Detrazioni spese sanitarie: non spettano agli eredi perché manca la norma

Brutte sorprese per gli italiani, le detrazioni per le spese sanitarie non spettano agli eredi. Tante le conseguenze negative.

Spese sanitarie: cosa succede se l’avente diritto alle detrazioni spese sanitarie muore?

Purtroppo può capitare nella vita di avere imprevisti e di dover sostenere importanti spese sanitarie non coperte dal Servizio Sanitario Nazionale. A fronte quindi di importanti esborsi è possibile ottenere delle detrazioni del 19% sulle spese sanitarie, ma cosa succede se nel frattempo purtroppo il soggetto in cui favore sono state sostenute le spese viene a mancare? La brutta notizia è che in questi casi gli eredi non possono ottenere le agevolazioni fiscali spettanti al beneficiario delle spese sanitarie.

Il caso: si può applicare per estensione la norma per le detrazioni delle spese di ristrutturazione?

A fornire delucidazioni in merito è stata l’Agenzia delle Entrate nella risposta ad Interpello 192 del 2023. Nel caso in oggetto il coniuge ha chiesto la possibilità di portare in detrazione le spese sostenute per un intervento chirurgico di cui aveva beneficiato il coniuge ormai deceduto. Il coniuge aveva deciso di ripartire le somme riconosciute in detrazione in quattro rate annuali di uguale importo e aveva indicato la prima rata nella dichiarazione Modello Redditi Persone Fisiche 2021. Nell’interpello l’istante ritiene che “per similitudine con le spese per ristrutturazione edilizia per le quali le istruzioni prevedono che nell’anno del decesso vadano trasferite agli eredi (…) anche le spese mediche rateizzate debbano seguire lo stesso criterio’‘. Di contrario avviso è invece l’Agenzia delle Entrate.

La prima cosa da sottolineare è che si riconosce la possibilità di portare in detrazione le spese mediche generiche (articolo 15, comma 1, lettera c) del TUIR) in rate nel caso in cui la spesa annua superi il limite di 15.493,71 euro. In questo modo il contribuente che ha un’incapienza tra imposte da versare e detrazioni da far valere, evita di perdere le detrazioni.

Leggi anche: Detrazioni spese sanitarie: cosa succede se l’Irpef dovuta è incapiente?

Agenzia delle Entrate: la detrazione per le spese sanitarie non spetta agli eredi

L’Agenzia però sottolinea che le norme previste per le spese di ristrutturazione edilizia prevedono espressamente la possibilità per l’erede di beneficiarne, non è invece così per quanto riguarda le spese mediche. Siccome la norma non si può applicare per estensione, l’interpello del contribuente deve avere risposta negativa. Questo implica che il coniuge non potrà richiedere di beneficiare delle rate ancora spettanti della detrazione.

Tale importo potrà essere utilizzato in un’unica soluzione solo per conto del de cuius. Questo implica che dovrà essere presentata la dichiarazione dei redditi per il soggetto deceduto, nel caso in cui dovessero emergere delle imposte da versare potranno essere portate in compensazione le detrazioni per le spese mediche sostenute per il de cuius, ma nel caso in cui vi fossero ancora crediti ulteriori del de cuius per detrazioni per spese mediche, le stesse non possono essere fruite dagli eredi.

Scarica l’Interpello 192/2023 dell’Agenzia delle Entrate

 

Scontrino parlante farmacia: qual è il significato delle abbreviazioni?

Come si legge lo scontrino parlante della farmacia necessario per la detrazione delle spese sanitarie in fase di dichiarazione dei redditi? Chi acquista farmaci, ai fini della detrazione fiscale, deve accertarsi di documentarne le relative spese attraverso la fattura oppure lo scontrino cosiddetto “parlante”. In questi documenti si deve riportare:

Se manca il codice fiscale di chi provvede all’acquisto, non si può procedere con la detrazione fiscale della relativa spesa. E non è possibile sanare la mancanza del codice fiscale in un momento successivo all’emissione.

Quali spese sanitarie si possono effettuare in farmacia ed essere detratti fiscalmente?

Gli acquisti che si possono effettuare in farmacia e che sono ammessi alla detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi comprendono:

  • i farmaci, compresi quelli omeopatici;
  • le prestazioni galeniche, ovvero i preparati della farmacia. Il  documento di vendita oppure lo scontrino parlante deve riportarne la quantità;
  • i dispositivi medici, come siringhe, cerotti, test autodiagnostici, gel lubrificanti, provette e saturimetri. Il documento di vendita deve specificare la quantità dei prodotti comprati, la marcatura “CE” e il regolamento comunitario 2017/746 o 2017/745. In alternativa la direttiva comunitaria (90/385/CEE, 93/42/Cee o 98/79/Ce);
  • il ticket, se previsto, a favore di chi compra se la Regione contribuisce alla spesa sanitaria. Non è occorrente conservare la ricetta del dottore.

Spese sanitarie: qual è il significato delle abbreviazioni sugli scontrini della farmacia?

Ecco dunque che negli scontrini parlanti emessi dalla farmacia sono presenti delle abbreviazioni a seconda della tipologia di spesa. Per i medicinali di fascia “A”, con erogazione a carico del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn), il contribuente non paga nulla o, in alternativa, paga semplicemente il ticket o una quota del prezzo nel caso in cui rifiuti la sostituzione con un farmaco generico. In tal caso, non occorre indicare la qualità e la natura dei farmaci acquistati. Nello scontrino si trovano normalmente le abbreviazioni “Tkt” e “Tick”.

Farmaci dispensati con spesa a carico del contribuenti e di fascia ‘C’: cosa sono e quali abbreviazioni si trovano sullo scontrino?

Nel caso di spese dispensate con costo a carico del contribuente (come farmaci, medicinali, etici, fascia “A”, classe “A”, generici, equivalenti), nello scontrino parlante si trova il numero di Aic. Si tratta di un codice identificativo dei medicinali ad uso umano riportante un numero attribuito dall’Agenzia Italiana del Farmaco all’atto dell’autorizzazione dell’immissione in commercio in Italia. Le abbreviazioni che si possono riscontrare sullo scontrino sono “F.co”, Fco”, “Med.”, “Med.le”, “Gen”, “Equiv.” e “Cl. A”. Per i medicinali di fascia “C”, che necessitano della prescrizione del medico, l’acquisto è a carico del cittadino che presenta in farmacia la ricetta bianca. Si tratta di farmaci, medicinali, fascia “C”, classe “C”, etici, generici ed equivalenti. Nello scontrino è presente il codice Aic. Le abbreviazioni che si possono trovare sono: “F.co”, Fco”, “Med.”, “Med.le”, “Gen”, “Equiv.” e “Cl. C”.

Codici sullo scontrino per i medicinali di libera vendita: quali sono?

Tre le tipologie di spesa per i medicinali di libera vendita:

  • medicinali di fascia “C” che non necessitano della prescrizione (“Sop”);
  • medicine di fascia “C bis”, indicati con “Otc” o medicine da banco o di automedicazione;
  • i medicinali equivalenti o generici, che non necessitano della prescrizione del medico.

La natura di queste spese riguarda i farmaci, i medicinali, la fascia “C bis”, i generici, gli equivalenti e l’automedicazione. Nello scontrino è riportato il codice Aic. Le sigle che possono trovarsi nello scontrino parlante sono: “F.co”, Fco”, “Med.”, “Med.le”, “Gen”, “Equiv.” “Otc” e “Automed”.

Medicine omeopatiche, veterinarie e preparazioni galeniche: cosa è riportato sullo scontrino fiscale?

Per le medicine omeopatiche acquistate in farmacia (farmaci, medicinali e omeopatici), sullo scontrino è presente il numero identificativo univoco. Le sigle che riporta lo scontrino, in questo caso, sono: “F.co”, Fco”, “Med.”, “Med.le” e “Omeo”. Le preparazioni geleniche sono considerate farmaci e medicinali. Sullo scontrino la qualità è descritta come “preparazione galenica”, “galenico”, “magistrale” e “officinale”. Le sigle che possono trovarsi sono: “F.co”, Fco”, “Med.”, “Med.le”, “Galen”, “Gal.”, “Magist.” e “Officin”. I medicinali veterinari devono avere tra le indicazioni il codice Aic. Si tratta di medicinali con natura corrispondente a “veterinaria”, “farmaco veterinario” e “medicinale veterinario”. I relativi codici che si possono trovare sullo scontrino sono: “F.co”, Fco”, “Med.”, “Med.le”, “Vet”, “Fco Vet.” e “Med Vet”.

Acquisti di farmaci on line: quali sono le informazioni necessarie?

Per i farmaci acquistati on line, solo dai siti autorizzati dal ministero della Salute, sono previste le stesse informazioni degli acquisti effettuati nelle farmacie. Tuttavia, non sono presenti ancora dei chiarimenti in merito alla possibilità il documento commerciale non fiscale al posto dello scontrino o della fattura.

Acquisto in farmacia di dispositivi medici di utilizzo comune, come mascherine, provette, apparecchi acustici: ecco le indicazioni

Per l’acquisto in farmacia di dispositivi medici di utilizzo comune si fa riferimento alla circolare numero 20 del 2021. Si tratta di bende, cerotti, siringhe, apparecchi acustici, mascherine chirurgiche, provette per feci o per urine, termometri e test di autodiagnosi. In questo caso, per la detrazione fiscale è sufficiente lo scontrino e la prova della marcatura “Ce”. La natura degli acquisti riguarda i dispositivi medici, i dispositivi diagnostici in vitro e gli impiantabili attivi con codice “Ad”. Il documento commerciale deve descrivere il prodotto, contenere la dicitura “marcatura Ce” e il numero del Regolamento o della direttiva Ue di riferimento. I codici che si potranno trovare sullo scontrino sono: Codice “Ad” o “PI” di trasmissione al sistema della Tessera sanitaria (“Ts”) oppure “D. Med”, “Disp. Med”, “Md”, “Diagn. Vitr. Ivd”, “DMm”, “Direttiva 93/42/Cee”, “Direttiva 98/79/Ce”, “Disp. Articolo 15, comma 2 del Dl 18-2020”, “Direttiva 90/385/Cee”, “Dlgs 46/97”.

Dispositivi medici per diagnosticare il Covid, test sierologici,  e tamponi rapidi: quali abbreviazioni sullo scontrino?

Per i dispositivi medici ai fini di diagnosticare il Covid come test sierologici e tamponi rapidi è sufficiente lo scontrino per la detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi, insieme alla marcatura “Ce” sul dispositivo se non fosse presente sullo scontrino. La natura dei dispositivi è medica e in vitro. Il prodotto acquistato deve riportare la descrizione in chiaro come ad esempio “Test diagnostico Covid-19”, insieme alla marcatura “Ce” e al numero della direttiva europea al quale si riferisce. I codici che si potranno trovare sullo scontrino sono: Codice “Ad” o “PI” di trasmissione al sistema della Tessera sanitaria (“Ts”) oppure “D. Med”, “Disp. Med”, “Md”, “Diagn. Vitr. Ivd”, “DMm”, “Direttiva 93/42/Cee”, “Direttiva 98/79/Ce”, “Disp. Articolo 15, comma 2 del Dl 18-2020”, “Direttiva 90/385/Cee”, “Dlgs 46/97”.

Altri dispositivi medici: quali diciture sullo scontrino?

Per gli altri dispositivi medici è necessario conservare la prova della natura del dispositivo e la marcatura “Ce”. Si tratta di dispositivi medici classificati in questo modo, dispositivi in vitro, dispositivi impiantabili attivi o su misura con codice “PI”. Il prodotto acquistato deve riportare la descrizione in chiaro, insieme alla marcatura “Ce” e al numero della direttiva europea al quale si riferisce. I codici che si potranno trovare sullo scontrino sono: Codice “Ad” o “PI” di trasmissione al sistema della Tessera sanitaria (“Ts”) oppure “D. Med”, “Disp. Med”, “Md”, “Diagn. Vitr. Ivd”, “DMm”, “Direttiva 93/42/Cee”, “Direttiva 98/79/Ce”, “Disp. Articolo 15, comma 2 del Dl 18-2020”, “Direttiva 90/385/Cee”, “Dlgs 46/97”.

Acquisti di servizi in farmacia relativi al noleggi di apparecchiature e refertazioni: quali sono le indicazioni?

L’acquisto in farmacia può riguardare anche i servizi come, ad esempio:

  • la messa a disposizione di operatori socio-sanitari;
  • il noleggio di apparecchiature medicali;
  • i test diagnostici;
  • le refertazioni.

In tutti questi casi, ai fini della detrazione fiscale, è necessaria la descrizione del tipo di servizio sanitario che viene messo a disposizione della farmacia. Sono ammesse le abbreviazioni sul documento commerciale a patto che risultino di facile comprensione.

Scontrino parlante della farmacia per la detrazione delle spese: che cos’è?

Che cos’è lo scontrino parlante della farmacia utile per la detrazione delle spese sanitarie nella dichiarazione dei redditi? Chi fa acquisti in farmacia deve accertarsi di documentare le spese mediante la fattura oppure un documento cosiddetto “parlante”. Nel documento devono essere riportati:

In mancanza del codice fiscale dell’acquirente, la spesa non può essere oggetto di detrazione fiscale. Non si può procedere, a posteriori, a colmare questa mancata informazione.

Codice fiscale sullo scontrino della farmacia, quando può essere riportato dopo l’acquisto?

Vi è un unico caso nel quale il codice fiscale di chi provvede a comprare beni in farmacia può essere inserito successivamente all’acquisto. Si tratta del caso in cui si facciano acquisti in una farmacia estera. In questa situazione, il contribuente può riportare a mano, sul documento attestante la spesa, il proprio codice fiscale. Il contribuente può, inoltre, farsi rilasciare dal farmacista l’ulteriore documentazione attestante la spesa sanitaria effettuata ai fini della detrazione fiscale. In questo modo, il contribuente può integrare la documentazione di vendita delle informazioni richieste per l’operazione fiscale.

Quali sono le spese sanitarie che si possono effettuare in farmacia ai fini della detrazione fiscale?

Gli acquisti in farmacia ammissibili alla detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi riguardano:

  • i farmaci, inclusi quelli omeopatici;
  • le prestazioni galeniche. Si tratta di preparati in farmacia per i quali nel documento di vendita o nello scontrino parlante deve essere riportata la quantità;
  • i dispositivi medici, quali cerotti, siringhe, test autodiagnostici, provette, gel lubrificanti e saturimetri. Nella fattura o scontrino parlante devono essere indicati la quantità dei prodotti acquistati, la dicitura “CE” e il regolamento europeo (2017/746/Eu o 2017/745/Ue)oppure la direttiva europea (90/385/CEE, 93/42/Cee oppure 98/79/Ce);
  • l’eventuale ticket a vantaggio del compratore nel caso in cui la Regione partecipi alla spesa sanitaria. In questo caso si può non conservare la ricetta del dottore.

Servizi sanitari offerti dalle farmacie: quali sono ai fini della detrazione fiscale?

Nella dichiarazione dei redditi si possono detrarre le spese sostenute nell’anno di imposta per i servizi sanitari. Si tratta di dispositivi medici (apparecchiature per l’aerosol o per misurare la pressione, i tiralatte) e di prestazioni sanitarie fornite da professionisti abilitati negli ambienti della farmacia. Oppure può trattarsi di test autodiagnostici. Per queste tipologie di spesa, attendendo ulteriori delucidazioni sulla detraibilità fiscale, è consigliato procedere con il pagamento mediante mezzi tracciabili.

Si possono detrarre le spese effettuate nelle farmacie on line?

Ai fini della detrazione fiscale, gli acquisti di beni e di prestazioni sanitarie devono essere effettuati nelle farmacie autorizzate. Per i farmaci senza ricetta vanno bene anche le parafarmacie. Sugli acquisti on line, la normativa ammette alla detrazione gli acquisti effettuati solo da portali italiani autorizzati dal ministero della Salute. L’elenco delle farmacie on line autorizzate è verificabile sul sito del ministero della Salute seguendo il percorso: “Logo Commercio Elettronico” e “Cerca sito Ecomm”.

Detrazione fiscale dei dispositivi medici, l’acquisto può essere fatto anche in esercizi diversi dalle farmacie

È importante sottolineare che chi compra dispositivi medici può detrarre la relativa spesa anche se l’acquisto è stato effettuato in esercizi differenti rispetto alle farmacie. La stessa possibilità è offerta pure per gli acquisti effettuati on line. Se il dispositivo medico viene realizzato su misura, non c’è bisogno della dicitura “Ce” presente nello scontrino parlante. Tuttavia, il contribuente è tenuto a conservare i documenti di conformità alla normativa europea come prevede il decreto legislativo numero 46 del 1997.

Quali sono le diciture presenti sullo scontrino parlante per i farmaci acquistati in farmacia?

L’acquisto di farmaci, con relativo rilascio da parte del farmacista dello scontrino parlante, deve riportare nel documento di vendita determinate diciture:

  • il classico numero di Aic. Si tratta di un codice identificativo dei medicinali ad uso umano riportante un numero attribuito dall’Agenzia Italiana del Farmaco all’atto dell’autorizzazione dell’immissione in commercio in Italia;
  • la dicitura di “farmaco”. Può essere riportata anche un’abbreviazione che può essere Med; Fco; Classe A; Classe C; Sop; Fascia A; Otc; Fascia C; generico; etico; equivalente.

Spese mediche detraibili, ecco l’elenco completo

Quali sono le spese mediche detraibili ai fini della dichiarazione dei redditi e la relativa franchigia? Ecco l’elenco completo di tutte le spese mediche suddivise per spese mediche generiche di beni e di prestazioni, spese mediche specialistiche e chirurgiche, spese per assistenza specifica e spese veterinarie.

Detrazione delle spese mediche generiche, quali sono?

Le spese mediche generiche detraibili nella dichiarazione dei redditi, hanno la franchigia fissata a 129,11 euro. Nello specifico, rientrano in queste spese:

  • i medicinali;
  • l’acquisto o l’affitto di dispositivi medici marchiati “Ce”;
  • gli occhiali, le montature (a esclusione dell’utilizzo di metalli preziosi), le lenti a contatto e le varie soluzioni;
  • gli apparecchi acustici, le garze, le siringhe, le medicazioni avanzate, i cerotti e i termometri;
  • le apparecchiature per l’aerosol, i saturimetri o gli apparecchi per misurare la pressione;
  • i beni dell’ortopedia come tutori, stampelle, ginocchiere, materassi antidecubito e materassi ortopedici, gli ausili per i disabili come padelle e cateteri, i pannoloni per l’incontinenza;
  • i prodotti per le dentiere come le compresse disinfettanti o le creme adesive;
  • le mascherine se rientrano tra i dispositivi medici ed hanno il marchio “Ce”;
  • i tamponi per il Covid.

Servizi sanitari, quali sono ammessi alla detrazione fiscale?

Anche i servizi sanitari sono ammessi alla detrazione fiscale del 19% con franchigia fissata a 129,11 euro. In particolare, rientrano in questa categoria:

  • le prestazioni mediche generiche, incluse quelle omeopatiche;
  • i vari certificati. Rientrano in questa categorie i certificati necessari per lo sport e per la patente; le visite mediche e legali per le assicurazioni. Sono invece escluse la Consulenze Tecniche (CTU o perizie) che vengono disposte dal giudice all’interno di un procedimento giuridico (civile o penale, sia per adulti che per minorenni);
  • i vari esami di laboratorio e di diagnostica per immagini come l’Eco, l’Eeg, l’Ecg, la Tac, la Rmn;
  • i vaccini antinfluenzali e i tamponi per il Covid;
  • la teleassistenza e la telemedicina purché svolte da sanitari abilitati.

Spese mediche per servizi specialistici e chirurgici, quali sono ammessi alla detrazione fiscale?

Le spese mediche per servizi specialistici e chirurgici possono essere ammesse alla detrazione fiscale con franchigia di 129,11 euro. Rientrano in questa categoria:

  • le prestazioni offerte dai medici specialisti;
  • le indagini delle diagnosi prenatali. In questa tipologia di prestazione rientrano anche la villocentesi e l’amniocentesi, l’inseminazione artificiale, la crioconservazione degli ovociti e degli embrioni. È compresa anche l’anestesia epidurale;
  • le prestazioni dei fisioterapisti, degli igienisti dentali, dei dietisti, dei podologi, dei logopedisti e le altre prestazioni sanitarie;
  • i trattamenti di ozonoterapia e di mesoterapia purché siano stati prescritti dal medico;
  • le prestazioni di chiropratica purché prescritti dal medico e svolte in centri autorizzati. Per la detrazione queste prestazioni devono essere, inoltre, svolti sotto la responsabilità tecnica di uno specialista;
  • gli interventi chirurgici fino alla degenza. Sono escluse dalla detrazione fiscale le spese extra per gli accompagnatori, la televisione, e cosi via.

Spese mediche per l’assistenza specifica, quali sono detraibili?

Rientrano nella detraibilità nella dichiarazione dei redditi anche le spese medica per l’assistenza specialistica, con franchigia fissata a 129,11 euro. In particolare, questa categoria comprende:

  • le spese per l’assistenza riabilitativa e infermieristica;
  • le prestazioni del personale qualificato per l’assistenza di base o degli operatori tecnici e assistenziali che operano, in via esclusiva, per l’assistenza della persona;
  • le prestazioni degli educatori professionali o quelle offerte da personale specializzato per le attività di terapia occupazionale o di animazione.

Spese veterinarie nella dichiarazione dei redditi, quali possono essere detratte?

Sulle spese veterinarie sostenute nel periodo di imposta, con franchigia fissata a 129,11 euro, è possibile la detrazione fino a un valore massimo di 550 euro (elevato da 500 euro). In particolare, sull’acquisto di beni, si possono detrarre le spese sostenute per comprare dei farmaci ad uso veterinario. Sui servizi, sono detraibili le prestazioni effettuate presso medici veterinari o le analisi di laboratorio e gli interventi nelle cliniche veterinarie.

Detrazioni 2022 occhiali da vista, lenti a contatto e visita oculistica

Le spese per gli occhiali da vista e per le visite oculistiche rientrano tra le spese medico-sanitarie e di conseguenza è possibile sfruttare la detrazioni 2022 Irpef. Vediamo però quali regole è bene seguire per non incorrere in errori.

Detrazioni 2022 per visita oculistica

Il momento della presentazione della dichiarazione dei redditi è vicino e proprio per questo è bene iniziare a raccogliere fatture e scontrini per ottenere la detrazione di imposta Irpef.

Tra le spese che è possibile portare in detrazione vi sono le spese per le visite oculistiche. Per queste spese è possibile avvalersi della detrazione presentando la fattura della prestazione, la ricevuta del ticket sanitario. Occorre però stare attenti, infatti se la prestazione è stata erogata presso strutture pubbliche o strutture private accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale è possibile avvalersi della detrazione anche se il pagamento è avvenuto in contanti. Nel caso in cui la visita oculistica sia invece stata eseguita presso strutture private è necessario che il pagamento sia stato effettuato con sistemi tracciabili.

Detrazioni 2022 occhiali da vista e lenti a contatto

Per quanto riguarda gli occhiali da vista, le detrazioni 2022 spettano a fronte dell’acquisto di dispositivi che siano conformi alla normativa comunitaria con dichiarazione/ certificazione di conformità. Si possono ottenere le detrazioni per:

  • lenti oftalmiche correttive dei difetti visivi;
  • lenti a contatto;
  • liquido per lenti a contatto;
  • montature per lenti correttive;
  • occhiali pre-montati per presbiopia.

Ricordiamo che le detrazioni per spese mediche e sanitarie, in cui devono essere ricomprese le spese sostenute per occhiali e visite oculistiche, è prevista una franchigia di 129,11 euro. Una sorta di somma franca. Tale franchigia deve però essere sottratta dal totale delle spese sostenute. Quindi se tra le varie visite mediche, anche di specialisti di diverso ramo medico, sono stati spesi 600 euro, è necessario procedere a sottrarre la franchigia da tale somma. Sulla parte rimanente la detrazione viene applicata al 19%.

Come portare in detrazione le visite specialistiche

Abbiamo già detto che è necessario avere la fattura della prestazione e che se la stessa è resa da un professionista non accreditato con il servizio sanitario nazionale è necessario che il pagamento sia effettuato non in contanti, ma con strumenti tracciabili. La prova del pagamento tracciabile si può desumere da riscontro in fattura, documento commerciale, oppure da ricevute del versamento bancario o postale, estratto conto, copia del bollettino postale o del MAV, sistema PagoPA, o infine, applicazioni via smartphone.

Non finiscono però qui le incombenze. L’Agenzia delle Entrate ha precisato che la tipologia di prescrizione deve risultare dalla descrizione riportata dalla fattura, in modo che si possano escludere agevolazioni fiscali a fronte di trattamenti meramente estetici o comunque di carattere non sanitario.

Particolare attenzione deve essere posta anche nel momento in cui si vuole portare in detrazione l’acquisto di occhiali e lenti a contatto. In questo caso nello scontrino/fattura deve essere presente la descrizione del prodotto acquistato e deve essere identificato il soggetto beneficiario. Non sono validi i documenti che riportano solo la dicitura “dispositivo medico”. Quindi deve risultare l’acquisto di lenti a contatto per deficit visivo, lenti per occhiali, montature. Ricordiamo che non si può ottenere la detrazione per eventuali parti delle montature in metalli preziosi come oro e platino. Nella fattura si possono invece utilizzare le codifiche utilizzate per la trasmissione dati con la tessera sanitaria, nel caso degli occhiali AD.

Ulteriori detrazioni

Per conoscere le altre spese che possono essere portate in detrazione nella dichiarazione 2022 relativa ai redditi e alle spese prodotti nel 2021, leggi gli articoli:

Detrazioni spese universitarie e tetti per università private 2022

Detrazione spese veterinarie 2022: aumentano gli importi

Detrazione spese assicurazione: quali polizze danno vantaggi fiscali

Detrazione mascherine: modalità operative indicate dal MEF

Bonus Musica come avvalersi della detrazione nella dichiarazione 2022

Detrazione spese funebri, per quali oneri spetta

detrazione mensa scolastica: quali documenti sono necessari?

Detrazioni per spese mediche quali sono e casi particolari

Detrazioni spese sanitarie: cosa succede se l’Irpef dovuta è incapiente?

Detrazioni canoni di affitto le agevolazioni per studenti, lavoratori e famiglie

Detrazioni tramite cashback, fattura elettronica a tutti e altre novità per le partite Iva in arrivo nella legge fiscale

Detrazioni fiscali con il sistema cashback in accredito direttamente sul conto corrente sul quale arriveranno anche gli altri bonus fiscali, fattura elettronica allargata a tutti e altre misure per le partite Iva, in particolare per quelle del regime forfettario, sono in arrivo con la legge fiscale. Il provvedimento è atteso per il 28 marzo alla Camera, ma occorre far presto per arrivare a un testo concordato dalla maggioranza. E non mancano le spaccature, soprattutto per quanto riguarda le il regime fiscale agevolato delle partite Iva e la flat tax.

Cashback fiscale, che cos’è e come si possono ottenere le detrazioni e i bonus fiscali direttamente sul conto corrente

Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha già dato l’ok al cashback fiscale. Si tratta di un meccanismo che prevede l’utilizzo delle applicazioni informatiche, in particolare l’App Io, mediante il quale le detrazioni mediche e gli altri bonus fiscali possano essere accreditati direttamente sul conto corrente del contribuente. Il tutto senza dover attendere la presentazione della documentazione nella dichiarazione dei redditi. Il meccanismo andrebbe dunque a semplificare i meccanismi di detrazione, senza comportare oneri aggiuntivi per i contribuenti.

Fattura elettronica, obbligo anche alle partite Iva a regime forfettario: novità in arrivo dalla legge fiscale

Nella legge fiscale potrebbe arrivare l’atteso allargamento a tutti i soggetti fiscali dell’adozione della fattura elettronica. Ad oggi l’obbligo non vige per le partite Iva a regime forfettario che potrebbero essere chiamate ad adottare la trasmissione, la ricezione e la conservazione dei documenti in formato elettronico. L’estensione dell’obbligo è contenuto in un emendamento al provvedimento, in attesa dell’approvazione definitiva.

Legge fiscali, quali sono le novità in discussione per le partite Iva a regime forfettario e per l’abolizione dell’Irap

Peraltro, le partite Iva sono destinatarie di varie misure da approvare nella legge fiscale. Nel proseguo del confronto con il governo per arrivare a una decisione condivisa, i responsabili fiscali della Lega, Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli, informano che sono in discussione varie novità:

  • la conferma della flat tax e l’eliminazione di alcuni ostacoli alle partite Iva (mini flat tax) che svolgano anche un lavoro alle dipendenze o siano beneficiarie di pensioni;
  • lo scivolo del limite di flat tax per due anni, al superamento della soglia dei 65 mila euro;
  • l’estensione dell’abolizione dell’Irap anche agli studi associati e alle società di persone;
  • la previsione di una nuova “no tax area”;
  • la rateizzazione del secondo acconto di novembre 2022.

Legge fiscale, si discute di una ‘mini flat tax’ delle partite Iva: che cos’è?

Nella discussione sulla legge fiscale rientra l’istituzione di una “mini flat tax” delle partite Iva. Secondo quanto spiegato dagli esponenti Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli, la proposta è quella di ritornare alla versione della legge di Bilancio 2019 eliminando dei paletti che limitano l’adesione dei lavoratori dipendenti e i pensionati al regime forfettario di partita Iva. A proposito di forfettari, si tende a uscire gradualmente dal limite dei 65 mila euro di compensi e ricavi annui per l’adesione e la conferma al regime fiscale di vantaggio.

Scivolo per due anni della flat tax a 65 mila euro: che cos’è?

Tra le proposte anche quella di istituire uno scivolo per due anni per consentire, a chi sfori il limite dei 65 mila euro (e non oltre i 100 mila euro) di rimanere nel regime forfettario con una percentuale di tasse maggiorata dal 15% al 20%. La legge attuale prevede l’uscita dal regime forfettario al superamento dei 65 mila euro e la possibilità di rientro solo in presenza di un volume di ricavi e di compensi al di sotto dei 65 mila euro. Tale proposta è quella che maggiormente sta provocando malumori nella maggioranza.

Pd contrario allo scivolo di due anni per chi supera i 65 mila euro di ricavi annui e rientra tra i forfettari

Gian Mauro Fragomeli del Pd ha cosi dichiarato: “Si sottostimano alcune valutazioni sulla flat tax per gli autonomi. Con gli scivoli si rischia di ampliare gli importi e questo provocherebbe squilibri, oltre a un aumento delle tasse per altre categorie, come quella dei pensionati. Chi supera il tetto dei 65 mila euro deve rientrare nel sistema ordinario, non si può avere una aliquota flat”.

Legge fiscali, le altre misure in arrivo: abolizione estesa dell’Irap, no tax area e rateizzazione rata di novembre 2022

Peraltro, nella legge fiscale 2022 potrebbe arrivare la riforma della no tax area. Tra le richieste dei due esponenti della Lega, vi è quella di una riforma nella quale tutti i contribuenti con redditi di lavoro alle dipendenze, autonomi occasionali e pensionati, al di sotto dei 10 mila euro, possano scegliere se avvalersi di una tassazione a zero senza obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi. Si tratterebbe di una semplificazione fiscale che coinvolgerebbe milioni di contribuenti. Si lavora affinché  si arrivi alla rateizzazione del secondo acconto del mese di novembre 2022. In tal caso, le rate andrebbero da gennaio a giugno del 2023. Infine, tra le novità della legge fiscale potrebbe arrivare l’abolizione dell’Irap anche agli studi associati e alle società di persone.

Dichiarazione Redditi 2022, come controllare le spese sanitarie nella precompilata?

Come controllare che le spese sanitarie siano state inserire in maniera corretta nel modello precompilato della dichiarazione dei redditi 2022 relativa all’anno di imposta 2021? Nella fase di raccolta dei documenti necessari per presentare la dichiarazione dei redditi o il modello 730 è necessario prestare particolare attenzione alle spese sanitarie. Queste ultime sono disponibili on line da qualche anno, ma non sempre vengono consultato. Con l’utilizzo dello Spid per accedere ai propri dati si può procedere a una verifica approfondita. E l’anno 2022 sembra essere l’anno buono per prendere confidenza con le informazioni fiscali.

Spese sanitarie nella dichiarazione dei redditi 2022: solo quelle accompagnate dal codice fiscale

Infatti, in sede di preparazione della dichiarazione dei redditi 2022 si può fare un controllo, eventualmente aiutati dal proprio consulente fiscale o dal Caf, del cassetto fiscale. Qui sono presenti tutte le informazioni relative alle spese sanitarie. Risulta opportuno ricordare che nella dichiarazione dei redditi precompilata arrivano solo le informazioni delle spese che siano state accompagnate, all’atto dell’acquisto di un prodotto o di utilizzo di un servizio, dal proprio codice fiscale.

Come controllare l’inserimento delle spese sanitarie nella dichiarazione precompilata?

Per il controllo del corretto inserimento delle spese sanitarie nella dichiarazione dei redditi 2022 precompilata si può andare nell’area riservata del sito del “Sistema Tessera Sanitaria”. Si può accedere nell’area riservata “Cittadino” in tre modi:

  • mediante l’abilitazione della Tessera Sanitaria come Carta Nazionale dei Servizi (Cns);
  • tramite lo Spid;
  • attraverso la Carta di identità elettronica (Cie).

Dichiarazione dei redditi 2022, l’opzione di opposizione alle spese sanitarie

Entrando nell’area riservata si può selezionare la scelta “Opposizione spese sanitarie” o, in alternativa, “Consultazione spese sanitarie”. La prima opzione è disponibile solo fino a domani 15 marzo 2022 e permette di visualizzare l’elenco delle spese dell’anno di imposta precedente. Dunque delle spese sanitarie sostenute nell’anno 2021. Selezionando una o più voci di spesa si può scegliere per quale o per quali spese si voglia richiedere la propria opposizione all’uso da parte dell’Agenzia delle Entrate. In tal modo, la dichiarazione dei redditi precompilata 2022 non conterrà la spesa o le spese selezionate.

Area Consultazione delle spese sanitarie ai fini della dichiarazione dei redditi 2022

Nell’altra area, quella della “Consultazione delle spese sanitarie” del Sistema Tessera Sanitaria si possono consultare tutte le spese sanitarie inserite nella dichiarazione dei redditi precompilata. In tal caso, non si può procedere con la modifica come nel precedente caso. Inoltre, le spese indicate derivano da tutte le trasmissioni effettuate dai vari soggetti obbligati, quindi medici, farmacie, altri professionisti sanitari, laboratori di analisi, ottici, ospedali e quant’altro, ai fini della dichiarazione dei redditi. Per la consultazione delle spese sanitarie non vi sono limiti di tempo.

Elenco delle spese sanitarie ai fini della dichiarazione dei redditi 2022, cosa indica?

L’elenco delle spese sanitarie visualizzabile all’interno del Sistema Tessera Sanitaria riporta, per ogni voce di costo, le seguenti informazioni:

  • la data di emissione del documento di spesa;
  • data in cui si è provveduto al pagamento;
  • l’importo pagato;
  • la denominazione e la tipologia del soggetto che ha emesso il titolo (fattura o scontrino);
  • il numero del documento.

In tal modo, il contribuente può verificare che i dati presenti nel sistema on line siano conformi a quelli risultanti dai documenti cartacei in suo possesso.

Perché alcune spese sanitarie possono non risultare nella dichiarazione precompilata dei redditi 2022?

Può succedere che di alcuni documenti relativi a spese sanitarie sostenute nel 2021 non vi sia traccia nel sistema on line ai fini della dichiarazione dei redditi 2022 perché i soggetti obbligati non hanno provveduto alla trasmissione. Le ragioni possono essere varie. Ad esempio, si può trattare di un errore. O si è fatta una spesa sanitaria presso un soggetto che non è obbligato alla trasmissione. Oppure, ancora, la spesa è stata pagata in contanti mentre doveva essere fatta mediante sistemi di pagamento tracciabile. Se la spesa è stata già rimborsata, anche solo in parte, durante l’anno, la detraibilità opera solo per la quota di spesa non rimborsata.

Spese sanitarie restituite o rimborsate: cosa avviene ai fini della dichiarazione dei redditi precompilata?

Inoltre, può succedere che il Sistema Tessera Sanitaria contenga delle spese che siano state già rimborsate, o stornate, o con note di credito. Tali spese sono indicate in una colonna apposita dell’area di consultazione delle spese sanitarie ai fini della dichiarazione dei redditi 2022. In tal caso non si tratta di rimborsi già effettuati da fondi assicurativi o da enti perché il Sistema Tessera Sanitaria non dispone di questi dati. Pertanto, questi dati non si trovano nella dichiarazione dei redditi precompilata. In tal caso, è necessario prestare attenzione perché gli importi nella dichiarazione precompilata potrebbero differire rispetto a quelli reali. In tal caso, è necessario confrontare i dati del sistema on line con quelli in possesso mediante la documentazione cartacea conservata.

Assegno unico per i figli: si possono detrarre le spese mediche e scolastiche?

Le spese per i figli possono essere ancora detratte ai fini dell’assegno unico. A partire dal 1° marzo 2022 l’assegno universale costituirà l’unico strumento economico a favore delle famiglie con figli minorenni. Risultano inclusi nella disciplina anche i figli maggiorenni e fino al compimento dei 21 anni di età. L’assegno andrà a vantaggio anche delle famiglie con figli lavoratori (a basso reddito) o in cerca di occupazione, oltre che studenti. Il decreto “Sostegni ter” è intervenuto nell’ambito della detraibilità delle spese mediche e scolastiche rispetto all’assegno unico.

Spese mediche e scolastiche per i figli a carico, si possono detrarre ai fini dell’assegno unico?

In particolare, la detraibilità delle spese mediche e scolastiche a favore dei figli nell’ambito dell’assegno unico devono essere sostenute a favore dei minori e dei maggiorenni fino a 21 anni di età. Le detrazioni operano benché su queste spese non siano più spettanti le detrazioni dell’Irpef. Tuttavia, per i figli maggiorenni e fino ai 21 anni di età che non studino, né lavorino e nemmeno cerchino un’occupazione, si potrebbe verificare una situazione analoga rispetto agli “altri famigliari a carico”. Il decreto “Sostegni ter” esclude espressamente la detraibilità delle spese in questione.

Assegno unico per i figli minori o dai 18 ai 21 anni di età: le condizioni per le detrazioni delle spese

La detrazione nell’ambito dell’assegno unico per i figli relativamente alle spese mediche e scolastiche opera, pertanto, in presenza di figli minorenni o di maggiorenni (dai 18 fino al compimento dei 21 anni di età). Per quest’ultima categoria, per operare la detrazione delle spese, devono verificarsi quattro condizioni:

  • devono frequentare un corso di laurea, un corso di formazione professionale o scolastica;
  • svolgere un tirocinio oppure un lavoro con un limite di reddito non superiore agli 8.000 euro;
  • devono essere in possesso della dichiarazione di immediata disponibilità a svolgere un’attività lavorativa da ottenere dai centri pubblici per l’impiego;
  • svolgere il servizio civile universale.

Assegno unico per i figli o detrazione delle spese per i figli a carico?

Le incertezze normative relative alla detrazione per i figli a carico e fino al compimento dei 21 anni di età e l’assegno unico sono state superate dal decreto “Sostegni bis” (decreto numero 4 del 2022). In particolare, a partire dal 1° marzo prossimo, le famiglie con i figli che percepiscano l’assegno universale non avranno più la possibilità di ottenere le detrazioni per i figli a carico secondo quanto prevede l’articolo 12 del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir). Con l’arrivo dell’assegno universale, le famiglie beneficeranno di questo unico strumento economico sempreché si tratti di figli minorenni o di figli dai 18 anni al compimento dei 21 anni di età purché studenti, lavoratori con reddito entro gli 8.000 euro o in cerca di un’occupazione.

Assegno unico per i figli, come detrarre le spese mediche e scolastiche?

A disciplinare la detrazione delle spese mediche e scolastiche nell’ambito dell’assegno unico per i figli è intervenuta la modifica dell’articolo 12 del Tuir con il nuovo comma 4 ter operata dal comma 6 dell’articolo il quale disciplina che “ai fini delle disposizioni fiscali che fanno riferimento alle persone indicate nel presente articolo, anche richiamando le condizioni ivi previste, i figli per i quali non spetta la detrazione ai sensi della lettera c) del comma 1 sono considerati al pari dei figli per i quali spetta tale detrazione”.

Detrazione fiscale figli a carico dai 18 ai 21 anni di età: quando si può applicare?

Dal decreto “Sostegni ter” arriva dunque la possibilità di detrazione fiscale per le spese mediche e scolastiche per i figli a carico entro i 21 anni di età. I genitori, anche se beneficiari dell’assegno unico, potranno continuare a detrarre le spese sostenute per i figli, ancorché da marzo prossimo non spettino più le detrazioni fiscali per ogni figlio a carico. Non potranno detrarre le spese per i figli dai 18 ai 21 anni che non lavorino, non cerchino un’occupazione e non studino.

Detrazione fiscale figli a carico di oltre 21 anni di età: come funziona?

Per i figli disabili, anche con più di 21 anni di età, oltre all’assegno unico, i genitori potranno continuare a effettuare la detrazione fiscale. In tal caso, il limite del reddito per essere considerati a carico è rimasto invariato. Il massimo lordo annuo, al lordo degli oneri deducibile, non deve superare i 2.840,51 euro oppure i 4.000 euro. I due importi vanno applicati in rapporto all’età dei figli non superiore ai 24 anni.

Detrazione Spese Mediche: cosa devi sapere

Fino al 30 settembre 2021 si può ancora presentare la dichiarazione dei redditi 2020 mediante il modello 730/2021. L’Agenzia delle Entrate con la circolare n.7/E del 25 giugno fornisce informazioni e procedure da seguire su detrazioni e documentazione necessaria anche sul capitolo spese mediche, per cui però, sono ammessi i contanti per tutti i casi in cui si rivolge a strutture pubbliche e si paga il ticket.

Detrazione spese mediche 2022 anche per il contante

Fino al 30 settembre 2022 e a partire dal 10 maggio 2022, esattamente come per quest’anno, nulla cambierà con riferimento alla detrazione per le spese mediche. Sulla dichiarazione dei redditi sarà possibile portarle in detrazione per il 19% dei costi sostenuti. I contanti sono ammessi per l’acquisto di medicinali, acquisto e noleggio dispositivi medici, prestazioni sanitarie rese da strutture pubbliche; prestazioni rese da strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale.

In pratica, quindi, per tutti gli acquisti in farmacia, carta o assegni non sono obbligatori. Lo stesso per l’acquisto dei dispositivi medici anche al di fuori delle farmacie, presso i negozi di articoli sanitari, o dagli ottici. L’elenco dei dispositivi è lungo e comprende, ad esempio, prodotti da medicazione, apparecchi per la pressione, areosol, termometri, ma anche materassi antidecubito, occhiali e lenti a contatto, bilance per i neonati, pomate e colliri. I contanti per questi prodotti sono ancora ammessi senza alcun rischio per le detrazioni, a patto che sia specificato sullo scontrino parlante o sulla fattura che si tratta, appunto, di dispositivi medici.

Detrazione spese mediche 2021/2022: come funziona

L’agevolazione sulle spese medico sanitarie da inserire nella dichiarazione dei redditi, consente di portare il 19% dei relativi costi sostenuti in detrazione, sia per sé che per i familiari fiscalmente a carico, ossia un familiare convivente con reddito lordo fino a 2.840,51 euro nell’anno precedente, oppure a 4.000 euro per figli che non hanno compiuto ancora 24 anni.

Ad essere presa in considerazione sarà la spesa complessiva, avendo diritto all’agevolazione superando una franchigia di 129,11 euro, mentre sarà ripartita in quattro quote annuali se la spesa dovesse superare i 15.493,71 euro. La riduzione d’imposta verrà quindi fatta sul 19% delle spese sanitarie che superano la soglia di 129,11 euro.

Qualora il soggetto dovesse essere un disabile, le spese sanitarie potranno essere portate interamente in detrazione. Nessuna detrazione per costi sostenuti al di sotto della franchigia.

Spese mediche detraibili 2021: quali sono?

Ecco quali sono le principali tipologie di spese mediche assoggettate alla detrazione IRPEF del 19%, sia da strutture pubbliche che private accreditate al SSN, tutte le spese sanitarie sono detraibili anche senza specifica prescrizione medica, a condizione che professionalità e prestazione offerta risultino sui relativi documenti di spesa.

  • Interventi chirurgici e trapianti organi;
  • Prestazioni specialistiche, da medico generico (anche per medicina omeopatica);
  • Prestazioni da personale: qualificato per attività d’animazione e/o terapia occupazionale, di coordinamento attività assistenziali di nucleo strutturale, con qualifica di educatore professionale, con qualifica professionale di assistenza base o da operatore tecnico assistenziale;
  • Analisi, indagini e ricerche radioscopiche;
  • Acquisto o noleggio protesi sanitarie;
  • Rilascio certificati medici di sana e robusta costituzione per usi sportivi, amatoriali o agonistici, oppure rinnovo patente con relative visite;
  • Acquisto o noleggio dispositivi medicali con marchio CE e di medicinali da banco e/o con ricetta medica (anche omeopatici);
  • Pratiche assicurative o legali di tipologia medico-sanitaria;
  • Ricoveri da interventi chirurgici o degenze, escluse rette di istituti sanitari assistenziali per ricoveri di soggetti anziani;
  • Ticket sanitari pagati nell’ambito del SSN;
  • Assistenza infermieristica e/o riabilitativa in sede o a domicilio.

I documenti richiesti per detrazione spese mediche

Per il pagamento effettuato con il contante, per fruire della detraibilità occorre conservare tutti quei documenti che rappresentano prova d’acquisto:

  • fattura o scontrino fiscale, con natura, codice identificativo, quantità e codice fiscale dell’acquirente ben specificati riguardanti farmaci generici e omeopatici acquistati in farmacie, parafarmacie, supermercati, altri esercizi commerciali o online;
  • ricevuta o fattura rilasciata dal medico concernenti prestazioni di medici generici anche omeopati, o certificati medici, rilascio o rinnovo patente, apertura e chiusura malattie o infortuni e pratiche assicurative di stampo sanitario.

Per pagamenti tracciabili, si richiedono invece:

  • Estratto conto;
  • Copia bollettino postale, MAV, pagamenti con PagoPA;
  • Ricevuta di pagamento con carta, via app smartphone, versamento postale o bancario.

Quali documenti, inoltre, sono richiesti per i familiari non a carico:

  • Certificazione ASL sulla patologia, con relativo codice numerico identificativo
  • Certificato medico, che attesti collegamento tra spese e patologia, o autocertificazione che ne attesti il possesso
  • Modello 730-3 o Modello Redditi (deve essere indicata la parte di spesa non rientrante nell’Irpef del soggetto affetto da patologia
  • Fatture, ricevute e scontrini, laddove vengano indicate le spese sostenute dal familiare che beneficia della detrazione (consenso e annotazione del soggetto affetto da patologia);
  • Autocertificazione del soggetto affetto da patologia, che attesti la facoltà di non presentare dichiarazioni.

Lo scontrino semplice con C.F. riportato manualmente e dichiarazione del farmacista per l’acquisto di medicinali omeopatici o generici all’estero (traduzione se è necessaria).