Regime forfettario con più attività, come si calcola il reddito imponibile con diversi codici Ateco?

Uno dei quesiti più ricorrenti per chi voglia aprire un nuovo business riguarda la possibilità di svolgere più attività con la stessa partita Iva. In altre parole, è possibile che nella stessa partita Iva siano iscritti due differenti codici Ateco. L’informazione è particolarmente importante per il  calcolo del reddito imponibile ai fini del limite di fatturato necessario per chi rientri nel regime forfettario. Ma anche per l’applicazione della tassazione unica del 15%.

Apertura di partita Iva con più attività

In generale, già all’atto dell’apertura della partita Iva, il titolare può scegliere, nella compilazione del modello AA9\12, più codici Ateco corrispondenti a diverse attività. Per ogni codice alfanumerico verrà identificata la relativa attività che il titolare della partita Iva svolgerà. Le attività possono essere classificate come principali e accessorie. Uno degli esempi più ricorrenti è quello di un professionista che lavori a più attività professionali.

Più codici Ateco con la stessa partita Iva: il caso del forfettario

Anche i titolari di partita Iva rientranti nel regime forfettario hanno la possibilità di svolgere più attività, con diversi codici Ateco, ma devono prestare attenzione alle regole connesse alla corretta applicazione del limite di fatturato e al calcolo della base imponibile sulla quale verrà applicata l’imposta fissa sostitutiva del 15% (o del 5% per le nuove attività per un limite massimo di cinque anni).

Limite di fatturato unico per le partite Iva del forfettario

Il limite del fatturato è una delle condizioni necessarie per mantenere il regime forfettario della partita Iva. Per la stessa partita Iva con più codici Ateco (e dunque per più attività), dal 1° gennaio 2019 è necessario che il limite di fatturato all’anno sia unico per tutte le attività della partita Iva, indipendentemente dai codici Ateco riportati. Pertanto, i compensi o i ricavi ottenuti dalle varie attività devono avere il limite complessivo di 65.000 euro all’anno, il tetto previsto per le partite Iva aderenti al regime forfettario.

Limite di 65.000 euro per la somma delle attività di una stessa partita Iva

Ciò significa che è necessario calcolare i due o più fatturati derivanti dalle fatture emesse corrispondenti alle diverse attività e moltiplicarne, per ciascuno, il totale per il coefficiente di redditività previsto per ogni codice Ateco. Nel quadro Lm del modello Unico, il contribuente dovrà iscrivere tutte le attività esercitate con i rispettivi codici Ateco e i fatturati conseguiti. La somma dei fatturati, che determina il guadagno totale, non dovrà essere superiore ai 65.000 euro.

Quadro LM modello Unico, quando le attività della partita Iva vanno inserite nello stesso rigo

Nel caso di più codici Ateco corrispondenti a un’unica partita Iva, si dovranno fare alcune distinzioni. In primis, per più attività dello stesso settore, è richiesta l’iscrizione di un unico rigo con il codice Ateco dell’attività stessa. Il totale dei compensi o guadagni conseguiti dovrà andare nello stesso rigo, in quanto anche se trattasi di differenti codici Ateco, le varie attività avranno lo stesso coefficiente di redditività e dunque non si creerebbe la possibilità di confusione. Ad esempio, il commerciante all’ingrosso che è anche commerciante ambulante di prodotti alimentari e di bevande ha, per le due attività, lo stesso coefficiente di redditività pari al 40%.

Stessa partita Iva con due o più attività rientranti in settori diversi: cosa fare

Diverso è il caso di una partita Iva nella quale siano iscritti più codici Ateco con attività appartenenti a diversi settori. È il caso, ad esempio, del commerciante che è anche professionista. Per queste situazioni, è necessario compilare un rigo per ogni gruppo di settore di attività. Pertanto, il commerciante che è anche professionista dovrà compilare due righe nel quadro LM del modello Unico, corrispondenti alle due attività rientranti nei diversi settori.

Calcolo reddito imponibile per più attività di diversi settori: un caso concreto

Il reddito imponibile da calcolare da diversi codici Ateco rientranti in diversi settori della stessa partita Iva, dovrà dunque essere quantificato in maniera esatta considerando i diversi coefficienti di redditività. Ad esempio, un contribuente con partita Iva aderente al regime forfettario con due codici Ateco corrispondenti a diverse attività, una del commercio e l’altra di consulenza, dovrà calcolare due basi imponibili sulle quali applicare un diverso coefficiente.

Imponibile partita Iva con più codici Ateco

Ammettiamo che dall’attività di commercio, il contribuente abbia ricavato 40.000 euro nell’anno di riferimento, e dall’attività di consulenza 20.000 euro. La somma di quanto guadagnato nell’anno (60.000 euro) permette al contribuente di mantenere la partita Iva con regime forfettario. Ciò avviene perché non è stato superato il limite del 65.000 euro previsto per tutte le attività. Tuttavia, il calcolo della base imponibile dovrà essere diversificato in quanto per le due attività sono previsti due coefficienti di redditività diversi. Per la prima attività è del 40% di coefficiente di redditività, mentre per quella di consulenza è del 78%. Pertanto la base imponibile dell’attività di commercio sarà 40.000 x 40% = 16.000, quella per l’attività di consulenza sarà di 20.000 x 78% = 15.600 euro.

Determinazione del reddito netto tra più attività

Al netto delle specifiche regole delle due diverse casse di previdenza, quella dei commercianti e quella dei professionisti, si dovrà procedere con la determinazione del reddito netto. Pertanto, dalla somma delle due basi imponibili andranno dedotti i contributi previdenziali obbligatori. Al reddito imponibile ottenuto, dovrà essere applicata la percentuale unica del 15% (o del 5% per le nuove attività) che costituisce l’ammontare di tasse da pagare per la partita Iva.

I controlli sul 730 precompilato

Abbiamo visto ieri come fare a collegarsi al sito delle Entrate per consultare il proprio 730 precompilato. E abbiamo scritto consultare, perché per questi primi giorni il 730 precompilato è scaricabile e consultabile, ma non modificabile. Integrazioni e modifiche saranno possibili solo a partire dal 2 maggio prossimo, prima data utile per inviare al fisco il proprio 730 precompilato.

Rispetto alla versione dello scorso anno, chi ne avrà bisogno potrà inserire nel 730 precompilato oneri deducibili e detraibili come interventi di riqualificazione energetica, spese sanitarie (esclusi i farmaci da banco), spese universitarie, spese per interventi di ristrutturazione, previdenza complementare.

Una informazione che sta a cuore a molti conoscere è il modo per non incorrere in eventuali controlli sui documenti che individuano gli oneri indicati nel 730, come premi assicurativi, spese sanitarie e universitarie. Per evitare questi controlli, basta inviare la dichiarazione senza modifiche o, qualora ve ne siano alcune da inserire, è necessario che non incidano nella determinazione del reddito d’imposta.

Un altro modo per evitare controlli su oneri detraibili e deducibili è quello di presentare il 730 attraverso un intermediario abilitato o attraverso il Caf. In questi casi, i controlli saranno effettuati solo nei confronti di questi ultimi, mentre il contribuente potrà subire controlli da parte delle Entrate per accertare che sussistano i requisiti per fruire delle agevolazioni indicate nel 730 precompilato.

I costi del 730 precompilato

Come tutte le cose, specialmente in Italia, anche il 730 precompilato ha un costo, che varia a seconda che si scelga una delle possibili modalità di invio dello stesso all’Agenzia delle Entrate.

Se il contribuente sceglie la presentazione diretta del 730 precompilato non deve sostenere alcun costo. In questo caso, il contribuente controlla direttamente online il proprio 730 precompilato, lo accetta, lo modifica o lo integra a seconda di quello che ritiene necessario e lo invia entro il mese di luglio. A fronte della gratuità della procedura, il contribuente si assume i rischi che derivano da errori riscontrati in eventuali controlli.

Controlli che, come abbiamo ricordato nei giorni scorsi, potranno essere messi in atto solo se il contribuente effettua delle modifiche al 730 precompilato.

Se sceglie di presentare il 730 precompilato attraverso i Caf o i professionisti abilitati, il contribuente deve preparare una delega apposita in modo che uno o l’altro dei soggetti possano scaricare il modello dal web e accettarlo o modificarlo per poi inviarlo alle Entrate.

In questo caso, il costo medio per il Caf o il professionista è di 45 euro, che diventano 34 in caso di convenzione, ma che possono crescere fino a 85 qualora il 730 sia complicato dalla presenza di molte voci diverse o detrazioni fiscali.

Se il contribuente preferisce presentare il 730 ordinario anziché il precompilato può chiedere al Caf o al professionista abilitato di prepararlo, consegnandogli tutta la documentazione fiscale necessaria alla redazione. In questo caso, le tariffe dei Caf e dei professionisti sono uguali a quelle che deve pagare chi integra o modifica il 730 precompilato, quindi tra i 45 e gli 85 euro.

Qualora un contribuente scegliesse di consegnare ai Caf o al professionista il 730 precompilato in versione cartacea insieme alla documentazione fiscale e alle detrazioni per integrarlo, dovrà pagare una cifra minore rispetto a quella sopra riportata.

730 precompilato e familiari a carico

Una delle principali questioni che si pongono durante la compilazione della dichiarazione dei redditi è quella relativa alle spese per i familiari a carico, per determinare quando rientrano tra le detrazioni possibili. Una questione che vale anche per il 730 precompilato 2016.

È importante sapere che il familiare viene inserito nel prospetto dei familiari a carico del 730 precompilato solo se i suoi dati sono stati riportati nella Certificazione Unica e trasmessi all’Agenzia delle Entrate. Inoltre, il reddito di questo familiare riportato nella Certificazione Unica 2016 non deve essere superiore a 2.841 euro.

È bene dunque che chi non trova nel 730 precompilato le spese per il familiare a carico, si sinceri che il reddito complessivo di questo familiare non superi l’importo di 2.840,51 euro annui.

Un altro caso in cui le spese del familiare a carico non vengono inserite nel 730 precompilato si ha quando questi non ha voluto fornire all’Agenzia delle Entrate i dati relativi a spese universitarie o sanitarie sostenute nel precedente anno d’imposta. Qualora se ne voglia l’inserimento, il 730 precompilato dovrà essere modificato e integrato con queste spese.

Questi gli oneri deducibili e detraibili per il familiare o i familiari a carico:

  • contributi previdenziali;
  • previdenza complementare;
  • spese universitarie;
  • spese sanitarie;
  • premi assicurativi;
  • spese per attività sportive dei figli a carico.

Si tratta di detrazioni sulla base dei dati inseriti nel 730 precompilato che spettano al contribuente che ha sostenuto queste spese per il familiare a carico. Qualora nella comunicazione all’Agenzia delle Entrate risulti il codice fiscale del contribuente che ha sostenuto la spesa, l’onere viene attribuito direttamente in dichiarazione; se detto codice fiscale non risulta, l’onere viene inserita nello dichiarazione di chi ha il familiare fiscalmente a carico.

Per quanto riguarda il 730 precompilato e un figlio a carico per 12 mesi per il 50% a ogni genitore, se per questo figlio sono state comunicate alle Entrate spese mediche per 400 euro senza specificare quale dei due genitori le ha sostenute, ciascuno di essi avrà riportata la somma di 200 euro nel rigo E1 colonna 2. Qualora la spesa sia stata sostenuta da un soggetto differente rispetto a quello indicato dall’Agenzia delle Entrate o in percentuali diverse, il contribuente è tenuto a modificare le relative voci del 730 precompilato per non incorrere in sanzioni.

730 precompilato, istruzioni per l’uso

Da venerdì scorso, il Fisco ha reso disponibili 30 milioni di dichiarazioni dei redditi precompilate, delle quali 20 milioni di 730 precompilato e 10 milioni di modelli Unico precompilato. Oggi ricordiamo come accedere al proprio modello 730 precompilato o Unico per effettuare correzioni o integrazioni.

  • Collegarsi al sito dell’Agenzia delle Entrate e cliccare sul collegamento all’area di autenticazione;
  • Autenticarsi utilizzando il codice Pin per i servizi telematici dell’Agenzia (da richiedere sul sito, negli uffici territoriali delle Entrate o da smartphone tramite la app AgenziaEntrate), la Carta Nazionale dei Servizi, il Pin dispositivo rilasciato dall’ines, Spid, il nuovo Sistema Pubblico di Identità Digitale, che consente di utilizzare le stesse credenziali per tutti i servizi online delle pubbliche amministrazioni;
  • Una volta autenticati, scegliere il proprio modello (730 precompilato, Unico web precompilato, Unico online precompilato);
  • Visualizzare le informazioni collegate alla dichiarazione e verificare i dati inseriti e le relative fonti informative.

Con il 2016 è possibile accedere al proprio 730 precompilato o Unico precompilato da mobile (smartphone o tablet) utilizzando la app “AgenziaEntrate”.

Nonostante le Entrate abbiano garantito che le problematiche incontrate lo scorso anno con il 730 precompilato siano state superate, l’Agenzia ha attivato diversi canali di assistenza per i contribuenti in difficoltà:

  • sessioni aperte sull’account Twitter con funzionari del Fisco che risponderanno alle domande sul 730 precompilato;
  • video tutorial sul canale Youtube dell’Agenzia con la descrizione delle operazioni da effettuare per accedere all’area autenticata, visualizzare il 730 precompilato e modificarlo;
  • Pagina Facebook (di prossima attivazione) dedicata al 730 precompilato con esperti che risponderanno alle domande degli utenti;
  • per i meno tecnologici, un roadshow con un camper che girerà l’Italia dal 2 maggio al 7 luglio, secondo questo calendario: Abruzzo 2 maggio; Molise 4 maggio; Campania 6 maggio; Sicilia 9 e 10 maggio; Calabria 12 e 13 maggio; Basilicata 17 maggio; Puglia 19 maggio; Marche 24 maggio; Emilia Romagna 26 maggio; Veneto 31 maggio; Friuli Venezia Giulia 6 giugno; Bolzano 8 giugno; Trento 10 giugno; Lombardia 14 giugno; Valle d’Aosta 16 giugno; Piemonte 21 giugno; Liguria 23 giugno; Toscana 28 giugno; Umbria 30 giugno; Lazio 4 luglio; Sardegna 6 e 7 luglio.

Oggi click day per le strutture ricettive

E’ oggi il click day dedicato alle strutture ricettive, agenzie di viaggio e tour operator volto all’ottenimento del Tax Credit Digitalizzazione, con effetto sul modello UNICO 2015 relativo al periodo d’imposta 201).
Si tratta del credito d’imposta previsto dall’art. 9 del D.L. n. 83/2014 in favore degli esercizi ricettivi che investono nella digitalizzazione della struttura nei periodi d’imposta 2014, 2015 e 2016. L’incentivo è pari al 30% dei costi sostenuti, da ripartire in 3 quote annuali di pari importo, fino ad un massimo di 12.500 euro e comunque fino all’esaurimento delle risorse disponibili.

A beneficiarne sono:

  • esercizi ricettivi singoli;
  • esercizi ricettivi aggregati con servizi extra-ricettivi o ancillari;
  • agenzie di viaggio e tour operators specializzati nel turismo incoming (max 10% delle risorse stanziate).

Tra le spese finanziabili: impianti wi-fi; siti web ottimizzati per il sistema mobile; programmi per la vendita diretta di servizi e pernottamenti e la distribuzione sui canali digitali, purché in grado di garantire gli standard di interoperabilità necessari all’integrazione con siti e portali di promozione pubblici e privati e di favorire l’integrazione fra servizi ricettivi ed extra-ricettivi; spazi e pubblicità per la promozione e commercializzazione di servizi e pernottamenti turistici sui siti e piattaforme informatiche specializzate, anche gestite da tour operator e agenzie di viaggio; servizi di consulenza per la comunicazione e il marketing digitale; strumenti per la promozione digitale di proposte e offerte innovative in tema di inclusione e di ospitalità per persone con disabilità; servizi relativi alla formazione del titolare o del personale dipendente ai fini di quanto previsto dal presente comma.

La domanda per chiedere il finanziamento deve essere presentata al Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) in forma telematica, insieme all’attestazione di effettività delle spese sostenute, tramite il Portale dei Procedimenti del sito del Mibact, a partire dalle ore 10:00 del 13 luglio 2015 alle ore 12:00 del 24 luglio 2015, o fino ad esaurimento risorse.

Per ottenere maggiori informazioni, è possibile collegarsi direttamente al portale dei procedimenti del Mibact, oppure utilizzare il seguente indirizzo email: taxcreditdigitalizzazione@beniculturali.it o rivolgersi al Servizio I – Organizzazione e funzionamento – Segreteria – tel. 06 67232868.

Vera MORETTI

Istituto Nazionale Tributaristi: bene proroga Unico 2015

L’ Istituto Nazionale Tributaristi (Int) ha accolto con favore e con un sospiro di sollievo la proroga al 6 luglio dei pagamenti collegati al modello Unico 2015 concessa dal ministero dell’Economia.

Come Istituto Nazionale Tributaristi avevamo chiesto il rinvio al 16 luglio per tutti i soggetti obbligati alla presentazione del modello Unico, ma comprendiamo le esigenze di cassa dello Stato ed accogliamo positivamente la proroga per i soggetti interessati direttamente o indirettamente dagli studi di settore e per i contribuenti minimi”, ha dichiarato il Presidente dell’ Istituto Nazionale Tributaristi, Riccardo Alemanno.

Ora però – ha poi sottolineato Alemannobisogna riprogrammare a regime le date delle scadenze dei pagamenti da Unico, perché non è serio che ogni anno ci sia l’ansia da proroga. Inoltre, andrà fatta una seria riflessione sugli studi di settore, perché la complicazione collegata alla loro compilazione crea gravi difficoltà ai contribuenti ed agli intermediari fiscali che li assistono“.

Alemanno: “Delega fiscale? Niente enfasi e andare al sodo”

La seconda parte dell’intervista al presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, Riccardo Alemanno (clicca qui per leggere la prima parte), sulle imminenti scadenze fiscali, gli sviluppi della Delega fiscale e sui pregi e i difetti del nostro sistema tributario.

E quindi, come sta messa la Delega fiscale?
Vedo la strada della Delega fiscale indirizzata verso giusti obiettivi, ma bisogna evitare l’enfatizzazione e invece ribadire chiaramente che la riforma di un sistema fiscale complesso come quello italiano ha necessità di tempo, senza creare l’illusione che nel breve periodo si possa porre rimedio ai problemi causati da una sedimentazione legislativa vecchia di decenni. Non bastano pertanto le buone intenzioni, anche perché come sosteneva Karl Marx , che cito solo casualmente, “La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni“.

Fisco e inferno, bel paragone presidente Alemanno…
In realtà, con ciò non voglio assolutamente paragonare il nostro sistema fiscale ad un inferno, anche se molti commentatori e anche il sottoscritto spesso hanno paragonato il sistema fiscale alla selva oscura di dantesca memoria, ma è necessario più pragmatismo facendo una comunicazione chiara e trasparente: sono certo che i cittadini italiani, spesso sottovalutati, comprenderebbero ed apprezzerebbero.

Alemanno, lei ha già lanciato un allarme sul prossimo tributo unico denominato local tax, perché?
L’imbarazzante vicenda dell’IMU prima e della TASI poi, nonché l’illusione della finta imposta unica denominata IUC, devono insegnare che, soprattutto per i tributi locali, al di là del contenimento del peso economico degli stessi è necessario un sistema di calcolo e di pagamento semplice che possa essere gestito dagli enti locali e che ciò non sia solo una vana promessa. Per questo motivo ho ribadito ai rappresentanti del MEF che sulla local tax, che nell’intenzione del legislatore dovrebbe raggruppare i vari tributi locali, il tempo per fare e per fare bene c’è, ma non bisogna aspettare oltre.

Farete la vostra parte?
Da parte nostra, ovviamente, come Istituto Nazionale Tributaristi siamo come sempre disposti a collaborare e fornire indicazioni per favorire la realizzazione di quanto auspicato: il contributo di chi opera sul campo e conosce le esigenze dei contribuenti è indispensabile se si vuole migliorare il rapporto fisco-contribuente.

Presidente Alemanno, nonostante tutto è possibile chiudere con una nota di speranza?
L’insieme di una crisi che, ad onor del vero, va ben oltre il nostro Paese ed un sistema fiscale complesso non sono sicuramente i migliori elementi per infondere fiducia, ma sono certo che, vedendo come i contribuenti al di là delle spesso giuste proteste siano sempre pronti ad assolvere i propri obblighi tributari, ci sia la possibilità di dare una svolta all’attuale sistema, comunicando ai cittadini con chiarezza l’obiettivo delle norme, fornendo informazioni concrete ed evitando soprattutto l’enfatizzazione. Non so se questa sia una nota di speranza, ma sicuramente è qualcosa di attuabile.

Alemanno (Int): “Proroga Unico? Necessaria”

In questa lunga intervista (domani pubblicheremo la seconda parte) il presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, Riccardo Alemanno, parla con Infoiva delle imminenti scadenze fiscali, ma non perde l’occasione di analizzare gli sviluppi della Delega fiscale e di dire la sua sul funzionamento del nostro sistema tributario…

Presidente Alemanno, siamo a pochi giorni dal 16 giugno, una delle scadenze più impegnative dell’anno per contribuenti e intermediari fiscali: quali sono le sue considerazioni?
Sicuramente la concomitanza di scadenze quali i pagamenti da Unico e gli acconti IMU e TASI, senza dimenticare le altre scadenze del 16 giugno, creano difficoltà a contribuenti e agli intermediari fiscali che li assistono. Inoltre, bisogna registrare che, anche quest’anno, nonostante le promesse, non saranno inviati al domicilio dei contribuenti gli importi relativi ai tributi locali sulla casa, per cui i cittadini che non siano in grado di gestire autonomamente i calcoli dovranno affidarsi a professionisti e Caf che ovviamente, per il loro servizio, chiederanno un corrispettivo.

Grattacapi anche sull’Unico…
Discorso a parte per i pagamenti di imposte e contributi collegati al Modello Unico, in particolare per quei contribuenti che, svolgendo un’attività di impresa o di lavoro autonomo, sono soggetti agli studi di settore. I ritardi con cui vengono forniti i programmi di calcolo nonché le modifiche normative in corso d’anno costringono da un lato l’Amministrazione finanziaria a modificare istruzioni e modelli, dall’altro obbligano i professionisti a veri e propri tour de force per riuscire a far rispettare le scadenze ai propri assistiti. Purtroppo questa situazione si ripete ogni anno.

Che fare?
Sarebbe necessario rivedere le scadenze programmate, evitando così le inevitabili proteste e le puntuali richieste di proroga.

Proprio per questo voi come Int, lei come Riccardo Alemanno e molti altri rappresentanti di professionisti e imprese avete chiesto la proroga dei pagamenti da modello Unico. Avete notizie in merito?
No, non abbiamo notizie certe, anche se da indiscrezioni pare sia già predisposta una bozza di decreto che sposta il termine ordinario al 6 luglio, con possibilità di versamento sino al 20 agosto con l’aggravio dello 0,40%.

L’Italia si confermerebbe il Paese delle proroghe…
La nostra richiesta di proroga, che è assolutamente necessaria, è stata presentata per motivazioni reali e concrete anche se a malincuore, perché le proroghe sono la sconfitta di una buona programmazione e la conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che il nostro è un sistema fiscale troppo complesso. Inoltre, come abbiamo ribadito nella lettera inviata al ministro dell’Economia e delle Finanze Padoan ed agli altri rappresentanti del MEF, è altrettanto necessario che il rinvio dei termini sia dato ora e non, come in altre occasioni, a ridosso della scadenza: ciò per il rispetto dovuto ai contribuenti e al lavoro degli intermediari fiscali, che rivestono un ruolo indispensabile per il funzionamento del rapporto fisco-contribuente.

Alemanno, lei è stato in audizione alle Commissioni finanze di Camera e Senato sulla Delega fiscale: come vede procedere la riforma del nostro sistema tributario?
Come ho avuto modo di ribadire alla Camera e al Senato, è evidente che le disposizioni della Delega fiscale da attuarsi, cito testualmente , “… per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita” trovano la condivisione di tutti gli operatori del settore e dei contribuenti. Concretizzare però questi auspici è tutt’altra cosa.

Ossia?
Sono già stati emanati e approvati decreti legislativi attuativi e sono in discussione in Parlamento altri tre schemi di decreto collegati alla Delega fiscale e sicuramente ciascuno contiene norme condivisibili, ma, cosa ribadita durante le audizioni, non è stata ancora data la giusta attenzione ai problemi delle micro aziende del commercio e dell’artigianato nonché al mondo del lavoro autonomo.

Perché?
Molti provvedimenti varati dal Consiglio dei Ministri incentrano l’attenzione sulla grande o grandissima impresa; ciò è positivo ma limitato e non riesce a creare quel clima generale di fiducia necessario per attuare una riforma così complessa come quella del nostro sistema fiscale. Comprendo la necessità del fare, ma alcuni cambiamenti come quelli relativi all’utilizzo dei sistemi informatici e della telematica devono avere un periodo di applicazione tale per cui anche le aziende meno strutturate non abbiano a soffrire di queste innovazioni anziché trarne beneficio. Nella Delega fiscale si stanno attuando norme per dare all’Amministrazione finanziaria un ruolo di “consulente” e non solo di controllore del contribuente, anche in questo caso però prima degli annunci bisognerebbe individuare all’interno degli uffici delegati le professionalità in grado di dare risposte rapide e certe ai contribuenti, alle imprese interne ed a quelle esterne che volessero investire nel nostro Paese.

(continua)

Riccardo Alemanno insiste sulla proroga dell’acconto Tasi

I contribuenti italiani sono chiamati ad una fitta serie di adempimenti che si concentreranno tutti entro la metà del mese, con scadenza entro il prossimo ed imminente 16 giugno.

Per questo motivo, Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, ha più volte chiesto, tramite lettere, una proroga di alcuni di essi, in particolare dell’acconto Tasi, rivolgendosi direttamente al Ministro dell’ Economia Pier Carlo Padoan, al Vice Ministro Enrico Morando ed al Sottosegretario Enrico Zanetti.

Non avendo, ad oggi, ricevuto alcun riscontro, il numero uno di INT ha voluto ribadire due richieste, ritenute particolarmente urgenti e necessarie:

  • la concessione urgente di una congrua proroga, quantomeno al 6 luglio, alla scadenza del modello Unico 2014, poiché la situazione negli studi professionali, a causa della sovrapposizione di più scadenze e nuovi adempimenti al 16 giugno, ha raggiunto livelli di caos totale e ci si domanda perché si debbano così penalizzare i contribuenti e quei soggetti, gli intermediari fiscali, che sono indispensabili per il funzionamento del rapporto fisco-contribuente.
  • la non applicazione delle sanzioni ai versamenti dell抋cconto Tasi, se le differenze tra dovuto e versato vengano sanate entro il 16 ottobre, per evitare ulteriori costi ed oneri derivanti da una vicenda estremamente negativa.

Riccardo Alemanno ha inoltre aggiunto: “Credo che chi non vive in prima persona i problemi di questi giorni non possa rendersi conto della gravità della situazione, non si tratta di mere lamentele si tratta della richiesta di essere trattati come cittadini e non come sudditi. Mi auguro che prevalga il buon senso e che dall’Economia comprendano questo profondo disagio. Sulla vicenda Tasi si è già detto tutto e circa il modello Unico è una storia che si ripete, non voglio aggiungere altro perché le tensioni che vivo direttamente e quelle che raccolgo quotidianamente tramite i colleghi potrebbero indurmi ad atteggiamenti che non mi appartengono, dico solo che la misura è colma“.

Vera MORETTI