Superbonus 110%: quali benefici ha portato all’economia del Paese?

Il Superbonus 110% è ormai attivo da oltre due anni. Nel frattempo tante precisazioni normative e cambiamenti, ma di fatto sono molti a ritenere che non si sia trattato solo di un costo, ma di un volano per l’economia del Paese. Ecco i dati più rilevanti.

Bonus 110%: tra i benefici l’aumento del Pil

Il superbonus 110% è la misura che consente di realizzare lavori trainanti e lavori trainati usufruendo di detrazioni fiscali fino al 110% oppure cedendo il proprio credito alle imprese e agli istituti di intermediazione bancaria. Ricordiamo a questo proposito che le regole per la cessione sono diventate man mano più rigide al punto che molti istituti di intermediazione, per evitare di ricadere in responsabilità gravi, chiedono in video per l’asseverazione dei lavori.

Presupposto per poter ottenere il Superbonus 110% è il recupero di almeno due classi energetiche. Il costo in detrazioni speso dallo Stato fino ad ora è di 38,7 miliardi di euro, ma secondo i dati Nomisma, questo esborso avrebbe anche permesso di recuperare un valore economico di 124,8 miliardi di euro, pari a 7,5% del Pil nazionale.

Benefici del Superbonus: riduzione dell’inquinamento

Dai dati emerge anche che gli interventi realizzati hanno consentito una riduzione di 979mila tonnellate di CO2, pari ad un risparmio di CO2 del 46,4%. Il 50% delle installazioni di pannelli fotovoltaici ha riguardato proprio interventi con il Superbonus 110%. La produzione di kW riferibile a questi interventi è di 106 milioni annui e si conta con i cantieri aperti di raggiungere ulteriori 37 milioni.

Leggi anche: Superbonus: si può avere per l’installazione di sistemi di accumulo per fotovoltaico?

Occupazione e recupero urbanistico nelle periferie degradate

Il Superbonus 110% ha portato benefici anche ai livelli di occupazione, infatti ha generato 634 mila occupati. L’intervento ha favorito non solo famiglie con reddito alto, ma ben 438 mila famiglie con reddito medio-basso, cioè inferiore a 1.800 euro mensili.

Secondo il Consiglio Nazionale degli Ingegneri un altro elemento positivo del Superbonus è dato dal fatto che ha consentito di rinnovare il parco edile italiano che in larga parte è stato costruito prima del 1977 e che ha dispersioni termiche notevoli. In questa direzione va anche l’Unione Europea che ha intenzione di obbligare i singoli Paesi Membri ad adottare misure simili.

Deve, infine, aggiungersi che il Superbonus ha contribuito al recupero del patrimonio edilizio di periferia, in molti casi gli interventi hanno riguardato edifici fatiscenti e datati dove eseguire lavori era impensabile, ad esempio anche gli IACP. Il recupero del patrimonio edile ha consentito anche un notevole risparmio di suolo visto che si sono evitate nuove costruzioni.

Sono aumentati gli introiti nelle casse comunali al seguito del pagamento di diritti di segreteria per Cilas, Scia, Permesso a costruire.

Ora legale: al via dal 27 marzo 2022 con benefici per tasche e ambiente

Nella notte tra il 26 e il 27 marzo 2022 si ritorna all’ora legale che sarà in vigore fino al 30 ottobre 2022, si dormirà un’ora in meno, ma in compenso di potrà risparmiare sulla bolletta energetica e di questi tempi non è davvero una cattiva notizia. Tutti pronti quindi a spostare le lancette degli orologi un’ora avanti, mentre computer, smartphone e altri device faranno tutto in automatico, sempre che nelle impostazioni sia stata scelta tale opzione.

I vantaggi economici dell’ora legale: perché è bene non abolirla

Svegliarsi un’ora prima per molti italiani è una vera tortura, ma passati i primi giorni di adattamento si scopre che i vantaggi sono sicuramente superiori rispetto agli svantaggi. L’ora legale viene denominata così perché è stata introdotta con legge. Si tratta di una soluzione “artificiale” rispetto all’ora solare e consente di avere un’ora di luce in più la sera e quindi di risparmiare energia. Secondo le stime effettuate da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, l’Italia in questi mesi risparmierà 420 milioni di Kw. Questo implica un risparmio per le famiglie e le aziende di circa 190 milioni di euro.

Secondo le stime fatte, i mesi in cui si potrà risparmiare più energia saranno aprile e ottobre, infatti negli altri mesi, le ore di luce naturale sono comunque maggiori e di conseguenza il risparmio effettivo che si può ottenere è inferiore. Il risparmio è dovuto al fatto che le aziende che sono in piena attività durante il giorno, con il ripristino dell’ora legale potranno rimandare l’orario in cui saranno accese le luci, arrivando anche al punto di non accenderle. Lo stesso vale anche per le attività commerciali che possono sfruttare a pieno il vantaggio economico dell’ora legale.

Terna è andata oltre e ha stimato i risparmi maturati dal 2004 al 2021 e in complesso le famiglie e le aziende hanno risparmiato oltre 1,8 miliardi di euro. Il risparmio previsto per il 2022 è stato calcolato anche tenendo in considerazione il costo attuale di un Kw che come sappiamo è piuttosto alto.  I  420 milioni di Kw corrispondono al consumo energetico annuo di circa 150.000 famiglie.

L’ora legale abbassa l’impatto ambientale dei consumi energetici

Proprio in forza di tale risparmio derivante dall’ora legale, c’è la proposta di mantenere la stessa per tutto l’arco dell’anno. A sostenere tale tesi sono molte associazioni, tra cui la SIMA, Società Italiana di Medicina Ambientale. L’ora legale oltre a comportare un risparmio economico notevole, porta anche a un impatto ambientale ridotto dovuto proprio al fatto che produrre energia provoca inquinamento a causa della combustione di fossili necessaria per produrre energia.

Secondo il Presidente della SIMA, Alessandro Miani, nel solo 2022 con l’adozione dell’ora legale è possibile ridurre le emissioni di CO2 di 200 mila tonnellate, pari al beneficio che si potrebbe ottenere piantando 2 milioni di alberi. Considerando che l’inquinamento peggiora la salute delle persone, adottando l’ora legale per tutto l’anno si riducono anche i danni alla salute.  Attualmente una riduzione dei consumi energetici vuol dire anche ridurre la dipendenza dell’Italia da Paesi come la Russia, uno degli obiettivi dichiarati dal Governo.

L’Unione Europea approva la Risoluzione per l’abolizione dell’ora legale

Il Parlamento Europeo negli anni passati ha approvato una Risoluzione legislativa per l’abolizione dell’ora legale. La Risoluzione ha ottenuto l’approvazione con una maggioranza piuttosto importante, 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni. A premere per questa adozione sono stati soprattutto i Paesi del Nord Europa che, a causa della esposizione ridotta alla luce solare, non hanno mai beneficiato molto in termini economici dell’introduzione dell’ora legale. Questa doveva entrare in vigore già dal 2019, l’applicazione slittò al 2021. Successivamente i Paesi ebbero la possibilità di scegliere quale orario applicare.

L’Italia è uno dei pochi Paesi dell’Unione Europea ad aver ancora mantenuto l’ora legale e ha anche avanzato la proposta di poter mantenere il doppio sistema di ora solare e legale per 6 mesi l’anno. Ha ottenuto questa agevolazione proprio in virtù dei dati sui risparmi e sul benefico impatto ambientale degli orari alternati. Inoltre, studi scientifici hanno dimostrato che la maggiore luce dovuta all’ora legale ha effetti benefici anche sull’umore, infatti l’accorciarsi delle giornate nei mesi invernali contribuisce alla depressione.

Incentivi auto, da oggi è possibile prenotare i nuovi ecobonus

Si possono presentare a partire dalle ore 10 del 27 ottobre 2021, le prenotazioni per i nuovi incentivi per l’acquisto di auto meno inquinanti. Il rinnovo degli ecobonus sulle vetture è stato anticipato dalla nota del ministero dello Sviluppo Economico del 25 ottobre che informa, per l’appunto, la partenza dei nuovi incentivi a partire da oggi.  Si può inoltrare la richiesta degli incentivi sulla piattaforma predisposta sul portale ufficiale del ministero dello Sviluppo economico.

Rinnovo incentivi auto a basse emissioni, quante sono le risorse?

L’acquisto riguarda gli autoveicoli a basse emissioni di CO2. Le risorse complessive ammontano a 100 milioni di euro come stabilito dal decreto Fiscale. Gli interessati possono reperire il provvedimento, pubblicato nei giorni scorsi, sulla Gazzetta Ufficiale. Il rifinanziamento del fondo per l’acquisto di autovetture è, pertanto, aggiuntivo rispetto alle risorse già stanziate per l’anno in corso e, per alcune categorie, non ancora ultimate.

Incentivi acquisto auto 2021, ecobonus per le vetture a bassissima emissione

Il governo ha stanziato i primi 65 milioni di euro per l’acquisto di auto con emissioni comprese tra 0 e 60 g/km di CO2. L’importo dell’incentivo varia a seconda della fascia di emissione e dal fatto che il richiedente gli ecobonus abbia o meno una vettura da dare in rottamazione. Per la prima classe di incentivi, sono due le possibilità di ecobonus. La prima, da 0 a 20 g/km CO2, dà diritto a un contributo di 6000 euro in presenza di un’auto da rottamare. Senza rottamazione, l’incentivo scende a 4000 euro. Si tratta essenzialmente di veicoli elettrici.

Veicoli ibridi, quanto spetta di incentivo auto?

La seconda possibilità per classe di emissione, quella da 21 a 60 g/km CO2, dà diritto a un incentivo auto di 2500 euro in presenza di rottamazione. L’importo scende a 1500 euro senza rottamazione. Si tratta essenzialmente dei veicoli ibridi. Il contributo viene riconosciuto anche per gli acquisti di auto fatti in leasing.

Ecobonus massimo di 8000 euro per i veicoli commerciali dal 27 ottobre 2021

L’ecobonus massimo si può avere per l’acquisto di veicoli commerciali e speciali. Per questa categoria di veicoli, le risorse stanziate sono pari a 20 milioni di euro, dei quali 15 milioni riguardano solo i veicoli elettrici. L’incentivo sull’acquisto si differenzia in base alla massa totale a terra (Mtt) e all’alimentazione.

Incentivi auto a media emissione, ecco quali sono gli incentivi con rottamazione

Risorse per 10 milioni di euro sono riservati agli incentivi per l’acquisto di veicoli a media emissione. Si tratta di veicoli nuovi con emissioni comprese tra 61 e 135 g/km CO2. Il contributo che si può ottenere è pari a 1500 euro. L’incentivo è riconosciuto solo con la rottamazione di una precedente auto.

Ecobonus per l’acquisto di auto usate, ecco quanto si può ottenere

Il governo ha stanziato 5 milioni di euro per gli incentivi relativi all’acquisto di auto usate a media emissione. In particolare, le auto da acquistare devono appartenere alla categoria M1, di classe Euro 6 e non inferiore, per emissioni fino a 160 g/km CO2. L’ecobonus riconosciuto può arrivare a 2000 euro: l’importo dipende dalla fascia di emissione.

Rottamazione auto per ottenere l’ecobonus per acquistare auto usate

Per ottenere l’incentivo è necessario rottamare una precedente auto. In particolare, l’auto da demolire deve avere data di immatricolazione prima del gennaio 2011. In alternativa l’auto da rottamare deve aver raggiunto i 10 anni nel periodo in cui viene richiesto l’incentivo.

Emissione di CO2: Fiat è rimasta indietro

Il nuovo rapporto di T&E, Transport & Environment, dedicato alle performance ambientali raggiunte dall’automotive vede cinque case automobilistiche europee su sette in linea con l’obiettivo di riduzione delle emissioni imposto da Bruxelles per il 2021.

Ad aver registrato ottimi progressi sono state, infatti, Volvo, Toyota, Peugeot-Citroen, Renault, Ford e Daimler e che dunque hanno tutti i requisiti per raggiungere gli obiettivi imposti dalla Commissione Europea addirittura prima del tempo stabilito.

Altri due produttori, VW e Nissan, risultano essere perfettamente in linea con il programma, mentre Fiat, che fino a poco tempo fa era in testa alla classifica per le emissioni ridotte e i progressi registrati, sta perdendo terreno.

Ma c‘è chi sta peggio, come BMW, in ritardo di tre anni sulla tabella di marcia, ma non ancora ultima in classifica dove, invece, ci sono Suzuki (in ritardo di due anni), Hyundai e Mazda (in ritardo di 4 anni) e Honda (in ritardo di sei).

Greg Archer, manager di T&E clean vehicles, ha dichiarato in proposito: “Il rapporto mostra che la maggior parte delle case automobilistiche europee sono ben posizionate per raggiungere i loro obiettivi di CO2, indipendentemente dalle dimensioni e dal tipo di veicolo che vendono. Le proteste dell’industria che affermavano il contrario sono state allarmiste, ma alcune case stanno cominciando a perdere terreno e devono alzare il tiro per centrare gli obiettivi”.

Vera MORETTI

Arezzo: la tripla AAA per il fotovoltaico

Arezzo si merita la tripla A in campo di sostenibilità ambientale. Lo sviluppo delle energie rinnovabili, nel triennio 2008-2011, ha registrato un aumento notevole, soprattutto per quanto riguarda il settore del fotovoltaico.

“A seguito del conto energia partito nel 2008, si è registrato un aumento tumultuoso del fotovoltaico – ha affermato Andrea Cutini, assessore all’ambiente ed energia della Provincia di Arezzo – tanto che i numeri del 2011, ci pongono al primo posto in Toscana per la produzione di energia da fonte fotovoltaica: circa il 20% dell’energia toscana da impianti fotovoltaici è prodotta proprio nel nostro territorio”.

Gli impianti allacciati alla rete in provincia di Arezzo sono passati da 264 nel 2008 a oltre 2051 nel 2011, con un incremento che sfiora il 1000%. Per quanto riguarda la potenza degli impianti, se nel 2008 raggiungeva i 4.5 Mw, nel 2011 si è arrivati a toccare i 104,72 Mw, un incremento pari al 2227%.

Dati record che dimostrano come l’energia rinnovabile abbia fatto passi da gigante in Toscana, rivoluzionando il modo di produrre e fruire energia, e riducendo sempre più l’impatto con il territorio. Nel settore ‘biomasse’ ad esempio, si è passati dai 7 impianti del 2008 ai 17 del 2011, mentre in quello del ‘mini idroelettrico’ gli impianti sono raddoppiati; da 4 nel 2008 a 8 nel 2011.

L’ambiente al primo posto. Gli impianti fotovoltaici installati nella provincia di Arezzo permetteranno di evitare un’emissione di anidride carbonica di ben 50.000 tonnellate complessive.

Investire nel settore dell’energia rinnovabile è anche una valida ricetta anticrisi, secondo l’assessore Cutini: “rimanendo al solo fotovoltaico si stima che gli impianti realizzati nel triennio 2008-2011 in provincia di Arezzo abbiano comportato investimenti per un valore superiore ai 270 milioni di euro. Investimenti che in parte (circa il 30-40%), rifluiscono nel territorio, alimentando aziende locali e attività che direttamente o indirettamente sono legate alla realizzazione, gestione e manutenzione degli impianti” sottolinea l’assessore. Cifra che secondo Cutini sarebbe raddoppiata se ci fosse stata una maggiore disponibilità di pannelli fotovoltaici in Italia, impedendo così la loro importazione dall’estero.

Dati alla mano, è il comune di Cortona a registrare la produzione maggiore di energia da fotovoltaico (17.098,99 kWp istallate), evitando l’emissione di oltre 8.000 tonnellate di CO2. Medaglia d’argento ad Arezzo (14.757,94 kWp istallate), con un abbattimento di quasi 7.000 tonnellate di emissioni, mentre, al terzo posto, troviamo il comune di Cavriglia (12.221 kWp istallate), con un abbattimento di quasi 6000 tonnellate di emissioni .

Un contributo importante arriva però anche dai piccoli Comuni. Laterina, ad esempio, è in testa alla classica in quanto produce con il fotovoltaico oltre il 50% dell’energia consumata, lo stesso vale per Marciano della Chiana, con una percentuale di produzione/consumo del 51% e a Cavriglia con il 50%.