L’eccellenza dei prodotti italiani pronta a conquistare Hong Kong

Prodotti alimentari di eccellenza stanno per salpare verso Hong Kong, grazie all’acquisizione, da parte di Inalca Spa, società partecipata al 28,4 % da CDP Equity, attraverso la controllata Inalca Food & Beverage (IF&B), il 57,3% delle quote di Bright View Trading Hong Kong Ltd.

Bright View ha registrato nel 2016 un fatturato di circa 9 milioni di euro e, tra i suoi clienti, vanta anche i più conosciuti ristoranti e hotel di Hong Kong e Macao. Il suo socio fondatore, James Robertson, rimarrà con una quota della società del 32,9%, mentre il restante 9,8% rimarrà in quota al terzo socio Michele Bernacchia, che assumerà l’incarico di General Manager, garantendo la continuità gestionale e l’implementazione del business plan, che prevede il raddoppio dei ricavi nei prossimi 5 anni.

Si tratta di un’operazione che darà a IF&B l’opportunità di aprirsi un varco verso uno dei maggiori mercati di riferimento del business e del turismo mondiale, poiché solo nel 2016 si sono contati oltre 27 milioni di visitatori, con un costante aumento della domanda dei prodotti di qualità della cucina italiana.

Inalca, dal canto suo, negli ultimi quattro anni e sempre attraverso la controllata IF&B, è riuscita ad entrare a far parte del segmento della distribuzione organizzata Ho.Re.Ca. di prodotti di eccellenza tipici del Made in Italy in Paesi e mercati dove la domanda di food & beverage italiano è in forte sviluppo. In pratica, la sua è una funzione di piattaforma distributiva sui mercati internazionali, che può spingere e far conoscere i produttori italiani piccoli e medi, che altrimenti non avrebbero i mezzi per emergere.

Vera MORETTI

In frenata le esportazioni del made in Italy in Cina

Finora il lusso era sempre stato immune dalla crisi, ma sembra che stia avvenendo un cambio di rotta.
A determinare un brusco rallentamento è soprattutto la crisi cinese e i disordini che stanno avvenendo ad Hong Kong.

Se, infatti, inizialmente la rivolta era partita dalla zona di Central, cuore finanziario della città, ora ha intaccato concretamente anche Kowloon, la parte di maggior richiamo turistico e commerciale, dove si concentra lo shopping di alta gamma.

E, in concomitanza con la festa nazionale della città-Stato, che nel mese di ottobre rappresenta la principale attrattiva, seconda solo alle feste natalizie, la chiusura dei principali negozi, quelli di maggior richiamo per i turisti, porterà ad un ulteriore calo del fatturato, anche per i prodotti Made in Italy, che hanno tanto investito per approdare in Oriente.

Luca Solca, analista di Exane BNP Paribas, ha commentato così la situazione: “I contatti che abbiamo sul posto riferiscono di un contesto molto difficile per il commercio, i cinesi hanno smesso di venire e i compratori locali rimangono in attesa. Un’escalation degli attuali disordini porterebbe ulteriore negatività per il settore“.

Le previsioni per quest’anno, dunque, sono pessimistiche, e la crescita non supererà il 4%, contro l’8 dello scorso anno e il 10 del 2012.

Per quanto riguarda Piazza Affari, ecco le stime da parte degli esperti: “Non abbiamo dati precisi ma stimiamo che il fatturato generato nell’ex colonia britannica pesi circa il 7-8% del totale per Ferragamo e il 9-10% per Tod’s. Minore l’esposizione per Moncler, stimata tra il 4% e il 5%, e ancora più bassa per Brunello Cucinelli“.

Vera MORETTI

La moda italiana approda in Borsa

L’eccellenza Made in Italy della moda e del design è pronta a fare il grande salto e ad approdare in Borsa.

Secondo Pambianco, società di consulenza nel campo della moda, dopo il debutto, previsto per oggi, di Moncler, altre prestigiose aziende seguiranno questa strada, per arrivare in Piazza Affari entro il prossimo quinquennio.

Nel 2012, le 50 big della moda italiana hanno registrato 15 miliardi di ricavi (+8,1%), ma in rallentamento rispetto al 2011 (quando le vendite erano salite del 10,8%) con una redditività media sui ricavi del 16,9% e un patrimonio netto complessivo di 10,4 miliardi.
Con questi numeri, secondo le stime di Borsa Italiana, le 50 matricole potrebbero raccogliere sul mercato tra 9 e 11 miliardi di euro di risorse da investire nella crescita.

Carlo Pambianco ha dichiarato: “Se tutte le aziende della moda e del lusso si quotassero raggiungerebbero una capitalizzazione di 26,1 miliardi“.
In pratica si raddoppierebbe il valore del comparto visto che l’attuale capitalizzazione delle aziende della moda e del lusso si attesta a 29,7 miliardi, di cui però Luxottica (17 miliardi) pesa per oltre la metà.

Pambianco mette sul podio della moda Giorgio Armani, Ermenegildo Zegna e Dolce&Gabbana, mentre su quello dell’arredamento compaiono Kartell, Flos e B&b.

Luca Peyrano, responsabile per l’Europa dei mercati azionari del London Stock Exchange Group, ha aggiunto: “Quasi il 60% delle quotazioni europee del lusso degli ultimi 4-5 anni sono state fatte a Piazza Affari. Milano vanta dunque una leadership nel settore. Del resto se il mercato italiano è spesso valutato a sconto rispetto ad altre piazze finanziarie, il settore del lusso italiano quota a premio“.

Nella lista delle future quotabili c’è Harmont & Blaine, che pensa a un Ipo per il 2017 e che sta per cedere una quota a un partner di private equity, prima di allora tra chi ha già venduto parte del capitale e non esclude la quotazione c’è Pianoforte Holding, Twin-Set Simona Barbieri, Elizabetta Franchi, Stroili Oro.

Al grande salto, comunque, sarebbero pronte tante grandi, a cominciare da Versace, che sta trattando la vendita di parte del capitale a un fondo, per arrivare a Furla, che ha valutato anche una quotazione a Hong Kong, sono tante le griffe italiane pronte al grande salto.

Vera MORETTI

Sace (ri)porta Morellato in Cina

La gioielleria e l’orologeria Made in Italy sono sempre più orientate verso i Paesi asiatici.

Questa volta, a sbarcare in Cina, anche se non si tratta della prima volta, è Morellato, marchio padovano dei gioielli di lusso, ma accessibili, grazie a due linee di credito del valore complessivo di 8 milioni di euro garantite da Sace.

Si tratta di due diversi finanziamenti erogati in parti uguali da Intesa Sanpaolo ed Unicredit e destinati a sostenere le spese di apertura di ben 600 nuovi punti vendita tra Cina ed Hong Kong, ma anche le spese previste per le attività promozionali e pubblicitarie, senza dimenticare le esigenze di capitale circolante per far fronte all’aumento delle forniture in Asia.

Ha dichiarato Massimo Carraro, amministratore delegato di Morellato: “La Cina rappresenta una grande sfida per la gioielleria italiana e stiamo avviando un ambizioso piano di crescita nel Paese. Abbiamo trovato in Sace un partner ideale per supportarci nelle nostre strategie di internazionalizzazione”.

Questa operazione va a confermare l’impegno di Sace al fianco dei grandi gruppi bancari per sostenere la crescita dei brand italiani nei mercati esteri chiave per i prodotti d’eccellenza del Made in Italy.

Vera MORETTI

Parte da Milano l’aereo del lusso

Il lusso Made in Italy piace sempre di più all’estero.
Sono molti, infatti, i marchi italiani che aprono store e showroom all’altro capo del mondo e, nella maggior parte dei casi, si tratta di successi annunciati.

Per far conoscere ancora meglio i prodotti del Belpaese, è nato un progetto che farà volare, letteralmente, il Made in italy nelle principali piazze del lusso a livello mondiale.
Alcune delle principali realtà del lusso nostrano, infatti, decolleranno a bordo di un aereo appositamente allestito, e prenderanno parte ad un tour che, in 45 giorni, le porterà a toccare il suolo di paesi come Dubai, Abu Dhabi, Qatar, Oman, Russia, Cina, Corea, Hong Kong, Giappone, India, Brasile e Stati Uniti

Il progetto si chiama Italian Luxury in the World (ILW) ed è stato ideato da Andrea Radic e Daniele Biagi, concepito come “una nuova forma di promozione delle nostre eccellenze nel mondo”, per usare le parole dello stesso Radic, promotore dell’iniziativa.

Saranno ben 100 le aziende italiane che saliranno a bordo di questo specialissimo aereo, appartenenti ai settori più disparati, dalla moda al cibo, senza disdegnare il design. I primi ad aver sposato l’iniziativa, finanziata esclusivamente da privati, sono stati lo studio legale internazionale Baker & McKanzie e il fondo di investimenti milanese Scm (Solutions capital management.

Tra i brand del lusso che hanno già detto sì, ci sono il gruppo di distillati Nonino, l’argentiere Ganci e lo studio internazionale di architettura Karim Azzab, anche se l’iniziativa ha incuriosito molti, a cominciare da Mario Boselli, presidente della Camera di Commercio della Moda, fino ai vertici di Federlegno Arredo e di Confindustria.

Anche Giuliano Pisapia ha mostrato il suo assenso al progetto, poiché considera ILW “una bellissima iniziativa, che permetterà di portare nel mondo, oltre che un messaggio di innovazione, anche quello che Milano ha da offrire, per attirare investimenti in Italia in un momento in cui ce n’è un gran bisogno”.

Vera MORETTI

Crisi per le calzature italiane

Le calzature italiane, famose ed apprezzate in tutto il mondo per qualità e tradizione artigiana, stanno attraversando un periodo di “sofferenza”.
A mancare non è certo la creatività, né il pregio, che ancora rappresentano i simboli del lusso Made in Italy. Ciò che scarseggia sono i soldi, sempre meno nelle tasche dei potenziali acquirenti, a causa di una crisi ormai senza fine.

Per questo motivo, il settore ha registrato, nel periodo gennaio-aprile 2013, un calo degli ordini dello 0,9%, determinato da una flessione dell’8,7% della domanda interna, bilanciata solo in parte dal +3,6% dell’export.

Meglio in trasferta piuttosto che in casa? A quanto pare sì, come i dati diffusi da Assocalzaturifici hanno dimostrato.
Fra i paesi esteri che hanno sostenuto la domanda ci sono gli Stati Uniti (+42,2%), clienti affezionati ai prodotti Made in Italy, ma soprattutto i Paesi emergenti, tra i quali spiccano Russia (+49,2%), Giappone (+34,8%), ma soprattutto Cina e Hong Kong (+70,8%).

Nonostante queste percentuali siano in forte salita, il 2012 non è stato un anno positivo per il comparto calzaturiero, poiché ben 250 imprese sono state costrette a chiudere, a danno di 1.700 addetti.
Peggio sta andando l’anno in corso, poiché nei primi tre mesi del 2013 sono andati persi quasi altri 1.000 addetti e 83 calzaturifici, quasi uno al giorno.

Cleto Sagripanti, presidente di Assocalzaturifici, ha dichiarato: “Il dato dei consumi interni pone con forza la necessità di rilanciare la crescita nel nostro Paese. Le ricette le diciamo da tempo, così come le ripete Confindustria: l’alleggerimento della pressione fiscale eccessiva, a cui oggi si corre il rischio di dover aggiungere la fiscalità locale; l’iniezione di liquidità nel sistema, che seppure è presente non si trasmette alle imprese e ai cittadini; infine la modernizzazione della Pubblica Amministrazione, che oggi è una priorità perché il mondo è globalizzato e corre veloce“.

Vera MORETTI

Grande successo del Made in Italy a Shangai

Il successo del Made in Italy in Cina è stato confermato anche dal recente MICAM, prima edizione cinese del Salone della Calzatura appena conclusasi a Shangai, dove ha tenuto banco dal 9 all’11 aprile presso lo Shanghai Exhibition Centre.

L’evento, che ha suscitato l’entusiasmo di espositori, buyers e giornalisti, è stato fortemente voluto da Cleto Sagripanti, pesidente del MICAM, il quale ha dichiarato: “Siamo soddisfatti dei risultati di questa prima edizione di theMICAMshanghai e dell’importante numero di contatti tra buyers, investitori, stampa specializzata e imprese. La nostra politica di operare una forte selezione all’ingresso ha assicurato che in fiera arrivassero solo buyers qualificati incluso un numero importante di retailers locali e internazionali interessati a prodotti di qualità come quelli esposti a theMICAMshanghai”.

Il numero dei visitatori e degli addetti ai lavoratori che hanno partecipato all’evento è frutto di un’operazione di marketing e promozione, con partnership d’eccezione, iniziata a gennaio 2013.
La Cina è stata investiva da una forte campagna mediatica e da un Road Show che ha toccato tutte le principali città cinesi, a cominciare da Pechino e Shanghai fino a Guangzhou, Chongqing e Hong Kong, grazie al supporto di ICE, l’Agenzia per la promozione all’estero e internazionalizzazione delle imprese italiane.

Un accordo siglato da ANCI e Fiera Milano con la Shangai Fashion Week, uno dei più importanti eventi cinesi dedicati alla moda, ha sancito il definitivo successo di theMICAMshanghai, anche perché è stato l’unico suo partner ufficiale proveniente dal mondo della calzatura.

Enrico Pazzali, amministratore delegato di Fiera Milano, ha dichiarato: “Questo successo premia la collaborazione tra Fiera Milano e ANCI e dimostra quanto possiamo essere efficaci, grazie alle basi operative che abbiamo costituito all’estero, come strumento al servizio delle imprese italiane e internazionali interessate ai mercati che oggi rappresentano il motore dell’economia mondiale. Il successo di theMICAMshanghai rafforza significativamente il prestigio del Made in Italy sul mercato cinese del lusso”.

Il calendario di MICAM Shangai, essendo al suo debutto, ha puntato anche su una serie di seminari dedicati al learning, per offrire alle aziende, molte delle quali alla loro prima trasferta cinese, una serie di informazioni tecnico-giuridiche-commerciali sulle dinamiche del mercato locale e per offrire ai buyers e media cinesi chicche interessanti sull’evoluzione e sulle previsioni dei trends della moda.

L’internazionalità dell’evento è stata garantita dalla partecipazione di rappresentanti di ben 14 Paesi, con una maggioranza spiccata, 66%, delle imprese italiane.
Massiccia anche la presenza dei marchi di calzature spagnole, 22, che, alla fine dei lavori, sono tornati a casa con un bilancio più che positivo, tanto da confermare la loro partecipazione anche per la seconda edizione della Fiera.
Stessa esperienza per i calzaturifici portoghesi di Appicaps che, secondo le parole del Segretario Generale Pedro Silva, sono molto soddisfatti di questa prima edizione e torneranno ancora più numerosi a ottobre.

Cristiano Körbes, Direttore dei Progetti Internazionali di Abicalçados, l’Associazione di categoria del Brasile, ha affermato che theMICAMshanghai ha dimostrato di essere un evento mirato con visitatori selezionati, in cui la qualità dei buyers è stata ottima con risultati concreti anche per i calzaturifici brasiliani che vi hanno esposto.
Apprezzamento condiviso anche da Lemi Tolunay, Presidente dell’Associazione dell’Export di Pelletteria di Istanbul che ha partecipato con entusiasmo a theMICAMshanghai portando 8 marchi turchi di qualità, sicuri che la fiera continuerà a crescere e mietere successi.

L’appuntamento è ora per la presentazione della collezione primaver-estate 2014, che si terrà a Shangai ad ottobre 2013. Cleto Sagripanti non vuole farsi trovare impreparato e ha detto: “Già da domani inizieremo a lavorare tenacemente sulla prossima edizione di theMICAMshanghai, prevista per il prossimo ottobre, per dare un segnale forte che crediamo in questo mercato e per raddoppiare le opportunità di business in Cina per i nostri espositori”.

Vera MORETTI

La nuova boutique di Armani a Hong Kong

Canton Road, ad Hong Kong, si è arricchita di una nuova boutique di lusso, quella di Giorgio Armani.

L’inaugurazione, alla quale ha partecipato, come padrona di casa, Roberta Armani, nipote dello stilista, è avvenuta alla presenza di oltre 400 ospiti, molti dei quali autentiche celebrità della zona, come Zhang Zi Yi, Choi Si Won, Sandra Ng, Zhang Zi Lin, He Sui e Pansy Ho, tutte vestite rigorosamente Armani.

L’evento ha celebrato anche la mostra “Eccentrico”, che rimarrà aperta al pubblico fino a domani, 17 marzo, e che rappresenta un viaggio tra le creazioni più rappresentative della maison e appartenenti alle collezioni Giorgio Armani e Giorgio Armani Privé.

Il nuovo store occupa oltre 950 metri quadrati, disposti su due piani e si presenta in tutto lo splendore che da sempre caratterizza la moda del maestro piacentino, il quale ha partecipato personalmente al progetto del punto vendita.
Al piano tetta ci sono le collezioni prêt-à-porter uomo e donna e gli accessori, comprese scarpe, borse e piccola pelletteria, mentre al secondo piano, oltre ad altre proposte prêt-à-porter, trovano posto le calzature per uomo e donna.

Le proposte in vetrina fanno capolino da una tela fatta di muri e soffitti in marmorino, con pavimenti di pietra silk georgette.
I pezzi di arredo, di puro design, colpiscono per la leggerezza e i giochi di luci e trasparenze, che conferiscono alla boutique un tocco di originalità tutta italiana.

Vera MORETTI

Cresce l’export del Made in Italy verso Hong Kong

Buone notizie, in barba alla crisi, arrivano dall’export, che nel 2012 ha registrato una crescita rispetto al 2011.

L’interscambio con l’estero si è dunque rivelato fruttuoso, specialmente verso Hong Kong.
Pur non trattandosi di numeri a due cifre, è comunque una bella notizia, che vede le esportazioni verso la regione appartenente alla Repubblica Cinese in aumento dell’8,3%, per un ammontare complessivo di 493,36 mld. di USD, mentre le importazioni sono aumentate dell’8,4% con un valore di 554,22 mld. di USD.

Nel complesso, l’Italia si posiziona al 16º posto in assoluto tra i fornitori di Hong Kong e al quarto tra i paesi europei dopo i “soliti noti“ Regno Unito, Francia e Germania, con un valore di beni esportati pari a 7,15 miliardi di USD, in aumento del 2,78% rispetto al 2011, e una quota mercato dell’1,29%.

Il valore delle esportazioni di Hong Kong verso l’Italia è stato pari a 3,22 miliardi di USD (- 16% sul 2011) e una quota dello 0,65%.
L’Italia, che nel 2011 è risultata al 16˚ posto, scende ora al 19˚ fra i paesi clienti di Hong Kong.

Le categorie italiane che hanno maggiormente “spopolato” ad Hong Kong ci sono: artigianato +19,2%, calzature +12%, abbigliamento in pelle +8,9%, gioielleria +7,5%, abbigliamento +4,2%.
In calo, al contrario, le esportazioni di pelli e pellami -11,9%, e dei tessuti e filati -7,6%.

Per quanto riguarda le triangolazione Italia – Hong Kong – Cina, nel 2012, Hong Kong ha ri-esportato verso il mondo merci provenienti da diversi paesi d’origine per 470,96 mld. di USD (+7,33%), di cui 3,06 miliardi erano di origine italiana (+1,73%).
Su un totale di 7,15 miliardi di USD di merci italiane importate da Hong Kong, il 29% (2,07 miliardi) sono poi state destinate in Cina.

Vera MORETTI