Bolzano svantaggiata dall’aumento dell’Iva

L’aumento dell’Iva è previsto per domani: porterà, come è stato più volte denunciato, una serie infinita di aggravi e svantaggi a molti settori.

Tra i cittadini comuni, a pagare il conto più salato dell’Iva al 22% saranno i residenti a Bolzano, dove l’aggravio medio annuo è stato stimato a 135 euro. A seguire, le famiglie venete, con 113 euro, quelle emiliano–romagnole, con 111 euro e quelle lombarde, con 108 euro.

Meno danni al Sud, dove in Calabria l’aumento medio annuo per nucleo famigliare sarà di 59 euro, in Sardegna di 57 euro ed in Sicilia di 50 euro. Il dato medio nazionale si attesterà attorno agli 88 euro.

Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA che ha svolto questa indagine con il proprio Ufficio Studi, ha dichiarato a proposito: “Ovviamente a subire gli aggravi maggiori saranno le realtà territoriali dove la propensione alla spesa delle famiglie è più elevata, anche se sappiamo che l’incremento dell’Iva inciderà maggiormente sui redditi famigliari più bassi e meno su quelli più elevati“.

A guadagnarci saranno le casse dello Stato, poiché l’aumento dell’aliquota dovrebbe garantire un maggior gettito pari a 4,2 miliardi di euro all’anno: 2,8 dovrebbero essere a carico delle famiglie, i rimanenti da attribuire agli Enti non commerciali, alla Pubblica Amministrazione e alle imprese.

Ma, poiché non è ancora detta l’ultima parola, Bortolussi ritiene vitale trovare un modo per mantenere invariata l’Iva, e ripropone quanto già detto nei giorni scorsi: “Se la Pubblica amministrazione erogasse immediatamente altri 7 miliardi di euro potremmo incassare un ulteriore miliardo di euro di Iva entro la fine di quest’anno che ci garantirebbe la copertura economica per finanziare il mancato aumento dell’imposta. L’ulteriore sblocco dei pagamenti darebbe un po’ di ossigeno a molte aziende ancora in difficoltà e non comporterebbe nessun problema ai nostri conti pubblici, visto che inciderebbe solo sul debito pubblico e non sul deficit“.

Vera MORETTI

Aiuti alle imprese vitivinicole emiliane

A sostegno delle aziende che operano nel settore vitivinicolo, che in Emilia Romagna sono numerose, la Regione ha deciso di pubblicare un bando finalizzato ad incrementare il loro rendimento globale.

Si tratta di un progetto rivolto principalmente a pmi ed imprese intermedie, che svolgono attività di trasformazione e/o commercializzazione di prodotti vitivinicoli, attive in un contesto di filiera e che investono in strutture ubicate sul territorio regionale.

Sono chiamate a richiedere i contribuiti:

  • Imprese agroindustriali che svolgono attività di trasformazione e/o commercializzazione di prodotti vitivinicoli, attraverso la prevalente acquisizione della materia prima da terzi;
  • Imprese agricole di base che effettuano la trasformazione della materia prima e la successiva commercializzazione delle proprie produzioni.

Per quanto riguarda le tipologie di investimento, si può trattare di:

  • Investimenti materiali: acquisto di impianti, macchinari ed attrezzature specifici in funzione dell’attività di trasformazione e/o commercializzazione; arredi ed allestimenti finalizzati alla funzionalità di punti vendita diretta al consumatore finale dei prodotti aziendali.
  • Investimenti immateriali: creazione e/o implementazione di siti internet finalizzati all’e-commerce; acquisto di software; spese tecniche, quali onorari di professionisti e consulenti, studi di fattibilità.

Per quanto riguarda la consistenza del contributo, sono stati stabiliti dei limiti a seconda della grandezza dell’azienda:

  • minimo 150.000 euro e massimo 1.000.000 euro per le Pmi;
  • minimo 20.000,00 e massimo 50.000 euro per le medie imprese.

Indipendentemente dalla tipologia di impresa richiedente, invece, l’importo minimo di investimento ammissibile alle agevolazioni è pari a 20.000 euro nel caso di investimenti rivolti esclusivamente alla commercializzazione diretta dei prodotti aziendali.

L’aiuto viene concesso sottoforma di contributi in conto capitale, con intensità fissata nei seguenti valori percentuali calcolati sul totale della spesa ammissibile:

  • 40% nel caso di progetti proposti da microimprese, piccole, medie imprese;
  • 20% nel caso di progetti proposti da imprese intermedie.

Le richieste di contributo possono essere presentate entro il 11 ottobre 2013, utilizzando il Sistema Operativo Pratiche (SOP) reperibile sul sito internet di AGREA.

Vera MORETTI

In Romagna nasce Quinc, la rete economica del baratto

In Romagna, terra patria del divertimento e del turismo, hanno imparato ad arrangiarsi e a resistere, nonostante la crisi evidente, grazie ad un’iniziativa vincente, anche se molto antica.

Cento imprese riminesi, infatti, hanno deciso di collaborare e, insieme, costituire la Quinc, ovvero una rete economica di scambio che, ideata dalla Camera di Commercio di Rimini e dalle associazioni di categoria, propone di abbandonare l’euro per adottare il più tradizionale baratto.
Non a caso, infatti, Quinc prende il nome dal Quincunx, antica moneta di bronzo coniata dalla comunità riminese Ariminum, e ad essa hanno aderito imprese appartenenti ai settori più disparati, accomunati da una recessione economica pericolosa e da un’unica necessità: fare “fronte comune” per restituire impulso al tessuto produttivo locale.

Come funziona? Il meccanismo è semplicissimo: le aziende che aderiscono al progetto, operano tra loro transazioni economiche non monetarie basate sullo scambio di beni e servizi, “prediligendo fornitori locali in modo da realizzare impatti positivi sull’economia riminese”.
Moneta di scambio più diffusa è rappresentata da buoni sconto riutilizzabili, che l’impresa potrà a sua volta barattare o spendere comprando beni o servizi presso le altre realtà che hanno aderito Quinc.

Maurizio Teremoli, segretario generale della Camera di Commercio di Rimini, ha spiegato così il progetto: “Facciamo un esempio: un’azienda di software vende un’applicazione a una tipografia, che effettuerà il pagamento in parte in euro e in parte in Quinc. L’azienda di software potrà utilizzare i Quinc ricevuti nelle successive operazioni di acquisto, ad esempio per comprare carta, un servizio di consulenza o qualsiasi altro prodotto disponibile all’interno del circuito. Il buono sconto, ovviamente, non corrisponderà a una perdita di valore per l’azienda, ma sarà quantificato in unità di conto virtuali, i Quinc appunto, che potranno essere barattati all’interno del circuito per l’acquisto di altri beni o servizi”.

Il periodo particolarmente critico è stato sottolineato anche da Gianmario Ferrari, titolare degli alberghi Hotel Little, Hotel Nelson, L’Hotel e vicepresidente dell’Associazione Albergatori: “Le aziende devono superare una crisi legata al credito che immobilizza l’economica locale. Quinc potrebbe essere sicuramente una soluzione. A me personalmente il progetto è piaciuto subito, anche perché consente di instaurare un dialogo con le realtà aziendali del territorio, e ciò non può che essere positivo. Poi, parlando da imprenditore, ci vedo un nuovo segmento di mercato. Certo, non è il rimedio per tutti i nostri guai, però in momenti di crisi è importante aprire nuove prospettive”.

Anche nella ridente Romagna, il 2012 è stato caratterizzato dal segno meno, nonostante da sempre rappresenti uno dei fiori all’occhiello del tessuto produttivo italiano: – 2,4% del Pil, in una terra un tempo fiore all’occhiello del tessuto produttivo italiano, – 4.800 posti di lavoro, persi a causa del terremoto, -13,5% degli investimenti industriali effettuati lo scorso anno, – 2,6% dei prestiti bancari alle imprese.

Al di là della soluzione, ovviamente temporanea del baratto, dunque, è necessario che si intervenga per impedire una definita debacle, che debba concentrarsi “sulla collaborazione e sulla solidarietà”, come ha ricordato Enzo Mataloni di Serint Group, una delle aziende che cureranno la parte tecnica della rete Quinc.

Anche Fabrizio Moretti, titolare del Colorificio Mp di Viserba di Rimini, ha voluto dire la sua: “Non possiamo più chiamare ciò che stiamo vivendo ‘crisi economica’: è un cambiamento epocale al quale dobbiamo far fronte inventando nuove modalità per affrontare il mercato: questo progetto è interessante proprio in tal senso, supplisce alla scarsità di liquidità introducendo lo scambio come mezzo finanziario e credo possa dare nuovo impulso al tessuto locale, rinvigorito dal carattere circoscritto dell’iniziativa, che favorisce un’importante sinergia tra imprese del territorio”.

Vera MORETTI

Insieme per il territorio anche in Emilia Romagna

E’ stato presentato, all’interno dello SMAU di Bologna svoltosi il 4 e 5 giugno scorsi, il progetto Insieme per il territorio, arrivato anche in Emilia Romagna e lanciato da Microsoft Italia, Seat PG Italia e Banca Popolare di Vicenza.

Si tratta di un’iniziativa itinerante che ha come obiettivo quello di aiutare le realtà territoriali a riprendersi in un periodo particolarmente critico.
Al fine di attuare ciò, vengono proposti percorsi formativi, ma anche progetti innovativi dedicati ai giovani imprenditori e professionisti locali, con ficus su cloud computing e web marketing.

Questa importante iniziativa è stata presentata nel corso della tavola rotonda “Insieme per il territorio – Il valore dell’innovazione come elemento di sviluppo e crescita per le PMI”, seguita da un workshop formativo dal titolo “I benefici di un’offerta integrata – Soluzioni tecnologiche avanzate, nuovi servizi di comunicazione digitale e strumenti di credito su misura per le PMI”.

Già operante in alcune zone del Nord, Centro e Sud Italia, il progetto vuole offrire una piattaforma integrata di servizi e percorsi formativi che si basano su accesso alla tecnologia, skill qualificate, competenze relative alla comunicazione con i clienti nell’epoca del web e dei social.

Vieri Chiti, direttore della divisione office di Microsoft Italia, ha così commentato l’iniziativa: “Siamo convinti che promuovere l’innovazione tecnologica, possa contribuire alla competitività del territorio dell’Emilia Romagna, una regione virtuosa che da sempre dimostra grande dinamismo e che sta reagendo con coraggio nonostante le difficoltà dell’ultimo anno”.

Vera MORETTI

Cibus Market Check a Bangkok per la sua seconda tappa

Il tour internazionale Cibus Market Check ha fatto la sua seconda tappa a Bangkok, dove sono approdati anche i manager di 20 industrie italiane, giunti in Thailandia per incontrare i buyer della grande distribuzione locale e capire come i prodotti italiani vengono presentati nei supermercati della città.

Tra le aziende presenti, La Molisana, Coppini Arte Olearia, Noberasco, Consorzio Casalasco del Pomodoro, Coppola Foods, Casale Spa, Steriltom, Polenghi, Saviola, Caravella Fine Foods, Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana, Coop Italia, i cui rappresentanti hanno visitato i supermercati Marko, Tesco Lotus, The Mall Group, Cengra Food Retail e Big C, e da questi sopralluoghi sono nate le basi per instaurare nuovi rapporti e nuovi investimenti.

Obiettivo di questa tappa thailandese, che rientra nelle iniziative in preparazione a Cibus 2014 ed è stata organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare/Confindustria, era proprio quello di approfondire la conoscenza con il mercato locale e intuirne i margini di miglioramento.

Ecco quali conclusioni hanno tratto alcuni dei partecipanti.
Davide Pizza, direttore commerciale di Saviola Spa, ha dichiarato: “Abbiamo apprezzato molto la concretezza riscontrata negli incontri con i buyer e l’utilità di poter vedere in diretta i punti di vendita più rappresentativi del posto, che poi sono le esigenze primarie, concentrate in pochi giorni, di chi si rivolge ai mercati esteri“.

Si è detto soddisfatto anche Jeremy Maulet, Export Area Manager di Polenghi Group: “È stato importante per la nostra azienda scoprire il mercato thailandese, le sue abitudine e meccanismi. Direi che quest’esperienza è strutturata per le aziende che hanno poco tempo a disposizione e che desiderano scoprire o approfondire un determinato mercato, con l’aiuto di contatti o interlocutori di alto livello”.

Rita Alberti, infine, responsabile marketing del Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP, ha aggiunto: “Per noi del Consorzio è stata un’esperienza interessante che ci consentirà di segnalare ai nostri soci le opportunità del mercato thailandese. Il programma di “Cibus Market Check”, nella sua integralità rimarca sempre di più la mission della fiera dell’alimentare “Cibus” che è quella di favorire gli scambi commerciali dell’industria alimentare italiana e di avere rapporti costanti con tutti gli stake holders della business community internazionale a partire dai retailer, attori fondamentali per aumentare l’export delle imprese italiane”.

Appuntamento alla terza tappa del Cibus Market Check, che si svolgerà a San Paolo in Brasile in giungo, per poi continuare a New York in luglio e a Shangai in novembre.

Vera MORETTI

Conto termico al via in Emilia Romagna

Un plafond di 900 milioni messo a disposizione per la regione Emilia Romagna porterà nuovi incentivi per la produzione di energia termica proveniente da fonti rinnovabili, ma anche per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici.

Il conto alla rovescia è ormai agli sgoccioli, perché per il 20 giugno a Bologna è previsto un incontro pubblico, organizzato da RER e ANCI Emilia-Romagna e con la partecipazione del GSE e della DG Energy della Commissione Europea, finalizzato a informare gli amministratori pubblici, i funzionari degli enti locali, i professionisti, le imprese e le banche sulle modalità di applicazione degli incentivi.

Nella pagina ufficiale dell’evento, dove è possibile compilare il form per iscriversi direttamente, si legge: “Il conto termico rende possibili molti piccoli e medi interventi la cui somma costituirebbe per l’occupazione locale un impulso anticiclico di strategica importanza. L’unità di intenti tra imprese, professionisti, istituti di credito ed enti locali potrà consentire una rapida attuazione degli interventi, tale da sostenere una sorta di “svolta termica” sul territorio regionale, rafforzando il percorso di transizione energetica avviato dagli enti locali con il Patto dei Sindaci”.

Vera MORETTI

Le imprese fanno sempre più rete

Gli imprenditori italiani hanno capito che fare rete conviene.
Il terzo Osservatorio Intesa Sanpaolo – Mediocredito Italiano sulle Reti d’Impresa, infatti, ha rilevato che, nei primi tre mesi dell’anno, 455 realtà imprenditoriali hanno utilizzato questo strumento dando vita a 94 nuove reti, ovvero forme di collaborazione che permettono di mettere a fattore comune risorse e capacità con l’obiettivo di acquisire maggiore forza competitiva, produttiva e commerciale.

A fine marzo, dunque, il totale dei contratti registrati è di 792 unità, con ben 4.091 imprese coinvolte.
Tra le regioni più attive, spiccano Lombardia, Emilia Romagna e Toscana guidano con le prime due che possono essere considerate le artefici della forte accelerazione dell’ultimo trimestre 2012, nel quale 801 nuove imprese hanno deciso di mettersi in rete.

Per quanto riguarda il settore manifatturiero, nel 2011 le imprese coinvolte in reti d’impresa hanno registrato un aumento di fatturato pari al 10,1%, mentre l’aumento di quelle non in rete si è fermato al 4,6%.
La differenza, inoltre, è ancora più evidente se si considera il triennio 2009-2011.

Questo accade perché le aziende in rete acquisiscono un migliore posizionamento competitivo, anche perché una buona metà di esse fa già parte di gruppi economici
(contro il 35% circa delle imprese non in rete), hanno attività di export (50% circa vs. 31%), certificati di qualità (26,7% vs. 17,2%), partecipate estere (17,8% vs. 7,5%), marchi registrati a livello internazionale (16,4% vs. 8,5%), richieste di brevetti all’EPO (16,3% vs. 7,3%), certificazioni ambientali (8,2% vs.3,4%).

L’Osservatorio, per riportare dati ancora più precisi, ha effettuato un’indagine tra 360 imprese coinvolte in contratti di rete: il 50% di esse dichiara di partecipare alla rete per conseguire maggiori sinergie produttive (soprattutto al Sud e al Centro), rafforzare i canali di promozione/distribuzione (Nord) e realizzare progetti comuni di innovazione e di ricerca
(Centro e Nord-Est).

Inoltre, le reti d’impresa permettono di valorizzare la complementarietà industriale delle imprese.
L’83% delle reti è composta da imprese specializzate in comparti produttivi differenti. Inoltre, il 31% sono di piccole dimensioni o addirittura imprese cosiddette micro (51,2%), ovvero le più bisognose di andare in rete per mettere in pratica le proprie potenzialità e attivare progetti di internazionalizzazione e innovazione.

In questo caso, i macrosettori più presenti sono quello dell’industria e dei servizi, con il 76,1% delle imprese attive.
Anche la filiera delle costruzioni e dell’immobiliare, nonché quella dell’industria agro-alimentare sono ben rappresentate, soprattutto nelle regioni meridionali d’Italia, con la Sardegna che primeggia.

Per incoraggiare le reti d’impresa, tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, sono nati tre Laboratori regionali per le Reti d’Impresa, in Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte, che sono veri e propri incubatori attivati da Intesa Sanpaolo con associazioni datoriali locali ed enti di ricerca per promuovere la conoscenza di questo strumento e agevolare l’incontro tra potenziali partner.

A questi si affianca il Desk nazionale sulle Reti per la consulenza normativa e finanziaria di Mediocredito Italiano, la società di Intesa Sanpaolo specializzata nel sostegno alla crescita delle pmi.

La Banca Europea per gli investimenti ha attivato un importante finanziamento dedicato alle pmi e mid-cap, dell’importo totale di oltre 22 milioni di euro.

Vera MORETTI

Diplomato in ragioneria, ecco il lavoro per te

Uno studio commerciale che opera nella zona di Carpi, in provincia di Modena, è alla ricerca
di un collaboratore che abbia maturato esperienza presso altri studi commercialisti.

Oltre all’esperienza, i requisiti richiesti sono un diploma in ragioneria e, comunque, una buona conoscenza della ragioneria, che permetta di gestire in completa autonomia la contabilità diversificata, soprattutto ordinaria.
Altre mansioni da eseguire sono la chiusura del bilancio e la redazione del 730 e modelli unici.

Per saperne di più, Infojobs.it.

DURC agevolato per i comuni colpiti dal sisma nel 2012

E’ stato siglato un accordo tra la Regione Emilia-Romagna, le associazioni imprenditoriali e sindacali del settore delle costruzioni emiliano-romagnole, INAIL, INPS, ANCI e UPI, grazie al quale la verifica del DURC potrà avvenire in tempo reale nei Comuni colpiti dal sisma del maggio 2012.

Questo progetto dà la possibilità di verificare in tempi stretti se esiste un documento unico di regolarità contributiva già emesso e in corso di validità, rendendo più semplici le procedure per effettuare i pagamenti alle imprese che eseguono i lavori post terremoto nell’ambito della ricostruzione.

Questo servizio agevolerà, snellendoli, i tempi di pagamento dei Comuni emiliani, favorendo anche un notevole risparmio di costi, semplificando le eventuali richieste di nuovi DURC che utilizzano i dati già presenti all’interno dei software gestionali dell’ente.

Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alle Attività produttive, ha voluto illustrare i vantaggi di questa iniziativa: “Anche la tecnologia e gli strumenti informatici possono dare un contributo per migliorare i tempi e la qualità della ricostruzione. Il DURC è il rispetto delle parti in campo, un modo per assicurare la correttezza dei percorsi, del rispetto delle regole e delle responsabilità di ciascuno. Ricostruzione, che con le oltre 400 imprese e i quasi 600 professionisti già impegnati, consentirà al comparto dell’edilizia e delle costruzioni di uscire dalla crisi. Ma nel rispetto della legalità e delle regole”.

Vera MORETTI

Gli italiani più propensi a comprare casa

La crisi ha colpito pesantemente il mercato immobiliare, con una conseguente svalutazione degli immobili in vendita ma, almeno negli ultimi mesi, gli italiani si stanno dimostrando più propensi all’acquisto di una casa, proprio alla luce di prezzi considerati più abbordabili.

Questa tendenza è stata resa nota da un’indagine condotta da Immobiliare.it sull’indice di fiducia dei consumatori, che una volta ogni tre mesi viene monitorata per capire la percezione degli Italiani circa l’andamento del settore.

Carlo Giordano, amministratore delegato di Gruppo Immobiliare.it, ha dichiarato: “Da un lato torna la voglia di guardare al mercato della casa, consapevoli che questo sia tempo per trovare buone occasioni d’investimento. Dall’altro resta costante l’idea che vendere ciò che già si possiede sia poco remunerativo, viste le difficoltà a trovare un acquirente. Sono queste due variabili i fattori che il settore deve tenere a mente nel suo tentativo di trovare una soluzione alla forte contrazione del mercato registrata nel 2012”.

Al contrario, cresce di tre punti rispetto all’anno precedente (72%) la percentuale degli italiani che ritengono che non sia un buon momento per vendere.
E’ solo il 12% a pensare che il mercato possa offrire buone opportunità per vendere, mentre il 10,5% ha deciso, prima di farlo, di aspettare almeno un anno , sperando forse che, nel frattempo, la situazione possa migliorare.
Ma gli attendisti sono aumentati di ben 7 punti ed ora sono il 25,2% coloro che rimandano di almeno un anno prima di investire nel mattone.
A dar loro ragione, il 60% degli intervistati, convinto che i prezzi caleranno ancora durante il 2013.

Giordano, a questo proposito, ha commentato: “Il mercato immobiliare è molto particolare ed anche gli italiani ne hanno ormai imparato le dinamiche diventando coscienti del fatto che, nel 2013, continuerà la contrazione dei prezzi“.

Ma queste sensazioni non sono uniformi in tutta Italia, perché, se nella maggior parte delle regioni la propensione all’acquisto è in aumento, Emilia Romagna e Basilicata sono, al contrario, più pessimiste.

Prima in classifica nel primo trimestre 2013 è la regione delle Marche, che guadagna otto posizioni e ben 14 punti percentuali, mentre in fondo alla classifica ci sono il Trentino Alto Adige e la Basilicata (con il 50%).

Vera MORETTI