Assegno di incollocabilità, cambia l’importo erogato dall’Inail

Con decreto del Ministero del Lavoro è stato aumentato l’importo dell’assegno di incollocabilità erogato dall’Inail in favore di persone vittime di incidenti sul lavoro, ecco i nuovi importi.

Assegno di incollocabilità, aumenta l’importo

L’Inail con la circolare 34/2023 rende noto il nuovo importo dell’assegno di incollocabilità che dal 1° luglio 2023 è di 290,11 euro, l’ultimo importo erogato nel mese di giugno era di 268,37 euro, si tratta quindi di un aumento di circa 23 euro.

L’assegno in questione viene erogato ai titolari di rendita Inail che non abbiano ancora compiuto i 65 anni di età e che in seguito a un infortunio sul lavoro o malattia profesionale non siano più in condizione di svolgere un’attività di lavoro e non siano destinatari di una collocazione obbligatoria adatta alle loro condizioni.

Affinché si possa ottenere l’assegno di incollocabilità occorre che sia riconosciuto un grado di invalidità almeno del 34% se l’infortunio si è verificato prima del 31 dicembre 2006. Per eventi verificatisi successivamente, la menomazione dell’integrità psico-fisica/danno biologico deve essere superiore al 20%, riconosciuto secondo le tabelle di cui al d.m. 12 luglio 2000.

L’assegno di incollocabilità è erogato insieme alla rendita Inail e viene rivalutato annualmente dal primo luglio in base all’indice di inflazione registrato.

Ricordiamo che l’assegno di incollocabilità non viene erogato in modo automatico dall’Inail al riconoscimento dell’invalidità dovuta a infortunio sul lavoro o malattia professionale, ma solo dietro domanda da parte dell’interessato.

Cassa integrazione, le imprese possono chiederla per allarme caldo

Questa estate sarà particolarmente rovente e proprio per questo sono molti i datori di lavoro che non riuscendo a proteggere i dipendenti dalle eccessive temperature cercano soluzioni e tra queste vi è la cassa integrazione ordinaria che uò essere richiesta per il meteo avverso e le temperature percepite eccessivamente alte rientrano in tale previsione.

Cassa Integrazione Ordinaria per allarme caldo

Inps e Inail nei giorni scorsi hanno pubblicato una nota in cui viene sottolineato che le aziende possono accedere alla Cassa Integrazione Ordinaria per l’allarme caldo. La nota 5056 del 13 luglio 2023 fa il punto sulla questione.

Nella nota si ricorda che i settori in cui vi è un maggiore rischio legato allo stress termico sono:

  • edilizia civile e stradale;
  • comparto estrattivo;
  • settore agricolo e manutenzione del verde;
  • comparto marittimo e balneare.

Ricorda inoltre che il rischio aumenta nelle ore più calde della giornata.

Naturalmente questi non sono i soli settori in cui si può richiedere, ma in qualunque situazione le condizioni di lavoro non siano adatte alla tutela della salute.

La valutazione del rischio per allarme caldo

Per poter accedere alla cassa integrazione ordinaria i datori di lavoro devono effettuare la valutazione del rischio e questa comprende anche la valutazione delle temperature percepite. Il limite oltre il quale si può accedere alla misura è di 35°C.

Il motivo per il quale si fornisce la possibilità di richiedere la cassa integrazione viene spiegato dall’Inps è infatti dimostrato che in condizioni di lavoro estremo determinate dalle alte temperature sono più frequenti gli infortuni sul lavoro.

Particolarmente rischiosi non sono solo i lavori effettuati all’esterno, come nel caso di rifacimento tetti, facciate e manto stradale, ma anche tutti quei lavori in cui si richiede un abbigliamento protettivo. Sono inoltre a rischio tutte le fasi lavorative che avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore.

Nella stesura della domanda per la richiesta di accesso alla cassa integrazione ordinaria, l’azienda deve inserire una relazione tecnica, inoltre deve indicare le giornate di sospensione dei lavori e l’entità della riduzione dell’attività lavorativa. Non devono essere allegati bollettini meteo, mentre deve specificare la tipologia di lavorazioni svolte in azienda.

L’Inps riconosce la cassa integrazione ordinaria in tutti i casi in cui il responsabile per la sicurezza attesti esservi un periodo per la sicurezza del personale presente in azienda.

Per ora per il troppo caldo si sono fermati già gli operai FCA di Pomigliano d’Arco.

Leggi anche: Cassa integrazione e sostegno al reddito, tutte le novità

Assicurazione casalinghe obbligatoria 2023: ancora pochi giorni per il rinnovo

Entro il 31 gennaio 2023 deve essere versato il premio Inail per l’assicurazione casalinghe. Ecco tutti i termini.

Assicurazione casalinghe Inail: chi deve effettuare il pagamento?

La polizza casalinghe Inail è stata introdotta con la legge 493 del 1999. È obbligatoria per tutti coloro che si occupano in maniera abituale, esclusiva e gratuita dei lavori in casa. Devono sottoscrivere la polizza tutte le donne e gli uomini di età compresa tra 18 anni e 67 anni che svolgono attività di cura della famiglia e della casa in modo gratuito, abituale e senza vincoli di subordinazione.

Per il 2023 il pagamento deve avvenire entro il 31 gennaio e l’importo da corrispondere è di 24 euro. Nel caso di primo pagamento è necessario prima effettuare l’iscrizione sul sito Inail con un codice di identità digitale ( Cie, Spid Cns), una volta effettuata l’iscrizione si riceverà una e-mail di conferma con avviso di pagamento e da questo momento si sarà abilitati ad effettuarlo.

Nel caso in cui si è già iscritti il pagamento può essere effettuato direttamente dall’App Io.

Leggi anche: App IO: cos’è, come scaricarla e quali servizi sono accessibili?

L’importo può essere pagato online anche attraverso il sito di Poste Italiane, il sito della propria banca, oppure dell’Inail. Chi non ha abbastanza dimestichezza con tali strumenti può effettuare il pagamento presso uffici postali, banca, sportello bancomat, ricevitorie, tabaccai e supermercati abilitati.

Chi è esente dal versamento?

Sono esentati dal pagamento i soggetti

  • con un reddito complessivo lordo inferiore a 4.648,11 euro annui;
  • far parte di un nucleo familiare con un reddito complessivo lordo inferiore a 9.296,22 euro annui.

Coloro che si trovano in tale condizione devono comunque andare sul sito Inail ogni anno e cliccare sulla sezione “Domanda di iscrizione e rinnovo con dichiarazione sostitutiva”.

Cosa prevede il premio assicurativo Inail per chi si occupa di lavoro casalingo?

L’assicurazione Inail contro gli infortuni domestici prevede che in caso di incidente che porti a una menomazione almeno del 16% il soggetto possa ottenere una rendita (commisurata all’invalidità) mensile esentasse.

L’importo minimo della rendita è di 119,23 euro, mentre l’importo massimo che si può ottenere in caso di invalidità al 100% è di 1.454,08 euro . In caso di morte dell’assicurato l’importo sarà erogato in favore dei superstiti i quali potranno anche ricevere un assegno una tantum di 10.742,76 euro . Nel caso in cui dall’infortunio sia derivata un’invalidità di percentuale compresa tra il 6% e il 15%, il soggetto assicurato potrà ricevere un importo una tantum di 337,41 euro. Naturalmente l’infortunio deve essere intercorso durante operazioni di lavoro domestico, ad esempio mentre si stira o mentre si lava il pavimento.

Leggi anche: Fondo casalinghe INPS: cos’è? Conviene iscriversi? Importi

Mai più code agli sportelli con la nuova App Inail e servizio Intempo

Dal 7 novembre 2022 sono attive nuove funzionalità dell’App Inail che consentono di evitare le code agli sportelli. Ecco come funzionano.

App Inail “InTempo” addio code

Dal 7 novembre 2022 è attivo il nuovo servizio “InTempo” questo consente di prenotare da remoto il proprio posto in coda allo sportello ed eseguire il check-in nella sede Inail utilizzando lo smartphone. Una volta arrivati alla sede Inail in cui è stato prenotato l’appuntamento, basta inquadrare con lo smartphone il Qr Code. L’App trasmette immediatamente i dati anagrafici al sistema, quindi la registrazione è effettuata in automatico, inoltre sarà possibile selezionare l’area di assistenza a cui si è interessati per essere incanalati nella coda di proprio interesse. Non c’è quindi possibilità di sbagliare sportello.

A questo servizio si uniscono ulteriori funzionalità, tra cui il servizio “Inail risponde” che permette di inviare richieste di supporto attraverso i servizi online. Tutte le richieste sono salvate nella sezione dell’App Inail “le mie richieste”. Le richieste aperte possono essere successivamente annullate, oppure possono essere ulteriormente integrate, ad esempio con altra documentazione.

I prossimi 5 aggiornamenti dell’App Inail

Queste sono le principali novità introdotte dal 7 novembre 2022, ma l’Inail ha già reso noto che nei prossimi mesi ci saranno ulteriori 5 aggiornamenti dell’App che consentiranno nuove funzionalità. La prima sarà l’introduzione della “Chat con operatore”, disponibile dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 18.00. Contestualmente a tale aggiornamento sarà introdotta una nuova sezione che permette di visualizzare il documento di Certificazione unica, condividerlo o salvarlo in formato pdf.

Nel secondo dei 5 aggiornamenti sarà introdotto lo “sportello virtuale dei lavoratori” attraverso il quale consultare le pratiche e i relativi pagamenti e provvedimenti, scaricabili sempre in formato pdf .

Negli aggiornamenti successivi sarà introdotto l’assistente virtuale in formato chatbot, quindi con risposte “automatiche”.

L’ultimo aggiornamento è attualmente ancora in corso di studio e sarà dedicato agli utenti che hanno avuto delle amputazioni. Lo stesso nasce dalla collaborazione con i medici del Centro protesi di Vigorso di Budrio e prevede forme di assistenza specifica tra cui anche un corso di fisioterapia in 3D.

Bando Bit 2022: risorse per le imprese che aumentano la sicurezza sul lavoro

Dal giorno 7 novembre 2022 le imprese possono richiedere l’accesso ai contributi del bando Bit 2022 promosso dall’Inail con il centro di competenza Artes 4.0. I contributi sono volti a finanziare fino al 50% delle spese sostenute per l’aumento della sicurezza.

Bando Bit 2022: a chi è rivolto?

Il bando Bit 2022 prevede il riconoscimento di un contributo fino al 50% delle spese sostenute dalle imprese per progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale finalizzati alla riduzione del fenomeno infortunistico/tecnopatico o al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori. Le risorse messe a disposizione sono due milioni di euro e ogni impresa può ricevere un importo del 50% per spese comprese tra 100.000 euro e 140.000 euro.

La domanda per accedere ai fondi del bando Bit 2022 possono essere presentate da start up, micro imprese, piccole, medie e grandi imprese, queste possono partecipare in forma singola o come partenariato. La procedura è aperta dal giorno 7 novembre e fino al giorno 16 gennaio 2022. La domanda deve essere presentata sulla piattaforma https://retecompetencecenter4-0-italia.it/artes/

Ogni impresa può presentare un solo progetto, lo stesso deve però essere ben dettagliato. In particolare deve prevedere:

  • un piano di intervento concreto e devono essere specificati in modo molto meticoloso i benefici in termini di aumento della sicurezza sul luogo di lavoro che il progetto può avere.
  • inoltre, visto il partenariato con Artes 4.0, il progetto deve prevedere il coinvolgimento nella fase di ricerca contrattuale e consulenza tecnologica del Centro di Competenza ARTES 4.0.

Chi è Artes 4.0?

Artes 4.0 è un’associazione senza fini di lucro riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito degli interventi connessi al Piano nazionale Industria 4.0 con focus di alta specializzazione nell’ambito delle aree della robotica avanzata e delle tecnologie digitali abilitanti collegate.
Artes 4.0 viene riconosciuto come soggetto di diritto pubblico a cui è associata anche l’Inail e diversi centri di ricerca universitaria.

Quali progetti possono essere finanziati con il bando Bit 2022 ( sicurezza sul lavoro)?

I progetti ammessi al finanziamento riguardano in modo specifico le aree:

a. Robotica e macchine collaborative;
b. Intelligenza Artificiale;
c. Sistemi di controllo model-based per sistemi multivariabili;
d. Tecnologie per l’ottimizzazione real-time di processo;
e. Applicazioni e tecnologie per archiviazione ed elaborazione di dati;
f. Infrastrutture software di base;
g. Tecnologie per la cyber-security;
h. Realtà aumentata e virtuale e sistemi di telepresenza multisensoriale;

I. Tecnologie robotiche e di realtà aumentata e di sistemi di sensori per la manutenzione predittiva e training;
j. Sensori realizzabili con diverse tecnologie;
k. Sviluppo e caratterizzazione materiali avanzati;
l. Digitalizzazione e robotizzazione di processi;
m. Tecnologie, reti e sistemi e comunicazione, wireless e wired.

Leggi anche: Bando Cultura Crea Plus: domande dal 7 novembre. Le imprese che possono accedere

 

 

Smart working: dal 1° settembre entrano in vigore nuove norme strutturali

Con la conversione del decreto Semplificazioni sono state introdotte nuove norme per la stipula dei contratti di smart-working, o lavoro agile. Ecco cosa cambierà per le imprese/datori di lavoro.

Smart working: amore a prima vista

Lo smart workingha avuto una disciplina in modalità “emergenziale” nel periodo della pandemia. Il lavoro agile è però stato molto apprezzato dai lavoratori, per la maggiore facilità di coniugare vita familiare e lavoro, e dalle aziende per il risparmio economico dovuto alla necessità di gestire meno strutture fisiche, quindi risparmio energetico e in alcuni casi anche risparmio dei canoni di locazione. Proprio per questo motivo sono numerosi i lavoratori e le aziende che intendono continuare ad adottare lo smart working.

Nasce così l’esigenza di una disciplina non emergenziale ma strutturale che però sia in grado di assicurare la stessa efficienza avuta nel periodo della pandemia. Le nuove norme sono contenute nel decreto Semplificazioni, convertito in legge 122 del 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 agosto 2022 e che entreranno in vigore il 1° settembre.

Nuovo contratto smart working: cosa cambia dal 1° settembre 2022

Nel periodo pandemico per poter attivare un contratto di smart working, o lavoro agile, non era richiesta la sottoscrizione di un contratto individuale che regolasse le nuove modalità di lavoro. Per poter procedere bastava utilizzare la modulistica e l’applicativo informatico  resi disponibili dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Dal 1° settembre, in applicazione dell’articolo 41 bis della legge 122 del 2022, invece ci saranno nuove regole.

In particolare il lavoratore dovrà sottoscrivere un accordo individuale che preveda le modalità di lavoro agile. Il datore di lavoro sarà invece tenuto a comunicare la data di inizio e di fine del rapporto di lavoro in modalità agile al Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, utilizzando l’apposito applicativo che sarà reso disponibili si spera a breve.

Tale comunicazione sarà inviata anche all’Inail. Il datore di lavoro non sarà tenuto alla trasmissione dell’accordo individuale. Questo per esigenze di semplificazione e perché la finalità della disciplina è semplicemente rendere strutturale un sistema che aveva già funzionato perfettamente durante il periodo della pandemia. Non viene meno però l’obbligo della sottoscrizione dell’accordo individuale. Lo stesso dovrà essere mostrato/trasmesso in caso di richiesta. In caso di mancata comunicazione in seguito alla richiesta sarà applicata una sanzione amministrativa di ammontare compreso tra 100 euro  e 500 euro per ogni lavoratore interessato.

Per le altre novità nel decreto Semplificazioni, leggi gli articoli:

Controlli fiscali: con il decreto Semplificazioni pronto il nuovo sistema di notifiche

Decreto Semplificazioni: cade l’obbligo di vidimazione dei repertori

Nuove scadenze fiscali nel decreto Semplificazioni: ecco le novità

Rischio incendio negli stabilimenti PIR. Scarica la guida Inail

La sicurezza sul luogo di lavoro è essenziale e, in base alla tipologia di attività svolta, possono esservi rischi diversi. Proprio per questo l’INAIL il 18 agosto 2022 ha diffuso un documento che ha l’obiettivo di favorire la prevenzione dei rischio incendio negli stabilimenti PIR, cioè con pericolo di incidente rilevante.

Prevenzione rischio incendi negli stabilimenti PIR

Il documento pubblicato dall’INAIL sulla prevenzione del rischio incendio negli stabilimenti PIR vuole essere una sintesi basata sui casi realmente accaduti. Il rischio, ad esempio, è rilevante in caso di presenza di sterpaglie nella prossimità delle recinzioni esterne agli stabilimenti PIR. Nel caso verificatosi ad alimentare le fiamme era il vento di scirocco. Per evitare tale rischio è bene quindi avere sempre sotto controllo le aree limitrofe anche esterne allo stabilimento stesso, sollecitando chi di dovere a idonea pulizia.

Un altro caso verificatosi ha riguardato le operazioni di taglio dell’erba molto secca e in presenza di vento di scirocco. In questo caso a provocare l’incendio è stato un pezzo di metallo incandescente, proiettato dal trattore trincia stocchi. È stata essenziale la presenza nella cassetta di sicurezza di un estintore portatile che può essere considerato un dispositivo di protezione. Cambiare il periodo in cui si procede allo sfalcio dell’erba può essere risolutivo, infatti l’incendio con erba umida non si sarebbe innescato.

Particolare attenzione deve essere posta anche ai lavori di saldatura in quanto idonei a provocare scintille.

Leggi anche: Sicurezza alternanza scuola-lavoro: arriva il protocollo di intesa. Nuovi obblighi per le imprese

Consigli dell’INAIL

L’INAIL quindi nella sua guida alla prevenzione degli incendi negli stabilimenti PIR invita a tenere sotto controllo sterpaglie, erbe e arbusti che sono presenti all’interno dell’azienda e nelle aree limitrofe, invita a costanti operazioni di aratura dei terreni e nel caso in cui sia effettuato lo sfalcio delle sterpaglie e dell’erba, i residui devono essere opportunamente raccolti e smaltiti.

L’INAIL invita prima dell’inizio di lavori a caldo, ad esempio saldatura, a controllare che l’area in cui si intende operare sia pulita o che sia sufficientemente bagnata e quindi che non vi sia il rischio che si sviluppino incendi. Al termine dei lavori a caldo è inoltre necessario ispezionare la zona in modo che non si lascino potenziali pericoli come braci. Invita a dotare tutti i lavoratori di idonei dispositivi di protezione individuale e collettiva.

Prevenzione incendi stabilimenti PIR

Assegno di incollocabilità: i nuovi importi riconosciuti dal mese di luglio

Buone notizie per chi percepisce l’assegno di incollocabilità Inail: è in vigore l’aumento degli importi. A darne comunicazione è stata l’Inail con la circolare n° 27 del 14 luglio 2022.

Assegno di incollocabilità: cos’è

L’Inail lo scorso 14 luglio con la circolare n° 27 ha reso noto che sono in vigore i nuovi importi corrisposti in favore dei soggetti che percepiscono l’assegno di incollocabilità. Tale assegno spetta, su domanda, a coloro che in seguito a malattia professionale o infortunio sul lavoro non possono fruire dell’assunzione obbligatoria. Questa misura di sostegno viene erogata a soggetti che, per il grado e la tipologia di invalidità non possono essere impiegati nel lavoro in quanto le condizioni di lavoro sono incompatibili con la loro salute oppure possono mettere a rischio la salute o la sicurezza dell’invalido o di chi lavora con lui. Le somme percepite non concorrrono a determinare redditi ai fini Irpef.

L’assegno di incollocabilità si riconosce agli invalidi di guerra,  o invalidi per infortunio o malattia professionale che si trovano nell’impossibilità di fruire dell’assunzione obbligatoria. Per poterne fruire occorre il riconoscimento da parte della commissione Inail di un grado di invalidità non inferiore al 34%, in applicazione delle tabelle allegate al D.P.R. 1124 del 1965, per infortuni sul lavoro verificatesi o malattie professionali denunciate fino al 31 dicembre 2006.

Per gli infortuni verificatisi in seguito a tale data, per ottenere l’assegno di incollocabilità il grado di menomazione psico-fisica e danno biologico deve essere superiore al 20% con applicazione delle tabelle tabelle di cui al d.m. 12 luglio 2000.

Si può richiedere l’assegno di incollocabilità fino al compimento del 65° anno di età.

Variazione dell’assegno di incollocabilità Inail

La variazione degli importi applicata all’assegno di incollocabilità si calcola ogni anno, proprio come per le pensioni, in base all’indice dell’inflazione. Vi sono però delle differenze, infatti gli importi degli assegni pensionistici sono sottoposti a revisione in modo da riconoscere gli importi eventualmente maggiorati già nel mese di gennaio. La rivalutazione per le pensioni si effettua tenendo in considerazione l’inflazione registrata al terzo trimestre dell’anno antecedente, si parla anche di rivalutazione in base all’inflazione stimata.

Con l’assegno di incollocabilità invece l’adeguamento degli importi si applica tenendo in considerazione l’inflazione registrata nell’arco del biennio. In questo caso l’importo ha avuto un aumento dell’1,9% sulla base della variazione, registrata dall’Istat, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati intervenuta tra il 2020 e il 2021, pari all’1,9%.

Appare quindi evidente anche che la rivalutazione non viene calcolata sull’inflazione corrente che attualmente si attesta all’8%. Questo implica che le somme che percepiranno i beneficiari dell’assegno di incollocabilità non possono dirsi adeguate rispetto all’aumento del costo della vita che si sta registrando in questi mesi.

I nuovi importi dell’assegno di incollocabilità dal 1 luglio 2022

Fatta questa premessa, l’Inail nella circolare 27 del 14 luglio 2022 ha comunicato che il nuovo importo mensile percepito da coloro che hanno diritto all’assegno di incollocabilità è di euro 268,37. I nuovi importi, determinati con deliberazione del Consiglio di Amministrazione dell’Inail del 10 maggio 2022 n.79, hanno ottenuto parere positivo da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Per dovere di cronaca si sottolinea che gli importi percepiti negli anni 2020 e 2021 erano di 263,37 euro mensili, quindi l’aumento è stato di 4 euro mensili.

 

Tour operator e agenzie di viaggi: l’Inps rende note le modalità operative esonero contributivo

L’INPS con il Messaggio 2712 del 6 luglio 2022 ha reso note le modalità operative per la richiesta dell’esonero contributivo per tour operator e agenzie di viaggio.

Esonero contributi previdenziali tour operator e agenzie di viaggi

Il decreto Sostegni Ter ( decreto legge 4 gennaio 2022- convertito in legge 25 del 2022) prevede in favore delle imprese del settore turistico e in particolare agenzie di viaggio e tour operator l’esonero contributivo per contributi previdenziali. Si tratta di una misura volta ad aiutare tali attività a far fronte ai rincari energetici.

La disciplina prevede che gli operatori del turismo con dipendenti che abbiano codice Ateco 2007 divisione 79 possano godere per il periodo aprile 2022- agosto 2022 di un esonero dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico. Il beneficio deve essere fatto valere entro il 31 dicembre 2022. L’esonero non si estende ai contributi e premi Inail.

L’agevolazione rientra nell’ambito della Comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 final, recante un «Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19» e di conseguenza è assoggettata ai limiti da essa previsti. Proprio per questo motivo per poterla ottenere è necessaria una preventiva autorizzazione e di conseguenza è necessario presentare domanda.

Per i dettagli su questa misura  leggi l’articolo: Esonero contributivo per tour operator e agenzie viaggi

Indicazioni operative esonero contributivo settore turismo

Il fondo previsto è di 56,25 milioni di euro per l’anno 2022.

Il codice di autorizzazione è (CA) 2J, che, a decorrere dal mese di giugno 2022, assume il seguente significato “Azienda autorizzata all’esonero di cui al DL 4/22 art. 4 comma 2-ter” .

Il Messaggio 2712 dell’INPS precisa che sarà a breve disponibile il modello da utilizzare per potersi avvalere della agevolazione e che sarà data comunicazione della quantificazione dell’esonero e delle modalità di compilazione del modulo. Il modulo dovrà prevedere anche l’autodichiarazione del rispetto dei limiti previsti dal Temporary Framework.

Rende però già noto che l’inoltro avverrà tramite il Portale delle Agevolazioni (ex “DiResCo”).

Per ulteriori informazioni, scarica il Messaggio INPS 2712/2022

Messaggio_numero_2712_del_06-07-2022

Agricoltori, esonero contributi per due anni conservando la pensione

Esonero contributi per i lavoratori impiegati nel settore agricolo di due anni conservando la pensione. I giovani agricoltori, che non hanno ancora compiuto i 40 anni di età, hanno 120 giorni dall’inizio dell’attività per richiedere l’esonero contributivo. A chiarirlo è una circolare dell’Inps che fissa i termini per gli sgravi contributivi a vantaggio degli agricoltori under 40.

Coltivatori diretti, qual è la scadenza per presentare domanda di sgravio contributi 2022?

La domanda degli sgravi contributivi per due anni degli agricoltori che non hanno ancora compiuto i 40 anni di età va inoltrata all’Inps. Il termine per la presentazione dell’istanza è fissato in 120 giorni a partire dalla data di inizio dell’attività. Al 31 luglio è fissata la prima scadenza di chi abbia incominciato l’attività agricola a decorrere dal 1° gennaio 2022. I termini di scadenza della domanda sono fissati dalla circolare dell’Inps numero 75 del 2022.

Agricoli, chi può presentare domanda di sgravio contributi?

La domanda di sgravio dei contributi può essere presentata dai lavoratori agricoli che non hanno compiuto ancora i 40 anni di età. In particolare:

  • i coltivatori diretti, i coloni e i mezzadri;
  • gli imprenditori agricoli professionali.

Contributi lavoratori agricoli: calcolo del reddito medio convenzionale giornaliero e dell’aliquota spettante

Il calcolo dei contributi spettanti si basa sul reddito convenzionale delle quattro fasce previste. Ciascuna delle fasce di reddito si determina mediante il prodotto del reddito medio convenzionale giornaliero con le giornate lavorative stabilite dalla legge. Il reddito convenzionale giornaliero è fissato per ciascun anno dal decreto. Per il 2022, tale reddito è stabilito in 60,26 euro. L’aliquota dei contributi da versare è pari al 24%: la percentuale include già il contributo addizionale pari al 2%.

Contributo addizionale per i versamenti Inps in agricoltura: come si determina?

Al risultato ottenuto dalla moltiplicazione del reddito medio convenzionale giornaliero con le giornate lavorative, moltiplicato per il 24%, va aggiunto anche il contributo addizionale di ciascuna giornata lavorativa annuale fino al limite delle 156 annuali. Per l’anno in corso, il contributo addizionale è fissato in 0,69 centesimi per ciascuna giornata lavorata. Infine, i lavoratori agricoli devono aggiungere anche 7,49 euro a titolo di contributo di maternità.

Lavoratori agricoli under 40, come non versare contributi per due anni?

Pertanto, l’esonero contributivo dei lavoratori agricoli consente di non versare i contributi previdenziali per due anni, ma mantenendo il lavoro svolto ai fini della futura pensione. Tale esonero è allargato anche ai propri familiari. Rientrano nel beneficio i lavoratori agricoli che non hanno ancora compiuto i 40 anni di età e che si sono iscritti per la prima volta all’Inps nel corso del 2022. Per beneficiare dello sgravio contributivo è necessario presentare domanda all’Inps entro 120 giorni dal data di comunicazione di inizio dell’attività. Considerando che la comunicazione dell’inizio dell’attività può essere presentata entro 90 giorni, il termine complessivo per la presentazione della domanda di sgravio contributi è fissato in 210 giorni.

Contributi Inail 2022: qual è l’importo da versare per i coltivatori diretti?

Oltre ai contributi previdenziali, i coltivatori diretti sono tenuti a versare anche i contributi Inail. Si tratta di contributi contro le malattie professionali e gli infortuni durante lo svolgimento dell’attività lavorativa. Per l’anno 2022 i contributi Inail annuali sono pari a:

  • 768,50 euro per le zone normali;
  • 532,18 euro per le zone montane e svantaggiate.

Contributi lavoratori agricoli: come e quando pagarli?

Per il pagamento dei contributi, gli agricoltori devono utilizzare il modello F 24 da presentare per le quattro scadenze corrispondenti alle rate da versare. La prima è fissata al 18 luglio 2022 perché il 16 luglio quest’anno capita di sabato; la seconda è il 16 settembre; la terza scadenza è fissata al 16 novembre; infine, l’ultima scadenza del 2022 è al 16 gennaio 2023.