Assegno Unico: qual è l’importo massimo che si può ricevere per un figlio?

L’Assegno Unico Universale può raggiungere importi molto alti soprattutto per le famiglie numerose e per quelle che hanno un ISEE inferiore alla soglia base, cioè 15.000 euro. Molti però si chiedono: ci sono limiti agli importi che si possono ricevere? Qual è l’importo massimo per ogni figlio?

Assegno Unico: scopri l’importo massimo per un figlio maggiorenne

La prima risposta è negativa, cioè non ci sono limiti o tetti massimi agli importi per l’Assegno Unico. L’importo dipende dalle condizione familiare del singolo nucleo familiare. La difficoltà nel calcolare i limiti è data dal fatto che la normativa prevede maggiorazioni, ad esempio per famiglie numerose, per disabilità, giovani mamme. Si proverà comunque a determinare un importo massimo tenendo in considerazione la possibilità che una famiglia possa ritrovarsi nella situazione ideale per ricevere gli importi massimi.

  • L’importo massimo per un figlio minorenne è di 175 euro;
  • A questo importo, se la madre ha meno di 21 anni, si aggiungono ulteriori 20 euro;
  • Un’ulteriore maggiorazione di 30 euro è prevista se entrambi i genitori sono titolari di reddito da lavoro.

In questo caso possiamo avere un unico figlio di madre giovane ed entrambi i genitori lavoratori che può ottenere 225 euro.

Quanto può ricevere una famiglia con 3 figli?

Facciamo il caso che la famiglia abbia 3 figli e che abbia un ISEE inferiore a 15.000 euro. In questo caso per il terzo figlio spetta la maggiorazione di 85 euro. Questa maggiorazione si applica per ogni figlio successivo al secondo, quindi nella situazione ideale di prima si ha per il terzo figlio un assegno di:

  • 175 euro (base);
  • 85 euro (maggiorazione terzo figlio)
  • 30 euro (perché entrambi i genitori lavorano)
  • 20 euro (perché la madre ha meno di 21 anni, è un po’ difficile che si verifichino tutte queste condizioni, ma non impossibile).

Il totale per il terzo figlio sarebbe di 310 euro.

Però siamo nell’ipotesi del terzo figlio e di conseguenza dobbiamo sommare gli assegni visti per i primi due, cioè 225 x 2 con risultato 450 euro per i primi due figli. Questa famiglia in totale potrebbe percepire 760 euro al mese.

Quanto può ricevere una famiglia con 4 figli?

Se la temeraria famiglia avesse 4 figli, tutti minorenni, e ISEE non superiore a 15.000 euro, verrebbe applicata anche una maggiorazione forfettaria di 100 euro per le famiglie numerose. In questo ipotetico caso abbiamo

  • 225 x 2= 450 euro
  • 310 x 2= 620 euro
  • e ulteriori 100 euro. Si tratterebbe di 1.170 euro.

C’è però da dire che difficilmente in Italia una donna partorisce 4 figli prima dei 21 anni, questo implica che generalmente in questa condizione c’è la maggiorazione dei 20 euro per figlio dedicata alle giovani mamme. Potrebbe anche verificarsi il caso del parto plurigemellare.

A quanto ammonta l’Assegno Unico in presenza di figli disabili?

Gli importi cambiano anche in presenza di figli disabili, infatti anche per questi ci sono delle maggiorazioni, ad esempio per un figlio disabile non autosufficiente c’è una maggiorazione di 105 euro, 95 euro se disabile grave, 85 per disabilità media.

Questo implica che, ad esempio, per un unico figlio disabile si può ottenere:

  • importo base: 175 euro;
  • maggiorazione disabilità: 105 euro;
  • maggiorazione per genitori entrambi titolari di reddito da lavoro: 30 euro;
  • maggiorazione per madre under 21: 20 euro.

In questo caso si potrebbe arrivare per un unico figlio a un importo 330 euro mensili. A cui potrebbero sommarsi gli importi previsti per gli altri figli.

Ora tutti ci chiediamo: ma l’Assegno Unico concorre a determinare il reddito imponibile? Fortunatamente la risposta è NO, quindi con concorrerà a determinare la base imponibile ai fini IRPEF. In poche parole gli importi non sono tassati.

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Per conoscere tutte le maggiorazioni applicabili, leggi l’articolo Assegno Unico: tutte le maggiorazioni previste dal d.lgs 230 del 2021.

Se invece pensi di aver commesso degli errori nella compilazione della domanda puoi correggerla. Scopri come: Assegno Unico: come correggere la domanda in caso di errori.

Assegno Unico: tutte le maggiorazioni previste dal d.lgs 230 del 2021

Una delle più importanti novità per il 2022 è l’Assegno Unico che viene riconosciuto per ogni figlio fino a 18 anni di età e in alcuni casi fino a 21 anni di età. I primi importi saranno erogati dal mese di marzo 2022 e prevedono un assegno base e delle maggiorazioni a cui si accede in determinati casi. Vedremo ora tutte le maggiorazioni.

Schema Assegno Unico

L’Assegno Unico da marzo 2022 andrà a sostituire l’Assegno per il Nucleo Familiare, inoltre sostituirà altri strumenti di welfare legati alla condizione economica e familiare, ad esempio il Bonus Mamma Domani. Il suo importo dipende dal reddito ISEE, fino a 15.000 euro si riceve un importo base di 175 euro al mese per ogni figlio, tale importo si riduce gradualmente in base al reddito ISEE.

Di seguito un piccolo schema:

Reddito ISEE Figli fino a 18 anni Figli da 18 a 21 anni
Fino a 15.000 euro 175 euro 85 euro
Fino a 20.000 euro 150 euro 73 euro
Fino a 25.000 euro 125 euro 61 euro
Fino a 30.000 euro 100 euro 49 euro
Fino a 35.000 euro 75 euro 37 euro
Da 40.000 euro 50 euro 25 euro

Si deve precisare che questo schema è sintetico, nel senso che la legge istitutiva, decreto legislativo 230 del 2021, all’allegato Tabella A comprende uno schema dettagliato di tutti gli importi basati sul reddito con variazioni di centesimi, che naturalmente qui non possiamo riportare. In basso all’articolo, sarà allegata la Tabella A dove ognuno potrà trovare con precisione ( e tanta pazienza) quanto potrà ricevere. Per i figli disabili non è previsto il limite di età, inoltre questi fino a 21 anni possono percepire lo stesso importo previsto per i minori, mentre da 21 anni in poi ricevono gli importi previsti per gli altri figli da 18 a 21 anni di età. Solo una piccola nota: gli importi riconosciuti ai figli dai 18 ai 21 anni sono sempre dimezzati rispetto a quelli previsti per i figli da 0 a 18 anni.

Abbiamo visto gli importi base, ora vediamo le maggiorazioni che si applicano e che possono portare alle famiglie delle importanti entrate.

Assegno Unico e Maggiorazione transitoria

La prima maggiorazione di cui parliamo è quella transitoria, prevista solo per gli anni 2022, 2023 e 2024 e per i mesi di gennaio e febbraio 2025. Questa è riconosciuta solo ai nuclei familiari con ISEE inferiore a 25.000 euro, l’obiettivo è evitare che questa fascia di reddito abbia delle perdite dovute al passaggio tra la vecchia e la nuova disciplina. Questa particolare maggiorazione, a differenza delle altre che tra poco vedremo, non è in misura fissa, ma viene determinata avendo in considerazione quanto percepito dalle famiglie con il vecchio sistema di calcolo del welfare.

Maggiorazioni famiglie numerose

L’altra importante maggiorazione riguarda le famiglie numerose. Per ogni figlio successivo al secondo le famiglie potranno percepire:

85 euro se il reddito ISEE è inferiore a 15.000 euro. Tale importo si riduce gradualmente all’aumentare del reddito ed è di 15 euro per le famiglie che hanno in ISEE superiore a 40.000 euro.

In caso di nucleo con 4 o più figli si aggiunge un’ulteriore maggiorazione forfettaria, quindi indipendente dal reddito e dal numero di figli di 100 euro. Ad esempio le famigle con 4 figli prendono 100 euro, con 6 figli comunque ricevono 100 euro. Tale maggiorazione è ulteriore alla precedente.

Maggiorazione disabilità

Delle maggiorazioni sono previste anche in presenza di figli disabili, in questo caso gli importi dipendono dall’età e dal grado di disabilità del figlio.

Figli disabili 0-18anni:

  • non autosufficienza: maggiorazione di 105 euro mensili
  • disabilità grave: 95 euro mensili;
  • disabilità media: 85 euro mensili.

Disabili 18-21 anni

Per ciascun figlio disabile di grado almeno medio viene applicata la maggiorazione di 80 euro mensili.

Disabili con più di 21 anni di età non si applicano maggiorazioni

Maggiorazioni giovani madri

Per madri con meno di 21 anni di età si applica una maggiorazione di 20 euro per ogni figlio.

Maggiorazioni famiglie con genitori entrambi titolari di reddito di lavoro

Nel caso in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro (autonomo o dipendente) o redditi da pensione, ci sarà una maggiorazione per ogni figlio pari a 30 euro per redditi ISEE fino a 15.000 euro e che gradualmente si abbassa fino ad azzerarsi per redditi ISEE superiori a 40.000 euro.

Sono assimilati a reddito da lavoro autonomo i compensi dei giudici onorari di pace, dei vice-procuratori onorari e derivanti da prestazioni sportive professionali non occasionali.

Ricorda che sul sito INPS è possibile accedere al simulatore, ecco il link https://servizi2.inps.it/servizi/AssegnoUnicoFigli/Simulatore

Per ulteriori informazioni sull’Assegno Unico, leggi l’articolo: Assegno Unico: nuova circolare dell’INPS con chiarimenti. 9 febbraio

Per conoscere tutti gli importi in dettaglio puoi utilizzare la Tabella A del decreto legislativo 230 del 2021

Assegno Unico: nuova circolare dell’INPS con chiarimenti. 9 febbraio

A poche settimane dall’entrata in vigore dell’Assegno Unico e Universale, il primo marzo, e con domande già inoltrate, l’INPS fornisce nuovi chiarimenti sull’assegno unico e lo fa con la circolare 23 del 9 febbraio 2022.

Conguaglio per modello ISEE presentato in ritardo

L’importo dell’Assegno Unico sarà calcolato sul modello ISEE, nel caso in cui lo stesso non sia presentato l’importo viene concesso al minimo. Il conguaglio viene però concesso solo per le domande presentate entro il 30 giugno 2022, mentre per le domande presentate dal 1° luglio non sarà erogato il conguaglio.

Gli importi minimi erogati a coloro che non presentano l’ISEE, o hanno un reddito ISEE uguale o superiore a 40.000 euro, sono di 50 euro per i figli minorenni e 25 euro per i figli di età compresa tra 18 e 21 anni. Chi presenta l’ISEE in ritardo, ma entro il 30 giugno, otterrà il conguaglio tra quanto corrisposto e quanto spettante, ma nel mese di gennaio/ febbraio dell’anno successivo, cioè del 2023. Il conguaglio sarà retroattivo e quindi a partire dal mese di marzo 2022, mentre chi presenta la domanda dal primo luglio con ISEE presentato successivamente non otterrà il conguaglio retroattivo. Ad esempio, se la domanda viene presentata il primo luglio senza ISEE si ottiene il minimo dal mese successivo alla presentazione. Nel caso in cui ad agosto presenti l’ISEE, sarà ricalcolata la somma ma senza alcuna retroattività.

Inesattezze, irregolarità, omissioni nella presentazione della dichiarazione ISEE

Inoltrata la domanda, l’INPS provvederà a erogare l’assegno unico in base a quanto dichiarato, ma effettuerà poi dei controlli, nel caso in cui dovesse riscontrare inesattezze, irregolarità, omissioni, provvederà a comunicarli al beneficiario.

Costui dovrà regolarizzare l’attestazione entro la fine dell’anno. Nel caso in cui non provveda nei termini, l’assegno unico sarà riportato al minimo, cioè gli stessi importi previsti per chi non presenta l’ISEE. Inoltre provvederà al recupero dei maggiori importi erogati.

Il beneficiario, avvisato delle irregolarità, inesattezze e omissioni dell’ISEE, potrà presentare documentazione che attesti la veridicità di quando dichiarato, presentare una nuova DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica), oppure potrà rivolgersi al CAF, se questo aveva inoltrato la domanda, e chiedere la rettifica DSU. La rettifica potrà avere effetto retroattivo se l’irregolarità era causata da un errore del CAF.

I nonni possono ottenere l’Assegno Unico per i nipoti?

La circolare sottolinea che potranno accedere all’Assegno Unico anche i nonni nel caso in cui i minori risultino affidati a loro o in ipotesi di collocamento o accasamento etero familiare.

Assegno Unico per maggiorenni: condizioni

L’assegno viene riconosciuto ai figli fino ai 21 anni di età, ma a patto che dai 18 a 21 anni siano impegnati in un percorso di studi (liceo, istituti tecnici, università), formazione (percorso di formazione professionale Regionale), lavoro (tra cui contratti di apprendistato e tirocini che rispettino le linee guida di Governo e Regioni). In poche parole non viene riconosciuto ai NEET. Non vi sono limiti si età per i figli disabili a carico.

Il figlio maggiorenne riceve l’Assegno Unico solo se è a carico, cioè se fa parte dello stesso nucleo familiare del richiedente. I requisiti visti devono essere posseduti per tutta la durata del periodo in cui si beneficia dell’Assegno Unico, quindi se il figlio lascia gli studi, non ha più diritto alla prestazione.

Chiarimenti dell’INPS sui beneficiari: si può accedere con permesso di soggiorno

La circolare chiarisce che possono accedere all’Assegno Unico coloro che hanno:

  • cittadinanza italiana o Stato Membro dell’Unione Europea;
  • titolari di un diritto di soggiorno, o diritto di soggiorno permanente;
  • in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
  • titolare di permesso unico di lavoro;
  • titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca;

Negli ultimi due casi per poter usufruire dell’assegno unico è necessario che il permesso abbia una durata almeno superiore a 6 mesi.

La circolare chiarisce anche che tra i potenziali beneficiari ci sono:

  • apolidi, rifugiati politici, titolari di protezione internazionale equiparati a cittadini italiani;
  • titolari di carta blu (cioè lavoratori altamente qualificati)
  • i lavoratori di Marocco, Algeria e Tunisia per i quali gli accordi euro-mediterranei tra l’Unione europea e tali Paesi prevedono il generale diritto alla parità di trattamento con i cittadini europei;
  • lavoratori autonomi.

Per poter essere beneficiari è però necessario, ai sensi dell’articolo 3, comma 1, lettera b del decreto legislativo istitutivo 230 del 2021, essere in Italia soggetti passivi delle imposte sul reddito delle persone fisiche, occorre cioè pagare le tasse in Italia. Occorre inoltre avere residenza e domicilio in Italia per tutta la durata del beneficio.

Il criterio della residenza almeno annuale e del contratto di lavoro a tempo determinato almeno semestrale sono alternativi, occorre quindi avere l’uno o l’altro requisiti. Per coloro che hanno un contratto di lavoro semestrale, l’INPS sottolinea che “dà diritto all’assegno per l’intero anno qualora il contratto di lavoro a tempo determinato sia in essere al momento della presentazione della domanda e abbia una durata di almeno sei mesi nell’anno di riferimento della domanda medesima.”

Tra i requisiti non è richiesta la convivenza tra genitore e figlio

La circolare precisa anche che non è necessaria la convivenza tra il genitore e il figlio beneficiario, infatti il diritto viene riconosciuto anche al genitore separato/divorziato o comunque non convivente con il figlio.

Nel corso dell’anno in presenza di nuovi nati o nuovi ingressi in famiglia possono essere integrate le domande già presentate, ricordiamo che l’assegno unico spetta dal settimo mese di gravidanza e non dalla nascita.

Importi e maggiorazioni

Per ISEE non superiore a 15.000 euro ( con ISEE maggiore, gli importi scendono) è previsto un importo 175 euro per ogni figlio minorenne. Per i figli successivi al secondo c’è una maggiorazione di 85 euro mensili. Un’ulteriore maggiorazione di 100 euro viene riconosciuta alle famiglie con 4 o più figli.

In caso di figli con handicap la maggiorazione è di 105 euro mensili in caso di non autosufficienza, 95 euro per disabilità grave, 85 per disabilità media.

Per i figli disabili maggiorenni fino a 21 anni la maggiorazione mensile è di 80 euro per una disabilità di grado almeno medio. Per figli di età superiore a 21 anni con disabilità di grado almeno medio, la maggiorazione è di 85 euro.

Se entrambi i genitori hanno un reddito da lavoro è prevista una maggiorazione di 30 euro per ogni figlio minore. A tale fine al reddito di lavoro sono parificati redditi da lavoro dipendente o assimilati nonché i redditi da pensione, i redditi da lavoro autonomo o d’impresa. Rilevano anche i redditi derivanti da prestazioni sportive non occasionali e indennità corrisposte ai giudici onorari di pace e ai viceprocuratori onorari.

Tutti gli importi visti si riferiscono a nuclei familiari con ISEE inferiore a 15.000 euro, gli stessi diminuiscono all’aumentare del reddito.

Per coloro che hanno un reddito ISEE non superiore a 25.000 euro è prevista una maggiorazione transitoria per gli anni 2022, 2023 e 2024, questa serve a ridurre il gap tra quanto percepivano con il welfare fino al 2021 e quanto percepiranno ora. La maggiorazione sarà calcolata dall’INPS caso per caso, tenendo in considerazione soprattutto l’effettiva percezione con gli ANF nel 2021.

Alcuni esempi di calcolo dell’Assegno Unico e Universale

L’INPS nella circolare fornisce anche degli esempi tipo: famiglia con tre figli e due genitori che lavorano e ISEE non superiore a 15.000, riceverà:

  • 175 euro per ciascun figlio minore (525 euro);
  • 85 euro maggiorazione per il terzo figlio;
  • 30 euro di maggiorazione per ogni figlio in quanto entrambi i genitori sono titolari di reddito da lavoro (90 euro).

Il totale è 700 euro.

La stessa famiglia con un reddito ISEE pari o superiore a 40.000 euro avrà gli importi minimi e quindi 165 euro.

Per ulteriori approfondimenti leggi: Assegno Unico ripartito: come richiederlo seguendo le indicazioni INPS

Assegno Unico: arriva il simulatore INPS per aiutare le famiglie

Maggiorazione pensioni e assegni familiari, nuova circolare Inps

Nuova circolare Inps sugli assegni familiari e sulle maggiorazioni. L’Istituto ha prodotto la canonica circolare di inizio anno con cui da le informazioni utili e gli importi di alcune delle prestazioni a favore dei lavoratori autonomi in genere e di particolari categorie quali coltivatori diretti, mezzadri e coloni.

In pratica, informazioni utili per quei soggetti in genere fuori dal perimetro di applicazione della normativa sull’assegno per il nucleo familiare.

Di cosa tratta la circolare

La circolare Inps sottolinea che dal primo gennaio 2022 sono stati rivalutati i limiti di reddito familiare utili sia alla corresponsione degli assegni familiari e delle eventuali quote di maggiorazione delle pensioni che per la loro cessazione o rimodulazione.

Un passaggio di prassi che l’Istituto Previdenziale ogni anno produce tramite circolare. Anche in questo caso, come lo stesso Istituto precisa a margine della circolare stessa, che per via della prossima introduzione dal primo marzo dell’assegno unico e universale per i figli a carico, per alcuni nuclei familiari verranno meno le prestazioni previste dall’articolo n° 4 del Testo Unico sulle norme per gli assegni familiari.

La circolare Inps n° 9/2022

Coltivatori diretti, coloni, mezzadri, piccoli coltivatori diretti, pensionati delle Gestioni speciali per i lavoratori autonomi, sono questi i soggetti a cui si riferiscono le informazioni in materia di assegni familiari e maggiorazioni che l’Inps ha prodotto con la sua circolare.

Il primo punto interessante della circolare riguarda la cessazione del diritto al trattamento di famiglia. L’Istituto precisa che pur se si ricade nei casi di cessazione per via delle nuove norme base sul reddito familiare, gli altri benefit derivanti dai soggetti a carico fiscale di un contribuente, non vengono meno.

Dal punto di vista

  •  8,18 euro  al mese a coltivatori diretti, coloni e mezzadri per i figli e per gli equiparati;
  • 10,21 euro al mese per i pensionati delle Gestioni speciali per i lavoratori autonomi per il coniuge e i figli.

Le nuove tabelle e i nuovi limiti per maggiorazioni e assegni familiari

Alla circolare sono allegate anche le tabelle con tutte le informazioni utili come possono essere i limiti di reddito utili a poter incassare assegni familiari e maggiorazione pensione per l’anno 2022.

Emerge che il trattamento minimo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti è pari a 523,83 euro al mese.

Per avere diritto a questo trattamento minimo occorre rientrare in determinati parametri reddituali e questi sono:

  • 737,73 euro per coniuge, genitore, figli o equiparati;
  • 1.291,02 euro per due genitori ed equiparati.

Assegno unico: importi, requisiti e cosa cambia con le detrazioni

E’ stato approvato il decreto attuativo con il quale entrerà in vigore l’Assegno Unico per figli a carico e sono numerose le novità, infatti questo assegno mensile è destinato ad eliminare altri importi. Ecco cosa cambia per le famiglie.

Caratteristiche dell’Assegno Unico

L’Assegno Unico potrà essere percepito dagli aventi diritto dal 1° marzo 2022 mentre le domande potranno essere presentate da gennaio 2022. Si tratterà di un importo mensile il cui obiettivo è eliminare la frammentarietà del sistema di aiuti alle famiglie che nel tempo ha portato a un sistema complesso.

L’Assegno Unico spetta alle famiglie con figli fino al 21° anno di età, gli importi saranno calibrati in base all’età del figlio e all’ISEE. Sono inoltre previste delle maggiorazioni per famiglie numerose, per le giovani madri fino a 21 anni e nelle famiglie bi-reddito. Vediamo però con ordine tutte le novità e gli importi a cui hanno diritto i cittadini.

Importi dell’Assegno Unico

Il decreto legislativo del 18 novembre 2021 ha stabilito gli importi dell’Assegno Unico, vediamo quindi quanto prenderà una famiglia con esso. Le somme variano da un minimo di 50 euro mensili a un massimo di 175 euro per ogni figlio per i figli fino a 18 anni di età.

L’importo massimo di 175 euro al mese è previsto solo per i figli minori di età nel caso in cui la famiglia abbia un reddito ISEE inferiore a 15.000 euro. Per le altre famiglie l’importo si riduce in base all’importo del reddito ISEE. L’importo minimo di 50 euro è previsto per le famiglie che hanno un reddito pari o superiore a 40.000 euro.

Raggiunta la maggiore età si potrà beneficiare dell’Assegno Unico fino al compimento del 21° anno di età ma a condizione che il figlio segua un percorso di formazione e studio oppure che sia impegnato in un’attività lavorativa che generi un reddito inferiore agli 8.000 euro al mese. Per i ragazzi dai 18 anni ai 21 anni di età l’importo dell’assegno è di 85 euro per ISEE di 15.000 euro, scende gradualmente fino a un minimo di 25 euro mensili per ISEE pari o superiore a 40.000 euro.

Fase di transizione

Al fine di aiutare le famiglie a gestire in modo più semplice la transizione dall’ANF (Assegno Nucleo familiare) all’Assegno Unico, dal 2022 al 2025 è applicata una misura di transizione con una maggiorazione riconosciuta a favore di coloro che hanno importi ISEE fino a 25.000 euro.

Maggiorazioni per famiglie numerose e disabili

Il decreto attuativo del 18 novembre 2021 stabilisce delle maggiorazioni legate a situazioni particolari e andremo ad elencarle nel seguito. Le maggiorazioni spettano a:

  1. famiglie con più di due figli, in questo caso dal terzo figlio in poi, in base all’ISEE ci sarà un importo aggiuntivo di valore minimo di 15 euro e massimo di 85 euro;
  2. nuclei familiari con disabili: la maggiorazione sarà di 105 euro in caso di non autosufficienza, 95 euro in caso di disabilità grave e 85 per la disabilità grave, questo fino a 18 anni di vita. Dal diciottesimo anno al ventunesimo la maggiorazione per i figli disabili sarà di 50 euro mensili indipendentemente dalla gravità della disabilità.
  3. Maggiorazione per giovani madri, spetta alle donne madri prima dei 21 anni di età in questo caso la maggiorazione sarà di 20 euro mensili per ogni figlio.
  4. famiglie con due redditi, può sembrare un contro senso, ma in realtà si tratta di una misura il cui obiettivo è favorire il lavoro femminile. In questo caso la maggiorazione sarà di 30 euro per le famiglie con ISEE fino a 15.000 euro e si ridurrà in modo graduale fino ad azzerarsi per redditi pari o superiore a 40.000 euro. Deve però essere sottolineato che solitamente le famiglie con due redditi percepiscono importi superiori e quindi potrebbero più facilmente avere un ISEE che supera i 15.000 euro;
  5. Maggiorazione per famiglie con più di 4 figli, ci sarà un importo mensile forfettario di ulteriori 100 euro.

Soggetti che possono fare richiesta dell’Assegno Unico

Possono fare richiesta:

  • cittadini italiani o di un paese dell’Unione Europea;
  • titolari del diritto di soggiorno;
  • soggetti tenuti al pagamento delle imposte in Italia;
  • residenti e domiciliati in Italia;
  • persone residenti in Italia o che siano stati residenti in Italia per almeno due anni anche non consecutivi e che abbaino un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato che sia però almeno semestrale.

La domanda può essere presentata tramite il sito INPS a cui si accede con un’identità digitale, cioè SPID, Carta di Identità Elettronica o CNS oppure rivolgendosi a un patronato.

Agevolazioni che cesseranno dopo l’entrata in vigore dell’Assegno Unico

La scelta di optare per l’Assegno Unico è determinata dalla necessità di mettere ordine tra i vari sussidi presenti in Italia.  Ne consegue che con l’entrata in vigore di tale misura verranno meno altri aiuti. Tra questi l’Assegno per il Nucleo Familiare (ANF), gli assegni familiari per i nuclei formati da almeno 3 figli, il Bonus Mamma Domani che cessa di esistere già a partire dal primo gennaio 2022. Inoltre tra i benefici che risultano aboliti c’è il Bonus Bebè.

Vengono meno anche le detrazioni per i figli a carico, con esclusione di quelle che in realtà non vengono inserite all’interno dell’Assegno Unico, ad esempio per i figli di età maggiore a 21 anni di età.

Il decreto attuativo tra le misure abolite non prevede il Bonus Asilo Nido, questo vuol dire che in teoria, a meno che non si sia trattato di una svista che sarà corretta nelle prossime settimane, tale misura resterà in vigore.

Quando si potrà avere l’Assegno Unico?

La corresponsione dell’assegno unico avverrà dal 1° marzo 2022 a partire dal mese successivo rispetto alla presentazione della domanda. Questo implica che coloro che presentano la domanda a gennaio, percepiranno il primo assegno a marzo, idem se la presentazione avviene a febbraio. Se viene presentata a marzo il primo assegno sarà percepito dal mese di aprile. Vi è però un correttivo, infatti per le domande presentate entro il 30 giugno del 2022, l’assegno sarà retroattivo e quindi si potranno riscuotere anche le somme maturate da marzo.

Prima di poter procedere alla presentazione della domanda è bene fornirsi di un ISEE in corso di validità al momento della presentazione della domanda. Chi ha in ISEE in scadenza al 31 dicembre 2021 dovrà quindi richiederne uno aggiornato. Infine, in base al decreto attuativo l’INPS ha 20 giorni di tempo per rendere note le istruzioni operative, quindi entro la prima decade di dicembre dovrebbero esservi ulteriori precisazioni.