Non regolamentati a chi? L’esercito dei professionisti senza ordini si fa sentire

di Davide PASSONI

Ormai al capolinea l’esperienza del governo Monti, resta ora da vedere quali “lavori” rimarranno in sospeso, quali saranno portati a termine, quali passeranno nelle mani del nuovo esecutivo.

Tra i “cantieri aperti” lasciati dal governo Monti, uno dei meno propagandati ma che riguarda in realtà decine di migliaia di persone è la cosiddetta “riforma delle professioni” o degli ordinamenti professionali. Un testo sul quale è stato fatto un lungo tira e molla, soprattutto da parte degli ordini professionali più potenti; un testo nato con l’idea di rendere meno cogente l’accesso alle professioni in Italia, cercando di trasformare gli ordini che – spesso con eccessiva demagogia – sono visti come dei fortini inespugnabili, in qualcosa di più aperto.

In realtà, però, non tutti sanno che nel nostro Paese esiste un esercito di professionisti che appartengono a professioni “non regolamentate”, ossia professioni per le quali non esistono degli ordini che ne tutelino interessi, posizioni, istanze in sede istituzionale e civile. Si tratta di professioni tra le più disparate: si va dai naturopati ai musicoterapeuti, dai temporary manager ai sociologi, dai direttori commerciali e marketing manager agli armonizzatori familiari. Una schiera di professionisti che, se anche non hanno il blasone di avvocati, notai, giornalisti, hanno comunque un percorso di studi e formazione e un valore sociale della loro professione assolutamente comparabili ai loro.

Ecco perché questa settimana Infoiva dà voce a loro: perché la professione, qualunque essa sia, è prima di tutto un valore e una scelta di vita e di impresa che portano ricchezza a chi li sceglie; perché Infoiva è il quotidiano delle partite Iva e ciascuno del professionisti “non regolamentati” merita di trovarvi spazio; perché la professione e la professionalità, se correttamente vissute e praticate, hanno una forza e una dignità che prescinde dall’esistenza o meno di un ordine.

Niente ordini di serie A e serie B per Lupoi e Calderone

Giuseppe Lupoi, presidente del CoLAP, e Marina Calderone, presidente del CUP, hanno la stessa opinione riguardo la regolamentazione delle associazioni professionali: entrambi desiderano tutelare gli ordini professionali, ad oggi ben 27, ed evitare che si arrivi a distinguere tra ordini di serie A e ordini di serie B.

Ma, a quanto pare, in Senato sono al lavoro per regolamentare le professioni che ancora non fanno capo a nessun ordine, ma senza alcun riferimento a distinzioni di sorta.

Giuseppe Lupoi, a questo proposito, ha dichiarato: “Sono associazioni liberamente costituite da professionisti che esercitano attività professionali consentite dalle leggi vigenti sul territorio della Repubblica. Il loro scopo è da sempre la formazione continua dei professionisti: chi non si aggiorna esce! Non è previsto alcun obbligo di iscrizione“.
La legge, dunque, permetterebbe una migliore informazione al cliente delle capacità del professionista a cui si affida.

La differenza tra ordini ed associazioni sta nel fatto che gli iscritti agli ordini, quelli riconosciuti dallo Stato, lo sono obbligatoriamente che, ad esempio, “da semplici notai, prendono atto del possesso di un titolo e iscrivono il professionista ai loro albi professionali. Null’altro sono in grado di certificare ai clienti di quei professionisti“.

E per Lupoi appartenere ad un’associazione rappresenta un valore aggiunto.

d.S.

Incontro positivo tra Paola Severino e Marina Calderone

L’incontro avvenuto tra Paola Severino, ministro della Giustizia, e Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, si è concluso positivamente, tanto da far pronunciare parole di soddisfazione da parte della presidentessa del Cup.

A nome dell’ordine che rappresenta, la Calderone ha infatti ringraziato il ministro per la particolare attenzione che ha dimostrato nei confronti degli ordini professionali, che ha permesso di approfondire il tema della riforma delle professioni.

Si tratta di “una sorta di ricognizione su tutti gli istituti della riforma, utile a fare un bilancio complessivo delle norme entrate in vigore. Abbiamo chiesto l’emanazione di un ulteriore decreto parametri ricomprendente le professioni non incluse nel precedente“, ha dichiarato Marina Calderone.

Vera MORETTI

Per la mediazione tributaria, gli ordini professionali si accordano con le Entrate

Per gestire al meglio la mediazione tributaria, in Campania puntano su collaborazione e dialogo tra professionisti ed Agenzia delle Entrate.

Questa intenzione sarà ufficializzata con la stipula di intese scritte a livello regionale, la prima delle quali è stata firmata dalle Direzioni Provinciali dell’Agenzia delle Entrate campana e dagli Ordini dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili presenti nella Regione.

Obiettivo comune è migliorare i rapporti tra i contribuenti, rappresentati dagli iscritti agli Ordini, e l’Amministrazione Finanziaria, favorendo la soluzione delle controversie già in sede amministrativa, evitando il contenzioso.

Il processo di mediazione tributaria, generalmente lento e macchinoso, può diventare più celere se gli Ordini dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili si impegnano a informare i propri iscritti sulle opportunità offerte dal nuovo istituto, del quale è necessario evidenziare il carattere preventivo e obbligatorio, e a indicare nelle istanze di mediazione recapiti dedicati per consentire rapide comunicazioni con l’Agenzia.

Gli Uffici delle Entrate si impegnano a esaminare tutte le istanze in modo approfondito e con spirito di collaborazione, ad accoglierle in tutti i casi in cui ne sussistano i presupposti, secondo i principi dello Statuto del contribuente, e a promuovere, anche su richiesta dell’iscritto all’Ordine, l’eventuale contraddittorio.

Se il confronto con le parti deve essere utile e costruttivo, occorre un osservatorio sull’andamento della mediazione tributaria che sia realistico e preciso, e ciò è possibile con la costituzione di nuclei misti di esperti, scelti tra iscritti agli Ordini e funzionari delle Entrate.

I prossimi Ordini professionali a rispondere all’appello dell’Agenzia delle Entrate della Campania sono i Consigli Provinciali degli Ordini dei Consulenti del Lavoro, con i quali è prevista, per il prossimo 12 settembre, la stipula di un analogo protocollo sulla mediazione.

Vera MORETTI

Il Cnf contro Paola Severino

Gli avvocati chiudono nei confronti del Governo: la riforma delle professioni, così come sembra sia stata approvata, non piace al Consiglio Nazionale Forense e, se il testo non verrà modificato, non sarà possibile nessun dialogo tra le parti.

Questo è, in sintesi, ciò che ha affermato Andrea Moscherin, consigliere segretario del Cnf, alla guida della delegazione dell’avvocatura al’incontro con Paola Severino, ministro della Giustizia.

Le parole di Moscherin sono state dure: “Senza lo stralcio della professione forense dal regolamento professioni e senza una legge di riforma approvata dal Parlamento vengono meno le condizioni preliminari per avviare un dialogo costruttivo con il Governo. Prendiamo atto della chiusura del ministro Guardasigilli su entrambi i fronti: chiusura irrispettosa dell’Avvocatura e delle prerogative del Parlamento”.

Ciò che non piace all’ Ordine degli Avvocati, ma, più in generale, a tutti i professionisti che attendono la riforma, sono i tempi, troppo lunghi, ma anche le condizioni, che non sembrano favorire una modernizzazione, invece necessaria.

Per questo, Moscherin ha dichiarato: “Il Cnf non considera perseguibile qualsiasi soluzione che sottragga di fatto alla discussione parlamentare la formazione dello Statuto dell’avvocatura affidandolo al governo, che per Costituzione può contribuire alla formazione delle leggi, ma non certo imporre i suoi contenuti al Parlamento e alle parti sociali”.

Vera MORETTI

L’intesa regionale con gli ordini professionali è stata rinnovata nelle Marche

E’ stato siglato  il protocollo di intesa siglato dal Direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate Marche, Giovanna Alessio, e i Presidenti degli Ordini professionali in rappresentanza delle cinque province della regione. Gli obiettivi sono la semplificazione del dialogo e l’agevolazione della comunicazione tra i contribuenti e l’Amministrazione finanziaria attraverso la realizzazione di una più ampia sinergia e collaborazione con gli Ordini dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili delle Marche.

L’accordo punta a sviluppare un sistema di relazioni più efficace con gli Ordini professionali allo scopo di migliorare il rapporto con i contribuenti da essi rappresentati. Esso prevede un impegno degli Ordini a sensibilizzare i propri iscritti ad utilizzare maggiormente i canali telematici messi a disposizione dall’Agenzia, che rendono più snelle e celeri le comunicazioni con gli Uffici fiscali.

Punto qualificante dell’intesa è rappresentato dall’impegno delle parti a organizzare convegni e incontri di studio per l’approfondimento delle tematiche fiscali più complesse e delle novità legislative al fine di assicurare il periodico aggiornamento professionale sia dei funzionari che degli iscritti agli Ordini.

Istituto della mediazione – al fine di deflazionare il contenzioso tributario, vengono rafforzate le azioni congiunte per una maggiore diffusione e conoscenza degli strumenti legislativi vigenti, tra i quali l’accertamento con adesione, la conciliazione e soprattutto la mediazione tributaria. Per questo nuovo istituto giuridico, di recente approvazione, viene stipulato un protocollo d’intesa ad hoc per promuoverne l’estensione in ambito provinciale nonché assicurare un più proficuo ed efficace svolgimento del procedimento.

“Il protocollo d’intesa – commenta Giovanna Alessio, Direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate Marche – ha l’obiettivo di incrementare l’assistenza fiscale e i servizi erogati e di migliorare la qualità del rapporto fisco-contribuente, al fine di incentivare l’adempimento fiscale spontaneo. E questo obiettivo lo possiamo agevolmente centrare anche attraverso una più estesa collaborazione con gli Ordini professionali che istituzionalmente svolgono la loro attività per conto dei contribuenti”.

“I Dottori Commercialisti da tempo sono impegnati a instaurare un ottimo clima con l’Agenzia che favorisca il dialogo e la trasparenza nei rapporti con gli Uffici finanziari – sono le considerazioni espresse dal Presidente dell’ODCEC di Ancona, Corrado Mariotti, in rappresentanza anche degli altri Ordini – e l’intesa sottoscritta con la Direzione regionale delle Marche va in questa direzione. Velocizzare e rendere più efficiente la fruizione dei servizi è fondamentale per ridurre i costi della mediazione, i cui effetti si riverberano positivamente a favore dei cittadini e delle imprese”.

I contributi all’Inpgi si potranno versare tramite web con l’F24 Ep

Come stabilito nel provvedimento del 5 luglio, gli enti pubblici potranno utilizzare il modello “F24 Ep” anche per versare i contributi previdenziali e assistenziali dovuti all’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi). La nuova procedura è stata attivata dal 9 luglio.

Si amplia quindi la gamma di utilizzo del modello “F24 Enti pubblici”, nato per facilitare e velocizzare i versamenti dell’Irap, delle ritenute Irpef e delle addizionali comunali e regionali, da parte delle amministrazioni vincolate alla tesoreria unica dello Stato.

Prima dell’Inpgi, infatti, dopo aver ricevuto l’ok di tutte le amministrazioni coinvolte, il sistema è stato adottato per erogare i contributi previdenziali e assistenziali e i premi assicurativa dovuti a Inps, Inpdap e Inail. Al provvedimento odierno, seguirà la risoluzione che istituisce i relativi codici tributo.

Sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate è disponibile la versione aggiornata del software di compilazione e controllo del modello.

La Riforma della Fornero? Non ce la siamo bevuta: la parola al Consulente

 

La Riforma del Lavoro è stata varata la scorsa settimana e subito ha riscosso un mare di dissensi, per non dire perplessità, da parte di imprenditori, professionisti, inoccupati e di chi, in prima battuta, risentirà delle modifiche a contratti di lavoroordini professionali e sovvenzioni che (non) arriveranno per implementare le risorse interne delle imprese.

Da subito, i dirigenti in capo all’Associazione dei Consulenti del Lavoro ha parlato di una NON riforma che non risolverà affatto il problema della disoccupazione giovanile.

Infoiva ha chiesto il parere del dott. Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro

Perché siete così convinti che la riforma del lavoro non farà ripartire le assunzioni? Che cosa avreste proposto e che cosa manca?
In nostro grande timore che la riforma del lavoro, così come pensata ed approvata, non porterà nuova occupazione. Il rischio, invece, è che si verifichino perdite di occupazione e contenzioso a causa dell’aumento del costo del lavoro (contratto a termine e aspi), dell’eccessiva burocratizzazione (intermittente, part-time, convalida dimissioni), dei nuovi vincoli (apprendistato), delle nuove presunzioni (partite iva e associati in partecipazione), delle abrogazioni (contratto d’inserimento) e delle restrizioni (voucher).
L’irrigidimento complessivo nella gestione del rapporto di lavoro con la presunzione di subordinazione, unito all’introduzione della comunicazione obbligatoria della presenza per i lavoratori intermittenti con la previsione di una sanzione sproporzionata; le nuove procedure in materia di dimissioni e gli interventi in materia di flessibilità non faranno certamente bene ad un mercato del lavoro che ha bisogno di fluidità e non di freni e vincoli come quelli che le nuove norme stanno introducendo.

Ci sono dei lavori o delle soluzioni su cui puntare oggi giorno, occasioni o campi dalle maggiori possibilità occupazionali?
Anche se siamo in presenza di un mercato del lavoro in crisi, con una disoccupazione degli under 24 che supera il 30%, esistono profili di difficile reperibilità per le aziende. Ad esempio tecnici informatici o personale sanitario, dove assistiamo al reperimento delle risorse in paesi esteri. Ma anche lavori manuali come cuochi o conduttori di macchine da lavoro. Una buona formazione tecnica oggi mette al sicuro un lavoratore e non ha niente da invidiare a percorsi più incerti e dispendiosi.

Tanti, per ovviare alla mancanza di occupazione, stanno puntando sull’apertura della partita IVA a rischio super tassazione: secondo lei, tanti singoli fanno un mercato del lavoro o dovrebbe pensarci lo Stato?
Il mondo del lavoro ha tante sfaccettature. Ma dobbiamo superare lo storico luogo comune che lavoro significa solo lavoro dipendente. Bisogna anche saper rischiare nel fare impresa o intraprendere un lavoro autonomo. Lo Stato deve evitare di disegnare un sistema giuridico che penalizzi il lavoro autonomo in favore di quello dipendente. Non bisogna dimenticare mai che dal lavoro dipendente non nasce lavoro dipendente. L’occupazione la crea il lavoro autonomo; per questo auspichiamo che i Governi rendano attuali i tanti principi enunciati per favorire l’imprenditoria giovanile. Le professioni regolamentate sono di sicuro uno sbocco importante per le nuove generazioni; le iscrizioni agli albi professionali hanno avuto un incremento importante negli ultimi 10 anni e, da una recente ricerca, l’età media dei professionisti è di 45 anni.

Che cosa è stato fatto per i piani di mobilità sociale e come si equilibrano piani di mobilità con l’effettiva ondata di licenziamenti cui stiamo assistendo, non ultimo il discorso sulla spending review del Premier Monti?
Non c’è alcuna mobilità sociale senza ricambio generazionale. Purtroppo il Paese sta affrontando una crisi profonda sia dal punto di vista economico che dal punto di vista occupazionale. Ma ora siamo in attesa delle misure per lo sviluppo. Credo che per poter rilanciare un Paese non c’è bisogno solo di politiche di contenimento delle spese ma anche di riforme strutturali del sistema produttivo. Per quanto riguarda le misure per lo spending review presentate dal Professor Monti, ciò che grava molto non è il numero dei dipendenti della Pubblica Amministrazione, visto che non sono così poi tanto maggiori (in proporzione) rispetto agli altri paesi, bensì i relativi stipendi, soprattutto di alcuni alti funzionari. La spesa media per il personale e per i servizi del funzionamento dell’attività amministrativa italiana, nel quinquennio 2005/2009, è stata pari a 248 miliardi, ovvero il 16,4 % del Pil.

Secondo lei, le imprese saranno agevolate nell’assunzione di nuove risorse sfruttando il contratto di apprendistato o è solo un bel nome per aggirare l’ostacolo?
La riforma dell’apprendistato, cioè ridisegnare i percorsi di apprendistato, credo sia importante e imprescindibile in un momento in cui i nostri giovani, ce lo dicono tutte le statistiche, hanno difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro.
Siamo a percentuali preoccupanti dei tassi di disoccupazione giovanile ma va posto l’accento su un aspetto altrettanto preoccupante: il fatto che sta aumentando il numero dei giovani che non cerca lavoro, che è scoraggiato e quindi esce da quelli che sono i circuiti in cui invece potrebbe trovare un’occupazione.
L’apprendistato è l’unico contratto a finalità formativa, ma ha anche la funzione importante di accompagnare i giovani e farli transitare dal mondo dell’istruzione al mondo del lavoro.
Il problema resta a livello operativo considerato che la gestione da parte delle Regioni spesso è contraddistinta da procedure molto burocratizzate ed una legislazione non chiara e , a colte, contraddittoria. Situazioni che penalizzano l’espansione dell’apprendistato.

Qual è il vostro punto di vista sulla Riforma degli ordini professionali e lo stato dei liberi professionisti? Si preannuncia meno burocrazia ma i soggetti, come la categoria dei giornalisti pubblicisti, si è sentita defraudata dei suoi diritti?
Di riforma delle professioni si parla ormai da decenni. Il comparto professionale continua, però, a dimostrarsi tra i più dinamici garantendo al Paese il 15% del PIL. Gli Ordini professionali non si sono mai dichiarati contrari all’ammodernamento delle regole, anche per adeguare le leggi ordinamentali al nuovo contesto europeo. Ma quello che abbiamo sempre chiesto è quello di avere un dialogo continuo con le Istituzioni per arrivare ad una riforma condivisa e strutturale. Purtroppo, non si vuole avere la consapevolezza che il sistema ordinistico italiano è una risorsa del Paese e che negli altri stati europei esistono gli ordini caratterizzati esattamente come in Italia. A volte in questa materia si parla più per frasi fatte che per effettiva conoscenza del settore.

Ma secondo voi, questa riforma, si farà per davvero?
Gli Ordini professionali hanno già fatto la loro parte e sono sempre disponibili al confronto.

 

Paola PERFETTI

Savona: si estende la “giustizia alternativa”

In attesa che la giustizia civile riduca i tempi biblici di definizione delle cause, i savonesi, dopo qualche iniziale diffidenza, guardano oggi con interesse alla giustizia alternativa, che consente di risolvere le controversie senza ricorrere all’intervento della magistratura, in modo rapido, poco costoso e rispettoso dei diritti delle parti. Mediazione che oggi ha una marcia in più: la procedura è diventata obbligatoria dal 20 marzo scorso, (oltre che per le materie già previste come obbligatorie dalla normativa vigente, fra le quali si evidenziano diritti reali, locazioni, contratti assicurativi, bancari e finanziari, responsabilità medica, successioni ereditarie, ecc.) anche per le liti condominiali e per il risarcimento del danno a seguito di incidenti della strada o in mare. Delicato e fondamentale è il ruolo della Camera di Conciliazione/Mediazione costituita presso la sede della Camera di Commercio di Savona, terreno “neutrale” per definizione e quindi ideale per ristabilire il dialogo tra le parti e giungere velocemente alla definizione condivisa di un conflitto, anche contando sul valore aggiunto dei mediatori professionali che l’Ente camerale mette a disposizione.

Su questo tema di fondamentale importanza per la vita sociale e la convivenza civile della comunità savonese, la Camera di Commercio di Savona, affiancata dalla struttura tecnica del Centro Provinciale di Formazione Professionale “Pastore” di Imperia, organizza nella giornata di venerdì 13 aprile un seminario di aggiornamento su “La mediazione nelle controversie condominiali e nella responsabilità derivante dalla circolazione di veicoli e natanti”, con specifica attenzione alle novità introdotte il mese scorso. L’incontro, introdotto dai saluti del presidente camerale Luciano Pasquale, si svolgerà nella Sala Magnano di Palazzo Lamba Doria con inizio alle 15. Nel corso delle 4 ore a disposizione, sono in programma relazioni affidate a esperti di livello nazionale: dal dottor Giancarlo Triscari, magistrato del ministero della Giustizia, all’avvocato milanese Filippo Martini, editorialista del “Sole 24 Ore”, dall’avvocato Massimo Ginesi della Spezia, segretario del centro studi Anaci all’avvocato genovese Vincenzo Nasini, presidente del centro studi di Gesticond. Agli iscritti sarà rilasciato un attestato di partecipazione valido ai fini del riconoscimento dei crediti formativi, così come concordato con gli Ordini Professionali.

Un servizio, quello della mediazione camerale, che si è occupato a Savona di più di 160 controversie, definendone già 129. In particolare, tra le procedure definite in cui la controparte si è presentata davanti al mediatore, si è raggiunto un accordo soddisfacente per entrambe le parti circa nel 40-50% dei casi.

Che la mediazione sia conveniente è inoltre dimostrato dal confronto tra il costo medio di una procedura di mediazione presso le Camere di Commercio e quello di una causa davanti al giudice. La Banca Mondiale stima che la mediazione incida per circa il 3,5% del valore della controversia, mentre nel caso del ricorso alla magistratura ordinaria ottenere giustizia costa il 29,9% del valore della causa. Questo significa che in media ogni conciliazione costa quasi dieci volte meno di una causa che finisca in tribunale. Risparmi destinati ad incrementare le procedure di mediazione che richiederanno l’intervento di mediatori sempre più preparati e specializzati per i quali è anche previsto un biennio di aggiornamento professionale.

Fonte: agenparl.it

Ordine negli studi professionali, please!

“Confprofessioni è pronta a portare sul tavolo del presidente del Consiglio, Mario Monti, e del sottosegretario Antonio Catricalà, un pacchetto di misure che possano rilanciare l’attività degli studi professionali e individuare con il governo nuovi ambiti di intervento per sburocratizzare il sistema ordinistico“. E’ quanto afferma, in un intervento sul quotidiano ‘Italia Oggi’, il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella.

Stella sottolinea che “i professionisti, con grande senso di responsabilità, sono pronti ad affrontare i cambiamenti in atto, ma a precise condizioni“.

L’apertura alla concorrenza dei servizi professionali non può essere barattata con la creazione di nuove concentrazioni, moderni monopoli che minacciano di fagocitare una realtà economica costellata da una miriade di studi di piccole e piccolissime dimensioni“.

In gioco – avverte – non c’è il destino degli ordini o delle tariffe professionali, ormai ampiamnete superate dopo il decreto Bersani. Si tratta di definire con chiarezza il ruolo e le competenze dei liberi professionisti all’interno delle moderne dinamiche del mercato“.