Fattura elettronica, ok dall’Europa, e verso la propoga fino al 2024

La fattura elettronica potrebbe essere estesa anche ai soggetti che godono del regime forfettario. Arriva il primo lascia passare europeo.

Fattura elettronica, ecco la risposta dell’Unione Europea

La fattura elettronica ha ormai trovato grande uso nel sistema economico italiano. E’ lo stesso Governo che ha chiesto l’obbligo di introduzione di questo tipo di fattura anche per i soggetti aderenti al regime forfettario. Così la fatturazione elettronica sarà estesa fino al 31 dicembre 2024, con la possibilità di allargarsi anche ai forfettari.

Ebbene  il 5 novembre 2021 la Commissione europea ha ufficializzato la sua risposta  alla nostra nazione, prorogando tale obbligo fino al 2004. Si è dato così seguito alla decisione n.593 del 2018 che ha introdotto l’obbligo della fatturazione elettronica su tutto il territorio italiano. Si attende solo che il Consiglio dell’Unione Europea ufficializzi il tutto.

La motivazione della richiesta

Con la decisione europea 2018/593, l’Italia aveva ottenuto di introdurre l’obbligo della fatturazione elettronica, con scadenza a dicembre 2021. Adesso, visto l’imminenza della scadenza, il governo si è premurato di chiedere un’estensione all’Unione Europea. Quest’ultima ha risposto con parere positivo, per una proroga al 2024.

Si legge bene nella decisione che: l’Italia sostiene che il ricorso alla fatturazione elettronica obbligatoria, in base alla quale le fatture sono presentate attraverso lo SdI, consentirebbe all’amministrazione tributaria italiana di acquisire in tempo reale le informazioni contenute nelle fatture emesse e ricevute dagli operatori. Le autorità tributarie potrebbero quindi effettuare controlli tempestivi e automatici in merito alla coerenza degli importi IVA dichiarati e versati. Motivazione che spinge ancora la proroga al rinnova per il prossimo triennio.

Ma cosa cambierebbe in Italia?

Resta solo l’ufficializzazione da parte del Consiglio Europeo. Ma non solo, perché la richiesta dell’Italia è anche quella di estendere la misura ai soggetti passivi che si avvolgono della franchigia per le piccole imprese, come il caso degli aderenti al regime forfettario.

Pertanto diventerebbe obbligatoria anche loro, adempimento che attualmente non è previsto. Ciò non toglie che anche i soggetti operanti nel regime forfettario, se vogliono possono applicare la fattura elettronica con lo stesso sistema d’interscambio S.I.D. Infine sembra che già un buon 10% dei forfettari, abbia deciso di fatturare in questo modo, senza appunto esserne obbligati.

 

Fatture elettroniche, entro il 31 dicembre 2021 le partite Iva potranno aderire al servizio di consulazione

Con la riapertura dei termini, le partite Iva avranno tempo fino al 31 dicembre 2021 per aderire al servizio di consultazione e di acquisizione delle fatture elettroniche e dei loro duplicati informatici. È quanto prevede il messaggio numero 298662 del 3 novembre 2021 dell’Agenzia delle entrate. Gli operatori possono accedere al servizio dalla sezione “Fatture e corrispettivi” del portale.

Servizio consultazione fatture elettroniche sul sistema Sdi, la scadenza era al 30 settembre 2021

Pertanto, l’Agenzia ha posticipato il termine (già scaduto lo scorso 30 settembre) per aderire al servizio collegato alla predisposizione delle fatture elettroniche mediante il Sistema di interscambio dell’Agenzia delle entrate. Per le partite Iva che provvederanno a effettuare l’adesione entro la fine dell’anno, l’Agenzia delle entrate mette a disposizione i servizi di consultazione e di acquisizione dei documenti.

Quali fatture elettroniche si possono consultare sul sito dell’Agenzia delle entrate?

L’adesione al servizio di consultazione delle fatture elettroniche comporta la possibilità di avere a disposizione i file di tutte i documenti trasmessi al Servizio di interscambio a partire dal 1° gennaio 2019. La riapertura dei termini per aderire al servizio non comporta, in ogni modo, modifiche nei normali tempi concessi per la consultazione dei documenti stessi. Gli operatori possono consultare le fatture elettroniche nei tempi previsti dal punto 8.1 del provvedimento dell’Agenzia delle entrate numero 89757 del 30 aprile 2018 e successive modifiche.

Quanto tempo hanno le partite Iva per consultare le fatture elettroniche?

Il servizio di ricerca, di consultazione e di acquisizione delle fatture elettroniche emesse e ricevute attraverso il Sistema di interscambio, infatti, è disponibile per tutti i documenti sino al 31 dicembre dell’anno susseguente a quello nel quale i documenti sono stati ricevuti da parte del Sdi. Il sistema, pertanto, permette la consultazione delle fatture elettroniche emesse e ricevute a partire dal 1° gennaio 2019. Gli operatori non possono consultare, invece, i documenti i cui termini di siano già stati superati.

Come aderire al servizio di consultazione delle fatture elettroniche del Sdi?

Gli operatori economici e le partite Iva avevano tempo fino al  30 settembre 2021 per aderire al servizio di consultazione. Si trattava di un periodo di transizione nel quale gli operatori e i loro delegati, pur non avendo provveduto all’adesione al servizio, hanno potuto consultare i documenti ricevuti ed emessi fin dall’inizio dell’obbligo di utilizzo della fattura elettronica. Tuttavia, all’Agenzia delle entrate sono pervenute varie segnalazioni. Gli operatori, gli ordini professionali e le associazioni di categoria che non avevano colto, infatti, il significato della scadenza di fine settembre. Ovvero del termine del periodo di consultazione delle fatture anche senza l’adesione al servizio.

Riaperti i termini per aderire al servizio di consultazione delle fatture elettroniche

Proprio per questo motivo, l’Agenzia delle entrate è intervenuta prorogando i termini di adesione al 31 dicembre 2021. Gli operatori che effettueranno l’adesione entro fine anno potranno accedere a tutte le fatture ricevute ed emesse dal 1° gennaio 2019.

Fattura elettronica, come procedere con la consultazione di quelle emesse e ricevute?

Per chi utilizza i servizi gratuiti del sito dell’Agenzia delle entrate per la predisposizione e per la conservazione delle fatture elettroniche, è possibile anche la consultazione delle fatture emesse e di quelle ricevute. Infatti, sulla piattaforma dell’Agenzia delle entrate sono messe a disposizione dell’utente partita Iva la consultazione dei documenti, purché le fatture siano state correttamente emesse e ricevute tramite il Sistema di Interscambio (Sdi).

Come accedere al sito dell’Agenzia delle entrate per consultare le fatture?

Per accedere al sistema è necessario andare sul sito dell’Agenzia delle entrate e, successivamente, nella sezione “Fatture e corrispettivi“. Per l’accesso è necessario immettere lo Spid collegato all’utente possessore di partita Iva o incaricato di agire per conto di altre attività autonome, oppure la Carta nazionale dei servizi (Cns) o le credenziali Fisconline o Entratel che vengono rilasciate proprio dall’Agenzia delle entrate.

Sezione ‘Consultazione’ delle fatture elettroniche emesse e ricevute

La sezione dedicata all’interno di “Fatture e corrispettivi” del portale dell’Agenzia delle entrate è quella denominata “Consultazione“. L’utente trova, all’interno dell’area, due link. Il primo è quello dei “Dati rilevanti ai fini Iva” mediante il quale si accede a una sezione dove si ritrova il numero delle fatture emesse e quelle ricevute negli ultimi tre mesi. Il secondo link è quello per il monitoraggio delle fatture elettroniche.

La ricerca avanzata delle fatture emesse e ricevute sul sito Agenzia delle entrate

Per trovare una fattura all’interno del primo link (“Dati rilevanti ai fini Iva”), l’utente può cambiare la ricerca delle fatture modificando il range delle date in base al periodo di interesse. La ricerca per la consultazione delle fatture emesse e ricevute può essere fatta anche con funzioni avanzate. In questo caso le informazioni da fornire per effettuare la ricerca potrebbero essere il numero della partita Iva del cliente oppure del fornitore o il numero di identificazione assegnato dal Sistema di Interscambio alla fattura stessa.

Come consultare le fatture dal sito dell’Agenzia delle entrate

In ogni caso, sia che si tratti delle fatture degli ultimi tre mesi, sia delle fatture ricercate per un determinato periodo, il sistema di consultazione dell’Agenzia delle entrate restituisce una pagina contenente un gruppo di fatture di interesse dell’utente. In particolare, per ogni riga corrispondente a una fattura, vengono riportati i dati sintetici del singolo documento, ovvero:

  • il numero della fattura;
  • la data della fattura;
  • l’identificativo fiscale del fornitore o del cliente;
  • l’imponibile;
  • il numero assegnato al documento dal Sistema di interscambio (Sdi);
  • l’imposta.

Agenzia delle entrate: servizio di consultazione delle fatture emesse

Il servizio offerto dall’Agenzia delle entrate consente di consultare anche le fatture elettroniche emesse. Nel dettaglio, per le fatture in uscita il sistema rilascia una ricevuta di consegna. Queste fatture inoltre sono contrassegnate da un simbolo di spunta verde. Ma all’interno della ricerca sono presenti anche le fatture non ancora consegnate. Uno dei motivi per i quali la fattura non è stata ancora recapitata al cliente può essere un problema del canale di ricezione del destinatario stesso. Su queste fatture, l’utente riceve una ricevuta di “impossibilità di consegna“. Le fatture emesse e a disposizione della consultazione dell’utente, ma non consegnate al cliente, hanno un simbolo di alert corrispondente a un triangolo di colore rosso.

Cosa fare se la fattura elettronica non viene consegnata al destinatario o cliente?

Il triangolo rosso corrispondente a una mancata consegna della fattura elettronica al cliente appare anche quando il fornitore ha inserito, in fase di predisposizione della fattura stessa, i sette zeri nel campo del “Codice destinatario”. Ciò avviene perché, ad esempio, il cliente non ha comunicato il codice stesso. In questo caso, il fornitore riceverà una “ricevuta di impossibilità di consegna”. E nella consultazione delle fatture appare il triangolo rosso di alert. In questo caso, il fornitore può consegnare al cliente una copia, anche cartacea, della fattura, raccomandandosi di consultare la fattura elettronica originale all’interno della propria area riservata del sito dell’Agenzia delle entrate.

Cosa può fare la partita Iva durante la consultazione delle fatture elettroniche?

Durante la consultazione delle fatture elettroniche, l’utente può cliccare il simbolo della lente di ingrandimento per visualizzare o scaricare la fattura. Il download può essere importante in quanto il sistema dell’Agenzia delle entrate consente la consultazione delle fatture fino al 31 dicembre del secondo anno susseguente a quello nel quale l’utente ha ricevuto la fattura da parte del Sistema di interscambio. Pertanto, l’utente ha la possibilità di archiviare la fattura elettronica sui propri dispositivi.

Fatturazione elettronica: la sezione del ‘Monitoraggio dei file trasmessi’

Il secondo link messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate nella sezione “Fatture e corrispettivi” è quello del “Monitoraggio dei file trasmessi“. Attraverso questa sezione, la partita Iva ha la possibilità di entrare nella sezione “File fattura” dove si possono visualizzare:

  • l’elenco delle fatture emesse;
  • i documenti di scarto;
  • le fatture consegnate;
  • le fatture con impossibilità di consegna;
  • le note di variazione.

Anche in questo caso, il sistema consente di fare una ricerca avanzata. Infatti, è possibile immettere, come chiavi di ricerca:

  • il numero della partita Iva del cliente da ricercare;
  • il numero identificativo assegnato alla fattura dal Sistema di interscambio (Sdi).

Fattura elettronica, ecco la procedura per predisporla sul sito Agenzia delle entrate

Tra i servizi offerti gratuitamente dall’Agenzia delle entrate vi è anche quello della predisposizione delle fatture elettroniche. Le partite Iva, infatti, possono accedere a funzionalità che permettono di predisporre, di trasmettere, di consultare e anche di conservare le fatture elettroniche. Per utilizzare i servizi è necessario entrare nel portale dell’Agenzia delle entrate e accedere alla sezione dedicata “Fatture e corrispettivi”.

Come accedere alla sezione “Fatture e corrispettivi” del sito dell’Agenzia delle entrate

Il portale “Fatture e corrispettivi” del sito dell’Agenzia delle entrate è una piattaforma on line accessibile ai singoli titolari di partita Iva. Per entrare nell’area è necessario inserire le credenziali Spid, oppure essere in possesso di una Carta nazionale dei Servizi (Cns) o, ancora, accedere con le credenziali Fisconline ed Entratel rilasciate dall’Agenzia delle entrate.

Predisporre la fattura elettronica sul portale dell’Agenzia

Per predisporre una fattura elettronica è possibile, dunque, utilizzare i servizi del sito dell’Agenzia delle entrate. La procedura consente la predisposizione della fattura nel formato Xml, che è quello richiesto dalle norme di legge. La sola visualizzazione è possibile anche nel formato Pdf, più leggibile. Al termine della predisposizione della fattura nel formato Xml, è possibile ricontrollarla, modificarla, salvarla sul proprio personal computer. Infine si può trasmettere la fattura elettronica tramite il Sistema di interscambio (Sdi).

Come predisporre una fattura elettronica dal sito dell’Agenzia delle entrate?

Operativamente, per predisporre la fattura, è necessario cliccare proprio sul link “Fatturazione elettronica” nella home page della sezione “Fatture e corrispettivi” del sito dell’Agenzia delle entrate. Nella pagina successiva, è necessario cliccare su “Crea nuovo file”: in questo modo il sistema consente di scegliere la tipologia della fattura elettronica da predisporre.

Che tipo di fattura elettronica bisogna scegliere?

Sostanzialmente, sulla tipologia di fattura elettronica, sono due le opzioni tra le quali scegliere. Nel caso in cui si sta emettendo una fattura elettronica per una Pubblica amministrazione, è necessario cliccare sul link “Fattura Pa”. Diversamente, se la fattura è destinata a un operatore diverso dalla Pubblica amministrazione, il link da cliccare è uno tra “Fattura ordinaria” o “Fattura semplificata”. La fattura semplificata può essere utilizzata, tuttavia, solo per importi totali dell’imponibile e dell’Iva che non superano i 100 euro, secondo quanto prevede l’articolo 21 bis del decreto del Presidente della Repubblica numero 633 del 1972.

Come riempire i dati sulla fattura elettronica?

Nel momento in cui si accede alla procedura per la compilazione della fattura elettronica, la pagina riporta i dati dell’utente. È necessario dunque controllare le informazioni in qualità di fornitore, o di cedente o prestatore. I dati, infatti, sono precompilati in quanto il sistema recupera le informazioni già presenti nell’Anagrafe tributaria collegata alla partita Iva con la quale si vuole usufruire del servizio. I campi che si possono modificare sono tutti, a eccezione di quello che contiene proprio il numero della partita Iva. Nella colonna di destra si può utilizzare il comando per procedere a un’integrazione delle informazioni. E dunque, nel caso ce ne fosse bisogno, si possono inserire ulteriori informazioni sulla fattura come i riferimenti al numero di iscrizione al Repertorio economico amministrativo (Rea) o all’albo professionale.

I dati immessi per la fattura elettronica rimangono in memoria?

La procedura consente di utilizzare i dati che restano in memoria con le precedenti compilazioni di fatture elettroniche. Pertanto, ogni volta che si accede al servizio, la procedura sarà facilitata dai dati precompilati, a meno che non si decida di modificare le informazioni. In ogni modo, al termine della procedura è possibile salvare i dati del destinatario nella “Rubrica”.

Fattura elettronica Agenzia delle entrate: come compilare i dati del cliente

Il passaggio successivo nella compilazione della fattura elettronica riguarda le informazioni sul cliente, ovvero sul soggetto che riceverà la fattura. È di particolare importanza compilare esattamente il numero della partita Iva del cliente (o cessionario o committente) o anche il suo codice fiscale. Il campo successivo da compilare è quello corrispondente al “Codice destinatario”. In questo spazio si potranno inserire le 7 cifre alfanumeriche comunicate dal cliente. Si tratta dell’indirizzo telematico dove recapitare la fattura.

Fattura elettronica: il campo ‘Codice destinatario’

Nel caso in cui il cliente abbia indicato l’indirizzo di posta elettronica certificato (Pec), nel campo del “Codice destinatario” dovranno essere inseriti tanti zero quanti sono gli spazi. L’indirizzo Pec va inserito invece nel campo “Pec destinatario”. Può capitare che il cliente sia un consumatore finale, oppure un possessore di partita Iva a regime forfettario oppure un operatore in regime di vantaggio. In tutti questi casi, non ricevendo un codice da immettere, si dovrà riempire lo spazio del “Codice destinatario” con tanti zero quanti sono gli spazi.

Cosa succede in caso di errore dei dati del destinatario della fattura elettronica?

Una volta compilato i campi, il sistema fa una verifica diretta per accertarsi dell’esistenza nell’Anagrafe tributaria della partita Iva o del codice fiscale del cliente della fattura elettronica. Solo in caso di inesistenza del destinatario, il sistema restituisce un messaggio di errore con il quale informa che non è possibile procedere con la compilazione della fattura. Infatti, in questo caso la fattura verrebbe scartata dal Sistema di interscambio (Sdi). Tuttavia, per la compilazione dei dati del cliente, il sistema riconosce anche la possibilità di utilizzare il QR Code.

Come concludere la compilazione della fattura elettronica?

Con l’immissione dei dati del cliente, il passaggio successivo nella compilazione della fattura elettronica consiste nell’immettere le informazioni sul numero e sulla data della fattura stessa. Se si tratta di una nota di variazione a debito o a credito, si può selezionare la tipologia di documento. La schermata successiva concerne la tipologia e la quantità del servizio prestato o del bene ceduto. In questa schermata appaiono i dati inerenti all’imponibile, l’aliquota Iva (anche più aliquote nel caso di più beni differenti) e l’imposta. Per l’applicazione di uno sconto è necessario selezionare nella colonna a destra rientrante negli “Altri dati”.

Invio della fattura elettronica: come si fa?

Gli ultimi due passaggi utili nella predisposizione della fattura elettronica consistono nel controllo dei dati e nel salvataggio del file della fattura stessa nel formato Xml. La stessa fattura può essere visualizzata anche nel formato Pdf. Il tasto “Sigilla” serve a garantire l’integrità del file Xml che va inviato tramite il Sistema di interscambio (Sdi). Il tasto finale presente nella schermata è quello di “Invio” e consente di trasmettere il file della fattura allo Sdi. Il Sistema di interscambio procede con un controllo e il recapito dello stesso file all’indirizzo telematico del destinatario.

Come si conservano le fatture elettroniche?

Come dispone l’articolo 39 del decreto del Presidente della Repubblica numero 633 del 1972, sia chi emette una fattura elettronica che chi la riceve è obbligato a conservarla elettronicamente. Tuttavia, la conservazione delle fatture elettroniche non consiste semplicemente nel memorizzare su di un personal computer il file della fattura stessa. Si tratta, invece, di un procedimento regolamentato dalla legge che ne disciplina la tecnica.

A cosa serve conservare le fatture elettroniche?

Conservare le fatture elettronica secondo quanto disciplina la norma permette di avere la garanzia di non perdere mai le fatture emesse e ricevute. Per anni si potrà avere la possibilità di leggerle e, principalmente, di reperire in qualsiasi momento la fattura originale. Questo procedimento vale anche per gli altri documenti informatici per i quali si adottano procedimenti di conservazione.

Chi provvede al servizio di conservazione delle fatture elettroniche?

Il servizio di conservazione delle fatture elettroniche è fornito da operatori privati che sono certificati. Chi fornisce questo servizio è facilmente individuabile sulla rete. Anche l’Agenzia delle entrate fornisce questo servizio in via del tutto gratuita. Il servizio è accessibile attraverso il Sistema di interscambio (Sdi).

Come accedere al servizio dell’Agenzia delle entrate di conservazione delle fatture elettroniche?

Il servizio dell’Agenzia delle entrate di conservazione delle fatture elettroniche si può raggiungere dall’area riservata dell’utente. Nel dettaglio, è necessario dal portare entrare nella sezione “Fatture e corrispettivi“. Cliccando sull’accesso, infatti, è possibile inserire le proprie credenziali.

Chi può accedere al servizio di conservazione delle fatture elettroniche dell’Agenzia delle entrate?

L’area di conservazione delle fatture elettroniche del portale dell’Agenzia delle entrate è riservata ai singoli utenti che siano titolari di una partita Iva. L’accesso avviene attraverso le credenziali del Sistema pubblico dell’Identità digitale (Spid), oppure mediante la Carta Nazionale dei Servizi (Cns) o, ancora, con le credenziali Fisconline o Entratel rilasciate dalla stessa Agenzia delle entrate. Accedendo al sistema, l’utente avrà la possibilità di usufruire di vari servizi, e dunque non solo di quello relativo alla conservazione delle fatture elettroniche.

Quali servizi offre l’Agenzia delle entrate insieme alla conservazione delle fatture elettroniche?

Infatti, nella stessa sezione della conservazione delle fatture elettroniche, dal sito dell’Agenzia delle entrate è possibile avere accesso ai servizi della consultazione delle proprie dichiarazioni fiscali, degli atti di registro, dei versamenti, delle visure ipotecarie e catastali inerenti i propri immobili. Tutti questi servizi sono forniti in maniera gratuita dall’Agenzia delle entrate.

Che tipo di utente può consultare il servizio di conservazione delle fatture elettroniche?

All’atto di immissione delle proprie credenziali, il sistema chiede se si accede per servizi inerenti la propria partita Iva (“Me stesso”), oppure se si è stati incaricati di operare per conto di un’impresa per la quale si lavori (“Incaricato”), se si ha una delega come intermediaria dal proprio cliente che abbia una partita Iva (“Delega diretta”) o, infine, come tutore di un soggetto titolare di partita Iva (“Tutore”). Quindi, il sistema chiede di riportare o di selezionare il numero di partita Iva per il quale si intende operare.

Trasmissioni dei dati di corrispettivi, liquidazioni Iva, spesometro nel sistema delle ‘Fatture e corrispettivi’

Nella stessa sezione del portale “Fatture e corrispettivi” l’utente, oltre alla conservazione delle fatture elettroniche, ha la possibilità di accedere ad altri servizi gratuiti quali:

  • la trasmissione dei dati dei corrispettivi;
  • le comunicazioni periodiche della liquidazione dell’Iva;
  • lo spesometro (abrogato nel 2019).

La sezione ‘Fatturazione elettronica” del sito dell’Agenzia delle entrate

Per il solo servizio della conservazione delle fatture elettroniche, è necessario utilizzare principalmente una sezione che serve per predisporre e per trasmettere le fatture elettroniche e per sottoscrivere la convenzione che permette di conservare elettronicamente tutte le fatture emesse e ricevute tramite il servizio Sdi. Nella sezione relativa alla Registrazione delle modalità di ricezione della fattura elettronica si può abbinare, invece, alla propria partita Iva un unico indirizzo telematico dove ricevere tutte le fatture elettroniche.

Si possono avere più servizi di conservazione delle fatture elettroniche?

Si possono utilizzare simultaneamente più servizi per la conservazione digitale delle fatture elettroniche? Il quesito, dunque, potrebbe ricadere nei casi in cui si scelga di conservare le fatture elettroniche sul sito dell’Agenzia delle entrate e contemporaneamente utilizzare il servizio offerto da soggetti qualificati a questo obiettivo.

Se si utilizza il servizio dell’Agenzia delle entrate di conservazione fatture elettroniche bisogna revocare gli altri servizi

La risposta è negativa. Infatti, il servizio di conservazione delle fatture elettroniche è alternativo. Cioè si possono utilizzare i servizi offerti da soggetti qualificati oppure quelli dell’Agenzia delle entrate. Se si dovesse scegliere di affidarsi ai servizi dell’Agenzia delle entrate o viceversa di altre società specializzate, è necessario procedere alla revoca del medesimo servizio precedentemente utilizzato.

Credito di imposta su investimenti, come recuperarlo se la fattura è stata già emessa

Si può recuperare il credito di imposta sull’acquisto di beni di investimento anche se la fattura è stata già emessa? La risposta è positiva, e questo può avvenire sia per la fattura cartacea che per quella elettronica. In questo modo, si può recuperare l’agevolazione vigente sull’acquisto di impianti, macchinari e attrezzature maturando il credito di imposta.

Per quali beni l’azienda può richiedere il credito di imposta fino al 30 giugno 2022?

La finanziaria 2021 ha stabilito che per gli investimenti fatti fino al 30 giugno 2022 spetti il credito di imposta pari al 45% del prezzo di acquisto. L’aliquota va applicata al netto dell’Iva. Il credito di imposta spetta nella misura piena per le imprese con sede nelle regioni del Sud Italia e del 30% per quelle situate in Abruzzo o in Molise. Per usufruire del credito di imposta, e dunque anche per i controlli successivi all’emissione della fattura, è necessario rispettare determinate regole.

Cosa avviene se si compra un impianto o un’attrezzatura senza l’indicazione in fattura?

Infatti, può capitare che il fornitore abbia venduto l’impianto, l’attrezzatura o il macchinario senza che l’azienda che ha comprato il bene abbia potuto beneficiare del credito di imposta. E che dunque sulla fattura non abbia indicato gli estremi dell’agevolazione. In questi casi è possibile recuperare l’eventuale mancanza degli estremi della fattura.

Cosa deve contenere la fattura per avere il credito di imposta sugli investimenti?

Infatti, è previsto per accedere al credito di imposta sull’acquisto di determinati sistemi e attrezzature rientranti nelle agevolazioni che sulla fattura e sugli altri documenti attestanti l’avvenuto acquisto sia riportato il riferimento alla norma che contiene l’agevolazione. In mancanza, e al compimento dei controlli, l’agevolazione stessa può essere revocata.

Credito di imposta, si può recuperare anche se la fattura è stata già emessa?

Prima dunque che avvengano i controlli, il richiedente il beneficio può regolarizzare il documento (ovvero la fattura) riportando gli estremi della norma sulla fattura originale. La regolarizzazione deve avvenire con scrittura indelebile ed eventualmente anche utilizzando un timbro apposito.

Come recuperare il credito di imposta sulle fatture elettroniche?

Sulle fatture elettroniche, invece, si può procedere in due modi:

  • stampando il documento di spesa e inserendo la scritta indelebile;
  • riportare l’integrazione elettronica unendola all’originale. In questo caso, bisogna conservare le due copie, l’ultima della quale deve essere un apposito file. Pertanto, il file deve essere allegato alla fattura elettronica originaria per l’invio al Sistema di interscambio (Sdi).

Per quali acquisti di beni strumentali si può avere di più di credito di imposta?

Il recupero del credito di imposta per investimenti in attrezzature, in sistemi o in impianti può far arrivare il beneficio fino al 95%. Infatti, la Finanziaria 2021 prevede che per l’investimento sostenuto entro il 30 giugno 2022 la percentuale del 45% possa essere maggiorata di un ulteriore 10% se entro il 31 dicembre 2021:

  • l’ordine sia stato accettato dal venditore;
  • sia stato anticipato dall’azienda che compra almeno un quinto del costo del bene acquistato.

Per gli acquisti sostenuti direttamente nel 2022, invece, il credito di imposta aggiuntivo è del 6%.

Per quali investimenti in sistemi, attrezzature e impianti si può arrivare al 95% di credito di imposta?

Alle percentuali sopra indicate, si possono aggiungere altre aliquote di credito di imposta per determinati beni rientranti nelle agevolazioni dell’Industria 4.0. Infatti, il credito di imposta aggiuntivo cresce dal 10 al 50% e dal 6 al 40% nei casi di acquisto:

  • di beni strumentali che funzionino con sistemi computerizzati o mediante sensori;
  • per sistemi che possano garantire la qualità e la sostenibilità;
  • di beni strumentali che implementino l’interazione dei macchinari con i lavoratori garantendo maggiore sicurezza sul posto di lavoro.

Rispettando tutte le norme previste per l’assegnazione del credito di imposta, il beneficio può arrivare fino al 95% del costo di acquisto dei macchinari, attrezzature e sistemi, indistintamente per ciascun settore di attività.

Quali sono le condizioni che la Finanziaria 2021 richiede per avere il credito di imposta?

Per ottenere il credito di imposta è necessario che l’azienda compratrice sia in regola con determinati obiettivi e normative. Infatti, l’azienda che richiede l’agevolazione deve essere in regola con il versamento dei contributi assistenziali e previdenziali nei confronti dei dipendenti. Inoltre, è necessario che l’azienda stessa applichi correttamente le regole sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.

Agenzia delle Entrate app e software fatturazione elettronica, come funzionano

Con l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica, il Fisco italiano ha contestualmente messo a disposizione dei contribuenti, senza costi, tutta una serie di strumenti e di servizi gratuiti ed utili per predisporre, per inviare e per conservare ed archiviare tutte le e-fatture.

Tra questi servizi spiccano il software per PC per la fatturazione elettronica, e l’app mobile che è denominata ‘FatturAE’, e che permette la gestione dei documenti digitali muniti di tablet oppure di smartphone. Vediamo allora, nel dettaglio, come funziona il software di fatturazione elettronica per PC dell’Agenzia delle Entrate, e come funziona l’app mobile ‘FatturAE’ che si può scaricare dall’App Store per il sistema operativo iOS, e dallo store Google Play per i dispositivi con il sistema operativo Android.

Ecco come funziona il software per la fatturazione elettronica dell’Agenzia delle Entrate

Nel dettaglio, il software per PC per la fatturazione elettronica dell’Agenzia delle Entrate è tale da poter lavorare anche fuori linea. Chiaramente dopo averlo scaricato ed installato. In pratica, senza connessione ad Internet, il contribuente potrà predisporre la fattura elettronica e potrà salvarla sul proprio personal computer. Dopodiché, solo al momento della trasmissione della e-fattura sarà necessario connettersi al web, ed in particolare al portale ‘Fatture e Corrispettivi‘ del Fisco.

Cosa si può fare con l’app FatturAE, dalla predisposizione all’invio al Sistema di Interscambio

Per quel che riguarda invece l‘app FatturAE, con l’applicazione mobile del Fisco sulla fatturazione elettronica basta praticamente uno smartphone per fare tutto. In quanto le e-fatture si possono predisporre, visualizzare e controllare. Così come le fatture elettroniche generate si possono salvare sul cloud, si possono importare e, quando è tutto pronto, si possono chiaramente inviare al Sistema di Interscambio.

L’uso dell’app FatturAE e del software dell’Agenzia delle Entrate non è comunque obbligatorio. In quanto il titolare di partita IVA potrà utilizzare anche altri software per la gestione delle fatture elettroniche. A patto però che questi siano compatibili, tra l’altro, con le specifiche per l’invio tramite il sistema Sdl.

Il portale online Fatture e Corrispettivi come alternativa ad app e software per PC

Oltre all’app ed al software per PC, il terzo strumento gratuito che viene messo a disposizione dal Fisco, per la fatturazione elettronica, è rappresentato proprio dal già citato portale online ‘Fatture e Corrispettivi‘ con accesso tramite le credenziali. Ovverosia, per i soggetti diversi dalle persone fisiche, utilizzando per l’autenticazione le credenziali fornite dall’Agenzia delle Entrate. Ovverosia, codice fiscale o codice Entratel, la password ed il codice PIN. Oppure è possibile autenticarsi con la Carta di Identità Elettronica (CIE), con la Carta Nazionale dei Servizi (CNS) oppure con SPID che è il Sistema Pubblico di Identità Digitale.

Partite Iva: allo studio estensione obbligo fattura elettronica anche ai forfettari

È allo studio l’estensione dell’obbligo della fatturazione elettronica a un milione e mezzo di partite Iva che rientrano nel regime di flax tax o forfettario. Lo strumento, infatti, si sta dimostrando essere in grado di monitorare e di tenere sotto controllo l’andamento dell’economia. Ma l’obiettivo principale della fattura elettronica, anche alle partite Iva del regime forfettario, resterebbe quello di contrastare l’evasione fiscale. Per questo motivo, la proposta di allargamento alle partite Iva della flat tax, è arrivata dalle Commissioni Finanze della Camera e del Senato.

Fatturazione elettronica come strumento di monitoraggio dell’economia

Dal punto di vista del monitoraggio dell’andamento dell’economia, l’estensione della fattura elettronica anche alle partite Iva ad oggi non obbligate al suo impiego, consentirebbe di ricavare dati relativi ad oltre cinque miliardi di documenti digitali. L’idea è quella di avere numeri certi e facilmente reperibili per costruire le analisi dei rischi di chi opera nel sistema economico. Ma all’amministrazione finanziaria la fatturazione elettronica allargata consentirebbe anche di ricostruire i buchi dell’omessa emissione della fattura stessa.

Fattura elettronica, potrebbero essere obbligate le partite Iva forfettarie

E proprio dai buchi di omessa fatturazione si arriverebbe anche a dare una risposta all’obiezione che veniva fatta nel 2019 quando la fatturazione elettronica segnava il suo anno di inizio. Ovvero, che chi non emetteva fattura prima, non lo avrebbe fatto nemmeno con la fattura elettronica. Ma occorre considerare due elementi a due anni di utilizzo dello strumento elettronico. Il primo è che l’obbligo non sussiste per varie attività economiche professionali. E con l’innalzamento del tetto della partita Iva in regime forfettario a 65 mila euro, sono un milione e mezzo i contribuenti della flat tax che non emettono la fattura elettronica.

L’iter per arrivare alla fatturazione elettronica per tutti

Secondo fonti informate, il lavoro delle Commissioni Finanze delle due Camere sull’allargamento dell’obbligo della fatturazione elettronica sarebbe ben accettato dal Governo. Il passaggio più complesso riguarda il via libera della Commissione europea. E, in tal senso, già nella scorsa primavera la direttrice delle Finanze aveva richiesto al governo di ottenere il lasciapassare della Commissione europea per allungare la scadenza alla fine del 2024 dell’obbligo della fattura elettronica per i soggetti che devono emetterla. Ma anche per l’allargamento del numero delle partite Iva obbligate all’emissione della fattura elettronica, includendo anche quelle forfettarie.

Non obbligati alla fatturazione elettronica: partite Iva forfettarie, associazioni e società sportive dilettantistiche

Le due Commissioni, inoltre, nello scorso giugno avevano indirizzato la riforma fiscale anche nella direzione dell’obbligo della fatturazione elettronica per i soggetti attualmente non obbligati. E, oltre alle partite Iva a regime forfettario, sono esenti anche le associazioni e le società sportive dilettantistiche che nel periodo precedente non abbiano superato i 65 mila euro dalle proprie attività commerciali.

Obbligo di fatturazione elettronica ai forfettari nella Manovra 2022?

Novità in tal senso potrebbero arrivare dalla legge di Bilancio del 2022 che il governo Draghi è chiamato ad approvare nell’ultima parte dell’anno. Si ipotizza che l’estensione potrebbe arrivare come esigenza di uniformità in tema di digitalizzazione. E, ovviamente, di contrasto all’evasione fiscale. L’alternativa alla legge di Bilancio potrebbe arrivare attraverso il percorso della delega fiscale.

Fattura elettronica gratis: procedura online step by step

La fattura elettronica è diventata obbligatoria dal 1° gennaio 2019. La sua emissione riguarda cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuata tra due soggetti con partita Iva ma anche tra un operatore Iva e un consumatore finale. Al fine di aiutare imprese e professionisti nel preparare, trasmettere, ricevere e conservare le fatture elettroniche, il portale dell’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione diversi servizi gratuiti.

Peculiarità della fattura elettronica

La fattura elettronica si differenzia da quella cartacea, in quanto viene redatta esclusivamente tramite pc, tablet e smartphone. Inoltre, va trasmessa al cliente tramite il codice destinatario Sistema di Interscambio. Quest’ultimo verifica se la fattura contiene tutti i dati obbligatori ai fini fiscali e l’indirizzo PEC destinatario della fattura. Il SdI verifica anche l’esistenza della partita Iva del fornitore e la partita Iva o codice fiscale del cliente. Se il tutto è corretto, consegna la fattura al destinatario con una ricevuta di recapito a chi l’ha trasmessa.

Si ricorda, che le imprese e i lavoratori autonomi in regime di vantaggio e in regime forfettario, nonché i piccoli produttori agricoli sono esonerati dall’obbligo di emissione di fattura elettronica.

I vantaggi della fattura elettronica

I principali vantaggi dell’utilizzo della fatturazione elettronica, sono costituiti dall’eliminazione del consumo della carta, dal risparmio dei costi della stampa, spedizione e conservazione dei documenti. Acquisendo la fattura in formato di file XML, il processo di contabilizzazione dei dati inserite in essa diviene più veloce, con riduzione dei costi di gestione e degli errori che possono materializzarsi con l’acquisizione manuale dei dati.

Inoltre, ne guadagna l’efficienza del rapporto commerciale tra fornitori e clienti. Ma ci sono altri vantaggi nell’uso della fattura elettronica, di natura fiscale:

  • per gli operatori Iva in regime di contabilità semplificata che emettono solo fatture e che si avvalgono dei dati che l’Agenzia delle Entrate mette loro a disposizione, sulla base delle regole previste da provvedimento dell’Agenzia stessa, viene meno l’obbligo di tenere i registri Iva;
  • per tutti gli operatori Iva che emettono e ricevono solo fatture, ricevendo ed effettuando pagamenti in modalità tracciata sopra il valore di 500 euro, i termini diaccertamento fiscale sono ridotti di 2 anni;
  • qualsiasi operatore, così come i consumatori finali, possono consultare e acquisire copia delle proprie fatture elettroniche emesse e ricevute attraverso un semplice e sicuro servizio online messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

Fattura elettronica gratuita: i servizi gratuiti dell’ADE

L’Agenzia delle Entrate offre tre servizi gratuiti di supporto ai professionisti che devono approcciarsi obbligatoriamente alla fatturazione elettronica, al fine di semplificarne il processo e sfruttarne i vantaggi.

  • una procedura online tramite l’accesso al portale “Fatture e Corrispettivi” del sito dell’Ente;
  • un software scaricabile sul PC;
  • l’app Fatturae scaricabile dagli store Apple e Android.

Procedura web dell’Agenzia delle Entrate per la fattura elettronica gratis

Per creare una fattura elettronica gratis, per prima cosa, si deve accedere al portale “Fatture e Corrispettivi” raggiungibile attraverso la home page del sito http://www.agenziaentrate.gov.it/, tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CNS (Carta Nazionale dei Servizi) e credenziali Fisconline/Entratel.

Dopo aver inserito le credenziali, si apre una maschera in cui il fruitore deve scegliere il profilo con cui operare:

  • “Me stesso” per accedere alla propria partita Iva;
  • “Incaricato” se si agisce per conto dell’azienda per cui si lavora;
  • “Delega diretta” nel caso si sia stati scelti come intermediario dal cliente possessore di partita Iva;
  • “Tutore” se si opera come tutore del soggetto titolare di partita Iva.

Dopo aver operato la scelta del profilo, la home page propone un elenco di sezioni che contengono i link dei singoli servizi:

  • Fatturazione elettronica e conservazione;
  • Corrispettivi;
  • Dati fatture e comunicazioni IVA;
  • Consultazione.

Cliccando su “Corrispettivi“, finalmente si accede alla procedura online riguardante la creazione di una fattura elettronica. Nella schermata appare un box a destra che indica “Importa da file XML“, opzione che riguarda chi ha già creato una fattura elettronica con un software e vuole trasmetterla. Nel box a sinistra appare la dicitura “Crea un nuovo file” che consente la creazione di tre documenti diversi: fattura ordinaria; fattura semplificata; fattura PA.

Creazione di una fattura semplificata

Cliccando su “Fattura semplificata” si può procedere con la procedura di compilazione della fattura elettronica. Innanzitutto, si inseriscono i propri dati: la partita Iva, il codice fiscale, la denominazione, il nome e il cognome. Successivamente, dal menù a tendina si indica il regime fiscale che si ha in prevalenza. Poi, si indica l’indirizzo di residenza (N. civico, CAP e Comune, provincia e nazione. A questo punto si clicca su “Salva i miei dati” per procedere alla fase seguente.

Nella successiva schermata si devono inserire tutti i dati del cliente destinatario della fattura elettronica semplificata: partita Iva e codice fiscale, poi il codice destinatario. Quest’ultimo è obbligatorio, in quanto consente al Sistema di Interscambio di recapitare la fattura elettronica. A questo punto si salvano i dati del cliente.

Una nuova schermata dedicata ai dati della fattura si apre. Si deve indicare il tipo di documento da produrre, il regime fiscale valido e la valuta, infine il numero della fattura e la data.

Fatto questo, si procede con la descrizione della cessione del bene o della prestazione del servizio oggetto della fattura. Va inserito anche l’importo che il cliente deve poi versare. Inoltre, va indicata l’imposta IVA da applicare, l’aliquota relativa e la sua natura.

A questo punto, viene fornito un riepilogo finale comprensivo di tutti i dati inseriti, dando così, la possibilità di controllare se ci sono errori da correggere prima di procedere con la spedizione della fattura elettronica. Il suo invio sarà effettuato verso il SdI che funge da postino, consegnandola al cliente che, una volta ricevuto il documento provvederà al pagamento.

Come scaricare massivamente fatture elettroniche

I titolari di partita Iva, che accedono tramite le proprie credenziali al portale ‘Fatture e Corrispettivi’ dell’Agenzia delle Entrate, possono fruire gratuitamente di tutta una serie di servizi. Tra questi, per tutte le fatture elettroniche che sono state emesse, che sono state ricevute, e che sono transitate dal Sistema di interscambio (Sdi), c’è il cosiddetto download massivo.

Ecco la procedura passo passo su come scaricare massivamente le fatture elettroniche

Nel dettaglio, dal portale online ‘Fatture e Corrispettivi‘ dell’Agenzia delle Entrate, la prima cosa da fare è quella di accedere al servizio tramite le proprie credenziali per poi selezionare e confermare l’utenza di lavoro. In questo modo il titolare di partita Iva avrà accesso ai servizi del portale ‘Fatture e Corrispettivi’.

Per il download massivo delle fatture elettroniche, dall’area ‘Consultazione‘, bisogna prima selezionare ‘Fatturazione Elettronica e altri dati IVA‘, e poi ‘Vai a consultazioni e download massivi‘ selezionando la voce ‘Fatture Elettroniche‘ nella sezione ‘Richieste‘.

Per richiedere a questo punto il download massivo delle proprie fatture elettroniche, il titolare di partita Iva avrà due possibili scelte. Ovverosia caricare la richiesta di download massivo attraverso l’upload di un file XML che è stato già preparato in precedenza, oppure chiedere il download massivo delle proprie fatture elettroniche tramite la ‘Creazione richiesta guidata‘.

Dopo aver inoltrato correttamente la richiesta all’Agenzia delle Entrate, il download massivo sarà in genere accessibile online dopo circa 24 ore attraverso l’invio, da parte del Fisco, di un file che sarà in formato ZIP, e che conterrà tutti le e-fatture selezionate.

Nella procedura ‘Creazione richiesta guidata‘, infatti, il titolare di partita Iva potrà chiedere il download massivo di tutte le proprie fatture elettroniche, oppure solo delle fatture elettroniche che sono state emesse scegliendo l’opzione ‘Fornitore‘. Oppure ancora solo le fatture elettroniche che sono state ricevute selezionando l’opzione ‘Cliente‘.

A cosa serve effettuare il download massivo delle fatture elettroniche

Attraverso l’accesso al file in formato ZIP sopra citato, per un titolare di partita IVA di norma il download massivo è un servizio online di estrema utilità al fine di poter poi girare al proprio commercialista tutte le e-fatture per la gestione e per la tenuta della propria contabilità. Acquisto il file in formato ZIP, infatti, il commercialista potrà poi andare a caricare tutte le e-fatture emesse e ricevute dal cliente sul proprio applicativo.

Pur tuttavia, questo passaggio di file si può sempre evitare se il titolare di partita Iva, tramite delega, permette al professionista di accedere per proprio conto al portale online ‘Fatture e Corrispettivi’ dell’Agenzia delle Entrate. Al riguardo c’è il modello delega, con le relative istruzioni, che si può visionare e scaricare dal sito Internet dell’Agenzia delle Entrate.

Con il modello il titolare di partita Iva, salvo revoca, potrà decidere e scegliere di conferire la delega fino ad un massimo di 4 soggetti e comunque per un durata non superiore ai 24 mesi. Al riguardo il titolare di partita Iva può fissare la durata della delega compilando nel modulo il campo ‘fino al‘, ed inserendo quindi la data di scadenza.