UniCredit è Top Employer Europe 2015

Ieri abbiamo scritto del riconoscimento a Lamborghini come Top Employer Italy 2015. Oggi la prospettiva si sposta dall’Italia all’Europa, ma il riconoscimento di Top Employer riguarda sempre un’azienda tricolore: è UniCredit, che per il quarto anno consecutivo si conferma Top Employer Europe 2015. Un riconoscimento internazionale che quest’anno è andato solo a 27 aziende a livello europeo.

Il riconoscimento è stato ottenuto da UniCredit grazie alla certificazione locale Top Employer 2015 conseguita in Austria, Germania, Italia, Polonia, Russia e Uk.

La Certificazione viene rilasciata alle aziende premiate in seguito alla ricerca condotta dal Top Employers Institute attraverso l’HR Best Practices Survey, uno strumento di indagine scientifico e oggettivo che analizza strategie, processi e strumenti HR, ricompresi in cinque categorie: Politiche retributive, Condizioni di lavoro e benefit, Cultura aziendale, Formazione e sviluppo, Opportunità di carriera.

UniCredit ha ottenuto risultati d’eccellenza nelle diverse categorie esaminate, legate alle condizioni di lavoro offerte ai dipendenti, alle strategie di formazione e sviluppo diffuse a tutti i livelli aziendali e alla gestione delle risorse, confermando così di essere un’azienda italiana attiva in un percorso di continuo miglioramento.

Secondo l’ad di UniCredit, Federico Ghizzoni, “la certificazione Top Employer Europe testimonia la volontà di UniCredit di investire nei colleghi del Gruppo, riconoscendone i talenti e sostenendo percorsi di carriera e crescita legati alla formazione continua e allo sviluppo delle competenze. La certificazione riconosce inoltre gli sforzi compiuti e gli importanti risultati raggiunti, anche nel creare un ambiente di lavoro meritocratico. Il nostro è un impegno costante, fondato sulla volontà di migliorarci e valorizzare la diversità e la ricchezza di esperienze presenti nel nostro Gruppo”.

Unicredit cede Pioneer a Santader

Proseguono le trattative di Unicredit con Santader per la cessione del 50% di Pioneer.

L’ha confermato Federico Ghizzoni, ad dell’istituto di credito: “La decisione è di negoziare da ora in avanti solo con Santander, nella sostanza è un’esclusiva. Eravamo partiti anche con l’ipotesi di un private equity, poi nel tempo si è sviluppata sempre di più l’opportunità industriale rappresentata da Santander e gradualmente abbiamo fatto nostra questa idea: la decisione di dare preferenza a un partner industriale ci porterà, se le cose si concluderanno positivamente, alla creazione di una società con 350 miliardi di euro di masse gestite, tra le prime 15 in Europa e tra le prime 25-30 al mondo“.

Principale obiettivo di questa operazione, che ormai ha eliminato qualunque altro interessato alla trattativa, è di creare un nuovo player nell’asset management e il top manager si è detto fiducioso che il deal non incontrerà ostacoli autorizzativi da parte delle autorità competenti.

Il numero uno di Unicredit ha anche voluto escludere tagli di personale a seguito della fusione: “Il fit geografico è perfetto le sovrapposizioni sono minime, se non inesistenti. Partiamo con una posizione sul mercato captive invidiabile perché pochi hanno a disposizione oltre 21 mila sportelli. Si parte subito con masse importanti. Abbiamo un nostro piano di crescita che sta andando bene e non abbiamo alcuna discussione in atto per fare da polo aggregante in Italia“.

L’accordo che si sta delineando con Santader permetterà a Pioneer di accedere anche ai canali di distribuzione della banca spagnola, che andranno ad unirsi con la rete di Unicredit.
Ad oggi, infatti, Pioneer gestisce il 69% delle sue attività per conto di clienti dell’Europa occidentale, molti tra i quali sono italiani, e dell’America Latina, ma anche un ulteriore 19% per conto di clienti statunitensi.

Sembra che sia prevista un’aggregazione tra Pioneer e Santader Asset Management, mentre Unicredit e Santader, unitamente a Warburg Pincus e General Atlantic, soci spagnoli di Santader AM, deterranno un terzo a testa del risultato della fusione.

Ha aggiunto a questo proposito Ghizzoni: “Negli anni a venire i fondi usciranno, probabilmente tramite un Ipo, e la nuova realtà diventerà una società quotata con due soggetti paritetici: Unicredit e Santander“.

Attualmente Unicredit detiene il 100% di Pioneer Investments, mentre Santander Asset Management è controllata per il 50% da Banco Santander e per la restante parte da Warburg Pincus e General Atlantic.

Vera MORETTI

Terzo impianto per Nordmeccanica

E’ stato inaugurato a Piacenza il terzo stabilimento di Nordmeccanica, leader mondiale nel settore dell’imballaggio industriale, soprattutto per quanto riguarda il packaging delle confezioni alimentari e farmaceutiche, con la peculiarità di riuscire ad accoppiare i film esterni, stampati con i nomi dei prodotti, e le pellicole interne destinate al contatto con gli alimenti.

Solo quindici anni fa l’azienda, sull’orlo del fallimento, è stata riportata al successo da Federico Ghizzoni, amministratore delegato di UniCredit, e dalla famiglia Cerciello, ovvero Antonio, capo azienda e capo famiglia, e si suoi due figli Vincenzo ed Alfredo.

Il nuovo impianto creerà a regime 80 posti di lavoro la gran parte periti tecnici e meccanici, i quali faranno formazione in azienda senza essere assunti con contratto di apprendistato che, ha dichiarato Antonio Cerciello “non serve a nulla, non l’ho mai usato“.

Non si tratta solo di una felice realtà attiva su territorio nazionale poiché Nordmeccanica ha anche un impianto a Shanghai, con volumi d’affari in crescita a doppia cifra.
Per questo, e anche per la fama che l’azienda ha ormai raggiunto, all’inaugurazione del nuovo impianto piacentino erano presenti 40 operatori cinesi guidati dal console di Pechino a Milano, Li Bin e dal presidente degli industriali del settore imballaggi, Xia Jialiang.

Il motivo della loro presenza era semplice: capire come Nordmeccanica sia capace di utilizzare la “metallizzazione”, una tecnica ecosostenibile che permette di realizzare fogli e pellicole in sostituzione dell’alluminio, grazie anche a particolari tecniche di incollaggio non inquinanti perché prive di solventi.

Non a caso Nordmeccanica è il primo esportatore in Cina di macchine per imballaggi (con una quota di mercato che supera il 65%) e per il 99% del fatturato (circa 82 milioni di euro) realizzato all’estero data una domanda domestica stagnante.

Si tratta di un’ulteriore riprova che uscire dal mercato domestico, con tutti i rischi che ciò comporta, rimane ancora una delle scelte migliori, per ritrovare competitività e slancio che, purtroppo, la crisi aveva sopito per tanto tempo.

Vera MORETTI

Unicredit: in arrivo finanziamenti alle pmi

Ad annunciarlo è stato Federico Ghizzoni in persona, ovvero l’amministratore delegato di Unicredit.

Il banchiere, dopo essersi mostrato ottimista nei confronti dei conti del gruppo per l’anno in corso e aver confermato entro giugno una trattativa seria con i lavoratori sugli esuberi, ha anche dichiarato che l’istituto di credito ha intenzione di focalizzarsi sulle piccole e medie imprese con l’erogazione di 500 milioni di euro al mese.

Partendo nel 2014, e fino al 2018, infatti, il Gruppo ha in programma di elargire 120 miliardi di euro di finanziamenti, con tanto di lettere inviate direttamente alle imprese con la proposta di nuovi crediti disponibili.

Il target considerato è quello delle piccole imprese con fatturati compresi tra 5 e 10 milioni di fatturato.

Vera MORETTI

UniCredit supporta le imprese per i debiti delle PA

Le banche vanno incontro alle imprese?
Nel caso di UniCredit, a quanto pare sì. La dichiarazione di Federico Ghizzoni, amministratore delegato dell’Istituto di credito, ha lasciato intravedere che la sua banca è pronta ad acquistare dalle imprese i crediti nei confronti della pubblica amministrazione: “Abbiamo un plafond di 10 miliardi per queste operazioni ma è stato utilizzato poco perché le pubbliche amministrazioni non certificano i loro debiti. Se con le norme annunciate le certificazioni arriveranno non avremo problemi a rilevare quei crediti“.

Ghizzoni, inoltre, interpellato sulla critica situazione in Russia, Ucraina e Turchia, tutti paesi nei quali UniCredit è presente, si è detto positivo, specificando che: “per l’Ucraina abbiamo già accantonato oltre 600 milioni, la nostra esposizione è limitata allo 0,4 per cento del totale dei crediti del gruppo e stiamo valutando la cessione. La Russia ha contribuito con 500 milioni al risultato di gruppo ed è rilevante anche per l’attività di credito, ma siamo lì da 25 anni e ne abbiamo già viste molte. In Turchia ci sono tensioni politiche e si prevede un rallentamento nella seconda metà dell’anno ma noi stiamo continuando ad investire“.

Il bilancio dell’Istituto di credito per il 2013 si è chiuso in rosso per 14 miliardi, avendo svalutato gli avviamenti e accantonato 13,7 miliardi al fondo rischi su crediti. Questa mossa è stata spiegata dall’AD come la volontà di avviare un nuovo ciclo, e con la consapevolezza che il 2014 sta già producendo nuovi utili, considerando, ad esempio, che i crediti deteriorati sono cresciuti dell’11% rispetto al 20% del sistema nel suo complesso, ma soprattutto che , nell’ultimo trimestre, quella crescita si è ridotta allo 0,2%, e viaggia verso la stabilità.

Per quanto riguarda l’effetto dell’Unione Bancaria sui conti UniCredit, Ghizzoni ha dichiarato: “E’ difficile valutare, sappiamo che nel 2012 la crisi del mercato interbancario ha determinato per noi maggiori costi lordi per 250 milioni di euro. Ma quello che ci aspettiamo dall’Unione Bancaria più che l’aumento dei margini è una migliore circolazione della liquidità, che dovrebbe rendere più omogenei i tassi dell’area a livelli più bassi con un miglioramento delle condizioni per le imprese italiane”.

Vera MORETTI

La moda è sempre più Made in Tuscany

La Toscana sta diventando sempre più una regione leader per quanto riguarda la moda.
Lo stesso presidente della Regione, Enrico Rossi, in occasione dell’inaugurazione dell’85esima edizione di Pitti Uomo, svoltosi a Firenze dal 7 al 10 gennaio, ha dichiarato: “Se oggi questa regione è in piedi in buona misura lo dobbiamo alla presenza del settore moda“.

Quello di Rossi è stato un vero e proprio omaggio alle tante piccole e medie aziende che operano nel settore dell’abbigliamento e della pelletteria d’alta gamma e che contribuiscono all’esportazione del Made in Tuscany, non solo nelle altre regioni italiane ma anche all’estero.

Anche UniCredit ha deciso di muoversi in questa direzione, tramite una collaborazione col Centro di Firenze per la Moda Italiana.
A questo proposito, si sono incontrati Federico Ghizzoni, amministratore delegato dell’Istituto di credito e Stefano Ricci, presidente del Centro di Firenze.

Lo stesso Ghizzoni ha dichiarato: “A oggi con UniCredit International per la Moda abbiamo erogato quasi 100 milioni di nuovi finanziamenti e oltre 100 delle aziende segnalate da CFMI, espositrici di Pitti Uomo a Firenze e di CPM a Mosca, hanno usufruito dei prodotti UniCredit dedicati alla loro attività internazionale. Abbiamo lavorato seriamente al progetto Fatto in Italia e abbiamo contattato 440 imprese, creando anche il portale UniCredit International per la Moda che ha registrato nell’anno 8000 visitatori unici. Ancora 389 aziende hanno partecipato con noi all’iniziativa Destinazione Cina, che si è tenuta lo scorso ottobre a Firenze e a Napoli per supportare chi vuole esportare in quel Paese“.

I progetti futuri riguardano una serie di contatti ed incontri, per il settore calzaturiero, tra i buyer di Emirati Arabi, Oman, Germania e Polonia.
Inoltre, tra il 16 e il 18 gennaio, durante il Pitti Bimbo, avrà luogo un B2B dedicato, appunto, all‘abbigliamento bimbo con 30 aziende esportatrici.

Gaetano Marzotto, presidente di Pitti Immagine, ha confermato che i dati relativi all’export sono molto incoraggianti: “Nel mercato interno abbiamo perso il 20% del fatturato, consumi per circa 10 milioni di euro“.

Vera MORETTI

UniCredit e Sace insieme per le pmi

Per sostenere la competitività delle aziende nel mondo, soprattutto se si tratta di pmi, UniCredit e Sace hanno deciso di rafforzare la loro collaborazione con un triplice accordo.

Si tratta di un importante progetto che prevede:

  • un plafond da € 300 milioni per finanziamenti a medio-lungo termine erogati da UniCredit (ora anche su provvista di CDP) garantiti da SACE, a sostegno di progetti di sviluppo estero di Pmi italiane (dall’acquisto di nuovi macchinari all’apertura di punti vendita all’estero, da investimenti in ricerca e sviluppo alla partecipazione a fiere internazionali);
  • un plafond da € 100 milioni per anticipi o finanziamenti estero a breve termine (fino a 18 mesi), erogati da UniCredit e garantiti da SACE nell’ambito di attività di internazionalizzazione delle Pmi italiane;
  • un plafond di almeno € 250 milioni di garanzie internazionali emesse da UniCredit e

controgarantite da SACE, in favore di attività di esportazione o realizzazione di lavori all’estero ad opera di aziende italiane.

Le piccole e medie imprese, grazie a questa intesa, vedranno ampliarsi la propria possibilità di accesso al credito, oltre ad avviare un processo di internazionalizzazione attraverso gare e commesse.

Ha dichiarato Alessandro Castellano, amministratore delegato di SACE: “Il successo delle nostre imprese sui mercati internazionali è sempre più legato all’accesso a strumenti assicurativo-finanziari competitivi in grado di rafforzarne la capacità di investimento in innovazione, sviluppo e individuazione di nuove opportunità di business. Con l’accordo firmato con UniCredit, SACE mette oggi a disposizione di un crescente numero di Pmi la conoscenza dei mercati emergenti e l’esperienza nella gestione dei rischi maturata in oltre 30 anni di attività al fianco degli esportatori italiani”.

Ha aggiunto Federico Ghizzoni, amministratore delegato di UniCredit: “Grazie a questo nuovo accordo con SACE possiamo ulteriormente supportare le aziende, soprattutto piccole e medie, nell’affrontare la loro crescita sui mercati internazionali fornendo mezzi finanziari, servizi e consulenza, anche tramite la dedicata struttura di colleghi di Global Transaction Banking presenti sul territorio. Inoltre la nostra presenza diretta in 50 Paesi ci consente di mettere a loro disposizione l’esperienza e la conoscenza dei mercati e di aiutarle ad agganciare l’export con un approccio strutturato e sostenibile”.

Vera MORETTI

UniCredit alla riscossa per l’acquisto di Bgz

Testa a testa italo-francese per l’acquisto di Bgz, l’undicesima banca polacca attualmente di proprietà dell’olandese Rabobank ma vicino alla cessione.

Interessate sono, infatti, UniCredit e Bnp Paribas, anche se, in attesa, e magari pronte ad approfittare della situazione, ci sono l’altra polacca Alior Bank, nota per essere tra le attività ancora nella disponibilità del finanziere franco-polacco Romain Zaleski, e la BZ WBK del gruppo spagnolo Santander.

L’Istituto di credito di piazza Cordusio ha presentato, attraverso la controllata Pekao, un’offerta preliminare per Bgz, come è stato confermato dall’ad Federico Ghizzoni.
Le ultime indiscrezioni darebbero la banca francese favorita, ma Unicredit non sarebbe intenzionata a lasciare la presa.

Nodo da sciogliere è il prezzo di Bgz, sul quale Rabobank ha attese elevate e ben superiori al book value. Per questo motivo, l’Istituto olandese starebbe temporeggiando, per valutare quanto potrebbe ricavare dall’operazione.
La cosa certa è che chi comprerà Bgz, che vantava a fine giugno attivi per 8,7 miliardi di euro, dovrà lanciare un’Opa sulla banca, visto che l’istituto e’ quotato alla Borsa di Varsavia.

Esiste però anche un nodo regolamentare: Andrzej Jakubiak, capo dell’Autorità di controllo polacca sul sistema bancario, si è sempre detto riluttante a mega-fusioni fra banche polacche e ha affermato di preferire l’ingresso nell’azionariato di nuovi investitori piuttosto che il consolidamento a se stante.

In Polonia Unicredit e’ presente tramite una delle maggiori istituzioni dell’area, cioe’ Bank Pekao, della quale possiede il 50% delle azioni. In termini di asset il gruppo guidato dal manager Luigi Lovaglio è la seconda banca della Polonia con il vantaggio di essere ben capitalizzata, come indicato dai recenti stress test condotti dalla Autorita’ di Vigilanza polacca.

Da un punto di vista strategico l’operazione su Bgz potrebbe permettere ad Unicredit di consolidare il mercato con il capitale in eccesso di Pekao.
Questa nuova operazione nell’Est dell’Europa dà idea del riassetto in corso per il gruppo guidato da Ghizzoni in questa area, con particolare focus su Polonia, Russia, Turchia e Repubblica Ceca.

Vera MORETTI

Accordo UniCredit-BEI per finanziare le imprese italiane

UniCredit e BEI hanno consolidato ulteriormente i loro proficui rapporti di collaborazione con quattro nuovi accordi messi a punto a Milano.
Si tratta di finanziamenti a medio-lungo termine a imprese italiane appartenenti a vari settori, per un importo complessivo di 580 milioni di euro.

All’interno di questo plafond messo a disposizione dalla BEI sono state individuate quattro distinte aree di intervento.
Si parte da un finanziamento di 400 milioni rivolto a piccole e medie imprese e di 50 milioni destinati alle Mid-Cap.
Le linee saranno riservate esclusivamente agli investimenti delle pmi tramite l’intermediazione di UniCredit e UniCredit Leasing. I prestiti sono rivolti sia a nuovi investimenti sia a quelli in corso non ancora ultimati.
Per quanto riguarda le pmi, i progetti non potranno superare l’importo di 25 milioni e gli interventi potranno riguardare:

  • l’acquisto, la costruzione, l’ampliamento e la ristrutturazione di fabbricati;
  • l’acquisto di impianti, attrezzature, automezzi o macchinari;
  • le spese, gli oneri accessori e le immobilizzazioni immateriali collegate ai progetti, incluse le spese di ricerca, sviluppo e innovazione;
  • la necessità permanente di capitale circolante legata all’attività operativa.

Inoltre Cinquanta milioni riguardano i progetti d’investimento delle società italiane di medie dimensioni (Mid-Cap).

Ambiente (100 milioni): La Banca dell’Unione Europea mette a disposizione delle imprese tramite UniCredit e UniCredit Leasing 100 milioni di euro per il finanziamento di progetti di piccole e medie dimensioni localizzati in Italia nei settori delle infrastrutture e delle comunità sostenibili.
In particolare l’intervento riguarda la realizzazione di strutture volte all’erogazione di un servizio pubblico nei settori dei trasporti, energia, smaltimento rifiuti, telecomunicazioni, idrico, sanitario, educativo ed edilizia sociale.
I progetti non potranno superare l’importo di 25 milioni.

Un’ultima tranche (30 milioni) riguarda Industria 2015, volta i finanziare i progetti in ricerca e sviluppo selezionati dal Ministero dello sviluppo economico in specifiche aree tematiche: gli investimenti di aziende in ricerca e sviluppo sono stati selezionati dal Ministero nell’ambito dei bandi tematici Industria 2015 (Made in Italy, Efficienza energetica e Mobilità sostenibile).

Dario Scannapieco, Vice Presidente BEI responsabile per le operazioni in Italia, Malta e Balcani Occidentali, ha dichiarato: “Le piccole e medie imprese sono le più colpite dalla lunga crisi che attanaglia l’Europa e l’Italia: per esse, l’accesso al credito è diventato la priorità in assoluto in questi mesi affinché riescano a proseguire con adeguate risorse finanziarie la loro attività. Con queste operazioni la BEI, grazie alla collaborazione con UniCredit, uno dei nostri partner principali a livello europeo, mette la propria finanza caratterizzata da lunghe scadenze e tassi favorevoli a disposizione del mondo produttivo italiano”.

Federico Ghizzoni, amministratore delegato di UniCredit, ha aggiunto: “I nuovi accordi con la BEI formalizzati oggi vanno ad aggiungere risorse preziose al nostro continuo e robusto supporto alle piccole e medie imprese italiane. La nostra vicinanza alle Pmi e la capillare conoscenza del territorio ci consentono di canalizzare rapidamente le risorse verso le imprese, in modo da massimizzare l’efficacia di questi strumenti di finanziamento degli investimenti, che sono vitali per la competitività del sistema produttivo italiano”.

Vera MORETTI

Accordo tra UniCredit e il Centro di Firenze per la Moda Italiana

Da un accordo tra UniCredit e il Centro di Firenze per la Moda Italiana è nato UniCredit International per la Moda, un progetto della banca che mette a disposizione delle piccole e medie imprese del settore moda un’offerta dedicata di servizi a supporto dell’internazionalizzazione.

Il Centro di Firenze della Moda Italiana affiancherà UniCredit per cogliere le specifiche esigenze del settore ma anche per promuovere prodotti, servizi e iniziative che possano valorizzare al meglio il Made in Italy all’estero.
L’istituto di credito ha voluto fare questo passo perché consapevole dell’importanza della moda per l’economia italiana, ma anche per il merito che questo settore ha nel creare occupazione e sempre nuove opportunità lavorative.

A beneficiare di questo accordo saranno soprattutto le pmi che si occupano di produzioni realizzate interamente in Italia e che dimostreranno di avere un alto potenziale di crescita nell’export. Verranno selezionate direttamente da UniCredit in collaborazione con il Centro di Firenze per la Moda Italiana.

Questa intesa è stata presentata in occasione dell’inaugurazione dell’83esima edizione di Pitti Immagine Uomo dall’AD di Unicredit, Federico Ghizzoni, e da Stefano Ricci, presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana.

Vera MORETTI