Regime forfetario: si punta sulla easy tax con uscita graduale

Si prevede una primavera molto calda sul fronte della Riforma Fiscale.  I vari partiti sono al lavoro per determinare i contenuti di quella che dovrebbe essere una riforma epocale e ridisegnare l’intero sistema fiscale. A creare malumori c’è anche il regime forfetario.  Archiviata l’ipotesi di una flat tax fino a 100.000 euro si lavora di una easy tax (tassa facile) che dovrebbe aiutare, agevolare, il passaggio dal regime forfetario al regime ordinario.

Regime forfetario: allo studio diverse ipotesi per l’uscita dal regime agevolato

Il regime forfetario prevede una tassazione al 15% per coloro che aderiscono e un calcolo delle spese effettuato applicando un criterio forfettario che abbiamo già visto nell’articolo Coefficienti di redditività nel regime forfetario: quali sono?

Il regime forfetario può essere scelto da coloro che hanno ricavi e compensi non superiori a 65.000 euro nell’arco dell’anno di esercizio. Superata tale soglia si va in automatico al regime ordinario che però prevede un’aliquota Irpef del 41% (con possibilità di dedurre le spese con il metodo analitico e quindi una base imponibile anche inferiore). Sono in molti però a ritenere questo passaggio eccessivamente brusco. Proprio per questo si sta lavorando a soluzioni intermedie che possano consentire un passaggio morbido tra il regime forfetario e il regime ordinario. La prima ipotesi, poi scartata, è quella di innalzare la soglia per il regime forfetario a 100.00 euro, proposta portata avanti dal leader della Lega Matteo Salvini. Spunta quindi la easy tax.

Cosa prevede la easy tax per il regime forfetario?

Specifichiamo ora che la easy tax, proposta dal M5S, non è stata approvata, ma semplicemente proposta e di conseguenza non è una certezza. Vediamo come dovrebbe funzionare. La proposta prevede che al primo anno dall’uscita dai requisiti del regime forfetario, si applichi un’aliquota del 20% . Per poter avere questa agevolazione è però necessario che i compensi e ricavi dichiarati siano almeno pari a quelli del primo anno di attività e non superiori del 10%.

Al secondo anno dal superamento della soglia per il regime forfetario si applicherà la easy tax del 20% se l’incremento ulteriore di ricavi e compensi non supera il 10%. Infine, dal terzo anno si applica l’aliquota ordinaria. Ricordiamo che attualmente è possibile rientrare nel regime forfetario appena si ripresentano le condizioni previste per l’applicazione di questo regime di favore, quindi se si rientra nei 65.000 euro.

L’obiettivo è evitare la strage di partite Iva che si è vista negli anni precedenti caratterizzati anche dalla crisi economica dovuta alla crisi pandemica.

Tra le altre ipotesi allo studio del Governo per la legge di delega fiscale c’è il cashback fiscale, ma anche su questo ci sono molti malumori ed è stato sottolineato che l’emendamento è tecnicamente errato in quanto non sono indicati gli oneri a carico dello stato che potrebbero derivarne.

Riforma del catasto: via libera alle nuove regole su adeguamento rendite.

Per un solo voto di scarto, la maggioranza in Commissione Finanze alla Camera approva la riforma del catasto, proprio questa maggioranza molto risicata fa capire come si tratti di un tema caldo che spacca la maggioranza, come in passato è già stato il per tetto all’uso del contante che ha addirittura visto il Governo andare sotto. Cerchiamo quindi di capire cosa cambia con le nuove regole.

Come funziona il Catasto

La riforma del Catasto è una delle più difficili da digerire, basti pensare che l’attuale sistema è in gran parte lo stesso delineato nel 1939 e che nel tempo è diventato obsoleto, o meglio, incapace di definire il vero valore del patrimonio immobiliare italiano

Il sistema del 1939 prevedeva due “elenchi”: il Catasto Terreni comprendente aree non edificate e il Catasto Edilizio Urbano comprendente invece i fabbricati industriali, civili e commerciali.  Il Catasto Edilizio Urbano poi nel 1993 è stato trasformato in Catasto dei Fabbricati. Il classamento di fatto si realizza tenendo in considerazione la tipologia di fabbricato  attraverso la qualificazione e classificazione del Comune in cui è ubicato e tenendo conto di vani, metri cubi e metri quadri e moltiplicando il valore per la tariffa di estimo.

La rendita attualmente si determina in base alla classificazione come fabbricato civile, signorile, popolare, ultrapopolare, economico, rurale, villini, ville, palazzi, uffici e abitazioni tipiche. L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha però rilevato che l’eccessiva ampiezza delle zone censuarie, unita a criteri di classamento obsoleti e all’eterogeneità del patrimonio immobiliare, fanno in modo che i valori rilevati siano molto distanti da quelli reali.

Le varie maggioranze hanno più volte proposto la riforma, ma di fatto non si è arrivati mai alla conclusione. Questa volta sembra che proprio non ci sia intenzione di tornare indietro.

Riforma del Catasto: cosa è successo in commissione Finanze il 3 marzo?

Il 3 marzo 2022 in Commissione Finanze, per un solo voto è stato bocciato l’emendamento volto a cancellare l’articolo 6 della legge di delega che ha come obiettivo la Riforma del Catasto. L’emendamento proposto da Forza Italia andava a minare la parte essenziale della Legge di delega fiscale, infatti proponeva di eliminare dalla stessa la mappatura dei dati catastali e la revisione delle rendite con criteri aggiornati, lasciando solo la parte della legge dedicata all’emersione dei fabbricati fantasma, o meglio abusivi. Il Governo è stato però irremovibile e ha sottolineato più volte che qualunque variazione alla norma sulla Riforma del Catasto avrebbe fatto saltare tutto in quanto la stessa è fondamentale al fine di ottenere i fondi del PNRR.

Questo implica che al centro della riforma fiscale che si sta scrivendo resterà proprio tale parte definita epocale, infatti la Sottosegretaria al MEF Maria Cecilia Guerra ha affermato che si tratta di uno dei punti fondamentali della legge delega per la riforma fiscale.

Cosa prevede la riforma del Catasto?

Il primo obiettivo della riforma del catasto è realizzare un piano di revisione del sistema catastale che consenta di rilevare i dati catastali in modo immediato e quindi possa far emergere i fabbricati abusivi. Il secondo passo sarà invece compiuto il 1° gennaio 2026 e prevede l’adeguamento delle rendite catastali ai valori di mercato e patrimoniali. Uno degli obiettivi della riforma è facilitare l’accesso ai dati da parte dell’Agenzia delle Entrate e dei Comuni attraverso la condivisione degli stessi.

La Legge di delega fiscale prevede anche che l’attualizzazione delle rendite avrà una sorta di eccezione per i fabbricati di interesse storico e artistico per i quali saranno previste riduzioni del valore patrimoniale medio ordinario. Ciò in considerazione del fatto che per questa tipologia di immobili ci sono maggiori oneri legati alla manutenzione ordinaria e straordinaria.

Tali valori, una volta determinati, in base al comma 2 dell’articolo 6, dovranno essere periodicamente aggiornati, ma dalle premesse fatte tali dati non saranno comunque utilizzabili al fine di determinare la base imponibile per la tassazione e quindi non avrà rilevanza a fini fiscali. C’è però da dire che se essi saranno i dati disponibili al catasto, appare evidente che dovranno essere dichiarati nei tradizionali appuntamenti fiscali degli italiani.

Proprio questo è il punto più discusso della riforma, infatti il sospetto di molti, e in particolare della Lega, è che siano utilizzati come strumento per un aumento delle tasse.

 

Formigoni va di fretta

 

Sostiene che la verità debba essere appurata e tenta di avanzare eccezioni tramite i suoi legali sulla responsabilità del timoniere di bordo nell’incidente dello scorso 13 gennaio costato la vita a 32 persone. Francesco Schettino, l’ex comandante della Costa Crociere, principale indagato nel naufragio al largo dell’Isola del Giglio, si è presentato oggi in aula a Grosseto per l’udienza dell’incidente probatorio, dopo aver fatto ricorso, qualche giorno fa, al licenziamento a suo dire ingiusto dalla flotta della Costa. E mentre il mondo celebra la missione estrema del novello Icaro, Felix Baumgartner, il destino del Pirellone e del suo re sembra sempre più incerto: elezioni anticipate? a quando?

IERI

Formigoni fa 90: elezioni subito, senza attendere la primavera del 2013. Dopo il ribaltone della Lega di ieri, che ha chiesto al Presidente della Regione Lombardia elezioni anticipate ad aprile 2013, Formigoni non ci sta e minaccia di andare al voto tra 45 – 90 giorni massimo. “Sei mesi di campagna elettorale per la Lombardia sono un fatto demenziale” ha tuonato Formigoni “do pochi giorni al consiglio regionale perché elimini il privilegio del listino bloccato”. E se Maroni non farà un passo indietro entro le prossime 24 ore, Formigoni assicura che passerà Natale ai Caraibi, e non al Pirellone.

Il volo di Baumgartner: l’Icaro del ventunesimo secolo non si è bruciato le ali. Ha battutto ogni record ieri Felix Baumgartner, l’atleta 43enne austriaco che si è lanciato – primo uomo al mondo – in caduta libera da un’altezza di 39 km, infrangendo così la barriera del suono a oltre 1.100 chilometri orari. La Red Bull Stratos, così è stata battezzata l’impresa, ha visto Baumgartner lanciarsi da un pallone do elio che ha raggiunto la stratosfera sopra il New Mexico, a Roswel, raggiungendo una velocità di 1.342 km orari.

OGGI

Processo Schettino: “Sì, la verità deve essere appurata” ha esordito così questa mattina Francesco Schettino, l’ex comandante primo indagato del naufragio della Costa Concordia dello scorso gennaio, di fronte ai giudici del Tribunale di Grosseto. Durante l’udienza per l’incidente probatorio, il gip Valeria Montesarchio ha respinto tutte le richieste e tutte le eccezioni avanzate dai legali dell’ex comandante: in particolare Schettino avrebbe chiesto, tramite il suo legale, Bruno Leporatti, che nelle perizie si prenda in considerazione la posizione del timoniere indonesiano, che eseguiva i suoi ordini. Appena prima di urtare contro gli scogli, il timoniere infatti non solo “non esegue prontamente quanto ordinato”, ma “sbaglia la direzione di accostata, cioé quando il comandante decide di passare da barra al centro fino a 20 gradi barra a sinistra, il timoniere va a dritta arrivando fino a circa 20 gradi, come se avesse inteso dritta al posto di sinistra, per poi riportare la barra a sinistra, come ordinato, con un ritardo significativo”.

Allarme ciclone: da nord a sud della penisola si teme l’arrivo di Cleopatra. Allerta nella capitale, dove l’arrivo del ciclone aveva fatto allertare protezione civile e cittadini armati di sacchi di sabbia e in Toscana: il nubifragio ha già colpito la parte settentrionale della’area tirrenica, in Liguria infatti nella notte sono andate in tilt alcune centraline elettriche di Genova e si sono verificati smottamenti in numerose località di mare. Domanda: ma perché i nubifragi da una parte all’altra dell’oceano portano sempre e solo nomi femminili?

DOMANI

Dallas su Canale 5: 30 anni e non sentirli per i petrolieri texani che per generazioni hanno tenuto incollate famiglie intere alla tv. E Canale 5, forse nel timore di guardare al futuro con qualcosa di più innovativo, acchiappa un evergreen delle soap televisive americane: Dallas torna con le nuove puntate a partire da domani sera sulla rete ammiraglia del gruppo Mediaset. Nostalgia dei fasti dei grandiosi anni da bere? Noi aspettiamo il ritorno del Drive in.

Italia – Danimarca: appuntamento domani sera a San Siro con il quarto match di qualificazione ai Mondiali di Brasile 2014. Mentre la Spagna incontrerà la Francia, Prandelli è pronto a far tornare in campo sia Balotelli che Giovinco, mentre preoccupa tifosi e ct l’affaticamento muscolare di Buffon. Pare che Prandelli sia già deciso a sostituire il portiere juventino con Morgan De Sanctis, numero uno del Napoli.

Giornata Mondiale dell’alimentazione: l’evento, istituito per la prima volta nel 1981 dall’ Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) , propone come tema “Le cooperative agricole nutrono il mondo”. A Roma, appuntamento all’Ara Pacis con Filippo La Mantia che realizzerà un pranzo interamente cucinato con cibo di recupero dagli sprechi della grande distribuzione e con prodotti agroalimentari a Km zero.

Alessia CASIRAGHI

Un maxiemendamento che piace a pochi

E’ in arrivo un maxiemendamento che il Consiglio dei Ministri ha presentato in Senato, che, in ordine di importanza, ha scalzato decreto e disegno di legge anticrisi.
Si tratta di una decisione destinata a far parlare, anche se le prime reazioni, e relativi malumori, fanno già intuire con quale umore è stata accolta.

A quanto pare, comunque, non si è giunti a questa soluzione senza tensioni all’interno della maggioranza, poiché in molti, Carroccio per primo, si aspettavano, come priorità, il decreto legge con le misure per affrontare la crisi. Ma anche Napolitano aveva alcune perplessità riguardo un decreto con la firma del solo governo in calce.

Sulla stessa lunghezza d’onda Tremonti, da sempre favorevole a seguire la strada parlamentare. Vale a dire quella del maxiemendamento alla legge di stabilità all’esame del Senato. Berlusconi, a quanto pare, avrebbe cercato fino all’ultimo di “difendere” il decreto e avrebbe imputato proprio al ministro dell’Economia la colpa di mettere i bastoni tra le ruote anche con il Quirinale.

Pare sia stato Gianni Letta a spiegare come fosse importante, in questo momento, evitare qualunque contrasto con il Quirinale e a rimetterci, dunque, oltre al premier, è stata la Lega, che, attraverso la voce di Roberto Calderoli, ha espresso tutto il suo disappunto: “Decreto legge alla memoria: quando si calano le braghe bisogna stare molto attenti a coprirsi le spalle perché svolazzano i temuti uccelli paduli”.

Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture, ha spiegato che “nel maxiemendamento saranno
inserite parte delle misure della lettera alla Ue e successivamente faremo un dl e un ddl
” mentre non saranno inserite le misure sulle pensioni e sul mercato del lavoro.

Da Palazzo Chigi è arrivato un comunicato al termine del Cdm: “Il maxiemendamento recepisce sul piano normativo gli impegni assunti dal Presidente Berlusconi nella sua lettera all`Unione europea del 26 ottobre scorso”.

Il Pd ha replicato in modo lapidario la sua delusione: “A una prima occhiata siamo assolutamente lontani da quel che ci vorrebbe. Purtroppo”.

Vera Moretti