Imprese, arriva la superdeduzione per assunzioni a tempo indeterminato

Nello schema di legge di bilancio 2024 presentato dal Governo arriva la super-deduzione fiscale per le imprese che assumono con contratti a tempo indeterminato, aumentata nel caso di assunzione di lavoratori svantaggiati.

Nuovi vantaggi per chi assume con contratto a tempo indeterminato

La manovra di bilancio 2024 pone al centro il lavoro e oltre alla riduzione delle aliquote Irpef da tre a 2 prevede un altro importante aiuto per imprese e professionisti che vogliono aumentare il personale con contratto a tempo indeterminato. Si tratta di una maggiorazione del 20% rispetto alle agevolazioni ora in vigore per chi incrementa la forza lavoro in azienda. La maggiorazione è del 30% nel caso in cui si assumono lavoratori in condizione di svantaggio, cioè donne lavoratrici, invalidi, percettori di reddito di cittadinanza, disoccupati con oltre 50 anni, NEET cioè giovani di età compresa tra 18 e 24 anni che non sono impegnati in percorsi di studio/formazione o lavoro.

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sottolinea che si tratta di una misura che andrà a sostituire altre forme di decontribuzione previste per il lavoro, tra cui ACE ( Aiuto alla crescita economica) ma non andrà a sostituire, anzi si potrà cumulare con le misure previste per la ZES (Zona Economica Speciale). Nella relazione tecnica di accompagnamento alla misura si sottolinea che l’abrogazione dell’Ace comporta un aumento dell’imponibile Ires sul quale può trovare maggiore capienza l’importo della maggiorazione del costo del lavoro incrementale.

Chi potrà beneficiare delle super-deduzioni fiscali?

Le deduzioni fiscali che, come ha sottolineato Giorgia Meloni potranno arrivare al 120-130% del costo del lavoro, sono dedicate a imprese e professionisti che hanno esercitato l’attività nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023 per almeno 365 giorni. Non possono invece fruirne le aziende che si trovano in stato di liquidazione ordinaria, liquidazione giudiziale o agli altri istituti liquidatori relativi alla crisi d’impresa.

Per poter ottenere l’agevolazione è inoltre necessario un incremento della forza lavoro, cioè non si può utilizzare il superbonus assunzioni nel caso in semplicemente si sostituiscano dei lavoratori.

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Giorgia Meloni, Fisco deve essere amico delle imprese. Stop comportamenti vessatori

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha partecipato attraverso un video-messaggio all’Assemblea dell’Ance ( associazione nazionale costruttori edili) che si è tenuta a Roma. Diversi i punti toccati nel suo intervento, ma ha puntato soprattutto sulla necessità di un Fisco alleato delle imprese, obiettivo da realizzare con la riforma fiscale.

Giorgia Meloni ai costruttori edili: il fisco deve essere amico delle imprese

La partecipazione di Giorgia Meloni all’assemblea dell’Ance ha un importante significato, infatti la categoria dei costruttori edili è in allarme a causa delle difficoltà create dal blocco delle cessioni del credito e dai crediti incagliati. Non ha però toccato l’argomento. Ha invece concentrato l’attenzione sul disegno di legge di delega fiscale sottolineando che fin dalla prima stesura è stata chiesta la collaborazione dei professionisti che si occupano di fisco e in particolare dei commercialisti e che molti spunti da loro offerti sono entrati nel disegno di legge di delega.

Giorgia Meloni ha ribadito che è arrivato il momento di cambiare passo, non è giusto che le imprese siano sempre accompagnate dal pregiudizio di evasione fiscale, deve essere data loro fiducia perché sono il fulcro dell’economia, solo nel momento in cui effettivamente si scoprono comportamenti non leali con il Fisco è necessario prendere provvedimenti. Il fisco non deve più avere un atteggiamento vessatorio.

Interventi in favore delle imprese

Dal punto di vista pratico questo nuovo atteggiamento si sostanzia nella semplificazione burocratica, a cui si aggiungono sgravi per le aziende che assumono. Il principio deve essere che più si assume più si aiuta lo Stato e di conseguenza chi assume deve essere premiato. Il meccanismo di premialità dovrà tenere in considerazione il rapporto tra fatturato e spesa per il personale.

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Un altro principio base della riforma fiscale è la riduzione del carico fiscale e in questo caso Giorgia Meloni accenna nuovamente alla flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti, ipotesi che sembrava accantonata nei giorni passati.

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Naturalmente anche la riduzione delle aliquote Irpef da tre a due e l’eliminazione delle microtasse, come il Superbollo contribuscono effettivamente a ridurre la pressione fiscale.

Un altro punto toccato riguarda le sanzioni tributarie che secondo il Presidente del Consiglio devono essere proporzionate in modo da non mettere in eccessiva difficoltà le imprese.

Giorgia Meloni ha sottolineato che il cambio di passo del Governo verso le imprese è molto evidente, infatti già nei mesi scorsi vi sono stati provvedimenti come la sospensione dell’invio di avvisi di accertamento nel mese di agosto e lo spostamento dei termini di versamento che ricadono nel periodo feriale.

Contributi a fondo perduto per imprese, la lista

Per chi vuole fare impresa ci sono diversi bandi che consentono di avere contributi a fondo perduto, si tratta di opportunità da sfruttare al meglio per dare il giusto input alla propria attività di impresa. Vediamo ora quali sono i bandi principali per ottenere contributi a fondo perduto.

Contributi a fondo perduto, arriva On Oltre Nuove Imprese

I contributi a fondo perduto sono particolarmente apprezzati in quanto consentono di ricevere a fronte di investimenti del denaro senza che ci sia l’obbligo di restituirlo. Non sono l’unica forma di incentivo previsto, infatti vi possono essere anche finanziamenti a tasso agevolato o garantiti dallo Stato, ma di fatto i contributi a fondo perduto sono i più interessanti per i beneficiari.

Il primo contributo a fondo perduto di cui parlare è On- Oltre nuove imprese a tasso zero, si tratta di una misura mista, infatti prevede la possibilità di accesso a contributi a fondo perduto, nel complesso l’aiuto può comprendere agevolazioni a copertura fino al 90% delle spese fino a un massimo di 3 milioni di euro. La procedura è gestita tramite Invitalia.

Un altro contributo riconosciuto a livello nazionale è il Fondo Impresa Donna, si tratta di un contributo rivolto alle imprese femminili, anche in questo caso la procedura è gestita da Invitalia.

Contributi per il Sud Italia

I contributi mirati ad aiutare il Sud sono numerosi. Particolarmente importante è Resto al Sud che mira a sostenere la nascita e lo sviluppo di imprese nel Sud Italia e nel cratere sismico del Centro Italia. In questo caso i contributi sono in forma mista con copertura al 50% come contributo a fondo perduto e al 50% sotto forma di tasso agevolato. La misura è destinata a imprenditori di età compresa tra 18 e 55 anni di età.

Sempre per le regioni del Sud e per il cratere sismico del centro Italia è disponibile anche il bando Smart & Start Italia che finanzia progetti con contributi a fondo perduto progetti di valore compreso tra 100.000 euro e 1,5 milioni di euro.

Cultura Crea 2.0 è invece un aiuto mirato alle attività imprenditoriali concentrate su industria culturale, creativa e turistica, che puntano a valorizzare le risorse culturali nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Anche in questo caso la struttura dell’aiuto è mista, cioè in parte contributo a fondo perduto e in parte investimenti a tasso agevolato.

Infine il fondo PMI Mezzogiorno è rivolto a investimenti imprenditoriali innovativi realizzati da imprese del Centro Sud Italia con copertura con contributi a fondo perduto a copertura fino al 75% delle spese.

Altri contributi a fondo perduto

Particolare attenzione viene posta anche alla internazionalizzazione delle imprese italiane e considerando che le imprese di piccole dimensioni possono andare incontro a maggiori difficoltà, nasce il contributo Bonus extra digitale. Si tratta di un progetto del Ministero degli Esteri e dell’Agenzia ICE che prevede un contributo a fondo perduto per le microimprese manifatturiere nelle attività di internazionalizzazione, attraverso soluzioni digitali. Anche in questo caso il contributo è gestito tramite Invitalia.

Per sostenere lo sviluppo di nuove tecnologie con batterie al litio vi sono i fondi Ipcei mirati a attività di ricerca, sviluppo e innovazione introducono tecnologie altamente innovative e sostenibili lungo l’intera catena del valore delle batterie agli ioni di litio con lo scopo di migliorarne la resa, la durata, la sicurezza e ridurne i tempi di caricamento.

Per alberghi e ristoranti sono invece previsti contributi per l’acquisto di strumenti e accessori green.

Occorre sottolineare che i bandi visti non sono tutti aperti attualmente, ma è bene prestare attenzione le varie finestre cercando la soluzione migliore.

Incentivi Imprese Mezzogiorno, arrivano nuovi fondi

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha approvato un nuovo decreto che prevede nuovi fondi in favore delle imprese del Mezzogiorno rientranti nel programma nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027 .

Incentivi imprese del Mezzogiorno, in arrivo 400 milioni di euro

In questo particolare momento per le imprese è essenziale riuscire a proporre progetti che siano al passo con i tempi, è difficile però vista l’inflazione e i tassi di interesse crescenti riuscire a ottenere prestiti e finanziamenti. Per far fronte a queste difficoltà arrivano nuovi aiuti dal Ministero per le Imprese e per il Made in Italy.

Il nuovo stanziamento è di 400 milioni di euro ed è diretto alle imprese del Mezzogiorno, in particolare regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Come sottolinea il comunicato del Mimit del 19 maggio 2023 “Obiettivo della misura è sostenere il processo di transizione delle piccole e medie imprese nelle regioni del Mezzogiorno mediante l’incentivazione di investimenti imprenditoriali innovativi, che facciano ampio ricorso alle tecnologie digitali, secondo il Piano Transizione 4.0.

Si possono ottenere fondi per la realizzazione di progetti che:

  • prevedano l’utilizzo di tecnologie rivolte all’ampliamento della capacità produttiva;
  • diversificazione della produzione,
  • realizzazione di nuovi prodotti;
  • modifica del processo di produzione già esistente;
  • realizzazione una nuova unità produttiva.

Criteri di valutazione dei progetti per incentivi imprese del Mezzogiorno

Ai fini della valutazione del progetto assumono rilevanza anche eventuali interventi volti all’efficientamento energetico, ma solo nel caso in cui abbiano prodotto un risparmio energetico almeno del 5%.

hanno inoltre rilevanza progetti di:

  • economia circolare;
  • che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici ;
  • certificazione ecologica dei prodotti;
  • efficientamento energetico.

Potranno essere finanziati i progetti di valore minimo non inferiore a 750.000 euro e valore massimo di 5 milioni di euro. Le imprese potranno ottenere un incentivo composto in parte da un finanziamento agevolato e in parte contributo a fondo perduto fino a copertura complessiva fino al 75%.

Leggi anche: Novità per le imprese: è online il sito incentivi.gov.it

Contributi Nuova Sabatini Green per le imprese. Domande dal 1° gennaio

Le imprese anche per il 2023 potranno ottenere le agevolazioni legate alla Nuova Sabatini, si tratta di contributi legati all’acquisto o al leasing di macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo, ma nel caso in cui si tratti di prodotti green, è prevista una maggiorazione del 30%. Ecco come funzionerà la Nuova Sabatini Green.

Nuova Sabatini Green: cos’è?

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy con la circolare 410823 del 6 dicembre 2022 ha provveduto a ufficializzare l’entrata in vigore della Nuova Sabatini Green rivolta a tutte le imprese, comprese quelle del settore agricoltura e pesca che generalmente sono escluse da molti benefici. La Nuova Sabatini Green sostiene le operazioni di acquisto o leasing di macchinari,  impianti e attrezzature nuovi di fabbrica, tali contributi sono maggiorati del 30% se trattasi di prodotti a basso impatto ambientale.

Generalmente il contributo previsto è pari al valore degli interessi calcolati su un finanziamento di durata quinquennale con un tasso di interesse calcolato sul valore dell’investimento pari a 3,575 per cento. Si ottiene la maggiorazione del 30% nel caso in cui l’impresa beneficiaria sia in possesso di un’idonea certificazione ambientale di processo o di prodotto o un’autodichiarazione rilasciata dai costruttori, importatori o distributori del bene.

Come accedere alle agevolazioni per imprese della Nuova Sabatini Green?

Le domande di agevolazione possono essere presentate dal 1° gennaio 2023 in via telematica attraverso il sito https://benistrumentali.dgiai.gov.it/

Una volta compilata la domanda il richiedente riceverà il CUP, Codice Unico di Progetto, che deve poi essere riportato nelle fatture elettroniche (di acconto e di saldo) riguardanti i beni per i quali si chiede il beneficio, in modo che possa essere riconosciuta l’agevolazione in conto impianti. Per completare la domanda è necessario apporre la firma digitale e indicare un indirizzo PEC.

Si ricorda che le domande per accedere alla Nuova Sabatini Green possono essere presentate dal 1° gennaio 2023, ma la piattaforma sarà accessibile dal 28 dicembre 2022 per il compimento delle attività propedeutiche, è possibile trovare tutte le informazioni al link https://www.mise.gov.it/it/incentivi/agevolazioni-per-gli-investimenti-delle-pmi-in-beni-strumentali-nuova-sabatini

Non possono accedere al beneficio le imprese che sono in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali, o che comunque si trovano in condizioni tali da risultare imprese in difficoltà. Inoltre non possono accedere se hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea.

Bonus connettività per imprese e professionisti esteso a tutto il 2023

Dopo il via libera della Commissione europea, il bonus connettività è stato esteso a tutto il 2023. Ecco le novità previste nel voucher connettività.

Bonus connettività: la Commissione Europea autorizza fino al 31 dicembre 2023

Il bonus connettività è nato con l’obiettivo di aiutare micro, piccole e medie imprese a far fronte ai costi relativi alla connessione internet, oggi essenziale per le comunicazioni con l’Agenzia delle Entrate in tempo reale. Ricordiamo che anche il registratore di cassa deve essere in grado di inviare immediatamente i dati delle operazioni compiute  all’Agenzia delle Entrate, inoltre pur non essendo in bilico l’obbligo di accettare i pagamenti con Pos fino a 60 euro, non viene meno la necessità di averlo.

Fino a ieri era prevista la possibilità di accesso solo per le domande presentate fino al 15 dicembre 2022, ma ora con il nuovo via libera della Commissione europea gli operatori potranno continuare ad accettare le richieste di accedere ai voucher connettività fino al 31 dicembre 2023.

Il bonus connettività si rivolge alle micro, piccole e medie imprese e con decreto del 27 aprile 2022 hanno avuto accesso anche ai professionisti titolari di partita Iva che esercitano, in proprio o in forma associata, una professione intellettuale o una delle professioni non organizzate.

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A quanto ammonta il bonus connettività?

I voucher disponibili sono:

  • contributo pari a 300 euro a copertura delle spese per un contratto della durata di 18 mesi per passaggio ad una connettività con velocità massima in download compresa nell’intervallo 30 Mbit/s – 300 Mbit/s;
  • contributo di 300 euro per il contratto di validità 18 mesi per il passaggio da una connessione compresa tra 300 Mbit/s – 1 Gbit/s. Per connessioni che offrono velocità pari ad 1 Gbit il contributo aumenta di ulteriori 500 euro se il beneficiario ha effettuato spese per l’allaccio alla rete;
  • contributo di 500 euro per un contratto di validità di almeno 18 mesi per il passaggio a una connessione compresa tra 300 Mbit/s – 1 Gbit/s con soglia minima di 30 Mbit/s . Anche in questo caso è possibile avere ulteriori 500 euro per le spese si allaccio.
  • contributo di connettività pari a 2000 euro per contratti di durata di almeno 24 mesi , per un passaggio ad una connettività con velocità massima in download superiore a 1 Gbit/s con una soglia di banda minima garantita di almeno 100 Mbit/s. In questo caso gli importi possono essere aumentati di 500 euro nel caso in cui il bebneficiario abbai dovuto sostenere spese per l’allaccio alla rete.

Decreto Aiuti Ter: le misure approvate dal Consiglio dei Ministri

In arrivo un nuovo pacchetto di aiuti per le famiglie e le imprese, si tratta dell’ultimo del governo Draghi, approvato in CdM il decreto Aiuti Ter. Tra le novità c’è un nuovo bonus una tantum per coloro che hanno un redito inferiore a 20.000 euro e taglio sulle accise. Ecco in sintesi i contenuti.

Decreto Aiuti Ter per le imprese

La prima novità importante è per le imprese. Il credito di imposta è riconosciuto fino al 30 settembre al 25% per le imprese energivore e al 15% per le altre imprese con un consumo maggiore di 16,5 MW. Dal 1° ottobre e per i mesi di ottobre e novembre è previsto il credito di imposta al 25% per le imprese energivore e gasivore e al 40% per tutte le imprese che consumano gas. Per le aziende agricole è previsto uno stanziamento di 190 milioni di euro per far fronte al caro carburanti.

Per le imprese che devono affrontare crisi di liquidità a causa del caro bollette vi è la possibilità di ottenere la garanzia statale sui prestiti, inoltre attraverso accordi da stipulare con le banche, quindi non con immediata entrata in vigore, sarà possibile avere prestiti a condizioni più favorevoli rispetto a quelle dei mercati. Ricordiamo che c’è un aumento del costo del denaro deciso dalla BCE che sta facendo aumentare i tassi di interesse praticati dalle banche.

Non solo buone notizie per le imprese, infatti vi sono maggiori restrizioni in caso di delocalizzazioni.

Aiuti alle famiglie nel decreto Aiuti Ter: accise, bonus una tantum e disabili

Dal decreto Aiuti Ter arriva anche un’altra importante novità, infatti con decreto interministeriale era stato prorogato il taglio delle accise sui carburanti fino al 15 ottobre, interviene ora il decreto Aiuti Ter con una nuova proroga per i mesi di ottobre e novembre. Finalmente un po’ di respiro per gli automobilisti.

Per chi percepisce un reddito inferiore a 20.000 euro lordi è invece previsto un bonus una tantum di 150 euro. Lo stesso si estende anche i pensionati. La platea dovrebbe essere di circa 22 milioni di persone.

Nel decreto Aiuti ter sono stanziati anche 400 milioni in favore delle Servizio Sanitario Nazionale per far fronte ai rincari del settore ospedaliero. Gli aiuti sono estesi ad RSA e strutture private.

Sono previsti contributi in favore delle scuole paritarie per far fronte al caro energia.

Cento milioni di euro è lo stanziamento in favore del trasporto pubblico locale ed è previsto il rafforzamento dell’edilizia in favore degli studenti universitari fuori sede.

In favore di Enti del Terzo Settore e degli enti religiosi civilmente riconosciuti che gestiscono servizi sociosanitari e sociali in regime residenziale e semi-residenziale per disabili, è istituito un fondo da 120 milioni di euro.

Quali sono i principali vantaggi competitivi per un’impresa

Le imprese per stare sul mercato, e quindi per poter avere una base di clientela per la sottoscrizione di servizi e/o per l’acquisto di prodotti, devono necessariamente creare a regime valore aggiunto.

Ovverosia la differenza tra i ricavi ed i costi deve essere positiva, e possibilmente gli utili generati, anno dopo anno, devono crescere nel tempo. In particolare, per mantenere nel tempo questo status un’impresa ha bisogno di differenziarsi dalle altre sotto tanti punti di vista al fine di mantenere e di accrescere la propria base di clienti.

In tal caso, rispetto alle aziende che operano nello stesso settore economico, l’impresa in genere può far leva su vantaggi competitivi che, maturati nel tempo, devono essere poi difesi ed anche resi sostenibili. Vediamo allora, proprio per un’impresa, quali sono in genere i principali vantaggi competitivi su cui si può far leva.

Ecco i principali vantaggi competitivi per un’impresa, dalle materie prime all’innovazione

Nel dettaglio, uno dei vantaggi competitivi per un’impresa, rispetto ad un’altra che opera nello stesso settore economico, è dato dai costi. Perché ridurre i costi significa, a parità di vendite, far aumentare gli utili. In genere le imprese riescono a tagliare i costi, per esempio, grazie alla leva dell’innovazione che garantisce una maggiore produttività.

Ma i costi si possono tagliare anche in tanti altri modi. Dall’accesso alle materie prime ad un minor prezzo, rispetto alla concorrenza, all’accesso a sovvenzioni e sussidi, passando per un minor costo del lavoro.

Altri vantaggi competitivi per un’azienda, dal brand alla nicchia di mercato

Tra gli altri vantaggi competitivi per un’azienda, inoltre, spicca la forza del brand. Un marchio che è riconoscibile e che è sinonimo di qualità, per i prodotti e per i servizi proposti, permette in genere ad un’impresa di ottenere rispetto ai competitor dei margini di profitto più alti.

Così come pure il settore di mercato può rappresentare un vantaggio competitivo. Pure quando un’azienda opera in una nicchia di mercato in corrispondenza della quale il vantaggio competitivo acquisito è tale che l’impresa sostanzialmente non ha concorrenti. Oltre alla forza del brand, inoltre, le imprese spesso difendono i loro vantaggi competitivi attraverso i brevetti che sono delle risorse intangibili molto spesso di difficile imitazione.

Quali sono per le imprese i vantaggi del cloud computing

Per le imprese l’accesso in sicurezza ai dati è fondamentale sia per l’attuazione dei processi, sia per la gestione di informazioni sensibili. L’eventuale perdita di questi dati, o la sottrazione, può spesso mettere a rischio la stessa continuità aziendale.

Ma al giorno d’oggi questi dati, attraverso un’architettura distribuita, possono essere conservati e protetti grazie al cloud computing. In particolare, con il cloud computing i servizi sono erogati attraverso la rete Internet e non sono più legati ad un particolare dispositivo.

In altre parole con il cloud computing, accedendo tramite credenziali, i dati e le informazioni sono sempre accessibili indipendentemente dal luogo e dal dispositivo utilizzato. Vediamo allora, nel dettaglio, quali sono per le imprese tutti i vantaggi offerti dal cloud computing.

Quali tipi di cloud computing: dal modello privato a quello pubblico, passando per l’ibrido

Rispetto alle architetture centralizzate, il salvataggio e la gestione dei dati in cloud garantisce sicurezza e la minimizzazione del rischio di perdita delle informazioni. Con il cloud computing che può essere privato. Ovverosia realizzato con una infrastruttura interna all’azienda.

Ma nella maggioranza dei casi la gestione dei dati in cloud è pubblica ovverosia fornita attraverso servizi di terzi. Così come ci sono pure i modelli cloud ibridi, ovverosia realizzati attraverso un’architettura interna all’azienda, ma con alcuni servizi forniti e integrati di terze parti.

I vantaggi del cloud computing, dalla scalabilità alla riduzione dei costi

Oltre alla sicurezza nella gestione e nella conservazione dei dati, il cloud computing tra i potenziali vantaggi garantisce scalabilità e riduzione dei costi. In quanto il costo per il cloud computing pubblico, ovverosia interamente fornito da terze parti, è meno caro rispetto al cloud computing da realizzare e da gestire attraverso un’architettura interna.

Basti pensare, per esempio, al costo del lavoro per assumere dei programmatori e dei sistemisti che si devono occupare del monitoraggio costante, praticamente 24 ore su 24, di un’architettura di cloud computing interna. In più, il cloud computing pubblico, nel ridurre i costi al minimo, in genere prevede pure delle tariffe pay per use. Ovverosia il costo è a consumo.

Il cloud computing interamente fornito da terze parti accreditate, quindi, garantisce il contenimento dei costi e la virtualizzazione grazie alla condivisione delle risorse. Così come l’accesso ai dati è indipendente non solo dal dispositivo con cui ci si connette, ma anche dal sistema operativo utilizzato.

Qual è il valore del know-how aziendale e come si tutela

Tutte le imprese per operare e per stare sul mercato fanno leva su informazioni e su processi che non solo sono interni, ma che rendono le imprese stesse uniche. E quindi sono in grado di distinguersi, spesso fortemente, da tutte le altre imprese operanti nello stesso settore economico di riferimento.

Questo insieme di informazioni e di processi, che sono spesso coperti da brevetti, rientra nel cosiddetto know-how aziendale il cui valore, chiaramente, è intangibile. Vediamo allora di approfondire, proprio per il know-how aziendale, tutti quelli che sono gli aspetti chiave. In più, vediamo anche come il know-how aziendale può essere tutelato.

Cos’è il know-how aziendale tra conoscenze, tecniche e segreti industriali

Il know-how aziendale è l’insieme di tutte quelle conoscenze che permettono all’impresa di stare sul mercato, con la vendita di prodotti e/o di servizi, e di potersi distinguere dalle altre anche attraverso dei vantaggi competitivi.

Quindi, nel know-how aziendale rientrano le conoscenze sulle tecniche di produzione e di vendita, ed in generale tutte quelle informazioni che, anche protette da brevetti e proprietà industriale, permettono di creare  valore per tutti gli stakeholder. Per questo, come sopra accennato, il valore del know-how aziendale da un lato è intangibile, ma dall’altro è essenziale per la generazione nel tempo di utili e di ricavi.

Come viene tutelato il know-how aziendale, dall’obbligo di riservatezza ai patti di non concorrenza

Molte di queste conoscenze per l’impresa, al fine di evitare lo spionaggio industriale, devono essere non divulgabili. E per questo l’impresa in genere, anche a livello contrattuale, impone ai dipendenti e soprattutto ai propri manager l’obbligo non solo di massima riservatezza, ma anche l’obbligo di fedeltà. Al riguardo, tra l’altro, spesso le grandi imprese con i manager stipulano pure dei patti di non concorrenza.

Quando e come il know-how aziendale può essere commercializzato

Sebbene si tratti di conoscenze, di informazioni e di tecniche che sono quasi sempre non divulgabili, in realtà il know-how aziendale, pur essendo un valore intangibile, può essere in ogni caso commercializzato. E questo chiaramente, attraverso dei contratti di licenza, avviene sempre su autorizzazione e su via libera da parte dell’impresa. Generalmente i contratti di licenza sull’utilizzo del know-how aziendale, da parte di soggetti terzi, hanno una durata limitata e prevedono pure il riconoscimento di un compenso.