Simest: dal 28 ottobre presentazione domanda per il fondo perduto delle PMI digitali, green e di e-commerce

Si potranno presentare a partire dal 28 ottobre 2021, dalle ore 9:30, le domande per il Fondo Simest. Si tratta di un finanziamento a fondo perduto dagli importi variabili a favore delle imprese, in particolare delle piccole e medie imprese (Pmi), che operano nella transizione digitale, nel green, nell’e-commerce e nelle fiere.

Quante sono le risorse del Fondo Simest?

In totale, sono 480 i milioni di euro della dotazione del Fondo Simest. Alle piccole e medie imprese del Sud Italia è riservata una quota delle risorse pari al 40% della dotazione totale del fondo stesso.

Quali progetti possono essere finanziati dal Simest?

I progetti che il Simest finanzierà alle imprese che presenteranno domanda sono quelli sostenibili con l’ambiente. L’importo massimo che i progetti potranno ricevere è fissato in:

  • 300 mila euro per i progetti di transizione digitale o green;
  • altrettanti per progetti legati all’e-commerce;
  • 150 mila euro per progetti inerenti la partecipazione alle fiere.

Qual è la quota del fondo perduto per i progetti del Simest?

Le piccole e medie imprese che hanno residenza da almeno 6 mesi in una regione del Sud Italia potranno arrivare a chiedere una quota di cofinanziamento per il proprio progetto pari al 40%. Per le imprese del Centro e del Nord Italia la quota di cofinanziamento scende al 25%.

Finanziamento a tasso agevolato Simest

Nello stesso bando si fa riferimento anche alla possibilità per le piccole e medie imprese di poter richiedere un finanziamento a tasso agevolato. Il finanziamento stesso può coprire fino al 100% della spesa del progetto, senza necessità di coperture di garanzia. La durata del finanziamento è diversa a seconda del tipo di intervento.

Simest, da quando si può presentare la domanda?

La domanda per il finanziamento Simest si può presentare a partire dal 28 ottobre 2021, con avvio della piattaforma alle ore 9:30. Ciascuna piccola o media impresa può presentare istanza per uno solo degli ambiti di intervento del fondo perduto Simest. Tuttavia, è offerta alle imprese anche la possibilità di procedere con la predisposizione della domanda già a partire dal 21 ottobre prossimo per poi confermare l’invio dal 28 ottobre.

Finanziamenti Simest transizione verde e digitale

Tra i vincoli della concessione dei finanziamenti Simest è richiesto alle piccole e medie imprese che concorrano per la parte relativa alla transizione verde e digitale che l’importo concedibile sul progetto presentato (sul massimo dei 300 mila euro) sia corrispondente ad almeno il 25% dei ricavi medi degli ultimi due bilanci approvati e depositati. Per questo tipo di intervento, il finanziamento arriva a sei anni, dei quali due di pre-ammortamento.

Vincoli transizione verde e digitale

Per i finanziamenti che hanno come obiettivo la transizione verde e digitale è necessario che le piccole e medie imprese siano costituite nella forma di società di capitali. Inoltre il fatturato relativo all’export deve essere di almeno il 10% nell’ultimo anno oppure del 20% nel corso dell’ultimo biennio.

Fondo perduto Simest per e-commerce

Per le Pmi che abbiano come attività quella dell’e-commerce e dello sviluppo del mercato in Paesi esteri, i progetti sono finanziabili fino a 300 mila euro. La quota di finanziamento non può eccedere il 15% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi 2 bilanci approvati e depositati dall’impresa. Il finanziamento si riduce al massimo a 200 mila euro per lo sviluppo di una piattaforma di terzi. Anche per questo tipo di finanziamento non è possibile eccedere il 15% dei ricavi medi degli ultimi due bilanci. L’investimento minimo deve essere di 10 mila euro e la durata del finanziamento è fissata in 4 anni, dei quali uno di pre-ammortamento.

Pmi che partecipano a fiere nel finanziamento Simest

Diverse le modalità del fondo perduto per le imprese che operano in fiere e mostre internazionali, che possono svolgersi anche in Italia. Il finanziamento, in questo caso, deve essere destinato per minimo il 30% alle spese digitali connesse al progetto. Il limite non si applica nel caso in cui l’evento internazionale abbia ad oggetto argomenti legati al green o al digitale. L’importo massimo finanziabile è pari a 150 mila euro e non può superare il 15% dei ricavi dell’ultimo bilancio. Il finanziamento può durare al massimo 4 anni e uno deve risultare di pre-ammortamento.

Fondo perduto, al via le risorse per il ristoro di società e associazioni dilettantistiche sportive

Al via le risorse per il fondo perduto a favore delle associazioni e delle società dilettantistiche. Sono stati sbloccati, infatti, 90 dei 190 milioni di euro che erano stati stanziati per gli sport dilettantistici. Il ristoro riguarda i canoni di locazione e le concessioni degli impianti e delle strutture.

Decreto per il ristoro delle associazioni e delle società dilettantistiche

La disciplina per il fondo perduto a favore delle associazioni e società dilettantistiche si ritrova nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 settembre 2021 e nel comma 7 dell’articolo 10 del decreto legge numero 73 del 2021. In particolare, il Dpcm dispone le modalità e i criteri per accedere al fondo perduto.

Fondo perduto per il sostegno delle associazioni e società sportive dilettantistiche

Il fondo perduto, nel dettaglio, è stato previsto dal comma 5 dell’articolo 10 del decreto legge numero 73 del 2021. L’articolo recita: “Per far fronte alla crisi economica determinatasi in ragione delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, la dotazione del Fondo unico per il sostegno delle associazioni sportive e società  sportive dilettantistiche, istituito ai sensi dell’articolo 3 del decreto legge 28 ottobre 2020, numero 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, numero 176, è incrementata di 180 milioni di euro per l’anno 2021”.

Associazioni e società sportive che hanno dovuto sospendere attività per Covid

Il decreto del 20 settembre 2021 fissa invece i criteri secondo i quali le domande di fondo perduto possono essere presentate dalle associazioni e dalle società dilettantistiche. Ad oggi è disponibile la quota dei 90 milioni di euro, poco meno della metà della dotazione di 190 milioni delle risorse messe a disposizione. Nel dettaglio, rientrano nelle condizioni di poter richiedere il fondo perduto le associazioni sportive dilettantistiche (ASD) e le società sportive dilettantistiche (SSD) che abbiano dovuto sospendere le proprie attività sportive in conseguenza delle restrizioni per il coronavirus.

Quali società sportive dilettantistiche possono accedere al fondo perduto?

Le società e associazioni sportive che possono accedere al fondo perduto sono quelle che, alla data del 31 gennaio 2021, erano iscritte al Registro del Coni o al Comitato Italiano paralimpico (Cip). Devono essere, inoltre, affiliate a un organismo sportivo riconosciuto dal Coni. Si tratta, dunque, di organismi come la Federazione sportiva nazionale, la Disciplina sportiva associata o l’Ente di promozione sportiva.

Requisiti per accedere al fondo perduto delle società dilettantistiche

Tra i requisiti di ammissione al fondo perduto delle società sportive dilettantistiche si ritrovano anche:

  • risultare titolari di un contratto o di più contratti di locazione o di concessione di immobili con destinazione prevalentemente sportiva;
  • essere in regola con le autorizzazione comunali per poter svolgere le attività;
  • avere almeno un istruttore o un tecnico qualificato dagli organismi sportivi abilitati.

Fondo perduto per chi ha già fruito di aiuti da parte dello Stato

Le società e associazioni sportive dilettantistiche che hanno già fruito di risorse a fondo perduto derivanti dal Dipartimento dello sport nel corso del 2021 avranno una corsia preferenziale nell’assegnazione dei fondi dei primi 90 milioni di euro sui 190 stanziati. Infatti, queste associazioni non dovranno presentare nuovamente la domanda. Nuovi beneficiari, invece, potranno presentare domanda nel caso in cui risultino residuali risorse non assegnate alle associazioni già beneficiarie. In tal caso, le nuove società sportive devono attendere l’emanazione di un avviso pubblico.

Bonus antiplastica in arrivo: contributo fino a 5mila euro per chi vende prodotti sfusi

È in arrivo il bonus antiplatica, il contributo che può arrivare fino a 5 mila euro  a favore degli esercenti che vendono prodotti sfusi. Il bonus, in particolare, andrà ai venditori che evitano il packaging. Per l’attivazione del contributo si attende l’attivazione della piattaforma per la presentazione delle domande sul sito del ministero della Transizione ecologica.

Bonus antiplastica, arrivato il decreto che contiene il contributo per ambiente e clima

Il bonus antiplastica è contenuto nel decreto attuativo adottato dal governo per incentivare gli esercenti a non utilizzare la plastica. Già previsto dal decreto sul clima del 14 ottobre 2019, il contributo assicurerà un incentivo al ritorno delle vendite senza packaging. Il provvedimento è stato firmato dal ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e dal ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. L’obiettivo è quello di ridurre la produzione dei rifiuti in plastica, in linea con le esigenze di contrasto all’inquinamento e al cambiamento climatico.

Quanto si può avere con il contributo antiplastica?

Si tratta di un contributo a fondo perduto il cui importo può arrivare fino a 5 mila euro per spese di adeguamento dell’esercizio alla vendita di prodotti sfusi, senza packaging, o anche per un ritorno al sistema della cauzione sui contenitori. Le risorse stanziate sono pari a 40 milioni di euro, derivanti dagli stanziamenti del decreto legge “Clima” di 20 milioni per il 2020 e di altrettanti per il 2021. Non è possibile presentare domanda per questo contributo se già si è presentata istanza per altri contributi riguardanti le stesse voci di spesa.

Modalità di vendita per usufruire del bonus antiplastica

Le previsioni sulla platea del bonus antiplastica indicano nei piccoli esercizi di vicinato i più propensi a presentare domanda. Ma il contributo non esclude la media e la grande distribuzione. Nel dettaglio, i prodotti che determinano una vendita e consumo di materie plastiche riguardano biscotti e olio, per il settore alimentare, ma anche i saponi e i detersivi. Proprio per un ritorno vintage senza packaging, il venditore dovrà evitare di vendere i prodotti in contenitori monouso. Potrà, però, utilizzare il sistema della cauzione.

Contributo antiplastica, predisposizione di spazi di vendita di prodotti sfusi

In linea generale, dunque, piccoli e grandi venditori, secondo quanto prevede il decreto, dovranno predisporre “spazi dedicati alla vendita ai consumatori di prodotti alimentari e detergenti, sfusi o alla spina, o aprire nuovi negozi che prevedano esclusivamente la vendita di prodotti sfusi”. Si tratterà di un incentivo per tornare alla vendita con sistemi di qualche decennio fa. Lo svolgimento dell’attività di vendita deve avere un periodo minimo di 3 anni se non si voglia perdere il bonus.

Su cosa è possibile richiedere il bonus antiplastica? Le spese ammissibili

Per ottenere il contributo fino a 5 mila euro nella domanda dovranno essere indicate le spese ammissibili. Queste riguardano:

  • l’adeguamento dei locali;
  • la progettazione e la realizzazione dei punti vendita oppure di spazi dedicati;
  • l’acquisto di attrezzature che favoriscano la vendita di prodotti sfusi;
  • l’arredamento e l’allestimento del punto vendita o anche solo dello spazio dedicato;
  • le spese di pubblicità a favore dell’iniziativa.

Quali sono le spese sulle quali si può richiedere il contributo antiplastica?

Le spese devono riferirsi al 2021 ma possono essere rimborsare anche quelle sostenute nel 2020. Sono escluse, invece, le spese relative all’acquisto o all’igienizzazione dei contenitori o dei prodotti alimentari o dei detergenti che sono stati venduti.

Come si presenta domanda per il bonus antiplastica?

Sarà possibile presentare domanda per il bonus antiplastica non appena il ministero per la Transizione ecologica metterà a punto la relativa piattaforma internet. Per le spese inerenti l’anno 2020, il contribuente avrà 60 giorni per presentare domanda dalla data di attivazione della piattaforma stessa. Per le spese relative al 2021, invece, c’è tempo per presentare domanda fino al 30 aprile 2022. Entro 90 giorni dalla presentazione dell’istanza, sarà comunicata al contribuente l’accettazione o meno della domanda stessa. In caso di esito positivo, verrà specificato anche l’importo spettante in relazione alle spese sostenute.

 

Contributi a fondo perduto perequativo: i requisiti

Con la circolare 227357 del 4 settembre 2021 l’Agenzia delle entrate ha individuato gli specifici campi delle dichiarazione dei redditi per poter determinare gli ammontari dei risultati di esercizio. I periodi delle dichiarazione dei redditi sono inerenti ai periodi di imposta al 31 dicembre 2019 e al 31 dicembre 2020. I dati sono necessari per il riconoscimento dei contributi a fondo perduto perequativo.

Contributi a fondo perequativo: i riferimenti del decreto Sostegni bis

Nella circolare dell’Agenzia delle entrate si fa riferimento ai contributi a fondo perduto a favore degli operatori economici colpiti dall’emergenza epidemiologica da Covid-19. In particolare, i contributi a fondo perduto sono quelli inerenti ai commi dal 16 al 27 dell’articolo 1 del decreto legge numero 73 del 25 maggio 2021 (decreto “Sostegni bis“). Il decreto è stato poi convertito dalla legge numero 106 del 23 luglio 2021.

I requisiti richiesti dal Sostegni bis per richiedere i contributi a fondo perduto

Nel dettaglio, l’erogazione dei contributi a fondo perduto sono a favore degli esercenti attività di impresa, arte o professione o produttori di reddito agrario. Tra i requisiti è richiesto il possesso della partita Iva e la residenza o stabilità nel territorio dello Stato. In merito a quanto richiede il decreto sui periodi di imposta, è necessario che nel periodo precedente al periodo in vigore del decreto “Sostegni bis” (il 2020) l’impresa richiedente non abbia conseguito un ammontare di compensi o di ricavi superiore ai 10 milioni di euro.

Il requisito del peggioramento del risultato economico d’esercizio

L’individuazione degli specifici campi delle dichiarazioni dei redditi serve a determinare il peggioramento del risultato economico d’esercizio per l’emergenza sanitaria. In particolare, il peggioramento deve essere relativo “al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2020 rispetto a quello inerente al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2019, in misura pari o superiore alla percentuale definita con decreto dal ministero dell’Economia e delle Finanze”. Tale percentuale è ancora in corso di definizione e verrà adottata con decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze.

Allegato ‘A’ dei campi delle dichiarazione dei redditi della circolare Agenzia entrate 227357 del 4 settembre 2021

I campi delle dichiarazioni dei redditi indispensabili per determinare gli ammontari dei risultati economici d’esercizio ai fini del riconoscimento del contributo a fondo perduto perequativi si trovano nell’allegato “A” della circolare numero 227357 del 4 settembre 2021. In particolare, per il reddito agricolo si fa riferimento, sia per il 2019 che per il 2020, al reddito agrario imponibile del modello 730. Il dettaglio dei puntamenti si ritrova nell’allegato A.

Contributi a fondo perduto perequativo per le persone fisiche

Per quanto concerne le dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche è necessario distinguere la tipologia di reddito. Nel dettaglio:

  • per il reddito agrario è necessario far riferimento al reddito agrario imponibile sia nell’anno di imposta del 2019 che del 2020;
  • analogamente per le persone fisiche in contabilità ordinaria e contabilità semplificata, per i due anni, si fa riferimento al reddito d’impresa analitico al lordo delle perdite;
  • sui redditi dei lavoratori autonomi vige la differenza, ovvero il reddito di lavoro autonomo analitico al lordo delle perdite;
  • per le attività di lavoro autonomo e di impresa in regime di vantaggio o forfettari ad aliquota sostitutiva si considera il reddito al lordo delle perdite;
  • sul reddito di allevamento di animali, di produzione di vegetali e di attività agricole connesse si prende in esame il reddito d’impresa forfettario al lordo delle perdite.

Società di persone, i redditi da considerare per ottenere il fondo perduto perequativo

Per le società di persone che vogliano beneficiare dei contributi a fondo perduto per le perdite subite a causa del coronavirus, si distinguono:

  • le società a contabilità ordinaria, semplificata e in regime di Tonnage tax per le quali si considera il reddito d’impresa al lordo delle perdite per il 2019 e 2020;
  • per le attività di lavoro autonomo il reddito analitico;
  • sugli allevamenti di animali, produzione di vegetali e attività agricole connesse il reddito d’impresa forfettario al lordo delle perdite;
  • sulle società agrarie il reddito agrario imponibile.

Dichiarazione dei redditi Enti non commerciali ai fini del fondo perduto perequativo

I redditi degli enti non commerciali ai fini della richiesta degli aiuti a fondo perduto riguardano per il 2019 e 2020:

  • il reddito degli enti a contabilità ordinaria, semplificata e contabilità pubblica va preso al lordo delle perdite;
  • nel caso di lavoro autonomo si considera il reddito analitico al lordo delle perdite;
  • per gli enti che hanno reddito da allevamenti di animali o da produzione di vegetali e attività agricole connesse si fa riferimento al reddito di impresa forfettario al lordo delle perdite;
  • dei redditi agrari degli enti non commerciali si prende il reddito imponibile.

Richiesta contributi a fondo perduto per le società di capitali

Per la richiesta dei contributi a fondo perduto delle società di capitali, i redditi da considerare per il 2019 e 2002 sono:

  • nel caso di reddito di impresa, si considera l’analitico al lordo delle perdite;
  • le società sportive dilettantistiche devono considerare il reddito forfettario al lordo delle perdite;
  • per il regime di Tonnage tax si considera il reddito d’impresa forfettario al lordo delle perdite.

Fondo perduto: i contributi Covid vanno riportati nel quadro RS senza l’importo

I contributi ottenuti dallo Stato tramite l’Agenzia delle entrate per l’emergenza Covid come fondo perduto devono essere riportati nel quadro RS senza indicarne il relativo importo. Pertanto, la compilazione del prospetto “aiuti di Stato” del modello Redditi, ai righi RS 401 e RS 402 necessitano dei chiarimenti per non incorrere in errori.

Redditi dei professionisti e delle imprese: come vanno indicati gli ‘aiuti di Stato’ per Covid?

Le imprese e i professionisti, nei quadri della determinazione del reddito, possono anche non indicare i contributi ricevuti senza incorrere in sanzioni. Fanno eccezione i contribuenti in contabilità ordinaria che devono procedere con l’opportuna iscrizione nel quadro RF. L’iscrizione deve avvenire con apposita variazione in diminuzione per sterilizzare i proventi derivanti proprio dagli aiuti di Stato a bilancio.

Indicazione dei contributi a fondo perduto nel quadro RS del modello Unico 2021

Sui contributi a fondo perduto erogati dall’Agenzia delle entrate durante l’emergenza sanitaria, non si compilano i campi relativi agli importi. Sarà la stessa Agenzia delle entrate a recuperare le informazioni dai bonifici accreditati.  In questo caso, i codici del rigo RS 401 del modello Unico 2021 sono il 20, il 22, il 23, il 27 e il 28.

Modello Redditi, come si compila il rigo RS 401 per i contributi ricevuti durante l’emergenza Covid?

Inoltre, il codice 24 del rigo RS 401 e il codice 8 del rigo IS 201 del modello Irap sono diventati inutili ai sensi di quanto prevede l’articolo 1 bis del decreto legge numero 73 del 2021. Per quanto riguarda il quadro RS, le istruzioni richiedono l’indicazione dei contributi a fondo perduto ricevuti. Diversamente, le Faq ritengono che la compilazione debba avvenire “per cassa”. Di conseguenza, si ritiene che entrambe le interpretazioni siano valide, senza incorrere in conseguenze.

Contributi a fondo perduto erogati dall’Inps, come vanno dichiarati?

Durante la pandemia vari contributi a fondo perduto sono stati erogati sia dall’Inps che dalle Casse di previdenza. Per questi aiuti non è necessario riportarli nemmeno nel quadro RS. Lo stesso principio deve essere adottato per gli aiuti di natura non fiscale: rientrano in questa categoria gli sgravi contri e le garanzie sui finanziamenti.

Crediti di imposta Covid, indicazioni sui quadri RU e RE

I crediti di imposta erogati durante l’emergenza Covid, devono essere riportati in diversi quadri:

  • nel quadro RU;
  • in quello RF in decremento dal reddito;
  • nel quadro RS con l’indicazione dell’importo ricevuto;
  • in quello RS o nel quadro IQ se riferito all’Irap.

Non devono invece essere indicati i bonus sanificazione e quelli riguardanti “botteghe e negozi” previsti dal decreto legge “Cura Italia”. Entrambi, infatti, non riguardano il Quadro temporaneo.

Detassazione dei contributi a fondo perduto: cosa dice il decreto legge 137 del 2020

Infine, è necessario ricordare che gli aiuti a fondo perduto beneficiano della detassazione, ancorché generalizzata. La detassazione fa capo all’articolo 10 bis del decreto legge numero 137 del 2020 in tema di “Detassazione di contributi, di indennità e di ogni altra misura a favore di imprese e lavoratori autonomi, relativi all’emergenza Covid-19” in vigore dal 25 luglio 2021.

Detassazione dei contributi e delle indennità a fondo perduto

Nel dettaglio, la norma specifica che “I contributi e le indennità di qualsiasi natura erogati in via eccezionale a seguito dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 e diversi da quelli esistenti prima della medesima emergenza, da chiunque erogati e indipendentemente dalle modalità di fruizione e contabilizzazione, spettanti ai soggetti esercenti impresa, arte o professione, nonché ai lavoratori autonomi, non concorrono alla formazione del reddito imponibile ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP)”. Inoltre, “non rilevano ai fini del rapporto di cui agli articoli 61 e 109, comma 5, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, numero 917”.

 

 

Contributi emergenza Covid: quadro RF per contabilità ordinaria e RG per contabilità semplificata

I contributi per la pandemia passano dai quadri RF e RG della dichiarazione dei redditi 2021. Anche se non imponibili, dunque, i contributi che le imprese e i lavoratori autonomi hanno ricevuto per l’emergenza sanitaria nell’anno 2020 vanno riportati nei due quadri della dichiarazione dei redditi. Le erogazioni legate all’emergenza Covid non generano, tuttavia, reddito imponibile anche quando la legge non le detassa in modo esplicito.

Riportare gli aiuti ricevuti nei quadri RF e RG per finalità informative

Nel caso del quadro RF legato agli aiuti alle imprese per l’emergenza Covid l’iscrizione serve a evitare proprio l’imposizione. Nel caso, invece, del quadro RG della dichiarazione dei redditi serve solo a titolo informativo o segnaletico. L’utilizzo dei due quadri deriva dalla risposta del ministero dell’Economia e delle Finanze alla  commissione Finanze della Camera durante il question time del 23 giugno 2021.

Dichiarazione redditi 2021: il chiarimento del ministero dell’Economia

Nella risposta al question time, il ministero dell’Economia ha chiarito che l’indicazione dei contributi Covid ricevuti devono essere inseriti nei quadri per la necessità di evitare che gli aiuti possano essere assoggettati a tassazione. L’indicazione dei contributi ricevuti nei quadri RF e RG, in realtà, hanno diversa destinazione: solo il quadro RF potrebbe presentare il rischio della tassazione, mentre nei quadri RG, ma anche RE, LM, questo problema non sussiste.

Il quadro RF della dichiarazione dei redditi

Nel dettaglio del quadro RF relativo ai soggetti in contabilità ordinaria, il rigo RF 55 relativo alle variazioni in diminuzioni nel 2021 ha due nuovi codici:

  • codice 83 per gli aiuti a fondo perduto previsti dai decreti “Rilancio”, “Agosto” e “Ristori”;
  • codice 84 per l’ammontare delle varie indennità di qualsiasi natura che non concorrono alla formazione del reddito.

I contributi del codice 84 sono stati erogati eccezionalmente per l’emergenza coronavirus e sono diversi dagli aiuti esistenti prima, indipendentemente da chi li ha erogati e dalla modalità di utilizzo e contabilizzazione.

Aiuti Covid alle imprese, cosa dice l’articolo 10 bis del Dl 137 del 2020 sulla detassazione

L’interpretazione della detassazione degli aiuti Covid deriva, altresì, proprio dall’articolo 10 bis del decreto legge numero 137 del 2020. L’articolo sulla detassazione dei contributi, delle indennità e di ogni altra misura in conseguenza dell’emergenza coronavirus, specifica che:

  • i contributi e le indennità di qualsiasi natura erogati in via eccezionale a seguito dell’emergenza Covid-19 non concorrono alla formazione del reddito imponibile ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione per l’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap);
  • tale detassazione spetta ai soggetti esercenti impresa, arte o professione, e ai lavoratori autonomi.

La specifica del Dl 137  si è resa necessaria mancando espressamente una normativa sulla detassazione degli aiuti eccezionali per via del Covid. Proprio in virtù del vuoto legislativo, gli aiuti si ritenevano soggette a imposte sui redditi ed Irap.

Come ottenere la detassazione degli aiuti Covid nella dichiarazione dei redditi 2021

Per ottenere la detassazione dei contributi ottenuti per l’emergenza Covid, le imprese dovranno apportare, in sede di dichiarazione dei redditi 2021, una corrispondente variazione in diminuzione. Per tale variazione, dovranno essere utilizzati i codici 83 e 84, ai quali seguirà l’indicazione a quadro RS.

Quadro RG per la contabilità semplificata sugli aiuti statali Covid

Il quadro RG relativo ai soggetti a contabilità semplificata presenta delle divergenze. Proprio il regime di contabilità semplificata fa in modo che i contribuenti non debbano riportare nei registri Iva l’incasso del contributo. Pertanto, i contributi a fondo perduto dovranno essere simultaneamente indicati nel seguente modo:

  • nel rigo RG 10, corrispondente ad “Altri componenti positivi” è da indicare il codice 27;
  • nel RG 22 riportante “Altri componenti negativi”, si riporta il codice 47.

Pertanto, le istruzioni prevedono l’indicazione delle somme, sia in aumento che in diminuzione, del reddito imponibile.

Quadro RG dichiarazione redditi degli autonomi: altri aiuti diversi dal fondo perduto

Per gli altri aiuti erogati a soggetti in contabilità semplificata diversi dai contributi a fondo perduto si applicano altri codici. In particolare i codici da utilizzare sono il 28 e il 48. Uno dei casi di aiuti non a fondo perduto riguarda, ad esempio, il credito d’imposta sulle locazioni.

Omessa indicazione degli aiuti ricevuti per Covid nella dichiarazione dei redditi

L’indicazione dei codici, in ogni modo, non va a incidere sull’imponibile e, pertanto, sull’imposta. Dunque, la non indicazione degli aiuti stessi nei quadri corrispondenti non dovrebbe portare a delle sanzioni, come spiegato dallo stesso ministero dell’Economia nel question time di fine giugno.

Agevolazioni alle pmi di Macerata che assumono giovani

Per agevolare le assunzioni di giovani, la Camera di Commercio di Macerata ha aperto il bando PMI: Innovazione e Occupazione edizione 2012.

Questa iniziativa prevede un finanziamento a fondo perduto di 20.000 euro lordi che andrà a otto imprese della provincia che assumeranno un giovane tecnico a tempi indeterminato e realizzeranno con lui un progetto innovativo.

Possono presentare le domande solo le pmi che hanno i seguenti requisiti:

  • iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Macerata ed in regola con il pagamento del diritto annuale;
  • attive e non abbiano in corso nessuna procedura concorsuale, né essere in stato di liquidazione o scioglimento;
  • sede legale od operativa nel territorio della Provincia di Macerata;
  • in regola con l’applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore di appartenenza;
  • rispettino gli obblighi della normativa sul diritto al lavoro dei disabili;
  • risultino rispettare gli obblighi derivanti dalla normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro;
  • in regola con il versamento degli obblighi contributivi ed assicurativi di legge;
  • non abbiano subito protesti negli ultimi due anni;
  • non abbiano effettuato, a partire da sei mesi antecedenti la data di pubblicazione del bando, licenziamenti di lavoratori con contratto a tempo indeterminato, per ragioni diverse dalla giusta causa o dal giustificato motivo soggettivo, nei reparti produttivi interessati all’assunzione in oggetto o per la stessa qualifica professionale;
  • il legale rappresentante non sia sottoposto/a ad alcuna misura di prevenzione e non sia a conoscenza dell’esistenza, a proprio carico, di procedimenti in corso.

L’intervento finanziabile deve riguardare almeno una di queste attività:

  • Ricerca industriale o applicata;
  • Sviluppo sperimentale o pre-competitivo;
  • Innovazione di prodotto;
  • Innovazione di processo;
  • Innovazione organizzativa;
  • Innovazione di marketing o commerciale.

Ad essere assunto dovrà essere un giovane di età tra i 18 e i 38 anni, che parteciperà attivamente e in prima persona alla realizzazione del progetto. Il neo assunto deve avere un titolo di istruzione secondaria superiore, oltre ad essere inoccupato, disoccupato o occupato con contratto di lavoro atipico.

Le domande possono essere presentate entro il 7 novembre, trasmesse tramite PEC (Posta Elettronica Certificata), all’indirizzo di Posta Elettronica Certificata dell’ente: ciaa.macerata@mc.legalmail.camcom.it,
oppure a mano o a mezzo posta con raccomandata A/R a:
Ufficio Protocollo
Camera di Commercio di Macerata
Via Tommaso Lauri, 7
62100 Macerata

Per ulteriori informazioni, è possibile consultare il bando.

Vera MORETTI

Imprese e internet: il bando sta per scadere

E’ in scadenza il bando che eroga incentivi er investimenti nel settore dell’informatica e della comunicazione delle imprese di Milano e provincia.
Si possono presentare richieste di finanziamento per:

1) prodotti e/o servizi per la gestione dei processi interni all’impresa, basati sull’utilizzo innovativo di Reti Digitali;

2) soluzioni e servizi di relazione con fornitori e clienti, marketing e gestione della comunicazione aziendale che si basino sull’interazione e la collaborazione attraverso Internet;

3) tecnologie informatiche che consentano di supportare i processi che coinvolgono partner esterni, secondo il modello dell’Extended Enterprise;

4) tecnologie digitali avanzate a supporto dei processi produttivi caratteristici dell’azienda (linee di produzione, software di modellazione 3D).

Il contributo è a fondo perduto e copre il 50% delle spese per l’acquisto di beni e servizi fino ad un massimo di 30.000 euro.

Le domande potranno essere presentate fino al 28 luglio esclusivamente on line.
Rif.: link Camera di Commercio di Milano.

La finanza agevolata: un concreto aiuto alle imprese

Da oggi Infoiva ospita sulle proprie pagine i contributi del dott. Giovanni De Lorenzi, Dottore Commercialista e Revisore dei Conti in Padova. Il dott. De Lorenzi darà il suo prezioso contribuito aiutando i nostri lettori a muoversi nel mondo della finanza agevolata.

Fino a poco tempo fa, molti titolari di imprese di piccole e medie dimensioni rispondevano con un “No, grazie” alla richiesta di partecipare a un bando di finanza agevolata. La finanza agevolata veniva vista, infatti, come l’ennesimo adempimento burocratico che portava solo a perdite di tempo e di denaro.

Oggi le cose sono cambiate e la finanza agevolata è nota come utile strumento a disposizione dalle istituzioni pubbliche per aiutare le imprese a investire e, quindi, a proporre nuovi prodotti e nuovi processi.

L’Unione Europea destina dei fondi per lo sviluppo economico agli Stati membri sulla base di una serie di linee guida programmate e approvate per una durata di 7 anni: si tratta dei fondi europei per lo sviluppo regionale (F.E.S.R.).

Le misure di finanza agevolata non utilizzano, però, solo i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea: ogni Stato e ogni singola regione possono emanare bandi di finanza pubblica recuperando i fondi dalle proprie leggi di bilancio. È necessario che venga fatta richiesta all’Unione Europea, che valuta se si tratta o meno di un aiuto di Stato.

Per evitare questa autorizzazione preventiva è stata introdotta la regola “De minimis”: l’importo massimo degli aiuti concessi a un’impresa non può superare i 200mila euro nell’arco di tre anni, somma sopra cui si può parlare di aiuti di Stato nel caso di finanziamenti provenienti direttamente da amministrazioni pubbliche.

Le agevolazioni alle imprese sono concesse sotto forma di contributo a fondo perduto, finanziamento a tasso agevolato e di credito d’imposta.
Il contributo a fondo perduto consiste in una somma di denaro che l’impresa riceve dall’ente erogante e non deve restituire.
Il finanziamento a tasso agevolato consiste in un prestito concesso dall’ente erogante all’impresa anche tramite l’intervento di una banca. Una parte del finanziamento è a tasso bancario, il resto è a tasso zero.
Il contributo nella forma del credito d’imposta, invece, è tipico delle misure di agevolazione fiscale. Il credito d’imposta ottenuto dall’impresa è utilizzato in compensazione con il pagamento delle imposte utilizzando il modello F24.

Grazie alla diffusione capillare di internet, è facile venire a conoscenza di agevolazioni proposte dalle istituzioni governative locali, regionali, nazionali e comunitarie. Più difficile è valutare se la propria impresa ha i requisiti giusti per partecipare a un bando di finanza pubblica; il fai da te non è consigliato.

 

 

Dott. Giovanni DE LORENZI | g.delorenzi[at]infoiva.it | www.gdlstudio.it | Padova

Padovano, classe ’73, laurea in Discipline Economiche e Sociali e master in Economics  presso l’Università Bocconi di Milano. Prima dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione di Dottore Commercialista ha lavorato come analista dei processi informativi bancari. Attualmente collabora con la società Advance Group Srl per la consulenza nel campo della finanza agevolata e con la società AD Soluzioni Avanzate Srl per la consulenza nel campo dell’informatizzazione dei processi aziendali. Iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Padova e al Registro dei Revisori dei Conti dal 2007 è titolare dello studio GDL Studio, che fornisce attività di consulenza in campo fiscale, dei processi informativi e dell’organizzazione aziendale e della finanza agevolata.

A Chieti un contributo a fondo perduto per il miglioramento organizzativo delle imprese.

Nel quadro delle attività istituzionali volte a sostenere e potenziare la capacità competitiva delle imprese locali, l’Agenzia di Sviluppo, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Chieti, vara anche quest’anno il bando del progetto denominato Servizi alle PMI, che prevede un insieme integrato di servizi e anche l’erogazione di un contributo finanziario per la realizzazione di interventi di miglioramento organizzativo a carattere innovativo nelle seguenti aree: strategia ed organizzazione; amministrazione e finanza; marketing ed internazionalizzazione; controllo di gestione; sistemi di gestione per la Qualità, Sicurezza o Ambiente; sistemi di produzione e logistica; sistemi informativi; e-business; certificazioni EMAS e SA8000.  

I beneficiari del bando sono le PMI attive ed in regola con il pagamento del diritto annuale, con sede operativa in provincia di Chieti e che svolgono attività prevalente nei seguenti settori economici:

  • Agricoltura, silvicoltura e pesca (limitatamente alle attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti);
  • Attività manifatturiere;
  • Fornitura di energia elettrica, gas vapore e aria condizionata;
  • Fornitura di acqua: reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento;
  • Costruzioni;
  • Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa;
  • Trasporto e immagazzinaggio;
  • Attività dei servizi di alloggio e ristorazione;
  • Attività dei servizi delle Agenzie di viaggio, dei tour operator.

 

Le imprese che presentano domanda per la fruizione completa del pacchetto integrato possono partecipare all’assegnazione di un contributo finanziario per la realizzazione di interventi di miglioramento organizzativo a carattere innovativo. Il costo a carico delle imprese è pari a 260 euro.

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto fino al 50% delle spese ammissibili e, comunque, fino ad un massimo di 3.250 euro.