Liberi Professionisti: nuovi obblighi su tariffario e tirocini

Una pioggia di novità normative in arrivo per i liberi professionisti. Avvocati, dottori commercialisti e architetti colpiti dall’ondata delle liberalizzazioni dovranno uniformarsi quanto prima alle nuove normative pubblicate nella Gazzetta Ufficiale lo scorso 24 gennaio. Il Decreto legge 1/2012 per la concorrenza, le infrastrutture e la competitività ha disposto nuovi obblighi in materia di tariffe professionali, oneri del professionista, tirocinio e confidi.

Punto primo: Abrogazione delle tariffe professionali

E’ il punto più discusso del Decreto Legge. L’articolo 9 del documento abroga infatti le tariffe delle professioni regolamentate. Tuttavia nei casi liquidazione giudiziale il compenso spettante al professionista verrà determinato in base a parametri stabiliti dal Ministero della Giustizia tramite decreto.
Ciò significa che, con tutta probabilità, il Ministro della Giustizia, di concerto con il Ministro dell’Economia, fisseranno i parametri relativi a oneri e contribuzioni alle casse professionali e agli archivi. Tali parametri non avranno però validità nei contratti tra professionisti e clienti, ai sensi dell’articolo 36 del Codice del consumo (Dlgs 206 del 6 settembre 2005).

Il compenso per le prestazioni professionali, quelle cioè che interessano professionista e singolo cliente, dovrà essere stipulato per iscritto al momento del conferimento dell’incarico professionale. Il professionista avrà l’obbligo inoltre di rendere noto al cliente il grado di complessità dell’incarico, prospettando cioè gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento alla conclusione dell’incarico medesimo, e indicare i dati della polizza assicurativa per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale.

Tuttavia l’obbligo del preventivo scritto circa il compenso è subordinato, secondo quanto stabilisce il nuovo Decreto legge, all’esplicita richiesta da parte del cliente al professionista.

Punto secondo: Tirocinio

Il Decreto legge 1/2012 fissa la durata del tirocinio per l’accesso alle professioni regolamentate a 18 mesi.
Per i primi 6 mesi il tirocinio potrà essere svolto, in presenza di un’apposita convenzione quadro stipulata tra i Consigli nazionali degli Ordini e il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, parallelamente al corso di studio per il conseguimento della laurea di primo livello o della laurea magistrale o specialistica. Ovvero gli studenti o laureandi potranno già svolgere un terzo del periodo di apprendistato anche se non ancora laurati.

Il tirocinio potrà inoltre essere svolto presso le pubbliche amministrazioni, in presenza di un’apposita convenzione quadro stipulata tra i Consigli nazionali degli Ordini e il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica, ma in questo caso solo dopo la laurea.

Abrogata la norma, introdotta con la Legge 148/2011, dell’ equo compenso per i tirocinanti. I tirocinanti potranno quindi non essere retribuiti per la prestazione svolta.

Punto terzo: Confidi

Nessuna modifica per la disposizione, finalizzata ad integrare il comma 7 dell’art. 39 del DL 201/2011, che prevede che al capitale sociale dei confidi e delle banche possano partecipare imprese non finanziarie di grandi dimensioni. Anche i liberi professionisti quindi potranno partecipare al capitale sociale con i medesimi limiti societari previsti per i predetti enti.

L’inottemperanza alle norme previste dal Decreto legge 1/2012 costituisce illecito disciplinare soggetto a sanzione. Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sta adeguando in queste ore il Codice deontologico, scegliendo tuttavia di non abrogare l’art. 2233 del Codice Civile,.

Il Ministero della Giustizia ha confermato inoltre che le tariffe per i consulenti del giudice rimangono vigenti e che le nuove norme previste dal Decreto legge non hanno valore retroattivo; pertanto, i contratti in essere e le relative vidimazioni rimangono soggette alla precedente disciplina.

Confprofessioni e la riforma del lavoro

di Vera MORETTI

Gaetano Stella, il presidente di Confprofessioni, si è espresso a favore della riforma del lavoro, con coinvolgimento degli studi professionali, in occasione del suo incontro con il vice-ministro del Lavoro Michel Martone.

Ciò a cui auspica Stella è una maggiore considerazione dei soggetti più deboli e un intervento più consistente delle parti sociali nei sistemi informativi, oltre a concrete possibilità di incontro tra domanda e offerta per collocare e ricollocare i disoccupati.

Ciò che, secondo l’opinione della Confederazione dei liberi professionisti, non aiuta il mercato del lavoro è la rigidità che da sempre lo caratterizza, ma anche la mancanza di tutela dei lavoratori stessi. In questo comparto, sono compresi i liberi professionisti che, a detta di Stella, vivono una situazione “assolutamente critica” ed è proprio per questo che “è prioritario ripensare ai sistemi di Welfare diretto aperto anche i soggetti che svolgono attività libero professionale”.

Innovazione, dunque, potrebbe essere la parola d’ordine da seguire per avviare una giusta riforma, che dovrebbe passare da formazione, collaborazioni e lavoro autonomo, apprendistato e contratti di inserimento.

Per quanto riguarda la formazione, ottima l’intuizione del presidente di Confprofessioni, ovvero quella di assoggettarla a detraibilità fiscale, anche parziale: “Pensiamo ai benefici che potrebbe determinare una misura di questo tipo nell’assunzione di soggetti over 50 che perdono il posto di lavoro e hanno bisogno di acquisire nuove competenze professionali”.

Anche l’apprendistato sta a cuore a Stella e alla sua organizzazione, perché visto come strumento privilegiato per l’accesso dei giovani nel mondo del lavoro, tanto che Confprofessioni è stata la prima, in Italia, a regolamentare l‘apprendistato attenendosi alle disposizioni del nuovo Testo Unico.
Per incentivare, dunque, l’apprendistato, la proposta parte dall’azzeramento dei contributi per tutti i datori di lavoro che impiegano meno di 35 dipendenti.

Anche la flessibilità è un elemento dal quale è impossibile prescindere, perché “un irrigidimento eccessivo in entrata ed in uscita potrebbe essere controproducente. E’ opportuno considerare la necessità di non operare stravolgimenti eccessivi degli strumenti contrattuali attualmente a disposizione e riflettere maggiormente sulle tutele da offrire a chi perde il lavoro”.

Ultima, ma non meno importante, la questione delle libere professioni, il cui statuto “arrivi a delineare le caratteristiche, gli strumenti e le prerogative del comparto nella sua accezione più ampia, dotandolo di quelle attenzioni e strumenti che merita l’unico settore che prospetta crescita ed evoluzione”.

La crisi penalizza i prestatori d’opera

A soffrire particolarmente la crisi economica mondiale, come ha confermato lo studio Ep Industry White Paper condotto su circa 6.000 imprese interpellate in 25 Paesi d’Europa, sono soprattutto i prestatori d’opera che, a causa di perdite su crediti e ritardi di pagamento, hanno calcolato una perdita sul fatturato del 4,5%.

Giunto alla settima edizione, l’approfondimento dei dati del report European Payment Index condotto da Intrum Justitia per settori merceologici, evidenzierebbe una situazione nella quale le aziende europee avrebbero portato a perdita crediti per un valore totale di 312 miliardi di euro pari al 2,7% del fatturato.

I più colpiti sono, nel dettaglio, commercialisti, studi legali, architetti e consulenti, per i quali la società specializzata in servizi di Credit management prevede un ulteriore peggioramento per tutto il 2012.

Al contrario, a tenere è il settore delle utilities, ma anche e soprattutto edilizia, servizi immobiliari, educazione, trasporti e servizi alle imprese, che hanno registrato risultati migliori rispetto alla media europea.
Nonostante ciò, però, le stime per il prossimo anno sono tutt’altro che confortanti, dal momento che sono previste ulteriori perdite in altri settori.

Adepp, l’Associazione degli enti previdenziali privati, ha reso noti altri dati, che riguardano le categorie professionali italiane e il loro andamento tra il 2008 e il 2010. Purtroppo, la crisi si è fatta sentire parecchio, tanto da invertire la tendenza positiva degli anni precedenti, con una perdita del 3% del reddito nominale e del 6% del reddito reale. Messi peggio sarebbero notai e avvocati, che sarebbero in negativo dell’11%.

Adepp ha esteso tale ricerca al quinquennio 2005-2010 e anche in questo quadro appaiono i professionisti dell’area giuridica quelli più “sofferenti”, probabilmente anche a causa di alcune riforme apportate all’attività notarile. In questo caso, si parla di un reddito reale negativo al 20% e reddito nominale a -11%.

L’area tecnica, che comprende geometri, periti e biologi, e l’area economico sociale di giornalisti, commercialisti e ragionieri, presentano un andamento più lineare e meno sfavorevole, perdendo rispettivamente circa il 7% e il 5% del loro reddito medio reale (rispettivamente circa il 3% e il 5% del loro reddito medio nominale) nel periodo 2005-2010.

In perdita anche l’area sanitaria, formata da farmacisti, medici e odontoiatri, psicologi, infermieri e veterinari, che registra una importante diminuzione dei redditi reali medi nel periodo 2006-2010.
Tale perdita però, precisa ancora l’Adepp, è stata in gran parte compensata dal guadagno in termini di reddito medio reale registrato nel periodo 2005-2006 e pari a circa il 9%.
Grazie a questo fenomeno l’area sanitaria e’ quella che risulta aver perso meno in termini di reddito medio reale durante il periodo 2005-2010. Nel periodo 2006-2010 l’area sanitaria ha perso il 4,5% in termini di reddito medio nominale. Invece, il guadagno in termini di reddito medio nominale nel periodo 2005-2006 e’ stato dell’11%.

Vera Moretti

Legge di stabilità: al via liberalizzazioni ordini e professioni

Eliminazione delle tariffe professionali, ammissione del socio capitale e liberalizzazione degli ordini. Sono queste le novità introdotte dal Maxi-emendamento alla Legge di Stabilità.

A pagina 10 del testo di legge è illustrata la “Riforma delle Professioni e degli Ordini professionali“. Si tratta di misure a vantaggio dei liberi professionisti: si va dalla possibilità di costituire società tra professionisti, ammettendo il socio di capitale, se di minoranza, alla cancellazione delle tariffe professionali. Ben accolta la prima, perchè introduce l’elemento competitivo, anche se professionisti preferirebbero che venisse consentito ai singoli Ordini di regolare autonomamente la presenza dei soci terzi di capitale. Meno apprezzata la seconda, ovvero la cancellazione delle tariffe professionali per i lavori privati, perché l’obbligo di concordare per iscritto il compenso del professionista al momento dell’assegnazione dell’incarico, avrà inevitabili conseguenze nell’ambito degli appalti pubblici.

Ma quali sono i tempi di realizzazione della legge e delle riforme? Entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della Legge di Stabilità verranno avviate le riforme per la liberalizzazione degli ordini professionali, per adeguare gli ordinamenti alla formazione continua, all’assicurazione obbligatoria e al tirocinio. Il Governo apporterà probabilmente le modifiche alle leggi professionali tramite decreto del Presidente della Repubblica, una procedura prevista dalla legge n. 400/198 che permette l’eliminazione dei tempi legati ai passaggi alla Camera e al Senato.

Alessia Casiraghi

Confedertecnica: crescere per contare di più

Crescere per contare di più e tutelare fino in fondo le ragioni dei tecnici professionisti. Con questo obiettivo Francesco Galluccio, presidente di Confedertecnica, la Confederazione Sindacale Italiana delle Libere Professioni Tecniche, ha chiuso il convegno “Lo stato della libera professione oggi”, organizzato nei giorni scorsi a Bologna nell’ambito del Saie.

Viviamo un momento di crisi economica e l’intero sistema è alla ricerca di nuovi equilibri – ha dichiarato Galluccio a maggior ragione c’è bisogno di un’organizzazione come Confedertecnica, che vuole diventare grande per far pesare di più il mondo delle professioni tecniche. Anche per questo, abbiamo deciso di aumentare il numero dei sindacati aderenti, accettando l’adesione di nuovi soggetti, ed aprire alle associazioni non ordinistiche”. L’idea è di ampliare le fila di Confedertecnica, ha precisato il leader del sindacato, “facendo però un’attenta selezione”. In questo “nuovo corso” sarà di grande aiuto l’apporto delle sedi regionali di Confedertecnica, ormai completamente istituite. 

Durante l’incontro svoltosi al Saie, la Confederazione ha ribadito l’importanza del ruolo del sindacato nella formulazione del contratto nazionale, ora in fase di rinnovo. “Siamo un pilastro fondamentale del sistema – ha proseguito Galluccioe come tali intendiamo rilanciare le nostre posizioni sul contratto, nel dibattito sulla riforma delle professioni e, in generale, sui problemi della categoria”. Tra questi, il problema della definizione delle competenze, annosa questione per i tecnici professionisti. “Dobbiamo essere noi a delineare una nostra proposta – ha osservato il presidente di Confedertecnicastabilendo criteri condivisi al nostro interno. Altrimenti, sarà la politica a farlo al posto nostro”. 

A proposito di competenze professionali, Galluccio si è poi soffermato sul tema della formazione professionale: “Imporla come obbligo non ci trova d’accordo, è il professionista che dovrebbe decidere su cosa e come formarsi, impegnandosi per mantenersi sempre aggiornato e informato”. E poiché la crisi ha reso più onerosa tale attività, Confedertecnica ha annunciato di voler proporre la detraibilità totale del costo della formazione.

L’imprenditoria è sempre più giovane

Le cosiddette “fasce deboli” non si fanno intimorire e dimostrano di avere energia e coraggio da vendere.
Stiamo parlando dei lavoratori donne e under 35, i più colpiti dalla crisi econimica con licenziamenti ingiustificati, cassa integrazione, mobilità e riduzione dell’orario di lavoro.

Ebbene, così deboli non sono perché, come confermato anche dai dati provenienti dal Dipartimento delle Finanze, nel mese di agosto sono state aperte il 3,4% in più di partite Iva rispetto al 2010 e, a incrementare il folto popolo di imprenditori e liberi professionisti sono proprio loro: donne, +5,44%, e giovani, +7,36%. Insomma, quando il lavoro che si desidera non viene offerto dal mercato, tanto vale crearselo da sé.

Cosa indica questa nuova tendenza? In primo luogo, che la crisi ha portato ad una rivisitazione del mondo del lavoro e, in secondo luogo, che avviare una propria attività professionale e commerciale rimane una soluzione valida ed importante.

Le agevolazioni governative hanno sicuramente influenzato e contribuito ad incrementare i dati, in particolar modo per quanto riguarda i giovani. Con la manovra di luglio, infatti, sono stati introdotti vantaggi per l’imprenditoria giovanile, con un’imposizione sostitutiva del 5% del reddito in luogo dell’Irpef, delle addizionali e dell’Iva, oltre alla non applicabilità dell’Irap.

Ma una spinta notevole verso la libera professione è data anche dai forum e dai Saloni dedicati al mondo dell’imprenditoria giovanile e femminile, che hanno il grande merito di supportare i neo imprenditori nella fase di start-up e di crescita economica ed organizzativa.

Vera Moretti

Aumentano i contributi per gli infermieri liberi professionisti

 

Tempi duri anche per gli infermieri liberi professionisti che, già stretti nella morsa di una professione gravosa, si trovano alle prese con una riforma della loro cassa di previdenza più pungente di qualsiasi puntura.

Il consiglio di indirizzo generale ha da poco approvato l’aumento della loro contribuzione integrativa: coloro che sono iscritti all’Enpapi dovranno pagare il 4% sull’imponibile conseguito, calcolato nelle parti del 2% quale incremento del montante, e del 2% per il fondo delle spese di gestione e solidarietà.

La riforma non è ancora cosa di legge e verrà trasmessa verso la metà di ottobre ai ministeri vigilanti, “affinché le misure, finalizzate al miglioramento dell’adeguatezza delle prestazioni, entrino in vigore dal 1° gennaio 2012” – ha dichiarato ad Ansa il Presidente dell’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica, Mario Schiavon.

Abbiamo fatto una valutazione sul tasso di sostituzione, perché chi lavora per un’intera vita porti a casa oltre il 60%” – ha proseguito.

Secondo l’esito degli studi tecnici, poi, con l’applicazione del regime ideato si andrebbe dall’attuale 27% a un futuro 62%.

Ineludibile un ritocco al contributo soggettivo, da compiere attraverso un innalzamento progressivo, in cinque anni, dell’aliquota dal 10% fino al 16% del reddito netto; l’incremento percentuale sarà di due punti per il primo anno e di uno per i successivi, con la possibilità di procedere a un riscatto facoltativo, per adeguare alla nuova regolamentazione gli anni versati”.

Per ulteriori informazioni: ENPAPI

Pagamento dell’Irap per tutti i liberi professionisti

Con la sentenza n. 19688 del 27 settembre 2011 la sezione tributaria della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dall’Agenzia delle Entrate contro la decisione della Commissione tributaria regionale del Lazio, che aveva concesso il rimborso dell’imposta Irap a tre liberi professionisti in quanto titolari di un “assetto organizzativo di rilievo minimale”.

Ciò significa che i liberi professionisti sono soggetti al prelievo Irap anche se la loro organizzazione è di “modesta entità”.
Sono state dunque accettate dai giudici del Palazzo di Giustizia le motivazioni addotte dall’amministrazione finanziaria, secondo cui: “il giudice di appello non considerava che i contribuenti sono dei liberi professionisti, che perciò operano con autonoma organizzazione e quindi non in maniera subordinata o di collaborazione, né saltuaria od occasionale, bensì con struttura propria, ancorché di modesta entità, tale da costituire la base reale dell’imposizione specifica e ciò anche prescindendo dal reddito finale.”

Che il libero professionista lavori con strutture minimali non rappresenta più una ragione per esentarlo dal pagamento dell’Irap, anche se ciò non sembra essere condiviso all’unanimità.

Sull’argomento, infatti, sono state registrate posizioni discordanti, ad esempio con la sentenza n. 10271/2011 si è affermato che il piccolo professionista che ha lo studio in affitto ha diritto al rimborso dell’Irap versata. In un altro pronunciamento (sentenza n. 16340) la Cassazione ha stabilito che “l’esercizio dell’attività di piccolo imprenditore è escluso dall’applicazione dell’imposta soltanto qualora si tratti di attività non autonomamente organizzata”.

Si potrà perciò parlare di sentenza equa?

Vera Moretti

Poste Mobile pensa a tariffe a misura di ogni impresa e professionista

Nel mare commerciale delle proposte telefoniche dedicate al mondo del business e delle imprese, Poste mobile propone una gamma di offerte variegata a misura di ogni necessità dei liberi professionisti e per le Piccole medie Imprese.
Nello specifico il ventaglio delle opzioni sottoscrivibili abbraccia ogni condizione lavorativa:
Per i Liberi Professionisti infatti con Pm Ufficio, piano dedicato a colori i quali prediligono una tariffa chiara e conveniente.
Poste mobile ha pensato anche a chi invece avesse un volume di traffico maggiore, con il piano Ufficio Più.
Dedicato a chi effettua volumi elevati di traffico ma vuole tenere sotto controllo la propria spesa, con la possibilità di sconti per chi chiede la portabilità del proprio vecchio numero entro settembre.

Molteplici i  vantaggi, tra cui l’assenza di scatto alla risposta e tariffazione al secondo sulla durata effettiva di conversazione, con annessa la possibilità si molteplici opzioni : tra le altre BlackBerry e Mobile Internet

PM Ufficio Smart è invece il piano tariffario dedicato a Liberi Professionisti e Piccole Imprese che vogliono:smartphone con traffico voce incluso, la flessibilità di scegliere la configurazione più adatta alle proprie esigenze;tariffa extra-soglia molto conveniente.
Ampia inoltre la gamma delle opzioni per chi vuole navigare in mobilità anche con il Tablet, con disponibilità di traffico fino a 1 Giga.

Per le imprese inoltre, per chiamare i colleghi a tariffe convenienti Poste mobile propone PM Impresa, Il piano dedicato alle Imprese che hanno l’esigenza di creare una propria Rete Aziendale e parlare a tariffe convenienti ma che non effettuano elevati volumi di traffico mensile Il piano è prepagato a consumo, senza scatto alla risposta e con tariffazione al secondo.

Il piano PM Impresa Più è invece a misura di chi vuole avere chiamate e cellulari inclusi, prepagato con canone mensile che consente un maggior controllo delle spese.

Per le Imprese che effettuano elevati volumi di traffico voce, verso tutti, e dati
PosteMobile ha creato PM Impresa tutto incluso con canone mensile senza scatto alla risposta e con tariffazione al secondo.

Consulenti del lavoro: il decreto anticrisi aiuterà le partite Iva

Vincenzo Silvestri, vicepresidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro intervistato dal quotidiano Italia Oggi ha sostenuto, riferendosi al decreto salvacrisi che si tratta di “una sicura opportunità di crescita per il mercato del lavoro e soprattutto per il cosiddetto popolo delle partita Iva, che, grazie a un “accurato e competente controllo effettuato dalle parti sociali”, potrà sfruttare al meglio le nuove norme sulla contrattazione territoriale, o aziendale, che sono contenute nella manovra bis, voluta dal governo“.

Grazie alle misure contenute nel decreto sarà possibile evitare anche il contenzioso e intervenire attraverso la contrattazione di secondo livello. Si procede ad una “liberalizzazione che definisco sana e responsabile, perché non potranno esserci sindacati ‘di comodo’ al tavolo della trattativa”. Dunque, “liberalizzare in questo modo significa dare, in tempo di crisi economica, nuove, preziose opportunità di lavoro e migliorarne, al tempo stesso, la qualità” – ha proseguito Silvestri.

Silvestri ha lanciato anche un avvertimento: “La quasi totalità del nostro tessuto imprenditoriale è fatto di imprese medie e piccole, che hanno spesso difficoltà ad avviare una contrattazione. Si tratterà, pertanto, di fare una battaglia più che altro di carattere culturale, che si rivelerà, alla fine, fondamentale per il rilancio dell’azienda, qualunque siano le sue dimensioni”.