Contributi a fondo perduto 2022: beneficiari per codice ATECO

Col decreto Sostegni ter, via ad una nuova tornata di aiuti per alcuni settori lavorativi. Nuova tornata di contributi a fondo perduto per il commercio. Ma niente a che vedere con i contributi erogati precedentemente, con gli altri decreti emergenziali del governo italiano.

I contributi a fondo perduto sono solo per determinate attività, e circoscritti al possesso di un determinato Codice ATECO.

Cosa prevede per il fondo perduto il nuovo decreto Sostegni

Nuovi aiuti alle attività colpite dalla crisi e dalla riduzione di fatturato e corrispettivi. Un nuovo fondo perduto 2022 è quanto stabilisce il nuovo decreto Sostegni.

Ma torna come fattore discriminante il codice ATECO. Per poter beneficiare dei nuovi contributi a fondo perduto previsti dal decreto Sostegni ter, serve che l’attività abbia subito una riduzione del fatturato in misura pari quanto meno al 30%.

Inoltre deve trattarsi di imprese con una mole di ricavi inferiori ai 2 milioni di euro.

In attesa che la nuova tornata di aiuti venga ufficializzata dalla canonica circolare esplicativa del Ministero dello Sviluppo Economico e che ottenga il via libera della Commissione Europea, va sottolineato che l’anno di riferimento su cui calcolare sia la riduzione di fatturato che il limite dei ricavi annui è il 2019.

Quali le attività che verranno finanziate dai nuovi contributi?

Ripetiamo, nulla ancora operativo in attesa dei necessari interventi del Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) e della Commissione UE. Ciò che si sa è che sono o settori maggiormente colpiti dalla crisi economica collegata all’emergenza pandemica quelli che rientreranno nel novero delle attività potenzialmente beneficiarie del nuovo contributo a fondo perduto.

Col decreto Sostegni inevitabile che si sia arrivati a prevedere nuove agevolazioni per determinati settori, oltre al potenziamento dei precedenti provvedimenti.

Si parte per esempio, con la creazione di un fondo ad hoc per il rilancio delle attività commerciali al dettaglio. Dotazione importante per questo nuovo fondo, nella misura di 200 milioni di euro.

Sempre i ricavi e le perdite alla base degli aiuti

E da lì che si attingerà per l’erogazione dei nuovi contributi, differenziati come importo, in base ai ricavi e al calo di fatturato registrato in questo 2021 rispetto al 2019.

La percentuale spettante a ciascuna azienda sarà rapportata alla seguente tabella:

  • 60% della differenza tra fatturato 2019 e fatturato 2021 per imprese con ricavi fino a 400.000 euro;
  • 50% della differenza tra fatturato 2019 e fatturato 2021 per imprese con ricavi sopra i 400.000 euro e fino ad un milione di euro;
  • 40% della differenza tra fatturato 2019 e fatturato 2021 per imprese con ricavi sopra uno e fino a due milioni di euro.

Codici Ateco, l’elenco per rientrare tra i beneficiari del nuovo fondo perduto

Resta il problema delle risorse. Il decreto Sostegni infatti prevede che  qualora la dotazione finanziaria non basta, il contributo a fondo perduto potrebbe essere ridotto in misura proporzionale ai soldi disponibili.

Come detto in precedenza, la platea degli aventi diritto è basata sui codici ATECO. Nello specifico i contributi a fondo perduto del nuovo decreto Sostegni ter saranno destinati a:

  • Commercio al dettaglio in altri esercizi non specializzati codice Ateco 47.19;
  • Commercio al dettaglio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati codice Ateco 47.30;
  • Commercio al dettaglio di apparecchiature audio e video in esercizi specializzati codice Ateco 47.43;
  • Commercio al dettaglio di altri prodotti per uso domestico in esercizi specializzati codice Ateco 47.5;
  • Commercio al dettaglio di articoli culturali e ricreativi in esercizi specializzati codice Ateco 47.6;
  • Commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento in esercizi specializzati codice Ateco 47.71;
  • Commercio al dettaglio di calzature e articoli in pelle in esercizi specializzati codice Ateco 47.72;
  • Commercio al dettaglio di cosmetici, di articoli di profumeria e di erboristeria in esercizi specializzati codice Ateco 47.75;
  • Commercio al dettaglio di fiori, piante, semi, fertilizzanti, animali domestici e alimenti per animali domestici in esercizi specializzati codice Ateco 47.76;
  • Commercio al dettaglio di orologi e articoli di gioielleria in esercizi specializzati codice Ateco 47.77;
  • Commercio al dettaglio di altri prodotti (esclusi quelli di seconda mano) in esercizi specializzati codice Ateco 47.78;
  • Commercio al dettaglio di articoli di seconda mano in negozi codice Ateco 47.79;
  • Commercio al dettaglio ambulante di prodotti tessili, abbigliamento e calzature codice Ateco 47.82;
  • Commercio al dettaglio ambulante di altri prodotti codice Ateco 47.89;
  • Altro commercio al dettaglio al di fuori di negozi, banchi o mercati codice Ateco 47.99.

Contributi a fondo perduto nel DL Ristori 2022: indennizzi, bonus e nuovi ristori

Indiscrezioni vogliono che a breve potrebbe essere pronto un nuovo Decreto Sostegni 2022 con aiuti e ristori per le imprese maggiormente colpite dalla pandemia di COVID che, ormai, ci accompagna da 2 anni. Contributi a fondo perduto, quindi, destinati a coloro che sono stati maggiormente colpiti dalle restrizioni di dicembre e gennaio ma anche rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in costanza di lavoro (o di quarantena indennizzata).

Il Decreto, tra le altre cose dovrebbe prevedere anche misure concrete che vadano a contrastare l’aumento delle bollette dell’energia e del gas con nuove moratorie sui prestiti bancari.

Fondo perduto per le attività penalizzate

Contributi a fondo perduto che potrebbero, quindi, essere erogati dal governo a tutte quelle attività che sono state maggiormente colpite della restrizioni COVID e, quindi, turismo, eventi, ristorazione e discoteche.

La veloce diffusione della variante Omicron ha costretto il governo a varare, nelle scorse settimane, nuove restrizioni per tentare di arginare i contagi. Queste misure hanno avuto un impatto innegabile su alcuni comparti economici. Basti pensare alle discoteche, agli alberghi, al settore turistico in generale. Ma rassicuriamo queste categorie di imprenditori e di lavoratori. L’Esecutivo è pronto a intervenire, in tempi brevi, per approvare un piano ristori che vada, in modo preciso, a risarcire coloro che hanno subito i maggiori danni.” afferma Mariastella Gelmini, Ministro per gli Affari regionali e le autonomie.

La fetta più grossa delle coperture stanziate, quindi, spetterà al turismo, ma anche alle discoteche.  A causa della pioggia di cancellazioni registrata dopo l’entrata in vigore delle nuove restrizioni, ma anche a causa della paura di nuovi contagi, le urgenze si registrano al momento anche per tuor operator e agenzie di viaggio e per la filiera del turismo in montagna.

Per approfondimenti vi rimandiamo alla lettura dell’articolo: Fondo perduto partite IVA, l’effetto collaterale che pochi conoscono

Contributi a fondo perduto e finanziamenti Pnrr, prorogata la domanda al 31 maggio

È stato prorogato il termine per la presentazione delle domande dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). La nuova scadenza delle istanze di finanziamento è fisata al 31 maggio 2022. In particolare, risultano ancora ampiamente disponibili le risorse destinate ai nuovi strumenti del Fondo 394 per le tre tipologie di aiuti alle piccole e medie imprese (Pmi).

Contributi a fondo perduto e finanziamenti per le piccole e medie imprese: per cosa si possono richiedere?

Nell’ambito della concessione di contributi a fondo perduto e finanziamenti del Pnrr, sono previste tre tipologie di strumenti dedicati in via esclusiva alle piccole e medie imprese:

  • transizione ecologica e digitale delle Pmi a vocazione internazionale;
  • partecipazione delle piccole e medie imprese alle fiere e alle mostre internazionali, svolte anche in Italia, e le missioni di sistema;
  • sviluppo dell’e-commerce delle Pmi nei paesi esteri (commercio elettronico).

Le piccole e medie imprese interessate possono presentare una sola istanza per la richiesta dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti con i fondi del Pnrr.

Contributi e finanziamenti per la transizione digitale ed economica delle Pmi: come funziona?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti rientranti nella transizione ecologica e digitale sono destinati a investimenti nelle tecnologie e nelle produzioni sostenibili delle Pmi. Si possono finanziare progetti fino a 300 mila euro con durata di 6 anni e 2 di pre-ammortamento purché l’importo non superi il 25% dei ricavi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati. La quota massima del contributo a fondo perduto è fissato al 40% per le piccole e medie imprese con sede nel Sud Italia e del 25% per le restanti Pmi.

Contributi e finanziamenti per la partecipazione delle Pmi a fiere e mostre: in cosa consistono?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti per la partecipazione delle Pmi a fiere e mostre internazionali, anche in Italia, permettono:

  • il tasso agevolato per progetti relativi a ogni singolo evento fino a 150 mila euro, con durata di 4 anni di cui uno di pre-ammortamento;
  • la quota del contributo a fondo perduto del 40% (Pmi del Sud Italia) o del 25% (le restanti imprese) purché l’importo del progetto non superi il 15% dei ricavi dell’ultimo bilancio approvato e depositato dall’impresa.

Finanziamenti e contributi per lo sviluppo del commercio elettronico delle Pmi: quali aiuti alle imprese?

Per i finanziamenti e i contributi a fondo perduto delle Pmi relativi allo sviluppo del commercio elettronico si aiutano le imprese nei progetti della creazione o miglioramento delle piattaforme di e-commerce (anche sviluppate da terzi). Le condizioni degli aiuti prevedono:

  • contributi a fondo perduto fino al 40% (imprese del Sud Italia) o del 25% per le restanti imprese;
  • finanziamenti a tasso agevolato rimborsabili in 4 ani di cui 1 di pre-ammortamento.

L’importo minimo dei progetti delle Pmi è di 10 mila euro, i massimali sono invece fissati in:

  • 300 mila euro per una piattaforma e-commerce propria (e fino a non più del 15% dei ricavi degli ultimi due bilanci);
  • 200 mila euro per una piattaforma e-commerce di terzi (nel limite del 15% dei ricavi medi degli ultimi due bilanci approvati).

Contributi a fondo perduto Pmi transizione ecologica e digitale: come si presenta la domanda?

Per la presentazione della domanda di contributi a fondo perduto o di finanziamento è necessario consultare l’area personale del portale Simest. Ciascuna piccola e media impresa può presentare una sola domanda di finanziamento. Sul portale sono presenti tre fac simile di istanza, una per ogni ambito di richiesta di contributo a fondo perduto e finanziamento. Dall’area personale è possibile verificare il possesso dei requisiti richiesti.

Contributi a fondo perduto: ecco le condizioni per richiedere i finanziamenti Mise

Il ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) ha emanato il decreto che assegna 750 milioni di euro di contributi a fondo perduto e finanziamenti a tassi agevolati a favore delle imprese impegnate nelle attività di ricerca e di sviluppo sperimentale in linea con gli obiettivi del Green New Deal. I due canali di intervento, il fondo perduto e i finanziamenti, andranno a vantaggio anche delle piccole e medie imprese (Pmi) con un sostegno che può arrivare fino al 70% delle spese ammissibili. Le attività finanziabili per le Pmi riguardano l’industrializzazione dei risultati della ricerca e dello sviluppo.

Fondo perduto Mise e finanziamenti: il decreto di Giorgetti assegna 750 milioni di euro alle imprese

Il decreto del ministero per lo Sviluppo Economico è stato firmato da Giancarlo Giorgetti insieme al ministro dell’Economia e delle Finanze. Attualmente si attende la pubblicazione del provvedimento ministeriale sulla Gazzetta Ufficiale. I fondi stanziati dal Mise corrispondono a 750 milioni di euro dei quali:

  • 600 milioni di euro andranno per i finanziamenti agevolati;
  • 150 milioni di euro andranno ai contributi a fondo perduto delle imprese.

I soldi stanziati dal ministero sono a valere del Fondo per la crescita sostenibile (Fcs) e del fondo rotativo per sostenere le imprese e gli investimenti nella ricerca (Fri), la cui gestione avviene tramite la Cassa deposito e prestiti.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati alle imprese dal Mise: chi può richiedere gli aiuti?

Il decreto ha stabilito che i finanziamenti a tasso agevolato e i contributi a fondo perduto possono andare a tutte le imprese senza limiti di dimensioni. Tuttavia, il provvedimento impone che le imprese che faranno richiesta dei finanziamenti debbano operare nelle attività:

  • industriali;
  • agroindustriali;
  • artigianali;
  • dei servizi all’industria;
  • centri di ricerca.

Per la richiesta dei finanziamenti e dei fondi perduti le imprese devono presentare progetti volti a realizzare nuovi prodotti, o nuovi processi o servizi oppure, ancora, il miglioramento di attività, processi e servizi già esistenti.

Contributi a fondo perduto Mise: ecco gli obiettivi del Green New Deal dalla plastica al turismo sostenibile

Tra gli obiettivi del Green New Deal da raggiungere anche attraverso i finanziamenti stanziati dal ministero per lo Sviluppo Economico, si annoverano quelli:

  • della decarbonizzazione;
  • dell’economia circolare e dell’economia;
  • della riduzione dell’utilizzo della plastica e della sostituzione della plastica con dei materiali alternativi;
  • di rigenerazione urbana;
  • del turismo sostenibile;
  • della mitigazione dei rischi sul territorio connessi al cambiamento climatico.

Contributo a fondo perduto e finanziamento del Mise: come si presenta la domanda?

Per la presentazione della domanda relativa al contributo a fondo perduto e al finanziamento del ministero per lo Sviluppo Economico è necessario attendere un nuovo provvedimento del Mise che disciplini i termini e le modalità di invio dell’istanza. In ogni modo, i progetti presentati dalle imprese non potranno avere un importo finanziabile al di sotto dei 3 milioni di euro e al di sopra dei 40 milioni di euro, considerando tutti i partner partecipanti al progetto stesso. Tuttavia, sono già note le modalità di erogazione delle agevolazioni alle imprese e le spese che possono essere finanziate.

Spese ammissibili per i contributi a fondo perduto e finanziamenti del Mise

Per quanto attiene alle spese finanziabili ai fini dei progetti da presentare per i contributi a fondo perduto e finanziamenti del Mise, è necessario rifarsi all’ambito della ricerca industriale e sviluppo sperimentale, oppure alle attività di industrializzazione. Per le attività di ricerca sono finanziabili le spese:

  • del personale dell’impresa che propone il progetto, inclusi tecnici, personale ausiliario impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo e ricercatori;
  • per gli strumenti e le attrezzature occorrenti al progetto stesso;
  • per le consulenze, i brevetti, le licenze, il know how;
  • le spese generali di progetto;
  • per i materiali usati durante le attività oggetto del progetto.

Nell’ambito delle attività di industrializzazione, le spese ammissibili devono possedere marcati elementi di innovazione e di sostenibilità. I progetti da presentare, dunque, devono produrre la diversificazione della produzione di uno stabilimento dell’impresa proponente, oppure l’adozione di prodotti nuovi aggiuntivi o il cambiamento dell’intero processo produttivo dello stabilimento stesso.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti Mise: quali sono le condizioni?

Nel caso di richiesta dei finanziamenti per i progetti relativi alle risorse del ministero per lo Sviluppo Economico, il decreto precisa che la percentuale delle spese ammissibili non deve essere inferiore al 50% fino a un massimo del 70%. Al finanziamento deve essere associato un prestito di un istituto bancario. Il prestito deve essere non al di sotto del 10% dell’intero finanziamento. Per i contributi a fondo perduto è necessario considerare la percentuale del 15% per il sostegno delle attività di ricerca e di sviluppo e per lo sviluppo sperimentale. La stessa percentuale si applica per le consulenze inerenti le attività di industrializzazione delle piccole e medie imprese (Pmi). Il contributo a fondo perduto si abbassa al 10% per l’acquisto delle immobilizzazioni necessarie per le attività di industrializzazione. Infine, il finanziamento, insieme al contributo, non può superare il 100% dei costi e delle spese progettuali ammissibili.

Contributi a fondo perduto in arrivo per 6 miliardi: per quali imprese?

In arrivo per le imprese nuovi contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato. Gli ambiti di finanziamento dei fondi saranno le infrastrutture, l’internazionalizzazione e l’export. Il totale delle risorse che verranno messe a disposizione nelle prossime settimane dal governo è pari a 6 miliardi di euro. A parlarne è stata Maria Stella Gelmini, attuale ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie.

Nuovi contributi a fondo perduto alle imprese: come saranno distribuite le risorse?

Le risorse che saranno messe in campo a favore delle imprese come contributi a fondo perduto e finanziamenti saranno pari a 6 miliardi di euro. Nei prossimi Consigli dei ministri, secondo quanto ha dichiarato Maria Stella Gelmini, verranno programmati fondi per due miliardi di euro a favore delle infrastrutture. I restanti quattro miliardi di euro andranno agli investimenti privati per sostenere le imprese. È prevista l’istituzione di un fondo per l’internazionalizzazione delle imprese e di un fondo extra per l’export.

Contributi a fondo perduto per le piccole e medie imprese: le novità della legge di Bilancio 2022

Sul fronte dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese (Pmi), la legge di Bilancio 2022 aveva già confermato l’erogazione dei fondi Simest fino al 2026. Per l’anno in corso, i finanziamenti da confermare saranno quelli già elargiti alle Pmi nell’ambito della transizione ecologica e digitale, della partecipazione a fiere e allo sviluppo del commercio elettronico. Tutti i contributi hanno come finalità principale quella dell’orizzonte internazionale delle imprese. La legge di Bilancio 2022, per le tre finalità, aveva già assegnato risorse per 1,5 miliardi per ciascun anno fino al 2026.

Contributi a fondo perduto Pmi: le tre misure di intervento su transizione ecologica e digitale, fiere e commercio elettronico

I tre ambiti confermati anche per il 2022 per i contributi a fondo perduto delle imprese riguardano:

  • la transizione ecologica e digitale delle piccole e medie imprese a vocazione internazionale;
  • il partecipare a fiere e mostre internazionali, svolte anche in Italia, e le missioni di sistema;
  • il portare a termine progetti relativi al commercio elettronico delle piccole e medie imprese nei Paesi esteri.

Contributi a fondo perduto alle Pmi: a quali finalità andranno nel 2022?

Tuttavia, il governo sta ragionando per includere altri ambiti di intervento dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti alle imprese. In particolare, i settori di intervento potrebbero tornare a essere sette, comprendendo globalmente:

  • partecipare a fiere internazionali delle imprese;
  • inserimento delle Pmi nei mercati esteri;
  • acquisizione di sevizi di export manager;
  • sviluppo di progetti nel settore del commercio elettronico;
  • ottenere l’assistenza tecnica all’estero;
  • patrimonializzazione delle piccole e medie imprese;
  • svolgimento di studi di fattibilità.

Come verranno distribuiti i fondi per l’internazionalizzazione delle imprese nel 2022

La gestione dei contributi a fondo perduto per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese verrà affidata, come nel 2021, al Simest. Il fondo aveva già ottenuto il rifinanziamento delle risorse con il decreto legge numero 121 dello scorso anno che prevedeva nuovi finanziamenti per 1,2 miliardi di euro a beneficio del Fondo 394. Simest gestisce le risorse attraverso due canali, ovvero i finanziamenti a tasso agevolato e i contributi a fondo perduto. I due strumenti rimarranno invariati nel corso del 2022.

Contributi a fondo perduto Mise: 6 ambiti di aiuti a imprese e Pmi

Il ministero per lo Sviluppo economico (Mise) ha sbloccato fondi per 750 milioni di euro destinati ai contributi a fondo perduto a favore delle imprese e, con specifiche regole, alle micro e piccole e medie imprese. Si tratta di incentivi rientranti nel Gren New Deal nei settori della transizione ecologica che prevede sei ambiti di applicazione. Il decreto relativo al fondo perduto e ai finanziamenti agevolati alle imprese è stato firmato dai ministri per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e da quello dell’Economia, Daniele Franco. Attualmente si attende la pubblicazione del provvedimento nella Gazzetta Ufficiale. La misura risale alla legge di Bilancio del 2020 del secondo governo Conte.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati Mise, quali imprese possono richiederli?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati del ministero per lo Sviluppo Economico possono essere richiesti dalle imprese di qualsiasi dimensioni. Le imprese devono svolgere la propria attività nei settori artigianali, industriali e agroindustriali, dei servizi all’industria oppure devono essere dei centri di ricerca. Alcuni ambiti riguardano nel dettaglio le piccole e medie imprese (Pmi). L’ottenimento degli aiuti è subordinata alla presentazione di progetti, anche nella modalità congiunta da parte delle imprese. I progetti devono riguardare la ricerca industriale e lo sviluppo sperimentale. Le sole piccole e medie imprese (Pmi) possono presentare progetti nell’ambito dell’industrializzazione dei risultati della ricerca e dello sviluppo.

Aiuti alle imprese, la suddivisione delle risorse tra contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati

La dote dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati del ministero per lo Sviluppo Economico è pari a 750 milioni di euro complessivi. Nel decreto del Mise è stabilito che 600 milioni di euro verranno erogati per la concessione di finanziamenti agevolati a favore delle imprese. La dotazione dei finanziamenti è a valere del Fondo rotativo per sostenere le imprese della Cassa depositi e prestiti. Ulteriori 150 milioni di euro verranno destinati agli aiuti sotto forma di contributi a fondo perduto. Il relativo fondo è quello della crescita sostenibile.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati: quali sono i 6 ambiti di intervento delle imprese?

In merito agli ambiti di intervento per i finanziamenti del Mise e per i contributi a fondo perduto, si distinguono:

  • la decarbonizzazione dell’economica;
  • l’economia circolare;
  • la rigenerazione urbana;
  • l’abbassamento dell’utilizzo della plastica;
  • il turismo sostenibile;
  • il mitigare i rischi derivanti dal cambiamento climatico.

Contributo a fondo perduto Mise e finanziamenti agevolati: quali sono le spese ammissibili e per quali importi?

Nell’ambito dei finanziamenti agevolati alle imprese e dei contributi a fondo perduto del Mise, i progetti dovranno avere degli importi relativi alle spese entro determinati limiti. Infatti, le spese ammissibili devono essere comprese tra i tre e i 40 milioni di euro. I progetti, inoltre, devono essere realizzati nell’ambito del territorio italiano. La durata dei progetti deve essere compresa tra un anno e tre anni.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti Mise, come si dovranno presentare le domande?

Per la presentazione dei progetti e delle domande di finanziamento agevolato e di contributi a fondo perduto, si attende un ulteriore provvedimento del Mise che fornisca ulteriori dettagli sulle procedure. In ogni modo, i canali di accesso agli aiuti delle imprese saranno due. Per i progetti che comportino costi tra i 3 e i 10 milioni di euro si potrà presentare l’istanza a sportello. In questa fascia, il 60% degli aiuti sarà destinata alle piccole e medie imprese (Pmi); il 25% alle micro imprese. I progetti che invece generano spese ammissibili da 10 a 40 milioni di euro saranno sottoposti alla procedura negoziale.

Condizioni applicate ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti agevolati delle imprese

Diverse le condizioni applicate ai contributi a fondo perduto alle imprese e ai finanziamenti. I contributi a fondo perduto potranno avere una percentuale di copertura pari al 15% delle spese ammissibili. I contributi in conto impianti potranno ricevere un aiuto ulteriore del 10%. I finanziamenti agevolati, invece, avranno le seguenti condizioni:

  • il tasso nominale annuo sarà inferiore allo 0,50%;
  • il finanziamento dovrà coprire le spese nella percentuale tra il 50% e il 70%;
  • il finanziamento dovrà essere correlato a un prestito bancario per almeno il 10%.

Contributi a fondo perduto Marche: fino a 6000 euro per avvio e trasferimento imprese

Entro il 31 maggio 2022 si potranno presentare le domande per il contributo a fondo perduto a favore dell’avvio e del trasferimento delle imprese. L’iniziativa è promossa dalla Regione Marche in collaborazione con la Camera di commercio. Il contributo è rivolto a promuovere e a valorizzare il territorio regionale con l’obiettivo di favorire le attività economiche e l’incremento dell’imprenditorialità, anche nei borghi dell’entroterra.

Chi può presentare domanda per il contributo a fondo perduto della Regione Marche?

Possono presentare domanda per il contributo a fondo perduto i seguenti soggetti:

  • le imprese individuali;
  • le società di capitali;
  • le società di persone;
  • le cooperative;
  • chi voglia avviare una nuova impresa.

Tutti i soggetti che vogliano presentare domanda devono appartenere al settore del commercio con codice Ateco che inizi per 47 (più relative sottocategorie).

Contributo a fondo perduto per il trasferimento della sede o per aprire una nuova unità locale: ecco i requisiti

Nell’ambito del bando della Regione Marche, è possibile ottenere il contributo a fondo perduto per il trasferimento della sede o dell’unità locale. Risulta ammessa anche l’apertura di una nuova unità locale nella quale si svolga l’attività di commercio. I requisiti richiesti riguardano:

  • l’iscrizione e il risultare attivi presso il Registro delle imprese;
  • essere in regola con i versamenti del diritto annuale (ci si può regolarizzare entro 10 giorni al fine di presentare la domanda);
  • non essere sottoposti a fallimento, a concordato fallimentare, a liquidazione coatta amministrativa, a concordato preventivo con effetti liquidatori o ad amministrazione straordinaria;
  • avere in regola i pagamenti inerenti gli obblighi contributivi, assicurativi e assistenziali (verso l’Inps, l’Inail e Cnce);
  • non avere in corso rapporti di fornitura con la Regione Marche per beni e servizio.

Contributi a fondo perduto: ecco cosa bisogna fare per aprire una nuova impresa

Nel caso in cui si voglia aprire una nuova impresa, per presentare richiesta dei contributi a fondo perduto della Regione Marche è necessario che il richiedente non risulti già imprenditore. Infatti, la domanda può provenire da chi risulti disoccupato o inoccupato. Non sono ammessi i percettori del reddito di cittadinanza o di altre modalità di sostegno al reddito. Tale condizione deve sussistere alla data di presentazione della domanda e devono essere mantenuti fino all’erogazione del contributo a fondo perduto.

Contributo a fondo perduto, quali sono gli interventi ammissibili per le nuove attività o per quelle esistenti?

Gli interventi ammissibili ai fini dei contributi a fondo perduto sono relativi:

  • ad avviare una nuova impresa commerciale, purché il codice Ateco inizi per 47 e si sviluppi tra le varie sottocategorie;
  • interventi per una nuova unità locale dell’impresa, al pari appartenente al settore del commercio con codice Ateco 47. In tal caso, la sede deve essere situata in uno dei borghi delle Aree interessate. Il relativo elenco delle Aree interessate è reperibile sul bando dei contributi a fondo perduto della Regione Marche.

Contributi a fondo perduto per quali spese ritenute ammissibili?

I contributi a fondo perduto della Regione Marche vanno a favore delle imprese per incentivare le attività economiche e il ripopolamento dei borghi indicati nelle Aree interessate mediante il trasferimento. Le spese ammissibili sono nell’ordine:

  • quelle di costituzione dell’impresa ovvero l’onorario notarile, le assicurazioni per i rischi;
  • le spese per acquistare le attrezzature, i beni mobili purché siano funzionali all’attività economica;
  • i costi sostenuti per le consulenze tecniche;
  • le spese per frequentare le attività formative;
  • i costi della pubblicità;
  • le spese per acquistare hardware, software, licenze e brevetti;
  • i costi sostenuti per il trasloco;
  • i costi per le certificazioni Emas Ecolabel.

Contributi a fondo perduto imprese, qual è l’entità del finanziamento alle imprese?

Le spese ammesse al contributo a fondo perduto devono essere sostenute tra il 1° dicembre 2021 e la fine di maggio del 2022. L’agevolazione del contributo a fondo perduto è pari al 70% delle spese ammissibili. Il massimo ottenibile (e anche la spesa minima da sostenere per l’avvio o per il trasferimento delle unità produttive) deve essere pari a 5 mila euro. Sono previste delle premialità se la domanda viene presentata da una persona fisica under 36 anni o da una imprenditrice donna (1000 euro in più per un contributo massimo di 6000 euro). La domanda deve essere presentata in via telematica sul sito della Regione Marche.

Contributi a fondo perduto imprese Campania: ammessi a presentare domanda anche i professionisti

Si potrà presentare domanda a partire dal 10 febbraio 2022 per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti a tasso zero per le imprese produttive della Regione Campania. Si tratta di un sostegno al tessuto produttivo delle imprese locali che andrà a favore anche dei liberi professionisti per l’acquisto di impianti, macchinari e beni intangibili. L’agevolazione prevede anche i processi di ristrutturazione e di riorganizzazione aziendale.

Contributi a fondo perduto, chi può presentare domanda per il bando della Regione Campania?

Potranno presentare domanda per i contributi a fondo perduto previsti dal bando della Regione Campania:

  • le microimprese e le piccole imprese che siano iscritte nel Registro delle imprese delle Camere di commercio competenti nel territorio. L’iscrizione deve essere stata fatta almeno 12 mesi prima alla pubblicazione del bando dei contributi nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania;
  • i liberi professionisti, titolari di partita Iva da non meno di 12 mesi a partire dalla pubblicazione del bando sul Burc.

Bando Campania per contributi a imprese e partite Iva: quali sono i requisiti?

I requisiti per poter presentare domanda al bando dei contributi a fondo perduto e ai finanziamenti devono essere posseduti alla data dell’invio della domanda stessa. In particolare, a pena di inammissibilità della domanda stessa, è necessario:

  • esercitare l’attività economica che non sia stata esclusa secondo quanto prevede il Regolamento Ue numero 1407 del 2013. Nel caso in cui l’attività dovesse essere esclusa, è necessario disporre di un sistema adeguato di separazione delle attività o di distinzione dei costi;
  • l’impresa richiedente deve avere la capacità di restituire il finanziamento;
  • il soggetto richiedente deve avere almeno un’unità locale nel territorio della Campania. Se si tratta di impresa la sede è quella dove si svolge abitualmente l’attività produttiva; per i professionisti la sede deve essere comprovata dal certificato di attribuzione della partita Iva.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti Campania: quali sono le spese ammissibili?

Le spese ammesse per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti del bando della Regione Campania riguardano:

  • gli impianti e i macchinari, nuovi di fabbrica, strettamente occorrenti al ciclo produttivo o al servizio reso dall’impresa. Sono incluse anche le macchine elettroniche e gli hardware;
  • le opere di impiantistica che consentano di migliorare l’efficienza energetica. Queste spese sono ammissibili nel limite massimo del 10% rispetto all’investimento complessivo ammissibile;
  • i servizi reali, connessi a risolvere i problemi gestionali, tecnologici, organizzativi, commerciali e produttivi. Queste spese sono ammissibili nel limite massimo del 30% rispetto all’investimento complessivo ammissibile;
  • i sistemi, le piattaforme, le applicazioni, i software e i programmi informatici;
  • le spese sostenuti per gli studi di fattibilità, per l’amministrazione, per il rilascio delle attestazioni tecniche e contabili e le garanzie a copertura di finanziamenti. Queste spese sono ammissibili nel limite massimo del 10% rispetto all’investimento complessivo ammissibile.

Quale fondo perduto e finanziamento per le imprese nel bando della Regione Campania?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti del bando alle imprese e ai professionisti della Regione Campania prevedono la copertura delle spese ammissibili del 100% mediante:

  • il 50% delle spese ammissibili a titolo di contributo a fondo perduto;
  • il restante 50% si può finanziare con il tasso zero.

Il finanziamento prevede una durata massima di sei anni. Nei primi cinque anni le rate sono da versare trimestralmente e sono posticipate a quote capitale costanti con un anno di differimento che parte dalla data di erogazione dell’anticipazione. Il tasso è pari a zero.

Contributi a fondo perduto imprese Campania: come e quando si presenta la domanda?

La domanda per i contributi a fondo perduto della Regione Campania può essere presentata a partire dal 10 febbraio 2022. La data ultima per inoltrare l’istanza è fissata al 14 marzo 2022. L’accoglimento delle domande prevede la selezione e la costituzione di una graduatoria con il punteggio assegnato sulla base dei criteri di valutazione fissati dal bando.

Contributi a fondo perduto investimenti imprese: 60% per 4 regioni del Sud

Per quattro regioni del Sud Italia i contributi a fondo perduto per gli investimenti delle imprese possono arrivare al 60%. È quanto determinato dalla Carta degli aiuti a finalità regionale che indica le aree italiane che possono essere ammesse agli aiuti su base territoriale. La carta degli aiuti fissa, inoltre, i contributi massimi ottenibili per ogni impresa beneficiaria. La distinzione avviene per imprese di piccole, medie e grandi dimensioni. Il limite si ottiene in una percentuale di costo per gli investimenti ritenuti ammissibili.

Contributi a fondo perduto per gli investimenti delle imprese: in quali regioni la spesa è coperta di più?

Le regioni che possono ottenere fino al 60% di contributi a fondo perduto sono la Puglia, la Sicilia, la Calabria e la Campania. Per altre tre regioni, il Molise, la Basilicata e la Sardegna la percentuale degli aiuti a fondo perduto può arrivare al 50%. Tutte e sette le regioni del Centro-Sud appartengono alla “Zona A”, individuata dalla Commissione europea per l’erogazione dei contributi. Con il 32% della popolazione italiana, le sette regioni rientrano tra quelle più svantaggiate in Europa, con un Prodotto interno lordo (Pil) pro capite al di sotto del 75% della media dell’Unione Europea.

Fondo perduto imprese del Centro e del Sud Italia: i riferimenti normativi

Le regioni indicate, dunque, sono ammissibili dei contributi a fondo perduto previsti dal paragrafo 3 lettera a), dell’articolo 107, del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (Tfue). La decisione della suddivisione delle regioni tra zone a maggiore impatto per gli aiuti a fondo perduto è stata decretata dalla Commissione europea con l’approvazione della Carta degli aiuti a finalità regionale a seguito della decisione C 8655 del 2 dicembre 2021. La Carta degli aiuti è entrata in vigore il 1° gennaio 2022 e determinerà gli investimenti nelle regioni fino a tutto il 2027, anno di termine del settennato.

Contributi a fondo perduto: quali sono le percentuali di aiuti alle imprese?

In relazione a quanto stabilito dalla Carta degli aiuti alle imprese, le percentuali di contributo a fondo perduto risultano le seguenti:

  • percentuale di base del 40% per la Puglia, la Campania, la Sicilia e la Calabria. La Carta prevede una maggiorazione per le piccole e medie imprese (Pmi) in relazione alla dimensione. La maggiorazione è del 10% per investimenti realizzati nelle medie imprese; e del 20% per gli investimenti relativi alle piccole imprese;
  • di base il 30% per la Sardegna, il Molise e la Basilicata, con le maggiorazioni applicate alle prime quattro regioni.

Contributi a fondo perduto in arrivo: per quali imprese?

In base al riordino della Carta degli aiuti, i contributi a fondo perduto saranno distribuiti alle imprese nelle modalità individuate dal ministero per lo Sviluppo Economico:

  • 40% andrà di contributo alle grandi imprese della Campania, della Puglia, della Calabria e della Sicilia;
  • 50% per le medie imprese delle stesse regioni;
  • 60% di contributi alle piccole imprese delle medesime regioni.

Per le imprese appartenenti alle altre regioni (Sardegna, Basilicata e Molise) ammesse agli aiuti, i contributi a fondo perduto saranno rispettivamente del 10% in meno rispetto alle imprese delle prime quattro regioni. Pertanto, il 50% alle piccole imprese, il 40% alle medie imprese e il 30% alle grandi imprese.

Contributi a fondo perduto per le imprese: quali aiuti alle imprese del Centro e del Nord Italia?

Per le altre regioni del Centro e del Nord Italia non vi sono ancora aggiornamenti sui contributi a fondo perduto delle imprese. In particolare, le aree interessate attendono la modifica della Carta degli aiuti. Si prospettano, in ogni modo, percentuali più basse rispetto alle regioni del Centro e del Sud Italia ammesse nella Zona A. Le percentuali saranno comunque più elevate rispetto alle aree non ammesse ai contributi a fondo perduto.

Bonus turismo, 2 contributi a fondo perduto e finanziamenti: come si presenta la domanda

Sono 2 i bonus per le imprese che operano nel turismo, oltre a quelli dedicati alle agenzie di viaggi e ai tour operator. Si tratta di contributi a fondo perduto, di crediti di imposta e di finanziamenti agevolati le cui domande potranno essere presentate a partire dal 21 febbraio 2021. Interessate ai bonus sono le imprese che operano nel turismo, dalle imprese alberghiere a quelle ricreative e fieristiche, alle imprese congressuali.

Contributi a fondo perduto imprese alberghiere e turismo: ecco chi può presentare domanda

Un contributo a fondo perduto con credito di imposta e finanziamento agevolato è previsto per le imprese alberghiere, per quelle del comparto turistico, ricreativo, congressuale e fieristico dal decreto legge numero 152 del 2021. Fanno parte dei soggetti beneficiari del beneficio fiscale anche i parchi faunistici e acquatici, i complessi termali, i porti turistici e gli stabilimenti balneari. Il decreto ha trovato attuazione nell’avviso pubblico del 23 dicembre 2021, pubblicato sul sito del ministero del Turismo.

Quali sono i requisiti richiesti per il bonus turismo?

All’articolo 1 del decreto 152, i requisiti soggettivi richiesti per la presentazione della domanda dei contributi riguardano le imprese in attività, iscritte al Registro imprese da mantenere per cinque anni successivi all’elargizione del beneficio fiscale. Inoltre è richiesta la regolarità del Documento unico di regolarità contributiva (Durc), oltre alla regolarità fiscale e dell’antimafia.

Contributi a fondo perduto e crediti di imposta nel turismo: quali sono gli interventi ammissibili?

Gli interventi ammissibili per richiedere il bonus turismo, i crediti di imposta e i contributi a fondo perduto riguardano:

  • l’efficienza energetica;
  • l’eliminazione delle barriere architettoniche;
  • gli interventi edilizi;
  • la costruzione di piscine termali;
  • la riqualificazione antisismica;
  • la digitalizzazione delle imprese turistiche;
  • l’acquisto di mobili e di arredi secondo quanto prevede l’articolo 4 dell’avviso pubblico del ministero del Turismo.

Non rientrano tra gli interventi, invece, quelli relativi all’installazione degli impianti fotovoltaici.

Bonus turismo, elenco delle spese ammissibili: dove si può trovare?

Le spese ammissibili ai contributi a fondo perduto del bonus turismo si possono trovare, in elenco, sul sito del ministero del Turismo. La pubblicazione avviene entro i 60 giorni successivi all’emanazione dell’avviso pubblico. Inoltre, le spese ammissibili sono quelle sostenute dal 7 novembre 2021 al 31 dicembre 2024. L’inizio dell’intervento agevolato oggetto di richiesta dei contributi a fondo perduto deve avvenire entro sei mesi dalla pubblicazione dell’elenco degli ammessi ai finanziamenti. La fine dell’intervento deve avvenire entro 24 mesi dalla pubblicazione dell’elenco dei beneficiari con una proroga massima di sei mesi. Il tutto comunque entro la fine del 2024.

Crediti di imposta e bonus turismo: in cosa consiste l’agevolazione fiscale?

Per quanto attiene al tipo di agevolazione fiscale sugli interventi delle imprese operanti nel settore del turismo, è previsto un credito di imposta dell’80% da calcolare sulle spese ammissibili e un contributo a fondo perduto che può arrivare al 50%. Se si opta per il credito di imposta, è necessario utilizzarlo solo in compensazione dall’esercizio susseguente a quello dell’intervento. Il termine per utilizzare il credito di imposta è il 31 dicembre 2025. Inoltre, il credito di imposta può essere ceduto a terzi. Infine è previsto un finanziamento a tasso agevolato. La dote complessiva dell’agevolazione a favore delle imprese del turismo è pari a 500 milioni di euro.

Bonus turismo, quando si può presentare la domanda?

La domanda per il bonus turismo può essere presentata entro 30 giorni dall’apertura della piattaforma on line. La data prevista è quella del 21 febbraio 2022. L’attribuzione del beneficio fiscale avviene a seconda dell’ordine cronologico di presentazione delle istanze. L’elenco dei beneficiari del bonus turismo avviene entro 60 giorni dalla scadenza per la presentazione delle domande. L’erogazione dell’incentivo avviene secondo l’ordine cronologico di comunicazione della conclusione dell’intervento.

Contributi diretti spesa e bonus per riqualificazione energetica e innovazione digitale turismo

Il secondo bonus con contributi diretto della spesa e finanziamenti agevolati è quello previsto dall’articolo 3 del decreto legge numero 152 del 2021. Si tratta di agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica e l’innovazione digitale delle imprese del turismo. La norma ha avuto attuazione con il decreto ministeriale del Tesoro del 28 dicembre 2021, reperibile sul sito istituzionale. Si tratta di un bonus per i soggetti operanti nel turismo e in attività. Serve l’iscrizione al Registro delle imprese. Inoltre è necessario gestire un’attività ricettiva o di servizio turistico in immobili. I requisiti sono reperibili sul decreto ministeriale all’articolo 4.

Quali sono le spese ammissibili e le agevolazioni?

Le spese ammissibili dei contributi diretti sulle spese e del bonus riqualificazione energetica e innovazione digitale del turismo sono reperibili nell’articolo 6 del decreto ministeriale. Si tratta di cinque tipologie di spese e di investimenti. I contributi diretti raggiungono fino al 35% delle spese ammissibili in relazione alla dimensione dell’impresa. Sono previsti dei finanziamenti agevolati. Le spese devono essere sostenute entro il 31 dicembre 2025.

Bonus per le imprese del turismo, quali sono i documenti da presentare?

In tutto devono essere presentati 29 documenti nelle domande del bonus per le imprese operanti nel settore del turismo. I primi 9 documenti sono relativi alla parte anagrafica e, pertanto, alla sezione delle informazioni sul soggetto richiedente e su quelli del legale rappresentante. I successivi 7 documenti sono inerenti alla sezione degli interventi da realizzare per ottenere il bonus turismo. Rientrano nei documenti la descrizione dettagliata del progetto di investimento e le occorrenti autorizzazioni come Cilas, Cila, Scia e Dia. L’ultima sezione dei documenti ne individua 13. Tra questi, particolare importanze è l’asseverazione del tecnico abilitato per la congruenza dei costi massimi unitari. Il tecnico deve accertare anche le date di inizio e di termine dei lavori. Inoltre, il tecnico deve attestare anche la compatibilità degli interventi in merito al regolamento Ue numero 852 del 2020.