L’Oua favorevole al decreto sulla compensazione dei crediti

La notizia della firma del decreto, da parte del ministro della Giustizia Andrea Orlando, che disciplina le modalità di compensazione dei crediti vantati dagli avvocati per l’attività svolta a seguito di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, ovviamente mediante sgravi fiscali, è stata accolta favorevolmente e con soddisfazione dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura.

Ad esprimere il proprio pensiero favorevole è stata in prima persona Mirella Casiello, presidente Oua, la quale ha dichiarato: “Questa è la conclusione positiva di una iniziativa che ha visto la decisa mobilitazione dell’OUA, dell’Avvocatura tutta, sotto il forte impulso della Commissione patrocinio a spese dello Stato, coordinata da Alberto Vigani. Una proposta che ha avuto una grande attenzione dal ministro Orlando, che chiaramente ringraziamo per aver risposto concretamente a una richiesta che non solo tutela gli avvocati che esercitano questo servizio, ma che valorizza lo stesso patrocinio a spese dello Stato, uno degli snodi fondamentali del servizio giustizia per i cittadini con maggiori difficoltà economiche. Avanti così, sono ancora molti i problemi da affrontare, diversi i ddl avanzati dall’OUA, tra questi solo per citarne alcuni, quelli che nei giorni scorsi sono stati presentati alla Camera sull’equo compenso e per l’estensione sempre del patrocinio senza limiti di reddito ai minori e ai disabili”.

Vera MORETTI

L’Oua soddisfatto del decreto Legge sulla geografia giudiziaria

L’Oua ha accolto con delusione il decreto di Legge in via di approvazione che introduce una delega all’Esecutivo per alzare il livello di efficienza del processo civile, anche se qualche speranza è stata invece portata da un altro decreto legislativo riguardante la geografia giudiziaria, che potrebbe portare alla riapertura di alcune sedi di tribunali ora chiuse.

Nicola Marino, presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, ha commentato così queste decisioni: “La prima notizia dimostra l’incapacità di ripensare la Giustizia, attraverso una riforma complessiva e organica. È sempre la stessa “minestra riscaldata” che ci viene riproposta da diversi anni: ci risiamo con il giudice unico in appello e con la motivazione a pagamento, l’obiettivo è trasformare il processo civile in una corsa ad ostacoli per i cittadini. Ancora una volta le proposte del ddl del Governo, che abbiamo letto sui giornali, si riducono a una compressione del diritto di difesa, come se non bastasse già l’aumento sproporzionato del contributo unificato o le modalità di introduzione della mediazione obbligatoria. È evidente che manca la volontà politica di intervenire sulla macchina giudiziaria in generale e, quindi, sui veri problemi del civile. Il tempo del cambiamento, purtroppo è ancora lontano“.

Soddisfazione invece per quanto riguarda la questione della geografia giudiziaria, riguardo ai quali Marino ha voluto rocordare i tribunali rimasti chiusi: “Si tratterebbe dei Tribunali di Rossano, Lucera, Vigevano, Nicosia (con accorpamento di Mistretta), Alba, Bassano del Grappa, Pinerolo, Chiavari, Sanremo e Sala Consilina. Positivo anche l’impegno affinché ci sia un intervento rispetto al nodo delle sezioni distaccate, con riferimento sia a quelle impropriamente cessate, nonostante avessero indici elevati di sopravvenienza, sia a quelle soggette a particolari situazioni geografiche, come quelle delle isole di Ischia, Lipari e Portoferraio“.

Vera MORETTI

L’Oua mette in guardia dal contratto di convivenza

Il contratto di convivenza proposto dal Consiglio del Notariato è stato commentato da Nicola Marino, presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, il quale ha voluto mettere in guardia, perché si potrebbe correre il rischio di “creare confusione nella testa dei cittadini“.

Ciò che viene contestato è l’open day proposto dai notai, che sembra voler ridurre la questione, assai spinosa, ad una problematica facile da risolvere.

Continua Marino: “Regolare il nodo delle coppie di fatto è importante, per questa ragione da un lato è necessaria una legge, dall’altro serve un confronto con gli avvocati per dare un segnale chiaro, ma anche certezze ai milioni di italiani che chiedono soluzioni“.

L’avvocatura, per non farsi trovare impreparata, ha formulato una serie di proposte che potrebbero semplificare la vita ai cittadini, senza però scorciatoie fuorvianti.

Marino, inoltre, auspica che non ci sia alcun monopolio sulla questione ma che, al contrario, si collabori per supportare i cittadini che ne fanno richiesta.

Vera MORETTI

In mille alla manifestazione nazionale dell’avvocatura

Ha avuto luogo a Roma, il 30 maggio, presso l’Ergife, la manifestazione nazionale dell’avvocatura, indetta dall’Oua, l’Organismo Unitario dell’avvocatura, ovvero la rappresentanza politica forense.

A partecipare, sono stati avvocatidi tutti i Fori, Comitati cittadini, Sindacati dei lavoratori (Flp e Cgil), Sindaci e Parlamentari nazionali e europei, per un totale di 1000 presenze.

Tra gli altri, era presente anche Andrea Mascherin, segretario del Cnf, e Valter Militi, consigliere d’amministrazione della Cassa Forense.
Per le associazioni: l’Aiga con Alfredo Serra e l’Anai con Maurizio de Tilla.
Per il Coordinamento nazionale dei Fori Minori, Walter Pompeo.

Durante i lavori, hanno preso la parola la vice presidente del Parlamento Europeo, Roberta Angelilli, il componente della Commissione Giustizia del Senato, Lucio Malan (Pdl) e la componente della Commissione Giustizia della Camera Maria Greco (Pd).
Per la magistratura, il vice presidente dell’Anm Valerio Savio.

La fine dell’incontro ha coinciso con l’intervento di Nicola Marino, presidente dell’Oua: “Una bella giornata, di protesta ma anche di proposta. È ora di dire basta ai luoghi comuni sugli avvocati, noi vogliamo la riforma della geografia giudiziaria perché la situazione attuale è oggettivamente datata. Oggi possiamo finalmente registrare anche la buona risposta della Politica, dei parlamentari di centro, destra e sinistra. Ma è da sottolineare anche l’attenzione mostrata dal Ministro Cancellieri, la quale, pur dichiarando che la riforma va avanti, ha ammesso che necessita di correzioni. Allo stesso modo, è da sottolineare la disponibilità al confronto del sottosegretario Berretta e Ferri: sono tutti passi in avanti rispetto all’impermeabilità dell’ex ministro Severino. La verità è che chi difende questo provvedimento lo fa per conformismo, e spesso per tutelare interessi particolari, non perché sia davvero utile al sistema-giustizia. Infine arriva una richiesta chiara: serve un intervento urgente sui parametri correttivi dei compensi, serve il via libera al decreto correttivo. La categoria è allo stremo“.

Vera MORETTI

L’OUA contrario alla modifica all’articolo 38 relativo ai minori

L’Organismo Unitario dell’Avvocatura e dal Consiglio dell’Ordine Forense hanno organizzato un convegno a Roma, presso il Palazzo di Giustizia, per discutere circa la modifica dell’articolo 38 delle disposizioni di attuazione del codice civile, relativo ai minori.

Ad aprire l’incontro è stato Nicola Marino, presidente dell’OUA, insieme a Mauro Vaglio, presidente dell’ordine degli avvocati romani.
Con loro, ad introdurre le tematiche da affrontare, c’erano Graziella Algeri coordinatore Commissione Famiglia OUA e Alessandra Gabbani, componente della Commissione Famiglia dell’Oua.
Nel corso della giornata, sono stati fatti alcuni interventi da Matteo Santini, coordinatore del Progetto Famiglia, Minori, Immigrazione dell’ordine di Roma, Marina Marino, presidente dell’Aiaf Lazio e Rita Perchiazzi segretaria dell’Unione nazionale Camere Minorili.

Il presidente dell’OUA, al termine del convegno, ha voluto ribadire l’importanza dell’incontro “per costruire la giusta sensibilità su un tema di grande importanza, purtroppo, troppo spesso dimenticato. L’Oua in più occasioni e in più sedi ha sollevato diversi problemi e avanzato spunti concreti, anche grazie al lavoro della Commissione Famiglia e, come dimostra la giornata di oggi, alla forte collaborazione con l’ordine capitolino. Con il presidente Mauro Vaglio su questi temi ci sono molti punti di contatto che saranno la base per future iniziative“.

Per quanto riguarda le tematiche discusse, Nicola Marino ha voluto affermare la sua contrarietà alla modifica all’articolo 38, giudicando “inaccettabile” il mantenimento del Tribunale dei minori attuale, come anche l’affidamento ai magistrati ordinari di alcune materie delicate e cruciali.

Secondo Graziella Algeri “il nodo vero è l’inadeguatezza complessiva della legislazione e dello stesso tribunale per i minori ma anche l’evidente contrasto con l’Europa. Il nostro Paese, oltre alla modifica dei provvedimenti sopra citati deve anche puntare a colmare il vuoto legislativo sulle modalità dell’ascolto dei minori e sull’introduzione e identificazione della figura del mediatore familiare“.

Vera MORETTI

L’OUA scrive a Giorgio Napolitano

L’OUA, dopo aver preso visione del decreto proposto dal Governo Monti che disciplina il risarcimento del danno alla persona di non lieve entità in tema di circolazione stradale applicabile anche alle vittime della malasanità, ha deciso di intervenire con una lettera, diretta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Il motivo è semplice: il decreto in questione prevede il taglio di quasi il 50% dei risarcimenti del danno alla persona.
Secondo l’Organismo Unitario dell’Avvocatura questo provvedimento danneggerebbe le vittime per, invece, favorire le assicurazioni.

Per questo motivo, Nicola Marino, presidente dell‘OUA, ha voluto rivolgere un appello al presidente della Repubblica:
L’Oua ripone nel Capo dello Stato la massima fiducia. Gli avvocati, infatti, sono certi che, si opporrà con energia all’iniquo e scellerato decreto predisposto, invero illegittimamente, dal Governo Monti. Ci riferiamo alla tabella che taglia i risarcimenti dei danni alla persona e che riduce del 50 % e anche più quelli spettanti ai macrolesi. Non chiuda Signor Presidente il suo settennato avallando un simile provvedimento volto solo a favorire gli interessi economici della assicurazioni, calpestando i diritti garantiti dalla Costituzione che Ella ha sempre strenuamente difeso. Non firmi il decreto Signor Presidente“.

Vera MORETTI

L’Oua chiede la soppressione del Tribunale dei Minori

Le attese da parte dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua), relativamente al tribunale dei minori, sono state deluse.
Nonostante, infatti, fosse stato richiesto, da più parti, una riforma che riguardasse la tutela della famiglia e dei minori, ciò non è accaduto.

E, a proposito, della modifica dell’articolo 38, Nicola Marino, presidente Oua, ha dichiarato: “La tutela della famiglia e dei minori rende necessaria una riforma, più volte disattesa, volta ad individuare un organo dotato di specifica giurisdizione per tutte le controversie attinenti a queste materie. Il nuovo testo, invece, dopo avere delimitato i giudizi di competenza del tribunale per i minorenni, che rimane in piedi con tutte le sue incongruenze e con un rapporto costi-benefici a perdere (e molte presidenze in gioco che andrebbero eliminate), stabilisce la competenza del tribunale ordinario solo su alcune specifiche questioni, creando, oltretutto un assurdo dualismo“.

E la possibilità che, a discutere una causa di famiglia, possa essere un giudice non “specialista”, fa tremare e fa discutere.
Così come rende ancora più necessaria una Riforma complessiva che comprenda la soppressione del Tribunale dei Minori.

Marino, per concludere, ha ribadito: “Servono interventi seri e adeguati: la nostra proposta è l’istituzione di sezioni specializzate per la famiglia e i minori presso ogni Tribunale ordinario. Questo provvedimento consentirebbe una più rapida riforma ordinamentale, la semplificazione dei riti e delle competenze, non implicherebbe alcun onere aggiuntivo e garantirebbe infine l’attuazione dei principi del giusto processo. Alle forze politiche chiediamo un impegno preciso, affinché nel prossimo Parlamento si facciano le necessarie modifiche”.

Vera MORETTI

L’Oua dice no all’obbligo di mediazione

La bocciatura sulla possible reintroduzione dell’obbligatorietà della mediazione è stata accolta con pine asoddisfazione dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua).

Questa possibilità era già stata accolta con pollice verso dalla Consulta dopo un ricorso presentato dall’Oua e da diversi ordini forensi.
Dall’Avvocatura si sostiene che questa decisione sia stata presa al fine di tutelare la decisione della Consulta ma anche per evitare il pericolo di privatizzazione della macchina giudiziaria.

Se la proposta fosse passata, a parere dell’Oua sarebbe stato difficile attuarla, soprattutto per la sua onerosità e per la mancanza di indipendenza delle camere di conciliazione private, per non parlare dell’inidoneità di gran parte dei mediatori, nonché della speculazione che si è scatenata nel settore e gli ostacoli all’accesso libero del cittadino alla giustizia.

Questo meccanismo, obbligatorio e costoso, unico in Europa, è, oltretutto, ancora sub judice della Corte di Giustizia Europea.
Per questi motivi l’Oua chiede di partire, piuttosto, dalle decisioni del Congresso Forense di Bari, appena conclusosi, per trovare soluzioni ragionevoli per implementare davvero una media-conciliazione volontaria e di qualità.

Vera MORETTI

Media conciliazione, il parere dell’OUA

 

Si dicono soddisfatti per il successo ottenuto con la dichiarata incostituzionalità, da parte della Corte Costituzionale, della normativa sull’obbligatorietà del ricorso alla media-conciliazione. Sono gli avvocati dell’OUA, Organismo Unitario dell’Avvocatura, che per primi hanno votato contro il provvedimento contenuto nel Decreto di Stabilità.

Infoiva ha intervistato il suo Presidente, l’avvocato Maurizio de Tilla, per far luce sui limiti e le idiosincrasie interne di un provvedimento che ha lasciato moltissime perplessità tra professionisti e addetti ai lavori, anche se, come sottolinea de Tilla, “è necessario più che mai implementare forme stragiudiziali di risoluzione delle controversie”.

Avv. de Tilla, lei come valuta il pronunciamento della Consulta che ha dichiarato illegittima la normativa sull’obbligatorietà del ricorso alla media-conciliazione nelle controversie tra privati?
Siamo stati noi a fare ricorso al Tar, il Tar è ricorso alla Corte Costituzionale, la quale ha dichiarato incostituzionale l’obbligatorietà del ricorso alla media-conciliazione, e quindi per noi si tratta di un successo e una vittoria nei confronti di un provvedimento che non aveva avuto successo. A mio avviso non è questa la strada per procedere nell’implementazione della conciliazione, non bisogna perseguire la strada dell’obbligatorietà, ma va percorsa al contrario la strada della formazione, anche a livello universitario, di inserimento all’interno della formazione dei giovani di una cultura conciliativa.

Ma cos’era sbagliato nel procedimento della media-conciliazione?
Era sbagliato per i costi eccessivi, era sbagliato per la dipendenza di alcune camere di conciliazione, e ancora perché non si è dato il tempo di attrezzare e formare dei mediatori competenti e capaci. E ancora era sbagliato perché erano state inserite materie che difficilmente era possibile portare in Camera di conciliazione, come la successione, la divisione, la responsabilità medica, diffamazione, si tratta di materie fortemente contenziose che richiedono un’altissima professionalità da parte del mediatore; e infine va sottolineato che in Italia ci sono 40 mila mediatori, 1000 camere di conciliazione e gente improvvisata che dopo un corso di poche ore si dichiara competente in una materia dove ci vogliono 10 o 15 anni di approfondimento e studio. L’impostazione era completamente sbagliata e coercitiva, e non solo: la media conciliazione rischia di incidere negativamente sulla successiva causa.

Ma è vero che gli avvocati ci guadagnano da questo stop?
Gli avvocati non ci guadagnano e non ci perdono, perché gli avvocati nella media conciliazione hanno assistito gratuitamente i cittadini quelle poche volte che i cittadini sono andati in media conciliazione. L’avvocato guadagna se si decide un processo immediato e se accredita la sua posizione, ma se il processo dura 10 anni, l’avvocato non ci guadagna. Il processo dev’essere celere, il Giudice deve cercare di conciliare le parti per arrivare al più presto ad una soluzione: ma la procedura della media-conciliazione così fatta e così impostata a nostro avviso si è rivelata solamente una speculazione da parte di coloro che hanno pensato di intraprendere una professione alternativa.

A tal proposito, la media-conciliazione ha dato vita a nuove figure professionali, i mediatori, che ora, pur avendo investito tempo e denaro in questa direzione, si trovano senza lavoro. Quale sarà il loro destino?
Il mediatore è un professionista di alta caratura professionale, è un professionista che deve avere una forte esperienza e conoscenza della materia che andrà a trattare. Non è un lavoro precario, un lavoro che si improvvisa, e quindi tutti coloro che hanno pensato di trovare un lavoro attraverso questa forma, portando i cittadini davanti alle Camere di Conciliazione hanno sbagliato, sono stati mal consigliati, hanno sbagliato a spendere migliaia di euro investendo in corsi di formazione. E’ un po’ come se uno dicesse: anziché la laurea in Giurisprudenza di 5 anni, mi faccio 3 mesi di corso di formazione online. Il mediatore deve possedere un bagaglio precedente culturale e formativo di grande specializzazione: solo allora si potranno costituire delle vere Camere di Conciliazione.

Secondo i fautori della media conciliazione, questa sarebbe uno strumento per snellire la gestione delle centinaia di migliaia di cause pendenti: ora che potrebbe scomparire, quali altre vie suggerirebbe per favorire questo snellimento?
Di vie di soluzione ne abbiamo tante: una di queste potrebbe essere prevedere una conciliazione partecipata dagli avvocati, che possono autenticare il verbale. O ancora un’altra soluzione potrebbe essere quella di implementare la conciliazione telematica per quante riguarda le controversie di valore più esiguo, un procedimento più agevole per i cittadini e il cui costo è molto ridotto se non pari a zero. E poi fare i processi, spendere qualcosa per la Giustizia e soprattutto limitare il contenzioso : noi abbiamo messo a disposizione una task force 10 mila avvocati che potrebbero portare a compimento più di 2 milioni di processi arretrati. Ma la strada è ancora lunga.

 

Alessia CASIRAGHI

Esito positivo per il tavolo tecnico delle associazioni forensi

Con la presenza di tutte le associazioni forensi, come Aiga, Anf, Camere civili, Camere penali, della Cassa forense e dell’Oua, Organismo unitario dell’Avvocatura, si è tenuto, presso il Ministero della Giustizia, il tavolo tecnico che dovrebbe portare alla riforma dell’avvocatura.

Il presidente dell’Oua, Maurizio De Tilla, si è detto soddisfatto dell’incontro, soprattutto per quanto riguarda i progressi compiuti in materia di riforma, che dovrebbero scaturire in un decreto o in un emendamento al disegno di legge, ora in esame alla Camera.

Si tratta, secondo De Tilla, di importanti novità, che dimostrano “la volontà politica del ministro Severino di andare avanti e che raccolgono la richiesta unanime dell’avvocatura sulla necessità di mettere un punto finale sulla crescita esponenziale di avvocati nel nostro Paese: già oltre 230mila“.

Anche il Ministero dell’Università è stato coinvolto in questa “tavola rotonda”, per capire se ci sono i presupposti per una modifica del corso di laurea, dopo la proposta unitaria, da parte dell’avvocatura, del numero programmato all’università. Provvedimento che, secondo il presidente Oua, rappresenterebbe “un provvedimento epocale per il futuro della professione di avvocato“.

Vera MORETTI