Proroga Superbonus unifamiliari: presentati gli emendamenti. Accordo su responsabilità solidale

Ottime notizie potrebbero arrivare presto per coloro che hanno ottenuto il Superbonus 110% ma non riescono a completare il 30% dei lavori entro il 30 settembre e rischiano così di perdere parte dei contributi. Infatti il mancato rispetto di questo termine prevede la perdita del beneficio con riconoscimento solo delle somme effettivamente spese fino a tale data. Ecco cosa sta succedendo per il superbonus unifamiliari.

Presentati gli emendamenti per la proroga del termine del 30 settembre per superbonus unifamiliari

Sono stati presentati al decreto Aiuti Bis gli emendamenti per la proroga del superbonus per unifamiliari fino al 31 dicembre e senza condizioni, cioè senza necessità di completare il 30% lavori entro il 30 settembre 2022, ma rispettando esclusivamente il termine finale. L’emendamento mira ad aiutare coloro che hanno i lavori bloccati.

Il 30 settembre 2022 è attualmente il termine temporale da rispettare per le unifamiliari al fine di potersi avvalere del Superbonus 110%. Entro tale termine è necessario dimostrare di avere effettuato almeno il 30% dei lavori, compresi quelli non ricadenti nelle agevolazioni Superbonus.

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Superbonus per proprietari unifamiliari: cosa cambia con l’approvazione degli emendamenti?

Gli emendamenti per la proroga del superbonus unifamiliari sono due e sono stati presentati uno dalla Lega e uno da Italia Viva, se approvati consentirebbero a coloro che hanno avuto accesso ai benefici del superbonus di poter continuare a fruire dell’agevolazione senza dover rispettare il limite dello Stato di Avanzamento dei Lavori entro il 30 settembre 2022.

Ricordiamo che il decreto Aiuti Bis deve essere convertito entro l’inizio del mese di ottobre e le principali discussioni sono proprio sul Superbonus e soprattutto sull’eventuale reperimento delle risorse necessarie per il suo ulteriore finanziamento e sulla facilitazione delle operazioni di cessione del credito.

Tra le misure che si auspicano c’è la responsabilità solidale tra beneficiario e cessionario del credito solo nel caso in cui sia provata la truffa. Proprio su tale emendamento è appena arrivato l’accordo che prevede la responsabilità solidale tra beneficiario e cessionario solo in caso di dolo o colpa grave. Questo accordo potrebbe sbloccare numerosi crediti incagliati.

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Aggiornamento emendamenti superbonus unifamiliari

Purtroppo tra le misure approvate dal Senato nel pomeriggio del 13 settembre 2022, non c’è la proroga del temine del 30 settembre per il SAL 30% per le villette unifamiliari. Ne deriva che restano in vigore le precedenti norme, anche se è probabile un inserimento all’interno del decreto Aiuti Ter

Gli appuntamenti della settimana dal 12 al 18 settembre 2022

Si apre una settimana importante per tutti gli italiani, ecco gli appuntamenti da non perdere che ci porteranno a metà settembre.

Ritorno a scuola per gli studenti italiani: senza mascherina e con il compagno di banco

Nella settimana dal 12 settembre al 18 settembre la maggior parte degli studenti di ogni ordine e grado ricomincerà la scuola. Dopo due anni di pandemia, si ritorna a scuola senza mascherina, i banchi potranno di nuovo accogliere due alunni: superiamo il distanziamento. C’è forte apprensione, nonostante i numeri siano in calo, sono in molti a temere una nuova ondata. Aumento previsto anche per traffico e stress.

Conversione Aiuti Bis e messa a punto del decreto Aiuti Ter

Mancano ormai due settimane al voto del 25 settembre, i partiti e i mass media non possono più rendere noti i sondaggi per non influenzare il voto. La campagna elettorale diventerà probabilmente più feroce.

Questa è la settimana decisiva anche per il decreto Aiuti Ter. Il valore dovrebbe essere di circa 12-13 miliardi di euro. Dovrebbe aiutare famiglie e imprese a far fronte al caro energia e quindi evitare nuovi stop alle produzioni che mettono a rischio numerosi posti di lavoro. Nella relazione presentata al Parlamento ci sono anche maggiori entrate per lo Stato pari a 6,2 miliardi di euro. Le maggiori entrate dovranno però essere approvate dal Parlamento di cui molto esponenti politici sono impegnati nella campagna elettorale. I maggiori esponenti hanno già dichiarato che lasceranno la campagna elettorale per andare in Parlamento per un forte senso di responsabilità nei confronti degli italiani.

Nel frattempo il Parlamento è anche impegnato con la conversione del decreto Aiuti Bis che ha raccolto numerosi emendamenti, tra cui quello che prevede il taglio dell’Iva sul pellet. La sensazione è che si voglia far slittare la conversione al dopo voto per non esporsi troppo. Non mancano però critiche a questo atteggiamento visto che molte delle risorse messe a disposizione con il decreto legge sono state già utilizzate per aiutare gli italiani. Il nodo cruciale sarà il Superbonus che il M5S vuole salvare a tutti i costi, ma il Premier Draghi ha reso noto che un eventuale nuovo finanziamento ricadrà sulle tasche di tutti gli italiani.

Tra i nodi da sciogliere ancora ci sono anche la tassazione degli extraprofitti, l’ampliamento del bonus sociale e una nuova rateizzazione delle bollette.

Addio definitivo alla Regina Elisabetta II, scadenze fiscali guerra in Ucraina

Questa settimana ci porterà anche al funerale della Regina Elisabetta II e sicuramente tutti i passi della Famiglia Reale saranno attenzionati dalla cronaca, non mancheranno pettegolezzi. Così come non mancheranno sulla royal family tutta italiana: Ilary – Totti. Autunno caldo anche per loro.

Molto caldo anche il fronte ucraino, da cui derivano molti aumenti, infatti sembra che i militari dell’Ucraina stiano nuovamente avanzando e recuperando territori.

Settimana calda anche per le scadenze fiscali del 16 settembre.

Sarà una settimana importante per le imprese che dovranno rispettare numerosi appuntamenti, infatti per alcune attività si apre la possibilità di presentare istanza per crediti di imposta, ad esempio per le edicole, per le imprese che fanno innovazione tecnologica  e autotrasporti. Inoltre è ancora possibile richiedere il Bonus Fiere.

Iva sul prezzo del pellet: a breve potrebbe essere ridotta. Ultime novità

Presentato l’emendamento al decreto Aiuti Bis per la riduzione dell’Iva al 10% sul prezzo del pellet. Ecco quanto potrebbero risparmiare gli italiani se venisse approvato.

Presentato l’emendamento per ridurre l’Iva sul prezzo pellet

È ormai noto che il prezzo del pellet è ormai arrivato alle stelle, è raddoppiato in vendita pre-stagionale e si attendono ulteriori rincari dovuti alla scarsità del materiale e all’aumento della domanda visto che ad oggi è ancora più conveniente rispetto al metano il cui prezzo tende ancora al rialzo e soprattutto vi è un elevato rischio di razionamento.

Quando però noi acquistiamo il pellet il prezzo non è determinato solo dal materiale in sé, ma c’è l’aliquota Iva che in questo caso è del 22%. Naturalmente all’aumento del costo del pellet corrisponde un aumento dell’esborso dell’Iva a carico del consumatore e di conseguenza anche le entrate dello Stato ne beneficiano. Come nel caso dei carburanti si crea un extra-gettito fiscale.

Proprio per questo motivo, insieme al desiderio di aiutare gli italiani ad affrontare il prossimo inverno, Elvira Lucia Evangelista, vice presidente della Commissione Lavori Pubblici e oggi candidata al listino proporzionale al Senato per il Terzo Polo e senatrice di Italia Viva, ha presentato un emendamento al decreto Aiuti Bis che dovrebbe essere convertito all’inizio di ottobre in cui il taglio dell’Iva sul prezzo del pellet del 10%. Questa misura non andrebbe a incidere sulle entrate correnti dello Stato perché l’aumento del prezzo ha comunque determinato maggiori entrate.

Leggi anche: Pellet: perché il prezzo è così alto? Speculazione o aumento dei costi?

Emendamenti sono arrivati anche dal M5S, attraverso la deputata Elisa Tripodi, in questo caso due. Il primo volto a ridurre l’Iva al 10% e il secondo volto addirittura a ridurre l’Iva sul prezzo del pellet al 5%. In questo caso si tratterebbe di una misura eccezionale e temporanea.

Quanto si risparmierebbe con l’Iva al 10% sul prezzo del pellet?

Attualmente un sacco di pellet da 15 kg di buona qualità costa intorno a 10 euro, con oscillazioni verso l’alto. Su questo prezzo gli italiani purtroppo versano 2,20 euro di Iva, una quota di certo non trascurabile. Riducendo l’Iva al 10% gli italiani dovrebbero pagare circa 1 euro sullo stesso sacco di pellet e di conseguenza potrebbero acquistare il pellet a 8,80 euro al sacco. Considerando un consumo medio di almeno 160 sacchi in un anno, il risparmio di circa 192 euro. Di certo visti, tutti i rincari, non sarebbe male un aiuto simile.

Nel frattempo ricordiamo che fino al 5 ottobre vi è stata la proroga del taglio delle accise sui carburanti.

Cosa farà il docente esperto? Avrà incarichi ulteriori?

Cosa farà il docente esperto? Questa misura sta già creando una certa curiosità e apprensione, infatti non sono ancora ben chiari i contorni di questo particolare profilo professionale. Cerchiamo di capire quanto finora sembra essere plausibile, sebbene i dubbi siano davvero tanti.

Il ruolo del docente esperto: quali mansioni in più dovrà svolgere?

Il docente esperto è stato introdotto nel decreto Aiuti Bis, articolo 38. Ad oggi si conosce in misura più o meno chiara il percorso formativo.

Per saperne di più leggi: Come diventare docenti esperti? Ecco tutte le novità

Conosciamo la retribuzione che dovrebbe essere su base annuale di 5.650 euro lordi, 15% del trattamento stipendiale, da corrispondere su base mensile in misura di 400 euro, ricordiamo però che sarà applicata la tassazione. È risaputo anche che chi assume tale ruolo in un istituto dovrà permanervi per almeno 3 anni, ma cosa farà il docente esperto? Questo in realtà ancora non è dato sapere con certezza.

La prima cosa da sottolineare che questa è la prima volta che si tenta di differenziare la retribuzione degli insegnanti, sebbene vi siano stati diversi tentativi tutti andati male. A dire il vero anche a questo giro non vi è alcuna certezza, infatti il Pd e Italia dei Valori hanno già chiesto l’eliminazione della norma in oggetto e con il voto alle porte molte cose potrebbero effettivamente cambiare.

Il docente esperto non avrà nuove e diverse funzioni

Cosa farà il docente esperto? Da quanto emerge nulla di più degli altri docenti, ma semplicemente viene premiato per la sua formazione aggiuntiva rispetto agli altri insegnanti. La formazione sarà specifica e cioè vertente su nuove tecnologie, inclusione in particolare per gli alunni disabili e quindi semplicemente il docente esperto potrebbe trasmettere maggiori conoscenze rispetto ad altri e ciò deve essere premiato. La lettera del testo dice: la qualifica di docente esperto non comporta nuove o diverse funzioni oltre a quelle dell’insegnamento. Il docente esperto dovrebbe supportare il miglioramento dell’offerta formativa complessiva.

Non manca chi in realtà lega questa figura al decreto legge 36 che prevede formazione e aggiornamento permanente con attività di :

  • formazione;
  • tutoraggio;
  • guida allo sviluppo delle potenzialità degli studenti;
  • sostegno ai processi di innovazione didattica.

Si deve però dire che questa sorta di estensione è una libera interpretazione visto ciò che l’articolo 38 del decreto Aiuti Bis invece dice che tale figura professionale in nulla si differenzierà, se non nella formazione, dagli altri docenti.

Il docente esperto apre un ulteriore problema, cioè tutti i docenti potrebbero seguire questo percorso formativo e quindi avere tali maggiori capacità, ma poi perché alcuni, a parità di funzioni, dovrebbero non ricevere questo bonus economico? Questo è il principale motivo per il quale anche i sindacati chiedono lo stralcio di questa norma optando invece per un adeguamento stipendiale per tutti i docenti in considerazione anche del fatto che le retribuzioni degli insegnanti sono tra le più basse d’Europa.

Misure di contrasto alla siccità in agricoltura nel decreto Aiuti Bis

Il decreto Aiuti Bis, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 agosto 2022, comprende misure di sostegno per le aziende agricole per il contrasto agli effetti della eccezionale siccità che le ha colpite.

Misure di contrasto alla siccità: a chi sono rivolte?

Le misure per il contrasto alla siccità previste nel decreto Aiuti bis sono rivolte alle aziende agricole rientranti nella definizione dell’articolo 2135 del codice civile e alle cooperative agricole, iscritte nel Registro delle Imprese o nell’anagrafe delle imprese agricole, che abbiano subito perdite di valore vendibile almeno del 30%.

L’articolo 13 del decreto legge 115 del 2022 ( decreto Aiuti Bis) prevede che i soggetti prima visti che a partire dal mese di maggio 2022 hanno subito danni a causa del protrarsi della siccità e che non beneficiano della copertura assicurativa a fronte del rischio siccità, possono accedere agli interventi di cui all’articolo 5 del D. Lgs. n. 102/2004, anche in deroga alle disposizioni di cui al comma 4 del medesimo articolo 5.

Tale articolo prevede che le aziende agricole possano ottenere:

  • contributi in conto capitale fino all’80% del danno subito;
  • prestiti ad ammortamento quinquennale a tasso agevolato;
  • proroga delle operazioni di credito agrario;
  • agevolazioni previdenziali.

Il decreto Aiuti Bis stabilisce anche che le misure previste per il contrasto alla siccità siano concesse in deroga al comma 4 dell’articolo 5 del decreto legislativo 102 del 2004. Non vi sono quindi particolari limiti per poter accedere, basta trovarsi nella condizione di perdita del 30% della produzione lorda vendibile.

La dotazione prevista per le misure di contrasto alla siccità

Al fine di agevolare l’erogazione delle misure di contrasto alla siccità, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano hanno 60 giorni di tempo, dall’entrata in vigore del decreto Aiuti Bis ( 10 agosto 2022) per deliberare la proposta di riconoscimento dello stato di calamità. Nel frattempo tali enti, verificata la perdita del 30% del prodotto lordo vendibile, potranno richiedere un anticipo delle somme a copertura delle spese sostenute dalle imprese per far fronte all’emergenza siccità.

Per questa misura il Fondo di Solidarietà Nazionale avrà una dotazione di 200 milioni di euro per il 2022, di questi 40 milioni di euro sono destinati proprio alle anticipazioni.

Importanti novità arrivano anche dall’articolo 15 del decreto Aiuti Bis. Prevede che sulla base dei dati provenienti dai bacini distrettuali e dai dati climatologici è possibile deliberare lo stato di emergenza di rilievo nazionale inerente la crisi idrica anche in via preventiva, in questo modo può essere organizzata un’azione di contrasto in modo più efficace, ad esempio misure per la razionalizzazione dell’uso dell’acqua.

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Decreto Aiuti Bis: arriva l’aumento delle pensioni già a ottobre

 

Fringe benefit nel decreto Aiuti bis: aumenta la quota non imponibile

Il decreto Aiuti Bis del 4 agosto 2022 porta molte novità e tra queste vi è l’aumento del tetto dei fringe benefit aziendali esentasse, inserito nell’articolo 11 del decreto Aiuti Bis.

Le misure previste nel decreto Aiuti Bis

Il decreto Aiuti Bis sarà molto probabilmente l’ultimo licenziato dal governo Draghi, ha un valore di 17 miliardi e mira ad aiutare le famiglie nella gestione degli aumenti. Prevede un anticipo dell’aumento delle pensioni già dal mese di agosto 2022, inoltre rifinanzia il Bonus Psicologo, proroga il taglio delle accise, prevede un aumento del taglio del cuneo fiscale per i redditi medio- bassi, estende il bonus di 200 euro a categorie prima escluse, riconosce aiuti alle imprese agricole per far fronte agli effetti della crisi idrica. Tra le misure inoltre previste vi è l’aumento della quota di fringe benefit che è esentasse.

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Cosa sono i fringe benefit e a quanto ammonta la quota non imponibile per il 2022?

I fringe benefit rientrano nell’ampio spettro del welfare aziendale. L’articolo 51 comma 1 del tuir stabilisce “Il reddito di lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro”, ciò vuole dire che concorrono a determinare il reddito imponibile anche i valori diversi dal denaro, imputando quindi valore di “altre liberalità”.
Al fine però di agevolare lavoratore e datore di lavoro, vige una quota che non determina reddito imponibile quindi su essa non si applica l’Irpef. L’aumento di questa quota, che in realtà non è poi molto alta, porta un ulteriore risparmio di imposta al lavoratore. Per l’azienda vi è invece il vantaggio della totale deducibilità degli importi.

Il comma 3 dell’articolo 51 stabilisce che “Non concorre a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore nel periodo d’imposta a 258,23 euro; se il predetto valore superiore al citato limite, lo stesso concorre interamente a formare il reddito.”
Al fine di aiutare le famiglie a far fronte agli aumenti che caratterizzano beni di largo consumo, come i carburanti, ma anche gli alimentari e l’energia, per il 2022, e quindi retroattivamente, la quota di fringe benefit aziendali esentasse raddoppia e arriva a 516,46 euro. In realtà anche per il 2021, al fine di far fronte all’emergenza Covid, era stato applicato un provvedimento simile. Ricordiamo che tra i fringe benefit rientrano tutta una serie di liberalità tra cui l’uso dell’auto aziendale, cellulare, buoni carburanti.

 

Decreto aiuti bis: arriva il super prof esperto e le altre misure

Il Decreto aiuti bis è in rotta di arrivo e prevede anche la figura del prof esperto nelle scuole, e anche tante altre misure

Decreto aiuti bis, tutti pronti per l’approvazione

Il nuovo Decreto aiuti bis sta per arrivare nelle case degli italiani. Forse l’ultimo firmato dal premier Mario Draghi, in previsione delle votazioni del 25 settembre. Sono tante le misure previste, soprattuto quelle a tutela delle imprese e dei rincari delle fonti di energia.

In particolar modo dovrebbero essere stanziati 5 miliardi per ridurre l’impatto dei rincari dei costi di energia. Ma anche garantire, almeno fino a fine anno, il taglio degli oneri di sistema e diminuzione del 5% l’Iva sulle bollette. Non solo previsto anche la possibilità di includere nel welfare aziendale i contributi per pagare le utenze domestiche. Mentre 4 miliardi dovrebbero essere sufficienti per tagliare il cuneo fiscale, crediti di imposta per le imprese, rinnovo del bonus sociale e prepensionamento.

Decreto aiuti bis, arriva anche il prof esperto

Novità anche nel mondo della scuola. Infatti sarà introdotta la qualifica di docente esperto. Un professore di ruolo capace di superare, con esito positivo, tre percorsi formativi. Inoltre maturerà un assegno con importo annuale pari a 5650 euro che si sommerà allo stipendio.

I prof “esperti” non potranno essere più di 8mila, per ciascuno degli anni 2032/2033, 2033/2034, 2034/2035 e 2035/2036. Prevista una “una tantum” accessoria da stabilire con i contratti tra il “10 e il 20%” per chi completa un percorso triennale.

Il provvedimento stabilisce, riportano le agenzie di stampa, inoltre che “per gli insegnanti di ruolo di ogni ordine e grado del sistema scolastico statale, al superamento del percorso formativo triennale e solo in caso di valutazione individuale positiva è previsto un elemento retributivo una tantum di carattere accessorio, stabilito dalla contrattazione collettiva nazionale, non inferiore al 10% e non superiore al 20% del trattamento stipendiale in godimento”.

Altre misure scese in campo

Per i lavoratori dipendenti è previsto il taglio sulle tasse, per redditi fino a 35 mila euro. Il taglio sarà da luglio e sarà valido per i prossimi sei mesi. Tuttavia si tratta di una misura capace di portare un beneficio lordo in busta paga pari a circa 100 euro.  Inoltre è previsto oltre un miliardo per la sanità tramite le Regioni. Stanziate somme anche per rifinanziare il bonus psicologo e bonus trasporti.

Infine è probabilmente esclusa la sforbiciata dell’Iva sui beni di prima necessità. Una delle misure tanto invocata dalle associazioni di consumatori. Soprattutto per far fronte al caro vita dovuta alla situazione di inflazione che grava sull’economia italiana.

Decreto Aiuti Bis: arriva l’aumento delle pensioni già a ottobre

Buone notizie in arrivo per i pensionati, infatti già dal mese di ottobre 2022 è previsto un anticipo dell’adeguamento delle pensioni all’inflazione che generalmente viene applicato a gennaio. Ecco cosa potrebbe cambiare.

Tutte le novità del decreto Aiuti Bis

Le novità sono nel decreto Aiuti Bis che dovrebbe aiutare gli italiani a far fronte alle conseguenze dell’inflazione che si sta registrando negli ultimi mesi. Tra le novità vi è un fondo di 900 milioni di euro destinato alla proroga del taglio delle accise sui carburanti di 30 centesimi. La misura è attualmente in vigore fino al 21 agosto e dovrebbe essere prorogata con il decreto Aiuti bis fino al 20 settembre 2022. Questa però non è l’unica novità prevista, infatti c’è anche il raddoppio del taglio del cuneo fiscale che dovrebbe essere in vigore per gli ultimi mesi dell’anno e diventare poi strutturale dall’anno 2023. Il taglio del cuneo fiscale arriva quindi all’1,8%. Infine, c’è il tanto atteso aumento delle pensioni. Fin da ora deve essere sottolineato che questa misura ha deluso i sindacati che si aspettavano un intervento più massiccio.

Aumento delle pensioni da ottobre 2022

Generalmente le pensioni aumentano nel mese di gennaio facendo riferimento all’inflazione registrata nell’anno precedente e all’inflazione prevista per l’anno in corso. A gennaio 2022 si è proceduto a un aumento dell’1,6% basato sui dati registrati a ottobre 2021 che comunque avevano come punto di riferimento gli aumenti dei costi, blandi, che si erano registrati tale anno. Nel mese di aprile vi è stato un leggero ritocco all’1,7% basato sui dati definitivi 2021, le previsioni per il 2022 non erano catastrofiche come poi si è rivelata la realtà, infatti si prevedeva un’inflazione all’1,9%.

Nel mese di luglio siamo ormai arrivati a un’inflazione intorno al 9% e naturalmente gli aumenti sulle pensioni di gennaio 2022 si sono rivelati irrisori e comunque insufficienti. Proprio per aiutare lavoratori e pensionati nel mese di agosto si è proceduto al riconoscimento di un bonus di 200 euro. Ora il Governo è a un bivio, cioè riconoscere nuovamente un bonus oppure provvedere a un aumento delle pensioni. Si è quindi provveduto a tale seconda strada, ma l’aumento degli importi pensionistici previsti nel decreto Aiuti Bis presentato dal ministro Franco è blando rispetto ai dati sull’inflazione, infatti è del 2%. Ad esempio chi ha un assegno di 1.000 euro, dovrebbe ricevere circa 20 euro in più al mese per l’ultimo trimestre dell’anno.

Dovrebbe però essere erogato anche una nticipo del conguaglio, ma per ora non è dato sapere l’ammontare.

Il costo previsto per questa misura, cioè l’anticipo dell’aumento delle pensioni dovrebbe essere di 2,38 miliardi di euro.

Il decreto Aiuti Bis dovrebbe essere pubblicato entro la fine della settimana, i partiti hanno concordato l’impegno a non presentare emendamenti al fine di facilitare l’iter di conversione del decreto che dovrebbe quindi arrivare prima della tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento del 25 settembre.

Decreto aiuti bis, su cosa si sta lavorando per famiglie ed imprese?

Decreto aiuti bis è giù sul tavolo del governo per capire come e dove intervenire visto la situazione inflazionistica che investe l’Italia

Decreto aiuti bis, potrebbero esserci disponibili 14 miliardi

Le risorse destinate al decreto aiuti bis potrebbero essere di 14 miliardi. Occorrono delle urgenti misure che possano contrastare il caro vita, come nel caso del primo decreto aiuti. Per questo motivo sono davvero tanti gli argomenti al vaglio del consiglio dei ministri che devono scegliere quali strade intraprendere. Sono infatti previste una serie di riunioni per capire come comportarsi, anche a causa della siccità che sta mettendo a dura prova alcune aziende del settore agricolo.

La misura più quotata sembra quella dell’ azzeramento dell’Iva su alcuni prodotti alimentari come pasta e pane. Ad oggi l’aliquota su questi due alimenti è pari al 4%.  Mentre potrebbe essere certa  la riduzione dell’aliquota dal 10% al 5% su carne, uova e pesce, visto la contrazione dei consumi. Il taglio potrebbe durare fino a 3 mesi per un costo di 6 miliardi. Di conseguenza la riduzione dell’iva comporterebbe una riduzione dei prezzi per il consumatore finale, almeno per riportargli agli stessi valori dei tempi pre-inflazione.

Decreto aiuti bis, altri provvedimenti

Altro provvedimento che potrebbe essere accolto è il bonus di 200 euro. Spetterebbe sempre a pensionati e dipendenti, che lo hanno già preso i primi nel mese di luglio ed i secondo ad agosto sulla busta paga di luglio. Dovrebbero essere circa 30 milioni di contribuenti, per un costo pari a 6 miliardi. Dovrebbe rimanere tra i requisiti il reddito complessivo pari a 35 mila euro per famiglia.

Su questa misura però non tutti i sindacati sono d’accordo. Infatti più che dare dei contributi  mensili agli italiani, si dovrebbe cercare di cambiare la politica sui salari. Gli stipendi sono troppo bassi, soprattutto per alcune categorie di lavoratori, si lamenta da tempo. E molti contratti nazionali ancora non sono stati rinnovati. Anche se in questo momento c’è un governo dimissionario, che provvederà solo alle misure urgenti, piuttosto di quelle più complesse come pensioni e salari.

Riconfermare le misure per le spese legate all’energia

Infine dovrebbe essere riconfermata la riduzione degli oneri di sistema sulle bollette di gas e luce, almeno fino a fine anno. In modo così da poter far fronte ad un ulteriore aumento dei prezzi delle materie prime, anche se sono da scongiurare. Sarà poi affrontato il tema del taglio delle accise sui carburanti, circa 30 centesimi. Misura che se attualmente ha la sua scadenza al 21 agosto. Ma se dovesse passare il rinnovo verrebbe rimandata fino ad ottobre 2022.

Ed ancora il bonus bollette per le famiglie con i redditi più bassi e i crediti d’imposta per le imprese tra i temi che devono essere affrontato.  Altro tema scottante è quello relativo a tutti i bonus attualmente in corso  e che sono stati approvati dal governo uscente. In attesa delle elezioni del 25 settembre 2022 occorre dare alcune risposte agli italiani. Anche perché l’inflazione all’8% non può certo aspettare e le azioni devono essere compiute oggi. Per questo in questi giorni si continuerà a lavorare sul decreto aiuti bis, anche se fosse l’ultimo firmato dal Premier Mario Draghi.