Congresso Nazionale del Notariato e competitività dell’Italia

Il 49esimo Congresso Nazionale del Notariato, svoltosi a Roma il 6 novembre scorso, aveva un titolo significativo – Il contributo del Notariato per la competitività del Paese – al quale ha tenuto fede. Durante il Congresso Nazionale del Notariato sono stati infatti presentati i progetti allo studio del Notariato insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, ICE e Piccola Industria-Confindustria: sostegno alle imprese italiane nei mercati internazionali e agli investitori esteri in Italia, partecipazione alle missioni governative internazionali, adozioni di startup, consulenza su mini bond per le Pmi.

Sicurezza giuridica dei flussi economici e procedure informatizzate sono le eccellenze del Notariato che hanno contribuito a rilanciare il sistema Paese nella classifica mondiale della competitività, come ricordato durante il Congresso Nazionale del Notariato. Secondo il rapporto Doing Business 2015 della Banca Mondialel’Italia recupera 44 posizioni nella sezione “starting a business” e 20  erano state recuperate nella sezione “registering properties” tra il 2013 e il 2014, entrambi settori in cui il Notariato è coinvolto.

Nel corso del Congresso Nazionale del Notariato sono stati anticipati i contenuti dei protocolli d’intesa che saranno firmati nelle prossime settimane.

Con il MISE è allo studio la presenza di una delegazione del Notariato come partner tecnico giuridico nelle missioni governative di promozione del made in Italy, anche attraverso il coinvolgimento del network dell’Unione Internazionale del Notariato Latino – UINL (che copre l’86 paesi nel mondo e il 65% della popolazione mondiale).

Con l’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – è stato ricordato durante il Congresso Nazionale del Notariato – sarà firmato nelle prossime settimane un Protocollo d’intesa per sostenere ed orientare le imprese italiane nei mercati internazionali e le imprese estere interessate a investire in Italia. Saranno inoltre previste attività di carattere formativo, informativo, anche nella forma di strumenti, prodotti e servizi reali alle imprese. Il contributo dei notai è finalizzato ad evitare ogni possibile contenzioso per i documenti e i contratti degli investitori esteri in Italia; a certificare l’affidabilità dei dati in essi contenuti nonché a ridurre i tempi delle procedure.

La collaborazione siglata a ottobre 2009 con Piccola IndustriaConfindustria, si arricchirà infine di nuove iniziative: è prevista la pubblicazione della contrattualistica relativa alle “adozioni” tra imprese e startup a supporto del progetto “AdottUp-il Programma di Piccola Industria Confindustria per l’adozione delle startup” e l’estensione dell’attività di consulenza istituzionale gratuita sul territorio. La consulenza riguarderà l’adozione di startup e le emissioni di Mini bond per le Pmi.

Fondi di Garanzia per le pmi dal 7 novembre

L’estensione degli investimenti del Fondo di Garanzia pmi a copertura dei mini bond sarà operativa dal 7 novembre.
Si tratta delle operazioni di sottoscrizione di obbligazioni o titoli similari emessi da piccole e medie imprese.

Le disposizioni operative appositamente aggiornate con le integrazioni relative alla concessione della garanzia su singole operazioni di sottoscrizione di mini bond e le modalità operative relative alla concessione di garanzie su portafogli di mini bond sono state pubblicate sul sito del Fondo di Garanzia per le pmi e del Ministero dello Sviluppo Economico.
Poiché le nuove disposizioni entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione, la data è quella del prossimo 7 novembre.

Le richieste di garanzia relative ai mini bond dovranno essere inviate al Gestore del Fondo utilizzando l’apposito modulo inviato mediante fax, posta (raccomandata A/R) o PEC (Posta Elettronica Certificata).

Il Fondo di Garanzia per le pmi ha lo scopo di favorire l’accesso al credito delle pmi mediante la concessione di una garanzia pubblica che si affianca e spesso si sostituisce alle garanzie reali portate dalle imprese.
Il Fondo può concedere le garanzie fino ad un massimo di risorse impegnate pari a 50 milioni di euro, da ripartirsi per il 40% per le garanzie per singole operazioni di sottoscrizione di mini bond e per il 60% per le garanzie su portafogli di mini bond.

Possono richiedere la garanzia diretta del Fondo, le banche, gli intermediari finanziari e i gestori relativamente a mini bond con le seguenti caratteristiche:

  • finalizzati al finanziamento dell’attività d’impresa;
  • non avere a oggetto la sostituzione di linee di credito già erogate al soggetto beneficiario finale;
  • la sottoscrizione e la messa a disposizione delle somme al soggetto beneficiario finale devono essere successive alla data di delibera del Consiglio di gestione di accoglimento della richiesta di garanzia del Fondo;
  • durata compresa tra 36 e 120 mesi;
  • non essere presenti altre garanzie, reali o assicurative, per la quota coperta dalla garanzia del Fondo;
  • non devono prevedere l’obbligo di conversione.

Vera MORETTI

Modifiche agli ecoincentivi auto

Sono arrivati dal Ministro dello Sviluppo Economico gli adeguamenti tecnici a seguito delle modifiche di fruizione degli ecoincentivi per i veicoli a basse emissioni, introdotte dal Decreto Sblocca Italia.

In pratica si tratta di una semplificazione della concessione degli ecoincentivi auto 2014 riservati ad aziende e professionisti, ma con requisiti meno rigidi e massimali di sconto più elastici.

Vediamo nel dettaglio quali sono le modifiche apportate:

  • non viene più richiesta l’immatricolazione da almeno 10 anni del veicolo da rottamare bensì il suo possesso da parte dell’impresa che intende richiedere l’ecoincentivo dal almeno 12 mesi;
  • sono ammessi agli ecoincentivi i veicoli destinati all’esercizio di attività di impresa, arte o professione anche se dati in uso promiscuo ai parenti e non più esclusivamente per l’attività strumentale d’impresa;
  • i massimali di sconto fino al 20% del prezzo d’acquisto per veicoli acquisti nel 2014 diventano: fino a 5mila euro per i veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 50 g/km, fino a 4 mila euro se le emissioni complessive non superano i 95 g/km, fino a 2 mila euro per emissioni fino a 120 g/km;
  • i massimali di sconto fino al 15% nel 2015 diventano: fino a 3.500 euro per veicoli con emissioni entro i 50 g/km, fino a 3mila euro per emissioni entro i 95 g/km, fino a 1.800 euro per emissioni non superiori a 120 g/km.

Vera MORETTI

Le Entrate chiariscono i benefici per chi opera nelle ZFU

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato le modalità di accesso, da parte di pmi e professionisti, ai benefici riservati a chi opera nelle Zone Franche Urbane.
Si tratta di agevolazioni fiscali fino a 200mila euro per imprese nelle ZFU delle Regioni Convergenza, ovvero Campania, Calabria, Sicilia e Puglia, e nei comuni della provincia di Carbonia-Iglesias in Sardegna e di Lampedusa e Linosa in Sicilia.

Il beneficio, che prevede un’esenzione da imposte sui redditi, IRAP, IMU e contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente e si riscuote secondo le modalità descritte dal provvedimento dell’Agenzia del 6 maggio 2014: l’azienda utilizza il pagamento in F24 scontando l’importo delle agevolazioni e lo trasmette all’Agenzia delle Entrate, esclusivamente attraverso i servizi Entratel o Fisconline.

Il tetto massimo è pari a 200mila euro a impresa, ma scende a 100mila euro per il settore Trasporti.

Il provvedimento applicativo che concede le agevolazioni è il decreto interministeriale dello Sviluppo Economico e delle Finanze del 10 aprile 2013, che stabilisce le esenzioni e l’entità:

  • Imposte sui redditi: esenzione fino a 100mila euro per ciascun periodo d’imposta; 100% per cinque periodi d’imposta, 60% per i periodi dal sesto al decimo, 40% fino al dodicesimo e 20% per 13cesimo e 14cesimo.
  • IRAP: esenzione fino a 300mila euro per cinque anni d’imposta.
  • IMU: esenzione per quattro anni d’imposta.
  • Contributi da lavoro dipendente: per i contratti a tempo indeterminato o a termine di almeno un anno. Esenzione al 100% per cinque anni, al 60% fino al decimo, al 40% fino al dodicesimo, al 20%n fino al 14esimo.

L’Agenzia delle Entrate riceve dal MiSE i dati dei beneficiari e gli importi dell’agevolazione concessa e li utilizza per verificare se e in che misura spetta il beneficio.
Per ciascun F24 ricevuto, il Fisco verifica che l’importo dell’agevolazione utilizzato non superi l’ammontare del beneficio complessivamente accordato all’impresa, al netto dello sconto fruito con i modelli di pagamento già presentati.

Se trova un’incongruenza dei dati e/o negli importi, l’Agenzia comunica via web lo scarto del modello F24 al soggetto che lo ha trasmesso.
Se verifica che l’agevolazione utilizzata supera quella effettivamente concessa all’impresa, scarta il pagamento e lo considera non effettuato.

Vera MORETTI

Startup innovative in aumento

Sempre in aumento le startup innovative.

A febbraio ne sono state aperte 1.719, ripartite per il 30% nel Nordovest, il 28% nel Nordest, 23% al Centro e 19% nell’Italia meridionale e insulare.
Tra le regioni più attive, Lombardia, Emilia Romagna e Lazio, mentre le città italiane in cui sono maggiormente presenti sono Milano, Roma e Torino.

Questi dati sono stati resi noti dalla relazione annuale sullo stato d’attuazione della politica del governo a sostegno dell’ecosistema delle start up innovative, presentata dal ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, lo scorso marzo alle camere e online sul sito del Mise.

Per quanto riguarda il settore di attività, ben il 78% delle nuove startup opera nei servizi e in particolare nella produzione di software e nelle attività di ricerca e sviluppo, il 18% nell’industria e nell’artigianato, il 4% nel commercio, anche se ci sono esempi di startup anche nel turismo e nell’agricoltura.

Sono 19, infine, gli incubatori certificati, strutture dotate di un’esperienza consolidata nell’attività di sostegno alle startup innovative.

Vera MORETTI

Dal Mise, nuova misura per le pmi

Un nuovo strumento verrà incontro alle pmi per poter accrescere la propria competitività.
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, emanato di concerto con il Ministro dell’ Economia e delle Finanze e attuativo della norma del “Dl Fare” vuole infatti migliorare la competitività del sistema produttivo del Paese e migliorare l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese.

Possono beneficiarne le pmi appartenenti a tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, che realizzano investimenti in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, nonché investimenti in hardware, software e tecnologie digitali.

Nel dettaglio, la misura prevede:

  • la costituzione presso Cassa Depositi e Prestiti di un plafond di risorse fino a un massimo di 2,5 miliardi di euro, eventualmente incrementabili con successivi provvedimenti fino a 5 miliardi, che le banche e gli intermediari finanziari potranno utilizzare per concedere alle Pmi, fino al 31 dicembre 2016, finanziamenti di importo compreso tra 20.000 e 2 milioni di euro a fronte degli investimenti sopra descritti;
  • la concessione da parte del Mise di un contributo in favore delle Pmi, che copre parte degli interessi a carico delle imprese sui finanziamenti bancari di cui sopra, in relazione agli investimenti realizzati. Lo stanziamento complessivo di bilancio è pari a 191,5 milioni di euro per gli anni 2014-2021. Il contributo è pari all’ammontare degli interessi, calcolati su un piano di ammortamento convenzionale con rate semestrali, al tasso del 2,75% annuo per cinque anni;
  • la possibilità di beneficiare della garanzia del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, fino alla misura massima prevista dalla vigente normativa (80% dell’ammontare del finanziamento), sul finanziamento bancario, con priorità di accesso.

Per quanto riguarda la procedura per la concessione del contributo, è stato previsto un meccanismo automatico e di accesso semplificato. Infatti, l’impresa presenta alla banca, all’atto della richiesta del finanziamento, una dichiarazione-domanda per l’accesso al contributo ministeriale, attestando il possesso dei requisiti e l’aderenza degli investimenti alle previsioni di legge.
Una volta che la banca ha adottato la delibera di finanziamento, il Mise procede, in tempi molto contenuti, alla concessione del contributo e a darne comunicazione all’impresa.

L’erogazione del contributo è prevista al completamento dell’investimento autocertificato dall’impresa ed è effettuata in quote annuali secondo il piano di erogazioni riportato nel provvedimento di concessione.

Il termine iniziale di apertura dello sportello per la presentazione delle domande alle banche e agli intermediari finanziari aderenti alla Convenzione tra Mise-Cdp-Abi sarà fissato con circolare della Direzione generale per l’incentivazione delle attività imprenditoriali di prossima emanazione.

Vera MORETTI

Prosegue il cammino di Confassociazioni

Riccardo Alemanno, in veste di vice presidente vicario di Confassociazioni, ha scritto una lettera ai Ministri dell’attuale Governo chiedendo una serie di incontri per potere presentare le linee guida e gli obiettivi della Confederazione delle Associazioni professionali.

I primi due incontri, presso il Ministero dello Sviluppo Economico e degli Affari Esteri, si sono svolti il 10 dicembre scorso, quando una delegazione di Confassociazioni composta, oltre che da Alemanno, anche dal Presidente Angelo Deiana e dal Direttore generale Marco Recchi ha incontrato Gianfrancesco Vecchio, Direttore della Direzione Generale per il mercato, la concorrenza, il consumatore, la vigilanza e la normativa tecnica ed Emilio Rossillo, Dirigente della Divisione XVII – Qualità dei prodotti e dei servizi del MISE.

I dirigenti del MISE hanno espresso il loro desiderio di collaborare con Confassociazioni, e, dal canto loro, i suoi delegati hanno confermato la loro completa disponibilità sd un confronto costante e costruttivo con il MISE quale principale Ministero di riferimento del mondo associativo.

Nel pomeriggio, la stessa delegazione si è poi recata presso il Ministero degli Affari Esteri dove ha incontrato l’Ambasciatore Andrea Meloni, Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese ed il Consigliere di Legazione Sergio Monti.
Anche in questa occasione si sono gettate le basi per intrattenere con il suddetto Dicastero proficui rapporti di confronto e collaborazione per poter contribuire a veicolare presso le Associazioni aderenti opportunità legate ai rapporti commerciali con i Paesi esteri.

Riccardo Alemanno, che è anche Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, oltre alle richieste di incontro, ha inviato al Ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Gianpiero D’Alia, la richiesta di includere Confassociazioni nel Tavolo di Semplificazione amministrativa e normativa, subito accettata dal Ministero.

A seguito di ciò, dunque, gli esperti di Confassociazioni, insieme agli esperti delle singole associazioni, tra cui INT, hanno cominciato a collaborare lavorando ad una prima serie di indicazioni sulla semplificazione da consegnare ai Dirigenti delegati dal Ministro a seguire la problematica.

Vera MORETTI

L’aumento dell’Iva non incide sui prezzi dei carburanti

L’aumento dell’Iva dal 21 al 22% non sta, per ora, gravando sui prezzi dei carburanti.
Negli ultimi giorni, infatti, i prezzi della benzina sono in caduta libera, nonostante l’aumento dell’aliquota abbia rincarato in media di 0,6 centesimo la verde, passando da 1,734 a 1,740 euro al litro.

I prezzi medi dell’ultima rilevazione ufficiale del ministero segnavano invece 1,726 euro, con un ribasso quindi di 1,4 cents rispetto all’inizio del mese.

Per quanto riguarda la situazione odierna, le medie sono oggi, rispettivamente per benzina e diesel, a 1,778 e a 1,708 cent/litro.
Nel dettaglio, la verde va da 1,788 di IP a 1,770 cent/litro di Eni ed Esso, mentre il gasolio oscilla tra 1,712 di Tamoil e 1,701 cent/litro di Eni.

Vera MORETTI

Le ristrutturazioni edilizie rientrano nella detrazione Irpef 50%

L’Agenzia delle Entrate ha comunicato che le ristrutturazioni edilizie rientrano nelle detrazioni fiscali Irpef al 50%, dando quindi ragione all’interpretazione sulle detrazioni fornita da Anie Confindustria lo scorso ottobre.

Maria Antonietta Portaluri, direttore generale di Anie, ha accolto positivamente la decisione delle Entrate: “La risposta va incontro alle aspettative del settore. Peraltro il contribuente che intende beneficiare della detrazione non dovrà produrre particolare documentazione che attesti il risparmio energetico, in quanto, anche in base alle indicazioni del Mise, la realizzazione dell`impianto a fonte rinnovabile comporta in sé un miglioramento della prestazione energetica dell`edificio e quindi non è necessario produrre alcuna certificazione, con notevoli effetti quindi di semplificazione e riduzione di oneri“.

Occorre inoltre ricordare che l’Agenzia conferma, invece, il divieto di cumulo tra la detrazione fiscale in esame e la tariffa incentivante, ma, anche in base alle indicazioni del Mise, riconosce la cumulabilità tra la stessa detrazione e lo scambio sul posto ed il ritiro dedicato.

Vera MORETTI

L’Italia sorride alle startup

Uno studio condotto da InfoCamere rende noto che in Italia si investe in startup.

I dati raccolti, fino all’11 marzo scorso, testimoniano la nascita di 307 imprese negli ultimi 48 mesi che si sono prefissate come obiettivo “lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico“.

InfoCamere, il braccio tecnologico delle Camere di Commercio, ha deciso di monitorare questa situazione con controlli quindicinali, aggiornati anche online all’indirizzo Startup.registroimprese.it.

Con ben 50 imprese, è il Piemonte la maggior fucina di nuove imprese innovative, seguito da Lombardia (47) e Veneto (39).
Unica regione che, per ora, non ha fatto registrare alcuna iscrizione è il Molise.
Sempre in Piemonte si trova la provincia in testa alla classifica: Torino, infatti, è la più innovativa, con 41 imprese, seguita da Padova (19), Trento (18), Milano (17) e Roma (16).

Per quanto riguarda i settori di maggior interesse, le startup si occupano principalmente di produzione di software e consulenza informatica, dove si contano 80 imprese pari al 26,1% del totale di aziende innovative, subito seguito da quello della Ricerca e sviluppo (69 unità, 22,5%).
In fermento anche il settore dell’industria della manifattura, con 58 aziende, seguito dai settori dell’architettura e dell’ingegneria (23), dei servizi di informazione (15), del commercio (10) e della consulenza aziendale (10).

Per agevolare la crescita e lo sviluppo delle startup, il Decreto Crescita 2.0 ha predisposto una serie di esenzioni per la costituzione e l’iscrizione dell’impresa nel Registro delle Imprese, agevolazioni fiscali e deroghe al diritto societario e una disciplina particolare nei rapporti di lavoro nell’impresa.
Questa nuova normativa vuole incoraggiare la crescita sostenibile e lo sviluppo tecnologico, con un particolare riguardo verso l’occupazione giovanile.

Vera MORETTI