Sciopero all’Ilva: quale futuro?

 

IERI

Sallusti ai domiciliari: l’ex direttore de ‘Il Giornale’ potrebbe scontare 16 mesi agli arresti domiciliari a casa di Daniela Santanchè. Il procuratore capo del Tribunale di Milano Edmondo Bruti Liberati ha notificato quest’oggi al giornalista un decreto che per la seconda volta sospende l’esecuzione della carcerazione per un anno e 4 mesi, stabilita dalla Corte di Cassazione, ora toccherà al magistrato di sorveglianza decidere, entro 5 giorni, se accogliere la richiesta dei domiciliari. E proprio quest’oggi l’Aula del Senato ha bocciato l’articolo 1 della legge sulla diffamazione, quello che prevede il carcere, fino a un anno, per i giornalisti accusati di diffamazione.

Fiat fusione con Cnh: Fiat Industrial e Cnh si fonderanno in una società di nuova costituzione di diritto olandese (NewCo). Nel dettaglio la fusione prevede che gli azionisti di Fiat Industrial ricevano un’azione di NewCo per ciascuna azione di Fiat Industrial e gli azionisti di Cnh riceveranno 3,828 azioni di NewCo per ciascuna azione di Cnh. Cnh pagherà poi agli azionisti di minoranza un dividendo di 10 dollari per ciascuna azione di Cnh.

Monti dichiara guerra all’evasione: “sotto il profilo del fisco siamo in uno stato di guerra contro gli evasori e non è possibile avere la pace sociale, una pace tra cittadini e tra cittadini e Stato se non viene ruvidamente contrastato questo fenomeno” assume la linea dura il Premier Mario Monti contro la piega dell’evasione agli stati generali dei manager (Cida) che si sono svolti ieri a Milano. “Non esiste sviluppo italiano senza Europa” ha concluso il Presidente del Consiglio a margine dell’incontro.

Arrestato Salvatore Di Grazia: alla fine il colpevole giace quasi sempre tra le mure di casa. Arrestato ieri a Catania Salvatore Di Grazia con l’accusa di omicidio e soppressione del cadavere della moglie, Maria Francesca Cimo’, per gli amici Mariella. La donna era scomparsa dalla sua abitazione il 25 agosto del 2011, ma Salvatore aveva atteso il 5 settembre successivo per dichiararne la scomparsa alle forze dell’ordine. I due erano sposati da 43 anni. Il corpo della donna non è stato trovato.

OGGI

Occupy Ilva: ieri la decisione di chiudere gli impianti della fabbrica siderurgica tarantina e oggi gli scioperi. Un centinaio di operai si sono radunati questa mattina davanti agli ingressi dell’Ilva per forzare i varchi d’ingresso, mentre di primissima mattina è iniziato lo sciopero proclamato da Fiom Cgil- Fim Cisl e Uilm Uil: le azioni dimostrative sono una reazione in seguito alla decisione dell’Ilva l’azienda di mettere in libertà i dipendenti dell’area a freddo delle altre fabbriche italiane. Immediata la replica del Ministro dell’Ambiente Clini, che assicura che una soluzione sarà pronta già per giovedì: “stiamo lavorando con il premier Mario Monti e con i miei colleghi ministri per risolvere la situazione in tempi rapidi, come peraltro siamo abituati a fare. Il governo opererà per rendere possibile la piena applicazione dell’autorizzazione integrata ambientale, sulla base di quanto disposto dalle direttive europee e dalle leggi nazionali; e allo stesso tempo consentire la continuità delle attività produttive”. Il ministro ha poi assicurato che farà in modo che “l’Ilva investa le risorse necessarie per il risanamento degli impianti”.

Forza Italia 2.0: social network e web 2.0 per ridare linfa vitale a un partito che non si riconosce più. Il pioniere delle tv private ha deciso che il suo futuro (e quello del suo partito) è nella rete, di internet si intende. E mentre il Cavaliere si dice pronto a ‘scatenare l’inferno’ a suon di cinguetti di Twitter, in questi giorni sta stilando la lista dei suoi futuri vassalli: fuori Alfano, fuori Cicchitto, fuori la Carfagna (tutti gli ex An poi non gli vanno giù) e dentro l’amica di sempre Daniela Santanchè, Mariastella Gelmini e l’ex ministro allo Sviluppo economico Paolo Romani. E Frattini? Troppo vicino a Monti prima, a Montezemolo poi per l’ex Premier Berlusconi, che a quanto pare non perdona, nemmeno con un hashtag.

Riduzione debito greco: 13 ore di consiglio per i ministri delle Finanze dell’Eurozona hanno trovato l’accordo sulla Grecia: lo stato membro dell’Ue riceverà 3 tranche di aiuti per 43,7 miliardi. In precedenza, Eurogruppo ed Fmi hanno trovato un accordo sulla riduzione del debito pubblico greco, che oggi ha raggiunto il 170% del Pil: il debito di Atene dovrà scendere entro il 2020 al 124% e sotto al 110% nel 2022.

Morto Joseph Murray: un eroe, un visionario, un grande chirurgo. È morto a Boston a 93 anni, il Dott. Murray, il primo chirurgo al mondo a portare a termine con successo, nel 1954, un trapianto di rene su un essere umano. L’organo era stato prelevato da un gemello omozigote e trapiantato nel corpo del fratello gemello. Murray ha vinto il premio Nobel per i suoi studi in medicina e fisiologia.

DOMANI

Bersani e Renzi da mamma Rai: un faccia a faccia sulla prima emittente del servizio pubblico. Dopo il primo turno delle Primarie del Pd, dopo le polemiche scatenate dalla sfida a 5 ospitata da Sky ( e non dalla rete nazionale) è atteso per domani il dibattito fra Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani, che si sfideranno al ballottaggio il prossimo weekend. A condurre il duello politico sarà Monica Maggioni, la giornalista del Tg1 che già aveva seguito in prima linea la sfida politica da Obama e Romney per la poltrona alla Casa Bianca. C’è aria di Obama mania?

Water Convention: si aprirà domani a Roma la 3 giorni dedicata alla protezione e l’uso dei corsi d’acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali (“Water Convention”). La sesta sessione della riunione delle parti della Convenzione Unece sarà ospitata fino al 30 novembre alla Camera dei deputati: ad aprire i lavori sarà il ministro dell’Ambiente Corrado Clini.

Legge elettorale: sarebbe dovuta approdare domani in Senato il testo di riforma della legge elettorale, anche se Renato Schifani ha già messo le mani avanti: “se il rinvio dovesse essere breve e costruttivo non sarò certo io ad impedirlo – ha già fatto sapere il presidente del Senato. – Io lavoro per la stesura di un testo ampiamente condiviso, e mi risulta che si stia lavorando in questo senso e quindi resto fiducioso, in una logica attenta ma allo stesso tempo propositiva e costruttiva”. I motivi dello slittamento sono strettamente politici: da un lato l’attesa del ballottaggio del Pd domenica prossima, (e Bersani che intende non esporsi in un momento così cruciale), dall’altra il caos che regna nel Pdl, e il Cavaliere pronto a lanciare il suo Forza Italia 2.0.

 

Alessia CASIRAGHI

Giungla metropolitana

Cronaca di uno sciopero annunciato:  la metro di Milano collassa e 30mila passeggeri restano intrappolati nei tunnel sotterranei . ‘Uno sciopero così non è da Paese civile ‘ titolano i quotidiani, mentre Atm e il Comune si sono trovati a fare i conti con una situazione di emergenza che non ha predenti. E’ attesa invece per domani, in Parlamento, la discussione sul decreto legge Sviluppo e sugli Enti Locali.

IERI

Metro Milano: ‘uno sciopero così non è da Paese civile’ titolano oggi i quotidiani italiani. Scene di isteria collettiva, mezza bloccati nelle gallerie e passeggeri costretti ad avventurarsi nel buio dei tunnel metropolitani per trovare una via di fuga: in 30mila sono rimasti bloccati ieri pomeriggio, poco prima delle 18, ora limite della fascia di garanzia, sulla linea 1 della metro a causa di un malore di una passeggera all’altezza di Porta Venezia che ha scatenato il caos. Laconici gli interventi di Atm e dell’assessore ai trasporti di Milano, Pierfrancesco Maran: “Chiederemo ad Atm una relazione accurata”. Le scene documentate via twitter e smartphone, non lasciano però dubbi: quella di ieri è apparsa davvero come una giungla metropolitana, dove passeggeri esasperati dal pericolo di perdere l’ultimo treno si sono gettati sotto i cancelli in chiusura delle metro.

Massacro Diaz: sono trascorsi oltre 11 anni dal quel maledetto 21 luglio 2011 quando le squadre della polizia hanno invaso la scuola Diaz di Genova, sede del Genoa Social Forum durante il G8. Ieri la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza d’appello (25 condanne a funzionari e agenti della polizia) definendo i fatti della Diaz “un puro esercizio di violenza indiscriminata contro persone inermi che hanno gettato discredito sulla Nazione agli occhi del mondo”. Una ‘macelleria messicana’ come la definì all’epoca il vice questore Fournier, in un Paese come l’Italia dove il codice penale non prevede ancora ad oggi il reato di tortura.

Bianco Fiorito: nel dubbio, meglio comprarsi un fuoristrada. Complice la nevicata da record che aveva investito Roma nel febbraio scorso (emergenza con cui si trovò a fare i conti un impreparato Alemanno), Franco Fiorito pare abbia trovato la sua personale soluzione per fronteggiare l’emergenza: acquistare una Jeep Wrangler. Non sapendo però che, prima o poi, le ‘catene’ gli sarebbero toccate comunque.

OGGI

Villa Certosa in vendita: la residenza in Costa Smeralda dell’ex Premier in vendita per la cifra record di 470 milioni di euro. L’acquirente? Secondo i rumors sarebbe un magnate sovietico, ex Presidente di uno degli Stati che un tempo facevano parte dell’Urss. La villa, in tutto 4.550 metri quadrati, vanta un parco di 120 ettari e un giardino con un finto vulcano. Come dire, sarebbe un peccato se l’affare andasse in fumo!

Sentenza Daccò: è attesa per questo pomeriggio alle 16 la sentenza del Gup Cristiana Mannocci in relazione alla bancarotta dell’ospedale San Raffaele. I pm avevano chiesto una condanna a 5 anni e 6 mesi per il faccendiere della sanità, mentre di 3 anni era stata la richiesta per l’imprenditore Andrea Bezziccheri.

DOMANI

Dl sviluppo e enti locali: appuntamento in Parlamento domani alle 15.30: il Consiglio dei Ministri si riunisce per discutere il decreto legge Sviluppo che contiene anche misure su infrastrutture, istruzione, Pubblica Amministrazione, semplificazione e salute. Secondo punto all’ordine del giorno il decreto legge in materia di finanza e funzionamento degli Enti locali e infine un disegno di legge con nuove disposizioni di semplificazione amministrativa a favore dei cittadini e delle imprese.

Giovedì al cinema: rivoluzione nel mondo della sale cinematografiche: da domani i film in prima visione usciranno il giovedì, e non più il venerdì. Un giorno speciale insomma, che è anche il titolo dell’ultimo film di Francesca Comencini, presentato in concorso al Festival del Cinema di Venezia, un’istantanea di 24 ore sulla vita di due ragazzi, Marco e Gina, poco meno che ventenni, ma con il grande sogno di entrare nel mondo ‘che conta’. Sempre domani, esce nella sale “Un sapore di ruggine e ossa”, con il premio Oscar Marion Cotillard nelle vesti di un’addestratrice di orche che ha subito un grave incidente.

Alessia CASIRAGHI

Il ritorno del Cavaliere

Il Cavaliere si tuffa in rete, e all’indomani delle dimissioni della “sua” Renata Polverini dalla Presidenza della Regione Lazio, rilascia un’intervista fiume al neonato Huffington Post Italia. Servirà da acqua battesimale? Il Cav si toglie qualche sassolino dalla scarpa a proposito del Governo Monti, ma non scioglie il riserbo sulla sua possibile candidatura.  Intanto prosegue la tenzone fra Marchionne  e Della Valle, fra coblas al vetriolo e dichiarazioni poco cortesi. La sfida vera pare però che si giocherà sull’erba verde: non certo di un duello a colpi di spada, ma del campo da calcio dove staserà si affronteranno Fiorentina-Juventus. Che vinca il migliore.

IERI

Renata rottamata: l’annuncio ufficiale alle stampa ieri sera attorno alle venti: Renata Polverini si è dimessa dalla carica di Presidente della Regione Lazio. “Io vado via a testa alta, il Consiglio invece non è più degno di rappresentare il Lazio: quindi questi signori li mando a casa io” ha affermato la Polverini, che si è detta costretta a lasciare “per una faida interna al Pdl, con personaggi ameni che si aggirano per l’Europa a rappresentare l’Italia: uno che pensava di girare con il Suv (Fiorito ndr) e un altro che voleva regolare le sue partite politiche (Battistoni ndr). Nella decisione di dimettersi sembra aver giocato un ruolo fondamentale l’Udc: Casini infatti, al Tg3 avev già ammonito “Polverini lasci. Gli italiani apprezzeranno. Mi auguro che il Presidente Polverini e chi ha collaborato con lei in modo serio capisca che con questa marea di fango che si è alzata, restituire la parola agli elettori significa essere dignitosi”. Ad apprezzare la scelta di farsi da parte della Presidente del Lazio anche l’ex premier Berlusconi: “Renata Polverini non ha fatto niente di immorale né di illegittimo, apprezzo la sua scelta”.

Clessidra per LA7: si svuota ormai la clessidra di La7. E’ scaduto il tempo per la presentazione delle offerte non vincolanti per acquistare l’emittente di proprietà di Telecom Italia Media. E proprio ieri a farsi avanti è stato un contendente inatteso: il gruppo Clessidra, il fondo di investimento italiano guidato da Claudio Sposito, ex amministratore delegato di Fininvest.  Clessidra avrebbe proposto la sua offerta per l’intero gruppo TI media nel suo complesso, il cui valore è stimato attorno ai 450 milioni di euro. Ma chi sono gli altri contendenti? Secondo quanto trapelato, oltre a Clessidra, sul tavolo ci sono le offerte di Cairo, la concessionaria pubblicitaria di La7, 3 Italia e Rtl, oltre al gruppo americano Discovery.Ma c’è una quinta possibilità: l’investimento del gruppo Clessidra potrebbe coinvolgere nel capitale il giornalista Enrico Mentana, magari con delle stock option. Il mistero si infittisce, e il titolo di TI Media svetta in Borsa: + 8,2%.

OGGI

Berlusconi è online: il battesimo è con un’intervista fiume all’ex Premier Silvio Berlusconi per l’edizione italiana dell’Huffington Post, diretto da Lucia Annunziata. L’ex Presidente della Repubblica risponde a caldo sulle dimissioni di Renata Polverini, prendendo le sue difese “non ha fatto niente di immorale”. Poi interpellato circa l’attuale governo tecnico – in cui tiene a ribadire che lui stesso è stato un tecnico – muove le sue critiche verso la politica di austerity su cui è impregnato il Governo Monti, sui cui, secondo l’ex premier, ha pesato il condizionamento da sinistra: “il professor Monti ha preferito aumentare le tasse invece di rimettere in moto produzione e consumi. Vorremmo più coraggio – afferma Berlusconi e continua – Fermi restando rigore nei conti e pareggio di bilancio, è ora opportuno che il governo Monti cambi il passo della politica economica, puntando allo sviluppo”. Tra le tasse più odiate del Governo Monti c’è senza dubbio l’Imu, e il Cavaliere fa propaganda annunciando che la sua prima misura riguarderebbe la dismissione della tassa: “la nostra proposta è abolire l’Imu sulla prima casa. Una tassa intollerabile per gli italiani, che diversamente dal resto d’Europa abitano per l’80 per cento nella casa di proprietà. L’Imu andrebbe considerata una imposta “una tantum” per l’emergenza, un pronto soccorso che dovrebbe trasformarsi in Imu federale soltanto sulle seconde case. Il mancato introito potrebbe essere recuperato attraverso il nostro piano di attacco al debito pubblico per 400 miliardi di euro”. Ma tra necessità di una nuova legge elettorale, difesa del bipolarismo e odi et amo con l’ex ministro Tremonti, il Cavaliere non sa ancora se sfodererà le sue armi contro il Drago di San Giorgio. Italiani avvisati.

Governo – sindacati Fiat: appuntamento questa sera alle 19.30 al Ministero del Lavoro per il vertice tra i rappresentati dei sindacati Fiat e i ministri Corrado Passera e Elsa Fornero. Sul tavolo la questione dei cassintegrati Fiat, anche se il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti si domanda: come possiamo discutere di ammortizzatori sociali se Fiat non li ha nemmeno chiesti?”. Le sigle sindacali di di Cgil, Cisl, Uil e Ugl incontreranno in mattinata Sergio Marchionne per chiedere all’AD del Lingotto di far partire i nuovi modelli negli stabilimenti Fiat. “Il momento idoneo per fare gli investimenti di cui parla Marchionne è adesso – continuato Angeletti – almeno per alcuni investimenti, come Mirafiori, per alcuni modelli che devono essere in vendita nel 2014».

Fiorentina- Juventus: anticipo della quinta giornata di campionato questa sera allo stadio Artemio Franchi di Firenze. La Fiorentina pensa alla formazione anti-Pirlo, anche se stasera dovrà a centrocampo ad Alberto Aquilani, fermo per infortuni. Non c’è che dire, il match continua fuori e dentro il campo da calcio e le pagine dei giornali: almeno quello tra Sergio Marchionne e Diego della Valle, Patron della Fiorentina.

DOMANI

Sentenza Sallusti: il giorno del verdetto è atteso per domani. Mercoledì la Cassazione si esprimerà circa la regolarità della sentenza che ha condannato in secondo grado il direttore del Giornale a 14 mesi di detenzione. L’accusa è di omesso controllo, per un articolo ritenuto diffamatorio pubblicato su Libero (ma che non portava la sua firma) al tempo in cui Sallusti era il direttore del quotidiano milanese.

Beatles al cinema: sarà domani nei cinema di tutta Italia per un solo giorno “Magical mistery tour” la visionaria pellicola firmata dai Beatles nel 1967. I quattro di Liverpool decisero di girare il film per dare seguito al successo di ‘Sgt. Pepper’: si tratta di un viaggio in autobus da Londra alla Cornovaglia ricco di incontro molto casuali.

 

Alessia CASIRAGHI

La Cassazione bacchetta i “furbetti dello scontrino”

La Corte di Cassazione interviene con una sentenza a bacchettare i “furbetti dello scontrino“. Secondo la Corte, infatti, la mancata emissione della ricevuta fiscale, pur in presenza di registrazione del corrispettivo, non può essere considerata violazione puramente formale dal momento che rende impossibile l’esatta determinazione dei ricavi. Per questo motivo il contribuente deve pagare la sanzione e lo deve fare per intero.

La sentenza in oggetto, nello specifico è la 13504 del 27 Luglio 2012, la quale inaugura un nuovo orientamento nella giurisprudenza e ribalta, di fatto, il giudizio di appello nei confronti di un esercente che non aveva emesso un consistente numero di ricevute fiscali pur registrando gli incassi nel registro dei corrispettivi.

Nello specifico, la Suprema Corte ha affermato di nuovo, nella sua motivazione, l’esaustività degli articoli 48 e 49 del Dpr 633/1972, sulla materia IVA, escludendo l’applicabilità della particolare circostanza attenuante prevista dall’articolo 1 del Dm 1 settembre 1931 e considerando poco rilevanti i richiami del giudice di appello al comma 5-bis dell’articolo 6, del Dlgs 472/1997 e all’ultimo comma dell’articolo 8 della legge 4/1929.

Art.18 da luna di miele: sentenza contro licenziamento senza giusta causa

 

Chi l’ha detto che dopo le nozze si deve partire subito per la luna di miele? E perché mai questo dovrebbe comportare un licenziamento per giunta “per giusta causa”? A stabilirlo è la Suprema Corte che ha respinto il ricorso della società aeronautica Aerosoft, in causa con un suo ingegnere partenopeo.

La vicenda è andata così, e siamo sempre alle prese con il tormentato Articolo 18.

Nel 2008, la Corte d’appello di Napoli aveva sentenziato che l’ingegner Mario G. aveva diritto ad essere reintegrato nel posto di lavoro.

Il dipendente era partito per la luna di miele 10 giorni dopo la celebrazione delle sue nozze. All’Aerosoft la cosa non era andata giù, e aveva detto bye bye al lavoratore neo sposino.

Come l’ha presa lui? Si sono ritrovati tutti sotto il martelletto del giudice, che lo aveva giustificato.

Oggi, con sentenza 9150 la Corte di Cassazione è tornata a dargli ragione, imponendo ad Aerosoft il pagamento delle spese processuali più 3,000 euro per l’avvocato difensore dello sposo.

Con questa decisione si stabilisce che i lavoratori in vista dei fiori d’arancio sono liberi di scegliere la data del loro viaggio di nozze che non necessariamente deve coincidere con quella della celebrazione del matrimonio. Allo stesso modo, gli imprenditori non possono dare il benservito ai quei dipendenti che scelgono di cominciare la loro luna di miele qualche tempo dopo il giorno più bello.

In sostanza, “la luna di miele può essere procrastinata ad un periodo ragionevolmente connesso, in senso temporale, con la data delle nozze, ciò essendo sufficiente a mantenere il necessario rapporto causale con l’evento”. Inoltre, la giornata del matrimonio non deve essere necessariamente ricompresa nei 15 giorni di congedo anche se il viaggio di nozze non può avvenire in maniera “del tutto svincolata dall’evento giustificativo”.

Detto tra noi: uno, il lavoro che fa, mica se lo sposa; ma quel che è giusto è giusto. Chissà se gli sposini avranno mandato una cartolina dalla loro vacanza!?
Paola PERFETTI

L’Agenzia delle Entrate ricorre in Cassazione contro la Commissione Tributaria Regionale

E’ stato accettato il ricorso presentato dall’Agenzia delle Entrate contro la pronuncia della Commissione Tributaria Regionale, la quale avrebbe erroneamente omesso di considerare degli elementi di fatto rilevanti per quanto riguarda la sistematica sottofatturazione nella vendita a rate, elemento rilevante ai fini della legittimità dell’accertamento dell’Amministrazione finanziaria.

Per questo, il ricorso delle Entrate è stato accolto dalla Corte di Cassazione.

Questi elementi sono, di fatto, la mancata registrazione nei registri propri della società delle battiture di scontrini fiscali equivalenti agli importi delle differenze non fatturate rispetto ai contratti di finanziamento, l’assenza nel registro delle fatture emesse ed in quello dei corrispettivi degli importi suddetti e l’esistenza di fatture attive relative a tali differenze.

Pertanto, la Corte di Cassazione, avendo trovato “una obiettiva deficienza del criterio logico”, ha accettato il ricordo presentato.

Vera MORETTI

Niente rimborso Irpef per gli affitti non percepiti

Il proprietario-locatore di un locale commerciale non ha diritto al rimborso Irpef relativo ai canoni di locazione non percepiti, anche se ha ottenuto lo sfratto per morosità del conduttore. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 651 del 18 gennaio.

La possibilità di non dichiarare i redditi da locazione non percepiti, in base all‘articolo 8 della legge 431/1998, o il diritto al rimborso Irpef, riguarda infatti i soli contratti di locazione a uso abitativo e non a fini commerciale, così come stabilito dalla sentenza 362/2000 della Corte costituzionale.

La regola generale fissata dal Tuir (articolo 23 del Dpr 917/1986, nel testo vigente ratione temporis) prevede infatti che i canoni di locazione devono essere dichiarati, a prescindere dal fatto se siano stati incassati o meno. Nonostante l’introduzione di un’eccezione al principio generale, con l’articolo 8, comma 5, della legge 431/1998, in base alla quale i canoni non percepiti non concorrono a formare il reddito complessivo del contribuente, a patto però che la morosità del locatario risulti dal provvedimento di convalida dello sfratto per morosità, il Ministero delle Finanze specifica però che tale provvedimento entra in vigore per il locatario soltanto dal periodo d’imposta in cui ottiene il provvedimento giurisdizionale, ovvero a partire dalla dichiarazione dello sfratto.

Sull’argomento si sono da sempre confrontati due opposti orientamenti giurisprudenziali:
• il primo, che fa capo alla sentenza 6911/2003, afferma che, in tema di determinazione del reddito dei fabbricati, l’articolo 35 del Dpr 597/1973, laddove stabilisce che il reddito lordo effettivo è costituito dai canoni di locazione risultanti dai relativi contratti, esso riguarda soltanto i criteri applicabili per la revisione della rendita catastale e non può essere invocato sulla tassazione del reddito effettivo di un immobile

• il secondo, propugnato dalla successiva pronuncia 12095/2007, sostiene invece che il solo fatto dell’intervenuta risoluzione consensuale del contratto di locazione, unito alla circostanza del mancato pagamento dei canoni relativi a mensilità anteriori alla risoluzione, non è idoneo, di per sé, a escludere che tali canoni concorrano a formare la base imponibile Irpef

Con la sentenza 651 del 18 gennaio 2012, la Corte di Cassazione ha stabilito invece, propugnando per il secondo orientamento, che i canoni di locazione commerciale dovranno essere dichiarati fino alla data in cui è intervenuta la risoluzione del contratto, anche se non incassati per morosità del conduttore.

Polizze fideiussorie: argomento spinoso

di Vera MORETTI

Il tema delle polizze si rivela spesso molto spinoso, soprattutto quando c’è di mezzo la giurisprudenza.
La recente sentenza 65/2012 della Corte di cassazione apporta ulteriori contributi alla giurisprudenza in tema di polizza fideiussoria a garanzia del recupero delle somme rimborsate tramite conto fiscale. In particolare, applicando la nozione di causa concreta, la Corte afferma la persistenza della garanzia anche in caso di inesistenza del rapporto tributario o del soggetto che invochi il rimborso e anche nell’eventualità di colpa dell’Amministrazione finanziaria.

La questione in particolare riguarda un contenzioso tra una società assicuratrice e l’Amministrazione finanziaria circa la validità della polizza in ipotesi di inesistenza dei debitori principali. Il supremo Collegio ha accolto il ricorso avverso la sentenza d’appello, che condannava l’Amministrazione alla restituzione delle somme versate dalla società, in ragione di polizze fideiussorie stipulate a garanzia di rimborsi erogati a mezzo conto fiscale con i legali rappresentanti di cooperative rivelatesi inesistenti.

Anche questa volta i giudici di legittimità sono stati chiamati a definire quale sia la natura e l’oggetto della polizza fideiussoria in esame e in che rapporto essa si ponga rispetto al modello tipico della fideiussione, dal momento che se entrambi sono strumenti posti dall’ordinamento con funzione di garanzia, peculiarità strutturali e contenutistiche ne distinguono il relativo regime giuridico.

La sentenza si è posta come obiettivo primario di sintetizzare in modo chiaro e coerente quelli che sono, in linea generale, gli aspetti strutturali e funzionali della polizza fideiussoria. In relazione alla configurazione dell’assetto negoziale, e sotto il profilo genetico-strutturale, la polizza fideiussoria è articolata in due distinti rapporti:

  • uno tra contribuente e fisco, concernente l’obbligazione tributaria, i cui presupposti e la cui disciplina seguono le regole proprie del diritto tributario
  • l’altro tra fisco e fideiussore, che trova il suo fondamento nella polizza fideiussoria e nella garanzia con essa prestata, precludendo al garante di sottrarsi all’adempimento richiestogli dall’Amministrazione finanziaria eccependo vicende inerenti al rapporto tributario.

Questa differenza può essere definita essenziale nella sua natura, ed è elemento normale ed essenziale del vincolo fideiussorio l’identità con l’obbligazione principale nella sua stessa quantità e nelle sue stesse condizioni.

C‘è anche da dire, però, che la polizza non mira a garantire l’adempimento dell’obbligazione del debitore principale ma ad assicurare al creditore la presenza di un soggetto solvibile in grado di tenerlo indenne dall’eventuale inadempimento del medesimo. Ciò dimostra il venir meno di uno degli elementi strutturali della fideiussione, vale a dire l’accessorietà dell’obbligazione del garante rispetto a quella del debitore principale, con conseguente slittamento verso il modello del contratto autonomo di garanzia e inadeguatezza del modello legale fideiussorio.

Il verdetto della Cassazione consegue, si è detto, all’applicazione della nozione di causa in concreto al contratto di polizza fideiussoria. La Corte individua la ratio della disciplina della procedura di cui al Dm 567/1993 nella celerità dell’erogazione del rimborso, che prevede il rinvio dell’Amministrazione, a un tempo successivo, dei controlli approfonditi, prevedendosi nella fase dell’erogazione la sola verifica di alcuni minimi requisiti formali, di cui l‘istanza del contribuente deve essere corredata, e della prestazione della garanzia, per il caso di non spettanza del rimborso eventualmente corrisposto.
Il carattere centrale della prestazione di garanzia consente, dunque, di individuarne la causa concreta nell’assicurare all’Amministrazione finanziaria non già il corretto adempimento dell’obbligazione tributaria sottostante alla richiesta di rimborso, ma esclusivamente l’effettiva spettanza di quest’ultimo, qualora effettuato in favore di colui che viene indicato in polizza.

La pronuncia è in linea con l’orientamento manifestato più volte in materia, per cui appare oggi predicabile un’interpretazione del concetto di causa che, sul presupposto della obsolescenza della tesi che la configurava come strumento di controllo della sua utilità sociale, affonda le proprie radici in una serrata critica della teoria della predeterminazione causale del negozio ricostruendo tale elemento in termini di sintesi degli interessi reali che il contratto stesso è diretto a realizzare.

Capocantiere vs Imprenditore. Di chi è la responsabilità?

La Corte di cassazione ha stabilito, con la sentenza n. 44650 del 1° dicembre 2011, che non spetta all’imprenditore edile rispondere dei danni subiti da un operaio sul suo cantiere, se al momento dell’incidente la responsabilità era stata affidata ad un capocantiere o ad un coordinatore dei lavori.

I giudici del Tribunale di Asti proprio ieri hanno assolto un imprenditore edile accusato di lesioni colpose a seguito della caduta di un operario da un’impalcatura di circa 185 cm. In primo luogo perché non erano applicabili al caso giudiziario le norme antinfortunistiche poste a tutela dei lavori in quota, che riguardano però le impalcature superiori ai due metri. In secondo luogo, al momento dell’incidente era già stato nominato un capocantiere, assente in quel giorno per malattia, e un coordinatore, che è invece stato ritenuto colpevole in un altro procedimento con patteggiamento della pena.

Dopo il ricorso in cassazione da parte della pubblica accusa, anche se l’altezza dell’impalcatura non rendeva direttamente applicabili le norme antinfortunistiche, la Procura aveva stabilito che, in considerazione degli obblighi cautelari imposti dall’art. 2087 del Codice Civile, l’altezza dell’impalcatura, di poco inferiore ai due metri, rendeva la situazione concreta estremamente pericolosa per l’incolumità degli addetti.

Secondo la Procura dunque il datore di lavoro avrebbe dovuto rimuovere i fattori di rischio presenti in cantiere: l’impalcato avrebbe dovuto cioè alla parete del fabbricato, evitando interstizi pericolosi per gli operai.

La quarta sezione penale di Asti non ha però accettato il ricorso, confermando l’assoluzione dell’imputato. Inoltre, vagliando l’organigramma aziendale, ha stabilito che la nomina di capocantiere e coordinatore era stata fatta nei tempi e modi corretti. L’imprenditore edile non dovrà quindi rispondere dei danni subiti dall’operaio in seguito alla caduta da un’impalcatura. La responsabilità passa dunque a capocantiere e coordinatore, regolarmente nominati e responsabili dell’accaduto per non aver vigilato sul cantiere.

A.C.

Stipendio in nero? Il lavoratore ci paga le tasse

I consulenti del lavoro intervengono in materia di lavoro nero e lo fanno con il parere n. 26 della loro Fondazione Studi. In base a questo parere, se la retribuzione è in nero, non è solo il datore a dover pagare le tasse ma anche il lavoratore. I consulenti del lavoro ricordano come, a una lettura superficiale della giurisprudenza della Cassazionesembrerebbe che il lavoratore resti del tutto estraneo alla tassazione della propria retribuzione, essendo compito esclusivo del datore di assoggettare a ritenuta il relativo importo“. “Tuttavia – sostengono i consulentila Corte di Cassazione in più occasioni ha stabilito che anche il lavoratore è correo, dovendo provvedere ad assoggettare a tassazione la retribuzione percepita pure in assenza di ritenuta da parte del datore, ovvero in caso di pagamenti in nero“. 

Inoltre, secondo la Cassazione, nel caso specifico in oggetto “è errata la conclusione, in punto di diritto, che la contribuente fosse esonerata dall’obbligo fiscale essendovi una norma primaria che impone al datore l’obbligo di effettuare le ritenute e versarle“. La Corte ritiene dunque che “in caso di mancato pagamento della ritenuta d’acconto da parte del lavoratore, il soggetto obbligato al pagamento del tributo sia anche il lavoratore contribuente”.

Secondo la Suprema Corte, l’intervento del sostituto lascia inalterata la posizione del sostituito, che è deve dichiarare i redditi assoggettati a ritenuta, poiché concorrono a formare l’imponibile sulla quale, secondo il criterio di progressività, sarà calcolata l’imposta dovuta, detraendosi da essa la ritenuta subita come anticipazione del prelievo.