730 precompilato, ecco come procedere con le modifiche delle spese in detrazione o in deduzione

A partire dalla giornata di ieri, 31 maggio, i contribuenti possono modificare e inviare il modello 730 precompilato ai fini della dichiarazione dei redditi 2022 già presente nella propria area personale del sito dell’Agenzia delle entrate. Nei giorni precedenti, infatti, si poteva semplicemente visualizzare il modello precompilato, senza apportare cambiamenti o inviarlo. Nella fase di semplice visualizzazione, sono state 2,6 milioni i contribuenti che hanno fatto accesso alla precompilata. Prima di inviare il modello all’Agenzia delle entrate, è necessario procedere con il controllo delle spese detraibili e deducibili. Il modello può essere inviato personalmente, oppure servirsi dei Centri di assistenza fiscale (Caf) o di professionisti abilitati (ad esempio, commercialisti e consulenti del lavoro).

Modello 730 precompilato, come modificare le spese in detrazione o deduzione?

In particolare, il controllo delle spese detraibili o deducibili 730 precompilato può portare all’integrazione dei dati già presenti nel modello. Lo si può fare dal quadro E del modello 730 per le spese sostenute nell’anno di imposta 2021, da rimborsare nel 2022. A tal proposito è necessario prestare attenzione:

  • se la spesa oggetto di rimborso è stata effettuata nel 2021 e nello stesso anno è stata dedotta o detratta, non va effettuata la detrazione o non va dedotta la spesa stessa. In questo caso è importante controllare che nel modello 730 precompilato non sia presente la spesa. In questa eventualità, occorre rettificare l’informazione con l’eliminazione della spesa stessa. Pertanto, se il rimborso di una spesa detraibile o deducibile avviene nel medesimo anno in cui sia stata sostenuta, il bonus fiscale si perde.
  • caso differente per il rimborso del 2021 di una spesa dedotta oppure detratta negli anni prima. In questa situazione il rimborso va iscritto nel rigo D 7 della colonna 4, inserendo il codice 3 per le spese dedotte e il codice 4 per le spese detratte. Dunque, nella colonna 3 è necessario indicare l’anno nel quale si sia già goduto del bonus. Il rimborso deve essere indicato fino alla concorrenza dell’importo che ha già avuto la detrazione o la deduzione.

Cosa avviene per le spese sanitarie nel modello 730 precompilate? Ecco i casi

Nel caso in cui si tratti di rimborso delle spese sanitarie sostenute nell’anno 2020 ma rateizzate in 4 anni, è necessario utilizzare il rigo D 7. L’importo da assegnare, dunque, è quello di un quarto, perché la rateizzazione è per 4 anni. In questa situazione, il contribuente dovrà prendere a riferimento la quota di spesa dell’anno 2021. La detrazione di questa quota va inserita nel rigo E 6 solo per la parte di importo eccedente il quarto a rimborso. Negli altri anni dei quattro previsti per la rateizzazione, l’operazione da fare è uguale.

Spese sostenute nel 2021 da rimborsare nel 2022: il contribuente deve verificare caso per caso

Nel caso di spese sostenute nel 2021 che dovranno essere rimborsate nell’anno in corso, è necessario verificare caso per caso se inserire la spesa nel quadro E. Infatti, se nel modello 730 precompilato del 2022 si procede con la detrazione o con la deduzione della spesa, nella dichiarazione dei redditi del prossimo anno si dovrà procedere con la tassazione del rimborso stesso. La tassazione separata sconta la percentuale media dei due anni anteriori, con aliquota minima del 23%. La detrazione in genere è del 19%. Fanno eccezioni le erogazioni liberali che hanno aliquote dal 26% fino al 35%. Le spese contenute nel quadro E, nella Sezione II, relativa agli oneri deducibili, e quelle del recupero edilizio e assimilate (Sezione III), assicurano risparmi maggiori. Pertanto, il contribuente dovrebbe fare un confronto tra:

  • il risparmio subito, di quest’anno;
  • la tassazione da applicare al rimborso.

Da questo confronto, il contribuente può decidere se prendere il bonus subito sui redditi del 2021 oppure il rimborso senza tasse nel 2022.

Contribuenti che hanno redditi tra 120 mila e 240 mila euro: detrazioni ridotte in proporzione al reddito

I contribuenti che hanno livelli di redditi da un minimo di 120 mila euro e un massimo di 240 mila euro, hanno la possibilità di detrarre le spese (a eccezione di quelle sanitarie) con riduzione proporzionale all’aumentare del reddito stesso. A partire dai 240 mila euro vi è l’azzeramento delle detrazioni. Per le tasse del rimborso del 2021 relative alle spese detratte nell’anno 2020 solo parzialmente, si ritiene, in attesa di chiarimenti, di iscrivere nel rigo D 7 solo la parte del rimborso in proporzione a quella della spesa detratta.

Modello 730 precompilato, quali sono le date per il rimborso o le trattenute?

Quali sono le date per ottenere il rimborso o versare le trattenute del modello 730 precompilato di dichiarazione dei redditi del 2022? A partire dal 23 maggio scorso, i contribuenti possono visualizzare nella propria area personale del portale dell’Agenzia delle entrate, il modello 730 precompilato. Se non vi sono rettifiche e correzioni da apportare, il modello può essere accettato così com’è e inviato all’Agenzia delle entrate per la dichiarazione dei redditi. Vi sono date e scadenze da rispettare sia per quanto riguarda la presentazione del modello, sia per la liquidazione del 730 de 2022. Si tratta, essenzialmente delle tappe a partire dalle quali i contribuenti potranno ricevere il rimborso nel caso di dichiarazione dei redditi positiva, o iniziare a versare le trattenute per la dichiarazione a debito.

Quali sono le scadenze per la presentazione del 730 precompilato all’Agenzia delle entrate?

Le scadenze per presentare il 730 precompilato all’Agenzia delle entrate sono i seguenti:

  • entro il 15 giugno 2022 il modello 730 precompilato dovrà essere presentato, in via telematica, all’Agenzia delle entrate. In particolare, entro questa data dovranno essere comunicati i risultati finali delle dichiarazioni presentate entro il 31 maggio. La presentazione potrà avvenire tramite un Centro abilitato fiscale (Caf) oppure tramite altri intermediari come consulenti del lavoro e commercialisti;
  • al 29 giugno, invece, dovranno essere presentati i modelli 730 precompilati presentati dal 1° al 20 giugno;
  • il 23 luglio è la scadenza dei modelli presentati tra il 21 giugno e il 15 luglio;
  • al 15 settembre è la data di scadenza dei modelli 730 presentati tra il 16 luglio e il 31 agosto;
  • il 30 settembre è la scadenza dei modelli presentati tra il 1° e il 30 settembre.

Liquidazione del modello 730 del 2022 per il mese di luglio e agosto per lavoratori e pensionati

Nel prossimo luglio, il lavoratore alle dipendenze riceve lo stipendio con il rimborso o con le trattenute nel caso in cui debba delle somme al Fisco. Nel caso in cui rateizzi il versamento del saldo e degli acconti, a luglio viene versata la prima rata. Le altre rate verranno versate nei mesi a seguire. Per la rateizzazione le somme sono aumentate del tasso di interesse pari allo 0,33%. Per i pensionati tale meccanismo parte dal mese di agosto o di settembre ed è visualizzabile sul cedolino del trattamento previdenziale.

Cosa fa il sostituto di imposta per la liquidazione del modello 730 precompilato?

Il sostituto di imposta, per il mese di luglio, versa il rimborso oppure trattiene l’importo dovuto per le imposte. Pertanto, a luglio trattiene la prima rata consistente nel saldo e nell’eventuale acconto. Nei mesi successivi trattiene le altre rate maggiorate del tasso di interesse pari allo 0,33%.

Cosa avviene se la retribuzione risulta insufficiente al pagamento delle imposte?

Nel caso in cui la retribuzione non sia sufficiente per il versamento delle imposte (anche per le eventuali rate con gli interessi), la quota residua verrà versata con le retribuzioni dei mesi susseguenti. Il tasso di interesse, in questo caso, è pari allo 0,4%. È, dunque, il sostituto di imposta a trattenere la parte residua delle imposte non coperte dalla retribuzione mensile e versata tramite le retribuzioni dei mesi susseguenti.

Dichiarazione dei redditi 2022, le scadenze di ottobre

A ottobre sono previste altre scadenze relative alla dichiarazione dei redditi 2022. Infatti, entro il 10 ottobre prossimo, il contribuente può comunicare al sostituto di imposta di non voler versare il 2° acconto dell’Irpef (oppure l’unico acconto). Può anche comunicare di volerlo fare in una quota inferiore rispetto a quanto indicato nel modello 730-3. Entro il 25 ottobre, poi, il contribuente può presentare il modello 730 integrativo. La presentazione può avvenire tramite il Caf oppure attraverso altri intermediari abilitati come consulenti del lavoro o commercialisti.

Quali sono le scadenze di novembre 2022 per la dichiarazione dei redditi?

Il contribuente, entro la scadenza del 10 novembre prossimo, riceve dal Caf o dal commercialista la copia del modello 730 integrativo. Oltre alla copia, al contribuente va anche il prospetto di liquidazione. Nel cedolino di busta paga del mese di novembre, al contribuente vengono trattenute gli importi dovuti a titolo di acconto Irpef. Nel caso in cui la retribuzione è insufficiente a pagare le imposte dovute, la quota residua verrà versata con la retribuzione del mese di dicembre. In tal caso, sul pagamento sono applicati gli interessi dello 0,4%.

Modello 730 precompilato, tutte le date del 2022

Lunedì 23 maggio l’Agenzia delle entrate pubblicherà sul proprio portale le dichiarazioni dei redditi precompilate per il 2022 di circa 30 milioni di contribuenti italiani. Con la pubblicazione del modello, saranno a disposizione dei contribuenti i dati e le informazioni fiscali, soprattutto in merito alle spese detraibili e deducibili. Si calcola che saranno 1,2 i miliardi di informazioni inerenti a queste spese caricate nei modelli. Si tratta essenzialmente di spese scolastiche e sanitarie, di costi per interessi sui mutui, di bonus casa e superbonus 110%, di contributi previdenziali e di altri dati fiscali.

Dichiarazione dei redditi 2022 e modello 730 precompilato: l’obiettivo dell’invio senza modifiche

L’obiettivo di questa tornata di dichiarazioni dei redditi è quello di aumentare la percentuale di invii dei modelli 730 precompilati senza l’apporto di modifiche da parte dei contribuenti. La semplificazione permette di prendere visione del modello messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate e di inviarlo senza variazione dei dati in esso contenuti.

Invio senza modifiche del modello 730 precompilato 2022

Con la presa visione del modello 730 precompilato a partire dal 23 maggio prossimo, l’invio sarà possibile a decorrere dalla data del 31 maggio 2022. A partire dalla stessa data sarà possibile per i contribuenti procedere con le modifiche del modello precompilato. Il termine ultimo dell’invio del modello è fissato al 30 settembre 2022. L’invio senza ritocchi del modello 730 precompilato, visibile nell’area personale del sito dell’Agenzia delle entrate, ha il vantaggio dei mancati controlli sul modello stesso. Le modifiche possibili riguardano le informazioni contenute nel modello. In particolare, i dati sulle spese detraibili, sugli oneri deducibili o su un reddito mancante. Dall’altra parte, il modello 730 precompilato contiene informazioni che, in vari casi, il contribuente avrebbe dimenticato di inserire.

Spese mediche e altri costi sostenuti nel 2021 nel modello 730 precompilato

Particolare attenzione dovrà essere posta dal contribuente sulle spese mediche e sugli altri costi sostenuti nell’anno di imposta 2021. Ad esempio, bisognerà prestare attenzione a eventuali spese mediche non tracciate e a calcolarle prima di inviare il modello. Per quanto concerne i bonus casa, è necessario riscontrare le spese sostenute nel foglio informativo. Tale foglio è allegato al modello 730 precompilato. In questo caso, il confronto dei dati si effettua dai bonifici emessi.

Calendario modello 730 precompilato per la dichiarazione dei redditi 2022: accesso ai dati dal 23 maggio

Seguendo il calendario del modello 730 precompilato per la dichiarazione dei redditi 2022, la prima data utile è quella del 23 maggio prossimo. Si tratta, dunque, del giorno di messa a disposizione dei contribuenti dei dati del modello 730 precompilato. Per visualizzarli, è necessario accedere alla propria area personale del portale dell’Agenzia delle entrate. Si può entrare con lo Spid, la Carta di identità elettronica (Cie) o la Carta nazionale dei servizi (Cns).

730 precompilato, dal 31 maggio 2022 le modifiche e l’invio

A decorrere dal 31 maggio 2022 si potrà accettare il modello 730 precompilato così com’è, modificarlo e inviarlo all’Agenzia delle entrate direttamente dall’area personale. Si potrà, dunque, variare e inoltrare il modello Redditi precompilato e usare la compilazione assistita per gli oneri deducibili e detraibili relativi al “quadro E”.

Dal 6 giugno 2022 si potrà inviare il modello dei redditi aggiuntivo

È fissata al 6 giugno 2022 la data a partire dalla quale si potrà inoltrare il modello Redditi aggiuntivo al 730 precompilato, presentando il frontespizio e i quadri “RW”, “RM”, “RS” e “RT”. In alternativa, si potrà correggere e sostituire il modello 730 precompilato già inviato o annullarlo presentando una nuova dichiarazione dei redditi mediante l’area personale dell’Agenzia delle entrate. Si può annullare il modello già inviato una sola volta e non oltre il 20 giugno 2022. Entro il 30 giugno 2022 si dovrà procedere con il versamento del saldo e del 1° acconto dell’Irpef per i contribuenti che non hanno il sostituto di imposta oppure che presentano il modello Redditi.

Maggiorazione per gli interessi e termine di presentazione del modello 730 precompilato

Scade il 22 agosto 2022 il termine della maggiorazione. Ovvero, entro tale data, i contribuenti senza il sostituto d’imposta oppure che abbiano presentato il modello Redditi, dovranno versare la maggiorazione corrispondente allo 0,4% di interessi, il saldo e il 1° acconto. Il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi con il modello 730 precompilato è fissato al 30 settembre 2022.

Dichiarazione dei redditi 2022, le scadenze di ottobre

Entro il 10 ottobre i contribuenti dovranno procedere con la comunicazione dell’acconto ridotto. Ovvero, entro tale data dovrà essere comunicata al sostituto di imposta di non voler procedere con il 2° acconto dell’Irpef, o con l’unico acconto, oppure di voler versare nella misura minore. Il termine per la presentazione del modello 730 integrativo è fissato invece al 25 ottobre 2022. Entro questa scadenza dovrà essere presentato il modello al Centro assistenza fiscale (Caf) o a un professionista abilitato. Il giorno 10 novembre è invece la scadenza per presentare all’Agenzia delle entrate il modello 730 integrativo. Si tratta del modello di “tipo 2” che dovrà essere inoltrato attraverso l’area personale del portale dell’Agenzia delle entrate.

Dichiarazione dei redditi 2022, la scadenza del 30 novembre e del 28 febbraio 2023

Entro la scadenza del 30 novembre 2022 è necessario presentare il modello Redditi precompilato e il modello Redditi aggiuntivo al 730. Si tratta del frontespizio e dei quadri “RW”, “RM”, “RS” e “RT”. Entro questa data si può inviare il modello Redditi correttivo al 730. È previsto, inoltre, entro questa data che il contribuente proceda con il versamento del 2° acconto o dell’unico acconto. Si tratta dei contribuenti senza sostituto di imposta o con il modello Redditi. Il 28 febbraio 2023, infine, è il giorno di scadenza per il modello Redditi in ritardo. Ovvero si può presentare il modello Redditi precompilato a 90 giorni dalla scadenza del 30 novembre 2022. Si può scaricare, entro questo giorno, anche il modello redditi Persone Fisiche (Pf).

Modello 730 precompilato in arrivo dal 23 maggio 2022: entro quando inviarlo?

Sarà disponibile dal 23 maggio 2022 il modello 730 precompilato per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Si tratterà di un arrivo tardivo rispetto alla data a regime di messa a disposizione del precompilato ai contribuenti che è fissata al 30 aprile di ogni anno. Il ritardo inciderà anche sulle comunicazioni relative alle cessioni dei crediti dei bonus e superbonus edilizi. L’invio del modello precompilato è previsto al massimo entro il 30 settembre 2022.

730 precompilato, da lunedì 23 maggio modello disponibile sul sito dell’Agenzia delle entrate

Da lunedì prossimo, 23 maggio, dunque, l’Agenzia delle entrate metterà a disposizione dei contribuenti il modello 730 precompilato. Per poterne prendere visione, basterà entrare con le credenziali Spid, Carta di identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns) nell’area personale del portale dell’Agenzia delle entrate. Il 730 precompilato contiene tutti i dati relativi alle spese deducibili e detraibili sostenute dai contribuenti nel periodo di riferimento, ovvero nel 2021. Nel caso in cui i dati riportati siano corretti, e non occorreranno modifiche, basterà inviare il modello precompilato all’Agenzia delle entrate. L’accettazione senza modifiche del modello consente di evitare i controlli del Fisco.

Novità in termini di invio del modello 730 precompilato per il 2022

Rispetto agli altri anni, le scadenze di invio del modello 730 precompilato hanno subito delle variazioni. Infatti, sono state previste delle scadenze di invio in base alla data di presentazione che consentiranno ai contribuenti di ottenere il rimborso, per dichiarazioni dei redditi a crediti, o il pagamento del debito in un arco temporale limite di due mesi.

Quali sono le scadenze per inviare il modello 730 precompilato per la dichiarazione dei redditi?

Pertanto, rispetto alla data di consegna documentale del modello 730 precompilato al professionista, le scadenze per l’invio della dichiarazione sono le seguenti:

  • al 15 giugno 2022 per le dichiarazione presentate dal contribuente entro la fine di maggio;
  • entro il 29 giugno, per le dichiarazioni presentate dal contribuente dal 1° giugno al 20 giugno;
  • al 23 luglio, per le dichiarazioni presentate dal contribuente dal 21 giugno al 15 luglio prossimi;
  • entro il 15 settembre, per le dichiarazioni presentate dal contribuente dal 16 luglio al 31 agosto;
  • infine, non oltre il 30 settembre 2022 per le dichiarazioni presentate durante il mese di settembre.

Dichiarazione dei redditi 2022, quando avranno i rimborsi i dipendenti e i pensionati?

Le novità nell’invio dei termini di scadenza della dichiarazione dei redditi 2022 comporteranno anche variazioni nelle modalità di rimborso per i contribuenti a crediti o di trattenute per quelli a debito. Infatti i termini da fissi, con il versamento del credito nella busta paga del mese di luglio per i dipendenti e delle mensilità di agosto o settembre per i percettori di pensione, diventano adesso mobili. Pertanto, i dipendenti otterranno l’erogazione del credito o inizieranno a pagare le trattenute nella prima busta paga utile successiva all’invio delle dichiarazione dei redditi. Per le pensioni, invece, si partirà dal secondo mese susseguente a quello della ricezione delle informazioni contenute nel prospetto di liquidazione.

Tutte le detrazioni utilizzabili nel modello 730 ma poco conosciute

Argomento delicato quello delle detrazioni. Presentare la dichiarazione dei redditi è un adempimento obbligatorio per gli italiani. Infatti bisogna pagare le tasse sui redditi che si producono. La tassa da pagare, o meglio, l’imposta da pagare è l’Irpef. Parliamo dell’Imposta sui redditi delle persone fisiche. Ogni reddito prodotto è assoggettato a questa tassazione in base agli scaglioni previsti e con applicazione della relativa aliquota. Dal 23 maggio via al 730 precompilato. Poi sarà la volta del modello Redditi Persone Fisiche, cioè l’ex modello 740 o Unico PF.

Anno di imposta, detrazioni e anno di dichiarazione dei redditi

Non cambia la sostanza tra i due modelli, con l’obbligo di andare a dichiarare i redditi prodotti nel 2021 su cui andrà versata sia l’Irpef che le due addizionali comunali e regionali. Tasse da pagare quindi, al netto delle detrazioni. Che determinano a volte anche i rimborsi fiscali per chi ha provveduto a pagare l’Irpef e le due addizionali già durante l’anno lavorativo 2021. Le detrazioni sono fondamentali per abbattere le imposte dovute. Molte volte però, non tutti conoscono ciò che possono usare per risparmiare sulle tasse. Ci sono detrazioni che pochi conoscono davvero.

Detrazioni dichiarazioni dei redditi

Per detrazione si intende una cifra che viene scontata direttamente dall’imposta da versare o già versata. In questo le detrazioni si distinguono da un altro strumento simile che sono le deduzioni. Le prime infatti vengono scorporate direttamente dall’imposta. Le seconde invece si scorporano dal reddito su cui andrà poi calcolata l’imposta. Un esempio chiarirà meglio il tutto. Gli scaglioni oggi vigenti dopo la riforma dell’Irpef sono:

  • Fino a 15.000 euro di reddito 23%;
  • Sopra 15.000 euro e fino a 28.000 euro   25%;
  • Oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro 35%;
  • Oltre 50.000 euro 43%.

Detto ciò, un soggetto con 14.000 euro di reddito annuo verserà 3.220 euro di Irpef. Se è un lavoratore dipendente probabilmente i 3.220 euro sono stati già trattenuti dal suo datore di lavoro nel 2021. Ma se ci sono delle detrazioni, ciò che è stato trattenuto, verrà restituito. In primo luogo incidono le detrazioni fisse, come quelle per lavoro dipendente per esempio, o quelle per i carichi di famiglia. E poi la parte delle detrazioni per gli oneri sostenuti per le spese che vengono dette appunto, detraibili. Le detrazioni per spese sanitarie, mutui o ristrutturazioni, vengono scontate direttamente dai 3.220 euro pagati di Irpef. Per le deduzioni invece si interviene sui 14.000 euro di reddito, cioè sulla base imponibile.

Le detrazioni poco note per i contribuenti

Quando si parla di detrazioni, ce ne sono tante che sono note a tutti e ormai senza segreti. Questo perché si tratta di quelle detrazioni che vengono utilizzate a cadenza annuale e sempre. Le spese sanitarie per esempio, a partire da quelle per l’acquisto di farmaci. Si tratta delle uniche detrazioni che non prevedono l’obbligo di pagamento in moneta elettronica per godere dello sconto fiscale. Il dentista, l’oculista, le analisi di laboratorio, le visite da uno specialista. Sono le spese mediche che tutti sanno perfettamente di poter scaricare dal reddito. Così come gli interessi sul mutuo, le ristrutturazioni edilizie. Ma ci sono anche quelle poco conosciute che statisticamente molti tralasciano e perdono per sempre.

Le erogazioni liberali,quando una donazione può essere detratta dal reddito

Per esempio, le erogazioni liberali a determinate strutture sanitarie o anche ad associazioni culturali e sportive. Sostenere la squadra di pallavolo dilettantistica della figlia con donazioni volontarie, da diritto alla detrazione. È solo un tipico esempio che si può estendere alle donazioni per una associazione di ricerca su malattie genetiche tanto per fare un altro esempio. In uno studio condotto dal CAF Acli per esempio, viene fuori che su oltre 80 oneri detraibili utilizzabili e previsti dal Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir), 60 vengono usati poco e male.

Detrazioni importanti altrimenti si perdono soldi

Sembrerà strano ma statisticamente sono gli interessi del mutuo ad essere tra le voci meno utilizzate dagli italiani. E le statistiche riguardano la percentuale sui mutui aperti. Il numero scarno di detrazioni riferite al mutuo quindi non parte dal fatto che sono sempre meno i mutui concessi dalle banche ai richiedenti. Nel novero delle prime 20 detrazioni carenti statisticamente proprio gli interessi sul mutuo.

Anche i canoni di affitto per uno studente universitario, o frequentante conservatori di musica, fuori sede, può dare diritto alla detrazione. E come sempre per la stragrande maggioranza delle detrazioni, è il 19% di quanto speso per il pagamento dell’affitto del proprio figlio ad essere recuperato. Il tetto massimo di spesa detraibile è pari a 2.633 euro.

Altre spese detraibili che pochi usano

Detrazione fruibile anche per le spese sostenute per l’intermediazione immobiliare, cioè per il pagamento dell’agente immobiliare. Naturalmente si tratta di intermediazione per la casa di abitazione e non necessariamente per l’acquisto della casa di abitazione. Se la casa in affitto è presa da giovani di età compresa tra i 20 ed i 30 anni, anche se solo uno di essi rientra in questa fascia di età (e deve essere l’intestatario del contratto), ecco che è possibile detrarre anche queste spese che molti lasciano inutilizzate.

Anche le spese per i disabili vanno in detrazione, non necessariamente mischiate con quelle sanitarie

Nel grande calderone delle spese sanitarie, quelle per gli invalidi viaggiano su un binario a parte. E limitazioni e franchigie possono essere superate se si inseriscono le spese ai posti giusti nelle dichiarazioni dei redditi. Analisi, prestazioni chirurgiche, prestazioni specialistiche, acquisti di dispositivi. Sono queste le spese comuni ai disabili e perfettamente detraibili. Come lo sono quelle sostenute per il trasporto in ambulanza di un invalido per esempio. Per non parlare delle spese per adeguare la casa o gli ambienti dove vive l’invalido, al superamento delle cosiddette barriere architettoniche.

Dichiarazioni dei redditi: ecco il perimetro dei redditi diversi per le ASD

Non sono pochi i chiarimenti che l’Agenzia delle Entrate è stata chiamata a dare riguardo ai 730 e alle dichiarazioni dei redditi del 2022. La novità del momento è un interpello di ieri 13 aprile. La materia del nuovo atto del Fisco nostrano riguarda le ASD, cioè le associazioni sportive dilettantistiche. Per loro vige una normativa a parte in materia di compensi e dichiarazioni dei redditi. E gli opportuni chiarimenti sono sempre necessari.

Il nuovo interpello 189 dell’Agenzia delle Entrate sulle dichiarazioni dei redditi delle ASD

Ciò che scrive il Fisco italiano nel nuovo interpello n° 189 del 12 marzo 2022 riguarda i compensi ai custodi ed ai giardinieri. Il loro trattamento nella dichiarazione dei redditi che qualcuno credeva fosse quello dei redditi diversi lascia il campo alla nuova interpretazione con tanto di conferma ufficiale da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Non sono redditi diversi, questo può essere il riassunto dell’interpello del Fisco italiano. In pratica, rispondendo ad una domanda l’Agenzia delle Entrate ha messo nero su bianco il trattamento fiscale dei compensi corrisposti da associazioni di sport dilettantistico agli addetti delle strutture sportive sedi delle attività della stessa ASD. E come è chiaro si parla degli addetti alla pulizie, dei custodi e degli addetti al verde degli impianti. Una materia davvero strana quella delle dichiarazioni dei redditi a tal punto che il Fisco è dovuto intervenire.

I redditi diversi secondo il Testo Unico delle Imposte sui Redditi

Per redditi diversi quando si parla di modello 730 o del vecchio modello Unico Persone Fisiche, si fa riferimento a determinati compensi ricevuti che vanno indicati nelle dichiarazioni dei redditi ma in un modo differente dagli altri. È il TUIR, cioè il Testo unico delle imposte sui redditi a dare la definizione di questa particolare tipologia di reddito.

Nello specifico per redditi diversi si intende quei redditi che non sono conseguiti nell’esercizio di arti e professioni, che non costituiscono redditi di capitale, che non derivano da utili di imprese commerciali, di società in accomandita semplice (Sas), di società in nome collettivo (Snc) e che non derivano nemmeno da lavoro dipendente in senso stretto.

Cosa ha chiarito il Fisco nostrano

L’interpello era stato proposto da una associazione di sport dilettantistico e faceva riferimento ai redditi erogati agli addetti ai servizi di custodia e pulizia delle strutture sportive sede dell’attività dell’associazione stessa.

La risposta del Fisco è netta nel considerare redditi diversi questi emolumenti concessi a questo genere di lavoratori. Non essendo collegate in misura evidente allo svolgimento delle attività sportive oggetto dell’ASD, sono redditi diversi. Come si legge nel testo di risposta all’interpello, si tratta di obbligo personale diverso da quello derivante dal vincolo associativo.

 

La guida alla nuova dichiarazione dei redditi precompilata per partite Iva e professionisti

Ok alla nuova dichiarazione dei redditi precompilata per partite Iva. Parliamo del modello Redditi PF, unico modello di dichiarazione reddituale che le partite Iva possono utilizzare. Il fatto che ci sia stato il via libera anche alle precompilate per queste categorie è lapalissiano sul fatto che si va verso una equiparazione netta tra lavoratori dipendenti e partite Iva.

Cosa succede perle dichiarazioni dei redditi delle partite Iva adesso

Disco verde per la dichiarazione dei redditi precompilata nel 2022 per professionisti e partite Iva. Con la nuova dichiarazione dei redditi precompilata per questi soggetti, valgono le stesse regole del 730 precompilato. I dati vengono pre-inseriti dal Fisco ed i contribuenti devono modificarli o accettarli così come sono. Con il modello Redditi PF precompilato non si è tenuti nemmeno alla tenuta dei registri. Va sottolineato però che la versione precompilata non da la matematica certezza che sono presenti tutti i dati.

La dichiarazione dei redditi precompilata anche per i professionisti e per le partite Iva, sarà una opzione. Nessun obbligo di aderire alla norediti vità. Infatti resterà sempre utilizzabile il modello ordinario Redditi Persone Fisiche.

Le differenze tra modello Redditi PF precompilato e ordinario, cosa cambia per la dichiarazione dei redditi

Come ogni novità, anche questa riguardante la dichiarazione dei redditi precompilata per le partite Iva va approfondita per verificare i benefici di scegliere questa via rispetto a quella ordinaria.

Con la nuova dichiarazione dei redditi precompilata per partite Iva e professionisti, come già detto, si può essere esentati dalla tenuta dei registri. I dati che i contribuenti trovano nella precompilata, possono essere modificati o validati ed accettati. Un netto risparmio di tempo e un drastico calo del rischio di errori sono i due evidenti vantaggi della versione precompilata della dichiarazione reddituale. Inoltre non va sottovalutato il fatto che con la precompilata, diventano meno rigidi e meno oppressivi i controlli delle Entrate. Le cose che invece potrebbero non rappresentare un vantaggio, ma invece  l’esatto contrario sono relative alle possibile carenze dei dati.

Nessuna garanzia che i dati pre inseriti siano completi e nemmeno che siano esatti. Un problema che in passato hanno riscontrato anche i contribuenti sul 730 precompilato. Ogni novità vuole il suo tempo per andare a regime. Nessuno dimentica come in passato per il 730 per esempio, molti dati erano errati, perfino quelli sui codici fiscali dei dichiaranti e dei componenti il nucleo familiare. Occorrerà del tempo ma prima o poi si arriverà a regime.

Cartelle: nuove scadenze per le rate dal 2020 al 2022, opzioni bonus edilizi entro il 29 aprile

Arriva il nuovo calendario per 532 mila contribuenti che non hanno pagato le rate del 2020, del 2021 e del 2022 della rottamazione ter e del saldo e stralcio. La riapertura della pace fiscale arriva dall’emendamento approvato nella Commissione Bilancio del Senato. Si tratta di una strada già percorsa con il decreto legge numero 137 del 2020 (decreto “Ristori”), convertito nella legge numero 176 del 2020. Intanto è slittata la data di scadenza delle comunicazioni relative ai bonus edilizi per le opzioni di cessione dei crediti di imposta o per lo sconto in fattura. Di conseguenza slitta anche il termine per la messa a disposizione dei contribuenti del modello 730 precompilato e i giorni a disposizione per confermarlo da parte dei contribuenti.

Nuova possibilità per i pagamenti delle cartelle esattoriali risultanti dalla rottamazione ter e saldo e stralcio

L’emendamento dunque riapre i termini di pagamento delle cartelle esattoriali in seguito alla chiusura del 31 dicembre 2021. La platea riguarda i contribuenti decaduti. Si tratta del 43% su 1,25 milioni di contribuenti (pari a 532 mila debitori) che rientra in corsa per la rottamazione ter e il saldo e stralcio. Per questi contribuenti, risultati fuori dalle due definizioni agevolate precedenti, c’è la possibilità del pagamento scontato di quanto dovuto.

Cartelle esattoriali, ecco il nuovo calendario delle scadenze e dei pagamento delle rate dal 2020 al 2022

Con la nuova opportunità concessa dall’emendamento approvato in Commissione Bilancio, i nuovi termini di pagamento saranno i seguenti:

  • per le rate in scadenza originariamente nel 2020, il pagamento deve essere effettuato entro il 30 aprile 2022;
  • i debiti dovuti originariamente nel 2021 dovranno essere saldati entro il 31 luglio 2022;
  • per le somme dovute nel 2022 la scadenza è fissata al 30 novembre prossimo.

Per tutte e tre le scadenze, saranno considerati validi i pagamenti effettuati entro i 5 giorni successivi. Si tratta del termine concesso al contribuente come tolleranza.

Bonus edilizi, slitta la data di scadenza della comunicazione della cessione dei crediti di imposta

Intanto, è slittata al 29 aprile 2022 la scadenza per le comunicazioni relative ai superbonus e bonus edilizi. Il termine iniziale era il 7 aprile prossimo, scadenza già prorogata rispetto al 16 marzo. Entro il 29 aprile, dunque, i contribuenti dovranno procedere all’invio della comunicazione della cessione dei crediti di imposta. La comunicazione va fatta sulla piattaforma dell’Agenzia delle entrate e riguarda le spese sostenute nel 2021 e le rate residue non utilizzate dalle detrazioni fiscali riferite all’anno 2020.

Dichiarazione redditi 2022, slitta anche il calendario della precompilata

La conseguenza dello slittamento delle scadenza delle comunicazioni delle opzioni dei bonus edilizi è quella di un cambio di calendario anche della dichiarazione dei redditi precompilata. Infatti, l’Agenzia delle entrate dovrà attendere prima le informazioni relative alle detrazioni fiscali dei bonus edilizi per poi predisporre, in maniera corretta, le dichiarazioni.

Invio del modello precompilato 730, quando si potrà fare?

Ragione per la quale il termine del 30 aprile, giorno entro il quale l’Agenzia delle entrate avrebbe dovuto mettere a disposizione il modello 730 precompilato, subisce uno slittamento al 23 maggio 2022. E, a cascata, il termine per poter accettare, modificare e inoltrare il 730 precompilato dalla propria area personale del portale dell’Agenzia delle entrate, dovrebbe slittare a inizio di giugno prossimo.

Mascherine e tamponi sono detraibili nella dichiarazione dei redditi?

Mascherine acquistate per difendersi dal contagio da Covid-19 e tamponi per verificare l’eventuale infezione sono detraibili nella dichiarazione dei redditi? E, inoltre, rientrano già nelle spese inserite nel modello precompilato della dichiarazione dei redditi? Ecco quali verifiche sono da farsi.

Mascherine, ce ne sono di vari tipi e non tutte sono detraibili nella dichiarazione dei redditi

Soprattutto nel corso della pandemia, i contribuenti hanno utilizzato più tipi di mascherine, in primis per difendersi dall’infezione da Covid-19. Esistono 3 tipologie di dispositivi:

  • le mascherine lavabili o di comunità;
  • quelle classificate come Dispositivi di protezione individuale (Dpi);
  • le mascherine individuate come dispositivo medico.

Mascherine chirurgiche, Ffp2, lavabili: quali sono detraibili nella dichiarazione dei redditi?

Anche se a norma, tuttavia, non tutte le tipologie di mascherine sono detraibili. Ad esempio, quelle lavabili o di comunità non sono detraibili. Sono considerate come capi di abbigliamento. Sono invece detraibili le mascherine con il marchio “CE” e identificate come dispositivo medico (Dm). Tra queste mascherine si ricordano quelle chirurgiche. Le mascherine Ffp2 o le Ffp3 sono individuate come dispositivi di protezione individuale (Dpi) e non sono detraibili. Hanno stampato il riferimento “EN 149:2009“. Il motivo risiede nel fatto che sono considerate non di uso sanitario. Tuttavia, la regola potrebbe essere rivista dal momento che dette mascherine sono diventate obbligatorie nel corso del 2022, mentre non lo erano nel 2021.

Quali mascherine Ffp2 e Ffp3 sono detraibili nella dichiarazione dei redditi?

Tuttavia, vi sono delle mascherine Ffp2 e Ffp3 che sono detraibili. Si tratta di quei dispositivi che hanno sia la conformità CE che quella Dm (dispositivi medici). In questo caso, il costo sostenuto è detraibile se:

  • nella confezione è individuato anche il richiamo alla normativa relativa ai dispositivi medici (ovvero la direttiva 93/42 CEE o il Regolamento CE numero 745 del 2017);
  • c’è il riferimento EN 14683:2019.

Per la detrazione della spesa delle mascherine è necessario conservare la documentazione attestante la marcatura CE del dispositivo medico.

Tamponi, sono detraibili ai fini della dichiarazione dei redditi?

In molti si chiedono se i tamponi fatti e da fare per verificare l’eventuale contagio da Covid-19 siano detraibili ai fini della dichiarazione dei redditi. Solitamente, alcuni tamponi vengono pagati in contanti, ma la spesa del tampone può essere classificata sia come servizio che come dispositivo medico. In quale caso si può procedere con la detrazione fiscale?

Come si può detrarre la spesa sostenuta per fare il tampone anti-Covid?

È necessario considerare che alcune farmacie identificano il tampone come una prestazione di servizi. Al contrario altre farmacie considerano i tamponi come “fornitura di dispositivi medici e servizi strettamente connessi”. In entrambi i casi c’è l’esenzione dell’Iva, secondo quanto disposto dal comma 452 dell’articolo 1, della legge numero 178 del 2020. Entrambe le tipologie di registrazioni sono potenzialmente detraibili, ma occorre prestare attenzione al modo in cui si paga la prestazione o fornitura di dispositivo medico.

Per detrarre la spesa dei tamponi in farmacia è importante considerare come è stato pagato l’importo

Infatti, se il tampone è individuato come un servizio diventa più prudente il saldo con il pagamento tracciabile. Tale requisito è stato introdotto dalla legge di Bilancio 2020 per le spese detraibili al 19%. Sono considerate modalità di pagamento tracciabili quelle effettuate mediante:

  • il versamento postale, tramite bollettini, Rav e Mav;
  • versamento bancario;
  • carta di credito o di debito;
  • carte prepagate;
  • assegni circolari e bancari;
  • diversi sistemi di pagamento come, ad esempio, il PagoPa.

Detrazione spesa per i tamponi nella dichiarazione dei redditi: cosa controllare sullo scontrino fiscale?

Nel caso di modello precompilato dei redditi viene la spesa viene inviata al Sistema Tessera Sanitaria con il codice AS. Il suddetto sistema consente di mettere a disposizione dell’Agenzia delle entrate tutte le informazioni riguardanti le spese sanitarie pagate dai contribuenti.  Se, invece, la spesa per il tampone viene considerata come dispositivo medico, si può procedere anche con il pagamento in contanti e successivamente detrarre il costo nella dichiarazione dei redditi. In tal caso, sullo scontrino c’è la codifica AD.

 

Detrazione mascherine: le modalità operative indicate dal MEF

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in risposta a un interrogazione parlamentare, spiega i dettagli per la detrazione dei costi sostenuti per l’acquisto di mascherine FFP2 e FFP3. Ecco come fare.

Detrazione mascherine: i modelli FFP2 ed FFP3 sono dispositivi medici

Siamo vicini al periodo in cui deve essere presentata la dichiarazione dei redditi e le famiglie sono già alla ricerca di scontrini e fatture di beni che possono essere portati in detrazione e quindi che concorrono a determinare un risparmio di imposta. Dubbi però vi sono sui prodotti acquistati per far fronte all’emergenza Covid, come mascherine, disinfettanti, tamponi che hanno costituito per gli italiani importanti esborsi. Vedremo ora come portare in detrazione le spese sostenute per le mascherine FFP2 ed FFP3.

Il MEF rende noto che le mascherine che presentano determinati requisiti tecnici sono da considerare dispositivi medici e di conseguenza gli oneri sostenuti per il loro acquisto possono essere portati in detrazione con il modello 730/2022. Affinché si possa ottenere lo sgravio fiscale è necessario che le mascherine siano conformi alla normativa europea, inoltre lo scontrino fiscale deve riportare il codice AD. Si tratta del codice che identifica le “spese relative all’acquisto o affitto di dispositivi medici con marcatura CE” .

Nel caso in cui lo scontrino o la fattura non riportino tale codice, sarà comunque possibile ottenere la detrazione solo se il contribuente ha conservato i documenti dai quali risulti la marchiatura CE delle mascherine, la quale deve attestare che si tratta di un prodotto compreso nella banca dati del Ministero della Salute. Nel caso in cui il prodotto non sia indicato in tale banca dati, la prova si fa ancora più difficile in quanto è necessario che rechi la marchiatura CE con indicazione della conformità alla normativa europea.

Ciò implica che la conformità per i prodotti non fatturati con il codice AD, deve essere verificata per ogni singola mascherina il cui costo si vuole portare in detrazione.

Detrazione mascherine FFP2 ed FFP3: a quanto ammonta?

Tale meccanismo può forse essere considerato eccessivamente pesante, ma purtroppo la pandemia ha generato un volume tale di domanda e speculazioni che spesso in Italia hanno portato alla distribuzione di prodotti non conformi, cioè con caratteristiche tali da non impedire o ridurre il rischio di contagio.

Dai calcoli fatti emerge che gli italiani hanno speso 327 milioni di euro per l’acquisto di mascherine FFP2 ed FFP3 quindi gli importi che dovrebbero essere portati in detrazione sono abbastanza alti. É anche vero che molto probabilmente numerosi scontrini, fatture e marchi relativi agli acquisti sono andati perduti e di conseguenza anche le relative detrazioni. Occorre anche sottolineare che la detrazione non viene applicata alle mascherine chirurgiche che per molto tempo hanno rappresentato l’acquisto prevalente.

La normativa per i dispositivi medici prevede una detrazione con aliquota al 19% delle spese sostenute, per le famiglie che hanno fatto largo uso delle mascherine potrebbe essere un risparmio di imposte piuttosto notevole.