Cartelle esattoriali: allo studio il maxi condono fiscale. Le ipotesi

Iniziano a trapelare le prime informazioni su quelli che saranno i primi provvedimenti del prossimo governo. Tra le promesse elettorali c’era la pace fiscale e proprio in merito a questa ci sono le prime indiscrezioni. Vediamo cosa potrebbe profilarsi.

Le ipotesi di maxi condono fiscale

Ad annunciare la sanatoria, o condono fiscale, è stato Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d’Italia. Non c’è una sola ipotesi in ballo, ma diverse, cercheremo quindi di delinerare i tratti delle varie possibilità.

Già nei giorni passati avevamo parlato di una rottamazione quater, ma ora iniziano a delinearsi meglio i dettagli.

La prima ipotesi in circolo riguarda i debiti fiscali inferiori a 1.000 euro che potrebbero essere cancellati, ecco perché si parla di stralcio.

La seconda ipotesi possibile è uno stralcio al 20% delle cartelle esattoriali di importo compreso tra 1.000 e 3.500 euro. In particolare il contribuente dovrebbe pagare solo il 20% del debito fiscale, mentre l’80% dovrebbe essere condonato. Da quanto trapela questi importi dovrebbero essere pagati in breve tempo, senza rateizzazioni, dovrebbero quindi consentire di fare cassa.

Sanzioni ridotte per le cartelle esattoriali superiori a 3.500 euro

Per le cartelle di importo superiore a 3.500 euro invece sarebbe previsto un mini condono, cioè l’applicazione all’importo iniziale di una maggiorazione solo del 5% senza ulteriori sanzioni. In questo caso verrebbe applicata in automatico una rateizzazione degli importi in 10 anni.

Secondo le indicazioni di Maurizio Leo, si tratterebbe di misure una tantum finanziate con l’extra gettito fiscale derivante dal caro bollette. Precisa però il responsabile economico di Fratelli d’Italia che per definire meglio il condono fiscale è necessario attendere il NADEF, la nota di aggiornamento al DEF ( Documento Economico Finanziario). Dalle prime indiscrezioni,  sembra sia disponibile un tesoretto da 20 miliardi, di questi 10 dovrebbero andare al contrasto dei rincari delle bollette.

Non è ancora nota la portata di questi provvedimenti che ad ora sono solo ipotesi, infatti non è stato delineato l’arco temporale interessato e se nel maxi condono fiscale o rottamazione quater dovrebbero rientrare anche le cartelle esattoriali che sono state oggetto di rottamazione ter e saldo e stralcio da cui i contribuenti sono decaduti per non aver rispettato i termini.

L’obiettivo del maxi condono fiscale sarebbe migliorare i rapporti tra fisco e contribuenti aprendo una nuova era caratterizzata dalla reciproca fiducia.

Per quanto riguarda i tempi, ricordiamo che solo il 13 ottobre vi sarà la prima seduta del Parlamento, stringendo al massimo i tempi, il 15 potrebbe esservi la designazione dei presidenti di Camera e Senato e subito dopo la convocazione del potenziale Presidente del Consiglio. La formazione del governo potrebbe però essere più difficile del previsto visto i primi screzi che sembrano esservi con la Lega.

Definizione agevolata liti tributarie pendenti. I moduli per la domanda

Il 16 settembre 2022 sono entrate in vigore le nuove norme sul contenzioso tribiutario, tra queste vi è la definizione agevolata per le controversie pendenti davanti alla Corte di Cassazione. Con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, sono stati resi noti i modelli per richiedere di aderire alla pace fiscale.

In quali casi può essere chiesta la definizione agevolata per la pace fiscale?

La definizione agevolata può essere considerata una sorta di pace fiscale, sebbene la stessa sia limitata alle sole controversie pendenti davanti alla Corte di Cassazione e nelle quali il contribuente in due gradi o in almeno in un grado di giudizio sia risultato vincitore e di conseguenza l’Agenzia sia risultata soccombente.

Per capire per quali procedimenti è possibile richiedere la definizione agevolata, si può leggere l’articolo:

Pace fiscale e definizione agevolata nella riforma del processo tributario

La definizione agevolata può essere richiesta nei giudizi nei quali l’Agenzia delle Entrate:

  • risulti soccombente integralmente in tutti i precedenti gradi di giudizio e nel caso in cui la controversia non abbia valore superiore a 100.000 euro. In questo caso aderendo alla procedura il contribuente può liberarsi versando il 5% del valore della lite;
  • risulti soccombente in tutto o in parte in uno dei gradi di merito, quindi davanti alla Commissione Tributaria Provinciale O davanti alla Commissione Tributaria Regionale. In questo caso la definizione agevolata può essere richiesta se il valore della lite non supera i 50.000 euro e versando il 20% del valore della lite.

Leggi anche: Tax compliance: cos’è e quali benefici ci sono per i cittadini e per il Fisco?

Come presentare la domanda per la definizione agevolata delle controversie pendenti?

Appare evidente che per il contribuente addivenire alla definizione agevolata della lite potrebbe essere controproducente, ad esempio nel caso in cui anche davanti alla Corte di Cassazione dovesse risultare vincitore, ecco perché la procedura deve essere richiesta dalla parte. La domanda deve essere proposta entro il 16 gennaio 2023. L’istanza deve essere inviata all’indirizzo di posta elettronica certificata dell’ufficio che è parte nel giudizio di merito, utilizzando esclusivamente il modulo che alleghiamo in fondo all’articolo.

In allegato il lettore può trovare anche le istruzioni per la compilazione del modulo. Nel caso in cui il contribuente abbia in corso diversi procedimenti che in teoria potrebbero essere conclusi con la definizione agevolata, deve presentare per ogni controversia una separata istanza allegando anche la copia del documento di identità e soprattutto la ricevuta del pagamento di quanto dovuto. Il pagamento deve avvenire con il modello F24. Avvisiamo il contribuente che ancora non sono noti i codici tributo da utilizzare. Gli stessi saranno rilasciati a breve, probabilmente in settimana, solo nel momento in cui saranno resi noti i codici tributo sarà possibile procedere al pagamento delle somme dovute per la definizione agevolata.

Modello domanda definizione agevolata

Istruzioni per la compilazione

Rottamazione quater per le cartelle esattoriali nei primi 100 giorni di governo

La rottamazione quater è uno dei provvedimenti di pace fiscale che alcuni partiti stanno promuovendo e sia Fratelli d’Italia, sia la Lega propongono questo provvedimento nei primi 100 giorni di Governo. Ecco le proposte.

Ci sarà la rottamazione quater delle cartelle esattoriali?

La Lega parte dalla rottamazione ter, questo provvedimento contenuto nell’articolo 3 del decreto legge 119 del 2018 ha previsto il pagamento agevolato per le cartelle esattoriali emesse fino al 31 dicembre 2017. Questo vuol dire che per gli anni successivi il pagamento è stato ordinario con applicazione di tassi di interesse e sanzioni. La Lega propone quindi un nuovo provvedimento di pace fiscale, denominato Rottamazione Quater il cui obiettivo è arrivare alla definizione agevolata per le cartelle esattoriali che sono rimaste fuori dai precedenti provvedimenti.

Un discorso più articolato è invece quello proposto da Maurizio Leo, responsabile del dipartimento Economia e Finanza di Fratelli d’Italia propone per i contribuenti che non abbiano ancora ricevuto le cartelle esattoriali la possibilità di usufruire per i debiti fiscali di una dilazione lunga, fino a 5 anni, senza applicazione di interessi e con una sanzione ridotta al 5%.

La proposta prevede anche lo stralcio delle cartelle esattoriali di piccolo importo ( fino a 1.000 euro) antecedenti al 2015, quindi cartelle per le quali non si è provveduto alla pace fiscale.

Ricordiamo che con la riforma del processo tributario si è provveduto anche alla definizione agevolata per debiti fiscali sottoposti al giudizio della Corte di Cassazione, per conoscere i dettagli, leggi l’articolo:

Pace fiscale e definizione agevolata nella riforma del processo tributario.

Contrasto all’evasione e semplificazione degli adempimenti

Per quanto riguarda invece i partiti del centro- sinistra l’obiettivo è contrastare soprattutto l’evasione fiscale andando ad agire sugli strumenti a disposizione dell’amministrazione fiscale per contrastare gli illeciti. Il M5S all’interno dell’alleanza di centro- sinistra propone una maxi rateazione.

Il terzo polo (Renzi- Calenda) punta invece alla semplificazione degli adempimenti fiscali e contemporaneamente nel contrasto all’evasione, non si dimentichi che ad oggi l’evasione stimata è di 110 miliardi l’anno.

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Avvisi bonari Agenzia delle Entrate: si accorciano i termini di pagamento

La riforma della Giustizia Tributaria è legge: le principali novità

Il MEF con il comunicato stampa 147 del 9 agosto 2022 annuncia l’approvazione della riforma della giustizia tributaria. Ecco le principali novità che interesseranno tutti i cittadini.

Riforma della Giustizia tributaria e definizione agevolata

Il disegno di legge per la riforma della giustizia tributaria è frutto del lavoro del Ministro dell’Economia Daniele Franco e della Ministra della Giustizia Cartabia. L’obiettivo è rendere più celere la gestione del contenzioso tributario, in modo da raggiungere gli obiettivi previsti dal Pnrr.

Tra gli obiettivi vi è la riduzione del contenzioso tributario e di tutto il carico già accumulato davanti alla Corte di Cassazione. Per raggiungerlo, nella riforma è prevista una sorta di pace fiscale con la definizione agevolata delle controversie in cui nei primi gradi l’Agenzia delle Entrate sia già soccombente.

Per saperne di più e capire se puoi accedere alla definizione agevolata, leggi l’articolo: Pace fiscale e definizione agevolata nella riforma del processo tributario.

Aperta la strada per il nuovo concorso in magistratura: nasce il giudice tributario

Al fine di definire più velocemente il contenzioso tributario nasce la figura del giudice tributario, per questo ruolo è prevista l’indizione di un concorso per il reclutamento di 576 giudici. Nel frattempo tale ruolo spetta a 100 giudici togati attualmente in ruolo, di questi 50 provengono dalla magistratura ordinaria e 50 dalle altre magistrature. Questi potranno transitare definitivamente al ruolo di giudice tributario.

Sempre al fine di ridurre il contenzioso si rafforza l’istituto della conciliazione e le cause di modico valore sono affidate al giudice monocratico. Attualmente il contenzioso tributario prevede il primo grado davanti alla Commissione tributaria provinciale e il secondo davanti alla Commissione tributaria regionale

Viene quindi rafforzato l’organo di autogoverno dei giudici tributari e si provvede alla nascita dell’Ufficio ispettivo e dell’Ufficio del massimario nazionale dove sono raccolte tutte le sentenze/pronunce in materia tributaria.

Ricordiamo che nella circolare 21/E dell’Agenzia delle Entrate era già precisato che l’Agenzia delle Entrate nell’avviare un contenzioso deve prestare attenzione alle pronunce diventate definitive ed evitare di avviare un giudizio in materie/ su questioni in cui sia già risultata soccombente. In tale ottica l’Ufficio del massimario diventa molto importante ed è anche presidio di tutela per i contribuenti.

Pace fiscale e definizione agevolata nella riforma del processo tributario

Il Parlamento è ai titoli di coda, ma sta continuando a lavorare su quelli che erano i provvedimenti già avviati. Tra questi vi è la riforma della giustizia tributaria e proprio dall’esame del Disegno di Legge arriva un’importante novità. Si tratta della definizione agevolata delle liti in corso che però si trasforma in una vera e propria pace fiscale per migliaia di contribuenti. Ecco di cosa si tratta.

Pace fiscale: il 9 agosto il disegno di legge arriva alla Camera per l’approvazione definitiva

La prima cosa da sottolineare è che la riforma del processo tributario ha già passato il vaglio delle commissioni Finanza e Giustizia del Senato e del Senato stesso. Il 9 agosto sarà alla Camera per il Sì definitivo. Di fatto è difficile che vi siano ulteriori modifiche oppure il cambio completo della struttura. Questo vuol dire che le novità che stiamo annunciando saranno con una probabilità molto elevata presto vigenti.

Visto l’ambito in cui ci stiamo muovendo è ovvio che non stiamo parlando della pace fiscale con rottamazione quater che tutti stanno aspettando e che a questo punto potrà essere varata solo dal nuovo Parlamento/Governo, la novità infatti riguarderà solo il processo tributario.

La nuova pace fiscale o definizione agevolata delle controversie: limiti di applicazione

Definito il campo, vediamo i confini della nuova pace fiscale o meglio definizione agevolata. Secondo il nuovo testo, nel caso in cui sia pendente un processo tributario e nei primi due gradi di giudizio (commissione tributaria provinciale e regionale) l’Agenzia delle Entrate sia risultata soccombente, nel grado in Cassazione sarà possibile cancellare le liti pagando il 5% del dovuto. Ciò per valori di lite fino a 100.000 euro. Tale norma dovrebbe trovare applicazione solo per le controversie già pendenti davanti alla Corte di Cassazione alla data del 15 luglio 2022.

Nel caso in cui ci siano stati due gradi di giudizio e l’amministrazione finanziaria/Agenzia delle Entrate sia risultata in tutto o in parte soccombente per un grado di giudizio, per le liti fino a 50.000 euro sarà possibile richiedere la definizione agevolata. In questo caso è previsto il pagamento del 20% dell’ammontare. La norma trova applicazione indipendentemente dal fatto che la lite fosse pendente davanti alla Corte di Cassazione alla data del 15 luglio 2022.

Il comma 3 dell’articolo 5 della riforma del processo tributario precisa altresì che possono proporre la domanda per la definizione agevolata/pace fiscale i soggetti che hanno proposto l’atto introduttivo del giudizio o chi vi sono subentrati o ne hanno la legittimazione.

Ci sarà l’eliminazione dell’ingorgo giudiziario?

Secondo le stime questo provvedimento dovrebbe portare al taglio del 50% del contenzioso davanti alla Corte di Cassazione con uno stralcio di 23.000 fascicoli. In realtà è difficile definire quanto possa essere attrattiva questa riforma. Infatti un contribuente che ha già vinto due gradi di giudizio può essere portato a pensare che risulterà non soccombente anche davanti alla Corte di Cassazione e allora: perché pagare il 5%?. Diverso è il caso in cui l’Agenzia sia risultata soccombente in un solo grado, infatti in questo caso vi è un più elevato profilo di rischio di soccombenza per il contribuente

Rottamazione Ter e Saldo e Stralcio: le scadenze del 31 luglio

La rottamazione ter e il saldo e stralcio sono stati provvedimenti di pace fiscale e mentre ancora si invoca la rottamazione quater sono in scadenza le rate dei vecchi provvedimenti. La nuova data da tenere in mente è il 31 luglio 2022 con termine finale il giorno 8 agosto 2022. Ecco chi deve pagare entro questa data.

Rottamazione Ter e Saldo e Stralcio: chi deve pagare entro il 31 luglio/8 agosto?

Il covid ha portato notevoli difficoltà ai contribuenti che hanno visto drasticamente ridursi le loro entrate. Sono in molti coloro che, pur avendo optato negli anni precedenti per i provvedimenti di pace fiscale, come la Rottamazione Ter e il Saldo e Stralcio non sono riusciti comunque a far fronte ai pagamenti nei termini previsti. Per loro sono state previste ulteriori proroghe dal decreto Sostegni Ter. In particolare per le rate in scadenza nel 2020 era previsto il pagamento entro il 30 aprile 2022, mentre coloro che avevano in scadenza le rate nel 2021 hanno potuto beneficiare di una proroga più lunga infatti dovranno pagare entro il 31 luglio 2022.

Sappiamo però che il Fisco per le varie scadenze prevede 5 giorni di tolleranza (art. 3, comma 14-bis, D.L. n. 119/2018 ). I giorni di tolleranza non tengono conto anche dei festivi, ecco perché facendo tutti i calcoli ci si accorge che il termine ultimo entro il quale effettuare il pagamento delle rate scadute nel 2021 della Rottamazione Ter e del Saldo e Stralcio cade lunedì 8 agosto 2022.

L’ultima data disponibile è infine quella del 30 novembre 2022 da utilizzare per le rate in scadenza nel 2022.

Come effettuare il pagamento in scadenza il giorno 8 luglio?

Ricordiamo che il decreto Sostegni Ter ha anche provveduto a estinguere tutte le procedure esecutive eventualmente già avviate e relative a rate non pagate nel 2021, salva l’acquisizione definitiva di somme avvenuta prima del 27 gennaio 2022.

Il pagamento può avvenire con i bollettini già inviati dall’Agenzia delle Entrate al momento dell’approvazione del provvedimento di pace fiscale. Qualora i bollettini siano stati persi  è possibile richiederli all’Agenzia Entrate e Riscossioni.

A questo proposito ricordiamo che ora sono disponibili molteplici strumenti online che consentono di gestire i rapporti con il Fisco in modo agevole.

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Le somme possono invece essere versate con molteplici sistemi come:

  • attraverso la propria banca, anche con internet banking;
  • all’ufficio postale;
  • in tabaccheria con Sisal, Lottomatica e Banca 5 Spa;
  • direttamente dal sito dell’Agenzia delle Entrate, accedendo alla propria area personale;
  • con piattaforma PagoPA;
  • con App Equiclick;
  • sportelli ATM abilitati.

Ricordiamo, infine, che questi debiti fiscali possono essere portati in compensazione attraverso i propri crediti fiscali, ad esempio nel caso in cui il contribuente abbia maturato un credito di imposta. In questo caso è bene conoscere il codice tributo del proprio credito di imposta.

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Quali sono tutte le misure di pace fiscale con accesso alla definizione agevolata

In Italia i contribuenti che hanno i debiti fiscali pregressi con il Fisco possono saldare il dovuto, sotto certe condizioni, senza l’applicazione degli interessi dovuti ai sensi di legge. E nemmeno senza l’applicazione di sanzioni amministrative.

Tutto ciò è possibile, in particolare, grazie alle misure di definizione agevolata che rientrano nella cosiddetta pace fiscale. E che, nello specifico, sono state introdotte con il decreto legge numero 119 del 2018.

Vediamo allora, nel dettaglio, quali sono tutte le misure di pace fiscale proprio con l’accesso alla definizione agevolata. E con la possibilità di sanare la propria posizione fiscale in maniera agevolata non solo per i debiti fiscali pregressi, ma anche per gli atti, per le irregolarità formali e per altri adempimenti.

Quali sono tutte le misure con accesso alla definizione agevolata, dagli atti alle cartelle esattoriali

In particolare, grazie al decreto sulla pace fiscale sopra citato, i contribuenti hanno la possibilità di accedere alla definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento, alla definizione agevolata dei processi verbali di constatazione, ed anche alla definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento per le società e associazioni sportive dilettantistiche.

Inoltre, c’è pure la definizione agevolata delle controversie tributarie, la definizione delle irregolarità formali e la definizione agevolata delle cartelle di pagamento in accordo con quanto si legge sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate.

La definizione agevolata che, numericamente, coinvolge più contribuenti, è quella relativa alle cartelle di pagamento. Vediamo allora di approfondire proprio questa importante misura di pace fiscale.

Come funziona la definizione agevolata delle cartelle di pagamento

Nel dettaglio, la misura di pace fiscale relativa alla definizione agevolata delle cartelle di pagamento è attualmente attiva con la terza finestra di rottamazione delle cartelle esattoriali. Ovverosia, con la rottamazione-ter e saldo e stralcio per la quale, il 9 maggio del 2022, sono scaduti i termini per il versamento delle rate che sono scadute nel 2020. Ovverosia, quelle con la scadenza originaria nel pieno della pandemia di Covid-19.

Come si pagano le cartelle esattoriali della rottamazione ter e saldo e stralcio anche con il lieve inadempimento

Nel rispetto del cosiddetto inadempimento lieve, inoltre, per tutte le scadenze fissate e legate alla rottamazione ter e saldo e stralcio ci sono, rispetto alla scadenza fissata, cinque giorni di tolleranza. Così come è stato disposto dal Decreto legge numero 119 del 2018 in corrispondenza dell’Articolo 3, comma 14-bis.

Cartelle esattoriali rottamazione e saldo e stralcio, alla cassa entro il 9 maggio

Tutte le rate non pagate nel 2020 da parte dei contribuenti che hanno aderito alla rottamazione delle cartelle o al saldo e stralcio, possono essere ancora estinte. Ma occorre prestare attenzione alle scadenze. Infatti sta per arrivare la data ultima per non decadere dai benefici delle due sanatorie.

La scadenza delle rate del 2020 per le sanatorie delle cartelle esattoriali

Entro il 30 aprile prossimo vanno pagate le rate scadute della rottamazione delle cartelle e del saldo e stralcio. È quello che si legge sul quotidiano Italia Oggi ed è quello che specifica il concessionario alla riscossione, cioè l’Agenzia delle Entrate Riscossione. A dire il vero la scadenza del 30 aprile è quella ufficiale, ma ci sarà tempo per onorare il dovuto fino al 9 maggio 2022. Infatti come previsto dalla normativa vigente, il termine di scadenza ha un periodo di 5 giorni di tolleranza che sono giorni lavorativi. Pertanto la scadenza ultima è quella di lunedì 9 maggio 2022.

Cosa devono sapere i contribuenti alle prese con le cartelle di rottamazione ter e saldo e stralcio

Arriva quindi la scadenze della Pace fiscale che aveva promosso dilazioni dal pagamento in misura agevolata con i due famosi provvedimenti del saldo e stralcio e della rottamazione delle cartelle. la scadenza è quella utile a mettersi a posto per quanto riguarda le rate che scadevano nel 2020 e non ancora pagate dai contribuenti indebitati. In pratica si avvicina la scadenza dei termini per i contribuenti i cui piani dilazionati nel 2020 erano stati lasciati in sospeso con tanto di decadenza dal beneficio della rateizzazione. SI tratta di contribuenti che erano decaduti da questi piani agevolati prima che il governo imponesse lo stop alla riscossione a causa dei noti problemi relativi alla pandemia da Coronavirus. Si rammenda che lo stop alla riscossione dovuto alla crisi economica successiva alla pandemia è datata 8 marzo 2020.

Una specie di ripescaggio che adesso va ottemperato

Come è noto, lo stop alla riscossione produsse anche, quello che il quotidiano prima citato chiama ripescaggio. In altri termini, venne offerta ai contribuenti, per evidenti ragioni di sostegno in una fase di grave crisi ed emergenza, la possibilità di poter ripresentare una  richiesta di dilazione, sempre in modalità agevolata, a prescindere dal saldo delle rate scadute. In pratica, ancora agevolazioni nonostante  il precedente piano di pagamento non era stato completato. Infatti, in questa situazione, stando ai dati presenti, sono circa 500.000 contribuenti.

Chi non ha adempiuto alle precedenti scadenze adesso non può sbagliare

Tutti questi indebitati sono quelli che non riuscirono a far fronte alla scadenza del 14 dicembre 2021. Era la scadenza del pagamento delle rate di rottamazione ter e saldo e stralcio per gli anni 2020 e 2021. La decadenza dal beneficio di chi non ha adempiuto alle precedenti scadenze, è venuta meno. Questo grazie ad un intervento del governo che in pratica ha rielaborato il calendario dei pagamenti della Pace fiscale donandogli validità retroattiva.

Le nuove scadenze del calendario

Tutte le rate del 2020, 2021 e 2022 possono ancora essere sanate. E quelle dell’anno 2020 andrebbero in scadenza come già detto entro il 9 maggio prossimo. Sia per la rottamazione ter che per il saldo e stralcio è considerato tempestivo il pagamento a condizione che entro il 30 aprile (9 maggio con la tolleranza di 5 giorni lavorativi),  le rate 2020 vengano saldate.

Quindi, la decadenza dal beneficio corrisposto slitta, come il concessionario ha precisato rispondendo alle FAQ,  dal 31 dicembre 2021 al 30 aprile 2022. Un intervento del governo questo, con due obbiettivi. Infatti, oltre ad agevolare i contribuenti, si mira a rimettere in carreggiata lo Stato. Erario che per via della decadenza dei benefici prima previsti, rischiava un ammanco di introiti rispetto alle previsioni iniziali.

Rottamazione ter e saldo e stralcio: riapertura dei termini per i decaduti

La Rottamazione Ter e il Saldo e Stralcio sono provvedimenti che hanno aiutato coloro che avevano delle pendenze fiscali a porre rimedio alle stesse attraverso una uscita agevolata da tale insolvenza. Molti però hanno avuto difficoltà ad affrontare il piano dei pagamenti, anche a causa della pandemia che ha ridotto notevolmente le entrate delle imprese che in molti casi erano in difficoltà anche prima dell’arrivo della pandemia. Per loro il decreto Sostegni Ter offre una nuova opportunità per non perdere i benefici ottenuti.

Approvato l’emendamento con proroga dei termini per rottamazione ter e saldo e stralcio

Il decreto Sostegni Ter (decreto legge 4/2022) è in fase di conversione in legge e ha già ottenuto l’approvazione in Commissione Bilancio al Senato. Proprio in questa sede è stato proposto un emendamento che offre l’opportunità agli oltre 500.000 contribuenti che non sono riusciti a versare la rata del 14 dicembre di rimettersi in pari attraverso una nuova proroga. L’emendamento in oggetto è stato approvato nella notte del 14 marzo 2022, questo vuol dire che ormai i giochi potrebbero essere già conclusi, anche perché lo stesso in questo momento di difficoltà consentirebbe allo Stato di rimpinguare in breve tempo le casse.

Le rate che possono essere recuperate con la proroga della Rottamazione Ter e del Saldo e Stralcio sono quelle del 2020 e del 2021. Le prime dovranno essere pagate entro il 30 aprile 2022. Per le rate invece scadute nel 2021 il termine per mettersi in pari sarà quello del 31 luglio 2022.

La nuova dilazione di pagamento messa a disposizione fa slittare anche i pagamenti dovuti nel 2022. In particolare le rate in scadenza durante il 2022 potranno essere versate in un’unica soluzione entro il 30 novembre 2022. Questa proroga riguarda quindi anche coloro che avevano la scadenza al 28 febbraio 2022 e non sono riusciti a pagare, costoro, infatti potranno pagare senza perdere i benefici della pace fiscale entro il 30 novembre 2022.

Il decreto Sostegni Ter passa in aula con la proroga della Rottamazione Ter e Saldo e Stralcio

Il decreto Sostegni Ter dopo aver superato il vaglio della Commissione, è ora in Aula, sarà approvato prima al Senato e poi alla Camera. L’iter dovrà concludersi entro il 28 marzo. Difficilmente i testi approvati in Commissione sono poi nuovamente rimessi in discussione in Aula e molto probabilmente il testo sarà blindato dalla Fiducia. Ecco perché le nuove scadenze previste dall’emendamento già approvato saranno con molta probabilità confermate in sede di conversione.

Ricordiamo le nuove date:

  • per le rate scadute nel 2020 il pagamento dovrà avvenire entro il 30 aprile 2022;
  • le rate scadute nel 2021 possono essere pagate entro il 31 luglio;
  • per gli importi in scadenza nel 2022 ci potrà essere il pagamento anche in unica soluzione entro il 30 novembre 2022.

Naturalmente viste le difficoltà e la carenza di liquidità dovuta anche ai maggiori costi di carburanti ed energia, le imprese potrebbero trovarsi comunque in difficoltà, ma appare abbastanza improbabile al termine di questa nuova rateizzazione che siano applicate nuovamente proroghe.

Cartelle esattoriali, nuova pace fiscale in arrivo per chi ha debiti con il Fisco

Pace fiscale in arrivo sulle cartelle esattoriali? Probabilmente questo ciò che molti contribuenti sperano accada visto che ormai i precedenti provvedimenti di sanatoria sono terminati da tempo e soprattutto perché erano provvedimenti che non coprivano tutti i debiti a carico di molti contribuenti.

Una speranza che potrebbe diventare realtà immediatamente, perché c’è chi spinge su un nuovo provvedimento.

Rottamazione ter scaduta, e adesso?

Alla data del 28 febbraio scorso è terminata l’esperienza dei contribuenti italiani con rottamazione ter. Scaduta quindi la sanatoria a cui moltissimi contribuenti hanno aderito. Al momento le Istituzioni lavorano solo sull’estendere la possibilità di rientrare nei benefici per i soggetti decaduti. Infatti nel decreto Sostegni alcuni emendamenti hanno proprio come obbiettivo la riapertura dei benefici per i decaduti.

Il decreto Sostegni ter, è arrivato alla fase di conversione in Legge, e sembra che alcuni hanno proposto alcune soluzioni alle problematiche delle cartelle esattoriali. Una di queste è una specie di nuova Pace Fiscale.

Cartelle esattoriali, nuova pace fiscale in arrivo

Ricapitolando, il 28 febbraio è scaduto il termine per la prima rata della definizione agevolata delle cartelle, ma con i 5 giorni di tolleranza  saranno ritenuti validi i versamenti effettuati entro il 7 marzo 2022 (il 5 marzo è sabato).

Come la stessa Agenzia delle Entrate sottolinea, il mancato pagamento entro il 7 marzo comporta la decadenza dei benefici della definizione agevolata. Tutte le eventuali rate precedentemente pagate, diventeranno acconti sulle somme dovute senza considerare il beneficio della rottamazione.

Rate più lunghe e nuova Pace Fiscale, questa la proposta che ha alcune possibilità di essere approvata visto che ha già ricevuto l’ok della Camera un ordine del giorno di Fratelli d’Italia. Un ODG che impegna l’esecutivo Draghi a trovare nuove soluzioni per i contribuenti che hanno debiti fiscali e contributivi. Si punta per esempio, a concedere una specie di salvaguardia per i contribuenti decaduti, ma estendendo le rate che devono essere almeno 72.

Molto dipende dalla grave crisi economica di oggi e dalle inevitabili conseguenze per le famiglie dei rincari di luce acqua e gas.

Senza la Pace Fiscale molti contribuenti nei guai

Quasi mezzo milione di contribuenti sono quelli decaduti dalla definizione agevolata. Ma non è solo la perdita delle agevolazioni della definizione agevolata a dare preoccupazione. Infatti questi contribuenti finiranno nel mirino del Fisco davvero assai facilmente.

I contribuenti interessati dalla decadenza dei contributi adesso dovranno pagare in unica soluzione il loro debito fiscale. E sarà l’Agenzia delle Entrate Riscossione a mandare gli avvisi, ovvero a ripartire con le operazioni di riscossione. Saranno riscossioni fast dal momento che al contribuente verrà intimato di pagare in soli 5 giorni dal ricevimento della lettera.

E senza pagamento via alle azioni successive, dal pignoramento ai fermi, dalle confische a tutto quello che il Fisco può adottare.