Proroga del taglio delle accise sui carburanti fino al 5 ottobre: le ultime novità

Buone notizie per gli automobilisti almeno sul fronte del taglio delle accise sui carburanti, infatti ci sarà la proroga fino al 5 ottobre.

Pressioni su Draghi per adozione di provvedimenti: arriva la proroga del taglio delle accise sui carburanti fino al 5 ottobre

La proroga del taglio delle accise sui carburanti attualmente in vigore scade il 20 settembre 2022. La stessa ha avuto luogo con decreto interministeriale proprio perché l’attuale situazione, con il Governo in carica solo per gli affari correnti ed elezioni il 25 settembre, non consente grandi manovre. Da più parti però è stato lanciato l’allarme del caro prezzi. Proprio per questo  il premier Draghi, ancora in carica, ha ricevuto sollecitazioni affinché comunque adotti dei provvedimenti che aiutino gli italiani a far fronte a tutti i rincari in questo ultimo periodo prima delle formazione del nuovo Esecutivo.

In seguito a tali sollecitazioni qualcosa si sta muovendo e tra i primi provvedimenti annunciati c’è un decreto interministeriale congiunto tra il MEF (Ministero Economia e Finanze) e il Mite ( Ministero Transizione Ecologica) per prorogare di ulteriori 15 giorni e quindi fino al 5 ottobre, data nella quale molto probabilmente già ci sarà il nuovo esecutivo che agirà quindi con pieni poteri, il taglio delle accise sui carburanti.

Prezzi dei carburanti alla distribuzione

Ad oggi il prezzo del carburante è di nuovo in rialzo, con la benzina verde che costa al self service circa 1,77 euro al litro e il diesel che ha effettuato il sorpasso e costa circa 1,80 euro. La proroga del taglio delle accise dovrebbe aiutare a mantenere tali prezzi costanti anche se si annuncia un autunno bollente. Nel frattempo c’è chi chiede riforme strutturali per evitare il continuo ricorso alla proroghe temporanee al taglio delle accise, ma di fatto si tratta di un provvedimento che non può più adottare il governo Draghi.

Un ulteriore punto debole è la tassazione degli extra-profitti delle società energetiche che ad oggi è incagliata a causa dei troppi ricorsi da parte delle imprese che hanno proposto ricorso contro la norma.

Per saperne di più leggi l’articolo: Tassa sugli extra-profitti: quali imprese sono interessate?

Il Ministero per la Transizione Ecologica (MiTE) ricerca esperti. Candidature entro il 4 luglio

Il MiTE ( Ministero per la Transizione Ecologica) per la realizzazione dei progetti del PNRR facenti capo al ministero è alla ricerca di numerosi professionisti. La presentazione delle domande deve avvenire entro il 4 luglio 2022. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

Il Ministero per la Transizione Ecologica è alla ricerca di esperti

Il MiTE è alla ricerca di 92 super esperti per la realizzazione dei progetti collegati all’uso delle risorse PNRR, si tratta di incarichi particolarmente interessanti, infatti i compensi previsti posso no arrivare a 90.000 euro l’anno.

La prima cosa da sottolineare è che le specifiche per ogni bando sono disponibili alla pagina https://www.manpower.it/azienda/ministero-della-transizione-ecologica non si tratta quindi di una piattaforma ministeriale, la gestione è affidata a un’agenzia.

Chi sono i professionisti ricercati dal Ministero per la Transizione Ecologica MiTE?

Le figure professionali ricercate sono:

  • 3 program manager PNRR M2C1
  • 3 program manager PNRR M2C2;
  • 2 program manager PNRR M2C3;
  • 2 program manager PNRR M2C4;
  • 35 project manager;
  • 8 area manager;
  • 5 area manager coordinator PNRR M2C2- M2C3;
  • 2 area manager coordinator PNRR M2C4- M3C2;
  • 2 esperti aiuti di Stato;
  • 5 esperti in procedure di gara e contrattualistica pubblica;
  • 1 esperto giuridico normativa ambientale/ DNSH;
  • 3 esperti giuridici pareri e autorizzazioni ambientali;
  • 3 esperti finanza e gestione dei finanziamenti;
  • 2 esperti ufficio stampa;
  • 1 esperto digital marketing;
  • 2 esperti supporto ITC;
  • 2 tecnici esperti in progettazione tecnica PNRR M2C1;
  • 1 tecnici esperti in progettazione tecnica PNRR M2C2;
  • 1 tecnici esperti in progettazione tecnica PNRR M2C3;
  • 3 tecnici esperti in progettazione tecnica PNRR M2C4;
  • 2 tecnici esperti in monitoraggio ambientale;
  • 2 esperti politiche finanziate con fondi UE;
  • 1 esperto ambito economico mercato elettrico e/o energia;
  • 1 esperto ambito economico territorio e risorsa idrica.

Requisiti per diventare esperti del MiTE

Per poter partecipare è necessario avere una laurea nei settori di rispettiva competenza, in molti casi è richiesta anche l’iscrizione all’albo dei professionisti. Inoltre, viene richiesta esperienza pluriennale nel settore e per tutti i profili è necessario  avere una conoscenza certificata della lingua inglese.

Tra i titoli preferenziali, oltre all’esperienza che risulta essere un requisito fondamentale, vi sono eventuali master e certificazioni. Si tratta di contratti a tempo determinato, scadenza 31 dicembre 2023, per ogni profilo sulla piattaforma attraverso la quale è possibile presentare la propria candidatura è indicato anche il compenso che si potrà ottenere e la città presso la quale sarà necessario svolgere il lavoro.

Come si svolge la selezione

Per poter inoltrare la propria candidatura è necessario allegare il curriculum.

Terminata questa fase della procedura, il candidato entro 24 ore riceverà di attestazione di corretta compilazione della domanda e sarà invitato, seguendo il link contenuto nella e-mail, a compilare una scheda con dichiarazione dei requisiti obbligatori. Dal momento della ricezione della e-mail ci sono 24 ore di tempo per completare questa parte della procedura.

I candidati ammessi a questo punto riceveranno una e-mail con un link per la compilazione di auto-valutazione dei titoli preferenziali (il punteggio riconosciuto ad ogni titolo viene indicato nella pagina del singolo profilo professionale per il quale si intende candidarsi).

Si procederà quindi a stilare una graduatoria e in seguito i candidati potranno sostenere un colloquio tecnico di selezione finale.

Per ulteriori opportunità lavorative, leggi: Concorso OSS con licenza media: requisiti. Scadenza 11 luglio

 

Contributi a fondo perduto vendita prodotti sfusi: domande fino al 30 aprile

Entro il 30 aprile 2022 devono essere presentate le domande per ricevere i contributi a fondo perduto per la vendita di prodotti alla spina e sfusi. Ecco i dettagli.

Contributi a fondo perduto per vendita prodotti sfusi

Ridurre il consumo di plastica è uno dei passi fondamentali per ridurre l’inquinamento ambientale e tra le abitudini che si stanno fortemente sostenendo vi è la riduzione degli imballaggi attraverso la vendita di prodotti alla spina. Per incentivare le aziende a offrire questo servizio sono stati messi a disposizione contributi a fondo perduto per le aziende e in particolare le attività commerciali che adeguano gli spazi interni alla vendita di prodotti sfusi o alla spina.

Il contributo a fondo perduto in favore degli esercizi commerciali che adeguano gli spazi interni alla vendita di prodotti sfusi e alla spina è previsto nell’articolo 7 del decreto legge 111 del 2019. Attualmente possono presentare la domanda coloro che hanno sostenuto le spese nell’anno 2021 e il termine per la presentazione dell’istanza è il 30 aprile, la procedura deve essere eseguita sulla piattaforma Invitalia. Le risorse disponibili sono 20 milioni e saranno erogate in ordine cronologico, dopo le dovute verifiche, fino ad esaurimento dei fondi.

Chi può richiedere i contributi a fondo perduto

L’agevolazione è rivolta a negozi di vicinato, di media e di grande struttura e può essere richiesta sia dalle attività già presenti che sostengono costi di adeguamento, sia da nuove attività commerciali che si occupano esclusivamente di vendita di prodotti alla spina.

Gli aiuti sono stati previsti per due anni successivi, la tornata relativa ai costi sostenuti nel 2020 si è chiusa il 24 gennaio 2022, mentre il primo marzo 2022 è stata aperta la piattaforma per richiedere i contributi a fondo perduto per i costi sostenuti nel 2021, la piattaforma sarà chiusa il 30 aprile alle ore 23:59.

La normativa prevede che tali soggetti possano richiedere rimborsi delle spese per un massimo di 5.000 euro. Le spese rimborsabili sono quelle per:

  • adeguamento dei locali, ad esempio lavori per ricavare spazi per la vendita di prodotti sfusi;
  • acquisto di attrezzature funzionali allo svolgimento della vendita di prodotti sfusi, ad esempio erogatori per i detersivi, contenitori per detersivi o per alimenti;
  • iniziative volte a dare informazioni, comunicazioni e pubblicità.

La normativa prevede che possano essere rimborsate le spese considerate attinenti rispetto all’attività e questa caratteristiche deve essere attestata da:

  • presidente di collegio sindacale;
  • revisore legale iscritto all’albo;
  • professionista iscritto all’albo dei dottori commercialisti, degli esperti contabili, periti commerciali, consulenti del lavoro;
  • responsabile di un centro di assistenza fiscale.

Come presentare la domanda per accedere ai contributi a fondo perduto per la vendita dei prodotti sfusi

Per poter presentare la domanda è necessario andare al sito www.padigitale.invitalia.it e cliccare alla voce “bando prodotti sfusi (spese 2021)”.

A questo punto è necessario identificarsi con un codice SPID. É bene ricordare che le domande sono approvate fino  a esaurimento fondi e in ordine cronologico. Proprio per questo, nel caso in cui sulla piattaforma dovessero essere presenti contemporaneamente molti utenti, dopo l’accesso si viene messi in attesa. Il consiglio è di attendere senza lasciare la coda in modo da avere più possibilità di rientrare tra i beneficiari.

Si accede così a una procedura guidata, inserendo:

  • i dati anagrafici del richiedente;
  • tipologia di esercente (vicinato, negozio di media struttura o di grande struttura);
  • auto dichiarazione del possesso dei requisiti previsti per accedere al beneficio;
  • spese sostenute e loro finalità;
  • auto-dichiarazione di non aver usufruito per le stesse spese di altri aiuti e di rispettare le condizioni previste per gli aiuti del minimis;
  • si deve indicare la tipologia di contenitori utilizzati e se sono riutilizzabili. Se in essi devono essere contenuti prodotti alimentari è necessario certificare che rispettano la normativa prevista per i contenitori che devono essere a contatto con alimenti.

Alla domanda è necessario allegare dei documenti e in particolare documento di identità, fatture attestanti le spese sostenute affiancate da documenti che provano il pagamento. Infine, l’attestazione sulla effettività e attinenza delle spese. La domanda deve essere sottoscritta con firma digitale.

Per maggiori informazioni è possibile consultare la guida del MiTE, da scaricare QUI

 

Emergenza Gas: arriva il piano del governo. Sacrifici per tutti

Il Ministro per la Transizione Ecologica Cingolani, intervenendo al programma Agorà Extra, ha dichiarato che saranno necessari 24-30 mesi per poter ottenere l’indipendenza energetica dalla Russia.

Ministro Cingolani: l’Italia deve diversificare le fonti per uscire dall’emergenza gas

L’Italia importa dalla Russia ogni anno 29 miliardi di metri cubi di gas, sono circa il 40% del totale fabbisogno e per sostituire una così imponente fornitura è comunque necessario del tempo. Il Ministro Cingolani ha sottolineato che dipendere da un solo Paese per il fabbisogno energetico è un errore e l’Italia più di altri Paesi paga in quanto non ha autonomia avendo poche fonti energetiche e non avendo sviluppato un buon piano di uso delle risorse rinnovabili.

Il ministro Cingolani ha dichiarato che già entro i prossimi due mesi si provvederà a circa 15-16 miliardi di metri cubi di gas con altre forniture. Sarà dimezzata l’importazione di gas dalla Russia. Nel frattempo si provvede anche ad accelerare sulle rinnovabili a breve termine eliminando anche visti, asseverazioni, autorizzazioni per gli impianti fotovoltaici. Inoltre l’Italia ha 3 rigassificatori che stanno lavorando al 60% e che saranno potenziati. Nel corso del 2022 è prevista anche l’installazione di un ulteriore rigassificatore galleggiante.

Potenziare le centrali a carbone attive

Si è parlato più volte nelle scorse settimane di ritorno al carbone e Cingolani ha sottolineato che l’obiettivo è potenziare il funzionamento delle centrali che funzionano a carbone e che sono già attive, come quelle presenti a Civitavecchia e Brindisi, mentre non saranno riaperte quelle che sono inattive. Questo infatti comporterebbe comunque eccessivi oneri. Solo in caso di emergenza maggiormente grave rispetto a quella di oggi, si provvederà a riaprire le centrali a carbone inattive, ma è una opzione che appare improbabile allo stato attuale.

Cingolani ha risposto anche alla domanda che molti si stanno ponendo, cioè cosa succederà nel caso in cui Putin dovesse decidere, in risposta alle sanzioni, di chiudere la fornitura di gas? Il ministro Cingolani ha sottolineato che l’Italia ha abbastanza riserve per arrivare alla bella stagione, quando il fabbisogno di gas sarà comunque ridotto. Il ministro ha però sottolineato che appare improbabile tale chiusura perché la Russia ha bisogno di fondi e la fornitura di gas all’Italia frutta quasi un miliardo di euro al giorno.

Il Piano emergenza gas che il governo sta varando

Nel frattempo il Governo sta però varando il piano di emergenza gas. Al centro delle attività c’è il NISP (Nucleo Interministeriale Situazione e Pianificazione), formato da ministri, tecnici e vertici dell’Intelligence. Uno dei problemi immediati da risolvere, come comunicato dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, è l’approvvigionamento di materie prime, concimi, mangimi e sementi con il rischio di bloccare la filiera produttiva in numerosi settori dell’economia italiana. Proprio per questo nel piano di emergenza, non ancora attuato, ma che si sta preparando, c’è il blocco dell’export.

Per quanto riguarda invece il fronte energia, già nelle prossime ore è prevista una riduzione dei consumi attraverso sospensione di ore e quantità di luce a monumenti e palazzi. Saranno normalmente illuminate le strade e i luoghi in cui generalmente è necessario avere un elevato grado di sicurezza. Ci avviamo inoltre verso una riduzione delle ore di accensione del riscaldamento e ad abbassare di un grado la temperatura degli impianti. Tale modifica dovrebbe entrare in vigore prima al Sud che proprio nelle ultime settimane è stato travolto da un’ondata di gelo anomalo.

Il Presidente del Consiglio ha anche annunciato l’intenzione di aumentare la produzione italiana di gas fino a 5 miliardi di metri cubi, questo sarà diretto a prezzi calmierati alle imprese. Alle PMI sarà destinato un terzo di questa produzione.

Nel medio e lungo periodo non viene inoltre escluso il ricorso al nucleare pulito con l’obiettivo di ridurre la sudditanza dell’Italia ad altri Paesi per il proprio fabbisogno energetico.

Cosa succede ai prezzi? Ci sono diminuzioni in vista?

Gli italiani sono giustamente preoccupati per gli aumenti dei prezzi, sia nel settore energetico che per gli alimentari. Su questo fronte purtroppo per ora non arrivano buone notizie perché di fatto la scarsità dei beni porta comunque il prezzo ad aumentare. Ognuno di noi sarà chiamato quindi a maggiore attenzione, riduzione dei consumi energetici e ulteriori sacrifici.

Nel frattempo arrivano incentivi per ridurre i consumi energetici, per saperne di più leggi: Agricoltura, per il caro energia incentivi a realizzare impianti. In cosa consistono?

Incentivi auto 2022: importanti novità nel Decreto Bollette

Dopo molte richieste cadute nel vuoto, dal Governo, con il Decreto Bollette, arrivano aiuti anche al settore automotive e alle famiglie, infatti è prevista una nuova ondata di incentivi auto 2022 che dovrebbe far ripartire il mercato e sostenere la transizione verso la mobilità sostenibile.

Incentivi auto 2022 nel Decreto Bollette

Con il Decreto Bollette è stato istituito il “Fondo unico pluriennale per l’automotive” che dovrebbe essere attivo e rifinanziato fino al 2030 con un miliardo di euro ogni anno.  Per il 2022 sono previsti 800 milioni di euro. L’obiettivo è rendere il fondo strutturale. Attualmente non si conoscono tutti i dettagli dell’operazione, in quanto è necessario attendere il decreto attuativo da emanare entro 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Bollette.

Dalle indiscrezioni che trapelano e dalle indicazioni date dal ministro Giorgetti, emerge che l’incentivo sarà volto all’acquisto di veicoli poco inquinanti e non solo elettrici, quindi molto probabilmente anche ibridi ed endotermiche ma a basso impatto ambientale. Come dichiarato dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, questa iniziativa serve a convincere tutti i soggetti della filiera, e quindi anche le case costruttrici, a investire in veicoli ecologicamente compatibili e quindi ad essere al fianco dello Stato nell’affrontare la sfida verso la transizione ecologica.

Quali vetture potranno godere dei vantaggi degli incentivi auto 2022?

Trapela che il bonus sarà diviso in base alle emissioni di CO2 prodotte dal veicolo. Le risorse non saranno dirette solo ai consumatori, ma divise tra produttori e consumatori. Per la scrittura del decreto attuativo sarà invece fondamentale la coordinazione tra Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell’Economia e Ministero della Transizione Ecologica.

Ricordiamo che il decreto Bollette ha previsto finanziamenti anche per la produzione in Italia di microchip, questa è necessaria per far fronte alla crisi dei microchip che sta mettendo in serie difficoltà le imprese dell’automotive e non solo, infatti in molte fabbriche la produzione è ridotta proprio a causa della mancanza di materiali per i dispositivi elettronici. Dal blocco derivano tante giornate di lavoro perse e quindi difficoltà economiche per le famiglie.

Per conoscere i dettagli della crisi dei microchip leggi l’articolo: La crisi dei microchip: difficoltà per le imprese di tutti i settori e prospettive

Per conoscere i contenuti del Decreto Bollette, leggi l’articolo: Decreto Bollette 2022: 8 miliardi per famiglie e imprese per il caro energia