Fattura elettronica: come emetterla se si è una partita Iva forfettaria?

Come devono emettere la fattura elettronica le partite Iva a regime forfettario? Ecco una semplice spiegazione, passo passo, che aiuta nella compilazione della fattura elettronica e nell’invio attraverso il Sistema di interscambio (Sdi) dell’Agenzia delle entrate. È importante utilizzare un software che consenta di compilare tutti i campi della fattura fino ad arrivare alla firma digitale.

Fattura elettronica partite Iva a regime forfettario: il software per la compilazione

Per compilare ed emettere una fattura elettronica è indispensabile possedere un software di fatturazione elettronica. Più precisamente, il programma consente di generare le fatture nel formato Xml, ovvero nel linguaggio richiesto dalla normativa. Il software, inoltre, consente di inviare la fattura al Sistema di interscambio dell’Agenzia delle entrate affinché il documento possa essere recapitato al destinatario. I software si possono trovare sulla rete e sono di facile utilizzo.

La compilazione della fattura elettronica: le informazioni sulla partita Iva

Nel momento in cui si ha il software, si può procedere con la compilazione della fattura elettronica iniziando dalle informazioni sulla partita Iva a regime forfettario che fa da mittente. Nei campi del software è necessario indicare il nome della ditta, ovvero la denominazione o la ragione sociale, il nome e il cognome, l’indirizzo e il numero della partita Iva. Inoltre, è necessario configurare anche il profilo di fatturazione. Ovvero bisogna indicare il regime fiscale (Rf 19 per le partite Iva forfettarie e Rf 02 per per i contribuenti minimi) e la cassa previdenziale, ovvero l’Inarcassa per gli ingegneri e gli  architetti, la cassa forense per gli avvocati e così via. Vari software permettono di impostare in automatico questi dati per non doverli inserire ogni volta che si compili una fattura.

Fattura elettronica, come inserire i dati del destinatario del documento?

Nella fattura elettronica è necessario indicare i dati del destinatario del documento, ovvero il nome della ditta o la denominazione o la ragione sociale, il nome e il cognome, l’indirizzo e il numero di partita Iva. Per l’invio della fattura elettronica è indispensabile indicare il codice destinatario (o codice univoco). Si tratta di un codice che differenzia la fattura elettronica da quella in formato cartaceo. Il codice destinatario, infatti, permette di identificare il destinatario della fattura elettronica aiutando il Sistema di interscambio a recapitarla correttamente.

Codice destinatario: che cos’è e cosa bisogna fare per averlo?

Il Codice destinatario della fattura elettronica ha sei cifre se si tratta di una impresa o di un libero professionista e sette cifre se si tratta di un ente della Pubblica amministrazione. Se la fattura elettronica è indirizzata a un soggetto privato senza partita Iva è necessario riempire il campo del Codice destinatario con sette zeri. Al suo posto va indicato il codice fiscale. Per ottenere il Codice destinatario si può richiederlo direttamente al destinatario della fattura.

Come cercare il Codice destinatario di una Pubblica amministrazione?

Oppure ricercarlo nelle banche dati: se si tratta di ente della Pubblica amministrazione ci si può servire del portale Ipa. Inoltre, se si digita la ragione sociale, il software può procedere a fare una ricerca degli altri dati. In alternativa al Codice destinatario si può indicare l’indirizzo di posta elettronica certificato (Pec). Infine, i dati immessi nella fattura si possono salvare nella rubrica del software in modo da non doverli compilare ogni volta che si deve emettere una nuova fattura.

Quali altri dati bisogna inserire nella fattura elettronica della partita Iva forfettaria?

Dopo i dati del mittente e del destinatario si procedere con i dati della singola fattura. Nel dettaglio, deve essere indicato il numero progressivo della fattura, spesso indicato in automatico dal software in base allo storico delle fatture emesse. Va inoltre indicata la data della fattura e i prodotti e i servizi. Quest’ultimo dato deve riportare le unità vendute, il prezzo e la natura dell’Iva. Anche questi dati possono essere salvati per la compilazione in automatico delle successive fatture. Infine vanno indicati i dati del pagamento.

Fattura elettronica regime forfettario, come inserire il bollo virtuale?

Tutte le fatture delle partite Iva a regime forfettario, per importi superiori a 77,47 euro, sono soggette alla marca da bollo da 2 euro. Nella fattura elettronica è possibile indicare di voler inserire il bollo virtuale indicando “sì” nel campo del “bollo virtuale”. Per ogni trimestre dell’anno, nell’area riservata del portale dell’Agenzia delle entrate, è visibile l’elenco delle fatture elettroniche emesse con il bollo virtuale. Si deve procedere al pagamento di tutte mediante l’Iban oppure compilando il modello F24. Il sistema consente di risparmiare tempo rispetto alla fattura cartacea sulla quale la marca da bollo da applicare è quella tradizionale con data dello stesso giorno o anteriore alla data di emissione del documento.

Fattura elettronica delle partite Iva a regime forfettario, quali sono le diciture obbligatorie?

Anche nella fattura elettronica delle partite Iva a regime forfettario, come in quella cartacea, è necessario inserire le diciture obbligatorie. Ovvero: “Operazione senza applicazione dell’IVA, effettuata ai sensi dell’articolo 1, commi da 54 a 89, l. n. 190 del 2014 così come modificato dalla l. n. 208 del 2015 e dalla l. n. 145 del 2018”; e “Operazione non soggetta a ritenuta alla fonte a titolo di acconto ai sensi dell’articolo 1, comma 67, l. n. 190 del 2014 e successive modificazioni”. Tali diciture possono essere memorizzate nel software della fattura elettronica in modo da ritrovarle sempre a disposizione nel momento in cui si abbia necessità di emettere un documento.

Fattura elettronica, la firma e l’invio del documento

Dopo aver compilato in ogni sua parte la fatture elettronica è necessario firmarla digitalmente e inviarla al destinatario attraverso il Sistema di interscambio (Sdi). Vari software permettono di fare entrambe le operazioni semplicemente con pochi click.

Fattura elettronica, quando è conveniente utilizzarla?

Quando e quanto conviene utilizzare la fattura elettronica? Per rispondere a questa domanda è necessario elencare i vantaggi dell’adozione della fatturazione elettronica per i soggetti obbligati. E quali sarebbero i vantaggi per le partite Iva del regime forfettario per i quali l’obbligo ancora non è scattato ma che presumibilmente, nel corso del 2022, dovranno abbandonare la fatturazione cartacea. Tra i vantaggi che si possono riconoscere nell’adozione della fattura elettronica, rientrano l’accesso al regime premiale, l’emissione e la ricezione delle fatture utilizzando un unico software e la facilità dei rapporti con la Pubblica amministrazione. E ancora le agevolazioni per i rapporti con i soggetti obbligati e, infine, la trasmissione delle fatture emesse al commercialista in maniera rapida.

Partite Iva, con la fatturazione elettronica si accede al regime premiale

Il primo vantaggio dell’adozione della fatturazione elettronica è l’accesso delle partite Iva al regime premiale. Si tratta di un meccanismo, previsto dal comma 74 dell’articolo 1, della legge numero 190 del 2014, che comporta l’abbassamento di un anno del termine di decadenza per la notifica degli avvisi di accertamento. La riduzione passa da cinque a quattro anni. È necessario che il fatturato dell’anno sia costituito solo da fatture elettroniche. La riduzione può arrivare anche a tre anni nel caso in cui le partite Iva a regime forfettario utilizzino gli strumenti di pagamento tracciabili importi superiori ai 500 euro.

Fattura elettronica, la convenienza di emetterla utilizzando un unico software

La convenienza dell’emissione della fattura elettronica, in termini pratici, risiede nel fatto che si può utilizzare un unico software per la gestione di tutta la fatturazione. Infatti, nel caso in cui si decida di utilizzare il software per generare le fatture elettroniche, è necessaria la semplice compilazione e l’invio al Sistema di interscambio (Sdi). Quindi il destinatario riceve la fattura. Il vantaggio è anche nella ricezione delle fatture elettroniche nel software e nella successiva registrazione in pochi attimi. Infine, il software permette di conservare in automatico le fatture sempre all’interno del cloud e di poterle consultare per tutto il tempo necessario. La gestione delle fatture in modalità elettronica permette di accorciare i tempi e lo sforzo e di aumentare la comodità di utilizzo.

Invio e ricezione delle fatture in modalità cartacea: come avviene per chi non aderisce alla fatturazione elettronica?

Per le partite Iva che ancora non aderiscono alla fatturazione elettronica, si ricorre alla consueta formula cartacea. È necessario compilare la fattura in modalità cartacea oppure tramite un programma al personal computer, quale può essere Excel o un programma specifico. Con la fine della compilazione, è necessario convertire la fattura in un formato più facile da gestire, quale può essere il pdf. Al termine, il documento generato può essere inviato tramite email. In caso di ricezione della fattura, le partite Iva possono ottenerle via email dai fornitori. Oppure, con l’adesione alla fattura elettronica, si può ricevere via Pec o tramite il codice destinatario il documento utilizzando il Servizio di interscambio dell’Agenzia delle entrate.

La conservazione delle fatture cartacee o elettroniche

Qualunque sia il modo in cui la partita Iva riceve la fattura, elettronica o cartacea, è necessario procedere con la conservazione. La partita Iva ha l’obbligo di produrre una copia della fattura in modalità cartacea, stampando il documento. La conservazione di consueto avviene in normali faldoni che archiviano tutti i documenti emessi e ricevuti. Aderendo alla fatturazione elettronica la partita Iva ha la possibilità di archiviare e di disporre delle fatture emesse e ricevute mediante il Servizio di interscambio dell’Agenzia delle entrate.

Partite Iva a regime forfettario: obbligo di fatturazione elettronica con la Pubblica amministrazione

Per tutti i soggetti obbligati vige già la necessità di utilizzo della fattura elettronica per i rapporti con la Pubblica amministrazione. L’obbligo vige anche per le partite Iva a regime forfettario. Dal 2015, infatti, i forfettari devono usare la fattura elettronica per i rapporti con le agenzie fiscali, i ministeri e gli enti nazionali di Previdenza. E ancora con le scuole, i Comuni, le Regioni, le Università, le Camere di commercio e le aziende sanitarie. Tutti gli enti della Pubblica amministrazione non possono ricevere o emettere fatture in formato cartaceo. Di conseguenza, non possono procedere con i pagamenti, anche in forma parziale, se i documenti non vengono trasmessi in modalità elettronica. Ed è proprio questo obbligo verso la Pubblica amministrazione che ha indotto molte partite Iva a regime forfettario ad adottare la fatturazione elettronica.

Fattura elettronica, quali sono i soggetti ad oggi obbligati?

L’obbligo della fattura elettronica vige, dunque, per tutte le partite Iva, sia a regime ordinario che forfettario. Mentre per le partite Iva che non siano forfettarie è necessario utilizzare la fatturazione elettronica anche nei confronti delle altre aziende, dei fornitori e dei consumatori già dal 2019. Ad oggi, dunque, nei rapporti privati, risultano esonerate solo le partite Iva forfettarie, dei minimi o in regime di vantaggio. Risultano altresì non obbligati alla fattura elettronica i professionisti che inviano i dati al Sistema Tessera Sanitaria, ovvero i fisioterapisti, i medici, gli igienisti e gli altri soggetti che svolgano prestazioni sanitarie alle persone fisiche private.

Cosa avviene quando una partita Iva obbligata alla fattura elettronica invia o riceve una fattura da un forfettario?

Le partite Iva obbligate all’emissione e alla ricezione delle fatture elettroniche, nei rapporti con un operatore del regime forfettario che non ha l’obbligo di adozione della fattura elettronica, devono adoperare il metodo tradizionale. Ovvero, per generare la fattura elettronica la devono inviare al Sistema di interscambio (Sdi) e poi predisporre una copia analogica (anche in pdf) da inviare alla partita Iva forfettaria. Nel caso di fatture ricevute in modalità cartacea da una partita Iva a regime forfettario, devono registrarla a parte rispetto alle fatture ricevute in modalità elettronica. Si tratta, dunque, di una procedura più complessa che si annulla se anche la partita Iva a regime forfettario adotta la fattura elettronica.

Fatturazione elettronica, la trasmissione delle partite Iva al commercialista

L’adozione della fattura elettronica facilita anche la trasmissione dei documenti al proprio commercialista. Per chi non utilizza la fattura elettronica (partite Iva a regime forfettario) l’invio delle fatture al commercialista avviene presentandole in modalità cartacea. La consegna avviene a mano o via email. Con questa modalità è necessario un lavoro di raccolta e di organizzazione delle fatture che richiede tempo e risorse. Utilizzando la fattura elettronica si ha a disposizione il servizio offerto dal software che permette di velocizzare l’invio dei documenti al commercialista. Il professionista, infatti, ha la possibilità di accedere alle fatture elettroniche della partita Iva e di scaricarle in autonomia.

Partite Iva a regime forfettario: da quando scatta l’obbligo della fattura elettronica?

L’obbligo della fattura elettronica per le partite Iva a regime forfettario è a un passo dall’adozione definitiva, ma non è ancora scattato. Il Consiglio Ue ha approvato la proposta dell’Italia di estendere l’adozione della fattura elettronica anche ai contribuenti del forfettario e, con tutta probabilità, nel corso del 2022 l’obbligo diventerà operativo. Ma ancora non lo è. È necessario che lo Stato emani innanzitutto una norma che introduca l’obbligo della fatturazione elettronica alle partite Iva forfettarie e ai minimi.

Cosa significa che il Consiglio Ue ha accolta la proposta di adozione della fattura elettronica anche ai forfettari?

La richiesta al Consiglio Ue dell’Italia di estendere l’adozione della fattura elettronica alle partite Iva del regime forfettario è stata approvata dall’organo istituzionale europeo. La relativa decisione è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea (Guce) numero 454 del 17 dicembre 2021. Tale richiesta è stata accolta precedentemente dalla Commissione europea che ha accettato il documento di proposta Com/681 del 2021. Nel documento di proposta sono elencati i vantaggi conseguiti dall’Italia nell’adozione della fattura elettronica per tutti gli altri soggetti obbligati: tale obbligo rimarrà in vigore fino a tutto il 2024.

Quali vantaggi si sono avuti finora dall’adozione della fatturazione elettronica alle partite Iva?

Per l’Italia, l’adozione dell’obbligo della fattura elettronica a tutte le partite Iva, a esclusione dei forfettari, finora ha comportato:

  • il potenziamento della lotta all’evasione fiscale e alle frodi inerenti l’Iva con contestuale riduzione dei tempi per l’individuazione dei comportamenti scorretti;
  • la possibilità, per le partite Iva, di poter utilizzare dei servizi supplementari, come i registri di acquisto e di vendita precompilati, le dichiarazioni annuali Iva precompilate, il prospetto della liquidazione periodica Iva e i moduli di pagamento;
  • la semplificazione degli obblighi delle partite Iva mediante la soppressione della comunicazione dei dati di fatturazione sulle operazioni nazionali e le dichiarazioni Intrastat sugli acquisti.

Partita Iva regime forfettario, ci sono dei costi da sostenere per la fatturazione elettronica?

L’obbligo di emettere fattura elettronica non dovrebbe comportare costi e oneri amministrativi alle partite Iva a regime forfettario. In primo luogo perché oltre il 10% dei forfettari, pur non avendone l’obbligo, utilizza già la fatturazione elettronica. In secondo luogo, l’Agenzia delle entrate ha già messo a punto una piattaforma (on line e tramite applicazione mobile) che consente ai soggetti obbligati alla fatturazione elettronica di poterle trasferire, conservare e consultare.

Fatturazione elettronica alle partite Iva a regime forfettario: cosa avviene ora?

Con il via libera della Commissione europea e del Consiglio Ue, adesso spetta all’Italia decidere se annullare l’esonero per le partite Iva a regime forfettario e dei minimi introducendo, dunque, l’obbligo di adozione della fattura elettronica. Per arrivare a tale obbligo è necessaria l’adozione di una norma nazionale da inserire nell’ordinamento italiano. In attesa dell’estensione dell’obbligo, ad oggi le partite Iva forfettarie sono tenute a emettere le fatture elettroniche nei rapporti con la Pubblica amministrazione. Non sono obbligate, invece, nei rapporti con le imprese e con i consumatori privati.

Le partite Iva a regime forfettarie sono obbligate a ricevere la fattura in formato elettronico?

Secondo la normativa attuale, le partite Iva a regime forfettarie non sono obbligate a ricevere le fatture elettroniche. Possono ricevere dal fornitore la copia analogica della fattura nel formato cartaceo o in pdf, via email o a mano. A scelta, e in alternativa, i forfettari possono comunicare ai fornitori un indirizzo di posta elettronica certificato (Pec) o il codice destinatario per ricevere le fatture in formato elettronico. La ricezione avviene alla propria casella Pec o attraverso il canale telematico accreditato. Ad oggi, in ogni modo, la partita Iva a regime forfettario non è obbligata a conservare le fatture in formato elettronico usando la conservazione sostitutiva. Tuttavia persiste l’obbligo di conservare le fatture di acquisto nel formato cartaceo anche se il soggetto ha ricevuto la fattura tramite la posta elettronica certificata (Pec) oppure attraverso il codice destinatario.

Delega servizi online fatturazione elettronica ad un intermediario, come fare

Per i titolari di partita IVA, uno degli adempimenti non solo obbligatori, ma anche tra i più delicati, è quello relativo alla gestione della fatturazione elettronica. In particolare, la gestione delle e-fatture si può sempre e comunque effettuare in proprio, ma al bisogno è possibile in ogni caso delegare un intermediario abilitato. Per esempio, il proprio commercialista di fiducia. Vediamo allora qual è la procedura che è finalizzata proprio a delegare la gestione dei servizi online per la fatturazione elettronica ad un intermediario abilitato.

Quali servizi online di fatturazione elettronica delle Entrate possono essere delegati ad un intermediario

Nel dettaglio, proprio su delega, un contribuente può delegare ad un intermediario abilitato i seguenti servizi: la consultazione e l’acquisizione delle fatture elettroniche o dei loro duplicati informatici; la fatturazione elettronica e la conservazione delle fatture elettroniche; la consultazione dei dati che sono rilevanti ai fini IVA; l’accreditamento ed il censimento dei dispositivi, ed anche la registrazione dell’indirizzo telematico.

Quanto dura la delega e l’accesso ai servizi delegati ad un intermediario abilitato

La delega ad un intermediario abilitato, riporta altresì il sito Internet dell’Agenzia delle Entrate, non può avere in ogni caso una durata superiore ai 2 anni. Con ogni servizio che, inoltre, è delegabile fino ad un massimo di 4 soggetti. Tra i servizi delegabili sopra indicati, inoltre, la fatturazione elettronica e la conservazione delle fatture elettroniche, nonché l’accreditamento ed il censimento del dispositivi, possono essere delegati pure a favore di soggetti che sono diversi dagli intermediari abilitati.

Servizi online di fatturazione elettronica ad un intermediario, come si conferisce e come si revoca la delega

Tra le modalità che sono ammesse per conferire e per revocare la delega ad un intermediario, per i servizi online fatturazione elettronica del Fisco, c’è un apposito modulo in formato PDF che si può visionare e che si può scaricare dal sito Internet dell’Agenzia delle Entrate. Il modulo, in particolare, riporta la dicitura ‘Conferimento/Revoca della delega per l’utilizzo dei servizi di fatturazione elettronica‘, e deve essere presentato, debitamente compilato e sottoscritto, presso un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate.

Con il conferimento di apposita procura speciale, inoltre, il modulo ‘Conferimento/Revoca della delega per l’utilizzo dei servizi di fatturazione elettronica‘ può essere eventualmente presentato ad un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate pure da un soggetto incaricato che è diverso dal richiedente.

Le modalità di conferimento e di revoca delle deleghe, per l’utilizzo dei servizi online del Fisco di fatturazione elettronica, sono disciplinate dal provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate che è stato pubblicato in data 5 novembre del 2018. Al provvedimento, inoltre, sono allegati i modelli per conferire o per revocare le deleghe, le istruzioni per la compilazione e, tra l’altro, pure le specifiche tecniche per la trasmissione telematica.

Fattura elettronica: arriva l’ok dell’Europa per la proroga e l’ampliamento ai forfettari

Il Consiglio dell’Unione europea ha dato l’ok all’Italia per il prolungamento della fattura elettronica fino a tutto il 2024. Con il prolungamento, arriva anche il semaforo verde per l’estensione dell’obbligo alle partite Iva a regime forfettario. Verrà a cadere pertanto la dispensa particolare per le partite Iva forfettarie che dovranno utilizzare il servizio di interscambio dell’Agenzia delle entrate (Sdi) per emettere e conservare le fatture elettroniche.

Arriva l’ok del Consiglio dell’Unione europea alla fatturazione elettronica ai forfettari

L’autorizzazione del Consiglio dell’Unione europea è arrivato nella giornata del 14 dicembre 2021 per estendere l’obbligo della fattura elettronica ai soggetti che già la utilizzano fino al 31 dicembre 2024. L’organo istituzionale si è espresso anche sulla proposta dell’Italia di estendere l’obbligo di fatturazione elettronica alle partite Iva del regime forfettario. Proposta che era già stata accolta dalla Commissione europea negli scorsi giorni.

Chi potrebbe essere obbligato all’obbligo di emettere la fattura elettronica?

Le partite Iva del regime forfettario dovranno emettere le fatture elettroniche esclusivamente utilizzando il servizio di interscambio dell’Agenzia delle entrate. L’obbligo vigerà per i soggetti economici che siano stabili in Italia. Rimarranno esclusi dall’obbligo, ma con la facoltà di utilizzare la fatturazione elettronica, i residenti all’estero. Si tratta dei soggetti identificati ai fini dell’Iva in Italia attraverso il rappresentante fiscale secondo quanto prevede il secondo comma dell’articolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica numero 633 del 1972. L’identificazione può avvenire anche in maniera diretta secondo quanto prevede l’articolo 35 ter dello stesso decreto.

Quali operazioni saranno soggette all’obbligo di fattura elettronica?

Le partite Iva a regime forfettario dovranno utilizzare esclusivamente il sistema di interscambio (Sdi) dell’Agenzia delle entrate. La fatturazione regolerà i rapporti con i fornitori, salvo il caso in cui questi ultimi siano residenti all’estero. Pertanto, l’obbligo vige per le operazioni che intercorrono tra soggetti economici stabili o residenti nel territorio italiano.

Fatturazione elettronica e lotta all’evasione fiscale

Tra i soggetti economici che saranno obbligati all’utilizzo della fattura elettronica rientrano le partite Iva a regime forfettario o di vantaggio esclusi finora dalla normativa nazionale. Peraltro, dai dati forniti dall’Italia, il 10% delle partite Iva forfettarie già utilizza, in maniera facoltativa, la fatturazione elettronica. L’estensione dell’obbligo va nella direzione della lotta all’evasione fiscale e al controllo dei volumi di ricavi che, per gli autonomi del forfettario, non deve superare i 65 mila euro all’anno.

 

Pos, dal 1° gennaio 2022 sanzioni a chi nega i pagamenti elettronici

Ritornano le sanzioni per i commercianti e professionisti che negano il pagamento con il Pos. La nuova stretta arriva dal decreto di attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) che rilancia la lotta all’evasione fiscale attraverso i pagamenti elettronici. Il provvedimento porta la firma di Roberto Pella di Forza Italia e di Gian Pietro Dal Moro del Pd ed è stato approvato nella giornata del 13 dicembre alla Commissione Bilancio della Camera.

Commercianti e professionisti dal 1° gennaio 2022 sono obbligati ad accettare i pagamenti elettronici

In base al provvedimento normativo, dal 1° gennaio 2022 arriveranno sanzioni per i commercianti e per i professionisti che non accetteranno i pagamenti con carta di credito o con il bancomat. I pagamenti saranno relativi, dunque, sia per la vendita di beni che per la prestazione di servizi professionali.

Come si calcola l’importo della sanzione se non si accetta il pagamento con il Pos?

La sanzione amministrativa per i commercianti e i professionisti che dovessero rifiutare il pagamento elettronico sarà di 30 euro più il 4% dell’importo della vendita o del valore della prestazione. Si tratta di un provvedimento chiave nella lotta all’evasione fiscale. Peraltro, come specificato nell’emendamento, il commerciante e il professionista sono obbligati ad accettare almeno una tipologia di carta di credito o di carta di debito. Altri provvedimenti sono attesi anche per quanto riguarda il mancato rilascio dello scontrino o della fattura.

Lotta all’evasione fiscale come obiettivo del Pnrr

La lotta all’evasione fiscale rappresenta uno degli obiettivi del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Tra gli indicatori presi in esame a livello europeo per il rispetto del Piano, si fa riferimento al “tax gap”, ovvero alla quota del gettito che lo Stato non riesce a incassare a causa proprio dell’evasione fiscale. Sulla base degli ultimi dati disponibili, il tax gap è attualmente al 18,5%, percentuale che è già risultata in calo negli anni dal 2014 al 2019 del 3,6%. Ma il Pnrr chiede altri sforzi per ridurre questa percentuale.

Riduzione del mancato gettito entro il 2024: gli strumenti di lotta all’evasione fiscale

Infatti, tra gli obiettivi del Pnrr in tema di evasione fiscale, sono stati fissate le percentuali di riduzione del tax gap nei prossimi anni. La decurtazione dovrà essere di non meno del 5% entro il 2023 e di non meno del 15% al 2024. Un percorso alla portata del governo che, oltre all’accettazione dei pagamenti tramite la moneta elettronica, ha già individuato altri strumenti per la lotta all’evasione fiscale.

Gli strumenti di lotta all’evasione fiscale che potrebbero essere intensificati nel 2022

Tra questi strumenti che il governo metterà in campo per la lotta all’evasione fiscale rientrano:

  • la precompilata Iva;
  • l’utilizzo dell’anagrafe dei rapporti finanziari;
  • la revisione delle sanzioni per la mancata emissione dello scontrino fiscale;
  • l’accrescimento delle lettere di incentivo per l’adempimento spontaneo.

Su questi quattro strumenti il governo intensificherà il proprio lavoro nei primi sei mesi del nuovo anno.

 

Fattura elettronica, obbligo per le partite Iva forfettarie: c’è l’ok della Commissione europea

Si avvicina l’obbligo di utilizzare la fattura elettronica anche per le partite Iva forfettarie, dopo il via libera dell’8 dicembre da parte della Commissione europea. Si attendono adesso solo gli ultimi passaggi: il primo, l’approvazione del provvedimento in uno dei prossimi Consigli dell’Unione europea. Infine, la pubblicazione della Gazzetta Ufficiale della Comunità europea (Guce).

Quante potrebbero essere le partite Iva del regime forfettario obbligate alla fatturazione elettronica?

Con la pubblicazione del provvedimento comunitario nella Gazzetta Ufficiale, l’Italia dovrà recepire l’estensione anche alle partite Iva a regime forfettario dell’obbligo di fatturazione elettronica mediante un norma ad hoc. Il provvedimento potrebbe essere la delega fiscale. L’obbligo scatterebbe per circa un milione e mezzo di partite Iva che, nel 2022, potrebbero diventare di più per via dell’entrata in vigore dell’assegno unico.

Perché obbligare le partite Iva a regime forfettario alla fattura elettronica?

L’obbligo della fattura elettronica per le partite Iva a regime forfettarie consentirebbe di arginare ulteriormente l’evasione fiscale. Peraltro, in ambito di progetti del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), l’Italia dovrà portare a termine entro il 2021 uno studio relativo alla mancata fatturazione da parte dei soggetti obbligati. Nello stesso studio dovranno essere illustrate le misure da introdurre per contrastare la mancata emissione della fattura elettronica dei soggetti obbligati.

Incentivi anche ai consumatori finali per l’obbligo di emissione della fattura elettronica

Lo studio sulla fattura elettronica consentirà anche di porre l’attenzione sugli incentivi a favore dei consumatori finali in merito all’obbligo dei fornitori. Anche in questo caso, si tratterà di misure che il governo metterà in campo per fare in modo che il consumatore chieda l’emissione dello scontrino, della fattura  o della ricevuta. L’allargamento dell’obbligo dell’emissione della fattura elettronica consentirebbe, peraltro, all’Agenzia delle entrate di avere dei dati completi e puntuali delle operazioni effettuate dalle partite Iva a regime forfettario.

Fattura elettronica e rispetto dei requisiti per rimanere nel regime forfettario

In tal senso, l’obbligo di fattura elettronica consentirebbe al Fisco di controllare anche il rispetto dei parametri per poter rimanere nel regime forfettario. Respinta, infine, l’obiezione di un maggior costo per la gestione del regime forfettario, soprattutto per i soggetti più piccoli. Infatti, il Consiglio dell’Unione europea, nella decisione finale che prenderà, terrà conto degli strumenti gratuiti, dei software e dei programmi messi a disposizione delle partite Iva per la predisposizione, per l’invio e per la conservazione delle fatture elettroniche.

Come inviare delega fattura elettronica

Di cosa parliamo quando ci riferiamo alla fattura elettronica e quando è possibile delegare qualcuno per tale proposito? Scopriamo in questa rapida guida come inviare una delega per fattura elettronica.

Fattura elettronica, di cosa si tratta

Per rispondere molto brevemente a questa domanda possiamo dire quanto segue.

La fattura elettronica non è altro che un documento digitale che contiene tutte le informazioni di una fattura cartacea. La fatturazione elettronica è stata introdotta dal Decreto Legislativo 52/2004 e le regole sulla fatturazione elettronica richiedono che le fatture vengano spedite attraverso il Sistema di Interscambio (SdI).

Il Sistema di Interscambio, gestito dall’Agenzia delle Entrate, è un sistema informatico in grado di:

  • ricevere le fatture sotto forma di file con le caratteristiche della FatturaPA;
  • inoltrare le fatture verso le amministrazioni pubbliche destinatarie, o verso cessionari/committenti privati (B2B e B2C).
  • inoltrare le fatture verso le amministrazioni pubbliche destinatarie, o verso cessionari/committenti privati (B2B e B2C).

Nel paragrafo successivo andiamo, invece a vedere cosa occorre in caso di delega.

Fattura elettronica, come inviare delega

Innanzitutto, sebbene tutti sappiano cosa sia una delega, ovvero incaricare qualcun’ altro ad un compito, andiamo a vedere come si delega la fattura elettronica. E cosa si intende con la delega di una fattura elettronica.

Dunque, con delega di fatturazione elettronica si va ad intendere il conferimento del permesso ad utilizzare il servizio di fatturazione dell’Agenzia delle Entrate e a consultare il Cassetto Fiscale di un contribuente obbligato concesso ad un soggetto terzo.

Quindi, a questo punto, andiamo a vedere come inviare una delega per fattura elettronica.

Il delegante, ovvero colui che incarica il delegato, può presentare la delega online, attraverso l’area riservata del servizio Entratel o Fiscotel (ovviamente sarà necessario che sia registrato a questi servizi); Oppure in alternativa, si può procedere all’invio della delega via pec.

Inviare delega fattura elettronica su Agenzia delle Entrate

Andiamo, quindi a vedere nello specifico quali sono i servizi da poter delegare da poter effettuare, sul sito delle Agenzia delle Entrate, per effettuare una delega di fattura elettronica.

Gli intermediari abilitati possono utilizzare i servizi di fatturazione elettronica, resi disponibili attraverso il portale Fatture e corrispettivi, per conto dei propri clienti (operatori economici) che abbiano conferito loro una specifica delega.

Si possono, pertanto delegare i seguenti servizi:

  1. Consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche o dei loro duplicati informatici
  2. Consultazione dei dati rilevanti ai fini IVA
  3. Registrazione dell’indirizzo telematico
  4. Fatturazione elettronica e conservazione delle fatture elettroniche
  5. Accreditamento e censimento dispositivi

Va aggiunto che la durata di una delega non può avere durata superiore di 2 anni ed ogni servizio ha un massimo di 4 soggetti delegabili.

Va ulteriormente precisato che l’operatore economico può conferire la delega:

  1. attraverso le specifiche funzionalità rese disponibili nella propria area riservata del sito internet dell’Agenzia delle entrate o presentando l’apposito modulo – pdf in un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate, eventualmente incaricando un altro soggetto mediante conferimento di apposita procura speciale,
  2. consegnando il modulo – pdf , compilato e sottoscritto, unitamente agli importi relativi al “volume d’affari” e “IVA a credito/debito” riportati nella dichiarazione IVA presentata nell’anno precedente, direttamente all’intermediario delegato che può richiedere l’attivazione della delega:
    – utilizzando il servizio reso disponibile nella propria area riservata del sito internet dell’Agenzia delle entrate, oppure inviando una comunicazione predisposta in accordo specifiche tecniche – pdf.

Questo è quanto vi fosse, dunque di più utile e necessario da sapere in merito alla modalità e possibilità di fare delega per fattura elettronica.

Fattura elettronica: come usare il software senza connessione ‘stand alone’, l’app e il QR Code in mobile

Per predisporre una fattura elettronica possono essere utilizzate due procedure diverse da quelle consuete. Infatti, è possibile utilizzare il software “stand alone” quando non si ha una connessione a internet e l’applicazione per utilizzare il servizio da smartphone e da tablet. Inoltre, si può scaricare il codice QR Code e averso sempre con sé per fornire i dati della fattura elettronica al fornitore. Tutti i sistemi possono essere utilizzati per la gestione del Sistema di interscambio (Sdi).

Fatturazione elettronica, con il software stand alone si può lavorare anche senza internet

Per predisporre la fattura elettronica anche quando non è presente una connessione a internet l’operatore può utilizzare il software “stand alone”. Si tratta di un programma per personal computer che permette di compilare i dati della fattura elettronica da remoto. Una volta terminata la fase di compilazione della fattura elettronica, la partita Iva o l’operatore possono collegarsi a internet per completare i passaggi sul Sistema di interscambio.

Come scaricare il software per preparare le fatture elettroniche senza connessione a internet?

Per scaricare il software è necessario andare nell’area “Fatture e corrispettivi” e successivamente nella sezione “Software”. Dall’area è possibile adottare la procedura “Compilazione fattura elettronica” (Fel 18). Una volta fatta l’installazione, la procedura presenta due parti. La prima, chiamata “Wizard”, permette all’operatore di riportare i propri dati identificativi (numero di partita Iva, cognome e nome, denominazione sociale, ecc.). L’operatore deve compilare questa parte una sola volta perché il sistema mantiene in memoria le informazioni.

Compilazione dei dati del cliente e della fattura

La seconda parte della procedura consente all’operatore di inserire gli ulteriori dati della fattura, ovvero quelli relativi al cliente. Si tratta del numero e della data della fattura, della quantità e natura del servizio o del bene, e così via. Una volta terminata la procedura di inserimento dei dati, il sistema genera il file Xml. Quest’ultimo si può inviare tramite l’indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) oppure attraverso il servizio di trasmissione del portale “Fatture e corrispettivi”.

Come trasmettere la fattura elettronica se predisposta senza rete internet?

Nel dettaglio, quando l’operatore ha predisposto la fattura elettronica e con il collegamento a internet attivo, può andare sul portale “Fatture e corrispettivi” e usare la funzione di sola “Trasmissione“. In questo modo la fattura elettronica, precedentemente predisposta, viene trasmessa nel sistema per le consuete operazioni di invio, di consultazione e di conservazione del documento. La fattura elettronica può essere trasferita anche via posta elettronica certificata (Pec). In questo caso, la fattura si inoltra via Pec allegandola all’indirizzo sdi01 @pec.fatturapa.it.

App ‘Fattur ae’ per predisporre la fattura elettronica con smartphone e tablet

La fattura elettronica può essere predisposta anche in mobilità, attraverso l’applicazione “Fattur ae”. L’app si può utilizzare con smartphone e tablet. L’operatore può scaricare l’app sia nello store on line del sistema operativo Ios che di quello di Android. Nel momento in cui si scarica l’applicazione sul dispositivo, è necessario accedervi. Si possono utilizzare le stesse credenziali con le quali si effettua il login su “Fatture e corrispettivi” del sito dell’Agenzia delle entrate. Dopo il primo acceso, è più semplice per l’operatore accedere mediante le stesse credenziali e la stessa partita Iva. In questo modo non si deve ripetere la procedura ogni qual volta se ne avesse di bisogno.

Utilizzo dei servizi di fatturazione elettronica tramite il QR Code

Peraltro un servizio in mobilità delle fatture elettroniche può essere utilizzato dagli operatori anche mediante il QR Code. La partita Iva o l’operatore che abbiano già provveduto a registrarsi al Sistema di Interscambio (Sdi), possono generare un QR Code nel quale sono riportati già tutti i dati necessari al fornitore per emettere fattura nei suoi confronti. Pertanto chi emette fattura, mediante il QR Code, non dovrà procedere con l’inserimento di tutti i dati. Semplicemente con il QR Code ricevuto dal cliente avrà a disposizione tutte le informazioni precompilate necessarie per emettere la fattura elettronica.

Come si genera il QR Code necessario per la compilazione dei dati della fattura elettronica?

Per ottenere il QR Code è necessario che la partita Iva entri nell’area riservata del portale “Fatture e Corrispettivi”. Entrato nella sezione deve accedere all’area “Generazione QR Code”. Una volta generato il QR Code, potrà portare con sé il codice, come fosse un biglietto da visita, sul proprio cellulare, sul proprio smartphone o anche su carta. All’occorrenza dovrà mostrare al fornitore il QR Code. In questo modo il fornitore potrà leggere e acquisire il numero della partita Iva del cliente, i dati anagrafici e l’indirizzo telematico. Il fornitore che utilizzi i servizi gratuiti dell’Agenzia delle entrate per la compilazione della fattura elettronica potrà, in automatico e senza commettere errori, immettere i dati del cliente precompilati in fattura.

 

Fattura elettronica, proroga per altri tre anni: l’obbligo arriverà anche ai forfettari

Si allungano i tempi di utilizzo della fattura elettronica con Sistema di interscambio (Sdi). È quasi certo che l’obbligo potrebbe essere autorizzato anche oltre il 31 dicembre 2021. La modalità elettronica del documento dovrebbe essere estesa per altri tre anni. E tra gli obbligati a emettere la fattura elettronica ci saranno anche le partite Iva ricadenti nel regime forfettario.

La Commissione europea ha accettato la proposta di proroga della fattura elettronica

La proposta di proroga del regime di fattura elettronica è stata accolta dalla Commissione europea il 5 novembre 2021. Infatti, l’Italia ha proposto di estendere la decisione numero 593 del 2018 per altri tre anni. Proposta che è stata autorizzata dalla Commissione europea. Adesso si è in attesa di quella che sarà la decisione del Consiglio Ue. Ma risulta probabile che il Consiglio accetti il provvedimento già nei prossimi giorni rendendolo definitivo.

Fatturazione elettronica e obiettivi di contrasto evasione fiscale e semplificazione

Nella richiesta fatta dall’Italia alla Commissione europea si legge che la fattura elettronica ha “pienamente conseguito” a raggiungere gli obiettivi per i quali era stata introdotta. Ovvero, lo strumento è riuscito a fornire un valido supporto nel contrastare l’evasione fiscale. Tuttavia, a vantaggio della fattura elettronica vanno anche i meriti della semplificare nonché della riduzione dei costi amministrativi per i soggetti obbligati all’adozione dello strumento.

I numeri della fatturazione elettronica nel contrasto all’evasione

In merito proprio agli obiettivi di contrasto all’evasione e di semplificazione, la fattura elettronica ha consentito, dall’inizio del suo utilizzo, di individuare più velocemente le irregolarità. Alla riduzione dei tempi è corrisposta, in ogni modo, anche una diminuzione dei rischi. Inoltre, lo strumento è considerato un deterrente ai comportamenti che portano all’evasione. L’Italia stima che grazie alla fattura elettronica siano stati recuperati circa 2 miliardi di euro, mentre le maggiori imposte dirette riscosse sarebbero di 580 milioni di euro.

Strumenti messi a disposizione dei contribuenti con la fattura elettronica

Insieme alla fatturazione elettronica, l’Agenzia delle entrate ha adottato strumenti per la semplificazione amministrativa. Infatti, i contribuenti hanno a disposizione anche gli strumenti dei registri Iva precompilati e la comunicazione delle liquidazioni periodica. Dal 2023 i contribuenti potranno avere a disposizione anche la dichiarazione annuale precompilata.

Fattura elettronica alle partite Iva forfettarie: in arrivo l’obbligo

Con l’obbligo di fattura elettronica esteso fino al 31 dicembre 2024, rimane da sciogliere la questione relativa all’adozione dello strumento da parte delle partite Iva a regime forfettario. Si prevede l’estensione dell’obbligo anche ai forfettari con tre ordini di obiettivi:

  • lotta all’evasione fiscale;
  • fornire al Fisco una visione completa di tutte le operazioni effettuate;
  • verificare che i forfettari rispettino le soglie di volumi di affari per l’accesso e il mantenimento del regime stesso.

Quali partite Iva potrebbero essere soggette all’obbligo di fattura elettronica?

Ad oggi, già il 10% delle partite Iva rientranti nel regime forfettario adotta la fattura elettronica. Obbligati all’emissione delle fatture elettroniche saranno le partite Iva residenti in Italia, mentre per quelle che risiedono all’estero lo strumento rimarrà facoltativo.