Fattura elettronica allargata a tutti, in arrivo la riforma nella legge delega fiscale

La fattura elettronica allargata a tutti, anche ai contribuenti e alle partite Iva a regime forfettario che finora ne erano esenti. È quanto ci si aspetta dalla legge delega fiscale che ha già l’ok del governo. L’emendamento che prevede l’allargamento della fattura elettronica rientra in un pacchetto di provvedimenti che hanno come obiettivo quello di combattere l’evasione fiscale. Infatti, oltre all’obbligo di fattura elettronica per tutti, vi rientrano altre misure come:

  • l’obbligo di memorizzazione elettronica e della trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri;
  • l’utilizzo pieno dei dati dell’anagrafe tributaria;
  • lo scambio dei dati e il pieno utilizzo da parte delle banche delle informazioni fiscali, economiche e patrimoniali in collaborazione con la Pubblica amministrazione.

Obbligo di fatturazione elettronica esteso a tutti, anche alle partite Iva forfettarie: ecco le novità di oggi

Sono questi alcuni dei provvedimenti contenuti negli emendamenti sui quali il governo ha dato già l’ok nella legge fiscale. L’allargamento della fattura elettronica anche alle partite Iva a regime forfettario e a tutti i soggetti che attualmente ne sono esentati è atteso al voto di approvazione che potrebbe arrivare alla Camera il 28 marzo prossimo. Nello specifico emendamento che riguarda l’obbligo di fattura elettronica a tutti si fa riferimento agli obiettivi di riduzione dell’evasione e dell’elusione fiscale.

Quali altri provvedimenti sono attesi oltre all’obbligo di fattura elettronica per tutti?

Nella stessa direzione di contrasto all’evasione fiscale vanno gli altri provvedimenti della legge fiscale relativi alla trasmissione giornaliera dei corrispettivi; all’obbligo di memorizzare elettronicamente i corrispettivi stessi ; al pieno utilizzo dei dati dei contribuenti da parte delle banche in collaborazione con la Pubblica amministrazione. Il relativo emendamento ammette dunque lo scambio dei dati tra le banche e la Pa. I dati sono quelli economici, finanziari e patrimoniali che convergono nei sistemi informativi dell’anagrafe tributaria. Inoltre, il provvedimento prevede misure che comportino la prevenzione della reiterazione nel tempo dei comportamenti evasivi.

Fattura elettronica estesa a tutti, Bitonci: ‘È necessario affrontare tempi importanti come la riduzione delle tasse’

Sugli emendamenti alla legge fiscale che allargherebbero il perimetro di applicazione della fattura elettronica, si sono espressi Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli. “Risulta necessario prendersi tutto il tempo che serve per esaminare gli emendamenti – hanno affermato i due responsabili fiscali della Lega – Ma occorre affrontare temi importanti come il ridurre le tasse e le semplificazioni fiscali”. Accanto al pacchetto che prevede l’allargamento della fattura elettronica a tutti, infatti, è in arrivo venerdì prossimo anche un altro pacchetto di misure dove si affronteranno le aperture sulla flat tax e sul cashback fiscale. Ma anche la revisione del sistema delle deduzioni e delle detrazione, nonché dei regimi speciali dei prelievi.

Flat tax, la Lega insiste sullo scivolo a 100 mila euro e sull’abolizione dell’Irap per gli studi associati

Proprio le partite Iva a regime forfettario e la flat tax sono oggetto di richieste di Massimo Bitonci per le misure di riforma fiscale del decreto in arrivo. Bitonci ha sottolineato infatti come sia necessario mantenere il limite di flat tax per le partite Iva a 65 mila euro ma inserire uno scivolo di 2 anni con aliquota del 20% per i contribuenti che superino la soglia massima di flat tax. Il meccanismo, in altre parole, permetterebbe alle partite Iva a regime forfettario che superano il limite dei ricavi e dei corrispettivi annui dei 65 mila euro, di non dover cambiare il regime di partita Iva come avviene oggi. Le nuove regole andrebbero a vantaggio di chi aderisce regime fiscalmente più conveniente della partita Iva forfettaria.

Flat tax, la Lega chiede la no tax area fino a 10 mila euro e l’allargamento dell’esenzione Irap

L’ampiezza della platea delle partite Iva forfettarie porta l’esponente della Lega a ribadire che la flat tax deve rimanere e deve essere rivista per lo scivolo fino ai 100 mila euro. I forfettari sono in numero di due milioni sulle 5 milioni di attività economiche. Quasi una nuova partita Iva su due (il 46%) viene aperta in regime di flat tax. “È un sistema semplice, a bassa tassazione e concorrenziale al sommerso. Abbiamo chiesto una no tax area fino a 10 mila euro e l’abolizione dell’Irap anche agli studi associati e alle società di persone”, ha concluso Massimo Bitonci.

 

Irap, la devono pagare anche le imprese familiari e coniugali?

Con la riforma fiscale e l’abolizione dell’Irap per le persone fisiche, l’Imposta regionale sulle attività produttive deve essere pagata dalle imprese familiari? Al quesito ha risposto l’Agenzia delle entrate fornendo indicazioni relative all’esenzione dell’imposta anche per le imprese familiari. Nel chiarimento, infatti, l’Agenzia delle entrate ha tenuto maggiormente conto della natura individuale e non associativa delle imprese familiari.

Versamento Irap 2022, chi non deve versare l’imposta?

Nella risposta fornita dall’Agenzia delle entrate si parte al presupposto dell’esenzione dal pagamento dell’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap) prevista dalla legge di Bilancio 2022. Al comma 8 dell’articolo 1, della legge numero 234 del 2021, il governo ha infatti previsto che, a partire dal 2022, l’Irap non debba essere pagata più dalle persone fisiche che esercitino le attività commerciali oppure le arti e le professioni. Le attività esentate dal pagamento dell’Irap sono quelle elencate dalle lettere b) e c) del comma 1 dell’articolo 3 del decreto legislativo numero 446 del 1997.

Irap 2022, i chiarimenti su chi risulta esentato dal pagamento dell’imposta

In altre parole, sono esentati dal pagamento dell’Irap tutte le persone fisiche che siano titolari di partita Iva individuale. Nell’esercizio della professione, le partite Iva devono svolgere un’attività individuale, qualunque essa sia, anche in forma di impresa, purché individuata tra i commercianti, gli artigiani, i prestatori di servizi. Sono inclusi dunque i lavoratori autonomi.

Pagamento Irap 2022, quali imprese non devono versarla?

Nel quesito, l’Agenzia delle entrate ha risposto che l’Irap non deve essere pagato dalle imprese individuali a partire dall’anno di imposta 2022. L’esenzione vale anche se le imprese individuali abbiano dei dipendenti o rientrino tra le imprese familiari. Conseguentemente, anche le imprese individuali che abbiano collaboratori e dipendenti e a prescindere dal capitale investito, proprio perché individuali, sono esentate dal pagamento dell’Irap. L’esenzione vale anche per i professionisti che si avvalgano di prestazioni di servizi offerti da società esterne.

Irap, qual è l’impresa familiare?

Anche le imprese familiari sono riconducibili a quelle individuali. Secondo quanto disciplina l’articolo 230 bis del Codice civile, “salvo che sia configurabile un diverso rapporto, il familiare che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro nella famiglia o nell’impresa familiare ha diritto al mantenimento secondo la condizione patrimoniale della famiglia e partecipa agli utili dell’impresa familiare e ai beni acquistati con essi, nonché agli incrementi dell’azienda, anche in ordine all’avviamento, in proporzione alla quantità e qualità del lavoro prestato. Le decisioni concernenti l’impiego degli utili e degli incrementi nonché quelle inerenti alla gestione straordinaria, agli indirizzi produttivi e alla cessazione dell’impresa sono adottate, a maggioranza, dai familiari che partecipano all’impresa stessa. I familiari partecipanti all’impresa che non hanno la piena capacità di agire sono rappresentati nel voto da chi esercita la potestà su di essi”.

Allargamento dell’esenzione Irap alle imprese familiari

Nella risposta fornita dall’Agenzia delle entrate in merito all’esenzione dell’Irap, si evidenzia che le imprese familiari “hanno natura individuale e non collettiva e associativa”. Pertanto, risulta imprenditore solo “il titolare dell’impresa, il quale la esercita assumendo in proprio diritti ed obbligazioni, oltre la piena responsabilità verso i terzi”. Con queste spiegazioni, l’Agenzia delle entrate ha confermato, dunque, che anche le imprese familiari rientrano tra i soggetti ai quali va l’esonero dell’Irap con decorrenza dal 1° gennaio 2022.

Imprese familiari esenti dall’Irap, e le imprese coniugali?

Non vi sono, ad oggi, chiarimenti relativi alle imprese coniugali di cui all’articolo 177 del Codice civile. In base alla Giurisprudenza, infatti, le imprese familiari sono costituite dopo il matrimonio e gestite da entrambi i coniugi. Dal punto di vista fiscale, le imprese familiari sono equiparabili alle società di persone (o società di fatto), a maggior ragione che i redditi devono essere dichiarati nel modello Sp. Nella dichiarazione, inoltre, i redditi vanno attribuiti pro quota ai due coniugi nel quadro Rh del modello Pf. Si ritiene, pertanto, che le imprese coniugali debbano continuare a versare l’Irap alla pari di tutte le imprese commerciali. 

Irap, con l’abolizione cosa bisogna versare nel 2022?

Il taglio dell’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap) non elimina il saldo di giugno prossimo e la dichiarazione dei redditi del 2022. Delle nuove regole della riforma fiscale, inoltre, non ne beneficeranno le società di capitali e quelle di persone. L’abolizione dell’Irap, infatti, riguarda le persone fisiche che svolgono le attività commerciali, le arti e le professioni. La legge di Bilancio 2022 (la numero 234 del 2021) taglia l’imposta per determinati contribuenti, lasciando inalterate dunque le società collettive.

Irap, chi sono i soggetti passivi di imposta e a vantaggio di chi andrà il taglio

L’effetto che si ha con l’abolizione dell’Irap va a vantaggio dei lavoratori autonomi che svolgano la propria attività singolarmente. Se invece il lavoratore autonomo si unisce ad altri lavoratori (come, ad esempio, nelle società e negli studi associati), rimane soggetto passivo di imposta. In ogni caso, la legge di Bilancio 2022 rappresenta una parziale revisione della disciplina fiscale in materia. Si prevedono ulteriori provvedimenti che segneranno il graduale superamento dell’imposta regionale sulle attività produttive con l’introduzione di un’unica addizionale applicata al reddito di impresa.

Irap, quali sono i soggetti obbligati al pagamento?

L’Imposta regionale sulle attività produttive trova disciplina nel decreto legislativo numero 446 del 1997. L’introduzione dell’imposta risale al 1° gennaio 1998 in sostituzione di altri tributi come l’Ilor, la tassa sulle partite Iva e l’Iciap. L’Irap è dovuta per l’esercizio in forma abituale delle attività autonome organizzate, dirette a produrre o a scambiare beni o a prestare servizi. Chi esercita, pertanto, attività di lavoro autonomo e di impresa, sia nella modalità individuale che in forma associata, rientra tra i soggetti passivi dell’imposta. Sono soggetti anche le amministrazioni e gli enti pubblici, nonché gli enti non commerciali.

Deducibilità Irap e modifiche introdotte nel corso degli anni

Nel corso degli anni l’Irap è stata soggetta a varie modifiche. Una, in particolare, ha interessato l’ambito di applicazione della deducibilità dell’imposta sulle componenti di costo relative al lavoro. Tali costi sono divenuti totalmente deducibili se sostenuti per il lavoro dipendente a tempo indeterminato. Inoltre l’Irap, dal 2016, non deve essere più versata dai lavoratori autonomi delle attività agricole che rientrino nel reddito agrario.

Riforma Irap ed esenzione di soggetti passivi ai sensi della legge di Bilancio 2022

La riforma dell’Imposta regionale sulle attività produttive operata dalla legge di Bilancio 2022 permette alle persone fisiche che svolgano un’attività commerciale o l’esercizio di arte e professioni di non versare più l’Irap. Le attività esenti sono quelle riportate dalle lettere b) e c) del comma 1, dell’articolo 3, del decreto legislativo numero 446 del 1997. Il decreto, dunque, riporta tutti i soggetti passivi dell’imposta, includendo anche le società in nome collettivo (snc), quelle in accomandita semplice (sas) e le società a esse equiparate. L’equiparazione è riportata dal comma 3, dell’articolo 5, del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir). Il comma c) del decreto leggislativo 446, invece, aggiunte ai soggetti passivi delle imposta le persone fisiche, le società semplice e le società equiparate, oltre alle persone fisiche che svolgano attività di arti e di professioni.

Riforma Irap, chi non deve pagarla nel 2022 e chi deve versarla?

La cancellazione dell’Irap a partire dal 2022 riguarda, in altre parole, essenzialmente le persone fisiche. Risultano escluse dalla cancellazione delle imposte le società e gli enti assimilati. In base a quanto dispone la legge di Bilancio 2022, dunque, il taglio dell’imposta riguarda solo le persone fisiche, mentre continueranno a versarla gli studi associati e le società di professionisti, oltre a tutte le società di capitali e di persone. Non dovranno pagare l’Irap, in attesa di ulteriori delucidazioni dall’Agenzia delle entrate, le imprese familiari che si avvalgano di collaboratori domestici. Si tratterebbe, in questo caso, pur sempre di imprese qualificabili come individuali.

Decorrenza taglio Irap, cosa bisogna fare nella prossima dichiarazione dei redditi e saldo 2021?

La cancellazione dell’Irap entra in vigore, con la legge di Bilancio 2022, a decorrere dal periodo di imposta coincidente con l’anno solare 2022. Ciò significa che l’esercizio coincide con l’anno di entrata in vigore delle novità della legge di Bilancio 2022. Di conseguenza, anche le persone fisiche che beneficiano della cancellazione dell’Irap, nel corso del 2022 dovranno prestare attenzione a due adempimenti:

  • entro il 30 giugno del 2022 dovranno procedere con il pagamento del saldo 2021;
  • presentare il modello Irap 2022 entro il 30 novembre 2022;
  • non si dovranno pagare, invece, gli acconti.

Esenzione IRAP in agricoltura: a quali aziende si applica?

L’IRAP è l’Imposta Regionale Attività Produttive e si applica a tutti coloro che svolgono attività di impresa, si è visto che sebbene sia un’imposta regionale, le Regioni hanno un limitato potere. In precedenza abbiamo delineato in modo generico chi sono i soggetti che devono presentare la dichiarazione IRAP e tra questi abbiamo visto che vi sono le imprese che operano nel settore agricolo. In merito ad esse occorre però fare delle precisazioni, infatti vi è l’esenzione IRAP in agricoltura per alcune tipologie di aziende.

Vuoi conoscere chi sono i soggetti che devono presentare la dichiarazione IRAP? Leggi:  Chi è obbligato a presentare la dichiarazione IRAP? Scopriamolo insieme

 Esenzione IRAP in agricoltura 2021

La Legge 2008 del 2015 ha previsto importanti novità per il settore dell’agricoltura e in particolare l’esenzione IRAP a partire dal periodo di imposta 2016.

L’esenzione non riguarda tutti e in particolare riguarda esclusivamente il reddito agrario rientrante nella disciplina dell’articolo 32 del TUIR .

L’articolo 32 del Testo Unico Imposte sul Reddito  prevede che rientrino tra le attività agricole idonee a produrre l’esenzione IRAP quelle:

  • dirette alla coltivazione del terreno e alla silvicoltura;
  • le attività di allevamento con connessa coltivazione di terreno che producono alimentazione per animali e riescono a garantire almeno ¼ dei mangimi necessari per l’allevamento stesso;
  • attività di agricoltura mediante l’uso di strutture fisse o mobili (serre), le stesse però non devono occupare più della metà della superficie disponibile;
  • rientrano nella esenzione IRAP anche le attività previste dall’articolo 2135 del codice civile comma terzo. Lo stesso recita: “ Si  intendono  comunque  connesse  le  attività,  esercitate   dal medesimo  imprenditore  agricolo,   dirette  alla   manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione  e  valorizzazione che  abbiano  ad  oggetto  prodotti  ottenuti  prevalentemente  dalla coltivazione del fondo o del bosco  o  dall’allevamento  di  animali, nonché le  attività  dirette  alla  fornitura  di  beni  o  servizi mediante  l’utilizzazione  prevalente  di  attrezzature   o   risorse dell’azienda   normalmente    impiegate    nell’attività    agricola esercitata,  ivi  comprese  le  attività   di   valorizzazione   del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero  di  ricezione ed ospitalità come definite dalla legge”. In sintesi vengono considerate rientranti nel reddito agrario le attività di trasformazione dei prodotti, ad esempio la realizzazione di marmellate con i frutti dell’azienda agricola.

Cosa succede per cooperative e consorzi

I soggetti ora visti, cioè le aziende agricole, in realtà rientravano già in un regime agevolato IRAP, in quanto la loro aliquota era ridotta rispetto a quella generalmente applicata ed era dell’1,9%, ma a partire dal periodo di imposta 2016 non devono presentare la dichiarazione IRAP e non sono tenute al pagamento. .

Ai fini dell’esenzione IRAP sono equiparati agli imprenditori agricoli anche le società cooperative e i consorzi che  forniscono servizi ai settori selvicolturali, ad esempio cooperative che si occupano di realizzare opere idrauliche, e alle cooperative che si occupano di allevamenti di animali con mangimi ottenuti per almeno ¼ dai terreni degli altri soci della cooperativa. In questo caso si parla anche di stalle sociali.

Attività agricole che non godono dell’esenzione IRAP

Non rientrano nelle previsioni dell’articolo 32 del TUIR i redditi derivanti da:

  • attività di allevamento con terreni che non siano in grado di assicurare una certa autosufficienza e cioè la capacità di produrre almeno ¼ dei mangimi necessari per lo stesso allevamento;
  • agriturismi se aderiscono al regime forfettario;
  • attività connesse alla produzione di energia elettrica oltre la franchigia prevista nella legge 266 del 2005 comma 423. Lo stesso assimila al reddito agrario, assimilabile a quello previsto dall’articolo 2135 del codice civile, comma 3°  l’energia prodotta da fonti rinnovabili agricole sino a 2.400.000 kWh anno, e fotovoltaiche, sino a 260.000 kWh anno, nonché di carburanti e prodotti chimici di origine agroforestale provenienti prevalentemente dal fondo effettuate dagli imprenditori agricoli. Di conseguenza eccedendo tali limiti di produzione non si è più nell’ambito del reddito agrario ed è necessario presentare la dichiarazione IRAP;
  • attività dirette alla produzione di servizi.