Fino al 30 novembre per la cedolare

I proprietari di casa che hanno scelto la tassazione alternativa dei redditi da locazione hanno tempo fino al 30 novembre per versare l’85% dell’imposta del 2011, altresì nota come cedolare secca.

I titolari di contratti di locazione in attivo dal 31 maggio di quest’anno, o scaduti o risolti entro la stessa data, dovranno effettuare il pagamento dell’intero acconto, oppure della seconda/ultima tranche da pagare.

Ma quanto tocca pagare? La rata singola, per la quale si ha tempo fino a fine mese, riguarda somme inferiori ai 257,52 euro, mentre “si sdoppia” per importi superiori o pari a questo tetto (il 40% dell’85% entro il 6 luglio 2011, il 60% entro il prossimo 30 novembre).

Stessa sorte tocca ai proprietari che hanno affittato utilizzando il nuovo prelievo alternativo, cioè con un contratto che parte dal 1 giugno 2011, dove l’acconto deve essere versato per intero.

C’è di buono che chi ha scelto la cedolare potrà tagliare l’acconto Irpef di quest’anno, che si considera correttamente determinato se risulta almeno pari all’82% dell’imposta dovuta sulla base della dichiarazione relativa al 2010, assumendo il reddito complessivo al netto del reddito fondiario prodotto l’anno scorso dagli immobili per i quali, nel 2011, si è optato per la cedolare.

Non sono invece coinvolti coloro il cui importo (85%) non supera i 51,65 euro e con contratti decorrenti dal 1° novembre.

Il versamento della seconda o unica rata, invece, deve essere indicato nel modello F24, segnando “1841” come codice tributo e 2011 come anno di riferimento.

Giulia Dondoni

Acconto Irpef più leggero

Buone notizie per gli italiani. L’acconto Irpef che si dovrà versare entro mercoledì 30 novembre sarà pari all’82% e non al 99%. Lo ha satbilito il decreto del presidente del Consiglio che prevede il differimento del versamento del 17% dell’acconto Irpef dovuto per il periodo d’imposta 2011. Di conseguenza, l’acconto Irpef dovuto entro mercoledì 30 novembre ammonterà all’82% anziché al 99% e la differenza sarà versata a giugno del 2012.

Ai contribuenti che hanno già effettuato il pagamento dell’acconto pari al 99 per cento, spetta un credito d’imposta pari alla differenza pagata in eccesso, che va utilizzato in compensazione con il modello F24. A chi ha utilizzato l’assistenza fiscale, i sostituti d’imposta tratterranno l’acconto applicando la nuova percentuale dell’82%.

Se è già stato già effettuato il pagamento dello stipendio o della pensione senza considerare la riduzione, i sostituti d’imposta restituiranno nella retribuzione erogata nel mese di dicembre le maggiori somme trattenute. Nel caso in cui i sostituti d’imposta non possano riconoscere la riduzione dell’acconto sulle retribuzioni di dicembre 2011, gli stessi dovranno comunque restituire le maggiori somme trattenute nella retribuzione successiva.

Riforma fiscale: le novità per le donne

Più spazio alle donne e ai giovani per superare l’attuale crisi. Sono queste le priorità espresse dal neopremier Mario Monti durante il suo discorso alle Camere, prima del voto di fiducia. L’obiettivo è trovare soluzioni che garantiscano un più facile accesso alle donne nel mondo del lavoro, in particolare per le mamme e le neomamme. Anche se è di oggi la notizia di un’infermiera che in 9 anni ha lavorato solo 6 giorni grazie a finte maternità, l’impegno di Monti è volto a trovare soluzioni alle “difficoltà di inserimento o di permanenza in condizione di occupazione delle donne”.

Ma quali sono le proposte?

Abbassare l’imposta pagata dalle lavoratrici, con corrispondente innalzamento per gli uomini, in modo da ridurre il costo del lavoro per le aziende che assumono donne. Questa iniziativa dovrebbe favorire l’accesso al mondo del lavoro da parte delle donne. Alzando di un punto percentuale l’Irpef degli uomini e abbassando corrispettivamente quella femminile si avrebbe un gettito fiscale invariato, ma di stimolo per l’assunzione “in rosa”. L’idea alla base d questo progetto nasce da un lavoro di due economisti, Alberto Alesina e Andrea Ichino.

Numerosi i riscontri favorevoli a questa iniziativa: l’aumento dell’imponibile sul lavoro maschile incrementa il gettito fiscale, ma non intacca la forza lavoro degli uomini, non causando cioè licenziamenti. Dall’altro lato, se si aumenta il numero delle donne impiegate a un’aliquota inferiore, si assiste ad una riduzione del costo del lavoro per le aziende, laddove il gettito fiscale rimarrebbe invariato.

Esistono però dei limiti a tale proposta. La disoccupazione femminile in Italia, la più alta in Europa, non è legata al costo del lavoro, ma è quanto più un deficit di tipo culturale. Il rischio per un’azienda che decida di assumere una donna al posto di un uomo è che la donna potrebbe lasciare temporaneamente il posto di lavoro per maternità. Inoltre, i maggiori problemi legati alla disoccupazione femminile sono riscontrabili nel Mezzogiorno, dove le famiglie in cui lavoro solo l’uomo sono più numerose. Un aumento dell’imponibile sul lavoro maschile colpirebbe dunque la capacità di spesa delle famiglie.

Una medaglia dalla doppia faccia, dunque la proposta avanzata dal nuovo governo Monti. Più facilmente attuabili appaiono invece le iniziative legate al sostegno alla famiglia per favorire il rapporto tra donne e lavoro. Qualche esempio? Garantire un accesso più facile agli asili nido e allungare il tempo scolastico. Ma siamo appena all’inizio, e la sfida si preannuncia difficile.

Alessia Casiraghi

Entrate tributarie erariali: + 4 miliardi

Un incremento di oltre 4 miliardi di euro rispetto al 2010 per un totale di 258 miliardi e 241 milioni raccolti da gennaio ad agosto 2011. Le entrate tributarie erariali crescono nel 2011, secondo quanto emerso dal Bollettino del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Uno sprint arriva dal gettito Ire, l’imposta sui redditi, che cresce del 2,3% con un incremento che sfiora i 2,5 miliardi, anche grazie al buon andamento delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente pubblico e privato e di quelle sui redditi di lavoro autonomo. Positivo il fronte delle imposte indirette, che registrano un più 3,4% rispetto allo stesso periodo del 2010. Nonostante l’aumento introdotto dall’ultima finanziaria, cresce anche il gettito Iva, con un +1,9%, arrotondato grazie al prelievo sulle importazioni.

Crescono le entrate legate ai giochi, con un + 16,9%, e al consumo di tabacchi, con un + 3%, nonostante il recente rincaro dell’imposta nazionale sulla vendita di tabacchi, mentre le attività di accertamento e controllo hanno fatto registrare un incremento del 36,8%. La “cedolare secca” invece, l’imposta sostitutiva dell’Irpef, ha generato entrate per 138 milioni di euro.

Un bilancio positivo, ma quali sono invece i settori in calo? Il gettito Ires perde il 5% rispetto allo stesso periodo del 2010, flessione imputabile all’assenza delle imposte sostitutive introdotte con la Finanziaria del 2008. Un calo più lieve registra invece l’imposta sulle successioni e donazioni, che si arresta al -1,3%. Ad aumentare infine le entrate legate ai canoni di abbonamento radio e Tv, che guadagnano 31 milioni di euro in più rispetto al periodo gennaio-agosto 2010 (+1,9%), le concessioni governative con 23 milioni (+2%) e le tasse auto con 18 milioni di euro(+4,3%).

A.C.

Riforma Fiscale bocciata anche dalla Corte dei Conti

Pollice verso da parte della Corte dei Conti nei confronti della Riforma Fiscale, a causa delle troppe tasse da lavoro e per le imprese, troppo alto il rischio di tagli lineari alle agevolazioni fiscali e del tutto insufficiente la copertura finanziaria.

Non si è risparmiato con le critiche Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti, durante l’audizione alla commissione Finanze alla Camera.

Occorre domandarsi se le incertezze che gravano sulla copertura della delega fiscale e assistenziale non rendano necessario esplorare fonti di gettito nuove, in direzione di basi imponibili personali o reali che non insistano sul lavoro e sulle imprese”.

Viene vista come il fumo negli occhi anche la clausola di salvaguardia, che scatterebbe nel caso in cui il governo non riuscisse ad esercitare la delega entro il 30 settembre 2012. La clausola, infatti, prevede il taglio di tutte le 600 agevolazioni attuali. Una misura recessiva, anche perché i tagli vedrebbero coinvolti coloro che, l’imposta, la pagano già, e soprattutto i contribuenti che appartengono alle fasce di reddito meno elevate.

Giampaolino si scaglia anche contro i tagli alla spesa sociale e, ovviamente l’aumento dell’IVA al 21% frutto della manovra finanziaria bis, che ha cambiato le carte in tavola: l’aumento delle imposte indirette sarebbe dovuto essere proprio una delle principali fonti di copertura previste dal Ddl per la riduzione IRPEF.

Dubbi anche sull’eliminazione IRAP, difficile da realizzare perché in contrasto con il federalismo fiscale, in base a cui il potere di ridurre l’IRAP è delle Regioni.

Infine, in relazione all’ipotesi di condono, si ritiene una “scelta molto politica, specie per l’aspetto che riguarda le conseguenze sul comportamento dei contribuenti”: bisogna guardare ai risultati dei condoni precedenti e inoltre, a differenza che in passato, ora siamo “in presenza di nuove misure anti-evasione delle quali bisogna tenere conto”.

Vera Moretti

Arriva l’Osservatorio Online per le Partite Iva

Quanto sono le partite Iva aperte in Italia da inizio anno? Quanti sono i possessori di una partita Iva dormiente? Da oggi a molte di queste domande potrà rispondere il nuovo Osservatorio sulle partite Iva, il nuovo organo del Dipartimento delle Finanze.
In Italia sono circa 8 milioni le partire Iva aperte ufficialmente, ma molte di queste risultano dormienti, ovvero i legittimi titolari alla fine dell’anno fiscale non depositano le relative dichiarazioni. Il nuovo Osservatorio cercherà di fare luce su questo fenomeno che, stando ai primi dati, appare sempre più diffuso.

Un’altra nota negativa emerge dalle prime indagine condotte dal nuovo organo del Dipartimento delle Finanze: nei primi 8 mesi del 2011, vale a dire da gennaio ad agosto, le nuove partite Iva sono state poco più di 389 mila, con una contrazione del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2010. Sulla somma complessiva a incidere sono soprattutto le partite Iva aperte da soggetti con meno di 35 anni di età (più del 50%).

Potrebbe essere la diretta conseguenza del nuovo regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile, che dispone un’imposizione sostitutiva del 5% del reddito al posto di Irpef, addizionali e Iva, secondo Anna Soru presidente di Acta – Associazione consulenti terziario avanzato: “il nuovo regime fiscale introdotto nella manovra di luglio potrebbe aver inciso, ma non sottovalutiamo l’impatto potenziale della crisi che potrebbe aver limitato gli spazi di manovra per le nuove leve alla ricerca di un lavoro dipendente.”

Non bisogna dimenticare che la maxi operazione di sanatoria per la razionalizzazione delle partire Iva introdotta a settembre, che permetteva ai possessori di partite Iva dormienti, di mettersi in regola con l’erario tramite un versamento di 129 euro, si è rivelata un vero flop. La Soru si dichiara però fiduciosa riguardo alla nuova iniziativa di un Osservatorio Onlineporterà alla luce dati finora sconosciuti che impedivano una chiara lettura delle dimensioni quantitative delle partite Iva in Italia”.

Alessia Casiraghi

Artigianato Novara: esenzioni fiscali senza bollino blu

Confartigianato Imprese Novara Verbano Cusio Ossola dopo il voto del Consiglio regionale che impegna la Giunta a presentare, entro tre mesi, un provvedimento per l’eliminazione del bollino blu per le autovetture a partire dal 2012 chiede alla Regione Piemonte una deduzione forfetaria dell’Irap e l’esenzione dell’addizionale regionale Irpef per almeno cinque anni. ”Le nostre imprese si sono adeguate alla normativa sul bollino blu dal 2001, acquistando macchinari e anche assumendo personale per questo ulteriore adempimento, ora la sua eliminazione – ha spiegato Amleto Impaloni, direttore di Confartigianato Imprese Novara Verbano Cusio Ossola – avrà riflessi negativi sul comparto autoriparazione; una parziale compensazione con sgravi e deduzioni per Irpef e Irap regionali potrebbe servire a rendere meno gravosa l’abolizione dell’adempimento”.

In provincia di Novara esistono 203 officine autorizzate e 32 centri di revisione; nel Verbano Cusio Ossola 128 officine autorizzate e 13 centri di revisione. Per Mauro Barbi, delegato della Sezione Autoriparazione di Confartigianato Imprese Novara Verbano Cusio Ossola, ”le verifiche annuali del bollino blu sulle vetture immatricolate nelle nostre province valgono circa quattro milioni di euro; le nostre officine hanno investito in attrezzature, con oneri fino a cinque/sette mila euro per azienda, e – soprattutto nei centri di revisione – sono stati assunte persone per questi adempimenti che, ricordiamolo, devono tutelare la salvaguardia dell’ambiente monitorando e intervenendo sui gas di scarico dei veicoli stessi”.

Abrogare il bollino blu elimina un onere per gli automobilisti però causa cadute nagative al settore dell’autoriparazione.

Mirko Zago

 

Unico 2011: ecco come detrarre la nota spese

I liberi professionisti o i lavoratori autonomi sono sempre in giro fra un appuntamento e l’altro e così, nella maggior parte dei casi, si trovano sobbissati dall’onere dei costi di alberghi, ristoranti e molte altre spese di rappresentanza che, per quanto necessarie, sono una nota dolente nelle tasche, a fine mese.

La buona novella, però, è che quei costi possono essere detratti: oggi Infoiva vi spiega come collocarli nell’Unico 2011 facendo riferimento, nello specifico, ai due tipi di spese.

Sì perché, albergo e ristorante hanno una diversa deducibilità ai fini Irpef rispetto alle spese di rappresentanza, e per questo necessitano di una diversa collocazione nella dichiarazione dei redditi . In pratica,

  • spese albergo e ristorante: da posizionare nel rigo RE15;
  • spese rappresentanza: Rigo RE16.

Ma andiamo nel dettaglio.

Deduzione spese di albergo e ristorante*

Le spese di albergo e ristorante devono essere sostenute e documentate, e sono deducibili dal reddito professionale secondo due limiti:

• innanzitutto devono essere ridotte al 75% del loro ammontare;
• in secondo luogo tale risultato deve essere ≤ al 2% dei compensi percepiti nel periodo d’imposta (i compensi che rilevano per questo confronto sono quelli indicati ai righi RE6-RE4 del Mod. Unico).

Al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi 2011 bisogna effettuare questi due passaggi e indicare al rigo RE15, colonna 2, il 75% delle spese di albergo e ristorante sostenute nel 2010.

Esempio: supponendo questi dati:

Compensi percepiti nel 2010 € 80.000
Spese per alberghi e ristoranti sostenute nel 2010 € 2.800
I passaggi sono i seguenti:
• 75% delle spese per alberghi e ristoranti 2.800 × 75% = 2.100 –> rigo RE15, colonna 2
• 2% dei compensi 2% 80.000= 1.600
• 2.100 > 1.600 quindi l’importo deducibile è 1.600–> rigo RE15, colonna 3

Se le spese di albergo e ristorante sono sostenute dal committente, per conto del professionista, e da quest’ultimo sono addebitate in fattura, allora tali spese sono interamente deducibili.

Deduzione spese di rappresentanza*

Le spese di albergo e ristorante qualificabili come spese di rappresentanza sono deducibili per il 75% del loro valore nel limite dell’1% dell’ammontare dei compensi percepiti nel periodo d’imposta.

Devono rispettare la soglia dell’1% dei compensi anche le altre tipologie di spesa definibili “di rappresentanza”, comprese ad esempio quelle sostenute per l’acquisto o l’importazione di:
• beni destinati ad essere ceduti a titolo gratuito;
• oggetti d’arte, di antiquariato o da collezione anche se strumentali all’esercizio dell’arte o professione.

Al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi 2011, le spese di rappresentanza devono essere riportate al rigo RE16.

Esempio: supponendo questi dati:

Compensi percepiti nel 2010 € 100.000
Spese per alberghi e ristoranti sostenute nel 2010 definibili “di rappresentanza” € 1.000
Altre spese di rappresentanza € 200, da riportare al rigo RE16, colonna 2
I passaggi sono i seguenti:
• 1.000 × 75% = 750–> rigo RE 16, colonna 1
• 1% 100.000= 1.000
• 750 + 200 = 950–> 950 < 1.000 quindi l’importo di deducibile è 950, rigo RE16, colonna 3

Paola Perfetti

*Fonte

Aprile 2011: ecco tutte le scadenze da ricordare

Cari Lettori, di seguito vi proponiamo un breve scadenziario relativo al mese di Aprile 2011. Ecco quali sono le scadenze fiscali che i piccoli imprenditori ed i liberi professionisti dovranno annotare sul proprio calendario.

18 aprile 2011 | IVA – Dichiarazioni d’intento: ultimo giorno utile per presentare la comunicazione dei dati contenuti nelle dichiarazioni d’intento ricevute nel mese precedente.

18 aprile 2011 | IRPEF – Ritenute alla fonte su reddito lavoro dipendente: entro tale termine devono essere versate le ritenute relative a redditi di lavoro dipendente e assimilati del mese precedente.

18 aprile 2011 | INPS – Contributi mensili: i datori di lavoro versano all’Inps i contributi previdenziali a favore dei lavoratori dipendenti, con riguardo alle retribuzioni maturate nel mese precedente.

18 aprile 2011 | IRPEF – Ritenute redditi di lavoro autonomo: versamento delle ritenute operate nel mese precedente per redditi di lavoro autonomo.

18 aprile 2011 | IVA – Liquidazione mensile: versamento dell’Iva dovuta per il mese precedente.

18 aprile 2011 | LAVORO – Libro Unico: scade oggi il termine per effettuare le registrazioni relative al mese precedente.

25 aprile 2011 | IVA – Elenchi Intrastat Mensili e Trimestrali: entro tale data, gli operatori sono tenuti a presentare gli Elenchi riepilogativi di beni ed anche delle prestazioni di servizi effettuate in ambito comunitario nel mese  o nel trimestre precedente.

30 aprile 2011 | DICHIARAZIONI – Modello 730: presentazione al proprio sostituto d’imposta della documentazione relativa al modello 730-2011 sui redditi per il 2010.

30 aprile 2011 | BILANCIO – Approvazione: approvazione del bilancio per il 2010 da parte delle società di capitali.

 

Dott.ssa Ippolita PELLEGRINI | i.pellegrini[at]infoiva.it | (+39) 346.5278117 | Bisceglie
Laureata in Economia e Commercio presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Bari nel 1995, la Dott.ssa Pellegrini è esperta in gestione aziendale e da 12 anni è Responsabile Contabilità e Bilancio di un gruppo di società di capitali, titolari di numerosi marchi, dedite alla produzione e alla commercializzazione di abbigliamento in Italia e all’estero. Iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti di Trani dal 2006, segue l’approfondimento della materia fiscale e tributaria e studia la fattibilità e la convenienza di operazioni aziendali particolari.

Leggi gli articoli già pubblicati dal Professionista.

Nel 2013 nuovo importante step per il federalismo fiscale

Il 2013 porterà una ventata di novità per quanto riguarda il federalismo fiscale, con particolare riferimento all’autonomia regionale. Ecco cosa cambierà:

Non ci saranno più i trasferimenti dal ”centro”, sostituiti dalla compartecipazione a Iva e Irpef e, contemporaneamente, sarà possibile utilizzare l’attuale addizionale, con aumenti che potranno essere a man mano maggiori. Le Province già da quest’anno potranno modificare, con un aumento o una diminuzione di 3,5 punti percentuali, l’imposta sulla Rc auto ora al 12,5%.

Sempre dal 2013 le regioni potranno manovrare l’addizionale Irpef regionale diminuendola o anche aumentandola dallo 0,9 fino all’1,4%. Maggioranza che non potrà superare lo 0,5% nel 2013. L’aumento potrà essere dell’1,1% nel 2014 e del 2,1% a decorrere dal 2015.

Alle regioni spetterà una parte dell’IVA che andrà a contribuire alla copertura per i servizi essenziali (sanita’, scuola, assistenza, trasporto pubblico). Sempre dal 2013 inoltre le regioni possono ridurre le aliquote dell’Irap fino ad azzerarle e disporre deduzioni dalla base imponibile. Grazie al fondo sociale europeo il governo si è impegnato a garantire 425 milioni di euro per il trasporto pubblico come richiesto dalle regioni in più sedi.

E’ stata introdotta una clausola di salvaguardia per i conti regionali che li salvaguardia dal 2013 rispetto ai tagli previsti dalla finanziaria 2010. Le regioni impegnate nella lotta all’evasione avranno diritto ad una percentuale del recuperato.  Il fondo di perequazione scatta dal primo gennaio 2013 contestualmente allo stop ai trasferimenti erariali. Dallo stesso anno vengono cancellati anche i trasferimenti dalle Regioni ai Comuni ma arriva una compartecipazione dei municipi alle imposte regionali, prima tra tutte l’Irpef.

Ulteriori novità riguarderanno la possibilità di ritoccare l’imposta sulle assicurazioni Rc auto, che va alle province, gia’ dal 2011 potra’ essere aumentata o diminuita del 3,5% rispetto all’attuale aliquota del 12,5%. Per quanto riguarda la sanità verranno elette delle regioni, i cui standard dovranno essere accolti dalle altre, rispettando impegni presi in sedi istituzionali.

Mirko Zago