Lotteria degli scontrini istantanea: novità per esercenti e clienti

Con Provvedimento 15943 del direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini si è provveduto a indicare le nuove norme, a cui dovranno adeguarsi tutti i commercianti, sulla lotteria degli scontrini istantanea. Basterà inquadrare il QrCode per scoprire se si è vincitori, naturalmente dovranno essere adeguati i registratori telematici seguendo le specifiche tecniche dettate dall’Agenzia.

Lotteria degli scontrini istantanea: cosa cambia?

La lotteria degli scontrini è stata introdotta con il fine di stimolare le persone ad effettuare pagamenti con l’uso della moneta elettronica e di conseguenza tracciare tutti i pagamenti andando a ridurre l’evasione fiscale. Nel 2023 questo strumento non smette di esistere, ma semmai diventa più appetibile visto che si procederà con l’estrazione immediata dei premi, quindi chi effettua il pagamento potrà sapere subito se ha vinto.

Si potrà partecipare alla lotteria istantanea con scontrini di importo superiore a 1 euro. La lotteria degli scontrini istantanea non va a sostituire la vecchia lotteria, ma l’affianca. Per poter partecipare alla seconda è necessario che il cliente comunichi all’esercente il proprio codice lotteria, manifestando in questo modo la volontà di partecipare. Il codice Lotteria può essere richiesto sul sito ufficiale della lotteria degli scontrini e deve essere mostrato all’esercente prima di effettuare il pagamento.

Per partecipare invece alla lotteria istantanea sarà necessario inquadrare il codice bidimensionale che dovrà essere presente in tutti gli scontrini ( QrCode), questo racchiude tutta una serie di informazioni, tra cui il codice esercente.

Lotteria istantanea degli scontrini: entro il 2 ottobre 2023 è necessario adeguare i registratori telematici

Il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate specifica che entro il 2 ottobre 2023 tutti i modelli di Registratori Telematici e di Server RT devono essere configurati per consentire la partecipazione alla lotteria istantanea degli scontrini. Nel Qr Code saranno presenti tutte le informazioni utili a far in modo che il cliente sappia se ha vinto o meno e in particolare la partita iva dell’esercente e la matricola del dispositivo e, in caso di Server RT, sarà indicato il punto cassa.

Ricordiamo che la lotteria degli scontrini differita prevede premi settimanali da 25.000 euro, premi mensili da 100.000 euro e premi annuali da 5 milioni di euro.

L’accoppiamento tra lotteria degli scontrini istantanea e differita è dovuta al fatto che dopo un iniziale interesse per l’iniziativa, gli italiani hanno iniziato a partecipare sempre meno e quindi si vuole ridestare il loro interesse con questa nuova iniziativa immediata. Ricordiamo che non si può partecipare pagando in contanti, ma sono con pagamenti digitali. Inoltre in caso di scontrino vincente, il premio si corrisponde non solo all’acquirente, ma anche all’esercente. Sia l’acquirente sia l’esercente ricevono notifica della vincita attraverso PEC e attraverso Raccomandata con ricevuta di ritorno, ma in ogni caso per poter partecipare è necessario richiedere il proprio codice lotteria.

Per saperne di più visita il sito https://www.lotteriadegliscontrini.gov.it/portale/home

Evasione fiscale, 8 milioni evasi a Torino

 

La guardia di finanza di Torino ha individuato una maxi evasione da 8 milioni di euro riconducibile a tre società operanti nel settore degli autotrasporti, di fatto gestite da un medesimo titolare. Zero reddito imponibile e pochi centesimi di Iva da versare, riportando in contabilità solo parte delle fatture emesse, mentre annotavano tutte le fatture di acquisto.

Nei giorni scorsi due imprenditori del settore informatico, nell’ambito di un’altra operazione sulle maxi evasioni, sono stati arrestati dai militari piemontesi, che hanno anche posto sotto sequestro preventivo beni per 2,5 milioni di euro. In manette sono finiti Maurizio Boggio, 40enne torinese secondo gli investigatori promotore della frode e Massimo Pasquale, 47enne tarantino.

JM

Il Redditometro e le strane leggi della statistica

 

E’ il potenziale inganno della statistica il primo imputato nell’inchiesta sul Redditometro 2013.  Il metodo di calcolo statistico utilizzando per passare al setaccio abitudini, consumi e spese degli italiani potrebbe celare al suo interno incongruità e difetti evidenti, che non avrebbero altro risultato che penalizzare le classi già meno abbienti.

E’ il parere di Adiconsum, una voce importante, di chi sta dalla parte delle famiglie italiane e dei consumatori, a cui Infoiva ha voluto dedicare uno spazio. Ma qual è il parere di Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum sul Redditometro 2013?

Redditometro 2013: criticato, temuto, passato sotto la lente di ingrandimento. Quali sono secondo voi le maggiori criticità?
La maggiore criticità del redditometro è rappresentata dalla scelta della media statistica che cela un potenziale inganno. Mi spiego meglio: una vacanza frutto di risparmi di anni può diventare parametro di controllo, mentre un’altra criticità è rappresentata dall’onere della prova a carico del contribuente, ancora una volta si scarica sul cittadino il gravame della prova che invece dovrebbe essere a carico di chi rileva l’incongruità. Chiedere ai cittadini di conservare ed archiviare tutte le ricevute di acquisti o proventi mette a dura prova il cittadino, sbagliato applicare alle famiglie metodologie che già applicate alle aziende hanno rivelato i propri limiti.

C’è chi ha parlato di “stato di polizia” in merito alle 100 voci analizzate del redditometro. Secondo lei a cosa è dovuta questa sensazione di timore dei cittadini nei confronti delle novità apportate al nuovo strumento di controllo dei redditi?
Il cittadino ha il timore di non poter far fronte alle eventuali richieste di prova che possono venire richieste, poiché in una famiglia possono intervenire fattori di difficoltà, come ad esempio un trasloco, il decesso del capofamiglia etc. E quindi questo fa percepire lo strumento del redditometro come uno strumento inquisitorio.

Le 100 voci del redditometro analizzano praticamente ogni ambito della vita di una famiglia, gli italiani dovranno cambiare le proprie abitudini per rientrare nei parametri del redditometro, o chi non evadeva prima può semplicemente mantenere la propria routine invariata ?
Come gli studi di settore, il redditometro penalizza i meno abbienti e agevola coloro più agiati che possono in coerenza con il redditometro celare tutto ciò che supera la congruita’ del redditometro. Sicuramente quanto previsto dal redditometro comporterà un cambiamento nelle abitudini degli italiani determinando un effetto recessivo dei consumi. Il cittadino spende sempre meno per evitare eventuali incongruità.

La franchigia di tolleranza del 20% e di 12 mila è a vostra parere ben ponderata?
Difficile definire se è ben ponderata poiché le variabili possono essere tante e non sempre definibili.

Veniamo al capitolo beni simbolici: l’allargamento dello spettro e l’analisi effettuata su dati certi dell’Agenzia delle Entrate porterà ad una maggior efficacia dello strumento di lotta all’evasione?
Riteniamo che il redditometro non risolverà il problema dell’evasione anzi il rischio è che colpirà chi le tasse le paga già. Allo stato attuale, il fisco è’ già in possesso di una serie di dati che se incrociati possono portare all’emersione della vera evasione, consentendo di colpire duramente coloro che non pagano le tasse.

Il ricorso a meccanismi statistici (criticati) comporta il rischio che la presunzione di capacità di spesa delle famiglie si allontani dalla realtà?
Si, il meccanismo statistico comporta sicuramente lo scostamento della realtà delle famiglie. Vorrei citare a proposito la media del pollo di Trilussa ben illustrata nella poesia La Statistica:
« Sai ched’è la statistica? È na’ cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
pè via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perch’è c’è un antro che ne magna due. »
(Trilussa, La Statistica)

Trilussa non fa altro che affermare che se qualcuno mangia due polli, e qualcun altro no, in media ognuno ha mangiato un pollo a testa, anche se di fatto uno non l’ha mangiato.

A vostro avviso il redditometro è uno strumento valido nella lotta all’evasione o si poteva fare qualcosa di più?
A nostro avviso si poteva fare di più come consentire al cittadino di scaricare le spese effettuate creando interessi contrapposti. Mi aiuto con un esempio: se posso scaricare l’Iva per una spesa sostenuta sono invogliato a richiedere la fattura, con un sistema semplice si consentirebbe l’emersione del nero, come ad esempio già avviene nel caso di spese detraibili. Occorre poi intervenire sulle società di comodo poiché in tal modo si consente di scaricare spese che come singolo individuo non si potrebbero scaricare.

Alessia CASIRAGHI

Litigi in famiglia? Meglio il carcere

 

Fratelli coltelli, parenti serpenti e figlie carceriere. Insomma la famiglia molto spesso può trasformarsi in una vera e proprio prigione più dura del carcere stesso. E c’è chi decide di preferire al focolaio domestico degli arresti domiciliari una celletta del carcere.

E’ quello che è successo a un uomo di 52 anni di Napoli, Francesco Tipaldi, arrestato per spaccio, ricettazione, furto, lesioni personali e adesso anche evasione. L’uomo, esasperato dai continui litigi con la figlia con cui condivideva l’appartamento dove stava scontando gli arresti domiciliari, è uscito di casa ed è arrestato dalla polizia per evasione.

Agli agenti però, l’uomo ha chiesto di essere portato in carcere, anche perchè la figlia non era più disposta ad accoglierlo agli arresti domiciliari in casa sua. Come dire, meglio un’ora d’aria fra il cemento che una giornata intera in famiglia.

Decreto fiscale, le novità più rilevanti

Si avvicina la messa a punto del decreto fiscale da parte del Governo. Un dl la cui bozza è all’esame del preconsiglio, ma dalla quale traspare già una ispirazione di base che potremmo definire di civiltà fiscale: i proventi della lotta all’evasione dal 2014 saranno infatti in parte destinati “a misure anche non strutturali di sostegno del reddito di soggetti appartenenti alle fasce di reddito più basse, con riferimento all’incremento delle detrazioni fiscali per i familiari a carico“. Un altro modo per dire: abbassare l’Irpef.

Il calo delle tasse, “a decorrere dall’anno 2014“, anno successivo al pareggio di bilancio, è legato al maggior gettito della lotta all’evasione realizzata nel 2012-13 e sarà condizionato comunque al “rispetto degli obiettivi di finanza pubblica“. Un bel cambiamento da quanto previsto nelle manovre del precedente governo, che si sono succedute tra agosto e novembre, che mettevano i proventi della lotta all’evasione come voce ex ante, in maniera piuttosto aleatoria. Del tipo: visto che dalla lotta all’evasione incasseremo X, questo X lo useremo per abbattere le tasse. Sì, ma chi mi garantiva che l’introito sarebbe stato effettivamente X e non meno? Ecco perché legare l’abbattimento delle tasse comunque al “rispetto degli obiettivi di finanza pubblica” dà maggiori garanzie. Comunque, ecco i punti salienti del nuovo dl.

FUGHE DEI CAPITALI – Aumenta di sei volte la sanzione per chi esporta illegalmente capitali all’estero: dal 5% al 30%, sulla somma eccedente il limite di valuta esportabile.

LISTE SELETTIVE DEGLI EVASORI – Secondo la bozza, “l’Agenzia delle entrate elabora, nell’ambito della propria attività di pianificazione degli accertamenti, liste selettive di contribuenti, i quali siano stati ripetutamente segnalati in forma non anonima all’Agenzia stessa o al Corpo della Guardia di Finanza in ordine alla violazione dell’obbligo di emissione della ricevuta fiscale o dello scontrino fiscale, ovvero del documento certificativo dei corrispettivi”.

SCOMMESSE ILLEGALI – Per combattere i giochi illegali e l’evasione nel settore gli ispettori dei Monopoli potranno sedersi al tavolo verde. La bozza del dl fissa infatti in 100mila euro all’anno la dotazione di “un fondo destinato alle operazioni di gioco a fini di controllo”.

5XMILLE – Secondo la bozza, “a decorrere dall’esercizio finanziario 2012 possono partecipare al riparto del 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche gli enti che pur non avendo assolto in tutto o in parte, entro i termini di scadenza, agli adempimenti richiesti per l’ammissione al contributo, abbiano i requisiti sostanziali richiesti dalle norme di riferimento; presentino le domande di iscrizione e provvedano alle successive integrazioni documentali entro il 30 settembre”.

REINTRODUZIONE DELL’ELENCO CLIENTI-FORNITORI – Secondo la bozza, “l’obbligo di comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini dell’Iva per le quali è previsto l’obbligo di emissione della fattura è assolto con la trasmissione, per ciascun cliente e fornitore, dell’importo di tutte le operazioni attive e passive effettuate. Per le operazioni per le quali non è previsto l’obbligo di emissione della fattura la comunicazione deve essere effettuata qualora le operazioni siano di importo non inferiore ad euro 3.600, comprensivo dell’Iva”.

NESSUNA ISCRIZIONE A RUOLO PER I MINI-DEBITI – “A decorrere dal 1° luglio 2012, non si procede all’accertamento, all’iscrizione a ruolo e alla riscossione dei crediti relativi ai tributi erariali, regionali e locali, qualora l’ammontare dovuto, comprensivo di sanzioni amministrative e interessi, non superi, per ciascun credito, l’importo di euro 30, con riferimento ad ogni periodo d’imposta. La disposizione non si applica qualora il credito derivi da ripetuta violazione degli obblighi di versamento relativi ad un medesimo tributo”.

NON DOMICILIO IN ATTI AMMINISTRAZIONE – Prevista l'”eliminazione dell’obbligo di chiedere l’indicazione del domicilio fiscale negli atti presentati all’Amministrazione finanziaria”.

POSSIBILITA’ DI RATE FLESSIBILI PER I DEBITI FISCALI – “Il debitore può chiedere che il piano di rateazione” dei debiti fiscali “preveda, in luogo di rate costanti, rate variabili di importo crescente per ciascun anno”.

Condono: un costo per lo Stato o per i cittadini?

Il condono costa di più al cittadino o allo Stato? Secondo un studio pubblicato da Il Sole 24 Ore il condono, edilizio o fiscale che sia, “costa all’Erario e ai Comuni assai più che al contribuente. Non tanto e non solo per le spese amministrative, che comunque pesano, ma soprattutto per la rinuncia al gettito ‘regolare’ che deriva dall’applicazione della sanatoria”. Negli ultimi 5 anni con le varie sanatorie applicate a fini fiscali o edilizi lo Stato ha perso 860 miliardi di euro.  E, facendo un ulteriore salto indietro nel tempo, tra il 1980 e il 1997 la rinuncia al gettito regolare sarebbe costata allo Stato ben 883 miliardi, contro un guadagno di 22,3 miliardi derivanti dalle sanatorie per il condono previdenziale.

Il condono in Italia, un’operazione che non ha eguali in nessun altro Stato Europeo, rappresenta inoltre un costo per lo Stato in termini amministrativi: le energie investite dall’Agenzia delle Entrate per l’analisi e la gestione delle domande di condono hanno impedito infatti di focalizzarsi sulle attività di accertamento fiscale. Condono e illegalità fiscale, che molto spesso si trovano a camminare a braccetto. Con la ripetuta incitazione all’illegalità infatti, che è implicita ad ogni nuovo condono, il fenomeno dell’evasione fiscale non può in alcun modo essere limitato. A soffrirne per i primi i conti pubblici, impossibilitati a far fronte al debito pubblico.

Altra piaga inalienabile, l’evasione: molto spesso c’è chi versa solo la prima rata dell’oblazione, in modo da avviare la pratica, salvo poi sparire. Come a Roma, dove sono circa 6 000 le pratiche pronte e mai ritirate.

Risultato? Continui e sempre più pressanti tagli ai bilanci dello Stato, aumento delle tasse, eliminazione delle agevolazioni fiscali. A rimetterci come sempre le fasce più deboli della popolazione, che necessitano maggiormente dell’assistenza pubblica e sociale da parte del Comune di appartenenza.

A.C.

Federpneus: serve azione del governo per combattere l’evasione Iva

Federpneus, Associazione Italiana Rivenditori Specialisti di Pneumatici chiede al Governo che venga estesa anche al settore dei pneumatici lo speciale regime previsto dall’art 60 bis della normativa sull’IVA (dpr 633/72) e dai decreti ministeriali attuativi che per le automobili, i motocicli, i prodotti di telefonia, i personal computer ed altri prodotti prevedono, in caso di evasione IVA da parte del venditore, la responsabilità solidale del compratore, che può quindi essere chiamato a versare l’IVA eventualmente non versata dal venditore.

Tale manovra secondo l’associazione i categoria impedirebbe la concorrenza sleale. La situazione odierna non solo arreca un danno all’erario, ma penalizza anche fortemente gli operatori onesti che subiscono la concorrenza sleale di operatori che agiscono evadendo l’IVA ed hanno quindi la possibilità di praticare prezzi inferiori del 20%.

L’accoglimento di tale proposta è rimesso a valutazioni di carattere politico” e rilevando inoltre che ”per attuare tale misura antifrode è necessario, da parte della competente Agenzia delle Entrate una preliminare verifica sulla reale diffusione dei fenomeni evasivi nel settore delle cessioni dei pneumatici che giustifichi il richiesto intervento normativo”. Da questa risposta – precisa Federpneus – ”sono trascorsi ormai quasi nove mesi, senza che alcun provvedimento sia stato adottato”.

L’associaizione auspica un intervento propositivo da parte del governo che sani la situazione attuale.

Cedolare secca, estensione a studenti fuori sede e case vacanza

Alle viste una estensione del provvedimento sulla cedolare secca. Dopo essere stata applicata ai canoni di locazione residenziali di tipo standard, sarà allargata anche agli affitti di breve durata (anche inferiori al mese) e a quelli relativi a una sola stanza dell’immobile. In pratica un tentativo di stanare il nero sulle case vacanza e sugli affitti destinati agli studenti fuori sede.

La specifica dell’allargamento è contenuta nella circolare che l’Agenzia delle Entrate ha diffuso per chiarire i dubbi sorti attorno all’argomento. Nel documento si legge anche che se la cedolare secca viene applicata a una porzione dell’immobile, anche le altre, se date in locazione, dovranno essere assoggettate allo stesso regime; diverso il caso di un unico immobile cointestato a diversi proprietari. Se sarà dato in affitto, ciascuno dei proprietari potrà scegliere di servirsi del regime di cedolare secca o meno, senza che questo obblighi gli altri titolari a scegliere lo stesso regime di tassazione.

Se invece l’immobile è di proprietà di una società (di persone o di capitali), di un ente (commerciale o meno), se si trova all’estero o viene subaffittato, non può sottostare al regime della cedolare secca.

Peccati 2.0: chi non paga le tasse finisce all’inferno

Come molti di voi avranno sentito e letto nei giorni scorsi, esce in questi giorni il libro YouCat, sul catechismo rivisitato in chiave contemporanea. Questo sarà il libro cult per la giornata mondiale della gioventù, in agenda dal 16 al 21 agosto a Madrid. Che Infoiva ne parli è davvero curioso, starete pensando… in effetti lo è. Ma tra le 300 pagine fitte di raccomandazioni per i giovani, ci è saltato agli occhi il punto 431, che inserisce nel catechismo l’elusione e l’evasione fiscale tra i comportamenti immorali che contravvengono al 7° comandamento: non rubare. Il precetto nel nuovo catechismo assume un significato più ampio e profondo, assegnando all’essere umano responsabilità precise nei confronti della comunità. “La furberia con cui eludere sistemi fiscali complessi non è ammissibile” spiega YouCat, e “L’elusione e la frode fiscale sono immorali, come anche la falsificazione e l’occultamento di fatti praticati per sottrarsi a una giusta contribuzione”.  Una condanna esplicita, quindi, da parte della Chiesa cattolica, che non assolve la disonestà neanche sul fronte del fisco.

Peccato però non sia riconosciuto alcun peccato allo Stato che troppo spesso e volentieri opprime i poveri contribuenti, specialmente i piccoli imprenditori, con tante, tantissime tasse. Peccato.

Dal 1° luglio le banche e le Poste assumeranno anche le vesti di sostituti d’imposta.

Secondo quanto scritto nell’articolo 25 del Decreto legge 78/2010 le banche e Poste italiane (queste ultime nella loro veste di Istituto di credito), assumeranno le vesti di “sostituti d’imposta” e dal prossimo 1° luglio tratterranno il 10% su tutti i bonifici che sono stati fatti per godere degli oneri deducibili o per i quali spetta la detrazione d’imposta.

Il nuovo provvedimento permetterà al Fisco di incassare denaro in anticipo (si stima circa 700 milioni di euro) e colpirà l’evasione.