APP FatturAE per iPhone e smartphone Android, tutto quello che c’è da sapere

Ai contribuenti titolari di partita IVA, per la gestione completa del ciclo della fatturazione elettronica, non serve necessariamente l’uso del PC desktop o del computer portatile. E questo perché, per i sistemi operativi iOS e Android, l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione un’applicazione gratuita per i dispositivi mobili.

Si tratta, nello specifico, dell’APP FatturAE che, di conseguenza, può rappresentare una valida alternativa rispetto al portale del Fisco ‘Fatture e Corrispettivi’. Ecco allora tutto quello che c’è da sapere sull’APP FatturAE.

Chi, come e quando si può utilizzare l’APP FatturAE

L’accesso e l’utilizzo dell’APP FatturAE è riservato alle sole persone fisiche che sono titolari di partita IVA. Potendo autenticarsi non solo con il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), ma anche con le credenziali dell’Agenzia delle Entrate che permettono l’accesso a servizi telematici Entratel ed a Fisconline.

Per tutti gli altri soggetti che sono diversi dalle persone fisiche titolari di partita IVA, invece, la gestione del ciclo della fatturazione elettronica, attraverso i servizi del Fisco, può avvenire solo attraverso il portale ‘Fatture e Corrispettivi‘ anche tramite il download dell’apposito software stand-alone per personal computer.

Scaricando ed installando l’APP FatturAE, e dopo aver effettuato il primo accesso con le credenziali del Fisco o con SPID, l’applicazione funzionerà in modalità monoutente. Ovverosia, al primo accesso l’utente sarà identificato come unico cedente e prestatore per quel che riguarda tutto il ciclo della fatturazione elettronica. Per cambiare utenza, e per identificarsi con altre credenziali, infatti, l’unica via sarà quella di disinstallare l’APP FatturAE e di reinstallarla così come riporta online proprio il sito Internet dell’Agenzia delle Entrate.

Cosa si può fare scaricando ed installando l’APP per Android e iOS FatturAE

Scaricando ed installando l’APP FatturAE, l’utente grazie ad una procedura guidata può prima predisporre e poi inviare una fattura elettronica all’SdI, ovverosia al Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate. L’applicazione supporta sia la predisposizione e l’invio di una fattura ordinaria, sia di una fattura elettronica semplificata verso e tra i privati ed anche verso la Pubblica Amministrazione.

Inoltre, per la cessione dei carburanti, l’APP FatturAE supporta pure un modello di fattura ad hoc. Proprio al fine di agevolare l’operatività dei gestori delle stazioni di carburanti. In più, in fase di configurazione iniziale dell’APP FatturAE, l’utente può scegliere se memorizzare i dati delle fatture generate sul proprio dispositivo.

Oppure può scegliere di memorizzarle nell’account personale sul cloud. Nella fattispecie, su Google Drive per i dispositivi mobili con il sistema operativo Android, oppure su iCloud per i dispositivi mobili con il sistema operativo della Apple iOS.

Fattura elettronica, obbligo a partite Iva forfettarie: quali nuovi costi e adempimenti?

L’estensione dell’obbligo della fattura elettronica anche al regime forfettario aumenta costi e adempimento alle partite Iva. Si tratta della conseguenza delle novità che il governo si appresta a varare per l’attuazione delle misura di attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) nell’ambito della legge fiscale. Nell’articolo 15 della bozza del provvedimento è prevista l’estensione della fatturazione elettronica ai soggetti finora esonerati fino al 31 dicembre 2024. L’obbligo dovrebbe scattare a partire dal 1° luglio 2022. Tuttavia, rimarranno esonerate le piccole partite Iva con limite di ricavi e di compensi entro i 25 mila euro.

Fattura elettronica, quali sono i nuovi soggetti e partite Iva soggetti all’obbligo?

L’estensione dell’obbligo di fattura elettronica alle partite Iva a regime forfettario era tra gli interventi più attesi in materia fiscale. Infatti, l’Italia già il 13 dicembre 2021 aveva recepito la decisione di esecuzione dell’Unione europea numero 2251 che prevedeva l’estensione dell’obbligo ai soggetti finora esonerati. La modifica che il governo si appresta ad apportare è quella al comma 3 dell’articolo 1, del decreto legislativo numero 127 del 2015. Il provvedimento ha previsto l’introduzione della fatturazione elettronica esonerando dall’obbligo determinati soggetti, ovvero:

  • i soggetti in regime di vantaggio;
  • quelli forfettari;
  • le associazioni che esercitano l’opzione prevista dagli articoli 1 e 2 della legge numero 398 del 1991 per compensi commerciali che non eccedano i 65 mila euro nel precedente anno.

Obbligo di fattura elettronica alle partite Iva forfettarie: cosa cambia dal 1° luglio 2022?

L’obbligo di utilizzo della fattura elettronica scatterà, per i nuovi soggetti prima esonerati, a decorrere dal 1° luglio 2022. Tra gli adempimenti fiscali richiesti, vi rientrano:

  • l’utilizzo della fattura elettronica verso i soggetti residenti. Per il terzo trimestre di quest’anno la fatturazione elettronica vige senza le sanzioni se i documenti risultano emessi entro il mese successivo a quello nel quale viene effettuata l’operazione;
  • la fatturazione elettronica verso i non residenti, attualmente con scelta tra la modalità cartacea o elettronica. Dal 1° luglio 2022 comporterà invece l’adempimento dell’esterometro disciplinato dal comma 3 bis. In particolare, per le relative operazioni, a partire dal prossimo luglio scatterà l’obbligo di trasmettere le informazioni inerenti le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate in entrata o in uscita da e verso soggetti non residenti nel territorio italiano. La trasmissione dovrà avvenire in via telematica. L’adempimento, dunque, comporta la scelta dell’alternativa della fattura elettronica più l’esterometro, oppure della sola fattura elettronica.

Fattura elettronica, nuovi adempimenti per le partite Iva che fanno acquisti su internet da soggetti non residenti

La fattura elettronica per le operazioni da e verso i soggetti non residenti comporterà, dunque, maggiori adempimenti soprattutto per le partite Iva che effettuano acquisti via internet da soggetti non residenti nel territorio nazionale. Il passaggio comporterà dei costi perché i nuovi soggetti tenuti ad adempiere alle norme difficilmente potranno gestire questo tipo di operazioni, almeno inizialmente, senza il sostegno di un commercialista o di un professionista. Peraltro, a differenza della fattura elettronica, la gestione dell’esterometro dovrà avvenire entro il 15esimo giorno successivo a quello dell’operazione.

Altri adempimenti legati all’estensione dell’obbligo di fattura elettronica

Per quanto concerne gli altri adempimenti legati all’estensione dell’obbligo di fattura elettronica, gli acquisti in reverse charge dai fornitori residenti, attualmente comporta per i forfettari la reverse charge con il versamento dell’Iva attraverso il modello F24. A partire dal prossimo luglio, tale regime rimarrà invariato. Varierà invece, con obbligo di esterometro a decorrere da luglio prossimo, l’acquisto intracomunitario di beni sotto la soglia annua di 10 mila euro dai fornitori comunitari senza l’iscrizione al Vies.

Fattura elettronica ed esterometro, gli adempimenti che comportano l’iscrizione al Vies

La procedura serve per le autorizzazioni a compiere operazioni intracomunitarie, ovvero di vendita o di acquisto di beni o di servizi da e verso altri Paesi dell’Unione europea.  Fino al prossimo luglio, ai forfettari è imposto la sola conservazione, con l’Iva pagata al fornitore dell’Unione europea. Da luglio sarà necessario l’esterometro con la particolarità di ottemperare all’adempimento al più tardi entro il 15 del mese susseguente all’operazione.

Fattura elettronica, quali altre operazioni necessiteranno dell’esterometro?

Per gli altri acquisti territoriali da non residenti, che non siano importazioni, attualmente le partite Iva forfettarie utilizzano la reverse charge con versamento dell’Iva attraverso il modello F24. Da luglio prossimo, il versamento dell’Iva con il modello F24 sarà accompagnato dall’esterometro. Obbligo, dell’esterometro, che vigerà anche per tutti gli altri acquisti non territoriali che, ad oggi, non prevedono alcun adempimento. Da luglio sarà obbligatorio l’esterometro con termine al massimo entro il 15 del mese susseguente a quello dell’operazione.

 

Fattura elettronica ai forfettari dal 1° luglio 2022, chiesto il rinvio

L’obbligo di fattura elettronica alle partite Iva a regime forfettario scatterà a decorrere dal 1° luglio 2022. Il provvedimento non è stato ancora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, ma varie categorie chiedono il rinvio al prossimo anno. L’obbligo di abbandonare il vecchio sistema delle fatture cartacee e di adottare il formato elettronico, tuttavia, non colpirà la generalità delle partite Iva a regime forfettario. Infatti, nel decreto si prevede l’esclusione dei lavoratori autonomi in regime di vantaggio con compensi e ricavi fino a 25 mila euro. Il decreto, inoltre, prevede l’obbligo di fatturazione elettronica fino al 31 dicembre 2024.

Fattura elettronica, si chiede che l’obbligo alle partite Iva forfettarie scatti il 1° gennaio 2023

Tuttavia, sull’estensione della fattura elettronica alle categorie finora esonerate emergono richieste di rinvio della data di decorrenza da varie parti. Ovvero di modificare la bozza del decreto entrata nel Consiglio dei ministri (e già corretta con il tetto minimo dei 25 mila euro voluto dal ministro per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti) facendo decorrere l’obbligo dal 1° gennaio 2023. Il problema principale è di carattere pratico nella gestione, durante l’anno e a partire dal 1° luglio prossimo, di due tipologie di fatture, quelle cartacee e quelle elettroniche.

Fattura elettronica alle partite Iva forfettaria, cosa cambia dal 1° luglio 2022?

La bozza del decreto prevede anche un periodo di transizione per l’adeguamento al nuovo regime per le partite Iva forfettarie. Infatti, l’emissione del formato elettronico del documento può avvenire entro un mese dal giorno della corrispondente operazione. Tale periodo vige per le operazioni effettuate ad agosto e a settembre prossimi. Ciò che i rappresentanti dei professionisti e delle piccole e medie imprese lamentano è il poco tempo a disposizione per prendere confidenza con il nuovo sistema di emissione e di conservazione delle fatture elettroniche. La cui gestione può essere effettuata, gratuitamente, attraverso la piattaforma messa a disposizione dall’Agenzia delle entrate, il Sistema di interscambio (Sdi). In più il sistema prevede il pagamento del bollo sulla fattura da effettuare in via telematica.

Fattura elettronica alle partite Iva forfettarie, il limite dei 25 mila euro

Anche il limite dei 25 mila euro per l’adozione della fattura elettronica dei forfettari rischia di creare confusione. Si è espressa in questi termini l’Unione nazionale dei giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec), reclamando che il cambio nel corso dell’anno rischia di creare confusione e destabilizzare la platea dei contribuenti interessati. In particolare, il tetto minimo dei 25 mila euro dei compensi e dei ricavi non sarebbe ben definito, soprattutto nelle modalità di calcolo.

Obbligo di fattura elettronica per combattere frodi ed evasione fiscale

Tuttavia, pur nelle difficoltà pratiche già incontrate dalle prime categorie di lavoratori autonomi che hanno sperimentato la fattura elettronica nel 2018, non si possono mettere da parte i vantaggi che l’adozione del formato elettronico può comportare, soprattutto nella lotta all’evasione fiscale. L’allargamento della platea delle partite Iva obbligate alla fatturazione elettronica permette al Fisco di poter avere notevoli dati da incrociare. E di bloccare sul nascere potenziali operazioni a rischio di frode. Secondo le stime, rimarrebbero fuori dall’obbligo di fatturazione elettronica circa 800 mila partite Iva a regime forfettario. I cui ricavi e compensi non arrivano a 25 mila euro.

Partite Iva forfettarie, conviene utilizzare la fattura elettronica?

Quanto e perché conviene utilizzare la fattura elettronica per le partite Iva a regime forfettario? Ad oggi, non è ancora obbligatorio l’utilizzo della fattura elettronica per i lavoratori autonomi che aderiscono al regime fiscale agevolato. Ma chi la utilizza, anche se non obbligato, ha potuto notare dei vantaggi sia in termini pratici che fiscali e contabili. In attesa dell’obbligatorietà dell’adozione della fattura elettronica ai soggetti che, ad oggi, non risultano tenuti a emettere, ricevere e conservare le fatture in formato elettronico, vediamo quali sono le possibili convenienze.

Fattura elettronica, come e quando arriverà l’obbligo anche per le partite Iva a regime forfettario?

Le partite Iva a regime forfettario finora non hanno dovuto adeguarsi all’obbligatorietà dell’emissione, della ricezione e della conservazione delle fatture in formato elettronico. Tuttavia, tra le misure in arrivo per contrastare l’evasione fiscale e le frodi nelle attività professionali e imprenditoriali, anche per i forfettari arriverà tale obbligo. Ottenuto l’ok dall’Europa, infatti, si attende il provvedimento (che potrebbe essere il decreto di delega fiscale) e la data a partire dalla quale le partite Iva forfettarie dovranno adeguarsi al nuovo metodo di contabilizzazione.

Fattura elettronica, si può continuare a utilizzare il formato cartaceo?

In attesa che arrivi il provvedimento che sancisca l’obbligatorietà della fattura elettronica anche alle partite Iva del forfettario, l’adozione del formato elettronico rimane una scelta facoltativa, a differenza dei soggetti che vi sono già obbligati. Diversamente, chi non è obbligato può continuare a emettere fatture nella modalità cartacea. Ma l’utilizzo della fattura elettronica, grazie al formato Xml, permette di beneficiare di alcuni vantaggi sia dal punto di vista fiscale che contabile.

Passare alla fattura elettronica, quali sono i vantaggi fiscali?

La scelta di passare alla fattura elettronica può comportare, anche per le partite Iva a regime forfettario, dei vantaggi fiscali. Proprio per i forfettari si riducono i termini per l’accertamento. Infatti, l’utilizzo di strumenti elettronici per gestire l’emissione delle fatture, aiuta l’accertamento di quanto dovuto ai fini dell’Iva, contrastando l’evasione anche di tutte le altre imposte inerenti l’attività professionale o imprenditoriale. Risulta necessario integrare lo strumento con gli incassi e i pagamenti in maniera tracciabile. Pertanto, chi sceglie la modalità elettronica delle fatture ha diretto alla riduzione di due anni dei termini di accertamento. E la riduzione vale sia per l’Iva che per tutte le altre imposte sui redditi dell’impresa o del lavoro autonomo.

Fattura elettronica e pagamenti tracciabili: di cosa si tratta?

I vantaggi fiscali connessi all’utilizzo della fattura elettronica anche per le partite Iva a regime forfettario sono conseguibili purché si utilizzino mezzi di pagamento tracciabili, sia in entrata che in uscita. In particolare, la tracciabilità dei pagamenti è richiesta per le operazioni di imposto eccedente i 500 euro. Si procede inviando le fattura in formato Xml al Sistema di interscambio (Sdi) e gestendo i relativi pagamenti solo con mezzi tracciabili. Sono ammissibili, dunque, le carte di credito, i bonifici e tutti gli altri strumenti tracciabili. Risulta escluso, ovviamente, il denaro contante.

Passare alla fattura elettronica, quali sono i vantaggi contabili?

Dal punto di vista contabile, il passaggio dalla fattura cartacea alla fattura elettronica permette di ottenere vantaggi dal punto di vista contabile sintetizzabili nella comodità di utilizzare strumenti al passo con i tempi. Infatti, molti fornitori e soggetti preferiscono emettere e ricevere fatture nel formato elettronico, soprattutto per la comodità di poter gestire volumi e quantitativi elevati di documenti mensili. Chi si interfaccia, pertanto, con questi soggetti potrebbe trovare vantaggioso adeguarsi al formato Xml e al Sistema di interscambio (Sdi) per regolarne i rapporti.

Fattura elettronica, conviene passare subito al modello Xml?

Il passaggio alla fattura elettronica subito, inoltre, potrebbe inoltre risultare utile alle partite Iva che ancora non utilizzano il formato Xml ad essere pronte nel momento in cui lo strumento diventerà obbligatorio. In tal senso, si può utilizzare il periodo facoltativo di utilizzo della fattura elettronica per “prendere confidenza” con il Sistema di interscambio. Si potrebbe evitare di riscontrare problemi operativi ed errori quando il formato elettronico diventerà obbligatorio.

Come si passa alla fattura elettronica?

Il passaggio dalla fattura tradizionale alla fattura elettronica è facilitato dalla scelta di uno dei tanti software che il mercato mette a disposizione per l’invio, la ricezione e la gestione della documentazione. Molti dei software sono inoltre gratuiti e, a tal fine, si possono utilizzare i servizi messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate. Per prendere confidenza con il sistema dell’Agenzia delle entrate è necessario andare sul portale “Fatture e corrispettivi” oppure utilizzare l’applicazione mobile “FatturAE”. Grazie alle due piattaforme si possono predisporre le fatture in formato elettronico (Xml), senza dover spendere nulla. Per le partite Iva a regime forfettario è necessario indicare in fattura il codice natura “N2.2”. Si tratta infatti di operazioni che non sono soggette all’Iva.

 

 

Fattura elettronica per tutti e due anni di scivolo flat tax: le misure in arrivo con la delega fiscale

Obbligo di fattura elettronica per tutti, anche per le partite Iva a regime forfettario, e scivolo di due anni per chi supera i 65 mila euro di tetto di reddito della flat tax: sono due tra le principali novità contenute negli emendamenti alla legge fiscale. Il provvedimento contiene anche lo stop all’Irap per gli studi associati e la diminuzione dell’Irpef tagliando gli sconti fiscali e detrazioni trasformate in accrediti diretti sui conti correnti dei contribuenti (cashback fiscale). Inoltre, troverà attuazione la “mensilizzazione” progressiva dei saldi e degli acconti dei lavoratori autonomi e, principalmente, per i soggetti Isa con l’addio alla ritenuta d’acconto.

Flat tax per le partite Iva a regime forfettario, arriva lo scivolo di due anni: cosa significa?

Nel testo della legge fiscale rielaborato al ministero dell’Economia e delle Finanze entra la novità dello scivolo di due anni della flat tax. Alle partite Iva a regime forfettario che superino il tetto annuale dei compensi e dei ricavi di 65 mila euro si applicherebbe un’altra aliquota piatta, in ogni caso superiore a quella del 15%. L’aliquota non potrà essere superiore a un limite che dovrà essere specificato nel decreto legislativo.

Fattura elettronica per tutti, anche per le partite Iva a regime forfettarie

Con la legge fiscale dovrebbe arrivare anche l’obbligo di fattura elettronica esteso a tutti i soggetti, anche a quelli finora esenti. In particolare, alle partite Iva a regime forfettario che finora erano rimaste fuori dall’emissione delle fattura in modalità digitale. La novità vede le forze politiche d’accordo, compreso il ministero dell’Economia e delle Finanze, per una misura che si preannuncia come necessaria per la lotta all’evasione fiscale. Tra le misure accompagnatorie dell’obbligo della fattura elettronica, anche l’emissione degli scontrini telematici e l’utilizzo delle banche dati per la lotta all’evasione.

Legge fiscale, ecco le altre misure in arrivo

Tra le altre misure in arrivo con la legge delega, anche l’abolizione dell’Irap per gli studi associati. Il superamento dell’Imposta regionale sulle attività produttive avverrà in maniera progressiva e riguarderà anche le società di persone e le società di professionisti. L’abolizione dell’Irap non dovrà generare, in ogni modo, aumenti delle addizionali per i dipendenti e per i pensionati.

Cashback fiscale, il rimborso subito sui conti correnti dei contribuenti

Trova spazio nella legge fiscale anche il cashback fiscale. Si tratta del rimborso sui conti correnti dei contribuenti delle detrazioni di imposta. Condizione essenziale per il rimborso è che le relative spese dovranno essere state effettuate con modalità di pagamento tracciabili. Il rimborso avverrà in tempi celeri anche mediante l’utilizzo di applicazioni che già hanno funzionato per altre finalità, come l’App Io.

Lavoratori autonomi soggetti Isa, versamenti mensili e stop alla ritenuta

La legge fiscale apre ai versamenti mensili dei saldi e degli acconti per i lavoratori autonomi e in particolare dai soggetti Isa. Si tratterà di un sistema di “progressiva mensilizzazione”dei pagamenti con lo stop alla ritenuta d’acconto. Nulla cambia nel sistema attuale dei calcoli dei saldi e degli acconti. Il meccanismo non dovrà produrre dei costi per la finanza pubblica.

Fatture elettroniche per soggetti passivi UE ed Extra-UE

Cosa sono i soggetti passivi e come funziona per loro la fatturazione, con le fatture elettroniche? Ma, soprattutto come funziona la differenza nel caso di soggetti passivi UE ed Extra UE? Scopriamolo in questa rapida ed esaustiva guida.

Soggetti passivi, chi sono

Partiamo subito col definire chi sono i soggetti passivi.

Il soggetto passivo di una obbligazione tributaria non è altro che colui il quale è tenuto al versamento dell’imposta in virtù di un fatto o di un atto giuridico rilevatore di capacità contributiva che è riconducibile a lui e che la legge ha individuato come presupposto d’imposta.

Per quanto riguarda i soggetti passivi dell’IVA si intendono quei soggetti che effettuano cessioni di beni e prestazioni di servizi (oggettivamente) soggette all’IVA nell’esercizio di imprese o di arti e professioni ovvero che effettuano, nell’esercizio di tali attività, importazioni o operazioni intracomunitarie.

Andiamo a vedere come funziona per questi soggetti passivi la fatturazione elettronica in UE ed Extra UE.

Fatture elettroniche UE e Extra UE: le differenze

Ovviamente, quando si fa questo distinguo ci si riferisce alla differenza tra la fatturazione comunitaria europea e a quella al di fuori della comunità europea.

Andiamo a vedere, in alcuni passaggi come si fa fattura elettronica Extra UE

Per compilare una fattura elettronica che sia indirizzata verso un cliente estero, un’azienda o un Privato che sia, occorre ricordarsi di inserire in alcuni dati determinati campi.

1. Codice Destinatario (SdI)

In primo luogo si dovrà compilare il campo “Codice Destinatario” con la sequenza di 7 caratteri “XXXXXXX”. Questo occorre sia per i clienti UE, sia extra UE.

2. “IdPaese”

Nel campo “IdPaese”, in cui si indica il paese del “Cessionario/Committente” della fattura elettronica, quindi del cliente, si deve inserire la sigla del paese estero.

3. Cap

Un altro dato che si è soliti indicare quando si compila la fattura elettronica è il CAP della località di residenza del cliente.
In caso di destinazione Extra UE, occorre compilare il campo utilizzando il valore generico 00000.

4. “IdCodice” e Codice Fiscale

Nella fattura elettronica, all’interno della sezione “IdFiscaleIVA”, blocco “Cessionario/Committente”, vi sono “IdCodice” e “CodiceFiscale”.

Pertanto occorre fare i seguenti passaggi:

  • inserire nel campo “IdCodice” un valore alfanumerico identificativo della controparte, fino ad un massimo di 28 caratteri alfanumerici su cui il SdI non effettua controlli di validità;
  • nel caso in cui abbiamo un soggetto consumatore finale, compilare solo il campo “IdCodice” e lasciare vuoto il campo “CodiceFiscale”.

Esterometro 2022, cosa cambia

Prima di archiviare al meglio questa nostra guida di suggerimenti e approfondimenti bisogna tenere conto di alcuni cambiamenti dell’esterometro in questo 2022.

Ma cosa è l’esterometro? Scopriamolo in maniera molto rapida.

L’esterometro è quello specifico obbligo di comunicazione telematica per la trasmissione dei dati relativi alle operazioni di cessione di beni e di prestazione di servizi delle operazioni transfrontaliere.

Più specificamente, rientrano nel computo dell’ esterometro le fatture ricevute dai medesimi soggetti; fatture emesse per servizi generici verso soggetti extraUE per cui non è stata emessa una fattura e per le quali non c’è una bolletta doganale; autofatture per servizi ricevuti da soggetti extra UE; autofatture per i beni provenienti da magazzini italiani extraUE.

E cosa cambia in tal senso nell’ anno 2022 che stiamo attraversando?

In pratica, dal 1° gennaio 2022 si utilizzerà un unico canale di trasmissione, ovvero il Sistema di Interscambio. Tale sistema sarà utilizzato sia per trasmettere le fatture elettroniche verso l’estero (con codice destinatario XXXXXXX ) sia per inviare all’Agenzia i dati delle operazioni con l’estero, sempre con il medesimo tracciato.

Questo, dunque è quanto vi fosse di più utile e necessario da sapere in merito alla fatturazione elettronica di soggetti passivi verso le due modalità di destinazione, siano esse UE che Extra UE.

Leggi anche: Fattura elettronica allargata a tutti, in arrivo la riforma nella legge delega fiscale

Detrazioni tramite cashback, fattura elettronica a tutti e altre novità per le partite Iva in arrivo nella legge fiscale

Detrazioni fiscali con il sistema cashback in accredito direttamente sul conto corrente sul quale arriveranno anche gli altri bonus fiscali, fattura elettronica allargata a tutti e altre misure per le partite Iva, in particolare per quelle del regime forfettario, sono in arrivo con la legge fiscale. Il provvedimento è atteso per il 28 marzo alla Camera, ma occorre far presto per arrivare a un testo concordato dalla maggioranza. E non mancano le spaccature, soprattutto per quanto riguarda le il regime fiscale agevolato delle partite Iva e la flat tax.

Cashback fiscale, che cos’è e come si possono ottenere le detrazioni e i bonus fiscali direttamente sul conto corrente

Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha già dato l’ok al cashback fiscale. Si tratta di un meccanismo che prevede l’utilizzo delle applicazioni informatiche, in particolare l’App Io, mediante il quale le detrazioni mediche e gli altri bonus fiscali possano essere accreditati direttamente sul conto corrente del contribuente. Il tutto senza dover attendere la presentazione della documentazione nella dichiarazione dei redditi. Il meccanismo andrebbe dunque a semplificare i meccanismi di detrazione, senza comportare oneri aggiuntivi per i contribuenti.

Fattura elettronica, obbligo anche alle partite Iva a regime forfettario: novità in arrivo dalla legge fiscale

Nella legge fiscale potrebbe arrivare l’atteso allargamento a tutti i soggetti fiscali dell’adozione della fattura elettronica. Ad oggi l’obbligo non vige per le partite Iva a regime forfettario che potrebbero essere chiamate ad adottare la trasmissione, la ricezione e la conservazione dei documenti in formato elettronico. L’estensione dell’obbligo è contenuto in un emendamento al provvedimento, in attesa dell’approvazione definitiva.

Legge fiscali, quali sono le novità in discussione per le partite Iva a regime forfettario e per l’abolizione dell’Irap

Peraltro, le partite Iva sono destinatarie di varie misure da approvare nella legge fiscale. Nel proseguo del confronto con il governo per arrivare a una decisione condivisa, i responsabili fiscali della Lega, Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli, informano che sono in discussione varie novità:

  • la conferma della flat tax e l’eliminazione di alcuni ostacoli alle partite Iva (mini flat tax) che svolgano anche un lavoro alle dipendenze o siano beneficiarie di pensioni;
  • lo scivolo del limite di flat tax per due anni, al superamento della soglia dei 65 mila euro;
  • l’estensione dell’abolizione dell’Irap anche agli studi associati e alle società di persone;
  • la previsione di una nuova “no tax area”;
  • la rateizzazione del secondo acconto di novembre 2022.

Legge fiscale, si discute di una ‘mini flat tax’ delle partite Iva: che cos’è?

Nella discussione sulla legge fiscale rientra l’istituzione di una “mini flat tax” delle partite Iva. Secondo quanto spiegato dagli esponenti Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli, la proposta è quella di ritornare alla versione della legge di Bilancio 2019 eliminando dei paletti che limitano l’adesione dei lavoratori dipendenti e i pensionati al regime forfettario di partita Iva. A proposito di forfettari, si tende a uscire gradualmente dal limite dei 65 mila euro di compensi e ricavi annui per l’adesione e la conferma al regime fiscale di vantaggio.

Scivolo per due anni della flat tax a 65 mila euro: che cos’è?

Tra le proposte anche quella di istituire uno scivolo per due anni per consentire, a chi sfori il limite dei 65 mila euro (e non oltre i 100 mila euro) di rimanere nel regime forfettario con una percentuale di tasse maggiorata dal 15% al 20%. La legge attuale prevede l’uscita dal regime forfettario al superamento dei 65 mila euro e la possibilità di rientro solo in presenza di un volume di ricavi e di compensi al di sotto dei 65 mila euro. Tale proposta è quella che maggiormente sta provocando malumori nella maggioranza.

Pd contrario allo scivolo di due anni per chi supera i 65 mila euro di ricavi annui e rientra tra i forfettari

Gian Mauro Fragomeli del Pd ha cosi dichiarato: “Si sottostimano alcune valutazioni sulla flat tax per gli autonomi. Con gli scivoli si rischia di ampliare gli importi e questo provocherebbe squilibri, oltre a un aumento delle tasse per altre categorie, come quella dei pensionati. Chi supera il tetto dei 65 mila euro deve rientrare nel sistema ordinario, non si può avere una aliquota flat”.

Legge fiscali, le altre misure in arrivo: abolizione estesa dell’Irap, no tax area e rateizzazione rata di novembre 2022

Peraltro, nella legge fiscale 2022 potrebbe arrivare la riforma della no tax area. Tra le richieste dei due esponenti della Lega, vi è quella di una riforma nella quale tutti i contribuenti con redditi di lavoro alle dipendenze, autonomi occasionali e pensionati, al di sotto dei 10 mila euro, possano scegliere se avvalersi di una tassazione a zero senza obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi. Si tratterebbe di una semplificazione fiscale che coinvolgerebbe milioni di contribuenti. Si lavora affinché  si arrivi alla rateizzazione del secondo acconto del mese di novembre 2022. In tal caso, le rate andrebbero da gennaio a giugno del 2023. Infine, tra le novità della legge fiscale potrebbe arrivare l’abolizione dell’Irap anche agli studi associati e alle società di persone.

Fattura elettronica allargata a tutti, in arrivo la riforma nella legge delega fiscale

La fattura elettronica allargata a tutti, anche ai contribuenti e alle partite Iva a regime forfettario che finora ne erano esenti. È quanto ci si aspetta dalla legge delega fiscale che ha già l’ok del governo. L’emendamento che prevede l’allargamento della fattura elettronica rientra in un pacchetto di provvedimenti che hanno come obiettivo quello di combattere l’evasione fiscale. Infatti, oltre all’obbligo di fattura elettronica per tutti, vi rientrano altre misure come:

  • l’obbligo di memorizzazione elettronica e della trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri;
  • l’utilizzo pieno dei dati dell’anagrafe tributaria;
  • lo scambio dei dati e il pieno utilizzo da parte delle banche delle informazioni fiscali, economiche e patrimoniali in collaborazione con la Pubblica amministrazione.

Obbligo di fatturazione elettronica esteso a tutti, anche alle partite Iva forfettarie: ecco le novità di oggi

Sono questi alcuni dei provvedimenti contenuti negli emendamenti sui quali il governo ha dato già l’ok nella legge fiscale. L’allargamento della fattura elettronica anche alle partite Iva a regime forfettario e a tutti i soggetti che attualmente ne sono esentati è atteso al voto di approvazione che potrebbe arrivare alla Camera il 28 marzo prossimo. Nello specifico emendamento che riguarda l’obbligo di fattura elettronica a tutti si fa riferimento agli obiettivi di riduzione dell’evasione e dell’elusione fiscale.

Quali altri provvedimenti sono attesi oltre all’obbligo di fattura elettronica per tutti?

Nella stessa direzione di contrasto all’evasione fiscale vanno gli altri provvedimenti della legge fiscale relativi alla trasmissione giornaliera dei corrispettivi; all’obbligo di memorizzare elettronicamente i corrispettivi stessi ; al pieno utilizzo dei dati dei contribuenti da parte delle banche in collaborazione con la Pubblica amministrazione. Il relativo emendamento ammette dunque lo scambio dei dati tra le banche e la Pa. I dati sono quelli economici, finanziari e patrimoniali che convergono nei sistemi informativi dell’anagrafe tributaria. Inoltre, il provvedimento prevede misure che comportino la prevenzione della reiterazione nel tempo dei comportamenti evasivi.

Fattura elettronica estesa a tutti, Bitonci: ‘È necessario affrontare tempi importanti come la riduzione delle tasse’

Sugli emendamenti alla legge fiscale che allargherebbero il perimetro di applicazione della fattura elettronica, si sono espressi Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli. “Risulta necessario prendersi tutto il tempo che serve per esaminare gli emendamenti – hanno affermato i due responsabili fiscali della Lega – Ma occorre affrontare temi importanti come il ridurre le tasse e le semplificazioni fiscali”. Accanto al pacchetto che prevede l’allargamento della fattura elettronica a tutti, infatti, è in arrivo venerdì prossimo anche un altro pacchetto di misure dove si affronteranno le aperture sulla flat tax e sul cashback fiscale. Ma anche la revisione del sistema delle deduzioni e delle detrazione, nonché dei regimi speciali dei prelievi.

Flat tax, la Lega insiste sullo scivolo a 100 mila euro e sull’abolizione dell’Irap per gli studi associati

Proprio le partite Iva a regime forfettario e la flat tax sono oggetto di richieste di Massimo Bitonci per le misure di riforma fiscale del decreto in arrivo. Bitonci ha sottolineato infatti come sia necessario mantenere il limite di flat tax per le partite Iva a 65 mila euro ma inserire uno scivolo di 2 anni con aliquota del 20% per i contribuenti che superino la soglia massima di flat tax. Il meccanismo, in altre parole, permetterebbe alle partite Iva a regime forfettario che superano il limite dei ricavi e dei corrispettivi annui dei 65 mila euro, di non dover cambiare il regime di partita Iva come avviene oggi. Le nuove regole andrebbero a vantaggio di chi aderisce regime fiscalmente più conveniente della partita Iva forfettaria.

Flat tax, la Lega chiede la no tax area fino a 10 mila euro e l’allargamento dell’esenzione Irap

L’ampiezza della platea delle partite Iva forfettarie porta l’esponente della Lega a ribadire che la flat tax deve rimanere e deve essere rivista per lo scivolo fino ai 100 mila euro. I forfettari sono in numero di due milioni sulle 5 milioni di attività economiche. Quasi una nuova partita Iva su due (il 46%) viene aperta in regime di flat tax. “È un sistema semplice, a bassa tassazione e concorrenziale al sommerso. Abbiamo chiesto una no tax area fino a 10 mila euro e l’abolizione dell’Irap anche agli studi associati e alle società di persone”, ha concluso Massimo Bitonci.

 

Canali di comunicazione con il Sistema di Interscambio, quali sono e come si attivano

In Italia per la fatturazione elettronica l’autorità competente e responsabile, per tutte le procedure, è l’Agenzia delle Entrate. La quale ha attivato un canale telematico per il transito di tutte le fatture elettroniche.

Ci riferiamo, nello specifico, al cosiddetto SDI, sigla che sta per Sistema di Interscambio, e che è l’unico canale attraverso il quale le fatture inviate possono arrivare al destinatario. Vediamo allora, al riguardo, quali sono canali di comunicazione con il Sistema di Interscambio, e come questi si attivano.

Quali sono i canali di comunicazione con l’SDI – il Sistema di Interscambio

Nel dettaglio, al fine di poter dialogare con il Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate, gli operatori economici possono scegliere in base alle proprie esigenze quattro canali. Ovverosia, i web services, il Secure File Transfer Protocol, la posta elettronica certificata (PEC) ed il portale Fatture&Corrispettivi.

E questo anche quando occorre inviare una fattura elettronica ad una pubblica amministrazione. Il contribuente può dialogare direttamente con l’SDI, oppure può affidare il compito ad un intermediario abilitato. Ma in tal caso è necessaria la stipula di un accordo di servizio.

Come funziona il Sistema di Interscambio per la fatturazione elettronica

Per la fatturazione elettronica il Sistema di Interscambio garantisce, sia per l’invio che per la ricezione dei documenti digitali, sicurezza e consistenza. In quanto, alla consegna della fattura attraverso l’SDI, il sistema permette di ottenere la ricevuta di consegna. Cosa che garantisce, in maniera inequivocabile, che la fattura ha raggiunto il destinatario.

Come gestire la fatturazione elettronica dal portale Fatture&Corrispettivi del Fisco

La gestione della fatturazione elettronica, inoltre, è offerta gratuitamente proprio dall’Agenzia delle Entrate attraverso il portale sopra citato. Ovverosia, dal sito ‘Fatture&Corrispettivi‘ che permette non solo di emettere e di trasmettere le e-fatture, ma anche di conservarle e di consultarle in qualsiasi momento.

L’accesso al portale Fatture&Corrispettivi è possibile tramite le credenziali. Ovverosia, accedendo al sito con un’identità digitale. Precisamente, con il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) oppure con la Carta Nazionale dei Servizi (CNS). Ma anche utilizzando le credenziali che sono state rilasciate dall’Agenzia delle Entrate.

Quali sono le tempistiche di elaborazione per le fatture elettroniche

Per l’elaborazione delle e-fatture, fa presente l’Agenzia delle Entrate attraverso il proprio portale web, i tempi necessari dipendono dal canale di trasmissione che è stato scelto tra quelli sopra indicati.

Le tempistiche, inoltre, dipendono pure dal traffico corrente di fatture elettroniche che affluiscono al Sistema di Interscambio. Ed in ogni caso, per l’esito di elaborazione di una e-fattura, il tempo massimo può essere stimato in non più di 48 ore.

Fatture elettroniche e condominio, si può risparmiare ecco come

Le fatture elettroniche e condominio sono un mezzo che hanno giovato anche per gli amministratori di condominio, ecco il perché!

Fatture elettroniche e condominio, il forte impatto per le aziende

Le fatture elettroniche fanno parte della vita quotidiana delle imprese e dei professionisti. L’Italia sta affrontando un processo di grande informatizzazione. Scelta che coinvolge la pubblica amministrazione, le imprese, i negozi e che allinea la nostra Nazione agli standard europei.

La normativa di riferimento sulla fatturazione elettronica è il decreto legislativo n.127/2015 in attuazione dell’articolo 9, comma 1, lettere d,g, legge 23/2014, delega di Riforma fiscale (1 gennaio 2017). Per molti l’introduzione della fattura elettronica è stata un provvedimento giusto che ha facilitato le operazioni di contabilizzazione di molte operazioni. Sembra che lo stesso valga anche per gli amministratori di condominio.

La fatturazione per i condomini, come risparmiare

L’amministratore di condominio è la figura che gestisce appunto uno o più condomini. E’ un professionista che gestisce una grande mole di informazioni. Questo perché ha tanti obblighi, tra questi la tenuta del registro dei verbali dell’assemblea di condominio, il registro di anagrafe condominiale, il registro della contabilità e della revoca o nomina dell’amministratore. In molti di queste operazioni ha a che fare con altre imprese e professionisti che emettono la fattura elettronica.

L’amministratore quindi non deve più gestire le cose manualmente, ma ha sicuramente diminuito il tempo da dedicare a questi obblighi. Ma soprattutto ha abbattuto anche i costi legati a questa attività, magari svolta da un’altra persona che si occupa di questo. Diminuzione di costi anche perché le fatture non hanno più bisogno di essere stampate. Le fatture elettroniche vengono ricevute all’interno del software e registrate automaticamente in contabilità con pochi clic.

Fatture elettroniche e condominio, i risparmi per i condomini

E’ chiaro che se l’amministratore risparmia sui costi di gestione, questi dovrebbero ribaltarsi sui condomini, che in altre parole dovrebbero pagare meno le loro quote. Un altro vantaggio è che questo tipo di fatturazione prevede un errore zero. Meno rischio di errore, corrisponde a meno costi di eventuale rettifica, o ancora peggio errori di calcolo sulle quote per i proprietari degli immobili. Meno errori, meno problemi, più tranquillità nella gestione e nell’attività dell’amministratore.

Infine il tempo impiegato per la gestione manuale delle fatture senza Fatturazione Elettronica vale circa € 2500/anno, valore calcolato sul costo medio orario del lavoro italiano (Eurostat). Con la Fatturazione Elettronica la stima si riduce a € 660/anno, che altro non è che il costo del servizio per la gestione di 33 condomini per un risparmio di ben -€1.825.