Cartelle fiscali, imprese, pensioni e scuola: tutte le novità in arrivo con la legge di Bilancio 2022

Dopo il via libera finale al Senato, domani 23 dicembre arriverà alla Camera il disegno di legge di Bilancio 2022 con il voto di fiducia atteso per il 28 dicembre.  Tante le novità sulle cartelle fiscali, tasse, imprese, pensioni e scuola attese all’approvazione. Gli ultimi emendamenti hanno portato novità su vari con lo stop all’Iva per il Terzo settore fino al 2024 e il prolungamento dello stop alla tassa sui tavolini degli esercizi commerciali.

Cartelle esattoriali, più tempo per pagarle: 180 giorni per quelle notificate fino a marzo 2022

Ci sarà più tempo per pagare le cartelle esattoriali notificate dal 1° settembre 2021 al 31 marzo 2022. Il termine per il pagamento slitta a 180 giorni dai 150 previsti dal decreto legge numero 146 del 2021 (decreto Fisco-lavoro). Congelata fino a fine marzo prossimo anche la tassa sui tavolini. La novità riguarda bar, ristoranti e anche commercianti ambulanti. Il governo è andato incontro alle categorie danneggiate dalle chiusure dovute all’emergenza Covid. Fino al 2024 non verrà applicata l’Iva al Terzo settore. Il relativo emendamento sterilizza, dunque, per due anni la norma che sottopone all’Iva associazioni e società del Terzo settore.

Piani di risparmio e scuola: le novità per il 2022

La legge di Bilancio 2022 porterà benefici per i Piani individuali di risparmio (Pir). L’attuale misura assegna il credito di imposta ai piani di risparmio costituiti a partire dal 1° gennaio scorso per gli investimenti effettuati durante tutto l’anno in corso. Le modifiche attese dalla legge di Bilancio 2022 prevedono che tra gli investimenti che generano i crediti di imposta siano inclusi anche quelli del prossimo anno. Si abbassa la percentuale del credito di imposta che passa dal 20% al 10% sugli investimenti. Il beneficio può essere utilizzato entro 15 anni (e non più 10). Sulla scuola le novità più importanti riguardano gli esami di terza media e di maturità: si prevedono delle prove “light” in ragione delle difficoltà dettate dall’emergenza sanitaria. Spetterà al ministero dell’istruzione adottare le relative misure per valutare l’apprendimento degli esaminandi.

Finanziamenti agli enti locali: soldi a Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Torino e Città metropolitane

Sul fronte degli enti locali sono previsti aiuti a specifiche città. Il governo stanzierà 2,68 miliardi di euro nei prossimi 20 anni a favore di Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Torino e Città metropolitane per coprire i disavanzi maggiori di 70 euro per abitante. A Napoli andranno i maggiori finanziamenti (1,3 miliardi di euro). Il calcolo sulle città beneficiare è fatto sui dati del 2020. Si tratta di una misura di risanamento dei bilanci delle città sottoposta al patto tra il Presidente del Consiglio e i relativi sindaci. L’accordo arriverà a febbraio. Ma le città che beneficeranno dei finanziamenti dovranno procedere con più tagli e maggiori tasse, tra le quali anche l’Irpef oltre il limite dello 0,8%.

Emergenza abitativa, non ci sarà il fondo per gli sfratti ma arriva quello sugli immobili occupati abusivamente

Non ci sarà il fondo che avrebbe indennizzato (del 50% sul canone di locazione) i proprietari di immobili danneggiati dalle misure di emergenza adottate durante la pandemia che impedivano lo sfratto. Tuttavia, 10 milioni di euro verranno stanziati per indennizzare i proprietari che non possono utilizzare i propri immobili residenziali perché occupati abusivamente.

Pensioni, gli edili possono uscire con 32 anni di contributi a 63 anni

Novità per le pensioni, in particolare per la misura dell’anticipo pensionistico Ape sociale. Gli edili potranno beneficiare dell’uscita agevolata a 63 anni con 32 anni di contributi (rispetto ai 36 richiesti per tutte le altre categorie di lavoratori impiegati in mansioni gravose). Ammessi tra i gravosi anche i ceramisti.

Imprese, più difficile licenziare ma sale l’importo del Microcredito

Novità sono attese anche per la cessazione dell’attività delle imprese di almeno 250 dipendenti e che intendano chiudere uno stabilimento con non meno di 50 dipendenti. Le imprese dovranno comunicare ai sindacati, alle regioni interessate, ai ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico e all’Anpal entro 60 giorni un piano per evitare ricadute ai dipendenti. Enti e ministeri avranno 30 giorni per il tavolo e decidere sul piano presentato dall’azienda. In caso di mancata comunicazione per iscritto, l’azienda potrà subire una multa di 3.282 euro per ogni dipendente. A favore delle imprese arrivano buone notizie sul Microcredito: le società a responsabilità limitata potranno beneficiare della misura. Il finanziamento è stato elevato da 40 mila euro a 75 mila.

Bonus acqua e tv, confermati i contributi

Confermato il bonus acqua fino a tutto il 2023. Il beneficio consiste in un credito di imposto del 50% si costi sostenuti per acquistare e installare sistemi di mineralizzazione, filtraggio, aggiunta di anidride carbonica e raffreddamento. Altri 68 milioni di euro arriveranno per il bonus tv e per l’acquisto del decoder. I pensionati con almeno 70 anni e non più di 20 mila euro di Isee potranno ricevere a casa da Poste Italiane un nuovo decoder gratuitamente del prezzo limite di 30 euro.

Finanziamenti imprese: il quadro completo dei fondi a disposizione del Pnrr

Oltre 40 miliardi di euro corrispondono alle risorse stanziate dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) a favore dei finanziamenti delle imprese. In tutto, secondo la ricostruzione delle linee programmatiche della Ragioneria Generale dello Stato, sono 27 gli ambiti di intervento a favore delle imprese, ognuna delle quali stanzia risorse a seconda delle missioni.

Struttura del Pnrr per grandi aree di intervento: 5 le ‘missioni’ per le imprese

Il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) è infatti strutturato per missioni. Si tratta di sei ambiti di intervento nei quali sono organizzate e strutturate le risposte alle sfide secondo grandi obiettivi e aree. Le missioni, a loro volta, sono organizzate in “cluster” che raggruppano singoli progetti coerenti tra loro. Interessanti per le imprese sono le prime 5 missioni del Pnrr, a esclusione della sesta relativa all’ambito della “Salute”.

Missione 1 del Pnrr per le imprese: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo

La Missione 1 del Pnrr riguarda la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività, la cultura e il turismo. Per l’intera missione sono stati stanziati dal Pnrr 24,81 miliardi di euro. Nell’ambito della missione la parte più corposa è inerente la Transizione 4.0, con 13,38 miliardi di euro stanziati. A seguire 6,71 miliardi di euro sono stati disposti per le Reti ultraveloci (banda ultra larga e 5G); 1,79 miliardi per i Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche.

Pnrr, i fondi minori per la digitalizzazione e l’innovazione delle imprese

Inoltre, per la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività, la cultura e il turismo del Pnrr, 1,20 miliardi sono stati stanziati per il rifinanziamento e la ridefinizione del Fondo 394/81 in gestione a cura del Simest; 750 milioni di euro per la competitività e resilienza delle filiere produttive; 500 milioni per l’ambito Caput Mundi Nge per grandi eventi turistici; 340 milioni per l’innovazione e la tecnologia della microelettronica; 110 milioni per l’Hub digitale del turismo; 30 milioni per gli investimenti nel Sistema della proprietà intellettuale.

Missione 2 di rivoluzione verde e transizione ecologica delle imprese nel Pnrr

La Missione 2 del Pnrr assegna alle imprese risorse per 5,15 miliardi di euro. Si tratta del macro obiettivo da raggiungere della rivoluzione verde e della transizione ecologica. La parte più cospicua dei fondi sono a favore del Parco Agricolare per 1,5 miliardi di euro, seguita dagli 800 milioni per lo Sviluppo della logistica per i settori agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura, della silvicoltura, la floricoltura e il vivaismo.

Missione 2 Pnrr, le risorse minori destinate alle imprese di gestione rifiuti e meccanizzazione agricola

Un altro miliardo e mezzo andrà alla realizzazione di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti e per l’ammodernamento degli impianti già esistenti. A seguire, 600 milioni andranno ai progetti dell’economia circolare; 500 milioni all’Innovazione e alla meccanizzazione del settore agricolo e alimentare; 250 milioni per il supporto e start up e venture capital che risultino attivi nella transizione ecologica.

Missione 3 del Pnrr: gli investimenti per le imprese operanti nelle infrastrutture per la mobilità sostenibile

La missione 3 del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza concerne gli investimenti per la mobilità sostenibile. In questo ambito, la digitalizzazione della catena logistica porterà all’assegnazione di fondi per 250 milioni di euro. Le risorse andranno a favore di imprese attive nei servizi di logistica attraverso contributi da assegnare per i servizi tecnologici.

Missione 4 del Pnrr: l’Istruzione e la Ricerca delle imprese

Corposa risulta essere nell’ambito dei finanziamenti alle imprese dal Pnrr la missione 4, relativa all’Istruzione e alla Ricerca. In tutto saranno 10,22 i miliardi di euro messi a disposizione dei due macrosettori che investono sia nell’Università, che nei centri di ricerca. Ma nei finanziamenti rientrano le imprese attive nei vari ambiti. Il cluster con maggiori risorse risulta quello del Fondo per il Programma nazionale della ricerca (Pnr) e per i Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale (Prin).

Imprese attive nella Ricerca e Istruzione, i finanziamenti in partenariato con soggetti pubblici

A favore delle imprese sono state stanziate risorse per 1,61 miliardi di euro per partecipare a partenariati per portare a termine progetti di ricerca con le Università e i centri di ricerca. Inoltre, 1,60 miliardi andranno al potenziamento delle strutture di ricerca e alla creazione di campioni nazionale in ambito di Ricerca e Sviluppo su determinati ambiti tecnologici.

Istruzione e Ricerca nella Missione 4 del Pnrr, quali finanziamenti per le imprese?

Sempre nell’ambito della Missione 4 del Pnrr, un miliardo e mezzo è destinato è destinato al Fondo Ipcei che è lo strumento agevolativo che supporta le attività svolte dai soggetti italiani coinvolti nella realizzazione degli Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo. Ulteriori 1,3 miliardi di euro finanzieranno la creazione e il rafforzamento degli ecosistemi dell’innovazione per la sostenibilità.

Istruzione, i progetti relativi agli alloggi per gli studenti, start up e partenariati di Horizon Europe

A seguire, 950 milioni di euro andranno agli alloggi per gli studenti e alla riforma legislativa degli alloggi stessi; 600 milioni per introdurre dottorati innovativi che rispondano ai fabbisogni di innovazione delle realtà aziendali e alla promozione dei ricercatori da parte delle imprese. Altri 350 milioni di euro andranno al potenziamento dei centri di trasferimento tecnologico a favore delle imprese. Trecento milioni finanzieranno le start up e 200 i partenariati con il programma europeo “Horizon Europe“.

Missione 5 del Pnrr, fondi per le imprese a conduzione femminile

Nella Missione 5 del Pnrr al centro degli obiettivi si ritrova la creazione di imprese femminili. In tutto si tratta di 400 milioni di euro.

Cosa devono fare le imprese per ottenere i fondi del Pnrr?

Con la suddivisione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza in ambiti di intervento, l’attesa per le imprese è quella dell’uscita dei relativi bandi. Le imprese potranno concorrere all’assegnazione degli specifici fondi, a seconda anche dell’ambito di attività, anche concorrendo con con soggetti pubblici. In questa ottica, l’ambito che presenterà maggiori opportunità di divenire partner di soggetti pubblici è quello della Missione 4, relativo alla Ricerca e all’Istruzione.

Turismo, quali sono i finanziamenti per le nuove attività dal Pnrr?

Dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) arrivano finanziamenti per sostenere la nascita e il consolidamento delle piccole e medie imprese (Pmi) del settore del turismo. Si tratta di concessione di garanzie per complessivi 358 milioni di euro fino al 2025. A beneficiarne saranno i giovani che avvieranno una nuova attività nel settore turistico.

Come agisce il Pnrr per sostenere le nuove imprese del turismo?

I finanziamenti alle nuove attività nel turismo rientrano nella misura M1 C3 del punto 4.2.4 del Piano nazionale per la ripresa e al resilienza. Nell’ambito dell’intervento verrà istituita la “Sezione Speciale del Turismo”, all’interno della quale agirà il Fondo centrale di Garanzia per le Pmi. Il fondo farà da garante per i finanziamenti ottenuti dalle nascenti imprese del turismo dei giovani.

Quali sono le risorse stanziate dal Pnrr per le nuove imprese dei giovani nel turismo?

Infatti, la concessione di garanzie per le nuove attività del turismo e per il consolidamento delle stesse andrà a vantaggio dei giovani fino ai 35 anni di età che, dunque, vogliano avviare una nuova realtà nel settore. Le dotazioni del fondo centrale di Garanzia per le Pmi del turismo saranno di:

  • 100 milioni di euro per il 2021;
  • 58 milioni di euro per l’anno 2022;
  • 100 milioni di euro per il 2023;
  • 50 milioni di euro per il 2024 e per il 2025.

Quali sono i requisiti per l’accesso ai finanziamenti per il turismo del Pnrr?

Le garanzie del fondo per il turismo ai giovani fino ai 35 anni che vogliano avviare una nuova attività andranno a coprire gli investimenti in riqualificazione energetica e in innovazione digitale. La garanzia concessa dal fondo è totalmente gratuita nell’importo massimo di 5 milioni di euro per ciascuna nuova impresa. Sono ammesse alla garanzia le imprese che abbiano un numero di dipendenti non eccedente le 499 unità.

Quali garanzie per le nuove attività del turismo dal Pnrr?

La copertura assicurata dal fondo istituito dal Pnrr per le nuove attività del turismo è inerente a ciascuna operazione finanziaria fino al 90%. Detta percentuale scenderà al 70% al termine della disciplina emergenziale del comma 1 dell’articolo 13 del decreto legge numero 23 del 2020. La percentuale stessa è, in ogni modo, aumentabile fino nel limite dell’80%.

Garanzia del debito per nuove attività turistiche in caso di rinegoziazione

Il fondo del Pnrr per il turismo garantisce anche le operazioni di rinegoziazione del debito del soggetto richiedente. Affinché questa misura possa risultare ammissibile è necessario che:

  • il nuovo finanziamento rinegoziato preveda, a favore dello stesso beneficiario del primo finanziamento, un incremento del credito di almeno il 25% rispetto al precedente prestito;
  • alla rinegoziazione del debito deve conseguire un minor costo oppure una durata maggiore del finanziamento rispetto a quello rinegoziato.

Garanzie nuove imprese del turismo per inadempienze probabili

La garanzia dei finanziamenti a favore delle nuove imprese del turismo copre anche le situazioni nelle quali il beneficiario, nel momento in cui faccia richiesta della garanzia, abbia esposizioni che il soggetto finanziatore abbia classificato come inadempienze probabili. Lo stessa copertura è assicurata per le esposizioni scadute oppure per quelle sconfinanti deteriorate. La classificazione non deve essere avvenuta in data precedente al 31 gennaio 2020.

Cumulabilità della garanzia del Fondo per il turismo del Pnrr con altre

Le garanzie ottenibili dal fondo del Pnrr per le nuove imprese del turismo possono essere cumulate anche con le altre garanzie già acquisite sui finanziamenti stessi. Deve trattarsi di investimenti immobiliari. C’è comunque un termine per le operazioni finanziarie già perfezionate e sulle quali si richieda la garanzia del fondo: l’erogazione del finanziamento non deve essere avvenuto da più di tre mesi. In caso di non perfezionamento dell’operazione finanziaria il richiedente non deve versare la commissione. Inoltre, non è richiesto il modello di valutazione per la richiesta della garanzia.

Banche: ad ottenere il credito sono sempre le grandi aziende

Considerando i numeri messi a disposizione dalla Banca d’Italia emerge come le banche, nonostante abbiano conosciuto un periodo di forte crisi, continuano a premiare chi risulta essere responsabile di questo dissesto, ovvero le grandi aziende e i grandi gruppi societari.

A conferma di ciò ci sono i dati, secondo i quali la quota dei prestiti ottenuta dal primo 10% degli affidati è pari al 79,8% del totale. Il restante 90% ottiene invece poco più del 20%.

Traducendo queste percentuali in numero, si evince che, su 1.500 miliardi erogati dagli istituti di credito italiani, ben 1.200 sono andati a un ristretto numero di soggetti che però hanno un elevato potere negoziale.

Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, ha dichiarato in proposito: “Non ci sarebbe nulla di strano se questo primo 10 per cento di affidati fosse solvibile. Una banca, infatti, deve aiutare chi ha bisogno di risorse finanziarie ma, allo stesso tempo, è anche nelle condizioni finanziarie di restituire nei tempi concordati quanto ottenuto. In Italia, invece, le cose continuano ad andare diversamente. Se, infatti, analizziamo l’incidenza percentuale sul totale delle sofferenze bancarie ascrivibile a questo ristrettissimo club di affidati, la quota ammonta all’81 per cento del totale. In altre parole, le grandi imprese continuano a ricevere la quasi totalità dei prestiti bancari, sebbene presentino livelli di insolvenza allarmanti”.

Inoltre, al 30 settembre del 2017, le sofferenze bancarie lorde presenti in Italia ammontavano a 170,2 miliardi, con 16,2 miliardi in meno rispetto al 2016.

Renato Mason, segretario della Cgia, ha aggiunto: “Questo elevato numero di crediti deteriorati ha provocato una forte contrazione dei prestiti all’economia reale. Non essendo in grado di recuperare una buona parte dei finanziamenti erogati, le banche hanno deciso di non rischiare più e hanno progressivamente chiuso i rubinetti del credito. Solo nell’ultimo anno c’è stata una leggera inversione di tendenza. Tra novembre 2017 e lo stesso mese del 2016, la quantità di finanziamenti alle imprese è aumentata mediamente dello 0,3 per cento, anche se si sono registrati dei risultati molto diversi tra le varie classi dimensionali di impresa. Nelle medio-grandi, ad esempio, la crescita è stata dello 0,6 per cento, nelle piccole e micro, invece, la contrazione è stata dell’1 per cento, nonostante la domanda generale di credito registrata in questi ultimi mesi sia tendenzialmente in crescita”.

A livello regionale si nota che al Sud il primo 10% degli affidati ottiene meno credito delle rispettive fasce presenti nel resto d’Italia, ma genera una quota di sofferenze quasi in linea con il dato medio nazionale. Al Nord, invece, le grandi imprese ottengono percentuali di credito molto alte, con livelli di affidabilità che, comunque, si allineano attorno al dato medio nazionale.

A livello provinciale, invece, il primo 10% degli affidati ha in capo l’87,8% delle sofferenze a La Spezia: record nazionale rispetto a una media Italia pari all’ 81 per cento. Al secondo posto con l’86,% Verbania-Cusio-Ossola, al terzo con l’86,2 Bolzano, al quarto con l’85,9 Roma e al quinto con l’85,8% Parma.
In coda alla classifica nazionale ci sono con il 69,% Sondrio, con il 69,7% Agrigento e con il 68,7% Lodi.

Vera MORETTI

Italia ComFidi, primo Confidi nazionale in Italia

Italia Comfidi, l’associazione consortile promossa da Confesercenti, è ad oggi il primo Confidi nazionale e conta su 67.000 imprese e 2,8 miliardi di euro di finanziamenti per lo sviluppo delle pmi.
Cosa molto importante, la società, che ha sede a Roma e direzione generale a Firenze, è presente su tutto il territorio nazionale: il 40% delle imprese risiede nel Nord Italia, il 54% nel Centro e il rimanente 6% al Sud e Isole.

Nico Gronchi, presidente di Italia Comfidi, ha dichiarato: “E’ noto come il rapporto tra imprese e sistemi finanziari e bancari si sia deteriorato nel decennio appena trascorso per effetto di riforme del settore che non sempre hanno raggiunto i risultati voluti e da una crisi che ha fortemente cambiato il sistema produttivo italiano. Italia Comfidi ha come mission quella di favorire l’accesso al credito per le imprese attraverso le garanzie erogate: conosciamo le imprese e le necessità vitali per un loro sviluppo così come sappiamo in quale misura il sistema del credito necessiti di interlocutori produttivi affidabili e quanto sia urgente ripristinare un clima di fiducia tra imprese, banche e sistemi di garanzia. Con il 2018 metteremo a disposizione un nuovo plafond, con garanzie a prezzi estremamente agevolati, per un totale di 150 milioni di euro di finanziamenti dedicati agli investimenti per le PMI, un ulteriore passo in avanti per favorire la ripartenza del sistema economico del nostro paese”.

Questa associazione si pone come ponte di collegamento tra il mondo delle imprese e quello delle banche, e riesce a farlo con successo.
A dimostrazione di ciò, Italia Comfidi, ha saputo assumere negli anni un ruolo fondamentale nel mercato delle garanzie attraverso iniziative specifiche in partnership con il sistema bancario; attualmente sono attive convenzioni con oltre 150 banche o intermediari finanziari, senza dimenticare che in circa 50 Camere di Commercio sono state avviate agevolazioni dirette a favore delle imprese.

Si tratta di un fattore molto importante perché l’accesso al credito rappresenta per le pmi la possibilità di investire in strumenti che possano rendere la propria impresa sempre più competitiva.
Al fine di garantire finanziamenti, è molto importante che il rapporto con le banche e il ruolo di Abi possano rappresentare un elemento di stabilità.

Vera MORETTI

Finanziamento a tasso zero e in tempo record per le imprese

Invitalia propone un incentivo, Nuove Imprese a Tasso Zero, per finanziamenti alle imprese in meno di 60 giorni, rivolto in particolare alle micro e piccole imprese composte per la maggioranza da giovani under 35 o donne.

Si tratta di un finanziamento a tasso zero di progetti d’impresa con spese che arrivano fino a 1,5 milioni di euro, che può arrivare a coprire fino al 75% delle spese totali ammissibili. Per il 25% rimanente, l’impresa può ricorrere a risorse proprie o altri finanziamenti da parte di banche.

La dotazione finanziaria è di circa 150 milioni di euro, le agevolazioni saranno concesse fino a esaurimento dei fondi.
Trattandosi di una misura a sportello, le domande sono valutate in base all’ordine cronologico di presentazione, senza altre graduatorie o criteri.

Sono finanziabili le iniziative per:

  • produzione di beni nei settori industria, artigianato e trasformazione dei prodotti agricoli
  • fornitura di servizi alle imprese e alle persone
  • commercio di beni e servizi
  • turismo

Possono essere ammessi anche progetti riconducibili a settori di particolare rilevanza per lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile, nella filiera turistico-culturale e relativi all’innovazione sociale.

Le spese finanziabili godono di un rimborso agevolato che parte dal momento del completamento del piano investimenti, da realizzare entro 24 mesi dalla firma del contratto. Durata massima del rimborso è di 8 anni, con pagamento di due rate semestrali posticipate.

Le agevolazioni sono rivolte alle imprese composte in prevalenza da giovani tra i 18 e i 35 anni o da donne di tutte le età, su tutto il territorio nazionale.
Le imprese devono essere costituite in forma di società da non più di 12 mesi, rispetto alla data di presentazione della domanda. Anche le persone fisiche possono richiedere i finanziamenti, a condizione che costituiscano la società entro 45 giorni dall’eventuale ammissione alle agevolazioni.

La domanda va presentata esclusivamente via email , attraverso la piattaforma di Invitalia. Per richiedere l’agevolazione, occorre registrarsi ai servizi online di Invitalia, indicando un indirizzo di posta elettronica. Completata la registrazione, si accede al sito riservato e si compila la domanda online, caricando il business plan e la documentazione richiesta. E’ necessaria la firma digitale per poter concludere la pratica e un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) del legale rappresentante.
Al termine della procedura di compilazione del piano di impresa e dell’invio telematico della domanda e dei relativi allegati, verrà assegnato un protocollo elettronico.

Vera MORETTI

Finanziamenti per ricerca e innovazione

Investi 30 e riprendi 20: di fatto, due terzi della spesa rimborsati. Un contributo a fondo perduto nel settore Ict previsto dalla sottomisura A2 nella Misura A del bando Ricerca e Innovazione 2016 di Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Camera di commercio di Milano, a favore delle micro, piccole e medie imprese lombarde e milanesi che investono in ricerca e innovazione.

700mila euro è lo stanziamento complessivo a favore di ricerca e innovazione (200mila a carico di Regione Lombardia, Direzione Generale Università, Ricerca e Open Innovation, destinati alle imprese con sede legale/operativa in una delle province lombarde, e 500mila a carico della Camera di commercio di Milano, destinati alle sole imprese con sede legale/operativa in provincia di Milano), per un contributo a fondo perduto di 20mila euro per impresa da erogare a fronte di investimenti minimi di 30mila euro.

La sottomisura alla Misura A2, è riservata a due tipologie di soggetti:

1) start up a prevalente titolarità giovanile, ovvero imprese iscritte e attive come Società di persone o di capitali al Registro Imprese da non più di 48 mesi dalla data di pubblicazione del Bando e in cui almeno il 50% dei componenti dell’impresa (soci e amministratori) abbia un’età non superiore ai 35 anni (compiuti alla data di presentazione della domanda);

2) aspiranti giovani imprenditori, ossia persone fisiche che si impegnino, entro 90 giorni dalla data di pubblicazione sul BURL del decreto di assegnazione del contributo, a costituire una Società di persone o di capitali in cui almeno il 50% dei componenti dell’impresa (soci e amministratori) abbia un’età non superiore ai 35 anni al momento della validazione.

Fra le spese di ricerca e innovazione ammesse: Investimenti in attrezzature tecnologiche e programmi informatici necessari alla realizzazione del progetto; Servizi e tecnologie per l’ingegnerizzazione di software/hardware e prodotti relativi al progetto di ricerca; Una percentuale delle spese del personale dipendente dell’azienda, impiegato nel progetto di ricerca e innovazione; Servizi e tecnologie per lo sviluppo di prototipi e/o campionari; Utilizzo degli spazi (affitto) e dei servizi specialistici offerti da un incubatore certificato o di derivazione universitaria Check-up tecnologici, sperimentazioni; Spese per la tutela della proprietà industriale.

Le domande per i contributi in ricerca e innovazione possono essere presentate: fino alle 12 del 27 ottobre 2016. La procedura è interamente online ed è a disposizione anche il manuale per la presentazione della domanda.

Il testo integrale del bando è scaricabile sul sito http://www.bandimpreselombarde.it, sezione bandi aperti, e http://www.ricercainnovazione.regione.lombardia.it canale bandi, sezione agevolazioni.

Finanziamenti alle imprese dell’autotrasporto

Disponibile dal prossimo 20 ottobre il bando per i finanziamenti alle imprese di autotrasporto, già approvato e pubblicato a settembre in Gazzetta Ufficiale.

Il bando per i finanziamenti alle imprese di autotrasporto potrà contare su un plafond principale di oltre 25 milioni di euro, destinati alle imprese di trasporto per operazioni di ammodernamento del parco automezzi e dell’azienda stessa.

Oltre a questo plafond, i finanziamenti alle imprese di autotrasporti potranno essere erogati anche attraverso un fondo di riserva destinato alle imprese che, per graduatoria a pari punti, non riescono a beneficiare del plafond principale.

Questi finanziamenti alle imprese possono essere richiesti dalle aziende che possiedono i seguenti requisiti:

  • trasportare merci in italiano, per conto di terzi o dei propri clienti;
  • avere sede legale e operativa in territorio italiano;
  • essere iscritte al Registro elettronico nazionale o all’Albo degli autotrasportatori.

Le aziende di autotrasporti potranno chiedere di avere accesso ai finanziamenti alle imprese esclusivamente per via telematica sul sito del ministero dei Trasporti dal 20 ottobre prossimo, compilando la domanda online e indicando:

  • il tipo di merci che vengono abitualmente trasportate;
  • dove si sviluppa la maggior parte dell’attività;
  • i mezzi che vengono adoperati;
  • le eventuali lavorazioni che prenderanno avvio grazie ai fondi previsti dal bando.

Le graduatorie per definire le aziende del settore autotrasporto idonee a ricevere i finanziamenti previsti dal bando, saranno pubblicate ad aprile 2017.

Due bandi a sostegno dell’imprenditoria in Lombardia

In Confcommercio Milano, nella sede di Palazzo Castiglioni, sono stati illustrati nei giorni scorsi da Confcommercio Lombardia due nuovi bandi regionali a sostegno degli investimenti per la sicurezza degli esercizi commerciali – il bando “Impresa sicura” – e per lo start up d’impresa – il bando “Intraprendo”, aperto anche ai professionisti.

Con il primo dei due bandi “Intraprendo”, le cui domande si possono inviare da ieri, 15 settembre, Regione Lombardia destina 15 milioni – in parte in contributi a fondo perduto e in parte in finanziamenti a tasso zero – per avviare nuove imprese o attività professionali di tutti i settori economici, con una particolare sensibilità per i progetti presentati dai giovani e dagli over 55 usciti dal mondo del lavoro.

Il secondo dei due bandi, “Impresa sicura”, cofinanziato da Regione e Camere di commercio e per il quale sarà possibile inviare le domande da martedì 20 settembre, mette a disposizione 2 milioni di euro per le dotazioni di sicurezza degli esercizi commerciali delle categorie più esposte alla criminalità.

Poche settimane fa abbiamo ricordato come, secondo le stime della Cgia, i furti ai danni di artigiani e commercianti sono aumentati del 170% in 10 anni.

Senza dubbio sono due bandi molto attesi dagli operatori lombardi del terziario, che mettono in campo investimenti significativi per presidiare due esigenze, sicurezza e sostegno nella fase di avvio dell’attività, fortemente sentite dalle imprese”, ha commentato Renato Borghi, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia.

La messa in sicurezza degli esercizi commerciali più a rischio, nelle aree metropolitane così come nei piccoli comuni – ha rilevato Borghiè un fondamento dello sviluppo economico, indispensabile per contribuire alla migliore fruibilità delle nostre attività”.

Anche il bando ‘Intraprendo’ per incoraggiare le start up – ha concluso Borghiè particolarmente significativo: in Lombardia nascono circa 160 nuove imprese ogni giorno, per lo più nei settori del commercio, turismo e servizi. Un sostegno economico mirato, unito al supporto specifico e all’esperienza delle organizzazioni imprenditoriali, può essere decisivo per la sopravvivenza della nuove imprese nel primo periodo, il più complicato in cui ci si deve confrontare con le difficoltà del mercato”.

Un’intesa a favore delle start-up palermitane

La Sicilia è da sempre terra di idee e di innovazione, dove trovano terreno fertile le start-up. Purtroppo, però, il tessuto economico siciliano, unito alle lentezze della burocrazia, non sempre favorisce l’imprenditorialità.

Ecco perché assume un valore importante l’accordo firmato a Palermo tra UniCredit e Confcommercio Palermo per rafforzare il tessuto imprenditoriale della città, anche attraverso l’erogazione di aiuti alle start-up.

L’accordo tra UniCredit e Confcommercio Palermo si espliciterà attraverso una convenzione per normare le condizioni economiche dei rapporti creditizi in essere tra UniCredit e le aziende associate a Confcommercio Palermo.

Insieme alla convenzione, un protocollo d’intesa stabilirà iniziative da attivare sul territorio provinciale a sostegno delle start-up. Confcommercio Palermo potrà accedere alle attività di formazione del programma In-formati di UniCredit, per aggiornarsi sui temi dell’internazionalizzazione e dell’export, particolarmente importanti per imprese e start-up.

Le imprese potranno anche essere guidate dall’istituto bancario nell’individuazione di specifici mercati esteri adatti ai propri prodotti, utilizzando i servizi fruibili tramite il portale UniCredit International.

Infine, il protocollo d’intesa individua anche iniziative destinate a creare e supportare le start-up innovative: dai percorsi di orientamento e accompagnamento all’imprenditorialità, ai servizi di UniCredit Start Lab, il programma di accelerazione di UniCredit destinato alle imprese ad alto contenuto tecnologico e innovativo, che sostiene l’innovazione e la nuova imprenditoria.