Contributi alle Pmi: quale fondo perduto per l’internazionalizzazione dal 2022 al 2026?

I fondi per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese (Pmi) sono stati confermati dalla legge di Bilancio 2022 fino al 2026. Per il 2022 le tre misure sicure di poter assegnare contributi a fondo perduto e finanziamenti alle Pmi sono quelle della transizione ecologica e digitale, della partecipazione alle fiere e allo sviluppo dell’e-commerce all’estero. La legge di Bilancio 2022 ha assegnato per l’internazionalizzazione delle imprese 1,5 miliardi di euro per ogni anno a partire dal 2022 al 2026.

Contributi a fondo perduto per le piccole e medie imprese: quali sono le misure a disposizione nel 2022?

Il miliardo e mezzo di euro va a finanziare il fondo rotativo, uno dei due cespiti a disposizione delle piccole e medie imprese per le attività nei mercati esteri. Le tre misure attive per le Pmi riguardano:

  • la transizione ecologica e digitale delle piccole e medie imprese a vocazione internazionale;
  • partecipare a fiere e mostre internazionali, svolte anche in Italia, e le missioni di sistema;
  • sviluppare il commercio elettronico delle piccole e medie imprese nei Paesi esteri.

Contributi a fondo perduto Simest, per il 2022 è possibile che gli ambiti di intervento tornino a sette

Tuttavia, al di là degli ambiti di intervento attuali del fondo, i settori del Simest potrebbero tornare a essere sette, come avveniva in passato. Per le piccole e medie imprese si tratterebbe di un allargamento delle possibilità di ottenere i contributi a fondo perduto per le attività di internazionalizzazione. Quest’ultima interpretazione è stata presa in considerazione anche dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. I sette ambiti di intervento a favore delle Pmi potrebbero tornare a essere nel 2022:

  • la partecipare alle fiere internazionali;
  • l’inserimento delle piccole e medie imprese nei mercati esteri;
  • l’acquisizione di sevizi di export manager;
  • lo sviluppo di interventi in ambito di commercio elettronico;
  • la ricezione dell’assistenza tecnica all’estero;
  • la patrimonializzazione delle Pmi;
  • lo svolgimento di studi di fattibilità.

Gestione Simest dei contributi a fondo perduto alle Pmi

La gestione dei contributi a fondo perduto per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese è affidata al Simest. Il fondo era già stato rifinanziato dal decreto legge 121 del 2021 che, all’articolo 11, prevedeva nuove risorse per 1,2 miliardi di euro del Fondo 394. Le risorse della Legge di Bilancio 2022 vanno ad aggiungersi a quanto stanziato nello scorso anno. Simest gestisce i fondi attraverso due canali: il primo prevede i prestiti alle piccole e medie imprese; il secondo i contributi a fondo perduto.

Contributi a fondo perduto e prestiti del Fondo Simest per le piccole e medie imprese

Il canale dei prestiti del Fondo Simest prevede finanziamenti a tasso agevolato per le piccole e medie imprese. La dotazione del canale nello scorso anno era pari a 800 milioni di euro. Il canale dei contributi consente il cofinanziamento a fondo perduto che può arrivare al 50% delle spese ammissibili finanziate con il tasso agevolato. La dotazione dello scorso anno era pari a 400 milioni di euro. La programmazione dei fondi per i prossimi anni dovrà arrivare dal decreto del ministero degli Esteri, dal ministero per lo Sviluppo Economico e da quello dell’Agricoltura.

Come vengono finanziate le piccole e medie imprese con i fondi di internazionalizzazione?

Delle tre misure attualmente in vigore, la prima prevede la transizione digitale delle piccole e medie imprese. Almeno il 50% delle risorse deve essere stanziato a favore di questo obiettivo. La quota residuale delle risorse viene ripartita tra competitività internazionale e transizione ecologica. Con la prima misura si possono finanziare progetti fino a 300 mila euro. Il finanziamento previsto è di 6 anni, dei quali due di preammortamento. Possono accedere le piccole e medie imprese costituite nella forma di società di capitale, che abbiano un fatturato export di minimo il 10% nell’ultimo anno oppure del 20% negli ultimi due anni.

Misura della partecipazione alla partecipazione di fiere delle Pmi: quali progetti si possono finanziare?

Con la seconda misura il Fondo Simest finanzia la partecipazione delle piccole e medie imprese a mostre e a fiere internazionali. Gli eventi si possono svolgere anche in Italia. I finanziamenti concessi devono essere utilizzati per non meno del 30% nelle spese digitali. I progetti finanziabili possono arrivare a 150 mila euro. Ma non devono essere superiori del 15% dei ricavi iscritti nell’ultimo bilancio. I finanziamenti della seconda misura hanno una durata di quattro anni.

Misura dello sviluppo di ecommerce tra gli obiettivi dei fondi per l’internazionalizzazione delle Pmi

L’ultima misura attualmente in vigore per l’internazionalizzazione delle Pmi è quella dello sviluppo dell’e-commerce nei Paesi esteri. Si possono ottenere i contributi a fondo perduto e i finanziamenti, ad esempio, per:

  • creare una piattaforma o migliorare una già esistente di e-commerce;
  • accedere a una piattaforma e-commerce di terzi per vendere servizi e beni la cui produzione sia avvenuta in Italia o che porti il marchio italiano.

 

Simest, prorogata la scadenza del fondo 394 per l’internazionalizzazione delle Pmi

Prorogata fino a fine maggio 2022, rispetto alla chiusura prevista per domani 3 dicembre 2021, la possibilità per le piccole e medie imprese di presentare la domanda per il Fondo 394 per l’internazionalizzazione. Il fondo, gestito da Simest in convenzione con il ministero degli Affari esteri, consente di richiedere finanziamenti a fondo perduto per tre diversi canali di internazionalizzazione.

Simest, disposto l’allungamento della scadenza per il Fondo 394

L’allungamento dei termini per la presentazione delle domande del Fondo 394 è stato deliberato dal Comitato per le agevolazioni, l’organo che provvede ad approvare le misure del Simest, formato da tecnici del ministero degli Affari esteri, dei ministeri dello Sviluppo economico e dell’Economia e dalle Regioni. La proroga è collegata anche all’allungamento dei termini per il Temporary Framework, il regime di aiuti alle imprese che, a sua volta, è stato prorogato fino al termine di giugno 2022.

Quante risorse possono essere richieste dalle Pmi per il Fondo 394 Simest?

A disposizione delle piccole e medie imprese sono a disposizione ancora circa 360 milioni di euro. Il Recovery Plan, infatti, aveva destinato al fondo per l’internazionalizzazione delle imprese un miliardo e 200 milioni. Alla data del 1° dicembre 2021 le imprese che hanno presentato domanda per l’internazionalizzazione sono state 5860, per un complessivo di risorse assegnate pari a 836 milioni di euro.

Fondo Simest internazionalizzazione Pmi, buona la risposta delle imprese

L’obiettivo fissato dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) di 4 mila imprese da coinvolgere nella misura entro la fine dell’anno è stato dunque largamente superato. Buona anche la risposta delle Pmi del Mezzogiorno d’Italia. Infatti, le imprese che hanno fatto richiesta sono state 1830 (il 31% rispetto al totale). I fondi da assegnare sono pari a 246 milioni di euro (il 29% delle risorse).

Fondo perduto Simest per le Pmi del Sud Italia fino al 40% delle spese

Inoltre, le piccole e medie imprese del Sud Italia avranno risorse più ampie da richiedere. Il Recovery Plan ha stanziato per le imprese del Mezzogiorno 480 milioni di euro rispetto al totale di 1,2 miliardi di euro. Le imprese che hanno almeno una sede operativa nel Mezzogiorno d’Italia sono inoltre avvantaggiate dall’assegnazione delle risorse: il fondo perduto può arrivare fino al 40% dell’importo complessivo del progetto. Per le imprese con sede nel Centro e nel Nord Italia, il fondo perduto si ferma al 25%.

Quante risorse ci sono ancora da spendere per il Fondo 394 delle Pmi?

La nuova scadenza al 31 maggio 2022 per la presentazione delle domande del Fondo 394 del Simest permetterà alle Pmi di accedere alle risorse rimanenti. Ad oggi sono di euro che residuano per completare il finanziamento delle imprese. I fondi potranno essere richiesti dunque fino al termine di maggio prossimo, salvo l’esaurimento anticipato degli stessi.

Fondo 394 Simest, quali tipologie di finanziamento sono previste per le Pmi?

Le risorse ancora a disposizione del Fondo 394 Simest potranno essere richieste dalle piccole e medie imprese per tre tipologie di finanziamenti:

  • la transizione digitale ed ecologica;
  • lo sviluppo del commercio elettronico;
  • la partecipazione a mostre e fiere internazionali, anche in Italia.

Per richiedere i finanziamenti le piccole e medie imprese devono accedere all’area personale del portale di Simest.

 

Bandi Simest, domande fino al 3 dicembre: dal 2022 tornano i 7 ambiti di intervento

Ancora pochi giorni per presentare domanda dei bandi Simest. La scadenza dei finanziamenti e del fondo perduto scade mercoledì 3 dicembre. Intanto si anticipano gli interventi previsti nei bandi del 2022. Simest tornerà a finanziare sette ambiti rispetto ai tre previsti per il 2021.

Finanziamenti Simest, per cosa si può presentare domanda fino al 3 dicembre 2021?

Attualmente i bandi Simest in scadenza entro il 3 dicembre 2021 riguardano la transizione verde e digitale delle piccole e medie imprese (Pmi), la partecipazione a mostre e fiere internazionali (anche in Italia) e gli aiuti al settore del commercio elettronico. Il limite del fondo perduto è di 120 mila euro per i progetti presentati dalle imprese del Sud Italia e di 75 mila euro per quelle del Centro e del Nord.

Misure in arrivo da Simest per il 2022

Per i bandi del 2022 si tornerà a sette ambiti di interventi. Lo stanziamento che è stato previsto dal disegno di legge della legge di Bilancio 2022 ammonta a un miliardo e mezzo all’anno fino al 2026 per la parte relativa ai finanziamenti. Per il fondo perduto ogni anno saranno a disposizione delle Pmi 150 milioni di euro.

Finanziamenti Simest 2022, gli ambiti di intervento

I finanziamenti e il fondo perduto dei bandi Simest dal 2022 andranno a intervenire su sette settori delle Pmi. Si andranno a finanziare i settori di normale intervento del Simest, corrispondenti a:

  • partecipare a fiere internazionali;
  • inserirsi nei mercati esteri;
  • acquisire sevizi di export manager;
  • sviluppare interventi in ambito di commercio elettronico;
  • ricevere assistenza tecnica all’estero;
  • patrimonializzazione;
  • svolgere studi di fattibilità.

Domande Simest fino al 3 dicembre: finanziamenti transizione verde e digitale

Fino al 3 dicembre 2021 le attuali domande per il bando Simest relative ai finanziamenti della transizione verde e digitale delle piccole e medie imprese prevedono che almeno la metà dei fondi debbano andare alla transizione digitale. La parte residue può essere richiesta per la competitività in ambito internazionale e per la transizione ecologica. Si può arrivare a un finanziamento per progetto di 300 mila euro.

Partecipazione a fiere e mostre delle Pmi: i finanziamenti Simest

Il secondo ambito di intervento degli attuali bandi Simest riguarda la partecipazione a fiere e mostre delle piccole e medie imprese in ambito internazionale. Le spese, per essere ammissibili, devono riguardare per il 30% quelle digitali. Il massimo ottenibile è 150 mila euro e la durata del finanziamento è fissata in quattro anni.

Commercio elettronico tra i finanziamenti Simest alle Pmi

Infine, gli attuali finanziamenti Simest riguardano il commercio elettronico delle piccole e medie imprese. I progetti possono riguardare sia la realizzazione che il miglioramento di piattaforme di commercio elettronico. È previsto anche che le imprese possano sfruttare i servizi di terzi.

Resto al Sud, fondo perduto a imprese e professionisti: di quali settori, regioni e comuni?

Resto al Sud è il contributo a fondo perduto che sostiene la nascita e lo sviluppo delle nuove attività imprenditoriali e libero professionali. La misura è attiva nelle regioni del Sud Italia e nelle aree colpite da eventi sismici del 2016 e 2017 del Centro Italia (Lazio, Marche e Umbria). Tuttavia, la recente legge numero 156 del 2021 ha provveduto a un doppio ampliamento della platea dei beneficiari della misura. Infatti, il contributo a fondo perduto è stato esteso anche al settore del commercio e alle isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord.

Fondo perduto Resto al Sud, chi può beneficiarne?

Il fondo perduto Resto al Sud è rivolto agli under 56 anni che, al momento della presentazione della domanda del contributo:

  • risultino residenti in Abruzzo, in Basilicata, in Calabria, in Campania, in Molise, in Puglia, in Sardegna o in Sicilia;
  • siano residenti nei 116 comuni compresi nell’area del cratere sismico del Lazio, delle Marche e dell’Umbria, nelle isole minori marine del Centro-Nord Italia, nei comuni lagunari e lacustri delle stesse regioni;
  • trasferiscano la residenze nelle aree su indicate entro 60 giorni dall’esito favorevole della domanda (120 giorni se residenti all’estero).

Richiesta fondo perduto Resto al Sud, bisogna non avere già avuto altri contributi

Ulteriori requisiti richiesti per presentare la domanda del fondo perduto Resto al Sud consistono nel:

  • non essere già titolari di altre attività di impresa in essere alla data del 21 giugno 2017;
  • assenza di altri contributi già ottenuti per l’autoimprenditorialità negli ultimi 3 anni;
  • non avere un lavoro a tempo indeterminato (con rinuncia anche per tutta la durata del contributo).

Resto al Sud, contributi a favore delle imprese costituite e costituende

L’impresa per la quale si richiede il contributo a fondo perduto rientrante nella misura Resto al Sud deve essere stata costituita dopo il 21 giugno 2017. Per le imprese costituende, invece, è necessario che la costituzione debba avvenire entro 60 giorni dall’esito positivo della domanda. Per i residenti all’estero, i termini sono prolungati a 120 giorni.

Contributi Resto al Sud: possono presentare domanda anche i liberi professionisti?

Possono richiedere i contributi di Resto al Sud anche i liberi professionisti. La richiesta può avvenire sia per la formula individuale che per quella societaria. I professionisti, tuttavia, non devono risultare titolari di partita Iva nei dodici mesi precedenti l’invio dell’istanza per un’attività analoga a quella per la quale richiedano i finanziamenti. A tal proposito, il codice Ateco deve risultare non identico fino alla terza cifra delle classificazione inerente le attività economiche.

Cosa copre il contributo Resto al Sud?

Con il fondo perduto Resto al Sud si possono finanziare:

  • le spese sostenute per la ristrutturazione o la manutenzione straordinaria dei beni immobili. La percentuale di fondo perduto copre fino al 30% del costo;
  • l’acquisto degli impianti, delle attrezzature nuove e dei macchinari;
  • le spese per i programmi informatici e i servizi inerenti le tecnologie, le telecomunicazioni e l’informazione;
  • le materie prime, i materiali di consumo, i canoni di locazioni e leasing, le utenze. Il limite per queste spese è del 20%.

Come avviene il finanziamento con la misura Resto al Sud?

Il finanziamento della misura Resto al Sud copre la totalità delle spese ammissibili: il 50% attraverso il contributo a fondo perduto; l’altra metà mediante finanziamento bancario garantito dal Fondo di garanzia. Gli interessi sono a carico di Invitalia che gestisce la misura. Per le imprese individuali il massimo che si può ottenere dalla misura è pari a 60 mila euro. Per le società, il limite finanziabile è di 50 mila euro per ogni richiedente. Si può arrivare a un finanziamento di 200 mila euro per società composte da quattro soci.

Contributi a fondo perduto in arrivo

Tra le misure in arrivo, il contributo Resto al Sud potrà contare anche di un fondo perduto di 15 mila euro per le attività professionali e per le ditte individuali. Inoltre è previsto un ulteriore fondo perduto di 40 mila euro per le società.

Fondo perduto Resto al Sud, la legge 156 del 2021 ha esteso il finanziamento al commercio

Le ultime novità sul finanziamento Resto al Sud sono arrivate dall’articolo 13 della legge numero 156 del 2021 di conversione del decreto legge numero 121 del 2021. La pubblicazione della legge è avvenuta nella Gazzetta Ufficiale numero 267 del 9 novembre 2021. Due sono gli allargamenti della misura. In primo luogo è stata estesa al commercio la possibilità di beneficiare del fondo perduto. Pertanto, oltre al commercio, la misura finanzia investimenti:

  • nell’industria;
  • nell’artigianato;
  • nella pesca, nell’acquacoltura e nella trasformazione dei prodotti agricoli;
  • nella fornitura di servizi alle imprese, alle persone;
  • nel turismo.

Questa modifica permetterà a vari beneficiari di poter richiedere il finanziamento, come già avvenuto con l’allargamento ai liberi professionisti.

Estensione Resto al Sud a varie aree e comuni italiani: ecco quali

La legge 156 del 2021 ha esteso i finanziamenti di Resto al Sud anche ad altre isole del Centro e del Nord Italia. Ecco l’elenco completo delle nuove località:

  • Isole minori marine: Capoliveri, Campo nell’Elba, Capraia, Giglio, Marciana Marina, Marciana, Ponza, Porto Azzurro, Portoferraio, Portovenere, Rio, Ventotene;
  • Isole lagunari e lacustri: Isola di Grado, Isola di Santa Maria di Barbana, Isola di Morgo (Isole della laguna di Grado); Lido, Murano, Pellestrina, Burano, Sant’Erasmo, Marzobetto, Mazzorbo, Vignole, San Clemente, San Giorgio, San Francesco del Deserto, San Michele, Torcello, San Lazzaro degli Armeni (Isole della laguna veneta);
  • Isole del lago d’Iseo: Monte Isola;
  • Comacina (lago di Como, Isole del lago di Garda);
  • Isola d’Orta – San Giulio;
  • Isola Maggiore e Isola Polvese (Isole del lago Trasimeno).
  • Isola Superiore, Isola Bella, Isola Madre, Isola San Giovanni (Isole Borromee).

Aiuti Covid fino al 30 giugno 2022: nuovi contributi per le Pmi

La Commissione europea ha deciso di prolungare il regime degli aiuti di Stato dal 31 dicembre 2021 al 30 giugno 2022. La proroga riguarda il cosiddetto “temporary framework” ovvero il quadro dei finanziamenti e degli incentivi a favore delle imprese e delle attività economiche danneggiate dall’emergenza sanitaria ed economica.

Proroga temporary framework fino al 30 giugno 2022

L’estensione del temporary framework consente agli Stati di poter prolungare gli aiuti alle categorie economiche più danneggiate dal Covid-19. Tuttavia, la Commissione europea ha anche varato altre due misure a sostegno degli investimenti e della solvibilità delle imprese per la ripresa.

Misure a sostegno delle imprese fino al 31 dicembre 2022

Fino a tutto il 2022, infatti, gli Stati potranno incentivare le imprese con misure che siano di supporto per la transizione digitale e verde. I sostegni dovranno assicurare che gli incentivi vadano a vantaggio del più alto numero di beneficiari ai quali andranno finanziamenti che dovranno essere tendenzialmente limitati. L’obiettivo è quello di aiutare il maggior numero di imprese senza che si verifichi l’effetto distorsivo.

Estensione aiuti a Pmi, start up e imprese a media capitalizzazione

La seconda misura riguarda l’estensione a tutti gli Stati europei di misure che vadano a incentivare i fondi privati a sostegno delle piccole e medie imprese, le start up e le piccole imprese a media capitalizzazione. Il sostegno mira, in particolare, a concedere garanzie agli intermediari affinché possano investire proprio nel sostegno delle imprese stesse.

Proroga fino al 30 giugno 2023 delle sovvenzioni dirette per prestiti e garanzie

Inoltre, la Commissione europea ha deciso di prorogare per un anno, dal 30 giugno 2022 alla fine di giugno del 2023, la possibilità per gli Stati membri di convertire gli strumenti di garanzia a sostegno delle imprese (tra i quali, prestiti, garanzie e anticipi) in altre formule di aiuto come le sovvenzioni dirette. In questa tipologia di sostegno rientra anche l’adeguamento degli importi massimi finanziabili di alcune tipologie di sostegni.

 

Fondo perduto Simest, ancora 450 milioni da assegnare: come presentare domanda entro il 3 dicembre 2021

Sono disponibili ancora 450 milioni di euro per le domande delle imprese del Fondo 394. Si tratta dei finanziamenti per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese voluti dal ministero degli Affari esteri. Le tipologie di fondo perduto sono tre: uno riguarda la partecipazione delle Pmi alle mostre e alle fiere internazionali; uno la transizione ecologica e digitale; l’ultimo lo sviluppo dell’e-commerce. Il fondo è stato finanziato nuovamente dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) con i fondi del Next Generation EU per un miliardo e duecento milioni di euro. Dalla riapertura dei termini del 28 ottobre scorso sono arrivate 5321 domande per un’assegnazione dei fondi pari a 766 milioni di euro.

Fondo Simest, le domande arrivate dalle regioni del Sud Italia per il 40% del fondo perduto

Tra le domande pervenute per il Fondo 394, 1659 domande sono arrivate da imprese del Sud Italia per un totale di 227 milioni di euro assegnati. Si tratta di un risultato fino a questo momento positivo anche per la decisione di assegnare il 40% dei fondi (pari a 480 milioni di euro) alle imprese che hanno sede nelle regioni del Mezzogiorno. Per queste imprese la quota a fondo perduto del cofinanziamento può arrivare al 40% dell’investimento.

Quali sono stati i fondi perduti più richiesti finora?

Del fondo perduto Simest, fino a questo momento la maggior parte delle domande hanno riguardato la partecipazione delle piccole e medie imprese alle mostre internazionali (anche se svolte in Italia) e alle missioni di sistema. Si tratta di una delle tre tipologie di fondi previsti. Ad oggi, le domande per questa tipologia hanno riguardato a livello nazionale il 39% del totale delle domande. Le piccole e medie imprese del Sud Italia hanno inoltrato istanza per la partecipazione alle fiere per il 13% del totale. Per questa tipologia di fondo le Pmi possono chiedere un finanziamento che può arrivare a 150 mila euro con almeno il 30% delle spese da destinare alla digitalizzazione relativa all’evento al quale si partecipa.

Domande fondo perduto internazionalizzazione: per quali Paesi si sono presentate più istanze

Le domande di fondo perduto per la partecipazione a mostre e fiere ha riguardato eventi internazionali da tenersi in Italia per il 40%. A seguire, le istanze sono state presentate per la Germania (il 22%), per la Francia (il 7%) e per gli Stati Uniti (il 6%). Sul totale delle domande finora presentate, il 34% riguarda la transizione ecologica e digitale. Per questo fondo le Pmi possono finanziare progetti fino a 300 mila euro dei quali il 50% deve riguardare spese per la digitalizzazione. L’altra metà può essere ripartita per spese relative alla sostenibilità e all’internazionalizzazione.

Fondo perduto e-commerce, quante domande sono arrivate?

Delle 5321 domande complessive finora arrivate, il 27% riguarda spese relative allo sviluppo del commercio elettronico. Le spese ammissibili per questo filone riguardano la creazione o il miglioramento di una piattaforma e-commerce già esistente o di un terzo. Il commercio deve riguardare prodotti e servizi italiani o con marchio dell’Italia.

Come presentare domanda per il fondo perduto Simest entro il 3 dicembre?

Le piccole e medie imprese possono presentare domanda entro il 3 dicembre prossimo. La piattaforma per inoltrare l’istanza è disponibile sul portale Simest. Appena entrati sul sito, una finestra avvisa della possibilità di presentare domanda entrando nell’area personale. All’interno ciascuna impresa può verificare i propri requisiti per presentare la domanda e la relativa documentazione necessaria.

Fondo perduto alle imprese dalla legge di Bilancio 2022: aiuti per transizione, turismo ed editoria

Ingenti le risorse messe a disposizione delle imprese dalla legge di Bilancio 2022. Si tratta di risorse da assegnare a fondo perduto per la transizione ecologica e industriale, la tutela ambientale, la lotta al cambiamento del clima e i sostegni all’editoria e al turismo. I finanziamenti, pari a 4 miliardi e 200 milioni di euro, saranno assegnati fino al 2026. In quasi tutte le misure c’è una quota relativa al finanziamento della transizione digitale.

Fondo perduto per obiettivi legati alla difesa ambiente e cambiamenti climatici: 840 milioni alle imprese

A tutela del clima è stato istituito il fondo rotativo del ministero della Transizione ecologica (Mite). Si distribuiranno risorse a fondo perduto per 840 milioni di euro all’anno, dal 2022 al 2026. Le imprese potranno beneficiare di finanziamenti per interventi rientranti nella difesa dell’ambiente e degli obiettivi fissati a livello europeo per i cambiamenti climatici. Sarà la Cassa depositi e prestiti a gestire le risorse.

Finanziamenti della Cassa depositi e prestiti: quali sono i prestiti e le garanzie che si potranno richiedere?

In particolare, La Cassa depositi e prestiti potrà assumere capitale di rischio attraverso il capitale di debito oppure tramite i fondi di investimento. Ma potrà anche erogare finanziamenti diretti e indiretti. Nell’ambito dello stesso obiettivo la Cassa depositi e prestiti potrà fornire garanzia sui finanziamenti bancari ottenuti dalle imprese nel limite del 50% di quanto finanziato. Per la misura sarà necessario attendere i relativi decreti che stabiliranno le modalità di utilizzo e di gestione del fondo.

Fondo perduto alle imprese per adeguamento dei sistemi produttivi

Sempre in ambito di difesa dell’ambiente e dei cambiamenti climatici, il ministero dello Sviluppo economico (Mise) istituirà fondi perduti a favore delle imprese per adeguare i propri sistemi produttivi alle politiche e agli obiettivi da raggiungere entro il 2030 e il 2050. Si tratta di finalità relative al dimezzamento delle emissioni e di emissioni zero entro la metà del secolo. I finanziamenti dal Mise, con un fondo di 150 milioni di euro all’anno fino al 2026, andranno a intervenire a favore delle imprese ad alta intensità energetica per:

  • interventi di efficientamento energetico;
  • riutilizzo delle materie prima e di quelle riciclate;
  • cattura e riutilizzo della CO2.

Anche per il fondo perduto alle imprese relativo alla transizione industriale sarà necessario attendere il decreto interministeriale che ne detterà gestione e utilizzo.

Sostegni al turismo: ecco gli interventi oggetto di finanziamento a fondo perduto

Fino a 100 mila euro di fondo perduto sono previsti per le imprese operanti nel settore turistico. Gli interventi mirano alla ristrutturazione delle strutture, alla costruzioni di nuovi impianti (come, ad esempio, la realizzazione di una piscina termale) e alla transizione verso il digitale delle imprese stesse. Beneficiari dei fondi saranno anche i campeggi, le strutture alberghiere e le terme. Il minimo ottenibile dalle imprese è di 40 mila euro a fondo perduto, elevabili di:

  • 30 mila euro per interventi di transizione digitale;
  • 20 mila euro per imprese gestite da donne o giovani;
  • ulteriore 10 mila euro per le strutture ubicate in tutte le regioni del Sud Italia più Abruzzo e Molise.

Contributi a fondo perduto per il settore del turismo: ecco quanto si potranno inviare le domande

Anche per i sostegni a fondo perduto del turismo occorrerà attendere l’uscita dell’apposito decreto che regolerà l’assegnazione delle risorse. Orientativamente la presentazione delle domande dovrebbe iniziare entro la fine di novembre o inizi di dicembre e gli interventi oggetto di finanziamento a fondo perduto potrebbero essere sia quelli di nuova realizzazione, sia quelli iniziati nel corso del 2021 ma non ancora ultimati.

Fondo perduto per l’editoria: ecco gli interventi finanziabili

Infine, un fondo di finanziamenti è stato previsto dalla legge di Bilancio 2022 a favore del settore dell’editoria. Si tratta di 90 milioni di euro per il 2022 e di 140 milioni per il 2023 per l’incentivazione di investimenti delle aziende editoriali. Anche il fondo perduto di questo finanziamento riguardano la transizione digitale e l’innovazione tecnologica delle imprese,  l’impiego in azienda di giovani professionisti, le ristrutturazioni aziendali. Sono compresi nei finanziamenti (anche per le nascenti attività) anche il sostegno agli ammortizzatori sociali e le domande di informazione.

Fondo perduto per le Pmi, 6 bandi aperti per gli aiuti alle imprese della Lombardia

In arrivo, già dai prossimi giorni, un pacchetto di misure di finanziamenti e di fondo perduto per le imprese e i liberi professionisti della Regione Lombardia. Le nuove iniziative della Regione a favore degli imprenditori lombardi vale 460 milioni di euro. Già nei prossimi giorni è possibile presentare domanda, ma per il contributo a fondo perduto per tutti i settori economici la scadenza è quella del 29 ottobre 2021.

Finanziamenti alle imprese, Attilio Fontana: ‘Lombardia locomotiva del Paese’

A presentare il nuovo pacchetto di finanziamenti e di fondo perduto alle imprese è stato il presidente della Regione Attilio Fontana e Guido Guidesi, assessore regionale allo Sviluppo economico. Le misure andranno nella direzione della ripresa economica della regione dopo la fase più dura della pandemia. “Ci sono tutte le condizioni affinché le capacità, il dinamismo e la creatività del popolo lombardo continueranno a fare della Lombardia la versa locomotiva del Paese, tra le più importanti dell’intera Europa”, ha detto il presidente regionale.

Finanziamenti alle Pmi, quali sono le imprese interessate?

In tutto, sono sei le misure a sostegno delle imprese che la Regione Lombardia ha messo in campo per la ripresa economica. Ci sono fondi anche per le nuove attività, per i liberi professionisti, le imprese artigiane, quelle che investono nel digitale e nel green. Non mancano fondi perduti per particolari settori economici, particolarmente danneggiati dell’emergenza sanitaria, come la ristorazione, i matrimoni, l’abbigliamento e le calzature.

Bando Investimenti per la ripresa, dal 25 ottobre riapertura bando del contributo a fondo perduto

Entrando nello specifico delle misure, la prima riguarda il piano “Investimenti per la ripresa“.  Lunedì 25 ottobre verrà riaperto alle ore 12:00 lo sportello “Linea A”, quello riguardante gli artigiani e, unicamente per le Aree Interne, anche le imprese che offrono servizi di ristorazione e di alloggio. La dotazione complessiva è di 15,5 milioni di euro. Si tratta di un contributo a fondo perduto per il 50% delle spese ammissibili, ovvero quelle sostenute nell’ambito della transizione digitale, della transizione green e della sicurezza sul lavoro (anche in ambito di emergenza sanitaria). Il massimo di contributo è pari a 40 mila euro e sono ammissibili spese per un importo minimo di 15 mila euro. Il bando è reperibile nella sezione “Bandi” del sito della Regione Lombardia.

Bando in scadenza per le micro, piccole e medie imprese di tutti i settori

È in scadenza il bando Si 4.0 2021 destinato a soluzioni, prodotti e servizi innovativi di Impresa 4.0. Si tratta di un fondo a favore delle micro, piccole e medie imprese per 1,8 milioni di euro totali. Il contributo a fondo perduto previsto è al massimo del 50% delle spese ammissibili. Le domande possono essere presentate fino alle ore 12:00 del 29 ottobre 2021. 

Sostegno al credito con fondo perduto: il bando per le imprese ‘Credito Adesso Evolution’

Il bando con maggiori risorse per le imprese è quello relativo al “Credito Adesso Evolution“. In tutto la dote finanziaria del fondo ammonta a 324 milioni di euro e coinvolge anche i liberi professionisti e gli studi associati, oltre alle micro, piccole e medie imprese e alle imprese fino a 3.000 dipendenti. Si tratta di un contributo regionale volto ad abbattere i tassi di interesse con un contributo a fondo perduto dell’importo massimo di 70 mila euro e pertanto di accesso al credito e alla liquidità in tempi brevi. La domanda può essere presentata fino all’esaurimento della dotazione finanziaria.

Fondo Arest per il sostegno alle nuove attività economiche e a quelle già esistenti

Altri 75 milioni di euro sono riservati dall’Accordo di rilancio economico, sociale e territoriale (Fondo Arest). Le risorse vanno ai comuni, alle comunità mondane e alle province per un cofinanziamento del 50% dell’investimento ammissibile da parte delle imprese. Si tratta, in questo caso, di programmi di rilancio che includono la realizzazione di opere infrastrutturali e di servizi che permettano un più agevole insediamento delle nuove attività economico. Ma il fondo prevede anche il sostegno delle attività già presenti sul territorio. Il tetto per ciascuna impresa è di 2 milioni di euro e il valore minimo della proposta è fissato a 500 mila euro. La domanda può essere presentata dalle ore 12:00 di lunedì 25 ottobre 2021.

Fondo ‘Confidiamo nella ripresa’, fondo perduto del 10%

Alle piccole e medie impresse più colpite dall’emergenza sanitaria ed economica è riservato anche il fondo “Confidiamo nella ripresa“. In tutto 60 milioni di euro soprattutto per le attività di commercio al dettaglio di calzature e abbigliamento, di ristorazione, di attività sportive, di eventi privati e matrimoni. Gli aiuti andranno anche ai locali da ballo e alle discoteche. Si tratta di un finanziamento a medio termine con risorse dei Confidi sostenute dalla garanzia regionale fino al 100% del finanziamento. Il limite massimo del finanziamento è di 20 mila euro ed è previsto un fondo perduto del 10% sul valore di quanto ricevuto. Il bando è in approvazione e l’avviso sarà pubblicato dalla Regione Lombardia presumibilmente entro il 15 novembre.

Con il fondo ‘Nuova impresa’ aiuti da Regione e Camere di commercio alle Mpmi e autoimprenditorialità

Per le micro, piccole e medie imprese del commercio, del terziario, del manifatturiero e per gli artigiani è previsto anche il Fondo “Nuova impresa” con una dote di 4 milioni di euro. Sono previsti finanziamenti anche per l’autoimprenditorialità come occasione per ricollocarsi nel mondo del lavoro. Il fondo, promosso dalla Regione insieme alle Camere di commercio, prevede l’erogazione, in un’unica rata, di un contributo a fondo perduto sulle spese ammissibile. Il contributo può arrivare fino al 50% nel limite dei 10 mila euro. Le domande potranno essere presentate a partire dal 1° dicembre 2021 dalle ore 14:30.

Contributi Simest a Pmi, aperta la piattaforma per pre-caricare la domanda

Dalle 9 di oggi, 21 ottobre 2021, è possibile pre-caricare le domande per i contributi di Simest destinati alle piccole e medie imprese. Si tratta di fondi che le Pmi potranno chiedere per una disponibilità di fondi fino a 1,2 miliardi di euro. Le risorse provengono dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) nell’ambito dello strumento messo a disposizione Next Generation Eu.

Quali tipologie di contributi sono messe a disposizione delle PMI da Simest?

Sono previste tre tipologie di contributi. Il primo riguarda la transizione digitale ed ecologica delle piccole e medie imprese a vocazione internazionale; il secondo lo sviluppo del commercio elettronico (e-commerce); il terzo, infine, la partecipazione delle imprese a mostre e a fiere, anche in Italia, e a missioni di sistema.

Quali sono le condizioni previste per le Pmi per i finanziamenti Simest?

I contributi Simest sono messi a disposizione delle piccole e medie imprese per supportarle nei processi di transizione digitale ed ecologica e per l’internazionalizzazione delle stesse. Tra le misure, è possibile richiedere un finanziamento a tasso agevolato con una quota a fondo perduto fino al 25%. Inoltre, per le Pmi che hanno sede operativa nelle regioni del Sud Italia da almeno sei mesi, è possibile fare richiesta di una quota di cofinanziamento a fondo perduto più alta, fino al 40%. Per le imprese del Sud Italia, inoltre, c’è la possibilità di richiedere il 40% di fondo perduto dal Fondo 394, nei limiti della dotazione del fondo stesso di 480 milioni di euro.

Dove si trova il link per accedere alla piattaforma Simest?

Per pre-caricare la domanda dei finanziamenti Simest le imprese interessate dovranno collegasi al portale della società del Gruppo Cassa depositi e Presiti. Nella home page è presente il link da seguire per accedere all’area personale dell’impresa stessa. È importante sottolineare che l’ordine di pre-inserimento della domanda non costituisce una priorità di accesso ai contributi messi a disposizione da Simest.

Accesso alla piattaforma Simest per caricare la domanda dei finanziamenti

Per l’accesso, l’impresa deve utilizzare le credenziali già in suo possesso. Se invece si tratta del primo accesso, è necessario procedere prima con la  registrazione al portale Simest.  L’accesso al portale è, tuttavia, gestito attraverso un sistema di coda. Nel momento in cui l’azienda fa l’accesso al portale, infatti, si avranno 30 minuti per completare l’operazione. Questo meccanismo è stato implementato per gestire il numero delle domande che si preannuncia elevato. Pertanto, i 30 minuti necessari per il pre-caricamento della domanda sono stati fissati per dar modo a un certo numero di imprese di poter collegare in contemporanea.

A cosa serve pre-caricare la domanda dei finanziamenti Simest?

Pre-caricare la domanda dei finanziamenti messi a disposizione da Simest è una possibilità offerta alle piccole e medie imprese interessate ai contributi. La presentazione della domanda vera e propria sarà possibile a partire da giovedì 28 ottobre prossimo, dalle ore 9:30. Il pre-caricamento delle domande è possibile inoltrarlo dalle 9 alle 19, dal lunedì al sabato. Se vi sono imprese in coda alla chiusura delle 19, le stesse avranno la possibilità di completare l’invio il giorno successivo, a partire dalle ore 9, mantenendo la posizione acquisita nella coda del giorno precedente.

Cosa prevede la domanda del finanziamento Simest?

Accedendo alla piattaforma per pre-caricare la domanda dei finanziamenti Simest, le piccole e medie imprese dovranno fornire indicazioni nel dettaglio dei dipendenti aziendali. La suddivisione prevede l’indicazione per fasce di età e per sesso.

Finanziamenti Simest, presentazione della domanda dal 28 ottobre 2021

La domanda vera e propria di accesso ai finanziamenti Simest potrà essere inoltrata, sempre dalla piattaforma messa a disposizione sul portale dell’azienda, a partire da giovedì 28 ottobre 2021. I giorni in cui si può presentare domanda vanno dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19. La chiusura delle domande di finanziamento è prevista per il 3 dicembre, alle ore 18:00. Può esserci la chiusura anticipata delle domande nel caso in cui nel frattempo i fondi siano andati a esaurimento.

In Veneto per continuare a fare impresa

 

E’ ancora possibile fare impresa in Veneto? Quale sarà il futuro delle oltre 400 mila microimprese e 450 mila piccole imprese che hanno radici e tradizione in questa regione d’Italia?

E’ la domanda che noi di Infoiva ci siamo posti fin dall’inizio di questa settimana. Prima i numeri, poi le testimonianze di chi, valigia alla mano, ha alzato lo sguardo puntando a est, eleggendo la Carinzia nuovo eldorado degli imprenditori.

Ma la domanda che ci poniamo quest’oggi guarda all’Italia, e al Veneto in particolare: come la regione favorisce la nascita e la crescita delle piccole e medie imprese del territorio?

Lo abbiamo chiesto a Giorgio Grosso, Presidente di Veneto Sviluppo, la società finanziaria, partecipata al 51% dalla Regione del Veneto, che contribuisce all’attuazione dei programmi economici della Regione attraverso l’attivazione e la gestione di strumenti finanziari specifici. Lo scopo è quello di assicurare alle piccole e medie imprese del territorio l’accessibilità agli strumenti finanziari messi a disposizione, favorendo la crescita del sistema produttivo e realizzando progetti di supporto allo sviluppo regionale in settori strategici.

Qual è la temperatura del mondo imprenditoriale in Veneto attualmente?
Senz’altro l’economia veneta sta attraversando un periodo di particolare difficoltà, che ha comunque stimolato, nel tessuto produttivo regionale, delle significative capacità di reazione. Anche dal nostro privilegiato “punto di osservazione” abbiamo avuto modo di registrare alcuni significativi segnali della crisi in atto: dall’inizio del 2012 ad oggi l’afflusso delle domande pervenute dalle piccole e medie imprese venete è rallentato in maniera anche sensibile, nell’ordine del 20-30%.

Quali sono gli incentivi che avete messo in campo per favorire la nascita e la crescita delle piccole e medie imprese del territorio?
Veneto Sviluppo ha, come mandato della Regione, il compito di sostenere in via esclusiva la piccola e media impresa. L’intera attività della finanziaria regionale è volta al raggiungimento di questo obiettivo. In questo senso, nel corso del 2012 Veneto Sviluppo ha gestito complessivamente 923 milioni di euro. Questi i dati principali: 18 partecipazioni societarie dirette (oltre a 2 indirette) per un valore complessivo di oltre 35 milioni di euro, 11 partecipazioni nei fondi di capitale di rischio e di patrimonio destinato per 7,7 milioni di euro, quasi 6 milioni impiegati nel Fondo di Garanzia e 2.137 domande di agevolazione deliberate per i Fondi rotativi (+7,2% rispetto al 2011) per un importo complessivo annuo di 315,8 milioni (+5,6%). Una delle misure più importanti a concreto supporto alle imprese è la cosiddetta “Misura Anticrisi”, messa a punto nel 2009 ed ampliata nel 2012 dalla Regione Veneto, che ha dimostrato, in questo modo, una particolare attenzione per il momento storico ed economico che stiamo vivendo.

In che cosa consiste la Misura Anticrisi?
Grazie a questo strumento si è potuto offrire alle imprese un ulteriore sostegno sotto l’aspetto della liquidità, in particolare a fronte di crediti commerciali insoluti, crediti scaduti verso la Pubblica Amministrazione, rimborsi di finanziamenti a medio/lungo termine attivati per investimenti aziendali e per anticipazioni di ordini o contratti di fornitura di beni o servizi. Non solo: particolarmente vicini alle esigenze delle Pmi venete sono, inoltre, i Fondi di rotazione riservati all’imprenditoria femminile e giovanile, che prevedono una quota di finanziamento a fondo perduto. Di recente, infine, è stato dato avvio al nuovo Fondo Energia, fondamentale strumento agevolativo che metterà a disposizione delle piccole e medie imprese venete 23,8 milioni di euro di risorse pubbliche, parte come finanziamento agevolato e parte come contributo in conto capitale, per dare una risposta rapida ed efficace all’innalzamento del costo energetico, che rappresenta una delle maggiori criticità attuali del sistema produttivo.

Esistono delle forme di incentivo che permettano di attrarre in Regione investimenti provenienti dall’estero?
I sostegni e i finanziamenti che la Regione Veneto eroga attraverso la finanziaria Veneto Sviluppo prevedono che le pmi beneficiarie abbiano la loro sede operativa nel nostro territorio. Questo indirizzo di politica economica adottato dalla Regione va sicuramente nella direzione di favorire l’attrazione di imprese fuori regione ed eventualmente straniere che intendono installare nel Veneto una loro sede operativa.

Perché quasi 10 imprese del Triveneto al giorno scelgono la Carinzia per sviluppare la propria attività?
I motivi principali hanno a che fare con aspetti legati alla fiscalità e ad una “presenza” meno pesante degli adempimenti burocratici nella conduzione di un’azienda. In questi casi, come è facilmente intuibile, si tratta di argomenti riguardo ai quali le Regioni non hanno alcun potere decisionale.

Cosa può fare la Regione per tamponare questa fuga “non più di cervelli ma di mani e braccia”?
In un contesto di caduta generale dei finanziamenti da parte del sistema bancario, l’impegno della finanziaria regionale si è concentrato soprattutto sul fronte dell’accelerazione dell’evasione delle domande provenienti dalle piccole e medie imprese venete: oggi il tempo tecnico di erogazione dei finanziamenti è contenuto in 40 giorni. Ma l’obiettivo per il prossimo futuro è di mettere a punto strumenti finanziari innovativi, come i “tranched cover”, o nuove forme di collaborazione con il sistema bancario e quello dei consorzi fidi di garanzia attraverso riassicurazioni di portafoglio, in grado di moltiplicare gli effetti sul territorio dei finanziamenti da noi erogati. In questo senso, sono già stati identificati due interventi che prevedono l’impiego di 4,5 milioni di euro di fondi regionali, a garanzia di finanziamenti complessivi per oltre 120 milioni.

Alessia CASIRAGHI