Contributi a fondo perduto per la nascita di imprese al femminile e partite Iva: quali sono?

Sono tre le tipologie di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati per la creazione di imprese al femminile valide anche per le partite Iva e le lavoratrici autonome. La prima misura riguarda le nuove imprese, ovvero quelle costituite da non oltre i 12 mesi; la seconda misura è possibile per le imprese al femminile costituite tra i 12 e i 36 mesi; infine contributi sono previsti anche per le imprese costituite da oltre 36 mesi. Di particolare importanze è la misura per la nascita delle nuove imprese, disciplinata dagli incentivi previsti dal decreto interministeriale del 24 novembre 2021 del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) con il sostegno delle risorse a valere del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr).

Quali contributi a fondo perduto e finanziamenti per la nascita di imprese al femminile?

Nello specifico, i contributi a fondo perduto e i finanziamenti rientranti nell’obiettivo della creazione di nuove imprese al femminile, comprese le partite Iva e le lavoratrici autonome, riguardano la misura dell’investimento del Pnrr 1.2. Tale misura prevede la “Creazione delle imprese femminili” della Missione numero 5 del Pnrr, relativa all'”Inclusione e coesione”. Si tratta di politiche volte all’occupazione con interventi del Fondo imprese femminile. Il totale delle risorse stanziate per la creazione delle imprese al femminile è pari a 400 milioni di euro, considerando anche i fondi messi a disposizione per le imprese già esistenti.

Imprese femminili, quali sono?

Nel dettaglio, le imprese femminili sono quelle imprese:

  • individuali nelle quali la titolare è una donna;
  • società di persone oppure cooperative se le donne rappresentano minimo il 60% della compagine sociale;
  • società di capitali se le quote di partecipazione spettano per almeno i 2/3 a donne. Gli organi di amministrazione devono essere costituiti per non meno dei 2/3 da donne.

Aiuti a sostegno delle imprese al femminili: quali contributi a fondo perduto?

Oltre agli aiuti per le imprese al femminile già costituite, è dunque ampia la rassegna degli strumenti di contributi a fondo perduto e finanziamento previsti per la nascita delle imprese. Si tratta di contributi a fondo perduto per avviare una nuova imprese, con particolare obiettivo delle imprese individuali e delle attività delle libere professioniste. I fondi mirano a favorire le donne disoccupate a prescindere dall’età. Inoltre, sono previsti finanziamenti a tasso zero o, in ogni modo agevolati, per sostenere la nascita delle imprese. Già la legge di Bilancio 2021 aveva previsto anche la spesa annua di 800 mila euro dell’Ente nazionale per il microcredito: si tratta di un altro strumento finalizzare ad aiutare le donne nella creazione di nuove imprese.

Fondo impresa donna: che cos’è e come aiuta la nascita di imprese al femminile?

La legge di Bilancio 2021, inoltre, ha costituito il Fondo impresa donna. Si tratta di un finanziamento di 20 milioni di euro, sia per il 2021 che per il 2022, inteso a sostenere la nascita di nuove imprese (oltre a sostenere quelle già esistenti). Le nuove imprese devono essere a prevalente partecipazione femminile oppure deve trattarsi di lavoratrici autonome e professioniste. La sede legale oppure operativa può essere ubicata ovunque nel territorio nazionale e non vi sono limiti sulla dimensione aziendale. Il fondo sostiene l’avvio della nuova attività nei settori:

  • della produzione di beni per l’industria;
  • nell’artigianato;
  • nella trasformazione di prodotti agricoli;
  • nel commercio e nel turismo;
  • nella fornitura di servizi.

Chi può accedere al Fondo impresa donna per costituire una nuova impresa?

Per ottenere i contributi a fondo perduto e i finanziamenti a tasso zero o agevolati, la donne che vogliano avviare una nuova imprese devono tener conto dei criteri di ammissione. Sono infatti ammesse le imprese che abbiano una compagine sociale di almeno il 51% giovani under 35, ma anche da donne di tutte le età. Il 51% si riferisce alla componente di donne o di giovani nella partecipazione alle quote societarie. A titolo di esempio, se una società è composta da un uomo che abbia già superato i 35 anni e una donna (o uomo) entro i 35 anni, l’aiuto non è ammissibile. Risulta necessario l’ingresso di una terza persona con i requisiti richiesti.

Chi può avviare una nuova impresa con gli incentivi del Fondo impresa donna?

Diventa quindi utile chiarire che per ottenere gli incentivi per la nascita di nuove imprese al femminile è necessario che l’attività sia costituita da non oltre i 12 mesi. Il termine va calcolato dal momento in cui si presenta la domanda del contributo o del finanziamento. Nel caso di lavoratrici autonomo o di libere professioniste, è necessario che la partita Iva sia stata aperta da meno di 12 mesi rispetto al momento in cui si presenta la domanda. Tra i beneficiari dei contributi non vanno escluse le persone fisiche che intendano avviare una nuova impresa al femminile.

Quali spese sono finanziabili con i contributi del Fondo impresa donna?

Nel caso di avvio di una nuova impresa al femminile, i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati coprono le seguenti voci di spesa:

  • la produzione di beni per i settori dell’artigianato, industria e trasformazione dei prodotti agricoli;
  • la fornitura dei servizi, a prescindere d settore;
  • il commercio e il turismo.

I contributi e i finanziamenti ottenuti per il progetto approvato devono essere realizzati entro i 24 mesi susseguenti al giorno della trasmissione del provvedimento di concessione. È necessario che il provvedimento sia controfirmato dalla donna beneficiaria. Si può ottenere una proroga al massimo di 6 mesi.

Cosa finanziano i contributi a fondo perduto nella nascita delle imprese al femminile?

Nel dettaglio, i contributi a fondo perduto nella nascita delle imprese al femminile finanziano:

  • per i progetti di nuove imprese con spese non superiori ai 100 mila euro, le agevolazioni sono concedibili fino all’80% delle spese ammissibili. L’importo massimo del contributo è di 50 mila euro;
  • le donne in stato di disoccupazione che danno avvio a una nuova impresa individuale e per le lavoratrici autonome, la percentuale di copertura dei contributi arriva al 90%. L’importo massimo del contributo rimane di 50 mila euro;
  • per i progetti di nuove imprese con spese dai 100 mila ai 250 mila euro, la copertura scende al 50% delle spese ammesse.

Quali tipologie di spese si possono finanziare con i contributi a fondo perduto delle nuove imprese femminili?

Sia per il limite dei 100 mila euro di spesa che per quello dei 250 mila euro, i contributi a fondo perduto finanziano:

  • le immobilizzazioni materiali come macchinari, impianti e attrezzature, purché nuovi di fabbrica e coerenti con l’esercizio dell’attività da avviare;
  • immobilizzazioni immateriali, coerenti con l’iniziativa agevolata;
  • i servizi di cloud coerenti con la gestione aziendale;
  • le spese per il personale dipendente assunto a tempo determinato o indeterminato con data successiva a quella di presentazione della domanda dei contributi. Anche le assunzioni devono essere funzionali al progetto della nuova impresa;
  • le spese del capitale circolante. In tal caso il limite è del 20% rispetto al totale delle spese ammissibili.

Come si presenta la domanda dei contributi per le nuove imprese al femminile?

La procedura per la valutazione dei contributi per la nascita delle nuove imprese al femminile è a sportello. La domanda, tuttavia, deve essere compilata in via telematica. Le donne interessate a richiedere i finanziamenti devono accedere alla sezione apposita presente sul portale di Invitalia.

Agricoltura, ecco i contributi a fondo perduto per l’imprenditoria femminile

L’imprenditoria al femminile può usufruire dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti a tasso zero nel settore dell’agricoltura. I fondi si possono richiedere per il finanziamento della costruzione e del miglioramento dei beni immobili, per acquistare i terreni, per gli studi di fattibilità e per formare in maniera avanzata soci e dipendenti. I contributi rientrano nelle proposte dell’Istituto dei servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) che avvisa, sul proprio portale, di una prima scadenza delle domande fissata per il 30 marzo 2022.

Donne in campo per l’imprenditoria al femminile per i contributi al settore agricolo

La misura, denominata “Donne in campo” permette il finanziamento a tasso zero a favore dell’imprenditoria al femminile nel settore agricolo. Si può arrivare a coprire fino a 300 mila euro o fino al 95% dell’investimento. Nel pacchetto di aiuti alle imprese agricole “Più impresa” i finanziamenti e, esclusivamente per questa misura, i contributi a fondo perduto possono arrivare a coprire l’investimento fino a 1,5 milioni di euro.

Finanziamenti imprese per donne nell’agricoltura e legge di Bilancio 2022

I contributi derivano da quanto prevede la legge di Bilancio 2022, al comma 523 dell’articolo 1 e seguenti. Nel dettaglio, la norma prevede di favorire l’imprenditoria femminile in agricoltura inserendo le donne tra le beneficiarie dei contributi e dei finanziamenti. Peraltro, nella misura “Più impresa“, verrà eliminato come requisito di accesso, per le società organizzate in forma societaria, quello relativo alla maggioranza numerica e verrà mantenuto il parametro della maggioranza, per oltre la metà, delle quote di partecipazione di donne o di giovani.

Le risorse destinate all’imprenditoria al femminile nel settore agricolo per il 2022

Inoltre, la legge di Bilancio 2022, prevede che “alle agevolazioni previste dal titolo I, capo III, del decreto legislativo 21 aprile 2000, numero 185, come modificato dal comma 523, in favore delle imprese agricole a prevalente o totale partecipazione femminile sono destinate le risorse del fondo rotativo per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria femminile in agricoltura, di cui all’articolo 1, comma 506, della legge 27 dicembre 2019, numero  160, incrementate per l’anno 2022 di ulteriori 5 milioni di euro”. Peraltro, “alle attività di cui al citato titolo I, capo III, del decreto legislativo 21 aprile 2000, numero 185, sono destinate risorse pari a 15 milioni di euro per l’anno 2022”.

Prima misura per l’imprenditoria al femminile nel settore agricolo: la misura ‘Donne in campo’

La prima misura prevista per l’imprenditoria al femminile nel settore agricolo è quella di ‘Donne in campo’. Con questa misura si possono ottenere solo finanziamenti a tasso zero per investimenti fino a 300 mila euro e fino al 95% del valore totale del progetto. Non vi sono, per questa misura, contributi a fondo perduto. La domanda di partecipazione al progetto si può presentare entro il 30 marzo 2022. Per inoltrare la richiesta è necessario avvalersi dei servizi telematici del portale Ismea.

Imprese agricole al femminile: se non viene accettata la domanda di ‘Donne in campo’ si può ripresentare l’istanza per ‘Più impresa’

Lo stesso portale Ismea avvisa che, per le domande pervenute entro il 30 marzo 2022 relative alla misura “Donne in campo” ma ritenute non ammissibili, ci sarà la possibilità per le donne imprenditrici di presentare nuovamente la stessa domanda per l’altra misura. Ovvero per la “Più impresa“. La domanda dovrà essere presentata accedendo alla sezione dedicata “Impresa femminile”. Oltre ai finanziamenti a tasso zero, la misura “Più impresa” comporta anche la concessione di contributi a fondo perduto. Infine è previsto un valore finanziabile del progetto nettamente più alto.

Imprenditoria femminile in agricoltura, l’attesa per il decreto interministeriale di ‘Più impresa’

Il sostegno alle donne imprenditrici del settore agricolo potrà essere incrementato, infatti, dal decreto interministeriale di prossima pubblicazione relativo alla misura “Più impresa“. La legge di Bilancio 2022 ha provveduto a incrementare la dotazione finanziaria dell’obiettivo di ulteriori 5 milioni di euro per l’anno in corso.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso zero del pacchetto ‘Più impresa’ per l’imprenditoria al femminile in agricoltura

Dai nuovi decreti sulle risorse per lo sviluppo dell’imprenditoria al femminile nell’agricoltura risulta più facile presentare la domanda. Nel pacchetto di finanziamenti della misura “Più impresa“, le imprese condotte da donne potranno presentare domanda di finanziamento:

  • senza tener conto dell’età anagrafica;
  • copertura fino al 95% dell’investimento;
  • finanziamenti a tasso zero fino al 60% del valore dell’investimento;
  • contributi a fondo perduto per la restante quota del progetto, ovvero per il 35%;
  • l’Ismea può arrivare a finanziare fino a 1,5 milioni di euro di progetto.

 

Fondo sport per il caro bollette di piscine e impianti. Le tappe per accedere

É stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il primo marzo 2022 il decreto legge 17/2022 (decreto bollette) nello stesso è previsto il Fondo Sport per far fronte al caro bollette che sta mettendo a dura prova i gestori di impianti sportivi e piscine riscaldate.

Fondo Sport per contrasto al caro bollette

Il settore sportivo è quello che più di altri ha subito le conseguenze della pandemia. Non solo ha dovuto affrontare lunghe chiusure degli impianti stessi, in quanto ritenuti ad alto rischio di contagio, ma ora che l’emergenza sembra rientrare, si ritrova a dover far fronte alle spese maggiori determinate dal caro energia. Riscaldare l’acqua di una piscina per chi pratica nuoto, mantenere efficienti gli impianti sportivi richiede infatti molta energia e con i rincari far fronte alle spese, dopo le numerose perdite, è davvero un’impresa molto difficile. Il Fondo Sport nasce proprio per affrontare al meglio questa che è una vera emergenza.

Il decreto 17 del 2022 prevede che lo stanziamento di 40 milioni di euro sia distribuito sotto forma di contributo a fondo perduto in favore di associazioni sportive e società sportive dilettantistiche che gestiscono impianti sportivi e piscine. Trattandosi quindi ci un contributo a fondo perduto non è previsto alcun obbligo di restituire le somme.

Le tappe per rendere operativo il “Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano”

Occorre sottolineare che purtroppo questa misura ancora non è attiva. Dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale decorre il termine di 30 giorni entro cui dovrà essere emanato il decreto attuativo delegato all’ Autorità politica delegata in materia di sport. Lo stesso dovrà contenere le indicazioni dettagliate sui soggetti che potranno accedere al fondo per lo sport, le modalità e i termini entro cui dovranno essere presentate le istanze. Il decreto dovrà anche contenere le norme inerenti la modalità di suddivisione del fondo, ad esempio stabilendo dei criteri per ottenere gli aiuti fino a esaurimento delle risorse, oppure altre alternative per realizzare la graduatoria dei beneficiari. Il decreto dovrà infine prevedere modalità di controllo, anche a campione, sull’uso dei fondi distribuiti.

Solo successivamente sarà possibile ottenere realmente le somme. Questo implica che potrebbero volerci ancora dei mesi prima di accedere alle risorse. Il fattore tempo di certo è determinante. L’UISP, Unione Italiana Sport per Tutti, già da tempo ha lanciato l’allarme sottolineando che molte piscine hanno difficoltà a riaprire gli impianti perché non riescono a far fronte ai costi energetici. Ciò porta molte conseguenze anche sull’occupazione, infatti sono tanti i dipendenti del settore che rischiano di non avere un lavoro se i gestori degli impianti non riescono a farli ripartire.

Per conoscere altri aiuti in favore di associazioni e società sportive, leggi l’articolo: Fino a 40.000 euro a fondo perduto per gli impianti sportivi, la guida

Per ulteriori approfondimenti sul decreto bollette, è possibile leggere:

Decreto bollette 2022: 8 miliardi per famiglie e imprese per il caro energia

Incentivi auto 2022: importanti novità nel decreto bollette

 

 

Contributi a fondo perduto, 3 bandi a favore delle imprese

Sono 3 i bandi Simest per i contributi a fondo perduto delle imprese. Gli incentivi riguardano la trasformazione digitale, gli investimenti nella sicurezza sul luogo di lavoro e la internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. I massimali dei bandi risultano ridotti, ma le imprese possono ottenere notevoli aiuti e incentivi per portare avanti la propria attività.

Contributi a fondo perduto per la transizione digitale e la trasformazione dei processi produttivi delle piccole e medie imprese

Sulla transizione digitale delle imprese si possono ottenere contributi a fondo perduto da Simest. Gli obiettivi riguardano anche la trasformazione digitale dei processi produttivi. I progetti sono valutati dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) e possono avere un impatto di spesa da 50 mila euro a 500 mila euro.

Quali contributi a fondo perduto e finanziamenti con i bandi aperti di Simest per la transizione digitale delle imprese?

Gli interventi previsti nel progetto devono essere avviati dopo l’invio dell’istanza e terminare non oltre i 18 mesi dopo la pubblicazione del provvedimento di concessione del Mise. I contributi a fondo perduto sono ammessi in base alle spese e ai costi sostenuti e ritenuti ammissibili. Sono previste due misure di agevolazioni: la prima riguarda il 10% delle spese ammissibili ed è concessa sotto forma di contributi a fondo perduto; la seconda consiste in un finanziamento agevolato del 40% delle spese sostenute per il progetto. Si può inviare la domanda in quanto il bando risulta aperto.

Bando contributi per migliorare le condizioni di sicurezza sul lavoro da Simest per le imprese

Il secondo bando Simest riguarda i contributi a fondo perduto per i progetti volti a migliorare le condizioni di sicurezza e di salute nelle imprese. Si tratta, in particolare, di investimenti in progetti di investimento e di adozione di modelli di responsabilità civile e di modelli organizzativi. Tra le spese finanziate, quelle relative a investimenti per la bonifica dall’amianto e per ridurre il rischio della movimentazione manuale dei carichi. Si possono finanziare spese per il 65%, con un limite fissato a 130 mila euro. La domanda si può presentare dal 2 maggio al 16 giugno 2022.

Contributi a fondo perduto Simest per internazionalizzazione delle imprese: tre gli ambiti di intervento

Sono tuttora aperti i bandi Simest per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese con contributi a fondo perduto e finanziamento che vanno a coprire le spese per:

  • gli interventi in chiave di transizione ecologica e digitale delle Pmi;
  • lo sviluppo del commercio elettronico delle imprese;
  • la partecipazione delle piccole e medie imprese a mostre e a fiere internazionali, svolte anche in Italia.

Transizione ecologica e digitale delle Pmi tra i contributi a fondo perduto Simest

Il primo ambito di intervento del bando per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese riguarda l’obiettivo della transizione ecologica e digitale. Si possono concedere finanziamenti per progetti fino a 300 mila euro purché l’ammontare del progetto stesso rientri nel 25% dei ricavi medi dei precedenti due bilanci. Il secondo ambito riguarda lo sviluppo del commercio elettronico delle piccole e medie imprese. In tal caso, gli investimenti devono riguardare progetti fino a 300 mila euro purché l’importo totale corrisponda ad almeno il 15% dei ricavi medi degli ultimi due bilanci.

Quali contributi a fondo perduto sono possibili per le fiere e le mostre internazionali delle Pmi?

Infine, sulla partecipazione a fiere e a mostre internazionali, le imprese possono presentare progetti entro i 150 mila euro (purché coperti dal 15% dei ricavi dell’ultimo bilancio). I contributi a fondo perduto e i finanziamenti possono essere richiesti fino al termine di maggio 2022. Le risorse stanziate andranno per il 40% alle imprese con sede nelle regioni del Sud Italia. Sulla differenza tra l’importo del progetto e quanto richiedibile in contributi a fondo perduto, si può procedere con un finanziamento a tasso agevolato.

Bonus banda ultralarga, partite le domande: voucher fino a 2500 euro

Dal 1° marzo 2022 si può richiedere il bonus banda ultralarga per le imprese che vogliano ottenere il voucher da 300 a 2500 euro di aiuto. La misura prevede l’erogazione del bonus gli abbonamenti a internet ultraveloce. Gli aiuti sono erogati dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) che ha emanato il comunicato il 28 febbraio 2022 per contenente le informazioni per la richiesta del voucher. Il provvedimento di riferimento è il decreto ministeriale del 23 dicembre 2021, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 33 del 2022.

Quali voucher le imprese possono richiedere per le connessioni internet a banda ultralarga

I contributi per le connessioni internet a banda ultralarga vanno da un minimo di 300 euro a un massimo di 2500 euro. Il bonus rientra nell’ambito della Strategia nazionale di attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Gli abbonamenti a internet delle micro, piccole e medie imprese devono avere durata da 18 a 24 mesi. Il totale dei fondi messi a disposizione sono pari a 608 milioni di euro. Per la richiesta del bonus le micro e le Pmi devono risultare regolarmente iscritte al Registro delle imprese.

Quanto spetta di voucher per le connessioni a internet a banda ultralarga per le imprese?

Il bonus per gli abbonamenti a internet a banda ultralarga può essere richiesto dalle imprese a seconda delle esigenze di connettività. Gli abbonamenti dovranno avere una velocità di download da 30 megabit al secondo fino a un gigabit o superiori. Il bonus minimo di 300 euro corrisponde a un contratto di abbonamento a internet tra i 18 mesi e i 36 mesi che garantisca il trasferimento a una connessione con una velocità di download compresa tra i 30 megabit per secondo e i 300 megabit per secondo (Voucher A1). Il Voucher A2 è previsto per connessioni da 300 megabit per secondo fino a un gigabit per secondo. È previsto un contributo anche per i costi di installazione delle connessioni.

Come presentare domanda per il voucher banda larga per le imprese?

La domanda per il bonus connessioni a banda larga può essere presentata dalle imprese dal 1° marzo 2022 fino al 15 dicembre 2022. Le istanze possono essere inoltrate direttamente tramite gli operatori di telecomunicazioni abilitati da Infratel Italia, gestore della misura per conto del ministero per lo Sviluppo Economico.

 

Bonus turismo, contributi ad agenzie viaggio e tour operator: domanda dal 4 marzo 2022

Si potranno presentare a partire da venerdì 4 marzo 2022 le domande per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti alle imprese del turismo operanti come agenzie di viaggio e tour operator. Si tratta di un credito di imposta, denominato “Digitour”, promosso dal ministero del Turismo e gestito da Invitalia. Le spese ammissibili al finanziamento sono quelle per la digitalizzazione e per gli investimenti. Intanto, nel giorno di partenza delle domande per i contributi a fondo perduto, i finanziamenti agevolati e i crediti di imposta delle imprese del turismo (dagli alberghi ai centri termali, dalle strutture ricettive ai parchi acquatici), si è registrato nella giornata del 28 febbraio 2022 il boom delle pratiche.

Credito di imposta per tour operator e agenzie di viaggio: quanti aiuti sono a disposizione per il turismo?

Il bonus a favore delle agenzie di viaggio e dei tour operator è una misura a favore delle imprese turistiche rientrante nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Il credito di imposta rappresenta un’importante iniziativa per gli operatori del settore beneficiari dei fondi, 98 milioni di euro, per la ripresa delle attività. il decreto di riferimento è il numero 152 del 2021, all’articolo 4. Le risorse a disposizione saranno così ripartite:

  • 18 milioni di euro verranno assegnate nell’anno in corso;
  • 10 milioni di euro verranno stanziati per il 2023;
  • altrettanti verranno messi a disposizione nel 2024;
  • 60 milioni di euro arriveranno per le domande del 2025.

Contributi per le agenzie di viaggio e tour operator: aiuti soprattutto alle imprese del Sud Italia

È importante sottolineare che il 40% dei fondi messi a disposizione riguarda investimenti riguardanti agenzie di viaggio e tour operator con sede nelle regioni del Sud Italia. In particolare, le maggiori risorse andranno a vantaggio delle imprese con sede in Abruzzo, in Basilicata, in Calabria, in Campania, in Molise, in Puglia, in Sicilia e in Sardegna.

Requisiti per presentare domanda di credito di imposta dei tour operator e agenzie di viaggio

Il credito di imposta concesso dal ministero del Turismo alle agenzie di viaggio e ai tour operator può arrivare a coprire il 50% delle spese ritenute ammissibili. Le imprese interessate devono rientrare nei codici Ateco 79.1; 79.11; 79.12. Inoltre, i richiedenti devono essere iscritti al Registro delle imprese, avere la sede operativa nel territorio italiano; essere in regola con il versamento dei contributi (Durc regolare), con gli obblighi relativi al pagamento di imposte e tasse e non essere in stato di fallimento o di liquidazione, anche volontaria.

Quale tipo di credito di imposta si mette a disposizione delle agenzie di viaggio e dei tour operator?

Il credito d’imposta messo a disposizione della misura a favore delle agenzie di viaggio e dei tour operator può arrivare al 50% delle spese finanziabili e fino all’importo limite complessivo di 25 mila euro per ciascuna impresa. Il beneficio fiscale è concesso nell’ambito del massimale “de minimis” in applicazione di quanto previsto dal Regolamento Ue numero 1407 del 2013.

Come può essere utilizzato il credito di imposta per le imprese del turismo?

Il credito di imposta a favore delle agenzie di viaggio e dei tour operator si può fruire a seguito dell’autorizzazione che Invitalia rilascia al termine della conclusione e del totale pagamento dell’investimento per il quale si beneficia della misura. Inoltre, il credito di imposta si può utilizzare in compensazione dall’anno susseguente a quello dell’autorizzazione concessa da Invitalia. Il credito di imposta si può cedere, in tutto o anche parzialmente, a soggetti terzi. Sono compresi tra i soggetti le banche e gli altri intermediari finanziari. Infine, il credito di imposta non si può cumulare, per le stesso spese, con nessuna misura prevista di aiuti alle imprese.

Credito di imposta a tour operator e agenzie di viaggio, da quando si può presentare domanda?

La domanda del credito di imposta a favore dei tour operator e delle agenzie di viaggio si può presentare a partire dalle ore 12 del giorno 4 marzo 2022. La scadenza per l’invio delle istanze è prevista alle ore 17 del 4 aprile 2022. Già a partire dal ieri, 28 febbraio, è possibile consultare la modulistica per la presentazione delle domande dal sito di Invitalia. Le istanze verranno esaminate secondo l’ordine di arrivo e, al termine delle verifiche, verrà pubblicato il decreto a cura del ministero del Turismo con il quale si renderanno note le imprese beneficiarie.

Come presentare domanda del credito di imposta per agenzie di viaggio e tour operator?

Per la presentazione delle domande del credito di imposta delle agenzie di viaggio e tour operator è necessario essere in possesso di una identità digitale. Ovvero dello Spid, della Carta nazionale dei servizi (Cns) o della Carta di identità elettronica (Cie). Mediante queste credenziali è possibile accedere all’area riservata per compilare l’istanza in via telematica. Risulta necessario, altresì, disporre della firma digitale e di un indirizzo di posta elettronica certificato (Pec). Con l’invio della domanda si ottiene un numero di protocollo elettronico.

Contributi a fondo perduto, finanziamenti e crediti di imposta delle imprese del turismo: come stanno andando le domande?

Intanto, nella giornata di ieri 28 febbraio 2022, sono iniziate le domande per i finanziamenti, i contributi a fondo perduto e i crediti di imposta per tutte le altre imprese rientranti nel settore del turismo. Si tratta di aiuti concessi per investimenti per la transizione ecologica e digitale, ristrutturazioni, efficientamento energetico e messa in sicurezza in chiave antisismica e l’acquisto di attrezzature. Nel giro di poche ore dall’avvio della piattaforma (che rimarrà attiva per la presentazione delle domande fino al 30 marzo 2022), le istanze presentate erano pari a 4.300. Ma ulteriori 759 domande erano in attesa di compilazione e 900 erano le richieste dal contact center di Invitalia.

Aiuti a fondo perduto e finanziamenti turismo: come si presenta la domanda?

L’inoltro delle domande a Invitalia per i finanziamenti e i contributi a fondo perduto delle imprese del turismo comporta la presentazione di una vasta documentazione (29 documenti da presentare tra permessi, visti e autorizzazioni) entro la fine di marzo. Anche per questi contributi è previsto l’ordine di arrivo delle domande per la verifica dei requisiti e della documentazione richiesta. Il controllo viene svolto nei 60 giorni successivi alla chiusura della piattaforma (30 marzo 2022). Tra la metà di maggio e i primi giorni di giugno dovrebbe essere pubblicato il decreto con la graduatoria dei beneficiari.

Bonus turismo, da oggi alle 12 l’invio della domanda: strutture verso la riqualificazione

È fissato per oggi, 28 febbraio 2022, il giorno di partenza delle domande per accaparrarsi i contributi a fondo perduto e i finanziamenti per le imprese operanti nel turismo. Dato l’interesse delle imprese del settore verso gli aiuti stanziati dal ministero del Turismo, potrebbe configurarsi una sorta di “click day“. Le domande verranno trattate, intatti, secondo l’ordine di arrivo. Si tratta di aiuti concessi per la ristrutturazione delle strutture ricettive la cui domanda potrà presentarsi, attraverso la specifica piattaforma messa a disposizione del ministero del Turismo, fino al 30 marzo 2022.

Contributi a fondo perduto aziende del turismo: quali sono le risorse disponibili?

In tutto, le risorse disponibili a favore delle imprese operanti nel terziario ammontano a 600 milioni di euro. I contributi a fondo perduto sono volti a riqualificare gli hotel e le altre strutture ricettive dopo il periodo di pandemia da Covid-19. L’obiettivo è dunque quello di adeguare il patrimonio immobiliare delle imprese operanti nel turismo verso le richieste di clienti sempre più esigenti.

Aiuti alle imprese del turismo, quali sono gli obiettivi fissati dal Pnrr?

Gli aiuti rientrano nell’ambito del decreto gestito dal ministero del Turismo in collaborazione con Invitalia. L’impiego dei fondi rientra negli obiettivi previsti dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) in merito alla sostenibilità, alla sicurezza e all’efficienza energetica.

Chi può beneficiare dei contributi a fondo perduto del turismo da oggi 28 febbraio 2022?

Ampio è il numero delle aziende operanti nel settore del turismo che possono richiedere i contributi per la riqualificazione delle strutture. Nell’ambito del progetto di ristrutturazione, sono ammesse a presentare le domande:

  • gli alberghi;
  • le strutture ricettive all’aria aperta;
  • gli agriturismi;
  • le aziende rientranti nel comparto ricreativo;
  • imprese fieristiche e congressuali;
  • gli stabilimenti balneari;
  • i complessi termali;
  • parchi tematici, compresi quelli faunistici e acquatici;
  • i porti turistici.

Quali formule di aiuti alle imprese del turismo sono previste per la domanda di oggi?

Nell’ambito della riqualificazione delle imprese operanti nel turismo, sono due le formule di aiuti previste:

  • si può ottenere un credito di imposta fino all’80% delle spese ammissibili. Il credito di imposta è anche cedibile a terzi, sia banche che altri intermediari finanziari;
  • il contributo a fondo perduto che può arrivare al 50% delle spese ammissibili. L’importo massimo è di 40 mila euro.

Quali sono i maggiori contributi per imprenditoria al femminile, per i giovani e le imprese del Sud Italia?

Sono previsti ulteriori aiuti che possono far arrivare il fondo perduto a 100 mila euro. In particolare, nel caso di spese legate alla digitalizzazione delle imprese, all’imprenditoria al femminile e per i giovani e per le imprese con sede nel Sud Italia. Inoltre, la quota del 40% delle risorse è destinata alle imprese aventi sede nelle regioni del Sud Italia, ovvero Campania, Sicilia, Puglia, Sardegna, Molise, Abruzzo, Calabria e Basilicata.

Quali sono le spese ammissibili per il credito di imposta e il contributo a fondo perduto del turismo?

Ampio è il ventaglio delle spese ammissibili per il credito di imposta e per i contributi a fondo perduto delle aziende operanti nel turismo. In linea con gli obiettivi del Pnrr, il ministero del Turismo ha tracciato l’elenco delle spese ammissibili rispettivamente:

  • per il miglioramento dell’efficienza energetica, con impiego della metà delle risorse stanziate;
  • la riqualificazione antisismica;
  • l’abbattimento delle barriere architettoniche;
  • le manutenzioni straordinarie;
  • interventi di risanamento conservativo e di restauro;
  • lavori di ristrutturazione edilizia;
  • installazione di prefabbricati e manufatti;
  • lavori per piscine termali per i relativi stabilimenti termali;
  • interventi a favore della digitalizzazione delle imprese;
  • acquisto di mobili.

Contributi a fondo perduto nel turismo e credito di imposta, come si presenta la domanda?

La presentazione delle domande per i contributi a fondo perduto delle imprese del turismo e dei crediti di imposta è possibile da oggi, 28 febbraio 2022. Come da decreto, il termine fissato per l’invio delle domande e della documentazione allegata è previsto a 30 giorni dall’apertura della piattaforma. Pertanto la domanda si può presentare entro il 30 marzo 2022. La piattaforma web dalla quale inoltrare l’istanza è presente sul portale web di Invitalia.

Domanda di contributi a fondo perduto e crediti di imposta aziende del turismo: cosa fare dopo l’invio dell’istanza?

La modulistica è presente sul sito (era possibile prendere visione della documentazione già da lunedì scorso 21 febbraio mediante modelli non ufficiali). Le domande verranno accolte ed esaminate secondo l’ordine di arrivo. Con la verifica di tutte le istanze presentate, il ministero provvederà, mediante decreto, a pubblicare la graduatoria delle domande pervenute.

Contributi a fondo perduto cinema, i bandi on line: aiuti anche ai giovani autori

Sono stati pubblicati on line i bandi per i contributi a fondo perduto a favore del settore cinematografico a audiovisivo. In tutto 53 milioni di euro riservati alla filiera del cinema, della produzione e della promozione cinematografica e audiovisiva. Le risorse andranno a vantaggio delle maggiori industrie creative italiane, ma aiuti significativi saranno assicurati anche ai giovani autori, come annunciato dal ministro della Cultura, Dario Franceschini.

Contributi a fondo perduto al cinema, a chi andranno le risorse stanziate?

Dei 53 milioni di euro stanziati come contributi a fondo perduto per il settore del cinema, la ripartizione delle risorse avverrà nella seguente modalità:

  • 42,3 milioni di euro andranno a favore dei progetti di scrittura delle sceneggiature, allo sviluppo e alle pre-produzioni, alle produzioni di pellicole cinematografiche e audiovisive;
  • 10,7 milioni di euro andranno a progetti, attività e iniziative relative alla promozione cinematografica ed audiovisiva.

Bando di concessione contributi a fondo perduto per le attività e le iniziative di promozione cinematografica e audiovisiva anno 2022

Risultano pubblicati on line sul portale della Direzione generale cinema e audiovisivo del ministero della cultura, i bandi per la promozione e la produzione cinematografica per il 2022. Nel dettaglio, il primo bando (da 10,7 milioni di euro) relativo alla concessione di contributi ad attività e iniziative di promozione cinematografica e audiovisiva, è previsto dall’articolo 27 della legge numero 220 del 2016, anno 2022, prevede:

  • contributi a fondo perduto per l’internazionalizzazione del cinema, anche ai fini del turismo;
  • fondi a favore dello sviluppo della cultura cinematografica e audiovisiva in Italia,  della produzione cinematografica e audiovisiva sul piano cultura, artistico, tecnico ed economico (per un totale di 2,7 milioni di euro compresa la prima linea di azione);
  • risorse per festival, premi cinematografici, rassegne (per un totale di 6,5 milioni di euro);
  • fondi per l’acquisizione, la conservazione, la catalogazione, il restauro, lo studio, la ricerca, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo di attività svolte dalle cineteche (per un totale di 1,5 milioni di euro).

Come partecipare al bando per i contributi a fondo perduto a favore del cinema?

Al bando per i contributi a fondo perduto a favore del cinema si potrà partecipare con domanda a partire dal 1° marzo 2022. La scadenza del bando è fissata alle ore 23.59 del 25 marzo 2022. Le richieste dei contributi a fondo perduto potranno essere presentate dagli enti pubblici, dagli enti privati, dalle fondazioni, dai comitati, dalle associazioni culturali e di categoria. La domanda va presentata sulla piattaforma on line disponibile nella sezione “cinema” dei “beniculturali”.

Bando cinema e audiovisivo da 38 milioni di euro: quali attività sono finanziate?

Un ulteriore bando, con maggiori risorse stanziate, riguarda la linea di intervento della produzione cinematografica e audiovisiva. In totale, i contributi a fondo perduto messi a disposizione ammontano a 38,1 milioni di euro (dai 28 milioni di euro iniziali). I contributi verranno assegnati con le seguenti linee di intervento:

  • 12,9 milioni di euro andranno a opere cinematografiche di lungometraggio di giovani autori, opere prime e seconde;
  • sono incluse nella precedente linea le opere di ricerca e di formazione;
  • 3,3 milioni di euro andranno ai documentari e ai cortometraggi;
  • 4,8 milioni di euro andranno alle opere di animazione;
  • 17,1 milioni di euro andranno ai lungometraggi di specifica qualità artistica, ovvero ai film difficili da realizzare con risorse non sufficienti;
  • 1,2 milioni di euro andranno alla scrittura delle sceneggiature di pellicole cinematografiche, del web e televisive;
  • 3 milioni di euro andranno allo sviluppo e alla pre-produzione di pellicole cinematografiche, del web e televisive.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti Smart and Start per imprese femminili e giovani: cosa sono?

Il programma Smart and Start è una delle misure del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) che prevede finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto a favore delle nuove attività. La misura va a favore soprattutto delle imprese gestite da donne e da giovani under 35. Sono varie le condizioni per accedere ai finanziamenti agevolati che prevedono prestiti fino al 90% a tasso zero con durata massima di 10 anni. Nel dettaglio, le tipologia di attività finanziabili.

Finanziamenti agevolati Smart and Start: quali sono gli ambiti di attività delle nascenti imprese per richiedere il prestito?

La misura Smart and Start del ministero per lo Sviluppo Economico sostiene la creazione di nuove imprese innovative, purché l’attività sia ad alto contenuto tecnologico oppure sia volta a produrre soluzioni e servizi nell’ambito dell’economia digitale, dell’Internet of thing (IoT), dell’intelligenza artificiale e del blockchain. I progetti delle nuove imprese sono finanziabili per importi che vanno da 100 mila euro a 1,5 milioni di euro. Per le imprese gestite da donne, il finanziamento a tasso zero è del 90% dell’importo riconosciuto; per tutte le altre imprese il finanziamento arriva all’805.

Quali sono le condizioni dei contributi a fondo perduto alle imprese Smart and Start del ministero per lo Sviluppo Economico?

I finanziamenti agevolati Smart and Start del ministero per lo Sviluppo Economico hanno una durata limite di dieci anni. Per le imprese nascenti in alcune regioni italiane sono previsti anche dei contributi a fondo perduto. Infatti, per le imprese con sede in Puglia, Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Sardegna, Basilicata e Molise il finanziamento ottenuto deve essere restituito solo in parte, pari al 70% dell’intero importo preso a prestito per e spese ammissibili. La differenza con quanto ottenuto realmente costituisce il contributo a fondo perduto.

Servizi tecnici e di tutoraggio per avviare un’impresa con il servizio Smart and Start

Oltre ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti agevolati, la misura Smart e Start prevede anche servizi di tutoraggio gestionale e tecnico. Le nuove imprese possono accedere a questo servizio per la durata di un anno. Per le imprese nate da non più di 12 mesi, il valore dei servizi di tutoraggio è pari a 15 mila euro purché la sede sia in una delle regioni agevolate (Puglia, Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Sardegna, Basilicata e Molise). Se l’azienda è localizzata nelle altre regioni, il valore del tutoraggio scende a 7.500 euro.

Quali piani di impresa sono ammissibili ai fini dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti Smart and Start?

Le spese ammesse ai finanziamenti agevolati e ai contributi a fondo perduto per la nascita di nuove imprese possono essere classificate nelle seguenti:

  • quelle che abbiano contenuto innovativo e tecnologico;
  • le spese per sviluppare i servizi, i prodotti e le soluzioni in ambito di economia digitale, di intelligenza artificiale, di Internet of Thing, di blockchain;
  • i costi sostenuti per valorizzare economicamente i risultati della ricerca privata e pubblica.

I progetti, data l’elevato contenuto innovativo, possono essere portati a termine anche con organismi di ricerca, acceleratori di impresa, incubatori e Digital Innovation Hub (Dih).

Quali spese sono ammissibili ai fini dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti Smart and Start?

Per quanto attiene alle spese ammissibili ai fini dei finanziamenti agevolati e ai contributi, la misura Smart and Start prevede la copertura delle:

  • immobilizzazioni materiali, ovvero delle spese sostenute per macchinari, impianti e attrezzature tecnologiche. I beni devono essere nuovi di fabbrica e in linea con l’attività prodotta dalla nuova impresa;
  • le immobilizzazioni immateriali, nell’ambito delle quali sono agevolabili le spese per i marchi, i brevetti, le licenze, le certificazioni, i know how e le conoscenze tecniche. Anche per questi beni deve esserci correlazione con l’attività che andrà a svolgere la nascente impresa;
  • le spese per i servizi direttamente funzionali a realizzare l’attività dell’impresa in linea con il piano per il quale sia stato presentato il progetto. Sono ammissibili le spese per la progettazione, per lo sviluppo, per la personalizzazione e per il collaudo delle soluzioni informatiche, per gli impianti produttivi e tecnologici, per gli acceleratori di impresa, per il marketing e per le collaborazioni con le realtà di ricerca.

Quali spese del personale sono agevolabili per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti Smart and Start del Mise?

Risultano altresì agevolabili con finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto del Mise le spese del personale dipendente e dei collaboratori rientranti nei requisiti previsti dalla leggera h) del comma 2, dell’articolo 25, del decreto legge numero 179 del 2012. Nel dettaglio, si tratta delle “spese in ricerca e sviluppo uguali o superiori al 15 per cento del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione della start-up innovativa. Dal computo per le spese in ricerca e sviluppo sono escluse le spese per l’acquisto e la locazione di beni immobili”.

Quali spese del personali sono comprese nei finanziamenti e contributi a fondo perduto del Mise?

Ai fini di questo provvedimento, in aggiunta a quanto previsto dai princìpi contabili, sono altresì da annoverarsi tra le spese in ricerca e sviluppo: le spese relative allo sviluppo precompetitivo e competitivo, quali sperimentazione, prototipazione e sviluppo del business plan, le spese relative ai servizi di incubazione forniti da incubatori certificati, i costi lordi di personale interno e consulenti esterni impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo, inclusi soci ed amministratori, le spese legali per la registrazione e protezione di proprietà intellettuale, termini e licenze d’uso. Le spese risultano dall’ultimo bilancio approvato e sono descritte in nota integrativa. In assenza di bilancio nel primo anno di vita, la loro effettuazione è assunta tramite dichiarazione sottoscritta dal legale rappresentante della start-up innovativa”.

Quali altre spese per il personale sono finanziabili con la misura Smart and Start?

Ulteriori spese per il personale dipendente e per i collaboratori sono finanziabili con i contributi Smart and Start. In particolare, ricorre l’ammissibilità della spesa nel caso in cui l’impresa start up per l'”impiego come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al terzo della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera, oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno tre anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all’estero, ovvero, in percentuale uguale o superiore a due terzi della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di laurea magistrale ai sensi dell’articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del 22 ottobre 2004, numero 270;

Ulteriori spese ammissibili per personale e collaboratori

Infine, risultano agevolabili con i contributi a fondo perduto o i finanziamenti agevolati le spese della start up che sia “titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale relativa a una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale ovvero sia titolare dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore, purché tali privative siano direttamente afferenti all’oggetto sociale e all’attività di impresa”.

Come inviare le domande di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati Smart and Start?

Per l’invio della domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati per la nascita di start up innovative, anche al femminile e per giovani, è necessario utilizzare la procedura telematica. In particolare, la piattaforma informatica si trova sul portale internet di Invitalia, dove è presente anche la modulistica. Risulta necessario seguire gli schemi indicati sul portale e le modalità di invio. Le imprese ammesse al beneficio devono stipulare un contratto di finanziamento con il soggetto gestore.

Contributi a fondo perduto per agroindustria, automotive e settori strategici: chi e come può accedere?

Lo stanziamento di 750 milioni di euro rientranti nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) va a favore della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione nei settori considerati strategici. Si tratta di un mix di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati, utilizzabili anche tra di loro, per la copertura fino al 100% delle spese per gli investimenti. Le agevolazioni sono previste dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) che ha emanato il decreto del 13 gennaio 2022, poi pubblicato nella Gazzetta ufficiale numero 36 del 12 febbraio 2022.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per progetti di ricerca e di innovazione: le risorse della misura

I fondi messi a disposizione nell’ambito del Pnrr ammontano a 750 milioni di euro e sono destinati all’attuazione dell’investimento al punto 5.2 relativo alla competitività e alla resilienza delle filiere produttive. Il 40% delle risorse andrà a favore dei progetti presentati dalle imprese situate in Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna, Calabria, Abruzzo, Basilicata e Molise.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti delle filiere: quali imprese possono presentare domanda?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati del ministero per lo Sviluppo Economico possono essere richiesti dalle seguenti filiere o imprese:

  • agroindustria;
  • design, moda e arredo;
  • automotive;
  • microelettronica e semiconduttori;
  • metallo ed elettromeccanica;
  • chimico e farmaceutico.

Quali sono gli ambiti delle spese nell’ambito dei contributi a fondo perduto per la ricerca e l’innovazione?

Gli investimenti devono garantire una spesa relativa alla ricerca innovativa industriale e fondamentale, allo sviluppo sperimentale e agli studi di fattibilità. Premialità eventuali in termini di contributi sono previste a favore delle piccole e medie imprese che provvedano, peraltro, alla diffusione dei risultati della ricerca e dell’innovazione e a una effettiva collaborazione tra soggetti ammessi alla ricerca.

Contributi a fondo perduto, chi può richiedere i finanziamenti e da quando?

Nell’ambito dei contributi a fondo perduto per la ricerca e l’innovazione, le imprese dovranno attendere il provvedimento del ministero per lo Sviluppo Economico che detterà le condizioni e i termini per la presentazione delle domande di finanziamento. Si tratterà, in ogni modo, di domande a sportello dedicate ai Contratti di sviluppo. I progetti presentati dalle imprese per la concessione dei contributi a fondo perduto devono avere come obiettivo quello della nascita, dello sviluppo o del consolidamento della filiera produttiva di appartenenza. Sono previsti anche programmi di integrazioni tra le filiere, in particolare per il rafforzamento dell’operatività delle piccole e medie imprese.

Contributi a fondo perduto per ricerca e innovazione Pmi: quali sono le agevolazioni ottenibili?

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati possono anche essere combinati per sostenere il progetto presentato dalle imprese. Più nello specifico, si possono combinare i seguenti strumenti:

  • contributi in conto impianti o in conto interessi;
  • finanziamenti agevolati;
  • contributi diretti alle spese.

Aiuti alle imprese, quali caratteristiche ha il finanziamento agevolato per ricerca e innovazione?

La tipologia di contributo, e l’eventuale integrazione tra gli strumenti proposti dal ministero per lo Sviluppo Economico, sarà definito in base all’accordo raggiunto in fase di presentazione della pratica. Nel caso in cui si ottenga il finanziamento agevolato, è necessario considerare un prestito che può essere concesso fino al 75% delle spese ritenute ammissibili. Sono necessarie le garanzie ipotecarie o bancarie o assicurative e la restituzione in 10 anni. Il periodo di pre-ammortamento non può superare i quattro anni. È necessario ottenere un finanziamento bancario nel caso in cui l’azienda, con il proprio progetto, ottenga il contributo in conto interessi. La durata è pari a quella del finanziamento agevolato.

Intensità degli aiuti per i progetti di ricerca e innovazione

Intensità degli aiuti per i progetti di ricerca e innovazione delle imprese può essere raggiunta per il:

  • 100% delle spese sostenute per la ricerca fondamentale;
  • 50% per la ricerca industriale;
  • 25% per lo sviluppo sperimentale;
  • 50% per lo studio di fattibilità.

Contributi a fondo perduto Pmi in ricerca e innovazione: come aumentare la copertura delle spese?

Sono previste, in ogni modo, delle premialità a favore delle imprese. Infatti, le percentuali della copertura delle spese per la ricerca industriale e per lo sviluppo sperimentale possono aumentare fino all’80% dei costi agevolabili. Si arriva a questa percentuale sommando la premialità del 10% per progetti delle medie imprese; del 20% per progetti delle piccole imprese; del 15% per progetti che prevedano una effettiva collaborazione tra le imprese (una deve essere una piccola e media impresa oppure due imprese appartenenti a Stati membri diversi). Il 10% (medie imprese) o il 20% (piccole imprese) in più spetta anche se la Pmi diffonde ampiamente i risultati della sperimentazione. Rientrano nella diffusione sia le conferenze che le pubblicazioni.

Quali sono le spese ammissibili per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti Mise in ambito di ricerca e innovazione?

Le spese ammissibili ai contributi a fondo perduto per la ricerca e l’innovazione e i finanziamenti riguardano:

  • le spese per il personale del soggetto che presenta il progetto (ricercatori, tecnici e personale ausiliario);
  • i nuovi strumenti e le nuove attrezzature funzionali al progetto;
  • le spese di ricerca contrattuale come licenze e brevetti;
  • le consulenze per i progetti di innovazione, di ricerca e di sviluppo;
  • le spese generali;
  • i materiali che devono essere utilizzare per svolgere le attività previste nell’ambito del progetto.

Contributi a fondo perduto Mise per collaborazioni grandi imprese e Pmi

Nell’ambito dei contributi a fondo perduto del Mise per la ricerca e lo sviluppo possono rientrare anche le grandi imprese. In particolare la collaborazione di una grande imprese e una Pmi produce un aiuto del 15% dei costi ammissibili per la grande impresa e il 50% per quelli della Pmi nel caso in cui quest’ultima sostenga almeno il 30% delle spese ammissibili per il progetto.