono in sofferenza, questo è innegabile. La clientela latita, tra positivi, gente in quarantena, soggetti impauriti e regole poco chiare e burocrazia ai massimi livelli. Non c’è lockdown, ma è come se ci fosse. Ma proprio perché non c’è lockdown, il governo non ha previsto ristori. Niente nuovi aiuti alle attività nonostante sia evidente la crisi.
Ma proprio sui ristori, o meglio, sui contributi a fondo perduto che sono stati erogati a molte partite IVA nei mesi precedenti, soprattutto prima della nascita del governo Draghi, ecco la notizia che pochi si aspettavano. Lo Stato prima ti aiuta e si dimostra magnanimo, più inizia il controllo, con una forza senza precedenti.

Fondo perduto e controlli del Fisco, ecco cosa accade

Non è certo un buon momento per tanti lavoratori autonomi, per tante partite IVA. Molte hanno chiuso da inizio pandemia, e molte altre pensano di farlo.
Alla crisi e alla carenza di clientela, nessuno ha posto rimedio. Nemmeno il governo, soprattutto negli ultimi mesi.
Anzi, con il rincaro della corrente elettrica, la situazione per molte partite IVA è peggiorata.
A tutto questo va aggiunto l’obbligo di fatturazione elettronica anche ai forfettari committenti.
C’è chi ha chiesto nuovi e serrati controlli, per stanare chi ha frodato. Parliamo di chi ha cercato di “fregare” lo Stato, riuscendoci, a recuperare i contributi a fondo perduto pur non avendone diritto.
E già questo è un elemento di disturbo, perché parlare di frodi in una epoca in cui tutto è digitale, dove con un click le Entrate possono appurare la veridicità dei dati prima di pagare un contribuente, appare quanto meno particolare.

Nel mirino anche le povere partite IVA “innocenti”

Parliamoci chiaro, di furbetti che cercano stratagemmi per fregare il Fisco o lo Stato, l’Italia è piena. Semmai è criticabile il metodo che lo Stato adotta per stanarli. Passare al setaccio tutti, questa la soluzione adottata sempre e lo sarà pure stavolta.
Lo conferma Telefisco, che parla di controlli serrati a 360° sulle partite IVA indennizzate dai contributi a fondo perduto e dal contributo perequativo.
Lo Stato in pratica, prima paga, e poi “viviseziona” le partite IVA a caccia di furbetti.
E nel mirino finiranno davvero tutti, cioè
tutte quelle partite IVA che a stento  riescono a restare con le saracinesche alzate.
Partite IVA che hanno ottenuto i contributi per via del calo di fatturato tra un periodo e l’altro, tra un anno e l’altro.
In base ai dati che le stesse Entrate avevano già disponibili prima di partire coi bonifici. Invece adesso nel si passa ai controlli a tabula rasa, per tutti, anche per chi oggettivamente ha chiesto i contributi perché davvero in difficoltà evidente.
Non certo una bella situazione per molte partite Iva che adesso rischiano di doversi barcamenare tra carte e scartoffie per rispondere a richieste di giustificazione di un contributo che fu erogato da un Fisco, che adesso ha paura di aver sbagliato.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti Pnrr, prorogata la domanda al 31 maggio

È stato prorogato il termine per la presentazione delle domande dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). La nuova scadenza delle istanze di finanziamento è fisata al 31 maggio 2022. In particolare, risultano ancora ampiamente disponibili le risorse destinate ai nuovi strumenti del Fondo 394 per le tre tipologie di aiuti alle piccole e medie imprese (Pmi).

Contributi a fondo perduto e finanziamenti per le piccole e medie imprese: per cosa si possono richiedere?

Nell’ambito della concessione di contributi a fondo perduto e finanziamenti del Pnrr, sono previste tre tipologie di strumenti dedicati in via esclusiva alle piccole e medie imprese:

  • transizione ecologica e digitale delle Pmi a vocazione internazionale;
  • partecipazione delle piccole e medie imprese alle fiere e alle mostre internazionali, svolte anche in Italia, e le missioni di sistema;
  • sviluppo dell’e-commerce delle Pmi nei paesi esteri (commercio elettronico).

Le piccole e medie imprese interessate possono presentare una sola istanza per la richiesta dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti con i fondi del Pnrr.

Contributi e finanziamenti per la transizione digitale ed economica delle Pmi: come funziona?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti rientranti nella transizione ecologica e digitale sono destinati a investimenti nelle tecnologie e nelle produzioni sostenibili delle Pmi. Si possono finanziare progetti fino a 300 mila euro con durata di 6 anni e 2 di pre-ammortamento purché l’importo non superi il 25% dei ricavi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati. La quota massima del contributo a fondo perduto è fissato al 40% per le piccole e medie imprese con sede nel Sud Italia e del 25% per le restanti Pmi.

Contributi e finanziamenti per la partecipazione delle Pmi a fiere e mostre: in cosa consistono?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti per la partecipazione delle Pmi a fiere e mostre internazionali, anche in Italia, permettono:

  • il tasso agevolato per progetti relativi a ogni singolo evento fino a 150 mila euro, con durata di 4 anni di cui uno di pre-ammortamento;
  • la quota del contributo a fondo perduto del 40% (Pmi del Sud Italia) o del 25% (le restanti imprese) purché l’importo del progetto non superi il 15% dei ricavi dell’ultimo bilancio approvato e depositato dall’impresa.

Finanziamenti e contributi per lo sviluppo del commercio elettronico delle Pmi: quali aiuti alle imprese?

Per i finanziamenti e i contributi a fondo perduto delle Pmi relativi allo sviluppo del commercio elettronico si aiutano le imprese nei progetti della creazione o miglioramento delle piattaforme di e-commerce (anche sviluppate da terzi). Le condizioni degli aiuti prevedono:

  • contributi a fondo perduto fino al 40% (imprese del Sud Italia) o del 25% per le restanti imprese;
  • finanziamenti a tasso agevolato rimborsabili in 4 ani di cui 1 di pre-ammortamento.

L’importo minimo dei progetti delle Pmi è di 10 mila euro, i massimali sono invece fissati in:

  • 300 mila euro per una piattaforma e-commerce propria (e fino a non più del 15% dei ricavi degli ultimi due bilanci);
  • 200 mila euro per una piattaforma e-commerce di terzi (nel limite del 15% dei ricavi medi degli ultimi due bilanci approvati).

Contributi a fondo perduto Pmi transizione ecologica e digitale: come si presenta la domanda?

Per la presentazione della domanda di contributi a fondo perduto o di finanziamento è necessario consultare l’area personale del portale Simest. Ciascuna piccola e media impresa può presentare una sola domanda di finanziamento. Sul portale sono presenti tre fac simile di istanza, una per ogni ambito di richiesta di contributo a fondo perduto e finanziamento. Dall’area personale è possibile verificare il possesso dei requisiti richiesti.