Pensioni: parla Elsa Fornero, ecco la ricetta

Se c’è un nome che torna sempre in auge quando si parla di pensioni questa è Elsa Fornero. La Professoressa che ai tempi del governo guidato da Mario Monti varò una delle più dure riforme previdenziali a memoria d’uomo, è tornata a parlare di pensioni adesso. Mai momento è più indicato comunque. Infatti siamo di fronte ad una riforma che si sta per avviare. E la ricetta dell’ex Ministro del Lavoro del governo Monti, è come al solito particolare.

Le parole della Professoressa Fornero

Domani 18 marzo la Professoressa Elsa Fornero sarà ospite di Confindustria Vicenza per parlare di giovani, lavoro e pensioni. E come si legge su “ilgiornaledivicenza.it”, giovani è una parola che da sempre la Fornero utilizza quando affronta le tematiche delle pensioni e del lavoro in Italia.

Per il bene dei giovani anche la sua riforma. Si, perché la tanto criticata e odiata riforma delle pensioni del governo Monti, secondo la Fornero è servita per non scaricare sulle generazioni future (i giovani di oggi) i costi del sistema. Come dire che le lacrime e sangue della sua riforma sono servite per il futuro. La riforma del 2011 inasprì sensibilmente i requisiti utili per andare in pensione.  Li inasprì a tal punto che per molte persone, i tanti governi successivi a quello Monti, sono dovuti intervenire in salvaguardia. Nacquero gli esodati.

Ma la riforma delle pensioni di Elsa Fornero viene vista positivamente anche dal governo Draghi. Proprio come si legge sul sito ilgiornaledivicenza.it, l’attuale esecutivo sembra aver individuato il perimetro dove operare, e segue la linea tracciata dalla Fornero. Si va verso una riforma contributiva. Tutti infatti sostengono che il sistema contributivo è quello più equo, perché la pensione viene erogata in base ai contributi versati e non alle retribuzioni.

L’equità garantita dal fatto che così si evitano le pratiche furbesche passate alla storia tristemente. Ci riferiamo a persone che riuscivano a spillare gli ultimi anni di stipendio a cifre più elevate proprio per recuperare una pensione più alta. Infatti nel sistema retributivo le pensioni venivano calcolate proprio in base alle ultime retribuzioni.

La Fornero contro quota 100, ma non è una novità

La riforma delle pensioni mai come adesso è necessaria per via del fatto che anche la quota 100 è sparita. Finita il 31 dicembre scorso l’esperienza per quota 100. E da sempre la quota 100 è stata criticata proprio dalla Fornero che la reputava una misura troppo costosa e poco utile. Secondo la Fornero sostituire lavoratori anziani con i giovani come si sperava di fare con la quota 100, non funziona. Includere giovani con anziani sarebbe la soluzione, come diversi studi che cita la Fornero, hanno dimostrato.

Secondo la Fornero, i prepensionamenti vanno a vantaggio delle imprese, ma il loro blocco può andare a creare posti di lavoro. La Fornero cita uno studio di Banca d’Italia tra le aziende manifatturiere e dimostra che senza prepensionamenti la gestione del personale in queste aziende, migliora andando a prevedere inserimenti di giovani. Secondo la Fornero, ciò non significa che bisogna allungare ancora l’età di pensionamento. Ma significa che la sua riforma era necessaria, e che le aziende come i lavoratori, dopo la fase iniziale difficoltosa, hanno superato lo step adeguandosi.

Vietato promettere un futuro luminoso per le pensioni

La Fornero da sempre è stata piuttosto critica nei confronti di chi prometteva pensioni anticipate, pensioni ricche e così via. Tutti ricordano gli screzi con Salvini per esempio.

È la vita lavorativa dei giovani, che la Fornero sottolinea essere povera e discontinua che andrebbe salvaguardata. Il nodo secondo la Fornero resta quello della occupazione più che del pensionamento anticipato. I dati italiani restano allarmanti, con il 28% dei giovani che sono disoccupati, il 15% delle donne disoccupate, e un giovane ogni 4 di età compresa tra i 15 ed i 34 anni è privo di lavoro, non lo cerca e nemmeno studia.

Pensioni 2023: la legge Fornero sarà definitivamente superata?

La riforma pensionistica introdotta con la Legge Fornero (decreto legge 201 del 2011) ha messo in difficoltà molti lavoratori perché, al fine di ridurre il debito pubblico, ha innalzato molto i requisiti per andare in pensione. Prevede il pensionamento a 67 anni di età oppure 42 anni e 10 mesi di contributi che scendono a 41 anni e 10 mesi per le donne. Dopo l’approvazione di Quota 102 fino al 31 dicembre 2022, i lavoratori fanno domande sulle pensioni 2023 sperando in una riforma che possa far superare definitivamente la Legge Fornero.

La Legge Fornero, Quota 100 e Quota 102

La Legge Fornero fin dalla sua entrata in vigore ha destato molti malumori, d’altronde già il fatto che al momento della presentazione della stessa, il ministro Elsa Fornero piangeva a dirotto, ha fatto immaginare ai lavoratori scenari apocalittici. Proprio per questo nel tempo, al fine di mitigare il malumore e le oggettive difficoltà dei lavoratori, i vari governi e le varie maggioranze parlamentari hanno proposto delle alternative alla Legge Fornero, che resta tutt’ora applicabile.

Per mitigare gli effetti della Legge Fornero con il decreto legge 4 del 2019 è stata introdotta la Quota 100 che permetteva ai lavoratori di uscire in anticipo dal mondo del lavoro a patto però che maturassero 62 anni di età e almeno 38 di contributi. La Quota 100 è però definitivamente andata in pensione il 31 dicembre 2021, sostituita dalla Quota 102.

Si tratta di una misura ponte che porterà molto probabilmente all’applicazione delle Legge Fornero in maniera totale. Quota 102 dovrebbe terminare la sua funzione il 31 dicembre 2022 e prevede la possibilità di andare in pensione a 64 anni di età con 38 anni di contributi. Ricordiamo che coloro che non hanno i requisiti per Quota 102, Opzione Donna, Ape Sociale o non vogliono approfittare di queste misure vedono l’applicazione della Legge Fornero che quindi è ancora attiva.

Cosa ci sarà dopo Quota 102? Le ipotesi per le pensioni 2023

Ciò che molti si chiedono è se dal 2023 si ritornerà alla Legge Fornero che, essendo criticata anche da molti partiti, potrebbe di fatto con un po’ di impegno essere superata. Le ipotesi allo studio per evitare l’applicazione dal 2023 della Riforma Fornero sono diverse, infatti i lavoratori sperano in un ritorno a Quota 100 dal 2023, mentre il Governo sembra stia studiando l’ipotesi di un’ulteriore misura ponte, cioè la Quota 104 che permetterebbe di andare in pensione con con almeno 66 anni di età e 38 di contributi.

Un’ulteriore ipotesi per poter tenere alla larga l’entrata in vigore completa della Legge Fornero senza ulteriori misure di pensione agevolata, è l’introduzione del solo sistema contributivo che andrebbe però a ridurre molto l’importo della pensione maturato. Secondo il Presidente del Consiglio Mario Draghi però questo è l’unico modo per evitare l’applicazione delle riforma pensionistica ideata dall’allora ministro Elsa Fornero.

Nota sul sistema contributivo per le pensioni 2023

Attualmente la disciplina del sistema contributivo prevede che:

  • il sistema contributivo, più favorevole ai lavoratori, venga applicato in maniera integrale ai lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996;
  • per coloro che alla data del 31 dicembre 1995 avevano maturato un’anzianità contributiva di almeno 18 anni si applica un sistema misto fino al 1° gennaio 2012, cioè l’entrata in vigore della Legge Fornero del calcolo retributivo;
  • infine, per coloro che al 1° gennaio 1996 non avevano ancora maturato 18 anni di contributi, il calcolo dell’assegno pensionistico avviene con il sistema misto con applicazione del calcolo contributivo già dal 1° gennaio 1996. Con l’ipotesi allo studio verrebbe meno questa differenziazione.

Tra le ipotesi allo studio c’è anche Quota 41, presentata dalla Lega, che prevede la possibilità per i lavoratori di andare in pensione a 63 anni con almeno 41 anni di contributi. I sindacati invece chiedono una norma che consenta ai lavoratori di scegliere quando andare in pensione dopo aver raggiunto 62 anni di età e 41 di contributi, inoltre chiedono il riscatto gratuito della laurea e una pensione di garanzia per i giovani.

Pensioni 2023: resteranno Opzione Donna e Ape Sociale?

Ricordiamo che per agevolare il pensionamento ad oggi sono disponibili anche altre strade, cioè Opzione Donna che consente alle donne di andare in pensione a 58 anni di età, 59 per le lavoratrici autonome, con almeno 35 anni di contributi, ma perdendo però almeno il 30% dell’assegno in quanto gli importi sarebbero calcolati esclusivamente con il metodo contributivo. Infine è ancora possibile andare in pensione con l’APE Sociale che prevede anticipi pensionistici per chi ha perso il lavoro e ha difficoltà a collocarsi nel mondo del lavoro, per i lavori usuranti e per i care givers.

Per avere maggiori informazioni sulle attuali possibilità di pensionamento si consiglia la lettura di:

APE Sociale 2022: tutte le novità introdotte con la legge di bilancio

Legge di Bilancio 2022 novità per Quota 102 e Opzione Donna

Fornero: “Jobs Act una boccata d’ossigeno”

Dopo le dichiarazioni di ieri dell’Avv. Daverio, oggi riportiamo le parole dell’ex ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elsa Fornero, sul Jobs Act renziano. Seconda donna, dopo Tina Anselmi, a presiedere tale ministero, la Fornero si è detta molto preoccupata per un piano (che di fatto cancella la sua riforma ai tempi del governo Monti) che rappresenta sì «una boccata di ossigeno per le imprese, ma non risolve i problemi di fondo del marcato del lavoro italiano».

«La priorità – ha dichiarato il ministro che dovette affrontare, uscendone indenne, la mozione di sfiducia individuale presentata  dall’Italia dei Valori e dalla Lega Nord – è quella di incoraggiare il lavoro senza perdere di vista gli obiettivi di medio termine che sono migliorare la formazione dei nostri giovani e aumentare la produttività.  Se le imprese non assumono bisogna incoraggiarle attraverso la riduzione del costo del lavoro e la flessibilità è la strada giusta e il fatto di liberalizzare i contratti a tempo determinato non è criticabile». 

Sono le misure che riguardano l’apprendistato che non convincono troppo l’ex ministro perché «deve essere visto come apprendimento, come formazione, in quanto rappresenta una strada per irrobustire le relazioni di lavoro e la produttività», mentre il decreto «indebolisce la parte formativa, senza contare che la divisione tra scuola e lavoro è una delle cause della bassa produttività e anche della precarietà nel nostro Paese».

«Capisco che rispetto al momento in cui ero ministro il mercato del lavoro è cambiato – ha concluso la Fornero -, la recessione ha colpito in modo molto duro. Incoraggiare il lavoro è una priorità e non possiamo prescindere dalla formazione dei nostri giovani attraverso l’apprendistato».

Jacopo MARCHESANO

Un protocollo per favorire le imprese femminili

E’ ormai comprovato che le imprese femminili, anche durante la crisi, hanno saputo dimostrarsi dinamiche ed innovative.

Per questo, e per ampliare il ruolo sempre maggiore svolto dalle aziende rosa nel sistema economico nazionale, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Elsa Fornero, il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, e il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, hanno firmato il rinnovo di un protocollo d’intesa – della durata di cinque anni – che conferma e rafforza l’impegno in corso.

Obiettivo primario è quello di rafforzare il ruolo della donna nelle politiche di sviluppo del Paese e recuperare il gap italiano di partecipazione femminile al mondo del lavoro rispetto alla media Ocse.

I Comitati per l’Imprenditoria Femminile delle Camere di Commercio dovranno:

  • Operare per lo sviluppo e la qualificazione della presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria;
  • Partecipare alle attività delle Camere di Commercio coniugando lo sviluppo dell’imprenditoria locale in un’ottica di genere;
  • Promuovere indagini conoscitive sulle realtà locali per individuare opportunità di accesso delle donne nel mondo del lavoro e, in particolare, dell’imprenditoria;
  • Mettere a punto iniziative per lo sviluppo dell’impresa femminile;
  • Attivare iniziative per facilitare l’accesso al credito;
  • Curare attività di ricerca e studio, coltivare relazioni con il mondo dell’istruzione e della formazione.

Elsa Fornero ha dichiarato a proposito: “La firma di questo protocollo è un altro piccolo passo verso l’affermazione di un vero principio di parità tra donna e uomo, quale volano di sviluppo per il nostro sistema economico. Il ritardo accumulato è molto e per avere contributi significativi occorrono azioni concrete come questa, giorno dopo giorno. Così si aiuta l’Italia a recuperare in termini di qualità e soprattutto di produttività, proprio ciò che più manca al Paese”.

Corrado Passera ha aggiunto: “In questo anno ho incontrato in giro per l’Italia tantissime donne imprenditrici e quello che mi ha sorpreso di più è la loro voglia di mettersi in gioco e di guardare avanti. Dobbiamo premiare questa energia e facilitare, con tutti gli strumenti possibili, il consolidamento della presenza femminile nel mondo del lavoro, proprio come avviene in tanti Paesi all’estero. Il protocollo firmato oggi rinnova degli strumenti particolarmente utili e concreti per favorire la loro partecipazione al mondo delle imprese”.

Ferruccio Dardanello ha concluso: “In Italia una impresa su 4, oltre 1,4 milioni, è gestita da donne, con risultati spesso migliori di quelli dei colleghi uomini. Il mettersi in proprio di tante donne non rappresenta solo una chiave per l’affermazione personale e professionale, ma soprattutto è un fattore fondamentale di crescita e sviluppo dell’intero Paese. L’intesa che abbiamo rinnovato oggi vuole mettere a valore questo asset con interventi concreti, diffusi sul territorio e dunque più vicini alle esigenze delle donne”.

Il Protocollo, infine, affida ad Unioncamere il compito di realizzare un rapporto triennale sull’imprenditoria femminile e quello della creazione di un Coordinamento regionale dei Comitati presso le 20 Unioni Regionali delle Camere di Commercio, per rendere più fluido il collegamento tra istituzioni centrali e Cif.

Vera MORETTI

Incentivi alle pmi per la sicurezza sul lavoro

Quello della sicurezza sul lavoro è un problema spinoso e attuale, alla luce degli incidenti che accadono quotidianamente.

Per questo motivo, l’Inail ha deciso di stanziare ben 155 milioni di euro a favore delle piccole e medie imprese italiane, da utilizzare per apportare modifiche ed interventi nel luogo di lavoro in materia di salute e sicurezza.

L’annuncio era stato dato lo scorso dicembre, da Massimo De Felice, direttore dell’Istituto, e da Elsa Fornero, ministro del Lavoro.
La misura che riguarda gli incentivi alle pmi fa parte di un progetto che nel quadriennio 2010-2014 metterà in campo circa un miliardo e mezzo di euro.

L’incentivo in questione è costituito da un contributo in conto capitale nella misura del 50% dei costi del progetto. Il contributo massimo è pari a 100.000 euro, il contributo minimo erogabile è pari a 5.000 euro.
La prima fase della procedura di richiesta dal 15 gennaio 2013.

Nel periodo compreso tra il 15 gennaio e il 14 marzo 2013, le imprese potranno inserire la domanda online, nell’area Punto Cliente sul portale dell’Inail, ed avranno a disposizione una procedura informatica che consentirà loro, attraverso la semplice compilazione di campi obbligati, di verificare la possibilità di presentare la domanda di contributo.

Dopo il 18 marzo le aziende la cui domanda abbia raggiunto o superato la soglia minima di ammissibilità, pari a 120 punti, potranno accedere al sito Inail per ottenere il proprio codice identificativo, necessario al momento di inoltrare le domande online, nelle date di apertura dello sportello informatico che saranno comunicate sul sito dell’Istituto a partire dall’8 aprile 2013.

In seguito gli elenchi di tutte le domande inoltrate saranno pubblicate sul portale con l’indicazione di quelle arrivate in posizione utile per accedere effettivamente al contributo.

Vera MORETTI

I nuovi ammortizzatori sociali del 2013

Il 2013 ha portato, tra le tante novità, anche l’entrata in vigore dei nuovi ammortizzatori sociali previsti dalla riforma Fornero.

Due sono i capisaldi della riforma: Aspi, Assicurazione sociale per l’impiego, e fondi di solidarietà bilaterali, per i quali il Governo si è impegnato con la legge di stabilità a garantire risorse.

L’Aspi sostituisce di fatto le prestazioni di disoccupazione ordinaria non agricola a requisiti normali, disoccupazione ordinaria non agricola a requisiti ridotti, disoccupazione speciale edile e indennità di mobilità.

A beneficiarne sono i lavoratori che possiedono un rapporto di lavoro in forma subordinata e che involontariamente hanno perduto il proprio posto di lavoro, ma anche gli apprendisti e i soci lavoratori di cooperativa con rapporto di lavoro subordinato.

Secondo il ministro del Lavoro Elsa Fornero, “in un quadro di forte difficoltà dal punto di vista sociale, l’entrata in vigore da gennaio della riforma degli ammortizzatori sociali potrà contribuire a ridurre l’ansia e il disagio di molte famiglie”.

L’indennità spetta ai giovani e a coloro che hanno lavorato almeno 13 settimane degli ultimi 12 mesi, senza ulteriori requisiti.

Un cambiamento importante riguarda i contributi Inps che tutti i datori di lavoro dovranno versare ai lavoratori, anche quelli che prima erano esenti.

Entro il 16 febbraio prossimo, i contributi ordinari Inps sugli stipendi di gennaio subiranno una maggiorazione dell’1.61% per finanziare la nuova indennità di disoccupazione. Per le collaborazioni a progetto, come per quelle coordinate e continuative, l’aliquota Inps dovuta alla gestione separata aumenta del 2%, fino a un massimo di 1.922,98 euro.

Vera MORETTI

Monti bacchetta Bersani

 

IERI

Ultimo saluto a Rita Levi Montalcini: ultimo addio ieri a Torino alla regina della scienza scomparsa lo scorso 30 dicembre. Il cimitero monumentale di Torino ha accolto la cerimonia pubblica laica in onore della senatrice a vita, premio Nobel per la medicina nel 1986: in prima fila Elsa Fornero, Francesco Profumo e il presidente della regione Roberto Cota. La scienziata aveva disposto la cremazione, anche se non prevista dal culto ebraico: le sue ceneri saranno chiuse in un’urna e interrate accanto alle spoglie della gemella, la pittrice Paola.

Scende lo spread, sale la temperatura politica: è sceso ai minimi lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi nella giornata di ieri, riducendosi a 286 punti base. Obiettivo Monti raggiunto e le borse tirano un respiro di sollievo: il rendimento del Btp a 10 anni è sceso al 4,30%.

OGGI

Monti per l’Italia: confida nella discesa dello spread ” un fenomeno che durerà” Mario Monti che ha rilasciato la sua seconda intervista da candidato ufficiale questa mattina su Rai1. Per il premier dimissionario alla base della discesa del differenziale tra Btp e Bund tedeschi c’è “l’effetto sui mercati delle misure americane contro il fiscal cliff , ma c’è anche un recupero di fiducia da parte di capitali esteri nell’Italia. A giovarne sarà il prossimo governo”. E riguardo alla sua candidatura, Monti ha specificato: “non ci sarà una lista ‘Monti presidente’ ma rappresenterà un movimento di cittadini, di organizzazioni della società civile e del volontariato per coinvolgere me, e ci sono riusciti, e per fare insieme qualcosa per Italia”. Sul nome del movimento ci sono già delle ipotesi: “Con Monti per l’Italia”. Il premier dimissionario non si risparmia però anche qualche giudizio sui candidati rivali, anche se stavolta al centro della frecciatina non c’è il Cavaliere ma Pierluigi Bersani: “dovrebbe essere coraggioso e silenziare un po’ la parte conservatrice del partito”. “Coloro che hanno impedito in questo anno di governo di andare più avanti sul fronte delle riforme – afferma Monti replicando a chi gli chiede cosa farebbe in caso di vittoria del centrosinistra alla Camera ma non al Senato – sono stati da una parte Cgil e Fiom, e da un punto di vista politico, Vendola e il Sel e l’onorevole Fassina”. “La vera sfida – ha proseguito Monti – è fra chi vuole conservare strutture esistenti e chi vuole innovare un po’ di più”. E sull’ipotesi di una possibile alleanza post elezioni in caso di vittoria ‘zoppa’ del Pd, in caso di conquista della Camera ma non del Senato, Monti glissa “speriamo Bersani convinca, ma non vinca”.

In arrivo l’iPhone6: un nuovo gioiello nascosto nei cassetti della Apple? Secondo alcuni indizi circolati in rete la Apple avrebbe quasi ultimato la prossima versione del sistema operativo iOs di Apple: alcuni sviluppatori software hanno segnalato di aver visto durante il mese di dicembre accessi alle applicazioni da un dispositivo identificato come “iPhone 6,1” con “iOs 7”. Secondo le ricostruzioni di The Next Web sono i primi segnali dei prossimi lanci di Apple. se iOs 6 ha debuttato in versione beta pubblica a giugno 2012, anche iOs 7 potrebbe seguire lo stesso percorso, e se iPhone 5 ha debuttato sul mercato statunitense a settembre del 2012, un iPhone 6 potrebbe essere pronto già dopo l’estate. Geek orecchie bene aperte…

DOMANI

I Marò tornano in India: scadrà domani la licenza di due settimane concessa il 21 dicembre scorso a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due maro’ italiani in attesa di giudizio in India, dove sono accusati di aver ucciso due pescatori durante un’azione antipirateria. Per i due fucilieri dovranno presentarsi il prossimo 15 gennaio 2013 davanti al giudice di Kollam.

Nomination Oscar 2013: in ritardo sulla tabella di marcia consueta, le nomination per i premi più attesi dell’industria cinematografica dovrebbero essere decise al più tardi domani entro le ore 16, anche se per l’annuncio ufficiale occorrerà attendere il 10 gennaio. Tra i superfavoriti ci sono quasi certamente il nuovo film di Quentin Tarantino, “Django Unchained”, in uscita nelle sale italiane il prossimo 7 gennaio, la pellicola di Kathryn Bigelow “Zero Dark Thirty” e “Argo” di Ben Affleck. Per quanto riguardo gli attori si parla di Leonardi di Caprio (protagonista nel film di Tarantino), Joaquin Phoenix per “The Mater”, ma anche De Niro per Robert De Niro per “L’orlo argenteo delle nuvole”. Tra i volti femminili la superfavorita sembra essere Anne Hathaway per la sua Fantine ne “I Miserabili”. La cerimonia degli Academy Awards si terrà domenica 24 Febbraio al Dolby Theatre di Los Angeles.

Alessia CASIRAGHI

Monti a Bruxelles per fare i conti dell’UE

 

IERI

Tregua su Gaza: prima nottata tranquilla per palestinesi e israeliani dopo 9 giorni di conflitto e raid aerei incessanti. Alle ore 21 di ieri sera (le 20 in Italia) è scattato il cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza, a seguito dell’incontro fra il segretario di stato americano Hilary Clinton e il Presidente egiziano Morsi. L’accordo prevede che Israele cessi tutte le forme di attacco militare contro Gaza per via aerea, terrestre e marittima, mentre jihadisti e fazioni palestinesi dovranno mettere fine a tutte le operazioni da Gaza verso la parte israeliana, compresi il lancio di razzi e gli attacchi lungo il confine. I valichi, per il passaggio di merci e persone, verranno riaperti 24 ore dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco.

Accordo produttività: la Cgil non ci sta e dice no. Mentre parti sociali e Governo hanno siglato ieri a Palazzo Chigi l’accordo sulla produttività, la Cgil non ha cambiato posizione e ha deciso di non firmare. Dal canto suo il Premier Monti ha auspicato un inversione di rotta da parte del sindacato, indicando il nuovo testo come “articolato, valido e innovativo. Un passo importante per il rilancio dell’economia, la tutela dei lavoratori e il benessere sociale”. Ma Susanna Camusso lo definisce deludente perchè “determina una riduzione dei salari reali dei lavoratori”: la leader della Cgil aggiunge poi che il testo è”coerente con la politica del governo che scarica sui lavoratori i costi e le scelte per uscire dalla crisi. Si è persa un’occasione”. Il Governo ha stanziato – per il biennio 2013 e 2014 –  1,6 miliardi di euro per gli accordi di produttività.

La Iena Fornero: choosy Fornero, infastidita dalla Iene, non ci sta e se la dà a gambe. E’ accaduto ieri al Ministero della Salute, dove la Fornero, che doveva intervenire in una conferenza stampa a fianco di Balduzzi: tema l’amianto. E dovevano essere d’amianto anche le domande dell’inviato delle Iene, che in prima fila ha incalzato il Ministro del Lavoro, che spazientita è scappata dalla sala.

Milano a mano armata: freddato con un proiettile alla testa ieri sera a Milano, in zona Fiera, un assicuratore di 69 anni, Diego Preda. Erano le 19.30 quando, in via Mosè Bianchi all’angolo con via Alberto Mario, qualcuno ha esploso un colpo a distanza ravvicinata alla testa di Preda, come in una vera e propria esecuzione. Indagini in corso.

Vittoria Milan: i rossoneri conquistano, con un turno di anticipo, la qualificazione agli ottavi di finale della Champions League, dopo aver battuto 3 a 1 ieri sera a Bruxelles l’Anderlecht, grazie al fenomeno El Shaarawy, al quarto gol in una settimana, alla rovesciata di Mexès, e al tap-in di Pato, tornato in gran forma.

OGGI

Violenza ultras a Roma: 50 ultras inferociti, 5 persone fermate e 10 persone ferite. A cui va aggiunto un pub patricamente distrutto a Campo dei Fiori. E’ questo il bilancio della notte di violenza scoppiata ieri sera nella capitale: 50 tifosi laziali con il volto coperto si sono scontrati contro i tifosi inglesi del Tottenham, a Roma per assistere al match fra Lazio e Tottenham di Europa League, in programma questa sera alle 19 allo Stadio Olimpico. “Non risulta con certezza che l’aggressione sia stata opera di tifosi della Lazio” ha fatto subito sapere Claudio Lotito, presidente della Lazio.

Tobin tax instabile: la Tobin Tax accende l’aula di Montecitorio e mette ko il Governo tecnico. L’emendamento, di cui primo firmatario è Francesco Boccia, è passato con 433 sì, 6 no e 8 astenuti, nonostante il parere contrario dell’Esecutivo. Scopo del testo, come sottolineato dal parlamentare del Pd, è quello di non esentare nessuno dal pagamento della tassa, soprattutto sui derivati.

Bilancio Ue 2014-2020: il Premier Monti è volato a Bruxelles per prendere parte, questa sera alle 20, alla tavola rotonda imbandita da Herman van Rompuy con i ventotto i capi di Stato o di governo. All’ordine del giorno la discussione del Bilancio UE 2014-2020.Tanta, tantissima la carne da mettere al fuoco: l’agricoltura sarà ancora la prima voce di spesa? Come si punterà crescita non solo in termini produttivi? E a proposito di Europa, agli studenti sarà ancora data l’opportunità unica di viaggiare per l’Ue grazie al progetto Erasmus, che rischia di essere prepensionato con soli 25 anni di anzianità? La Commissione europea ha già chiesto di stanziare 1.047 miliardi di euro, circa l’1% della ricchezza prodotta dall’Ue.

DOMANI

Torino Film Festival: si apre domani con una polemica rossa, nella città che ospita la Fiat, l’edizione 2012 del Torino Film Festival. A disertare la manifestazione il regista britannico Ken Loach, cui doveva essere assegnato il premio Gran Torino alla carriera. “Sto con i lavoratori” la replica del regista di ‘My name is Joe’ ha contestato “il licenziamento di persone” e “l’esternalizzazione dei servizi svolti da lavoratori con salari più bassi”. Madrina del Festival sarà quest’anno Claudia Gerini, mentre ad inaugurare il Festival, che proseguirà fino al primo dicembre sarà una pellicola d’eccezione: “Quartet”, prima prova dietro alla macchina da presa per Dustin Hoffmann. Il film è una commedia carica di humor che il maratoneta ha deciso di ambientare in una casa di riposo per cantanti lirici e musicisti. In concorso poi la pellicola prodotta dalla coppia del cinema made in Italy Valeria Golino e Riccardo Scamarcio, “L’uomo doppio” di Cosimo Terlizzi. Tre i film italiani in concorso: “Noi non siamo come James Bond”, “Smettere di fumare fumando” e “Su re”.

Black Friday con la mela: code infinite nel giorno che segue il tradizionale Thanksgiving Day. Il Black Friday, il venerdì di saldi per antonomasia degli americani, rischia di sbarcare anche in Italia: domani infatti Apple Store ufficiali e store online della mela offriranno un assaggio di saldi anche in Italia.

Pmi Day: appuntamento domani in tutta Italia con il Pmi Day, promosso da Piccola Industria di Confindustria per aprire le piccole e medie imprese di tutta Italia ai giovanissimi studenti che vogliono avvicinarsi alla realtà dell’industria italiana.

 

Alessia CASIRAGHI

Approvata dal Ministero del Lavoro la riforma di Inarcassa

E’ ormai definitiva la riforma di Inarcassa, poiché è stata approvata, dopo un periodo di “prova”, ovvero lo stress test voluto da Elsa Fornero, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

Paola Muratorio, la presidentessa di Inarcassa, la cassa previdenziale di ingegneri ed architetti iscritti all’albo, ha commentato questa svolta con entusiasmo: “Il nostro contributivo è una rivoluzione che ci pone all’avanguardia di molti paesi europei. Grazie a un sistema innovativo raggiungiamo una sostenibilità strutturale, ossia un equilibrio permanente dei conti, tra entrate e uscite previdenziali a garanzia di tutti gli iscritti, giovani e anziani“.

La riforma, infatti, segna il passaggio al metodo contributivo e la sostenibilità a 50 anni e riconosce previdenza ed assistenza, coniugandola con l’equilibrio economico e finanziario della Cassa.

Tutte le aspettative presenti nel sistema previdenziale attuale sono state salvaguardate, a partire dal mantenimento della pensione minima sia per gli iscritti meno abbienti che per le situazioni meritorie, fino al riconoscimento di un accredito figurativo relativo alle contribuzioni ridotte degli iscritti giovani. Presenti anche la flessibilità di uscita pensionistica e la pensione volontaria aggiuntiva per chi intende migliorare il proprio profilo previdenziale.

Si tratta, in definitiva, di misure in grado di proteggere gli iscritti più anziani ma al contempo di migliorare il profilo previdenziale ai più giovani.
La flessibilità riguarda anche la pensione: è possibile ritirarsi dalla professione a 63 anni, se è stata maturata un’anzianità contributiva di 35 anni, ma è anche concesso di lavorare fino a 70 e ricevere, in questo caso, un trattamento migliore.

Paola Muratorio ha commentato: “La nostra riforma chiama gli iscritti a un ruolo più attivo e consapevole rispetto alle leve da utilizzare per la costruzione della propria pensione, valorizzando la specificità di ingegneri e architetti liberi professionisti e le caratteristiche del sistema di riferimento delle Casse“.

Vera MORETTI

Non è un Paese per apprendisti

di Davide PASSONI

Uno strano destino quello dell’apprendistato in Italia. Mentre il ministro Fornero sigla un memorandum con la Germania per favorirne l’applicazione e annuncia il varo di una sezione all’interno del sito www.lavoro.gov.it e di un indirizzo mail (apprendistato@lavoro.gov.it) dove inviare osservazioni, suggerimenti, segnalazioni, le aziende continuano a nutrire diffidenza nei confronti di quella che dovrebbe essere la principale forma di ingresso nel mercato del lavoro.

Lo dicono i dati di fatto, ma lo dicono anche studi e analisi ad hoc. Una delle ultime a scattare una fotografia impietosa dell’impasse in cui si trova l’apprendistato viene dall’Ufficio Studi di Bachelor, network internazionale per la ricerca e selezione di neolaureati, ed è stata effettuata sugli annunci di lavoro destinati ai giovani laureati, relativamente al III trimestre 2012: solo il 4,6% di questi annunci offre, come forma contrattuale, un apprendistato. Raffrontando le percentuali anno su anno, si vede che, rispetto al terzo trimestre 2011 – in concomitanza con la definizione del testo unico sull’apprendistato – l’aumento è stato assai poco significativo (era al 3,7%).

Secondo i dati elaborati da Bachelor, il 66% degli annunci è rivolta a neolaureati (da 0 a 12 mesi dalla laurea), per i quali vengono proposti soprattutto stage: nel il 75,9% dei casi contro il 75,6% del III trimestre 2011. Un abisso, rispetto alle proposte di apprendistato, di cui abbiamo parlato sopra. Se invece ci spostiamo sulla fascia di coloro che stanno tra i 12 e i 24 mesi dalla data di laurea, le cifre dell’apprendistato peggiorano ulteriormente: 3,9% contro un miserrimo 0,8 del III trimestre dello scorso anno. Per la fascia 24-48 mesi, il nulla: 0,2%.

Un trend comprensibile, che si contrae mano a mano che il candidato invecchia (pur senza un’esperienza specifica, questo è il paradosso…) ma che non nasconde le difficoltà che questo tipo di inserimento affronta per diventare a tutti gli effetti uno strumento per accelerare l’ingresso dei più giovani al mercato del lavoro.

Stupisce, in questo contesto, che una delle associazioni in prima fila nella promozione dell’occupazione e dell’ingresso al mercato del lavoro come Assolavoro (l’Associazione Nazionale delle Agenzie per il Lavoro), risponda a Infoiva che “al momento non ritiene di suo interesse approfondire l’argomento“. Scusate, se non ora quando? Mah… Buon lavoro alle agenzie per il lavoro.

Comunque, tornando alla ricerca di Bachelor, è vero che questa prende in esame solo i soggetti laureati, ma l’avvio asfittico dell’apprendistato interessa anche diplomati e non, perché il problema è strutturale non contingente. Quali garanzie può offrire alle aziende, in un momento complesso come l’attuale, una forma di inserimento valida sulla carta ma che sconta una complessità della disciplina e della gestione operativa degli apprendisti, oltre a enormi incertezze regolative?