Bonus turismo sostenibile 2023, domande al via dal 17 luglio

Le strutture ricettive che adottano misure destinate alla sostenibilità ambientale possono richiedere il bonus turismo sostenibile 2023. Le domande possono essere presentate a partire dal 17 luglio 2023.

Bonus turismo sostenibile 2023, a chi è rivolto?

Il bonus Turismo sostenibile 2023 è previsto dalla legge di bilancio 2023, articolo 1, comma 611. Sono seguiti tre decreti per l’attivazione della misura che prevede la possibilità di ottenere risorse economiche a fronte della presentazione di progetti volti alla transizione ecologica nel turismo e a promuovere turismo sostenibile. La misura è rivolta a strutture ricettive turistiche ed alberghiere, possono inoltre accedere al contributo anche strutture che non svolgono l’attività in forma di impresa, ad esempio Bed & Breakfast, ma in questo caso l’importo massimo che si può ottenere è di 2.000 euro.

Quali progetti possono essere finanziati con il bonus turismo sostenibile?

I progetti che possono ottenere il finanziamento sono:

  • promozione di turismo sostenibile attraverso itinerari turistici innovativi, la destagionalizzazione del turismo e riduzione del sovraffollamento turistico;
  • strategie di riduzione delle emissioni inquinanti provenienti dal turismo;
  • conseguimento di certificazioni di sostenibilità.

Il Ministero del Turismo per il 2023 mette a disposizione 3,9 milioni di euro. Per poter accedere alle risorse è necessario essere in regola con il pagamento degli oneri contributivi ed assistenziali. Possono essere finanziati progetti il cui valore minimo è di 50.000 euro e massimo 200 mila euro. Si può ottenere il 50% delle spese e il progetto deve essere realizzato entro il 2025. L’aiuto rientra nel regime di aiuti de minimis.

Leggi anche: Aiuti de minimis: cosa sono, limiti, ammontare e come ottenerli

Come presentare la domanda

La domanda per accedere al beneficio può essere presentata a partire dal 17 luglio 2023 e fino al 9 settembre 2023, utilizzando la piattaforma messa a disposizione dal ministero del Turismo. Si può accedere alla piattaforma utilizzando codici Spid o Cie.

Una volta ammesso il progetto i fondi saranno erogati in 3 quote corrispondenti al 30%, 60% e 10% delle spettanze.

Le domande sono vagliate in ordine cronologico di arrivo e le risorse distribuite fino ad esaurimento dei fondi.

Per le strutture ricettive a carattere no imprenditoriale come B&B, foresterie per turisti, ostelli della gioventù, affittacamere l’importo massimo erogabile è di 2000 euro mentre le risorse stanziate sono 990 mila euro.

Leggi anche: Nuovi bonus digitali 4.0, ecco una grande opportunità

Contributi a fondo perduto turismo, si può rivedere il progetto per arrivare al 100% dei finanziamenti

Contributi a fondo perduto per le imprese del turismo rafforzate mediante la revisione del progetto già approvato e destinato a essere finanziato. È quanto si ravvisa dal decreto del ministero del Turismo in merito al mix di incentivi destinato alle imprese del settore mediante la rimodulazione degli investimenti e la possibilità di arrivare al 100% di finanziamento. Gli incentivi sono destinati a finanziare la realizzazione di investimenti di spesa relativi:

  • all’efficienza energetica;
  • alla riqualificazione per ridurre il rischio sismico;
  • a digitalizzare l’impresa.

Inoltre, i progetti devono rientrare nella misura prevista dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr).

Quali sono le imprese del settore turistico che possono beneficiare fino al 100% del mix di finanziamenti?

In particolare, il decreto del ministero del Turismo mira a incrementare gli incentivi delle imprese del settore che hanno già visto riconosciute le domande di contributi a fondo perduto e di finanziamento. Si tratta, nel dettaglio, degli alberghi, degli agriturismi, delle aziende ricreative, congressuali e fieristiche, degli stabilimenti balneari, dei parchi a tema e porti turistici. Tutte hanno già presentato domanda per finanziare progetti a decorrere dal 28 febbraio 2022 per investimenti rientranti nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). La misura di riferimento è la M1 C1 – 4.2.1.

Come procedere con la rimodulazione delle linee di investimento per arrivare al 100% di incentivo?

Il provvedimento mira, dunque, ad incrementare la percentuale di finanziamento alle imprese del turismo che hanno ottenuto meno del 100% di incentivo. Per aumentare il beneficio, le imprese turistiche che hanno già presentato richiesta di incentivo dovranno procedere con la rettifica della scheda del progetto già presentata. In tal modo si possono ricalcolare gli ammontare degli investimenti e si può ridefinire ed eliminare anche una o più linee di investimento.

Come rimodulare gli investimenti per ottenere il mix fino al 100% di incentivo nel turismo?

Nel dettaglio, le imprese del turismo beneficiare già del mix di finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto, dovranno procedere nella rimodulazione delle linee di intervento rispettando i seguenti passaggi:

  • trasmettere di nuovo la scheda del progetto rimodulato, rispettando i tetti di spesa già concessi;
  • attenersi alle regole fissate dall’avviso del decreto del ministero del Turismo del 23 dicembre 2021.

Quali sono gli investimenti del settore del turismo che possono beneficiare degli incentivi?

Gli incentivi alle imprese turistiche prevedono un mix di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati che possono coprire fino all’80% dell’investimento complessivo. Tali incentivi rimangono in vigore per investimenti effettuati dal 7 novembre 2021 al 31 dicembre 2024. Per interventi avviati a decorrere dal 1° febbraio 2020 e non ancora giunti a conclusione, la misura prevista è quella del contributo a fondo perduto per il 50% delle spese ammissibili. Il tetto di spesa è fissato in 40 mila euro, ma si può arrivare fino a 100 mila euro.

 

Contributi QR-Code per aziende vitivinicole. Tutte le informazioni

Per i produttori di vino c’è un’importante novità in arrivo, si tratta di uno stanziamento in favore delle imprese che investono in innovazione e in particolare per l’inserimento di un QR-Code sull’etichetta.

Contributo QR-Code per aziende vitivinicole: cos’è

La normativa prevede un contributo che varia da 10.000 euro a 30.000 euro in favore di produttori di vino Dop, IGP e biologico che investono nelle nuove tecnologie e in particolare inseriscono sull’etichetta un QR Code (codice a barre bidimensionale). Si tratta del classico codice, ormai presente in molte etichette, e che, se scannerizzato con un lettore di Qr Code, fornisce informazioni sul prodotto.

Le informazioni che possono essere inserite sono numerose, ma per poter accedere a questo contributo devono essere obbligatoriamente contenute un insieme di informazioni minime che consentono di avere la tracciabilità del prodotto, quindi di individuare il vigneto e la data della piantumazione, la data della raccolta delle uve, le tipologie, insomma la filiera delle uve fino alla produzione finale di vino.

Lo schema di decreto attuativo è stato approvato di concerto tra Conferenza Stato-Regioni, Ministero del Turismo e Mipaaf e prevede uno stanziamento di un milione di euro. Come dichiarato da Gian Marco Centinaio, sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il contributo vuole favorire la promozione dei territori e valorizzare le antiche tradizioni legate alla cultura enogastronomica dell’Italia.

Perché si promuove l’inserimento del QR-Code sull’etichetta dei vini?.

Il QR- Code non sarà solo un modo per innovare e facilitare il rapporto tra consumatori e produttori, ma anche un modo per tutelare i nostri prodotti sul mercato mondiale, infatti il QR code consente di proteggere i prodotti anche dalle contraffazioni e identificare i vini che realmente arrivano dall’Italia.

Il QR Code si inserisce all’interno delle PAC (Politiche Agricole Comuni che saranno vigenti in Europa dal 2023 al 2027 e che hanno l’obiettivo, tra gli altri, di garantire una qualità della vita adeguata ed equa ai produttori agricoli attraverso la valorizzazione dei prodotti. Inoltre dal 2023 anche i vini dovranno recare in etichetta la lista dei valori nutrizionali, come gli altri prodotti alimentari. In base alla normativa anche queste informazioni saranno accessibili tramite Qr-Code, in questo modo i produttori di vino saranno esonerati dall’obbligo di creare lunghe etichette che in molti casi era necessario anche tradurre per l’esportazione.

Leggi anche: Aziende Agricole: reso noto il Piano Strategico Nazionale per la PAC

Come richiedere il contributo per il QR Code

I contributi in oggetto sono previsti dall’art. 1, comma 842, della legge 30 dicembre 2021, n. 234. Attualmente non è ancora possibile richiedere il contributo, infatti il giorno 8 giugno la Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera allo schema del decreto attuativo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ora spetterà proprio a tale dicastero procedere a rendere note le modalità operative, i tempi e i modi per accedere a tale contributo.

In base alle indicazioni fornite, il contributo è in favore di imprese produttrici di vini DOP, IGP e biologico che esercitino anche attività enoturistica.

Per produttori si intendono :

  • viticoltori;
  • trasformatori di vino;
  • aziende impegnate nell’imbottigliamento qualora però esercitino contestualmente anche l’attività di viticoltori o trasformatori.

Caratteristiche del QR-Code

In base all’articolo 3 dello schema di decreto le spese ammesse al contributo sono quelle concernenti moderni sistemi digitali che, attraverso un QR-Code veicolino il consumatore a un sito web multilingue nel quale sia presente una descrizione delle caratteristiche peculiari del territorio di riferimento dal punto di vista storico- culturale, devono inoltre essere presenti informazioni inerenti le tradizioni enogastronomiche. Sul sito devono essere inseriti collegamenti ipertestuali (link) a siti istituzionali di promozione del territorio. Il sito deve essere redatto in almeno due lingue oltre l’italiano.

L’apposizione del codice a barre deve essere conforme alle indicazioni previste nei seguenti atti:

  • regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011, in materia di informazioni sugli alimenti;
  • regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, regolamento del 17 dicembre 2013 e (UE) 2019/33 della Commissione, del 17 ottobre 2018, in materia di etichettatura e presentazione dei vini

Inoltre l’azienda per poter ottenere il contributo deve impegnarsi a mantenere tale QR- Code per almeno 3 anni.

Sebbene non siano ancora pubbliche le modalità operative, già ora è noto che le domande saranno vagliate e approvate in ordine cronologico, questo implica che le aziende interessate devono porre attenzione ai termini previsti per evitare di perdere questa importante occasione.

Ad ogni azienda, in base la progetto presentato, viene attribuito un punteggio e viene quindi formata una graduatoria, la percentuale massima del contributo erogabile non può comunque superare il 70% delle spese ammissibili.

Per ottenere maggiori informazioni, scarica il testo completo del decreto.

Schema decreto attuativo QR-Code etichetta vino

Bonus alberghi 2022: cos’è? Inoltro domanda dal 9 giugno

Dal giorno 9 giugno 2022 alle ore 12:00 al giorno 13 giugno sempre ore 17:00 sarà possibile richiedere il bonus alberghi 2022. Ecco le modalità operative rese note dal Ministero del Turismo il giorno 7 giugno 2022.

Bonus alberghi 2022: cos’è?

Il settore del turismo è stato sicuramente il più penalizzato dall’epidemia Covid e proprio per questo riceve ora particolari atttenzioni. Tra queste vi è il Bonus Alberghi 2022 rifinanziato con il decreto legge 104 del 2022. A fronte delle spese di riqualificazione energetica e ristrutturazione delle strutture alberghiere è possibile richiedere il bonus alberghi 2022 per un tetto di spesa massima di 200.000 euro. Il bonus si riceve sotto forma di credito di imposta e può essere utilizzato con il modello F24. Il giorno 7 giugno 2022 sono state rese note le ultime informazioni attraverso un Avviso del Ministero del turismo.

Quali spese possono beneficiare del Bonus alberghi 2022?

Il bonus Alberghi 2022 può essere richiesto per le spese sostenute dal 1° gennaio 2020 al 6 novembre 2021 per strutture che però erano già attive alla data del 1° gennaio 2012. Possono ottenere il beneficio alberghi, agriturismi, campeggi, villaggi turistici, parchi vacanza.

Il credito di imposta si può ottenere per un importo pari al 65% di quanto effettivamente speso per le spese di ristrutturazione. Tra i lavori che possono ottenere il beneficio fiscale ci sono:

  • manutenzione straordinaria;
  • eliminazione delle barriere architettoniche;
  • lavori di efficientamento energetico;
  • adeguamento antisismico;
  • acquisto di mobili e complementi di arredo.

Nel caso di stabilimenti termali, oltre ai lavori ora visti, possono beneficiare del credito di imposta per il bonus alberghi 2022 anche a fronte di lavori per la realizzazione di piscine termali e acquisto di attrezzature necessarie per lo svolgimento di attività termali.

Come presentare la domanda per il Bonus alberghi 2022

Per richiedere il bonus alberghi 2022 è necessario accedere alla piattaforma messa a disposizione dal Ministero del Turismo https://www.ministeroturismo.gov.it/avviso-pubblico-alle-strutture-ricettive-per-agevolazioni-sotto-forma-di-credito-dimposta/

Per poter presentare la domanda è necessario avere a disposizione un codice di identità digitale, può trattarsi di SPID, CIE o CNS, inoltre è necessario inserire nella domanda un indirizzo di posta elettronica certificata (pec). La domanda deve essere presentata dal rappresentante legale del richiedente risultante nel Registro delle Imprese. La domanda è nulla se non si rispetta questo requisito.

Alla domanda devono essere allegate le copie dei documenti che attestano l’avvenuta spesa, inoltre deve esserci la copia della documentazione che attesta l’avvenuto pagamento dei lavori eseguiti, come bonifico bancario, SEPA, bancomat, carta di credito aziendale

accompagnata dall’evidenza della quietanza su conto corrente che attesti il trasferimento del denaro tra beneficiario e fornitori.

Nell’avviso pubblicato dal Ministero del Turismo il giorno 7 giugno 2022 e che sostituisce tutti i precedenti avvisi viene anche sottolineato che è necessario allegare alla domanda la copia dell’estratto conto da cui risulti l’addebito e che mostri chiaramente l’importo, la data di pagamento, nonché la causale dello stesso.

Infine, devono essere allegati il verbale di consegna o di installazione del beni e la relazione finale del legale rappresentante del soggetto beneficiario in cui rilevi la descrizione dettagliata delle spese sostenute.

Una volta compilata la domanda il modulo deve essere generato in formato pdf. In seguito all’inoltro la piattaforma genera la relativa ricevuta.

Come sono assegnati i fondi?

La procedura prevede che entro 60 giorni dalla scadenza del termine per la presentazione della domanda siano rese note le graduatorie dei beneficiari. Le domande sono valutate in ordine di arrivo

Costoro potranno utilizzare il credito riconosciuto per compensare le imposte. Entro 30 giorni dalle conclusioni delle verifiche istruttorie riceveranno la documentazione con indicazione delle spese ammesse, da questo momento le somme potranno essere utilizzate come credito di imposta.

Per conoscere ulteriori agevolazioni per le imprese che operano nel settore del turismo, leggi l’articolo: Credito di imposta IMU 2022 per imprese del turismo. Chi può usarlo?

Nota bene: è di ieri 8 giugno 2022 la notizia del posticipo della data di apertura della piattaforma per l’inoltro della domanda. La domanda potrà essere presentata dal giorno 13 giugno 2022 alle ore 12:00 al giorno 16 giugno .

Superbonus Turismo: 21 febbraio disponibili i moduli, dal 28 la piattaforma

Dal 21 febbraio su Invitalia saranno disponibili le istruzioni per poter accedere al Superbonus Turismo che prevede contributi a fondo perduto e credito di imposta per le imprese del settore turismo.

Cosa prevede il Superbonus Turismo?

Le regole per poter accedere al Superbonus Turismo sono contenute nell’Avviso Pubblico reso noto dal Ministero del Turismo il 23 dicembre 2021. Si tratta di incentivi volti a indurre le imprese che lavorano nel settore del turismo a migliorare l’offerta ricettiva.

Gli aiuti previsti sono di tre tipi:

  • contributo a fondo perduto;
  • credito di imposta;
  • finanziamenti a tasso agevolato.

Interventi coperti dal Superbonus Turismo

Il Superbonus Turismo è stato previsto con DL n. 152 del 2021 in attuazione del PNRR. Prevede incentivi per:

  • efficientamento energetico delle strutture;
  • eliminazione barriere architettoniche;
  • interventi antisismici;
  • manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento. Le operazioni devono però essere collegate agli interventi visti nei primi tre punti;
  • realizzazione di piscine termali e acquisto strumentazione per lo svolgimento delle attività termali;
  • digitalizzazione delle strutture;
  • acquisti arredamento e componenti di arredo connesse alle attività precedentemente viste.

Possono beneficiare di tali fondi numerose imprese, in particolare:

alberghi, agriturismi, stabilimenti balneari, parchi tematici, imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, stabilimenti termali.

Per poter beneficiare del Superbonus Turismo, l’impresa che richiede l’accesso ai fondi deve essere in possesso di un DURC, inoltre deve essere in regola con la normativa vigente antimafia  e con i versamenti fiscali. Non deve inoltre trovarsi in stato di liquidazione o fallimento. I requisiti devono essere posseduti al momento della presentazione dell’istanza ma soprattutto, affinché non siano revocati, devono essere mantenuti per ulteriori 5 anni.

Cosa si può ottenere con ul Superbonus Turismo?

Il Superbonus Tuirismo prevede :

  • un credito di imposta pari all’80% delle spese effettivamente effettuate nel periodo tra il 7 novembre 2021 e 31 dicembre 2024 (questo vuol dire che si potrà fruire del Superbonus anche per lavori non ancora iniziati). Inoltre il credito di imposta si potrà avere anche per i lavori iniziati dopo il 1 febbraio 2022, ma solo nel caso in cui ancora non siano conclusi;
  • contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese con tetto massimo di 40.000 euro.
  • Infine, è possibile accedere a finanziamento a tasso agevolato Fondo nazionale per l’efficienza energetica per spese non coperte dalle agevolazioni precedenti e che comunque ricadano nella riqualificazione energetica.

In alcuni casi è prevista anche un’integrazione dell’importo massimo del contributo a fondo perduto. Si possono ricevere fino a 20.000 euro per imprese che ricadano nei requisiti dell’imprenditoria femminile, a società cooperative in cui almeno il 60% dei soci abbiano un’età fino a 35 anni e società di capitali possedute per almeno 2/3 da giovani o i cui amministratori siano per almeno 2/3 giovani, infine per imprese individuali intestate a giovani.

Possono invece ottenere un incremento di 10.000 euro le imprese collocate in Calabria, Campania, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Sardegna, Molise e Sicilia. Si tratta di un ulteriore aiuto al fine di aiutare le regioni del Sud, generalmente con maggiori difficoltòà economiche, a sviluppare ulteriormente il settore del turismo.

Come presentare la domanda?

Le modalità operative per poter presentare la domanda, con fac simile, saranno disponibili sul sito www.invitalia.it dal giorno 21 febbraio. Dal 28 febbraio sarà invece aperta la piattaforma per poter presentare le domande. Da questo momento ci saranno 30 giorni di tempo per inoltrare le domande, la finestra si aprirà periodicamente in modo da dare la possibilità alle imprese man mano di accedere ai fondi. Il primo blocco sarà di 100 milioni di euro.

Già ora è però possibile indicare i documenti necessari per poter presentare la domanda si tratta di:

  • dati anagrafici del titolare dell’impresa, della società che deve accedere ai fondi;
  • tipologia di interventi previsti;
  • incentivi richiesti (credito di imposta e/o contributi a fondo perduto);
  • devono essere indicati in modo analitico costi di intervento, spese ammissibili;
  • data di inizio e di fine (prevista) per gli interventi;
  • spese per le quali è possibile richiedere ulteriori importi;
  • eventuali anticipazioni del 30% delle spese per i contributi a fondo perduto.

Bonus turismo, domande dal 23 febbraio 2022 e in arrivo contributi per agenzie e tour operator

A pochi giorni dal via libera della piattaforma per la presentazione del bonus turismo, arrivano precisazione dal ministero in merito alle spese ammissibili, tra le quali il fotovoltaico. La domanda dei contributi può essere presentata a partire dal 21 febbraio 2022, ma entro quel giorno sono attese ulteriori e nuove indicazioni in merito all’utilizzo della piattaforma messa a disposizione dal ministero per le istanze. Intanto sono in arrivo nuovi contributi a fondo perduto per le agenzie turistiche e i tour operator.

Bonus turismo, quali spese sono agevolabili con i contributi del ministero?

Due novità tra le spese ammissibili con i contributi a fondo perduto del bonus turismo. Sia gli impianti solari fotovoltaici che le colonnine di ricarica come infrastrutture negli edifici, infatti, potranno essere inserite tra le spese agevolabili dal bonus. La condizione essenziale è quella relativa all’utilizzo di queste infrastrutture. Il ministero chiarisce, infatti, che l’uso debba essere esclusivo da parte della struttura turistica che ha fatto realizzare il lavoro. Si tratta di interventi che realizzano gli obiettivi di incremento di efficienza energetica, come previsto dalla lettera a) del comma 5, dell’articolo 1 del decreto legge numero 152 del 2021. Il chiarimento sulle spese ammissibili è arrivato dal ministero del Turismo che ha provveduto ad aggiornare l’elenco degli interventi oggetto di agevolazione.

Bonus turismo, chi può presentare domanda di agevolazioni fiscali?

Ammessi al bonus turismo, secondo quanto prevede la legge di conversione numero 233 del 2021, sono le strutture ricettive, pure all’area aperta. Rientrano nelle agevolazioni le imprese del comparto turistico, le attività ricreative, congressuali e fieristiche, gli stabilimenti balneari, i porti turistici, i complessi termali, i parchi acquatici, faunistici e tematici.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti alle imprese del turismo, come funziona il credito di imposta?

Le risorse messe a disposizione del ministero ammontano a 500 milioni di euro. Si tratta di un aiuto “combo”, nel senso che si può richiedere:

  • l’80% del credito di imposta sugli interventi effettuati;
  • un contributo a fondo perduto che può arrivare al 50%;
  • un finanziamento a tasso agevolato.

Tuttavia, le procedure per la presentazione delle pratiche potrebbero essere complesse. Infatti, considerando i tempi ristretti a disposizione delle imprese per inoltrare l’istanza, è rilevante il numero dei documenti da presentare per la richiesta degli aiuti. Si tratta di 29 allegati totali, alcuni dei quali non facilmente reperibili in tempi brevi.

Contributi a fondo perduto, quanto si può richiedere con il bonus turismo?

L’importo complessivo che ciascuna impresa operante nel settore del turismo potrebbe arrivare a richiedere, si aggirerebbe intorno ai 140 mila euro. Infatti, dal ministero del Turismo arrivano stime sulla concessione dei contributi a fondo perduto alle prime 3.700 imprese. La domanda deve essere presentata on line attraverso la piattaforma che il ministero del Turismo metterà a disposizione. Al momento la piattaforma non è stata ancora messa in funzione.

Come presentare domanda dei contributi a fondo perduto e finanziamenti delle imprese del turismo?

Per presentare domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti del settore del Turismo è necessario rispettare alcuni passaggi. Prima del 21 febbraio 2022 il ministero dovrebbe fornire ulteriori informazioni sulle modalità di richiesta dei fondi. In ogni modo, le domande potranno essere presentate a partire dal 21 febbraio e per un mese di tempo (entro il 23 marzo 2022, 30 giorni come da decreto). Entro 60 giorni, ovvero al 22 maggio 2022, il ministero pubblicherà l’elenco dei soggetti del turismo ammessi ai contributi. Le imprese avranno sei mesi di tempo per avviare, dalla data di pubblicazione degli ammessi, gli interventi o le attività di transizione digitale. I lavori devono essere conclusi entro 24 mesi, partendo dalla data di pubblicazione degli ammessi. Entro tale data le spese dovranno essere rendicontate.

Turismo, in arrivo contributi a fondo perduto anche per tour operator e agenzie di viaggio

Sempre per le imprese operanti nel settore del turismo, sono in arrivo ulteriori contributi a fondo perduto per le agenzie di viaggio e i tour operator. Si tratta di ristori mirati per risorse complessive di 200 milioni di euro. Gli aiuti andranno a favore delle due categorie di imprese del turismo per permettere una “sana decontribuzione per 6 mesi e per abbattere i costi e mantenere l’occupazione”. Lo ha spiegato il ministro per il Turismo, Massimo Garavaglia.

Rimborso voucher vacanze non utilizzati: richieste entro il 31 dicembre

A quante famiglie è capitato di avere un voucher vacanze ma di non poterlo utilizzare perché l’operatore con cui era prenotato il viaggio è fallito? Probabilmente a molte e per tutti ora c’è la possibilità di ottenere il rimborso voucher vacanze: la domanda deve essere presentata entro il 31 dicembre 2021.

Cosa sono i voucher vacanze?

I voucher vacanze emessi ai sensi dell’articolo 88-bis del decreto-legge n. 18 del 2020 hanno costituito un modo per dare sostegno al settore turistico che con la pandemia ha avuto delle perdite rilevanti. Gli importi variano da un massimo di 500 euro per le famiglie, 300 euro per le coppie e 150 euro per i single. Il bonus vacanze poteva essere utilizzato in un’unica struttura ricettiva, ad esempio uno stabilimento balneare o un albergo, oppure presso tour operator o vettori.

Tali soggetti avrebbero poi utilizzato gli importi come credito di imposta. Una volta richiesto e ottenuto il bonus, gli interessati hanno avuto un lasso di tempo molto ampio per poterne usufruire, infatti fino al 31 dicembre è possibile ancora utilizzarli. Sono però capitati degli inconvenienti, cioè soggetti che dopo aver ottenuto il voucher vacanze e aver prenotato, si sono accorti che all’atto pratico non era possibile godere della vacanza. Per costoro è previsto il rimborso del bonus vacanze, ma vediamo nel dettaglio cosa si può fare.

Il rimborso dei voucher vacanze

Il rimborso dei voucher vacanze non utilizzati non si riconosce a tutti, ma solo a soggetti che ricadono in determinate casistiche. Sul sito del Ministero del Turismo è specificato che il rimborso delle somme può essere richiesto nel caso in cui non sia stato possibile fruire del bonus vacanze a causa insolvenza o fallimento dell’operatore turistico o del vettore.

In questi casi è possibile richiedere il rimborso collegandosi alla pagina https://sportelloincentivi.ministeroturismo.gov.it/ .

Come richiedere il rimborso dei voucher vacanze

Per procedere alla richiesta è necessario identificarsi con lo SPID oppure con CNS (Carta Nazionale Servizi). Gli utenti possono chiedere il rimborso entro il 31 dicembre 2021 (ore 12:00) e ottengono gli stessi importi inizialmente riconosciuti. Il ministero provvederà ad emettere gli importi entro 120 giorni dal momento della chiusura dei termini per presentare l’istanza.

Il fondo per il rimborso dei voucher vacanze è di un milione di euro, in caso di incapienza, gli importi da erogare saranno proporzionalmente ridotti.

Nell’istanza devono essere indicate le generalità del richiedente (nome, cognome, codice fiscale, eventualmente partita IVA), residenza o sede legale. Occorre indicare di non trovarsi in stato di liquidazione o fallimento (tale dichiarazione vale solo per gli operatori economici). Infine, al fine di accertare che effettivamente è stato impossibile utilizzare il bonus vacanze è previsto che nell’istanza siano indicati gli estremi dell’atto che ha dichiarato lo stato di fallimento o insolvenza del tour operator o del vettore.

Devono quindi essere allegati i dati dei voucher vacanza non goduti e la richiesta di rimborso inoltrata ai tour operator o i vettori dichiarati falliti o insolventi.

Al termine della compilazione il sistema rilascia la distinta, questa deve essere stampata, firmata e scannerizzata e rinviata al sistema.

Per chi incontrasse difficoltà nelle procedure, è attivo il numero 06.64892120 e il servizio di assistenza via e-mail all’indirizzo helpdesk.bandi.minturismo@infocamere.it

Turismo, una stagione decisiva per le piccole imprese

 

di Davide PASSONI

Non è la prima volta che su Infoiva ci occupiamo dell’industria italiana del turismo. Lo abbiamo già fatto, per esempio, lo scorso anno, quando al tema abbiamo dedicato due focus proprio a cavallo dell’estate, per parlare di prospettive e bilanci. Oppure lo scorso febbraio, in occasione della Bit, la Borsa internazionale del Turismo di Milano

Torniamo sull’argomento a un anno di distanza dagli speciali estivi e lo facciamo perché siamo convinti che quello turistico sia uno degli asset più importanti che il nostro Paese può sfruttare per rilanciare la propria economia e che, guarda caso, vede nella piccola impresa, spesso familiare, il cardine sul quale gira la maggior parte delle realtà del settore.

Un settore che non si sottrae a un vizio tipico dell’impresa italiana: quello di andare in ordine sparso. Regioni, province, città tendono a promuoversi in maniera autonoma, mancano l’idea e la forza di una gestione centrale e unitaria della promozione turistica del Paese. Lo stesso portale Italia.it, che dovrebbe costituire l’ingresso principale per gli stranieri all’offerta turistica a culturale della Penisola, non è ancora al livello di analoghi portali di alte nazioni europee nostre “concorrenti”.

Se a questo si aggiunge una politica che spende sempre meno in tutela del patrimonio artistico e tende sempre di più a fare cassa nei settori che maggiormente possono essere “spremuti” (vedi tassa di soggiorno), ecco che, anche qui, i piccoli che fanno il grosso sono costretti a chinare il capo e a fare i conti con bilanci sempre più magri.

Hai voglia, poi, a parlare dell’apertura al turismo proveniente dai Paesi emergenti come la grande promessa per salvare il turismo… Quanti operatori, albergatori, ristoratori hanno gli strumenti giusti per capire e soddisfare i loro bisogni e le loro richieste, spesso molto singolari e lontani anni luce da quelli del turista straniero “standard”?

Solo due esempi di come, sul turismo, si sentono spesso solo chiacchiere e buoni propositi. Noi ancora aspettiamo fatti e, in questa settimana, cercheremo di capire che aria tira sul settore sentendo voci e analizzando dati. Anche perché la bella stagione (anche se il tempo finora è stato piuttosto ballerino) è ormai avviata e non possiamo fallire: un altro anno di vacche magre e questa volta per le piccole imprese turistiche che ancora tengono botta potrebbe essere la fine.

Riecco i buoni vacanza

Una dotazione di 5 milioni di euro: a tanto ammonteranno i buoni vacanza, che tornano anche per quest’anno e saranno gestiti dall’Enit, l‘Agenzia nazionale del turismo.

La notizia è stata data direttamente da Andrea Babbi, direttore generale dell’Enit: “Il Ministero del Turismo ha trasferito la competenza sui buoni-vacanza all’Enit, ora la pratica è alla Corte dei Conti. Noi li gestiremo, accettando questa sfida. Il modello francese, che investe molto denaro sui buoni-vacanza, è molto interessante. Per attuarlo, serve un coinvolgimento del Ministero dell’Economia“.

Vera MORETTI

Fare Sistema: la chiave per la ripresa del turismo italiano

 

Infoiva non poteva non salutare questa settimana a tutto turismo senza interpellare Marco Serioli, direttore exhibitions Fiera Milano. La scorsa settimana il polo espositivo ha ospitato BIT 2013, fulcro D.O.C. di un sistema di networking intorno al quale hanno ruotato anche le piccole imprese legate al mondo dell’ospitalità e alle sue risorse. Com’è andata?

Quali prospettive sono emerse dall’ultima Bit relativamente al settore turistico italiano?
Bit 2013 si è aperta con un convegno inaugurale in cui il Ministro Gnudi ha presentato ufficialmente il Piano Strategico per il Turismo. Si tratta di un segnale forte di attenzione verso il settore, un piano atteso da anni. La scelta di Bit come sede privilegiata per presentarlo è la conferma che il settore fieristico, e la Borsa Internazionale del Turismo, in particolare, svolge un ruolo di traino importante.

Avete già avuto un feedback dagli espositori presenti?
Il feedback dei nostri espositori ci dice che, chi si è preparato bene alla manifestazione, ha fatto molto business, incontrando anche molti stranieri. Nonostante la crisi, infatti, il numero degli operatori professionali in Bit è rimasto costante, mentre abbiamo riscontrato un comprensibile calo nel pubblico.
Il punto sta proprio qui: prepararsi, fare sistema. Il turismo italiano ha ancora ampi margini di crescita: abbiamo asset unici al mondo, che nessuno può imitare. Ma, in un mercato sempre più globalizzato, non possiamo più andare in ordine sparso confidando che, per vedere Roma o Venezia, “tanto i turisti vengono lo stesso”.
Basti pensare che oggi sono sul mercato destinazioni che 40 anni fa, quando eravamo primi al mondo, non erano nemmeno aperte al turismo internazionale. La Cina, per esempio, che non a caso quest’anno era ospite d’onore a Bit 2013: è già la terza destinazione al mondo ed entro il 2015 sarà anche il primo mercato outgoing, con importanti flussi verso l’Italia. E le economie emergenti in genere, che alla Bit di quest’anno erano protagoniste.
Dobbiamo coordinarci di più e fare sistema. Se lo facciamo, l’obiettivo indicato dal Piano di passare dall’11 al 13-14% di quota di mercato nella nostra area di riferimento, quella euro-mediterranea, è assolutamente alla nostra portata.

Si tratta di un settore che soffre di molti mali. Quali i più gravi?
Il turismo subisce innanzitutto le stesse dinamiche che affliggono in generale l’economia italiana in questo periodo.
Anche la grande frammentazione dell’offerta diventa un problema quando dobbiamo confrontarci sui mercati internazionali, dove invece i Paesi nostri concorrenti, come Francia e Spagna, possono contare su imprese di grandi dimensioni.
Ma il quadro non è solo negativo: gli imprenditori del settore hanno dimostrato un’eccezionale capacità di risposta in questi anni, sviluppando nuove proposte che rispondono alle esigenze dei target emergenti.

Lo chiediamo anche a lei: quali sono gli “anticorpi” su cui può contare per guarire?
Innanzitutto, come dicevo, l’eccezionale spirito imprenditoriale dei nostri operatori, che in questi anni hanno letteralmente creato dal nulla nuovi segmenti di offerta. Basti pensare al boom degli agriturismi, e all’enogastronomia in generale, ma anche alle molte modalità nuove in cui è stato declinato il turismo culturale, o al turismo della natura.
Per continuare a svolgere un ruolo di primo piano nell’industria turistica globalizzata, l’Italia, considerando anche la nostra struttura dei prezzi, non può che puntare sulla fascia alta e sviluppare un turismo di qualità. Dobbiamo puntare al segmento Affluent, i turisti con alta capacità di spesa, che amano il Made in Italy e lo stile di vita italiano. Il “brand Italia” è di certo un “anticorpo” molto potente: è fortissimo nel mondo ed è particolarmente apprezzato proprio nelle economie che crescono di più, come la Cina o la Russia.
Un anticorpo vincente è senz’altro puntare ancora di più sui turismi tematici, valorizzando l’incredibile varietà di paesaggi, culture, tradizioni enogastronomiche del nostro paese, di un’ampiezza probabilmente unica al mondo.
Dobbiamo anche sviluppare una politica continuativa di grandi eventi che attraggano flussi importanti di turisti, con l’obiettivo di fidelizzarne delle quote importanti. Expo 2015 è l’esempio principe di questo approccio, solo dalla Cina i Tour Operator locali si sono impegnati a portare un milione di persone. Dobbiamo far sì che non rimanga un momento isolato, ma sia il volano di una crescita costante.

In Italia la ricettività turistica è sinonimo, per la maggior parte dei casi, d’impresa familiare. Vantaggio o svantaggio? Perché?
In se stesse le dimensioni non sono né un vantaggio né uno svantaggio, sono una caratteristica. Il nostro intero tessuto economico è dominato da PMI, spesso di eccellenza, che esportano in tutto il mondo. I lati positivi delle dimensioni ridotte sono la flessibilità e la personalizzazione – pensiamo alla riviera romagnola –; quelli negativi, la minore capacità d’innovazione e d’investimento e, talvolta, una preparazione meno adeguata ad accogliere i turisti internazionali. Sarebbe importante rafforzare nella ricettività i nostri campioni nazionali, mettendoli in grado di competere con le grandi multinazionali anglosassoni, francesi e spagnole.
Una “via italiana” potrebbe venire dal nuovo strumento delle Reti d’Impresa, che può riunire aziende che rimangono indipendenti – un requisito spesso irrinunciabile per molti imprenditori italiani – ma uniscono le forze su alcuni punti chiave, moltiplicando la capacità di investire. Anche le associazioni di categoria possono svolgere un ruolo importante, specie nella preparazione, là dove le PMI non possono arrivare con i propri mezzi.

Qual è il suo punto di vista sulla fiscalità che grava sulle imprese turistiche? Eccessiva, giusta, è un freno…?
Non è un segreto per nessuno che in Italia la pressione fiscale sia eccessiva in generale, e le aziende turistiche non fanno eccezione.
A saldi invariati, sarebbe importante riuscire a modulare la leva dell’Iva per portare le aliquote del turismo a livelli paragonabili a quelli dei nostri concorrenti più diretti, Francia e Spagna, che in media hanno aliquote più basse delle nostre.
Il vero problema è il riequilibrio della fiscalità generale, soprattutto liberando dall’eccesso di tassazione il lavoro e le attività produttive.

Per molte imprese italiane il 2013 sarà un anno decisivo: scampare o morire? Anche nel turismo siamo arrivati a tanto?
Non sarei così drastico.. Se consideriamo il mercato globale, che ormai è l’unico vero mercato, il turismo è un settore in costante crescita e anche nel 2013 crescerà, tra il 3 e il 5%. Anche lo scorso anno, il calo di presenze degli italiani è stato compensato dagli arrivi di stranieri e la bilancia dei pagamenti turistica ha incrementato il suo surplus. Anche nel turismo ci sono naturalmente tante imprese in difficoltà, ma un certo livello di ristrutturazione fa parte di qualsiasi crisi. Quello che dobbiamo fare è favorire la riconversione in altri settori delle attività che sono ormai fuori mercato, ad esempio facilitando il cambio di destinazione d’uso per gli immobili della ricettività, e concentrare gli aiuti sulle imprese che invece possono restare sul mercato sviluppando nuovi modelli di business.

Che cosa dovrebbe fare il prossimo governo, a suo parere, per rilanciare l’impresa turistica italiana?
Dovrebbe innanzitutto riprendere e sviluppare l’ottimo lavoro che è stato fatto con il Piano Strategico. Noi come sistema fieristico siamo pronti a dare il nostro apporto in questo senso e già portiamo all’estero molte fiere Made in Italy promuovendo l’Italia come sistema-paese.

 

Paola PERFETTI