Fattura elettronica: verso l’obbligo per tutte le partite Iva, anche forfettarie

Si va verso l’obbligo esteso a tutte le partite Iva della fattura elettronica, anche per ai forfettari. La novità arriva direttamente dall’Atto di indirizzo del ministero dell’Economia e delle Finanze per il triennio 2022-2024, dopo l’approvazione della Commissione europea e del Consiglio di dicembre scorso. Gli obiettivi sono quelli relativi alla lotta all’evasione e alla riforma fiscale, anche mediante i big data e le lettere di compliance.

Fattura elettronica, verso l’obbligo anche alle partite Iva a regime forfettario

In arrivo dunque la fattura elettronica per tutte le partite Iva. Il ministro dell’Economia Daniele Franco punta tutto sul potenziamento dello strumento della fattura elettronica con l’estensione agli autonomi del regime forfettario. L’obiettivo è quello di contrastare l’evasione fiscale e l’omessa fatturazione dei soggetti obbligati, rendendo di fatto obbligatoria l’emissione e la trasmissione telematica delle fatture anche alle partite Iva a regime forfettario. Da ultimo anche il potenziamento dell’incentivo a effettuare i pagamenti in modalità elettronica.

Fattura elettronica per tutte le partite Iva, maggiori controlli anti-evasione

L’allargamento dell’obbligo della fattura elettronica anche ai forfettari risponde alla necessità di avere a portata di mano i dati dei contribuenti per contrastare l’evasione fiscale, soprattutto dei soggetti a più elevato rischio di frode. Con la trasmissione telematica delle fatture, il Fisco potrà svolgere in maniera più capillare i controlli incrociati tra le varie operazioni e monitorare i relativi pagamenti, anche elettronici.

Fattura elettronica e lettere di compliance, per quali contribuenti?

I contribuenti potrebbero vedersi recapitare le cosiddette “lettere di compliance”. Si tratta di comunicazioni del Fisco nelle quali si invita a favorire il venir fuori delle basi imponibili per l’applicazione dell’Iva, delle imposte di bollo e di quelle dirette. In vista delle novità della riforma fiscale, il ministero punterà a rafforzare le infrastrutture telematiche e l’accesso alle banche dati. Riceveranno le lettere di compliance i contribuenti che verranno selezionati dagli algoritmi utilizzati per studiare i flussi dai dati delle fatture elettroniche generate e dei corrispettivi delle transazioni.

 

Fattura elettronica in arrivo e verifica requisiti: cosa devono fare le partite Iva forfettarie?

Tempo di scelte e di verifiche per le partite Iva a regime forfettario in merito ai requisiti di accesso o di permanenza nel regime di favore e di preparazione all’arrivo della fattura elettronica. L’attenzione dei lavoratori autonomi deve essere concentrata ai principali requisiti. Tra questi, i limiti dei ricavi o la compatibilità con lo svolgimento di un lavoro alle dipendenze. Sugli adempimenti del 2022, il consiglio per i forfettari è quello di non farsi trovare impreparati all’adeguamento alle nuove regole dell’e-fattura. Per quest’ultimo adempimento è sufficiente iniziare a utilizzare i servizi offerti in via telematica del sito dell’Agenzia delle entrate.

Partite Iva a regime forfettario: le verifiche da fare per mantenere i requisiti richiesti

Innanzitutto, deve essere buona abitudine per le partite Iva a regime forfettario controllare i requisiti di accesso a inizio anno, e dunque anche all’inizio del 2022. Il primo requisito da verificare è quello dell’ammontare dei ricavi o dei corrispettivi fissato a 65 mila euro annui. La verifica va fatta sulle entrate registrate nell’anno 2021. In tal senso va utilizzato il principio di cassa, ovvero del momento in cui siano stati incassati effettivamente i corrispettivi. Il limite dei ricavi, in ogni modo, consente al contribuente di avere la facoltà di uscita o di entrata nel regime forfettario a seconda del superamento della soglia prevista o meno.

Partite Iva a regime forfettario, la verifica delle spese e lavoro dipendente e pensione a inizio 2022

Un altro requisito che richiede un’attenta verifica per il mantenimento del regime forfettario della partita Iva è quello delle spese sostenute. In particolare, è necessario verificare quelle complessive a favore dei lavoratori dipendenti. Nel 2021 il volume di dette spese per collaboratori, dipendenti e lavoro accessorio non devono eccedere i 20 mila euro lordi. Particolare attenzione va posta qualora, oltre ai redditi da lavoro autonomo, la partita Iva possegga anche un reddito da pensione. Oppure da lavoro dipendente riferito all’anno 2021. In tal caso, il lavoro dipendente o la pensione incassata deve non superare il limite dei 30 mila euro per il 2021. L’eventuale pensione, inoltre, non va considerata singolarmente, ma deve essere cumulata con gli eventuali altri redditi da lavoro dipendente non cessati.

Partite Iva, gli altri requisiti da rispettare per mantenere il regime forfettario

Tra gli altri requisiti che le partite Iva devono rispettare per mantenere il regime forfettario vi è quello del non possesso di quote nelle società di persone. Tale divieto è inerente anche al possesso di quote nelle società a responsabilità limitata nel caso in cui vi sia un controllo diretto o indiretto. L’attività della società a responsabilità limitata non deve essere inoltre riconducibile a quella del contribuente. Ulteriore requisito è quello inerente il divieto di intrattenere o di aver intrattenuto, nei due anni precedenti e in modo prevalente, rapporti con gli ex datori di lavoro.

Partite Iva, in arrivo la fattura elettronica anche per il regime forfettario

Nel mese di dicembre scorso, il Consiglio dell’Unione europea ha autorizzato l’Italia a includere nell’obbligo di utilizzo della fattura elettronica anche le partite Iva a regime forfettario. Il formato da utilizzare per l’emissione delle fatture anche per i forfettari è quello Xml. Ad oggi, dunque, si è in attesa di un provvedimento del governo italiano che renda effettiva l’indicazione proveniente dall’Europa, non arrivato finora né nella legge di Bilancio del 2022 e nemmeno nel successivo decreto “Milleproroghe”.

Fattura elettronica, da quando l’obbligo ai forfettari?

Anche se non è possibile indicare una data precisa, l’obbligo della fattura elettronica per le partite Iva a regime forfettario si concretizzerà mediante un provvedimento in arrivo. Tuttavia, proprio anche per i forfettari l’incedere dell’obbligo di fattura elettronica comporterà dei cambiamenti organizzativi e amministrativi. L’adeguamento, in primis, comporterà un essenziale vantaggio. Infatti se i forfettari, oltre a utilizzare la fattura elettronica, garantissero la tracciabilità dei pagamenti sia in uscita che in entrata sulle fatture di oltre 500 euro di importo, potrebbero beneficiare dell’abbassamento per due anni degli accertamenti ai fini dell’Iva e delle imposte dirette.

Partita Iva a regime forfettario, come prepararsi alla fattura elettronica?

Nel frattempo, le partite Iva a regime forfettario possono prepararsi all’imminente obbligo di fatturazione elettronica. Provenendo dall’emissione della fattura in formato cartaceo, i forfettari potrebbero agevolare con il formato elettronico alcuni adempimenti in modalità via telematica. Ad esempio, la conservazione e la consultazione on line delle fatture, il servizio del bollo virtuale e l’accesso al servizio di “Fatture e corrispettivi” dell’Agenzia delle entrate. Per accedere al servizio è necessario avere le credenziali Spid o Carta di identità elettronica (Cie), oppure i codici Fisconline. Con l’accesso, è possibile peraltro visualizzare il proprio cassetto fiscale. Ma anche emettere fatture elettroniche dalla piattaforma “Fatture e corrispettivi”.

Fatture elettroniche sul sito Agenzia delle entrate, il servizio è a pagamento?

Peraltro, i servizi resi dal sito e dalla piattaforma dell’Agenzia delle entrate sono del tutto gratuiti. Si può razionalizzare il numero dei documenti cartacei, disporre un ordine on line e consultare e conservare le fatture in uscita dei contribuenti forfettari. Il pagamento del bollo virtuale avviene per fatturi i cui importi eccedono i 77,47 euro. Tale adempimento può essere fatto virtualmente, con il pagamento trimestrale e in un’unica soluzione dei bolli sulle fatture in uscita.

 

Fattura elettronica forfetari gratis: come avere il servizio

Anche se non è ancora disponibile una data certa, ma molto probabile sarà il 1° gennaio 2023, anche per i forfetari a breve sarà obbligatoria la fattura elettronica. Naturalmente la preoccupazione comune tra coloro che hanno aderito al regime forfetario sono i costi dei software di fatturazione elettronica, proprio per questo molti sono alla ricerca di sistemi per avere la fattura elettronica forfetari gratis. Ecco qualche spunto.

Fatturazione elettronica: adempimenti per i forfetari

L’Unione Europea ha autorizzato l’Italia a rendere obbligatoria la fatturazione elettronica in formato XML anche per i soggetti che fino a ora erano esclusi e quindi i forfetari e coloro che comunque avevano aderito a un regime di favore.

Attualmente l’obbligo per i forfetari non c’è, ma senza dubbio i prossimi mesi saranno importanti e porteranno cambiamenti, proprio per questo è bene non farsi cogliere di sorpresa e iniziare a capire come adeguarsi alla nuova disciplina. Occorre ricordare che, sebbene non vi sia un obbligo, già da ora coloro che hanno aderito al regime forfetario possono scegliere la fatturazione elettronica.

La fatturazione elettronica prevede che lo scambio di fatture avvenga attraverso il Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate. In questo modo è possibile attuare un contrasto all’evasione fiscale particolarmente efficiente. Per poter predisporre la fatturazione elettronica vi sono diverse soluzioni, tra cui quella di delegare il commercialista, molto più economico è invece l’uso di un software specifico per la fatturazione elettronica. In alternativa, c’è la possibilità di utilizzare il sistema messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, questo consente di predisporre la fattura elettronica forfetari gratis.

Fattura elettronica forfetari gratis: cosa mette a disposizione l’Agenzia delle Entrate?

L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione 3 strumenti per predisporre la fattura elettronica forfettari gratis.

Il primo è tramite il portale web https://ivaservizi.agenziaentrate.gov.it/portale/ qui è possibile entrare con le proprie credenziali (credenziali Entratel-fisconline) oppure con il codice SPID, CIE o CNS e quindi accedere a una piattaforma che consente di predisporre la fattura elettronica. In questo caso per poterla predisporre è necessario avere attiva una connessione internet.

In alternativa è possibile scaricare un software per il computer, sempre predisposto dall’Agenzia delle Entrate, naturalmente anche questo è gratuito. Il vantaggio è che consente di predisporre la propria fattura elettronica anche senza avere a disposizione una connessione internet. Naturalmente per lo scambio tramite SdI è necessario attivare la connessione internet.

Infine, sempre gratuitamente è possibile scaricare da tablet o da smartphone l’App Fatturae. Questa può essere scaricata con sistema Android oppure da I-Phone e consente di compilare e inviare attraverso il sistema di interscambio le fatture elettroniche. Le stesse restano in archivio in modo da far fronte agli obblighi previsti da legge.

Oltre all’Agenzia delle Entrate per i forfetari ci sono anche dei privati che mettono a disposizione il servizio di fatturazione elettronica gratis.

Cosa cambia tra la fattura elettronica forfetari gratis e un software a pagamento?

Nella maggior parte dei casi i software a pagamento consentono un’elevata personalizzazione del modello di fattura elettronica e di conseguenza basta inserire pochi dati, quindi quelli del soggetto nei cui confronti viene predisposta la fatturazione e i corrispettivi e il gioco è fatto. Inoltre, soprattutto per coloro che hanno rapporti con pochi soggetti, è possibile anche l’inserimento automatico dei dati del soggetto nei cui confronti si emette fattura e quindi devono essere inseriti solo i corrispettivi.

Ricordiamo inoltre che nel caso in cui ci siano errori materiali nella predisposizione della fattura elettronica, il Sistema di Interscambio, invia nuovamente al mittente la fattura rilevando gli errori.

Approfondimenti sulla fatturazione elettronica per i forfetari

Per approfondimenti sulla fattura elettronica è possibile leggere:

Obbligo di fattura elettronica per forfettari: ultime notizie

Fattura elettronica: come la riceve una partita Iva a regime forfettario?

Fattura elettronica: come emetterla se si è partita Iva forfettaria?

Obbligo di fattura elettronica per forfetari, e l’imposta di bollo?

Regime forfetario: si rientra dopo essere transitati al regime ordinario?

Il regime forfetario consente a chi ha una partita IVA di avere una tassazione agevolata, ma devono essere rispettati dei limiti di fatturato. Vedremo ora che per chi perde i requisiti è comunque possibile rientrarvi dopo essere transitati al regime ordinario.

Caratteristiche regime forfetario

Chi decide di aprire una partita IVA ha due possibilità: il regime ordinario e il regime forfettario, o forfetario. Il regime forfettario come tutti sanno è un regime agevolato riservato a coloro che hanno un fatturato non superiore a 65.000 euro e hanno spese, tra cui quelle per il personale (contratto a tempo determinato, indeterminato, a progetto, collaborazione) non superiori a 20.000 euro l’anno. Nel momento in cui vengono meno tali condizioni si passa al regime ordinario, ma dall’anno successivo rispetto a quello in cui sono stati superati i limiti. Ciò che molti si chiedono è: ma se dopo essere passato al regime ordinario maturo nuovamente i requisiti per il forfettario, posso ritornare? Cercheremo di chiarire ora tale dubbio.

Rientrare al regime forfetario dopo essere transitati al regime ordinario: si può

In questo caso trova applicazione il comma 54 dell’articolo 1 della legge 190 del 2014 che regola il regime forfettario. Il comma sottolinea che i contribuenti possono ritornare al regime forfetario nel caso in cui l’anno precedente rispetto a quello in cui si chiede il rientro abbiano maturato un fatturato che rientra nei limiti previsti da esso e non abbiano superato i limiti di spesa. Di conseguenza, un contribuente che nel 2022 vuole ritornare al regime forfettario può farlo se nel corso del 2021 ha fatturato meno di 65.000 e sostenuto spese per il personale e lavoro accessorio inferiori a 20.000 euro, cioè ha maturato i requisiti per tale regime agevolato.

Naturalmente il consiglio è provare a non uscire dal regime forfetario in modo da non perdere i benefici della tassazione agevolata, la stessa infatti è al 5% per i primi 5 anni di attività e passa successivamente al 15%. Attualmente per il regime forfetario ancora non è prevista l’obbligatorietà della fatturazione elettronica, l’obbligo potrebbe però arrivare nei prossimi mesi, molto probabilmente dal terzo trimestre dell’anno 2022 oppure direttamente dal 2023.

Per gli approfondimenti è possibile leggere:

Regime Forfetario: quali sono le attività escluse? Ecco l’elenco

Obbligo di fattura elettronica per i forfettari: Ultime notizie

Costi della fatturazione elettronica per i forfettari obbligatoria e tempistica

 

Fattura elettronica cointestata, come funziona?

Nella maggioranza dei casi, quando un titolare di partita IVA emette una fattura elettronica, il committente o cessionario da inserire è solo uno. Ma cosa accade invece quando c’è bisogno di emettere una fattura elettronica cointestata? Come funziona e, soprattutto, quando è possibile farlo e quando no? Puntiamo allora a fare chiarezza al riguardo facendo leva anche sui pronunciamenti in merito da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Come funziona la fattura elettronica cointestata, quando è ammessa e quando invece no

Nel dettaglio, sulla fatturazione elettronica cointestata l’Agenzia delle Entrate si è espressa. Precisando al riguardo che l’emissione di una fattura elettronica cointestata non è plausibile quando il committente o il cessionario è un soggetto passivo IVA. E quindi, in tal caso, occorrerà sempre emettere una e-fattura per ogni soggetto della transazione.

Se invece i cessionari committenti non sono soggetti passivi IVA, ma privati, allora la fattura elettronica cointestata può essere emessa rispettando comunque delle regole che sono ben precise. In particolare, nella fattispecie occorre indicare nel campo cessionario/committente sempre e solo un unico nominativo.

Mentre gli altri intestatari che, allo stesso modo, non sono soggetti passivi IVA, possono essere indicati in campi della e-fattura che non sono soggetti al controllo da parte del Sistema di Interscambio (SdI). Ovverosia, nel campo ‘Altri Dati Gestionali‘ oppure nel campo ‘Causale‘.

Emissione della fattura elettronica cointestata, massima attenzione al software di gestione che si utilizza

L’emissione di una fattura elettronica cointestata, nel rispetto delle regole sopra indicate, inoltre, può essere limitata anche dal tipo di software di gestione delle e-fatture che si utilizza. E questo perché ci sono applicativi che permettono l’indicazione di altri intestatari.

Mentre altri software di gestione non lo permettono in quanto non implementano questa casistica. In tal caso, come sopra accennato, si può in ogni caso superare il problema andando ad emettere una e-fattura per ogni committente o cessionario che è oggetto della transazione.

Fattura elettronica: come deve essere conservata dalle partite Iva forfettarie?

Come conservare le fatture elettroniche se si è una partita Iva a regime forfettario? Anche i forfettari possono essere obbligati alla conservazione sostitutiva dei documenti. Altrimenti devono procedere con l’archiviazione cartacea. Leggiamo cosa fare in questi casi. Se la partita Iva a regime forfettario riceve una fattura elettronica deve comunque conservarla. Si tratta delle fatture di acquisto.

Quali sono le modalità di conservazione della fattura elettronica per le partite Iva a regime forfettario?

E pertanto, se la fattura elettronica viene ricevuta da una partita Iva a regime forfetario è necessario conservarla. La scelta dovrà ricadere su una delle due opzioni, ovvero:

  • conservarla in formato cartaceo, ad esempio anche in pdf pronta da stampare all’occorrenza;
  • conservare la fattura elettronica attraverso la conservazione sostitutiva.

Partita Iva a regime forfettario: conservazione delle fatture elettroniche in modalità cartacea

È da precisare, innanzitutto, che le partite Iva a regime forfettario non sono obbligati a procedere con la conservazione sostitutiva delle fatture elettroniche. Tuttavia, le partite Iva devono necessariamente ottemperare all’obbligo di conservazione almeno cartacea. Questa regola vale anche nel caso in cui la ricezione della fattura elettronica sia stata fatta tramite la posta elettronica certificata (Pec) oppure attraverso il Codice destinatario. La modalità di ricezione è stata chiarita dall’Agenzia delle entrate con la circolare numero 9/E del 2019.

Come conservare la fattura elettronica in modalità cartacea?

Per la conservazione delle fatture elettroniche in modalità cartacea, le partite Iva a regime forfettario devono:

  • scaricare la fattura che hanno ricevuto, sia tramite email, che Pec o Codice destinatario;
  • procedere con una stampa della fattura;
  • conservare la fattura in appositi archivi cartacei (come i faldoni);
  • è importante conservare la fattura per almeno dieci anni. È l’articolo 2220 del Codice civile a disciplinarne la modalità.

Quanto conviene conservare le fatture elettroniche in modalità cartacea?

Sicuramente il metodo di conservazione fisica e cartacea della fattura elettronica rappresenta una modalità classica e, pertanto, meno comoda di strumenti oggi utilizzabili. In primo luogo perché la conservazione cartacea delle fattura implica dei costi rappresentati dalla carta, dal toner per stampare e dagli spazi. Vi è anche il rischio di perdere o smarrire le fatture. Inoltre, la conservazione cartacea delle fatture rappresenta un costo in termini di tempo. Archiviare e ritrovare la fattura una volta che è stata messa da parte rappresenta un’operazione che può richiedere diverso tempo.

Conservazione sostitutiva delle fatture elettroniche delle partite Iva a regime forfettario: perché conviene?

Si può procedere, dunque, a utilizzare modalità più al passo con i tempi con la conservazione sostitutiva delle fatture elettroniche anche per le partite Iva a regime forfettario. In tal modo, la conservazione avviene nella modalità digitale, che permette:

  • di mantenere il valore legale della fattura stessa;
  • di non dover conservare la fattura in modalità cartacea (proprio per questo “conservazione sostitutiva”);
  • si può non dover stampare e archiviare le fatture nei faldoni;
  • di non danneggiare o perdere le fatture archiviate, come avviene per la conservazione delle fatture cartacee.

Fatture elettroniche, come si fa con la conservazione sostitutiva?

La conservazione sostitutiva delle fatture elettroniche consente, dunque, attraverso una procedura informatica, di conservare il documento elettronico. In tal caso, la fattura elettronica conserva il valore legale con il passare del tempo. Inoltre, il file elettronico della fattura è equiparato al formato cartaceo.

Cosa bisogna fare per la conservazione sostitutiva delle fatture elettroniche?

Per procedere alla conservazione sostitutiva delle fatture elettroniche è necessario prima applicare la marca temporale e la firma digitale. In tal modo, la fattura avrà una data e un orario dell’avvenuta creazione, oltre a identificare chi ha creato il documento. Nel momento in cui la fattura elettronica è pronta, bisogna conservarla per almeno dieci anni.

Quali software per conservare le fatture elettroniche?

L’area personale del portale dell’Agenzia delle entrate permette di conservare le fatture elettroniche emesse e ricevute. Tuttavia, esistono vari programmi, di tipo gestionale, che permettono di conservare le fatture elettroniche oltre a fornire tutti i servizi idonei a emettere e a ricevere i documenti. In molti casi si tratta di permettere al software di fare tutto il processo. Il software, infatti, provvede ad apporre la firma, la marca temporale, a verificare i requisiti legali, a procedere con l’archiviazione di tutti i documenti elettronici per tutto il tempo richiesto dalla normativa in materia. E dunque, nel caso in cui si utilizzi la fattura elettronica, diventa obbligatorio procedere con la conservazione dei documenti emessi e ricevuti.

Obbligo fattura elettronica, i forfettari titolari di partita IVA sono in fibrillazione

I contribuenti forfettari titolari di partita IVA sono in fibrillazione. Visto che presto, anche per questa categoria di contribuenti, dovrebbe scattare l’obbligo della fatturazione elettronica. Mentre al momento l’adesione all’e-fattura è opzionale.

Quando sarà introdotto l’obbligo di e-fattura pure per i titolari di partita Iva che sono contribuenti forfettari?

In particolare, stando a quella che è la tabella di marcia del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in Italia l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica anche per i contribuenti forfettari dovrebbe concretizzarsi entro e non oltre il secondo trimestre del corrente anno.

Con l’obbligo di e-fattura pure per i forfettari, di conseguenza, si chiuderà praticamente il cerchio. In quanto per tutti i titolari di partita IVA poi non sarà più possibile emettere le fatture cartacee. Per l’introduzione in Italia dell’e-fattura obbligatoria pure per i forfettari titolari di partita IVA è arrivato già da tempo il via libera da parte dell’Ue.

Obbligo di fattura elettronica per i contribuenti forfettari, attenzione: al momento nulla è definito

Ora spetterà al Governo italiano fissare un provvedimento che, tra l’altro, punta nella direzione di contrastare la piccola evasione fiscale. Considerando il fatto che un contribuente è forfettario se, tra l’altro, non fattura annualmente più di 65.000 euro. In termini di ricavi o di compensi. Al momento, in ogni caso, per tale obbligo nulla è definito proprio fino a quando il Governo italiano, guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, non varerà eventualmente l’apposito provvedimento.

In pratica serve una norma ad hoc visto che non c’è traccia di introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica per i contribuenti forfettari titolari di partita IVA nel recente decreto fiscale del Governo Draghi. E nemmeno nella legge di Bilancio per il 2022. La platea dei forfettari, che sarà eventualmente obbligata all’e-fattura, è rappresentata da 1,8 milioni di contribuenti. Che grazie al regime fiscale agevolato pagano una tassa piatta al 15%.

Obbligo fattura elettronica per forfetari, e l’imposta di bollo?

I contribuenti in regime forfetario sono tenuti, proprio per il fatto di non applicare  l’Iva in fattura e non esercitando il diritto di detrazione dall’imposta, ad applicare alle fatture di importo superiore ai 77,47 euro l’imposta di bollo da 2 euro. L’imposta in questione può essere applicata materialmente con la marca da bollo sulle fatture cartacee, ma può essere assolta anche virtualmente, pagando, poi, il dovuto con F24.

Ma con l’introduzione dell’obbligo della fattura elettronica cosa cambia per il contribuente forfetario in ambito pagamento imposta di bollo?

Fattura elettronica ed imposta di bollo per contribuenti forfetari

In questo ultimo periodo non si parla d’altro che dell’obbligo di fattura elettronica per i contribuenti forfetari. Ci sarà entro la fine del 2022? Sarà predisposta da un decreto durante l’anno?  Per avere notizie certe al riguardo non possiamo fare altro che attendere le decisioni dell’esecutivo al riguardo.

Ma quello che possiamo dire con certezza è che, non appena l’obbligo diventerà operativo il pagamento dell’imposta di bollo non verrà meno. Certamente sarà impossibile apporre la marca da bollo sulla fattura cartacea, ma resteranno le altre modalità di pagamento.

I contribuenti forfetari dovranno, quindi, continuare ad assolvere l’obbligo dell’imposta di bollo effettuando il pagamento nei modi previsti. Per assolvere il pagamento si potrà procedere o utilizzando l’apposita funzionalità prevista dal portale “Fatture e corrispettivi” indicando il proprio IBAN per l’addebito dell’imposta o versando l’importo tramite modello F24.

Obbligo fattura elettronica per forfettari: ultime notizie

Dal punto di vista fiscale il 2022 sarà un anno molto importante e dalle ultime notizie trapelate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, emerge che vi è un’elevata probabilità di andare verso l’entrata in vigore definitiva dell’obbligo di fatturazione elettronica per i forfettari dal 2022. I segnali che si va verso questa direzione sono numerosi e tra questi vi sono le ultime notizie trapelate dalla Relazione del MEF  “per orientare le azioni del governo volte a ridurre l’evasione fiscale da omessa fatturazione”.

Obbligo di fattura elettronica per i forfettari: ultime notizie

Sappiamo che uno degli obiettivi del Governo è il contrasto all’evasione fiscale e l’obbligo di fatturazione elettronica ha dato ottimi risultati nel contribuire a ridurla notevolmente. Tale tipologia di fatturazione però non ha riguardato tutti i soggetti IVA, rimanendone esclusi coloro che sono nel regime dei minimi, forfettari e alcune tipologie di associazioni. Questi soggetti hanno l’obbligo di utilizzare l’e-fattura solo nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. La situazione però è in costante evoluzione, infatti, l’Unione Europea, su richiesta dell’Italia, ha autorizzato il nostro Paese a estendere l’obbligo di fatturazione elettronica, resta quindi da capire quali saranno i tempi in cui si farà ciò. Nel precedente articolo, che è possibile trovare QUI, abbiamo ipotizzato due date come molto probabili, cioè il primo gennaio 2023 oppure il primo luglio 2022, ma dalla Relazione del MEF è possibile ipotizzare che sia molto più probabile la seconda ipotesi, vediamo perché.

La Relazione del MEF per orientare le azioni del Governo

Le ultime notizie sull’obbligo di fatturazione elettronica per i forfettari prendono spunto dalla Relazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Qui si sottolinea che entro il primo semestre del 2022 deve essere raggiunto il Traguardo M1C1-1033 incentrato sulla riforma fiscale. Raggiungere questo traguardo consente di accedere alle risorse del PNRR. Nella Relazione sono quindi indicate delle strade per centrare l’obiettivo e tra queste vi è appunto l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica ai soggetti finora esclusi e quindi a coloro che hanno optato per il regime forfettario. Nella Relazione è sottolineato che le misure da adottare mirano alla tax compliance (migliorare gli adempimenti spontanei dei contribuenti nei confronti del fisco) e a migliorare i controlli.

Perché si pensa proprio all’estensione dell’obbligo di fattura elettronica per i forfettari?

La risposta a questa domanda è molto semplice. Tale scelta potrebbe dare un input davvero notevole al contrasto all’evasione fiscale perché le partite IVA in regime forfettario in Italia sono 1,8 milioni. Di queste attualmente solo il 10% ha adottato volontariamente l’e-fattura. C’è quindi un’elevata fetta di soggetti che viene sottoposta a “controlli” tradizionali e che potrebbe sfuggire al fisco.

Nella premessa del testo si sottolinea che l’incentivazione dei pagamenti elettronici non offre risultati adeguati anche perché rappresenta un costo per lo Stato (attraverso i piani cashback). Giudizio positivo invece per la lotteria degli scontrini. Dal paragrafo 1 della Relazione si evince che ottimi risultati al contrasto all’evasione fiscale derivano dall’introduzione dal 2019 dell’obbligo di fatturazione elettronica.

Proprio il fatto che nella Relazione siano stati sottolineati tali dati ci convince che si andrà ben presto verso l’introduzione dell’obbligo di fattura elettronica per i forfettari. Come già sottolineato deve essere adottato un atto di modifica della disciplina attuale, quindi un atto normativo, che probabilmente vedrà la luce dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, a quel punto ci sarà un periodo transitorio per l’entrata in vigore, necessario per far in modo che le partite IVA adottino gli strumenti idonei a fatturare elettronicamente. Le due date più probabili restano il 1° luglio 2022 e il 1° gennaio 2023.

Fattura elettronica, come la riceve una partita Iva a regime forfettario?

Tante le domande relative alla ricezione della fattura elettroniche da parte delle partite Iva a regime forfettario. Devono riceverle obbligatoriamente? Oppure possono scegliere una via alternativa? Il quesito si crea soprattutto quando il fornitore della partite Iva a regime forfettario è obbligato a utilizzare la fattura elettronica. E dunque quella che il soggetto a regime forfettario riceve è una fattura elettronica, anche se non è ancora obbligato ad adottare questa formula. Risulta pertanto necessario distinguere se la partita Iva a regime forfettario abbia adottato il formato elettronico di fatturazione oppure stia utilizzando ancora la fatturazione tradizionale e cartacea.

Partita Iva a regime forfettario senza fattura elettronica: come riceve i documenti?

La partita Iva a regime forfettario non è obbligata a ricevere le fatture elettroniche. La conferma è arrivata anche dall’Agenzia delle entrate in risposta a una Faq. Pertanto la partita Iva ha a disposizione quattro modalità per ricevere la fattura dal proprio fornitore, la prima delle quali prevede di continuare a utilizzare il documento nel formato cartaceo o in pdf.

Partita Iva a regime forfettario che non aderisce alla fatturazione elettronica: ricezione cartacea o in pdf

La partita Iva a regime forfettario che non aderisce alla fatturazione elettronica può ricevere le fatture dai fornitori in modalità analogica, ovvero cartacea o in pdf. Pertanto, prima che il fornitore emetta il documento in formato elettronico è necessario comunicargli l’esonero dalla fattura elettronica e di non voler ricevere la fattura tramite indirizzo di posta elettronica certificato (pec) e nemmeno tramite il codice destinatario. In tal caso, il fornitore dovrà emettere una copia della fattura nel formato cartaceo o in pdf e consegnarlo o inviarlo al cliente.

Ricezione della fattura elettronica sul portale dell’Agenzia delle entrate o via Pec

In alternativa, anche le partite Iva a regime forfettario possono verificare e scaricare le fatture elettroniche sul portale dell’Agenzia delle entrate, all’interno della propria area riservata. Oppure, se si ha un indirizzo di posta elettronica certificata lo si può comunicare al fornitore e farsi arrivare la fattura via Pec.

Codice destinatario per le partite Iva forfettarie che non adottano la fattura elettronica

Ulteriore alternativa, anche per le partite Iva che non hanno mai adottato la fattura elettronica, è la registrazione al canale telematico dell’Agenzia delle entrate del Sistema di interscambio (Sdi). Grazie a questo canale si possono inviare e ricevere le fatture elettroniche compilandole attraverso un software dedicato. Con la registrazione si ottiene il Codice destinatario da comunicare al fornitore. In questo modo, la fattura elettronica arriva direttamente all’interno del canale scelto.

Se ricevo una fattura in formato elettronico, si è obbligati a usare sempre questa modalità?

Anche se si è scelto di utilizzare il canale telematico per l’emissione e la ricezione delle fatture elettroniche, si può continuare a utilizzare la fattura in formato cartaceo, sia in entrata che in uscita. Se si riceve la fattura in formato elettronico, si dovrà comunque conservarla in formato analogico (cartaceo o pdf pronto da stampare all’occorrenza). Lo ha specificato l’Agenzia delle entrate con la circolare 9/E del 2019.

Cosa cambia se la partita Iva forfettaria aderisce alla fattura elettronica?

Pur rimanendo al momento escluse dall’obbligo di fatturazione elettronica, le partite Iva a regime forfettario possono trovare conveniente aderire al formato elettronico. Infatti, anche se può capitare di ricevere una fattura via posta elettronica certificata oppure via email, la partita Iva deve comunque stampare e conservare la fattura.

Come conservare le fatture analogiche o elettroniche ricevute?

Si tratta di una soluzione di certo non comoda rispetto all’utilizzo definito della fattura elettronica. Per avere l’insieme delle fatture ricevute ed emesse rispetto a un soggetto, la partita Iva che ancora non ha aderito alla fattura elettronica dovrà procedere con la stampa, la conservazione e il riporto di tutte le fatture su un foglio di calcolo per calcolare i rapporti, le entrate e le uscite con un determinato soggetto.

Quali sono i vantaggi se una partita Iva aderisce alla fattura elettronica?

L’adesione alla fattura elettronica comporta dei vantaggi anche per le partite Iva a regime forfettario. Infatti, si possono ricevere, creare e inviare, e infine registrare tutte le fatture utilizzando un solo programma. Ogni qual volta se ne abbia di bisogno, si potranno consultare quelle ricevute da un determinato fornitore. La compilazione delle fatture può risultare molto più semplice salvando i propri dati e quelli di un soggetto con i quali si hanno rapporti più frequenti. In questo modo non si dovranno inserire ogni volta. Si può compilare più velocemente anche la prima nota. Infine la conservazione delle fatture risulta facilitata e non si dovrà procedere con la stampa e la conservazione cartacea.