Guida alpina muore in Valle d’Aosta

Ha lottato qualche ora, ma non ce l’ha fatta: Vincenzo Di Placido, guida alpina e maestro di sci, è morto ieri pomeriggio all’ospedale di Aosta, dove era stato ricoverato dopo una terribile caduta.

L’uomo, 38 anni, appassionato di sport e montagna, nonostante fosse originario di Cassino, in provincia di Frosinone, si era stabilito in Valle d’Aosta dopo che aveva trascorso lì il servizio militare, nel 1997.

Abitava a La Thuile, dove lavorava come guida alpina, specializzato in lavori in fune. E proprio mentre svolgeva una mansione a lui conosciuta, ha trovato la morte.
Stava infatti effettuando lavori di manutenzione delle funi della funivia Arp, in Val Veny, quando è caduto. Si trovava sul tetto della funivia quando l’impianto è stato attivato per le operazioni di manutenzione ed è precipitato, cadendo da un’altezza di 5 metri.

L’elisoccorso è sopraggiunto quasi immediatamente, ma in ospedale i medici non hanno potuto fare nulla, tanto erano gravi i traumi riportati nell’impatto con il suolo.

Sul luogo dell’incidente mortale si stanno svolgendo le indagini per fare chiarezza sull’accaduto.

Vera MORETTI

Muore schiacciato da un camion

Un incidente mortale presso la ditta Diab di Fortogna, in provincia di Belluno, ha bruscamente tolto alla vita Osvaldo Golin, un 47enne di Auronzo.

L’uomo aveva appena caricato del materiale sopra il rimorchio di un camion e lo stava collegando alla motrice, quando il rimorchio si è messo in movimento all’improvviso schiacciando il malcapitato.

Per Golin, nonostante l’arrivo sul posto dell’ambulanza dall’ospedale di Belluno e l’automedica di Pieve di Cadore, non c‘è stato nulla da fare: troppo gravi erano le lesioni subite in seguito allo schiacciamento.
Ora i carabinieri hanno posto sotto sequestro l’area dove è avvenuto l’incidente e stanno cercando di ricostruire la dinamica dei fatti.

Vera MORETTI

Una mucca li carica mentre marchiano i vitelli

Incidente in un’azienda agricola di Tavernelle in Umbria, frazione del Comune di Panicale.

Nel primo pomeriggio di martedì due operai stavano marchiando a fuoco i vitelli.
Ma una delle mucche, richiamata dai lamenti dei “cuccioli” ha caricato i due uomini, uno dei quali è rimasto schiacciato dal peso dell’animale riportando lesioni che hanno richiesto il ricovero all’ospedale vicino, il Santa Maria della Misericordia.
Le sue condizioni comunque non sono gravi e se la caverà con una ventina di giorni di prognosi, mentre al suo collega è andata meglio, poiché ha riportato ferite lievi.

Ovviamente, trattandosi di un incidente sul lavoro, sul posto sono accorsi i carabinieri della stazione di Tavernelle e gli ispettori del servizio prevenzione incidenti sul lavoro della Asl2 di Panicale.

Vera MORETTI

La ruspa si rovescia e il guidatore muore sotto di essa

Un giovane operaio di 24 anni ha trovato la morte mentre stava svolgendo il suo lavoro.

E’ accaduto a Gorizia, dove la ditta per la quale lavorava stava posando la fibra ottica sulla strada statale 56, che collega Udine e Gorizia.

Alberto Nasca, la vittima, era alla guida di una ruspa che stava caricando su un altro mezzo ma, durante le operazioni, la ruspa si è rovesciata e l’operaio è stato sbalzato a terra, dove ha battuto violentemente il capo.

I soccorsi del 118 sono arrivati tempestivamente, quando il giovane era ancora vivo, ma è morto poco dopo.

Vera MORETTI

Incidente mortale in un’azienda di Ceggia

Terribile incidente a Ceggia, nell’azienda Nuova De Franceschi Azteca Milling Europe.

Giuseppe Mascarin, 67enne titolare di una ditta che si occupa di manutenzioni, si trovava in uno dei silos dell’azienda, che si occupa di produzione di farina e stoccaggio di cereali, quando è rimasto incastrato in una fresa di estrazione del grano, a sei metri di altezza dal suolo.

Il macchinario gli avrebbe schiacciato il torace e amputato una gamba e, date le condizioni gravissime, non c‘è stato nulla da fare per salvargli la vita.
I lavoratori che erano con lui hanno subito fermato la macchina, ma era ormai troppo tardi.

Ora i carabinieri di San Donà di Piave stanno cercando di ricostruire l’accaduto mentre il magistrato ha disposto il sequestro del silos dove è accaduta la tragedia.

Non è il primo caso grave avvenuto presso la stessa ditta, perché due anni fa, nell’aprile 2010, era morto Vincenzo Rosardo, 68enne di Portici, cadde da tredici metri di altezza dopo essere salito su un silos per alcune riparazioni. Il lavoratore, dipendente di una ditta specializzata in manutenzione di grandi contenitori, cadendo si schiantò contro una canaletta metallica, perdendo in pochi minuti la vita.

In quel caso, il tribunale condannò il titolare della ditta campana per cui lavorava il 68enne e il titolare dell’azienda di Ceggia.

Vera MORETTI

In aumento le morti per folgorazione

L’ultima, in ordine di tempo, è la morte di Angelo Paolozzi, operaio 37enne di Scorzé deceduto il 24 agosto scorso a Castelfranco Veneto.
Stava lavorando ad una centralina elettrica quando è rimasto folgorato.

Questo tragico episodio ha aperto una discussione che riguarda il numero, sempre in aumento, dei morti per folgorazione, tanto che ben otto morti su cento, nel Nordest, sono dovuti a questa causa. Ma anche a livello nazionale le cifre si allargano a macchia d’olio, con una percentuale del 5,5% contro il 4,2% del 2011.

Mauro Rossato, presidente di Vega Engineering di Mestre, ha lanciato un appello affinché si combatta con maggior determinazione quella che sta diventando una vera e propria piaga.
Occorre approfondire le tematiche che riguardano la valutazione del rischio elettrico, ma anche la sua gestione, senza dimenticare i controlli, che dovrebbero essere sempre più serrati e scrupolosi. Senza dimenticare le sanzioni, salate, per i comportamenti illegali.

Rossatto, ha dichiarato a proposito: “Sarebbe sufficiente osservare e applicare rigorosamente le norme esistenti, che purtroppo ancor oggi sono sconosciute a molti addetti ai lavori. Non molti sanno che ciascun impianto elettrico aziendale dovrebbe essere affidato alla responsabilità di una persona, denominata Responsabile dell’Impianto e i lavori stessi affidati ad un Preposto ai lavori elettrici, qualifiche che vanno attribuite a personale appositamente formato“.

Vera MORETTI

Un triste primato in Emilia Romagna

Ravenna, città dei mosaici, è stata protagonista ultimamente nelle notizie di cronaca per episodi, ahimè, tragici, legati agli infortuni sul lavoro.

Ma non si tratta dell’unica città della Romagna ad aver registrato una quantità preoccupante di morti sul lavoro, dall’inizio del 2012, poiché infortuni mortali sono accaduti anche a Forlì-Cesena e a Rimini.
Le statistiche riportano un indice di incidenza (numero di infortuni mortali ogni milione di occupati, si tratta quindi della misurazione del rischio effettivo) del 17,2 nella regione, con Ravenna 46ma in classifica per quanto riguarda le città italiane.

In generale, comunque, l’Emilia Romagna non ha di che sorridere, perché è proprio una sua provincia, Modena, ad avere il primato italiano delle morti bianche (17) e solo l’alto numero di occupati (oltre trecentomila) abbassa l’indice di incidenza (55,9) che punisce invece Grosseto, prima in questa triste classifica.

Ma, se nella città toscana dall’inizio dell’anno ci sono stati nove morti su un numero piuttosto basso di occupati, ovvero di appena 93mila, nessuna provincia emiliano-romagnola registra quota “zero” infortuni mortali. A Ferrara ce ne sono stati 5 (indice 32,6), a Reggio Emilia 4 (17,1), a Piacenza 2 (16,2), a Parma 2 (10,1) e a Bologna 2 (4,5).
Le percentuali, per quanto riguarda dunque l’Emilia, non lasciano scampo e la mettono al quinto posto delle regioni meno sicure d’Italia.

Anche se, prendendo in considerazione i numeri assoluti, si trova al secondo posto, con 40 morti bianche, mentre la Lombardia è prima con 41 e la Toscana terza con 30.

Bisogna però ricordare che queste cifre non includono le morti in itinere, ovvero gli incidenti stradali mortali accaduti a chi si recava al lavoro.
In Italia sono 308 le vittime del lavoro registrate nei primi sette mesi del 2012 contro le 300 del 2011 con un incremento del 2,7 per cento. Nei soli mesi di giugno e luglio sono morti 100 lavoratori.

La principale causa di morte sul lavoro è provocata da una caduta dall’alto (22,7%), seguita dal ribaltamento di un mezzo in movimento (22,1%). Al terzo posto lo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti dall’alto (17,5%). Seguono eventi atmosferici e sismici (6,2%) a pari merito contatto con ingranaggi in movimento.

La maggior parte degli incidenti sul lavoro avviene nel settore dell’agricoltura (37,8% del totale), seguito dal settore delle costruzioni, 24,8.
Meno frequenti gli incidenti mortali nel settore del commercio e delle attività artigianali, 8,1, e nei trasporti, magazzinaggi e comunicazioni, 6,2.

La quasi totalità delle vittime, ovvero il 98,4%, sono uomini e nel 12,9% dei casi si tratta di vittime straniere, soprattutto rumeni. Le fasce di età più colpite sono quelle che vanno dai 45 ai 54 anni (77 vittime), quella dei 35 – 44enni (63 morti), degli ultra sessantacinquenni (62).

Vera MORETTI

Morti bianche in aumento in provincia di Brescia

Un primato che non si vorrebbe raggiungere mai: la provincia di Brescia è ai vertici della triste classifica delle morti bianche, a causa di due incidenti avvenuti venerdì e sabato, che dall’inizio dell’anno sono state ben 17.

Venerdì Davide Pedretti, 39enne di Artogne, è morto in seguito ad una caduta dal tetto di un capannone di Travagliato. L’uomo vi era salito per verificare le cause di un’infiltrazione d’acqua ma una lastra ha ceduto e Pedretti è caduto da un’altezza di 8 metri.

Sabato la stessa tragica sorte è toccata a Sergiu Neamtu, 33 enne moldavo ma titolare di una ditta edile a Desenzano.
Era con tre suoi colleghi sul tetto del capannone della ditta Padana srl a Somaglia, paese a 25 km da Lodi, per eliminare alcune lastre di amianto, quando una di queste ha ceduto, facendo cadere l’uomo nel vuoto. L’altezza del capannone, 7 metri, non ha lasciato scampo all’uomo, morto sul colpo.

Vera MORETTI

Operaio cade dal tetto e muore

Lulzini Murra, operaio di 35 anni di origini albanesi, è morto la scorsa domenica mentre stava facendo dei lavori di rifacimento del tetto di un capannone della Fonderia di Torbole Canaglia (Bs), per conto di una ditta esterna. A un certo punto una lastra del tetto si è staccata, trascinando con sè l’uomo che è precipitato, facendo un volo di circa 10 metri. Lo sfortunato operaio è morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti personale del 118, carabinieri di Chiari e Asl. Sul posto sono intervenuti personale del 118, carabinieri di Chiari e Asl.

Operaio muore folgorato mentre ripara una cabina

Un tragico incidente sul lavoro a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, è costato la vita a un operaio di 37 anni, sposato e padre di tre figli, mentre stava lavorando alla manutenzione di una cabina elettrica dell’azienda Smalterie e Metallurgiche Castellana.

L’uomo è rimasto folgorato dopo aver toccato il trasformatore ad alta tensione, immediati i soccorsi dal personale medico dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, ma purtroppo la vittima, arrivata in condizioni già disperate, è deceduta pochi istanti più tardi.