Rete Imprese Italia e la compensazione crediti-debiti

In questo periodo di crisi, il tema della compensazione crediti-debiti risulta più che mai urgente e, infatti, rappresenta motivo di dibattito per le imprese e per il Governo.

A questo proposito, le dichiarazioni del Viceministro all’Economia Vittorio Grilli, il quale avrebbe confermato l’attuazione del decreto 78/2010, sono piaciute a Marco Venturi, di Rete Imprese Italia, poiché questo provvedimento contribuirebbe a risolvere l’emergenza all’interno delle imprese.
La situazione, infatti, è sempre più pesante e difficoltosa, e ci vorrebbe un sistema per alleggerirla e darle slancio verso una, seppur lenta, ripresa.

Non a caso, Rete Imprese Italia aveva chiesto a gran voce questo intervento, e quindi ora “si attende chiarezza nelle scelte e, nell’immediato, rapidità di attuazione del provvedimento. La compensazione deve valere per tutti i crediti vantati dalle imprese e per tutti i debiti tributari e non soltanto per le somme iscritte a ruolo“.

Il segnale, dunque, deve essere forte, oltre che tempestivo, non solo per portare un po’ di sereno nel cielo grigio delle imprese, ma anche per migliorare i rapporti tra Fisco e contribuenti.

Vera MORETTI

Il lato umano del Governo? Mah…

di Davide PASSONI

Qualcosa sembra incrinarsi nella immagine tutta di un pezzo che il governo Monti si sforza di dare di sè. Due giorni fa è toccato al ministro Fornero fare il mea culpa sugli esodati. Ieri è stata la volta del ministro dello Sviluppo Economico, Passera, che per la prima volta ha fatto parlare l’Esecutivo con toni sinceramente preoccupati della situazione grave in cui si trova la nostra economia. E dei suoi riflessi omicidi sulle categorie più deboli: “Il disagio sociale diffuso – ha detto Passera – è legato alla mancanza di lavoro in Europa in generale ma che nel nostro Paese è più ampia di quello che le statistiche dicono. A rischio è la tenuta economica e sociale del Paese“. Alleluja, se n’è accorto anche lui.

Così come se ne accorge tutti i giorni, da mesi e mesi, il presidente di Rete Imprese Italia, Marco Venturi. Sempre ieri, durante l’Assemblea dell’associazione, Venturi ha mostrato a Passera & c. il lato vero della crisi. Lungi dal tirare gufate, Venturi ha parlato con la cognizione di causa che può avere solo chi è tutti i giorni in trincea a difenderesi dalle mitragliate del mercato che muore, della Pubblica amministrazione che non paga, delle banche che non scuciono. Venturi ha infatti ricordato come in Italia stia montando “un clima di insofferenza, di scoramento, di disperazione“, incarnato dai “drammi vissuti dagli imprenditori che arrivano all’atto estremo di togliersi la vita. Un dramma di fronte al quale non si può rimanere indifferenti. Anzi, deve aumentare da parte di tutti l’impegno perché il Paese cambi passo“. Ma come fare con una pressione fiscale oltre il 45%, l’Imu incombente e “la mannaia dell’Iva“?

Non abbiamo parlato a caso di trincea: Venturi ha infatti fatto riferimento a “un vero e proprio percorso di guerra lungo il quale rischiano di cadere molte imprese, con enormi costi per l’intero Paese“. “Con questa pressione fiscale – ha proseguito – non ci sarà alcuna ripresa degli investimenti, alcun rilancio dei consumi, alcun allargamento dell’occupazione. La pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro deve scendere sensibilmente e in tempi rapidi. Questa è la vera priorità. Le banche tornino a sostenere le nostre imprese e lo Stato paghi i propri fornitori. Settanta miliardi di debiti sono una cifra mostruosa, immorale, non tollerabile“.

Capito Passera? Bene dire che “è rischio la tenuta economica e sociale del Paese” ma, come dicono gli inglesi… and so? Possibile che tutti, da Rete Imprese alle associazioni di categoria, dai rappresentanti di categoria ai consumatori dicano la stessa cosa e nessuno, dal Palazzo, sembri ascoltarli? Pure la Marcegaglia ieri ha parlato di ripresa lontana. E allora? Mica sono marziani. Avranno pure un minimo di ragione, no? Certo, pare che qualcosa si stia muovendo per quanto riguarda il rimborso dei crediti Iva ma, al di là di certe prese di coscienza, sembra che i veri marziani continuino a essere loro. Anche ieri non una parola sugli imprenditori e i lavoratori suicidi. E anche ieri, tre croci in più nel cimitero di questa guerra civile: un imprenditore edile a Pompei (con violento j’accuse verso Equitalia), un 55enne in mobilità in Toscana, il titolare di una impresa di impiantistica a Bari (con crediti dagli enti pubblici). Siamo al ritmo di 3 al giorno. A che media vogliamo arrivare prima che i signori del Governo smettano di minimizzare e di fare paragoni con i numeri greci e si rendano conto che siamo di fronte a un’ecatombe?

Uno tsunami si abbatte sulle imprese

“Sulle imprese, in questi due anni, è come se si fosse abbattuto uno tsunami”. E’ l’allarme lanciato dal Presidente di turno Marco Venturi nella relazione presentata oggi, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, all’Assemblea annuale di Rete Imprese Italia, il soggetto di rappresentanza unitario che riunisce Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti. “Una parte rilevante delle imprese è stata travolta e gli imprenditori vedono andare in fumo investimenti, frutto dei sacrifici di un’intera vita di lavoro”. Partecipano i Presidenti di Casartigiani, Giacomo Basso, di CNA, Ivan Malavasi, di Confartigianato, Giorgio Guerrini e di Confcommercio, Carlo Sangalli.

All’Assemblea l’intervento del Ministro dello Sviluppo Economico e dei Trasporti e delle Infrastrutture Corrado Passera e il collegamento in diretta video con il Ministro per il Lavoro e le Politiche Sociali Elsa Fornero.
Presenti rappresentanti delle istituzioni, esponenti della politica e del mondo economico, sindacale ed imprenditoriale, tra cui il segretario del Pd Pierluigi Bersani ed il leader del Terzo Polo Pier Ferdinando Casini, il segretario della Cgil Susanna Camusso e della Uil Luigi Angeletti.

Fonte: Confesercenti.it

Pmi: 5 miliardi di finanziamento

Continua la collaborazione tra Rete Imprese Italia e il Gruppo Intesa San Paolo. Oggi, presso la sede di RII, il presidente di turno Marco Venturi e il direttore generale vicario di di Intesa Sanpaolo Marco Morelli hanno presentato il nuovo accordo, che garantisce continuità alla collaborazione avviata nel 2011. Le intese rinsaldano il pieno sostegno alle piccole e medie imprese associate che, in un momento congiunturale ancora difficile, devono rafforzarsi ed essere pronte a cogliere i segnali della ripresa. Il plafond di finanziamenti messi in campo da Intesa Sanpaolo ammonta a 5 miliardi di euro.

Le imprese interessate sono 2,6 milioni, impiegano oltre 11 milioni di addetti e rappresentano il 60 per cento della forza lavoro in Italia.

Il punto di forza dell’accordo è la sua flessibilità funzionale alle specificità dei territori. Il documento definisce le linee guida: saranno le successive intese che Rete Imprese Italia e Intesa Sanpaolo sigleranno a livello locale a rispondere puntualmente alle esigenze di imprese che operano in contesti tra loro molto diversi. Le strutture di Area di Intesa Sanpaolo dispongono infatti di ampia autonomia per quanto riguarda la possibilità di individuare soluzioni “su misura” di fronte a esigenze specifiche.

Per favorire l’attuazione dell’accordo le Associazioni di categoria aderenti a Rete Imprese Italia e le 21 Banche appartenenti al Gruppo Intesa Sanpaolo mettono a disposizione una rete di referenti locali che garantiranno la necessaria vicinanza alle imprese del territorio. I contenuti dell’accordo verranno diffusi sul territorio mediante eventi nelle principali città italiane. Tra i principali obiettivi di Rete Imprese Italia e di Intesa Sanpaolo figurano il sostegno al capitale circolante delle imprese associate, il loro rafforzamento patrimoniale e la promozione della nuova imprenditoria. Per agevolare chi intenda avviare una nuova attività imprenditoriale la banca ha predisposto un portale dedicato denominato “Neo Impresa” (www.neoimpresa.com) che fornisce assistenza in merito agli adempimenti necessari e ai finanziamenti messi a disposizione da tutte le banche del Gruppo.

Si conferma il ruolo determinante dei Confidi per favorire l’accesso al credito e incentivare l’utilizzo degli strumenti pubblici di garanzia, in particolare del fondo Centrale di Garanzia ex-legge 662/96, costituito per garantire le esposizioni finanziarie delle imprese “economicamente sane” (secondo i parametri UE) e per salvaguardare la patrimonializzazione dei Confidi. “Con Rete Imprese Italia – ha sottolineato Marco Morelli – abbiamo rinnovato un percorso di collaborazione che guarda allo sviluppo e al futuro delle piccole imprese, motore dell’economia di questo Paese. L’accordo presentato oggi è un risultato importante che premia un approccio basato sul dialogo e sul confronto e che nella congiuntura attuale, ancora caratterizzata da incertezza e instabilità, rappresenta una vera e propria iniezione di fiducia per le imprese.”

“Ritengo fondamentale la decisione di dare continuità alla collaborazione con Intesa Sanpaolo – ha affermato il presidente portavoce di Rete Imprese Italia, Marco Venturi – nonché la positività della consistenza della disponibilità, in una situazione di perdurante crisi dovuta a fattori internazionali e ritardi italiani. Su questo fronte ci giochiamo futuro: il credito è vitale per le imprese, non solo per superare la bufera la economica, ma anche e soprattutto per rilanciare la competitività che vede impegnate le piccole e medie imprese. Dalla disponibilità di risorse e dal loro uso, non solo “difensivo” per gestire la crisi, ma anche “offensivo” per irrobustire le imprese passa il rilancio dell’economia.
La triangolazione tra banche, Confidi e Confederazioni di imprese intende portare avanti un progetto condiviso di lavoro comune per la tenuta del Paese: questo è il nostro modo di rispondere alla crisi, ma ci aspettiamo risposte adeguate anche da Governo, Regioni, Enti locali su molti fronti, dalla pressione fiscale alla spesa pubblica, dalla legalità alle infrastrutture. Infine, non possiamo dimenticare una pubblica amministrazione che pretende tanto e subito da imprese e cittadini, ma lenta nell’ottemperare il pagamento dei 70 miliardi di debiti contratti con le imprese che, se reinvestiti, potrebbero creare nuovo sviluppo e nuovi occupati. Rete Imprese ha già espresso il suo apprezzamento al ministro Passera riguardo alla disponibilità delle banche di anticipare i crediti verso lo Stato, ma noi chiediamo la compensazione dei crediti con eventuali debiti a carico. Per ora siamo al “fai da te” e ad accordi indispensabili come quello sottoscritto oggi. Ringraziamo Intesa Sanpaolo, convinti che lavoreremo insieme per il rilancio dell’economia del Paese e per la tenuta del nostro sistema di imprese”.

Fonte: confesercenti.it

Venturi: trattative per la riforma del mercato del lavoro privato

Il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha dato importanti “assicurazioni” alle aziende del terziario, dell’artigianato e dell’impresa diffusa sulla riforma del mercato del lavoro. Ai microfoni di “L’economia in tasca, su Radio1 Rai, il presidente di Rete Imprese Italia Marco Venturi fa il punto sulle trattative in corso per la riforma del mercato del lavoro privato. “Ho parlato con il ministro del Lavoro Elsa Fornero, che mi ha dato assicurazioni su alcuni temi”, dice Venturi. A partire dai “contratti a tempo determinato per la stagionalità, ad esempio nel turismo”. Ma anche “sull’apprendistato, e il costo dell’Aspi, che diventa scoraggiante”, e “l’eccessiva burocratizzazione delle forme di lavoro intermittente”. Tutti punti, dice il presidente di Rete Imprese Italia, “che rischiavano di essere messi in discussione: spero che a questo punto questa parte rimanga stabile”. Nel provvedimento attualmente allo studio per le imprese ”ci sono poi altri punti, come quello riguardante la flessibilità in entrata – spiega Venturi – su cui ragionare. E’ la cosa che stiamo facendo insieme alle altre confederazioni di imprese”. Da parte delle aziende del terziario, dell’artigianato e dell’impresa diffusa, sottolinea il presidente di Rete Imprese Italia, “non c’è alcun pregiudizio nei confronti del Governo o della riforma”. Anzi, secondo Venturi “se le risposte che la Fornero mi ha dato vengono confermate ufficialmente, per noi la riforma va bene, ritengo che sia un passo avanti anche per il Paese”. Nel corso dell’intervista il Presidente Venturi approfondisce anche altri temi d’attualità per le imprese, come la riforma fiscale, su cui si attendono novità nel breve periodo. Centrale, nell’analisi di questo tema di importanza vitale per le imprese, la questione del peso attuale dell’imposizione tributaria. “C’è l’Imu – enumera Venturi, “poi l’Iva che aumenterà ad ottobre”. Un intervento, questo, dice il presidente di Rete Imprese Italia, “che è una follia: invece di ridurre l’Iva per diventare più competitivi si continua a mettere le mani nelle tasche delle imprese e delle famiglie”. Una tendenza che “bisogna assolutamente invertire, agendo sulla spesa pubblica. Ci sono enormi margini di tagli degli sprechi e di cose di cui possiamo fare a meno, a partire dalla razionalizzazione del sistema istituzionale”.

Fonte: confesercenti.it

Confesercenti: Marco Venturi sull’Accordo di Basilea III

Il presidente di turno di Rete Imprese Italia, Marco Venturi, è intervenuto oggi, durante l’audizione della VI Commissione permanente delle Finanze alla Camera dei Deputati, sulle problematiche di attuazione dell’Accordo di Basilea III.

“La nuova regolamentazione internazionale sul capitale e sulla liquidità delle banche – ha affermato Venturi – entrerà in vigore, con gradualità annuale, nel periodo compreso fra il 2013 e il gennaio 2019. Rete Imprese Italia auspica che questa fase di riflessione sulle tematiche poste da Basilea III possa rappresentare un momento di confronto approfondito sulle difficoltà che oggi perdurano per le imprese nell’accesso al credito. In gioco non vi sono solo i destini del milione di imprese associate a Rete Imprese Italia, bensì di tutte le imprese domestiche, dei nostri territori ed in definitiva del nostro paese. Ritengo pertanto necessario richiamare, in questa sede, l’attenzione su una serie di criticità che impediscono alle imprese di ottenere il credito bancario necessario per recuperare adeguati livelli di margini operativi”.
“Tra le maggiori difficoltà – ha proseguito Venturi – vi sono innanzitutto una congiuntura economica d’intonazione fortemente recessiva per l’anno in corso ed una restrizione creditizia in atto, certificata anche dal Bollettino Economico della Banca d’Italia, che incide maggiormente sulle imprese minori. Registriamo, inoltre, un’allocazione del credito che non favorisce le imprese con meno di 20 addetti: ad esse affluisce soltanto il 19% dei finanziamenti bancari erogati al complesso delle imprese, nonostante il loro contributo al valore aggiunto nazionale sia più che doppio e quello all’occupazione ben al di sopra del 50%. Un forte incremento dei tassi praticati dalle banche da una parte ed un aumento dei costi accessori, commissioni comprese dall’altra, che per talune voci sono raddoppiati in un anno, non favoriscono certamente il rapporto tra banche e imprese.Infine, un ruolo sempre più determinate delle garanzie, reali e personali, nella valutazione dell’affidabilità delle imprese da parte delle banche e le difficoltà di erogazione anche parziale di affidamenti accordati riguardi ai noti problemi di funding delle banche, a cui vanno ad aggiungersi i ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione rappresentano pesanti ostacoli per l’accesso al credito delle pmi”.
“L’insieme delle criticità suddette – ha sottolineato il leader di Rete Imprese Italia – si riflette, amplificato, a scapito delle imprese del Mezzogiorno, alle quali affluisce soltanto il 19% del credito totale, a costi mediamente molto più elevati rispetto alle altre aree del paese. Inoltre, vi è da registrare che le vischiosità nell’accesso al credito si traducono in una estensione dell’economia criminale (usura, racket, ecc.), il cui valore è stimato in circa 100 miliardi di euro, quasi il 7% del Pil nazionale”.

“Per quanto riguarda le proposte presentate nel documento tecnico – ha detto Venturi a termine del suo intervento – vogliamo richiamare l’attenzione su cinque argomenti centrali coerenti con i contenuti dello Small Business Act e tendenti a diluire gli effetti di Basilea 3.

Innanzitutto l’introduzione di un “PMI supporting factor” nella formula per il calcolo dei requisiti patrimoniali delle banche. Sarebbe, inoltre, opportuno che gli aumenti di capitale delle banche fossero parametrati in funzione anticiclica e che i criteri contabili IAS tenessero conto sia del diverso modello di business delle banche commerciali, rispetto a quelle d’investimento, sia del fatto che la sottoscrizione dei titoli pubblici non debba essere penalizzata per effetto del “fair value”. Sottolineiamo, poi, che il parametro del rating, una delle maggiori novità scaturite da Basilea 2, “costruito” a scala delle grandi imprese di capitale, con i suoi automatismi valutativi, penalizza fortemente le PMI, ponendole, di fatto, in una posizione di svantaggio competitivo.

Da tempo si segnala, da parte delle Associazioni di categoria, anche l’esigenza per una adeguata valutazione del patrimonio informativo di matrice associativa, ai fini di una più esauriente valutazione del merito di credito delle PMI, come sottolineato anche dall’’autorità di Vigilanza in più occasioni. Una disfunzione, infine, che andrebbe diversamente regolata è quella relativa all’impossibilità degli istituti di controgaranzia, divenuti intermediari vigilati, di rilasciare controgaranzie Basel-compliant. Occorrerebbe valorizzare la controgaranzia come strumento di mitigazione del rischio dei Confidi associati: ciò si tradurrebbe in minori accantonamenti a valere sul patrimonio delle Banche, in linea con il contesto di Basilea3″.

Fonte: confesercenti.it

La lentezza della giustizia rende difficile la competitività

“E’ una situazione drammatica che le imprese pagano con un lungo stallo che determina l’impossibilita’ di crescere e di essere competitive sul mercato nazionale e internazionale. La lentezza della giustizia rende ancora piu’ difficile l’accesso al credito, gia’ assai problematico soprattutto per le piccole e medie aziende, impedendo nuovi investimenti necessari a renderle piu’ competitive, attraverso innovazione tecnologica ed organizzativa”.

Lo dice all’Adnkronos il presidente portavoce Rete Imprese Italia e presidente Confesercenti, Marco Venturi, commentando i dati sui ritardi nel campo della giustizia. L’Italia “e’ il fanalino di coda in Europa per tempi e costi dei processi civili. Non soltanto detiene il record negativo per la durata media dei procedimenti legati ad inadempimento contrattuale (oltre 1.200 giorni in media), ma anche per i costi a essi legati”, aggiunge. La quota dei costi sostenuti in termini di assistenza legale e spese processuali, rispetto al valore complessivo della causa, “e’ in Italia tra le piu’ alte di tutta l’area dei Paesi occidentali: la percentuale si attesta intorno al 30%, un valore doppio rispetto a quanto avviene ad esempio in Germania o negli Stati Uniti. La Commissione Europea sull’efficienza della giustizia calcola che lo Stato italiano spende per la giustizia 70 euro per abitante, a fronte dei 58 della Francia dove, peraltro, la lunghezza media di un procedimento civile e’ la meta’ rispetto all’Italia”.

Per non parlare della giustizia tributaria. I dati dell’Agenzia delle entrate mostrano che i tempi per dirimere le controversie “sono lunghi. Una Commissione tributaria provinciale impiega 823 giorni in media per arrivare a sentenza, mentre l’appello richiede in media 617 giorni. In alcuni casi specifici, le sentenze di secondo grado possono essere impugnate davanti alla Cassazione dove i tempi si dilatano fino a 1.521 giorni”.

Fonte: Confesercenti.it

Liberalizzazioni: entro il 20 gennaio il decreto legge

Il governo accelera sulle liberalizzazioni: entro il 20 gennaio varerà il provvedimento con un decreto legge. Lo assicura il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, che indica modi e tempi dell’atteso pacchetto per quello che il premier Mario Monti ha definito il ”disarmo multilaterale di tutte le corporazioni”. Un provvedimento che riguardera’ ”tutti i settori”, anche l’acqua, nonostante il referendum, ma dal quale sara’ esclusa la controversa separazione di Snam dall’Eni.

Un primo giro di tavolo sulle misure in cantiere potrebbe avvenire gia’ nel prossimo consiglio dei ministri che potrebbe essere convocato per il fine settimana. ”Ce la dobbiamo fare, c’e’ un documento che il presidente Monti ed io stiamo assemblando e che riguarda tutti i settori”, ha spiegato Catricala’ a ‘Porta a Porta’, spiegando che ”il premier ci mette le mani e la testa, personalmente porto la mia esperienza ma ci avvaliamo delle esperienze di tutti e soprattutto del ministro Passera”. Si dovranno inoltre ”consultare i partiti di maggioranza”, ha aggiunto Catricala’. Parlando dei singoli settori, il sottosegretario alla presidenza del consiglio ha annunciato che nel mirino delle liberalizzazioni finira’ anche l’acqua, nonostante il referendum contro la privatizzazione: ”pensiamo di fare modifiche che non vadano contro il risultato referendario ma non vogliamo che sia un escamotage” per aggirare la scelta degli italiani. Per le farmacie e per i notai e’ invece in arrivo un aumento della pianta organica. ”Bisogna consentire ai nostri cittadini di ottenere i giusti sconti”, ha spiegato Catricala’, sulle farmacie cosi’ come per i notai ”non si tratta di ampliare i mercati ma di ridurre i prezzi”. Per la benzina invece l’obiettivo del Governo e’ di ”creare una situazione per cui i gestori possano venderla insieme ad altri beni di consumo”. Sulle ferrovie ”bisognera’ intervenire sulle storture che avvantaggiano l’incumbent”, ma non e’ ancora chiaro come questo avverra’: ”ci saranno norme – si e’ limitato a dire – che aiuteranno la facilita’ di accesso” alla rete. Non ci sara’ invece la separazione dell’operatore della rete del gas Snam dall’Eni: ”non e’ una priorita”’, ha detto il sottosegretario, spiegando che ”esistono tanti altri rimedi che consentono alle imprese energivore di pagare meno il gas”. Cresce intanto la protesta da parte delle categorie che saranno colpite dalle liberalizzazioni. I tassisti oggi hanno protestato a Bologna e a Milano in attesa di una manifestazione nazionale a Roma prevista sabato. I commercianti alzano la voce contro la ‘deregulation’ gia’ in essere: ”Bastasse allungare gli orari per generare piu’ fatturato e prezzi più bassi saremmo anche noi favorevoli, ma non e’ così”, afferma il presidente di Confesercenti Marco Venturi. Gli avvocati con molta probabilita’ interverranno direttamente in Parlamento con i molti legali eletti. I farmacisti ricordano di avere gia’ dato e denunciano che ”le vere lobby – afferma la presidente di Federfarma Annarosa Racca – sono quelle dei grandi poteri economici. Delle multinazionali”. Intanto dal mondo sindacale il leader della Cisl Raffaele Bonanni sostiene l’azione del Governo e chiede di ”cacciare via lobby e corporazioni”. Mentre dalla politica il Pdl annuncia che inizieranno domani le riunioni di quattro tavoli di lavoro che si occuperanno di liberalizzazioni, oltre che di legge elettorale, di mercato del lavoro e del rapporto con l’Europa.

Fonte: Confesercenti.it

Venturi: priorità alla riforma del fisco

Rete Imprese Italia, le liberalizzazioni e il fisco. In un’intervista al Corriere della Sera, il presidente di turno di Rete Imprese Italia e presidente di Confesercenti Marco Venturi parla di crisi e di rilancio. “Bastasse allungare gli orari per generare più fatturato e prezzi più bassi saremmo anche noi favorevoli, ma non è così”. E assicura: durante il semestre di presidenza di Rete Imprese Italia si batterà per affermare la priorità del disboscamento delle 62mila norme tributarie che costano di soli adempimenti formali 5 mila euro alle imprese.
Rete Imprese Italia, un futuro sempre più da protagonista
Venturi ha assicurato anche il futuro di Rete Imprese Italia. “Potete stare tutti tranquilli, Rete Imprese Italia non solo non abbandona il campo ma intende rafforzare il patto di cooperazione tra le cinque sigle che l’hanno creata. In una certa fase della vita politica italiana è stato importante che ci trovassimo e mettessimo giù idee comuni. Quello sforzo va continuato anche se stavolta forse bisognerà discutere di più e non accontentarsi solo di un’unità di facciata, diplomatica. Adesso decideremo insieme cosa fare. Potremmo allargare il periodo di rotazione e potremmo anche radicare di più Rete Imprese sul territorio, ma intanto incassiamo la soddisfazione di aver creato qualcosa di nuovo e di averlo portato ad un buon livello di maturazione. Non era scontato che accadesse”.

In futuro, Rete Imprese avrà un ruolo sempre più propositivo: “Abbiamo anche noi delle idee per gestire questa fase e le tireremo fuori. Penso a reti di imprese che si mettono assieme, che gestiscono gli acquisti in comune, che concorrono con gli enti locali a realizzare dei distretti commerciali. Siamo anche noi dalla parte dei consumatori anche perché sappiamo servirli meglio e con maggior cura della grande distribuzione”.

Fonte: confesercenti.it

Confesercenti, più attenzione alle imprese in rosa

Confesercenti conferma la sua attenzione all’imprenditoria femminile con il convegno su Donne, mercato del lavoro e imprenditoria, promosso a Roma da Impresa donna, il Coordinamento nazionale delle imprenditrici di Confesercenti. Nell’aprire i lavori, il presidente Marco Venturi ha osservato che “il lavoro, l’impresa al femminile rappresentano una vera e propria opportunità per il Paese. Non si dimentichi che la marginalità delle donne equivale a marginalità del Paese perché si rinuncia ad utilizzare buona parte del nostro potenziale di crescita”. Dal canto suo, Patrizia De Luise, Presidente CNIF, ha dichiarato che “l’imprenditoria femminile, oltre a dover fronteggiare i numerosi impegni ed i problemi legati all’attività imprenditoriale, deve fare i conti con la posizione della donna nel contesto socio-economico“.

Il Coordinamento nazionale dell’imprenditoria femminile di Confesercenti pone al centro del proprio impegno proprio il sostegno alle imprenditrici e lavoratrici autonome attraverso una serie di importanti obiettivi, come la rappresentanza delle imprese femminili associate presso le sedi governative, il Ministero delle Pari Opportunità ed il Ministero del Lavoro, il raccordo con Unioncamere per la gestione dei comitati imprenditoria presso le Camere di commercio e la messa in campo di azioni politico, sindacali volte a favorire il conseguimento delle pari opportunità e l’individuazione degli strumenti necessari per rispondere alle esigenze delle imprenditrici associate.
Inoltre, ha sottolineato la De Luise, il Coordinamento mira alla promozione di tutte quelle attività formative e informative affinché le imprenditrici possano gestire al meglio le proprie attività imprenditoriali.

Le imprese femminili a fine giugno 2011 risultano essere 430.900, pari al 23% di tutte le imprese registrate presso le Camere di Commercio. L’universo al femminile delle imprese italiane è aumentato in un anno di quasi 10 mila unità con un tasso di crescita pari allo 0,7% contro lo 0,2% dei colleghi maschi. Fra i nodi aperti quello del lavoro, visto che il tasso di attività femminile risulta essere inferiore di alcuni punti a quello europeo. Inoltre il tasso di disoccupazione è attestato al 9% contro il 7,8% nazionale.