Reddito di cittadinanza, cosa succede a chi a settembre non lo percepirà più?

Il 2023 è un anno rivoluzionario per chi fino ad ora ha usufruito di forme di sostentamento pubbliche e in particolare con il reddito di cittadinanza, infatti le nuove regole saranno in vigore dal 1° gennaio 2024, ma l’erogazione del reddito di cittadinanza termina dal primo settembre 2023. Resteranno quindi dei mesi scoperti cosa succederà ai percettori del reddito di cittadinanza?

Reddito di cittadinanza in pensione dal 1° settembre 2023

Il reddito di cittadinanza è una misura che ha creato molti contrasti all’interno della società tra persone favorevoli a questa misura e detrattori che pensano possa costituire un disincentivo alla ricerca attiva di un lavoro e un modo per coprire il lavoro in nero.

Già dall’insediamento, il Governo Meloni ha iniziato a lavorare a uno strumento alternativo rispetto al reddito di cittadinanza. Il primo provvedimento adottato ( legge 197/2022, legge di bilancio per il 2023) ha previsto che già dal 1° settembre 2023 non ci sarà più l’erogazione di questa misura di welfare.

Cosa succede a chi non percepirà il reddito di cittadinanza dal 1° settembre 2023?

La normativa dispone la divisione dei nuclei percettori in due categorie. La prima comprende famiglie con componenti  disabili o minori o over 60,  con ISEE fino a 9.360 euro annui, la seconda categoria di nuclei percettori comprende invece soggetti occupabili di età compresa tra 18 e 59 anni.

Per i primi nuclei fino al 1° gennaio 2024 non cambia nulla, le misure transitorie prevedono la corresponsione del reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023, dal primo gennaio invece potranno chiedere l’assegno di inclusione con durata massima di 18 mesi, rinnovabili.

Per i secondi nuclei invece è prevista una sorta di misura di accompagnamento. Le famiglie composte da soggetti occupabili percepiranno il reddito di cittadinanza fino al 31 agosto 2023, mentre il 1° settembre se non già prese in carico  dai servizi sociali in percorsi di formazione o orientamento, dovranno richiedere il Supporto formazione e lavoro (art 12 DL 48 2023) con durata massima 12 mesi.

Attualmente ancora non sono state dettate le linee guida per questo fondamentale passaggio, ma si dovrà provvedere entro l’estate in modo che i percettori possano correttamente adempiere a queste nuove misure.

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Contributi datori di lavoro per chi assume percettori assegno di inclusione

Indennità di frequenza minori: cos’è, a chi spetta e come richiederla

L’indennità di frequenza è una prestazione economica corrisposta ai minori con disabilità fino al compimento del 18° anno di età e finalizzata all’inserimento scolastico.

Cos’è l’indennità di frequenza minorenni

L’indennità di frequenza minorenni è un’indennità corrisposta dall’Inps in favore dei minorenni che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti normali in relazione alla propria età. Spetta inoltre ai minori ipoacusici con perdita uditiva superiore ai 60 decibel nell’orecchio migliore con le frequenze di 500, 1.000, 2.000 hertz.

Viene corrisposta per un periodo massimo di 12 mesi in corrispondenza della frequenza a un corso o a un trattamento terapeutico-riabilitativo.

Alla scadenza del termine annuale il tutore del minore avente diritto alla percezione dell’assegno devono presentare all’Inps una dichiarazione in cui confermano la presenza dei requisiti necessari all’ottenimento dell’indennità di frequenza minorenni. Per i ragazzi di età compresa tra i 6 anni e i 16 anni, basta presentare la domanda una sola volta e la stessa resta valida per tutto il periodo di frequenza della scuola dell’obbligo. Anche in questo caso occorre però comunicare l’eventuale cambio di scuola, ad esempio da un istituto di scuola secondaria di primo grado a uno di secondo grado.

L’importo mensile percepito è di 287,09 euro mensili, lo stesso viene però riconosciuto solo al disabile minorenne che abbia un reddito personale annuo inferiore a 4.931,29 euro. La corresponsione ha inizio dal mese successivo rispetto a quello in cui è iniziata la frequenza del corso.

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I corsi la cui frequentazione consente di ottenere l’indennità di frequenza minorenni sono:

  • scuole pubbliche o private di ogni ordine e grado ( anche asili nido);
  • centri di formazione o addestramento professionale pubblici e privati convenzionati la cui frequenza abbia la finalità del reinserimento sociale dei soggetti;
  • centri ambulatoriali, diurni o di tipo semi-residenziale, pubblici o privati, operanti in regime convenzionale, specializzati nel trattamento terapeutico, nella riabilitazione e nel recupero di persone portatrici di handicap.

Incompatibilità dell’indennità di frequenza minori

Non tutti possono percepire l’indennità di frequenza minorenni, infatti la legge prevede delle incompatibilità rispetto ad altre prestazioni, in particolare non possono ottenere l’assegno coloro che percepiscono:

  • l’indennità di accompagnamento per invalido civile totale;
  • l’indennità di accompagnamento per i ciechi totali;
  • la speciale indennità prevista per i ciechi parziali;
  • l’indennità di comunicazione prevista per i sordi prelinguali.

Un ulteriore limite è costituito da forme di ricovero presso strutture.

Coloro che si trovano in una situazione di incompatibilità possono optare per la rinuncia ad una di esse.

Come ottenere l’indennità di frequenza minorenni?

L’indennità di frequenza minorenni può essere richiesta solo in seguito al riconoscimento da parte di una commissione medico-legale. Il verbale deve essere comunicato all’Inps compilando il modulo AP70 attraverso la voce servizio “Invalidità civile – Invio dati socio-economici e reddituali per la concessione delle prestazioni economiche”. Il tutore può autonomamente inoltrare la domanda tramite il sito Inps, oppure rivolgersi a enti di patronato. I tempi per la liquidazione della praticva massimi sono di 30 giorni, come stabilito da legge n. 241/1990.

L’indennità di frequenza spetta solo agli invalidi minorenni, ma cosa accade se a 18 anni si frequenta ancora la scuola?

Come diventare docenti esperti? Ecco tutte le novità

Negli ultimi giorni abbiamo spesso sentito parlare di docenti esperti, si tratta di una figura introdotta nel decreto Aiuti Bis (articolo 38), è stato detto che saranno solo 8.000 in Italia, uno per ogni istituto e che avranno annualmente un premio di 5.650 euro, cioè 400 euro in più in busta paga. Ciò di cui invece si è parlato poco è l’iter necessario per ricoprire tale ruolo. Ora ne parliamo.

Quando entrerà in funzione il docente esperto?

La prima cosa che molti probabilmente non hanno capito perché non chiaramente sottolineata è che il docente esperto non entrerà in funzione nell’anno scolastico 2022-2023 e neanche nei successivi, infatti il suo ruolo è previsto per il 2032. Perché un lasso di tempo così ampio? Semplicemente perché occorrono 3 cicli formativi con esito positivo di durata ciascuno almeno triennale e da non conseguire contemporaneamente ma in modo consecutivo. L’introduzione dei docenti esperti è legata con la riforma del reclutamento e dell’assunzione del personale docente (decreto legge 36 del 2022).

Il percorso formativo per i docenti esperti

I corsi dovranno svolgersi fuori dall’orario di lavoro, al termine di ciascun corso con esito positivo viene dato anche un premio in denaro. I corsi dovranno avere tra le finalità l’acquisizione di competenze digitali, l’acquisizione di competenze per un uso critico e responsabile dei nuovi strumenti digitali anche in riferimento al benessere psico-fisico dello studente e in particolare di quelli che hanno bisogni particolari. Infine, dovranno essere acquisite competenze sulle pratiche di inclusione.

Colui che assume la qualifica di docente esperto all’interno di un istituto avrà l’obbligo di permanere nello stesso istituto per almeno un triennio.

La selezione dei docenti esperti

Al fine di selezionare i docenti esperti, tra coloro che hanno i requisiti si provvederà a stilare una graduatoria che tiene in considerazione le valutazioni conseguite nei vari corsi di formazione. In caso di parità, si provvederà a scegliere in base all’anzianità di servizio in qualità di docente di ruolo nell’istituto in cui si è proceduto alla valutazione. In caso di ulteriore parità saranno tenuti in considerazione i voti conseguiti nei vari titoli.

Il docente esperto sarà attivo per gli anni scolastici:

  • 2032-2033;
  • 2033-2034;
  • 2034-2035.

In seguito sarà necessario un’autorizzazione di cui all’articolo 39, comma 3-bis, della legge 27 dicembre 1997, n.449 nei limiti delle cessazioni avvenute.

Da quanto emerge il docente esperto non avrà funzioni ulteriori, viene semplicamente premiata la specializzazione acquisita nel tempo.

Incentivi per gli insegnanti nel decreto Aiuti Bis

Il decreto Aiuti Bis prevede ulteriori incentivi per gli insegnanti, infatti è previsto il “Bonus formazione insegnanti” non inferiore al 10% e non superiore al 20% del trattamento stipendiale dell’insegnante per il superamento di percorsi formativi di durata triennale.

Per le altre misure de decreto Aiuti bis leggi:

Misure di contrasto alla siccità in agricoltura nel decreto Aiuti Bis

Decreto Aiuti Bis: arriva l’aumento delle pensioni già a ottobre

Fringe benefit nel decreto Aiuti Bis: aumenta la quota non imponibile

Bonus psicologo rifinanziato con il decreto Aiuti Bis

Decreto Aiuti Bis ed imprese, tutte le misure per le attività

Contributi per la formazione: tre bandi Fondimpresa, in Lombardia avviso per imprese e professionisti

Tre bandi al via di Fondimpresa per la formazione aziendale. Gli asset di formazione strategica saranno tre e riguarderanno il green e il digitale, l’istruzione di base e le piccole imprese. In tutto le risorse stanziate per le competenze delle imprese e delle Pmi saranno pari a 75 milioni di euro. La formazione aziendale sarà inquadrata nella ripresa in atto e alla luce dei processi innovativi del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) che sta cambiando l’aspetto digitale e sostenibile del tessuto industriale.

Bando Fondimpresa, Avviso 1 del 2022: formazione a sostegno dell’innovazione digitale e tecnologica

Il primo bando è l’avviso 1 del 2022 e riguarda la formazione aziendale a sostegno dell’innovazione tecnologica e digitale di processo o di prodotto delle imprese. Per il primo avviso sono stati stanziati fondi per 20 milioni di euro. Si andranno a finanziare progetti per aumentare la competitività delle imprese sul mercato e la possibilità di acquisire, da parte del personale, nuove competenze. Competenze, queste ultime, ormai obsolete e da aggiornare soprattutto in merito alla trasformazione green, digitale e di transizione verso un’economia più sostenibile.

Fondimpresa, al via il bando sulle competenze di base del personale

Il secondo bando, contenuto nell’avviso numero 2 del 2022, riguarda le competenze di base del personale aziendale. Il totale dei fondi stanziati è di 40 milioni di euro. L’esigenza di fornire le giuste competenze si riscontra nei numeri. In Italia 13 milioni di adulti tra i 25 e i 64 anni, ha un livello di istruzione bassa. Si tratta di lavoratori che, tra 5 anni, faranno ancora parte dei settori lavorativi italiani. Da qui la necessità di aggiornare le competenze di base per rimanere competitivi sul mercato del lavoro.

Bando Fondimpresa sulle competenze di base, quali saranno le materie da trattare?

Il bando Fondimpresa sulle competenze di base investirà nella formazione dei dipendenti delle aziende in queste materie:

  • competenze alfabetiche e funzionali;
  • matematica e conoscenza delle scienze;
  • ingegneria e tecnologia;
  • competenze sociali, personali, di cittadinanza, espressioni culturali;
  • attitudini imprenditoriali e competenze digitali;
  • competenze multilinguistiche.

Avviso Fondimpresa 3/2021, la formazione per le piccole e medie imprese (Pmi)

L’ultimo bando di Fondimpresa attivo riguarda l’avviso aperto dello scorso anno numero (numero 3 del 2021). I fondi a disposizione per la formazione sono pari a 15 milioni di euro e andranno a vantaggio delle piccole e medie imprese per piani formativi aziendali e interaziendali. Ciascuna piccola impresa potrà beneficiare di processi formativi di importi compresi tra i 1.500 euro e i 10 mila euro. Le imprese, grazie a questo avviso, potranno adeguare la formazione dei dipendenti rispetto agli obblighi imposti dalla normativa.

Bando Regione Lombardia per la formazione continua: di cosa si tratta?

Bando aperto dal 27 gennaio scorso in Lombardia per la formazione continua a cura di Confprofessioni. Si tratta dell’avviso finalizzato a incrementare la formazione del capitale umano rispetto alle esigenze di aggiornamento inerenti l’internazionalizzazione delle imprese, la transizione digitale, la transizione ecologica e la sostenibilità ambientale, il turismo e gli eventi sul territorio della regione, e la competitività delle imprese.

Avviso Regione Lombardia per la formazione continua, chi può richiedere i contributi?

L’avviso rientra nel programma Por Fse del settennato 2014-2020 e prende il titolo di Avviso pubblico per l’assegnazione di voucher aziendali per interventi di formazione continua del 2022. Per la presentazione delle domande si raccomanda la procedura a sportello per corsi di formazione fino all’esaurimento dei fondi. La scadenza ultima sarà comunque il 15 ottobre prossimo. Il totale dei fondi è pari a 8,5 milioni di euro per il 2022. Il corso deve essere iniziato entro due mesi dalla concessione dei contributi a favore delle imprese, dei liberi professionisti anche in forma associata e dagli enti del terzo settore.

Assunzioni con Garanzia Giovani: requisiti e informazioni

Garanzia Giovani (Youth Guarantee) è il Programma europeo nato dalla necessità di far fronte alle difficoltà di inserimento lavorativo dei giovani. Con questo obiettivo sono stati previsti finanziamenti agli Stati membri che abbiano un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25%. I fondi sono investiti nelle politiche attive di orientamento, di istruzione, di formazione e di assunzioni lavorative a favore dei giovani che non siano impegnati in attività lavorative e non siano inseriti in percorsi scolastici o formativi (i cosiddetti “Neet” – Not in Education, Employment or Training).

Garanzia giovani: chi può aderire

Possono aderire al programma Garanzia giovani ragazzi e ragazze tra i 15 e i 29 anni (entro il giorno prima del compimento del trentesimo anno di età), non impegnati in attività lavorative e non inseriti in un regolare corso di studi (scuole secondarie o università) o che non seguano corsi di formazione, inclusi master, dottorati e corsi di alta formazione. La registrazione al piano è preclusa anche a coloro che, pur non frequentando l’università, ne risultano iscritti. Sono altresì esclusi gli iscritti ad attività di tirocinio.

Cosa prevede Garanzia Giovani?

L’adesione al programma Garanzia giovani prevede la possibilità di ricevere un’offerta di lavoro entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dalla fine del percorso di studi. Oltre all’occupazione, il programma può prevedere il proseguimento degli studi, di apprendistato e di tirocinio, con colloqui indirizzare a individuare il percorso di inserimento personalizzato in base alle competenze individuali, professionali e formative, ai percorsi di formazione specifici indirizzati al lavoro oppure al reinserimento nei percorsi formativi o a periodi di formazione nelle aziende con indennità di partecipazione mensile.

Giovani per l’autoimprenditorialità, il servizio civile e la mobilità professionale

Sono inoltre previsti servizi per l’autoimprenditorialità, con servizi a sostegno delle attitudini imprenditoriali mediante formazione, assistenza nella stesura del progetto imprenditoriale e supporto alle star-up, anche con accesso a strumenti di credito. Rientra nel programma anche il servizio civile, da svolgere come esperienza di partecipazione civica e sociale ai progetti di solidarietà, assistenza e cooperazione e per il quale è prevista una retribuzione. Infine, l’adesione riguarda anche la mobilità professionale in Italia e verso gli altri Paesi della Comunità europea con la previsione di un voucher a copertura dei costi di viaggio e l’alloggio per sei mesi.

Come iscriversi al programma Garanzia giovani

Per aderire è necessario iscriversi al programma nazionale Garanzia giovani secondo le regole aggiornate a dicembre 2019. È richiesta la registrazione al portale MyAnpal, l’area riservata del portale Anpal, attraverso lo Spid (il Sistema pubblico di Identità Digitale), la Cie (Carta di Identità Elettronica) o la Cns (Carta nazionale dei servizi). Sul portale MyAnpal l’interessato effettua la vera e propria adesione al programma selezionando la Regione o la Provincia autonoma dove desidera usufruire delle opportunità previste dal piano.

In alternativa, è possibile aderire al programma anche dai portali regionali o da quello nazionale di Clicklavoro. L’adesione comporta normalmente la comunicazione da parte della Regione attraverso un link mediante il quale l’interessato può scegliere e contattare un operatore accreditato ai servizi lavorativi.

Domicilio e residenza nell’iscrizione a Garanzia giovani

L’informazione relativa al domicilio, all’atto della registrazione al programma Garanzia giovani, non è determinante ai fini della validità dell’iscrizione. Sarà possibile fornire i dati più aggiornati in sede di colloquio presso il Centro pubblico per l’impiego indicato in fase di registrazione. Iscriversi al programma è consentito in qualsiasi Regione, a prescindere da dove si ha la residenza o il domicilio.

Ci si può iscrivere a una Regione diversa dal proprio domicilio o residenza?

È perfino possibile iscriversi in una Regione diversa da quella dove si possiede il domicilio o la residenza, in base alle priorità collegate alle proprie esigenze di formazione o di lavoro. Infine, si può usufruire delle misure e dei servizi di una Regione diversa da quella scelta in fase di registrazione. Ad esempio, si può essere assunti da una Regione differente da quella che ha preso in carico l’interessato.

Ci si può iscrivere presso più Regioni?

È possibile registrarsi, contemporaneamente, a più di una Regione, anche se sarà un unico Centro per l’impiego, e dunque una sola Regione, a prendere in carico l’interessato. In ogni caso, l’interessato verrà convocato dai Centri per l’impiego di tutte le Regioni selezionate, potendo successivamente scegliere per quale Regione si impegnerà nell’avvio del proprio percorso di formazione o di lavoro. In tal caso, vale la sottoscrizione del Patto di servizio che fa decadere tutte le altre iscrizioni presso altre Regioni.

Non è necessario, in ogni modo, che l’interessato si presenti a tutte le convocazioni che arrivano dal Centri per l’impiego delle diverse Regioni. Dovrà invece presentarsi esclusivamente alla convocazione del Centro per l’impiego appartenente alla Regione di suo interesse.

Dopo la registrazione al portale MyAnpal, l’accoglienza e l’orientamento al Centro per l’impiego

Dopo la registrazione al programma, è prevista la fase di accoglienza e di orientamento, della durata di circa due ore, che si svolge presso lo sportello della Regione scelta. È la Regione stessa, entro 60 giorni dall’adesione, a contattare l’interessato e a indirizzarlo presso lo sportello, che può essere il Centro pubblico per l’impiego. Allo sportello, l’interessato può:

  • ricevere informazioni sul Programma, conoscere gli obiettivi di Garanzia giovani e sapere chi le attua a livello nazionale e regionale;
  • ricevere supporto sulla definizione dell’obiettivo professionale, come ad esempio la scelta del percorso formativo indicato e disponibile oppure l’opportunità lavorativa attraverso un tirocinio o un apprendistato;
  • essere preso in carico, conoscere le modalità di accesso alle misure di Garanzia giovani e gli enti ai quali rivolgersi.

Entro quanto tempo arriva un’opportunità di lavoro o formazione del programma Garanzia giovani?

Una volta terminata la fase di colloquio e di orientamento, è necessario sottoscrivere con l’operatore del Centro pubblico per l’impiego il Patto di servizio, consistente in un accordo tra il richiedente e il Cpi stesso, nonché il Piano di Azione Individuale. Con i due strumenti risultano indicate le opportunità e i percorsi selezionati in base al profilo del richiedente, già scelti dall’operatore quali idonei per l’inserimento nel mondo del lavoro oppure per la formazione e l’istruzione. Dalla firma del Patto di servizio, il Centro pubblico per l’impiego ha quattro mesi di tempo per offrire una delle opportunità di lavoro o di formazione previste dal programma Garanzia giovani.

Corso di formazione online per i commercialisti italiani

I commercialisti italiani ora possono fruire gratuitamente di un utile il corso di formazione in materia di revisione degli Enti locali in modalità e-learning. Il corso, attivo dall’1 ottobre scorso, nasce dal protocollo d’intesa siglato dal Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili con il ministero degli Interni, la Ragioneria Generale dello Stato e la Fondazione nazionale dei Commercialisti.

I commercialisti italiani possono accedere alla piattaforma di e-learning attraverso un link presente sul sito del proprio Consiglio nazionale, inserendo i propri dati anagrafici e il proprio codice fiscale. In questo modo potranno seguire il corso, articolato in 17 moduli di circa un’ora ciascuno, fruibili anche separatamente.

Ciascun modulo consentirà, ai commercialisti italiani che lo seguiranno, di acquisire 1 credito formativo professionale in materia di “Contabilità pubblica e gestione economica e finanziaria degli enti territoriali”. I singoli moduli saranno disponibili fino al 30 novembre 2015. Per i professionisti ritardatari si tratterà solo di avere un po’ di pazienza: i moduli torneranno disponibili dall’1 gennaio al 30 novembre 2016.

Durante la prima fruizione di ciascun modulo, agli iscritti verranno somministrati i test di verifica il cui superamento è necessario per acquisire il credito formativo professionale. Dopo la prima fruizione, ciascun modulo potrà essere rivisto in ogni sua singola parte. Una modalità che permette ai commercialisti italiani una consultazione permanente del materiale didattico, senza dover passare ogni volta attraverso le procedure di monitoraggio e riconoscimento del credito.

L’attestazione dei crediti maturati viene automaticamente trasmessa per e-mail ai commercialisti italiani iscritti e archiviata nell’area dedicata ai certificati al termine della fruizione di ciascun modulo.

Corsi di formazione per il settore retail

Per un imprenditore sono importantissime la formazione e lo stare al passo con i tempi. Ecco perché è importante segnalare l’avvio, in questo mese di aprile (termine a ottobre 2015), dei corsi di formazione nell’ambito retail, curati da Confimprese e Cegos.

Si tratta di 11 corsi di formazione di 1 giorno, formulati in 3 edizioni, 2 su Milano e 1 su Roma, e in 2 moduli e-Learning, con approfondimenti tematici di 30/45 minuti per arricchire il percorso formativo degli alunni con nuove skill.

I corsi di formazione hanno come figure target specialmente gli area manager, gli store manager e gli addetti alla vendite. Sono corsi molto utili e interessanti anche e soprattutto per quanti già operano come imprenditori nel mondo del franchising o vogliono intraprendere il loro business in questo importante settore.

Lo conferma Francesco Montuolo, vice presidente Confimprese: “Il target prescelto dai nuovi corsi di formazione è specifico per le figure professionali maggiormente richieste dalle nostre catene che, aprendo oltre 600 punti vendita quest’anno con ricerca e assunzione di personale qualificato perlopiù nell’area vendita, necessitano di formazione specifica”.

Nel retail – commenta a sua volta Emanuele Castellani, amministratore delegato Cegos Italiale risorse sono un fattore chiave, perché quando entrano in contatto con un cliente, rappresentano l’intera azienda e i momenti della verità sono davvero molti. In questi momenti non si può fallire, perché spesso non ci sono opportunità per recuperare. Per questo è importante essere davvero competenti, efficaci e lasciar trasparire la propria leadership”.

Fondoprofessioni dà il via ad un bando per la formazione professionale

Il Consiglio di amministrazione di Fondoprofessioni, presieduto da Massimo Magi, ha dato il via ad un bando da 1,5 milioni di euro per finanziare la formazione negli studi professionali.
Le risorse sono state così ripartite:

  • 700 mila euro per la realizzazione di corsi rivolti al personale degli studi professionali, che applicano il Ccnl studi professionali;
  • 600 mila euro destinati ai corsi rivolti ai dipendenti delle società, che applicano altri contratti;
  • 200 mila euro per l’organizzazione di seminari.

La scadenza del bando è stata fissata per il 3 giugno 2013.

Il Fondo ha inoltre individuato ha individuato un massimale di risorse erogabili per piano formativo pari a 30 mila euro.
Ogni piano formativo, corsuale o seminariale, potrà essere composto da più progetti. I singoli progetti potranno avere, nel caso dei corsi, una durata da 16 a 40 ore, mentre i seminari potranno avere una durata di 4 oppure 8 ore.
Ogni progetto corsuale potrà avere un numero di partecipanti tra4 e 16 unità, mentre molto più ampio il numero di partecipanti ai seminari.

I piani formativi potranno essere presentati da enti formatori accreditati presso il Fondo per conto di studi professionali, aziende, consorzi, ATS, ATI, organizzazioni di rappresentanza, studi professionali per conto di aziende collegate.
Ovviamente gli studi professionali e le aziende, per vedere accettata la domanda di accesso al bando, dovranno necessariamente risultare aderenti al Fondo.
Tale adesione è gratuita e può essere svolta dallo studio di consulenza, nell’ambito della “denuncia aziendale”.

Per procedere alla presentazione del piano formativo, gli enti formatori dovranno compilare il formulario elettronico all’interno della piattaforma informatica presente sul sito Fondoprofessioni.it.
Contemporaneamente, dovrà essere inviata al Fondo la documentazione di presentazione prevista dal bando.
Nello specifico, ai fini dell’ammissibilità del piano formativo entro il 3 giugno 2013 dovranno pervenire all’indirizzo pec presentazioneavvisi@pecfondoprofessioni.it la domanda di finanziamento, l’accordo sindacale e la documentazione relativa al soggetto proponente.

Vera MORETTI

A Natale borse firmate? No, borse di studio

Il comparto della pelletteria è uno tra i più ricchi e vivaci per la piccola e media impresa italiana. Tenerlo attivo e creativo è interesse non solo del proprio settore, ma dell’intera economia del Paese. Ecco perché assume grande importanza l’iniziativa lanciata dall’Alta Scuola di Pelletteria Italiana (Aspi), che per Natale ha chiesto alle aziende associate di destinare al sostegno della formazione dei giovani, ovvero all’apprendimento e alla trasmissione di quel “saper fare” che costituisce la prima ricchezza del comparto della pelletteria di lusso, le risorse solitamente riservate agli omaggi natalizi.

L’appello di Karlheinz Hofer, presidente dell’Alta Scuola di Pelletteria Italiana: “A Natale risolvi il problema dei regali aziendali scegliendo un dono davvero speciale, che parli di te e della tua azienda. Scommetti sui nuovi talenti e sul futuro della pelletteria di lusso. E sponsorizza le borse di studio che permetteranno a tanti ragazzi e ragazze di acquisire le competenze adeguate per entrare da protagonisti nel mercato del lavoro“.

Molti imprenditori hanno già manifestato la volontà di intervenire a supporto dei tanti allievi della scuola, mettendo a disposizione nuove risorse economiche integrative. Gucci, per esempio, ha risposto alla proposta con ben dieci sottoscrizioni.

Durante tutto l’anno – prosegue Hoferorganizziamo percorsi formativi e di specializzazione, con l’obiettivo di trasmettere le competenze e la passione per la professione. Ma dato il costante aumento delle richieste di figure tecniche da parte delle aziende del nostro territorio e il rinnovato interesse dei giovani per questo settore, sentiamo anche il bisogno e il dovere di ricercare risorse finanziarie aggiuntive affinché i candidati meritevoli possano accedere ai vari corsi. Ogni anno, infatti, molti aspiranti pellettieri di talento, privi di basi economiche sufficienti, non riescono a frequentarli“.

E siccome non si fa niente per niente, in segno di riconoscenza e per dare la giusta visibilità all’impegno di chi ha aderito all’iniziativa, Aspi invierà a tutti i clienti e i fornitori degli sponsor un biglietto d’auguri elettronico personalizzato, impegnandosi a garantire un ritorno di immagine attraverso i suoi strumenti di comunicazione.

Per info: Laura Chini, 335 465935, Tiziana Morganti – Teresa Sampugnaro, 055 756039, www.altascuolapelletteria.it, info@altascuolapelletteria.it

Corsi di aggiornamento online per INT

Al fine di ottimizzare i tempi e di garantire comunque ai propri iscritti il raggiungimento del 50% dei crediti necessari, INT, l’Istituto Nazionale Tributaristi, ha deciso, per il prossimo biennio 2013-2014, di puntare su corsi di formazione e seminari online.

Le motivazioni riguardano soprattutto il susseguirsi di scadenze e adempimenti che i tributaristi fiscali devono rispettare, che rendono il loro lavoro sempre più serrato e il tempo sempre più esiguo.
INT, alla luce di queste conclusioni, ha optato per un aggiornamento da farsi tramite videoconferenze online interamente gratuite su materie ed argomenti fondamentali per l’attività professionale, con sistemi di controllo della frequenza tramite test finali e quesiti in diretta.

A completare l’offerta formativa ci sono la pubblicazione dell’ e-mail quotidiana di aggiornamento e accreditamento-convenzione con i principali enti ed organizzazioni di seminari e convegni di studio.

Riccardo Alemanno, presidente nazionale INT, ha commentato così questa decisione: “Con i tanti problemi di tempo ed oggi, più che mai, anche di costi vogliamo fornire delle opportunità ai nostri iscritti senza rinunciare alla qualità dell’ aggiornamento professionale. Per un professionista del settore contabile-tributario l’aggiornamento è fondamentale, quindi il concetto di formazione deve andare al di là della obbligatorietà, il buon professionista lo deve sentire come una esigenza. Già quest’anno avremo nel prossimo bimestre due videoconferenze gratuite sperimentali che fungeranno da apripista al progetto on-line per il biennio 2013-2014, senza dimenticare che contestualmente si terranno le giornate di studio, sempre gratuite, con incontro-confronto sul territorio, come le prossime che si svolgeranno ad Ancona, Pordenone e Milano“.

Vera MORETTI