Pannelli fotovoltaici, cosa fare e quanto spendere per istallarli

I pannelli fotovoltaici sono uno degli elementi che fanno aumentare la classe energetica degli immobili, soprattutto in vista delle nuove norme europee.

Pannelli fotovoltaici, piacciono molto all’Europa

La direttiva europea sulla casa green è stata approvata, nonostante l’Italia abbia votato per il No. Quindi entro il 2030 le case dovrebbero essere portate in classe E per poi salire alla D entro il 2033. Sono tanti gli interventi che possono contribuire, come la sostituzione degli infissi, la caldaia a condensazione, l’istallazione del solare termico o dei pannelli fotovoltaici.

Sopratutto i pannelli piacciono davvero tanto alla Commissione Europea. Non solo per le abitazioni, ma anche per le imprese e per i luoghi pubblici come le panchine fotovoltaiche. Così se da un lato i costi di ristrutturazione dipendono proprio dallo stato dell’immobile, i pannelli fotovoltaici hanno bisogno di spazio e di esposizione al sole, cosa che nella nostra penisola non manca, soprattutto al Sud.

Pannelli fotovoltaici, cosa fare per istallarli?

Grazie alla nuova regolamentazione sull’edilizia libera, l’istallazione di impianti fotovoltaici rientra tra qurgli interventi che non richiedono alcun permesso o autorizzazione del Comune per essere realizzati. Prima di compare un impianto fotovoltaico, è bene far fare un sopralluogo, da un tecnico specializzato, per verificare che lo spazio a disposizione sia sufficiente.

Il tecnico si occuperà anche della fase di progettazione. A questo punto occorre presentare la richiesta di connessione al gestore elettrico, allegando il progetto, il preventivo e attendere una risposta del gestore. In linea di massima non ci sono grandi motivi di diniego, quindi occorre stipulare il contratto di scambio sul posto o di cessione in rete con il gestore elettico. Quindi attendere l’allaccio alla rete elettrica e godersi il proprio impianto

Quanto costano l’istallazione e la manutenzione?

Per quanto riguarda i costi, in linea di massima, un impianto fotovoltaico da 3 kW costa da 5.000 a 7.500 euro. A questo occorre aggiungere i costi di un accumulatore, e quindi variare da 7.500 a 15.000. Ma se l’impianto è più grande, ovviamente i costi aumentano. E’ anche vero che ci sono diverse imprese produttrici, e per questo si consiglia di richiedere diversi preventivi, per scegliere la soluzione migliore.

La durata media dei pannelli fotovoltaici circa in media 20-25 anni. Tuttavia occorre una buona manutenzione per rendere gli impianti più produttivi con una minima perdita di produzione. Ma è vero che ci sono tanti che possono incidere sulla durata, come appunto la qualità dei prodotti usati sia come pannelli che come supporti per l’istallazione. La manutenzione di solito è annuale e consiste nella pulizia dei pannelli e del controllo del sistema di funzionamento.

 

 

Pannelli solari ibridi, fotovoltaico e termico tutto in uno

Pannelli solari ibridi sono una perfetta sincronia tra il sistema fotovoltaico ed il solare termico, ecco quindi tutte le curiosità e come installarli.

Pannelli solari ibridi, che cosa sono?

L’economia mondiale sta muovendosi sempre più verso le fonti di energia rinnovabile. Il rispetto dell’ambiente spinge le Nazioni e la Commissione europea sempre più ad incentivare sistemi di produzione di energia pulita. Anche a livello domestico, l’interesse verso l’autoproduzione è sempre crescente. Tanto che negli anni anche il prezzo dei pannelli fotovoltaici è diminuito. Mentre si sta lavorando sempre più verso il potenziamento della capacità produttiva, come nel caso degli impianti fotovoltaici in balcone.

Ma in commercio è presente una tipologia di pannello solare, detto ibrido, perché capace di garantire non solo la produzione di energia elettrica, ma anche il riscaldamento dell’acqua. Cioè in con un solo sistema è possibile avere la produzione di energia elettrica per alimentare la luce e gli apparecchi elettrici di casa, ed in più avere il calore necessario per la climatizzazione dei locali e riscaldae l’acqua del sistema idrico- sanitario.

Pannelli solari ibridi, altre caratteristiche importanti

Con il pannello solare idrico, la tecnologia del fotovoltaico e quella del solare termico si uniscono e di scambiano. In particolare il pannello fotovoltaico assorbe il calore del sole, mentre la parte che non riesca ad accumulare, il calore termico, viene recuperato da uno scambiatore che incrementa la produzione di elettricità per riscaldare l’acqua.

I pannelli solari ibridi sono costituiti da moduli fotovoltaici collocati sulla superficie assorbente di un collettore solare termico. Quest’ultimo ha la funzione di raffreddare i moduli fotovoltaici per incrementarne il rendimento elettrico, pari a circa il 15-16%  in più rispetto a un pannello tradizionale

Quanto costa questo sistema?

Il costo di un sistema ibrido da 3 kWp costa circa 15 mila euro. Un costo superiore rispetto ad un impianto fotovoltaico normale, ma è del resto ha anche una doppia funzione. Tuttavia eistono diversi sisteme di pannelli solari ibridi, tra cui:

  • ad aria, in cui le basse prestazioni dell’aria di asportare calore riducono il recupero termico e il rendimento delle celle solari;
  • ad acqua permettono un’efficiente trasmissione del calore e di scambio termico;
  • vetrati, in cui il vetro riduce le dispersioni energetiche frontali. Lo svantaggio di questa tipologia di pannello si ha nei periodi di maggiore irraggiamento solare: le radiazioni solari causano la stagnazione, ovvero la temperatura interna è molto elevata e riduce il rendimento elettrico;
  • non vetrati, in cui la resa elettrica è minore rispetto alle altre tipologie di pannello;
  • a collettori piani e a concentrazione, i quali si distinguono per le elevate prestazioni nell’assorbimento dell’irraggiamento solare, sia per la generazione di energia che per la produzione di calore per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria.

In ogni caso è sempre meglio rivolgersi ad un tecnico esperto per aiutare a scegliere il prodotto migliore in base alle esigenze della propria famiglia.

Come recuperare classi energetiche e rispettare le norme dell’Unione Europea?

Il Parlamento Europeo si appresta a varare la direttiva Case Green che prevede l’obbligo di ridurre le emissioni inquinanti provenienti dagli immobili. Le norme contenute nella bozza prevedono che entro il 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno essere nella classe energetica D ed entro il 2033 tutti gli immobili residenziali dovranno essere in classe energetica E. In base alle stime effettuate il 60% degli edifici italiani non rispetta tali standard e a questo punto molti si stanno chiedendo: quali interventi è necessario effettuare per recuperare classi energetiche e ottenere la certificazione?

Direttiva case green: come adeguarsi? Scegli la caldaia a condensazione

Rendere una casa efficiente o green vuol dire ridurre le emissioni inquinanti provenienti dagli immobili e in particolare ridurre i consumi energetici (riscaldamento, climatizzazione, energia elettrica). Appare quindi evidente che devono essere realizzati lavori che possano portare a tale risultato. Quelli effettivamente necessari dipendono molto dalla classe energetica già raggiunta.

Uno dei primi interventi che può essere messo a punto per rispettare le norme dell’Unione Europea senza particolare difficoltà è la sostituzione della vecchia caldaia con una caldaia a condensazione. Si tratta di modelli in grado di recuperare il calore presente anche nei fumi e di conseguenza permette di ridurre le emissioni inquinanti e consumare meno.

Purtroppo nella maggior parte dei casi questo intervento da solo non riesce a portare un recupero di diverse classi energetiche e di conseguenza l’intervento può essere abbinato ad altri.

Sostituzione degli infissi per il recupero di classi energetiche

Generalmente si possono ottenere buoni risultati dal punto di vista dell’efficientamento energetico con la sostituzione degli infissi. In questo caso si possono scegliere in legno, alluminio con taglio termico oppure Pvc, scegliendo vetri ad elevato isolamento termico con doppia o tripla camera in modo da ridurre al minimo lo scambio di temperature tra interno ed esterno e ottenendo comfort abitativo e risparmio energetico in estate e in inverno.

Pannelli fotovoltaici

Una terza tipologia di intervento da effettuare per migliorare le prestazioni energetiche e ottenere una casa green è l’installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica e acqua calda. In questo caso viene sfruttato l’irradiamento solare, fonte inesauribile di energia andando quindi a ridurre e in alcuni casi anche ad eliminare l’uso di altre fonti energetiche combustibili.

Leggi anche: Bonus reddito energetico: cos’è, a chi spetta e come ottenerlo

Recupero di classi energetiche con cappotto termico e impianto di riscaldamento a pavimento

Restano, infine, gli ultimi due interventi che potrebbero portare a un repentino cambio di classe energetica per l’immobile. Si tratta della realizzazione del cappotto termico. Viene realizzato un vero e proprio involucro per l’immobile che aiuta ad evitare la dispersione di calore in inverno e a mantenere l’ambiente più fresco in estate. Il cappotto termico è facile da realizzare in villette unifamiliari e laddove vi sia spazio, può invece creare problemi nei condomini oppure in spazi angusti.

Infine, c’è la possibilità di realizzare impianti di riscaldamento a pavimento, questi prevedono l’irradiamento di calore dal basso verso l’alto, funzionano con liquido riscaldante a una temperatura inferiore rispetto a quella richiesta dagli impianti tradizionali e possono portare un notevole risparmio energetico.

Ricordiamo, infine, che molti di questi lavori possono ottenere agevolazioni fiscali tra cui il Superbonus.

Per conoscere l’attuale disciplina, leggi l’articolo: Superbonus 2023 per efficientamento energetico: il quadro attuale

Pannelli fotovoltaici, e se diventassero obbligatori nei parcheggi?

I pannelli fotovoltaici sembrano essere la fonte rinnovabile su cui si punta maggiormente. Arriva dalla Francia un’idea utile anche per l’Italia.

Pannelli fotovoltaici, la scelta più seguita

I pannelli fotovoltaici sono una delle fonti rinnovabili di maggior utilizzo. Infatti basta montare i pannelli sui tutti delle proprie abitazioni per garantirsi energia pulita. Ovviamente rispettando quelle che sono gli spazi a disposizione ed il numero di immobili che ne hanno bisogno. Ultimamente sono uscite anche tante altre novità come gli impianti fotovoltaici da balcone. Questo soprattutto per gli appartamenti all’interno di palazzine.

Per migliorare l’efficienza energetica le grandi compagnie hanno puntato anche all’istallazione di impianti fotovoltaici nei terreni agricoli. L’energia prodotto può essere rivenduta e rimessa in rete come appunto pulita. Anche questo è un business che sta andando tanto di moda in questo periodo. Ma per aumentare la produzione di questo tipo di elettricità arriva un’idea francese molto interessante.

Pannelli fotovoltaici, l’idea francese

L’idea francese potrebbe essere applicata anche in Italia e in molti altri stati. Infatti il Governo francese ha approvato in Senato la possibilità di istallare gli impianti direttamente sui tetti dei grandi parcheggi. Questo tipi di impianti possono essere in grado di produrre fino a 11 gigawatt di energia. Ebbene, la nuova leggere prevede che tutti i parcheggi da oltre 80 posti auto saranno obbligati a installare dei pannelli fotovoltaici su almeno la metà della superficie occupate.

I gestori dei grandi parcheggi, anche quelli già costruiti, dovranno mettersi in regola entro cinque anni a partire dal 1 luglio 2023. Mentre nei parcheggi in cui il numero di macchine è da 400 posti in su i tempi sono più brevi e i gestori avranno a disposizione solo tre anni per completare i lavori di istallazione.

Le multe per chi non si mette in regola

Il Governo francese vuole essere molto rigida sull’obbligo. Infatti l’applicazione sarà obbligatoria per legge e se non si rispetta, sono previste multe molto salate. Si parla di una multa mensile di 50 euro per ogni posto auto; conti alla mano, un parcheggio da 120 posti si troverebbe a pagare una multa di 6.000 euro al mese per non aver installato i pannelli.

L’Italia potrebbe piacere anche all’Italia e a tutti i Paesi all’interno dell‘Unione Europea. Quest’ultima infatti ha detto che entro il 2030 tutti gli edifici dovranno essere dotati di impianto sui tetti. Ma ci sono tante altre proposte ed idee sul tema. Ad esempio c’è chi propone di fare degli impianti fotovoltaici galleggianti oppure di sfruttare i tetti dei mezzi di locomozione, e di tutti gli edifici pubblici come le scuole, gli ospedali, i comuni e gli affini. Vedremo come si muoverà il nuovo governo Meloni su questo tema.

 

 

Superbonus 110%: quali benefici ha portato all’economia del Paese?

Il Superbonus 110% è ormai attivo da oltre due anni. Nel frattempo tante precisazioni normative e cambiamenti, ma di fatto sono molti a ritenere che non si sia trattato solo di un costo, ma di un volano per l’economia del Paese. Ecco i dati più rilevanti.

Bonus 110%: tra i benefici l’aumento del Pil

Il superbonus 110% è la misura che consente di realizzare lavori trainanti e lavori trainati usufruendo di detrazioni fiscali fino al 110% oppure cedendo il proprio credito alle imprese e agli istituti di intermediazione bancaria. Ricordiamo a questo proposito che le regole per la cessione sono diventate man mano più rigide al punto che molti istituti di intermediazione, per evitare di ricadere in responsabilità gravi, chiedono in video per l’asseverazione dei lavori.

Presupposto per poter ottenere il Superbonus 110% è il recupero di almeno due classi energetiche. Il costo in detrazioni speso dallo Stato fino ad ora è di 38,7 miliardi di euro, ma secondo i dati Nomisma, questo esborso avrebbe anche permesso di recuperare un valore economico di 124,8 miliardi di euro, pari a 7,5% del Pil nazionale.

Benefici del Superbonus: riduzione dell’inquinamento

Dai dati emerge anche che gli interventi realizzati hanno consentito una riduzione di 979mila tonnellate di CO2, pari ad un risparmio di CO2 del 46,4%. Il 50% delle installazioni di pannelli fotovoltaici ha riguardato proprio interventi con il Superbonus 110%. La produzione di kW riferibile a questi interventi è di 106 milioni annui e si conta con i cantieri aperti di raggiungere ulteriori 37 milioni.

Leggi anche: Superbonus: si può avere per l’installazione di sistemi di accumulo per fotovoltaico?

Occupazione e recupero urbanistico nelle periferie degradate

Il Superbonus 110% ha portato benefici anche ai livelli di occupazione, infatti ha generato 634 mila occupati. L’intervento ha favorito non solo famiglie con reddito alto, ma ben 438 mila famiglie con reddito medio-basso, cioè inferiore a 1.800 euro mensili.

Secondo il Consiglio Nazionale degli Ingegneri un altro elemento positivo del Superbonus è dato dal fatto che ha consentito di rinnovare il parco edile italiano che in larga parte è stato costruito prima del 1977 e che ha dispersioni termiche notevoli. In questa direzione va anche l’Unione Europea che ha intenzione di obbligare i singoli Paesi Membri ad adottare misure simili.

Deve, infine, aggiungersi che il Superbonus ha contribuito al recupero del patrimonio edilizio di periferia, in molti casi gli interventi hanno riguardato edifici fatiscenti e datati dove eseguire lavori era impensabile, ad esempio anche gli IACP. Il recupero del patrimonio edile ha consentito anche un notevole risparmio di suolo visto che si sono evitate nuove costruzioni.

Sono aumentati gli introiti nelle casse comunali al seguito del pagamento di diritti di segreteria per Cilas, Scia, Permesso a costruire.

Agrisolare: niente incentivi per pannelli fotovoltaici se c’è eternit

Manca poco al momento in cui sarà possibile presentare istanza per accedere ai contributi previsti per il parco agrisolare, ma nel frattempo arrivano chiarimenti sulla rimozione obbligatoria di amianto/eternit.

Agrisolare: gli inteventi compresi per la rimozione dell’eternit

Dalle ore 12:00 del 27 settembre 2022 fino alla stessa ora del 27 ottobre sarà possibile richiedere gli incentivi per l’agrisolare. Questo consente di ottenere agevolazioni per l’applicazione di pannelli solari per il fotovoltaico su edifici agricoli, agroindustriale e adibiti a zootecnia.

Per conoscere i dettagli leggi l’articolo: Impianti fotovoltaici per aziende agricole: inoltro domande dal 27 settembre

Il GSE (Gestore dei Servizi Elettrici) ha però reso noto che non potranno avvalersi dei contributi le aziende agricole che hanno coperture in amianto/eternit, proprio per questo è necessario prima la rimozione di tali elementi. Il regolamento operativo rilasciato dal GSE (n°0362593 ) sottolinea che è possibile richiedere un contributo aggiuntivo per la rimozione e lo smaltimento delle coperture in amianto/eternit.

Le spese che possono essere ammesse al contributo sono:

  • rimozione e smaltimento dell’amianto;
  • decontaminazione del sito;
  • opere edili murarie necessarie per l’installazione della nuova copertura con pannelli solari per fotovoltaico;
  • fornitura e posa in opera della nuova copertura;
  • oneri dovuti per legge.

Come ottenere gli incentivi anche per la rimozione e lo smaltimento dell’eternit con il parco agrisolare

Dal regolamento operativo sull’agrisolare emerge anche che i soggetti interessati a ricevere l’incentivo, oltre a dover allegare tutti i documenti necessari e relativi ai lavori di installazione dei pannelli solari, se vogliono ricevere anche la quota di incentivi per lo smaltimento dell’amianto e dell’eternit dovranno allegare un’ulteriore documentazione dalla quale possano essere comprovati i lavori eseguiti. Devono essere allegati:

  • il dossier fotografico eseguito prima della rimozione dell’eternit, deve trattarsi di almeno 5 fotografie da inquadrare con dettaglio;
  • Deve inoltre essere allegata la relazione tecnica del progetto di rimozione e smaltimento redatta da un professionista;
  • planimetria delle superfici interessate dai lavori;
  • l’attestazione di prestazione energetica ante operam;
  • la dichiarazione sostitutiva ai sensi del DPR 445 del 2000 circa il non arrecare danno significativo all’ambiente con le opere di rimozione e smaltimento di amianto /eternit.
  • Nel caso di edifici esclusi dall’obbligo di presentare l’attestato di prestazione energetica (APE) ad esempio perché trattasi di edifici in cui è impossibile contenere lo scambio tra interni ed esterni, è necessario allegare una relazione tecnica firmata e asseverata del professionista abilitato che dovrà descrivere e giustificare il grado di coibentazione realizzato.

Ricordiamo che sono in vigore anche agevolazioni e incentivi per impianti di piccole dimensioni. leggi: Pannelli solari per fotovoltaico: scarica il Modello Unico Semplificato

Pannelli solari per fotovoltaico: scarica qui il Modello Unico Semplificato

Come risparmiare sulla bolletta energetica? Questa è la domanda che si stanno ponendo tutti e una risposta è arrivata dal Ministero per la Transizione Ecologica con il decreto attuativo per la liberalizzazione dell’installazione dei pannelli solari di potenza fino a 200 kW. Il Ministero ha provveduto ora a rilasciare anche il Modello Unico Semplificato da utilizzare per l’avvio della procedura.

Modello Unico Semplificato per la realizzazione di impianti fotovoltaici

L’applicazione di pannelli solari sulla propria abitazione può portare alla produzione dell’energia necessaria per il fabbisogno della famiglia e allo stesso tempo consente di “vendere” l’energia al gestore di rete. Se i pannelli solari per fotovoltaico sono applicati su larga scala consentono di ridurre la necessità di produrre energia elettrica da altre fonti e in particolare dal metano. Proprio per questo il Governo sta sostenendo in modo deciso la loro installazione in vista di un inverno difficile con prezzi alle stelle e minacce di interruzione del flusso da parte della Russia come misura controffensiva alle sanzioni applicate dall’Unione Europea alla Russia.

Tra i provvedimenti che vanno in questa direzione vi è proprio la semplificazione delle procedure necessarie per l’installazione di pannelli solari sui tetti. La nuova normativa prevede comunque che prima dell’inizio dei lavori sia inviato telematicamente il Modello Unico Semplificato al gestore di rete che deve valutare la compatibilità dell’impianto rispetto alle condizioni previste dalla legge.

Una volta verificato ciò, il gestore di rete invia la proposta contrattuale al richiedente e provvede alla comunicazione al Comune, al gestore dei Servizi Energetici e invia i dati alla Regione o provincia autonoma.

Scarica il Modello Unico Semplificato

Il modello, che è possibile scaricare in fondo all’articolo, si compone di due parti, di queste una deve essere trasmessa prima dell’inizio dei lavori e l’altra al termine degli stessi. Questo implica che il soggetto che ha provveduto all’installazione di pannelli solari per il fotovoltaico al termine dei lavori dovrà completare la seconda parte e procedere nuovamente all’invio della documentazione al gestore di rete.

Lo stesso modello Unico semplificato può essere utilizzato anche per la modifica, il potenziamento e la connessione di impianti già esistenti.

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Leggi anche: Impianti fotovoltaici per aziende agricole: inoltro delle domande dal 27 settembre

Impianti fotovoltaici per aziende agricole: inoltro domande dal 27 settembre

Dal 27 settembre 2022 al 27 ottobre dello stesso anno sarà possibile presentare istanza per ottenere incentivi per la realizzazione di impianti fotovoltaici per aziende agricole da installare su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale.

A chi sono rivolti i contributi per impianti fotovoltaici in aziende agricole

I contributi per gli impianti fotovoltaici per aziende agricole mirano alla rimozione e allo smaltimento dei vecchi tetti presenti in capannoni agricoli, per allevamenti e capannoni dove si esegue la trasformazione dei prodotti agricoli, ciò attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici con una nuova capacità di generazione di 375.000 Kw da energia solare. Proprio per questo motivo gli incentivi per la realizzazione di impianti fotovoltaici in aziende agricole sono inseriti nella missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica“, componente “Economia circolare e agricoltura sostenibile“.

Gli incentivi sono suddivisi in:

  • 1,2 miliardi di euro in favore di aziende agricole impegnate nel settore primario (produzione frutta e verdura, allevamento);
  • 150 milioni per le aziende impegnate nella trasformazione di prodotti agricoli in altri prodotti agricoli;
  • 150 milioni in favore di imprese nella trasformazione di prodotti agricoli in prodotti non agricoli, ad esempio produzione di cippato.

In un successivo decreto saranno resi noti i codici Ateco delle aziende che potranno partecipare e quindi saranno chiare tutte le distinzioni.

Deve essere sottolineato che il 40% delle risorse messe a disposizione saranno dirette ad aziende ubicate in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Quali lavori possono ottenere i contributi per impianti fotovoltaici per aziende agricole

La piattaforma per l’inoltro della domanda per ottenere i contributi per l’installazione di pannelli fotovoltaici su capannoni ad uso agricolo e agriturismo sarà disponibile dal giorno 27 settembre 2022 al giorno 27 ottobre 2022, ma le domande saranno analizzate in ordine di arrivo e fino a esaurimento dei fondi. Questo vuol dire che è bene affrettarsi per evitare di restare senza contributi.

Il finanziamento sarà diretto all’acquisto e alla posa in opera di pannelli fotovoltaici sui tetti di fabbricati strumentali all’attività dei soggetti beneficiari, sono compresi gli interventi su immobili destinati alla ricezione ed ospitalità nell’ambito dell’attività agrituristica.

Oltre a questi interventi che possono essere considerati principali, possono essere agevolabili anche interventi connessi, ad esempio la rimozione e lo smaltimento dell’amianto, realizzazione di isolamento termico del tetto e realizzazione di sistemi di aerazione del tetto. Naturalmente tutti i lavori devono essere eseguiti da imprese in grado di rilasciare i relativi certificati previsti da legge.

La procedura sarà gestita da Gestore dei Servizi Energetici (www.gse.it) e di conseguenza sul portale si potrà accedere alla piattaforma, una volta presentata l’istanza, la stessa va in lavorazione e se viene accettata i fondi saranno erogati entro 30 giorni dal momento dell’approvazione della domanda.

L’ammontare riconosciuto viene erogato a conclusione dei lavori, tranne nel caso in cui il beneficiario richieda, dietro presentazione di idonea fideiussione bancaria, di una cauzione versata dal beneficiario o la costituzione di un pegno, un anticipo del 30%. In questo caso sarà comunque valutata la disponibilità dell’ente gestore della misura.

Requisiti per ottenere i contributi per impianto fotovoltaici per aziende agricole

Ricordiamo, infine che per poter fruire dei contributi in favore delle imprese agricole e zootecniche per la realizzazione di impianti fotovoltaici, è necessario inviare al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali idonea documentazione relativa alla spesa eseguita, quindi rendicontazione delle spese, inoltre occorre allegare la documentazione di legge per le verifiche antimafia.

Possono inoltrare la domanda solo le aziende che sono nel libero esercizio dell’attività, quindi regolarmente iscritte al Registro delle Imprese, non sottoposte a procedure concorsuali come liquidazione, avere il Durc regolare e non avere amministratori sottoposti a misure interdittive.

Pannelli solari: tutto quello che c’è da sapere e quanto si risparmia

Si parla sempre più frequentemente di impianti fotovoltaici e di energia rinnovabile, quindi anche di sistemi di energia a pannelli solari. Ma, cosa c’è da sapere su questo mondo in espansione che potrebbe agevolare usi e consumi del nostro futuro più immediato? Scopriamolo nella nostra guida.

Pannelli solari e impianti fotovoltaici, cosa sono

Dunque, un pannello fotovoltaico non è altro che una struttura piana composta da un insieme di celle fotovoltaiche collegate, tra di loro, in parallelo ed in serie. Queste celle sono ricoperte da un vetro protettivo che ha il compito di ottimizzare il rendimento del pannello, mentre esternamente  i bordi sono in alluminio per aumentare la solidità del prodotto.

Se c’è una differenza sostanziale tra pannelli solari e pannelli fotovoltaici, possiamo evidenziarla di seguito:

Se gli impianti fotovoltaici sfruttano i raggi solari per produrre energia elettrica, i pannelli solari termici utilizzano i raggi per scaldare l’acqua delle nostre case.

Come funzionano?

Il funzionamento di un pannello fotovoltaico può essere riassunto e catalogato nelle fasi che seguono:

  • Esposizione del pannello alla luce del sole
  • Trasferimento dell’energia del fotone agli elettroni presenti sulla cella di silicio
  • Creazione di energia elettrica all’interno del circuito;

Ma come ottimizzarne la funzione?

Occorre sapere che è molto importante fruire al meglio del posizionamento ed orientamento dei pannelli, per la loro ottimizzazione.

L’ orientamento ottimale dei moduli fotovoltaici è sempre diretto verso sud. Per poter orientarsi in questa posizione occorre tenere in considerazione l’ora del giorno, per orientarsi, siccome il sud corrisponde alla posizione del sole a mezzogiorno dell’ora solare.

Ad ogni modo, è molto importante prendere in considerazione altri due aspetti che elenchiamo di seguito:

  • L’orientamento e l’inclinazione del tetto della casa è un aspetto importante. Nel nostro paese, l’Italia ovviamente, di solito l’inclinazione ottimale dei pannelli fotovoltaici è tra i 30° e i 40°. Sotto questo aspetto bisogna sempre ricordare che qualora il tetto della casa fosse piano, ci sono delle apposite strutture per pannelli fotovoltaici che ci permettono di inclinare il pannello e garantire la massima performance.
  • Considerare gli agenti esterni che potrebbero condizionare la superficie dei pannelli, come pioggia e grandine.

Come orientarsi in base ai prezzi

I prezzi dei pannelli fotovoltaici vanno a dipendete dalla loro grandezza, ma anche dalla potenza e dalla tipologia.

Tre sono i tipi in vendita sul mercato, li vediamo di seguito:

  • Pannelli solari in silicio monocristallino
  • Pannelli fotovoltaici in silicio policristallino
  • Pannelli solari a film sottile

Potremmo dire che i moduli fotovoltaici in silicio amorfo rappresentano la scelta più economica tra i pannelli fotovoltaici, sebbene questa opzione presenti un basso rendimento termico pari al 6-10%; mentre i moduli fotovoltaici monocristallini presentano un costo più elevato e un rendimento termico che si aggira intorno al 13-17%;

Quali sono i benefici

Andiamo a vedere la sacca sostanziale di questa nostra guida sul mondo dei pannelli solari, ovvero i benefici.

I benefici che si ottengono dall’installazione di un pannello fotovoltaico sono molteplici e li riassumiamo di seguito:

  • Risparmio energetico: l’installazione di pannelli fotovoltaici può essere un investimento costoso all’inizio, ma i risparmi ottenuti da questa spesa sono visibili sin dalla prima bolletta. Oltretutto, l’energia prodotta in eccesso è possibile immetterla nella rete e “rivenderla” attraverso il servizio dello Scambio sul Posto. Di media in Italia, installando il giusto impianto fotovoltaico, si riesce a risparmiare tra il 60% e il 70% della propria spesa effettiva in energia elettrica, recuperando l’investimento in meno di 5 anni.
  • Sostenibilità: a differenza di altre fonti di energia, i pannelli solari permettono di generare energia pulita a Km0 salvaguardando l’ambiente.
  • Disponibilità: il sole è una fonte inesauribile di energia, e proprio per questo motivo si può generare anche nelle aree più remote del pianeta.
  • Compatibilità con altri tipologie di energia: infatti, molte abitazioni usano alternare l’energia fotovoltaica con fonti diverse di energia rinnovabile, così da potersi permettere la propria indipendenza energetica.

Questo, dunque è quanto di più utile e necessario vi fosse da sapere e approfondire in merito al mercato, i benefici, le opzioni e i costi dei pannelli solari, in un mondo sempre più direzionato al risparmio energetico e la salvaguardia ambientale e climatica.

Contributi a fondo perduto agli agricoltori per i pannelli fotovoltaici

In arrivo i contributi a fondo perduto a favore degli agricoltori per l’installazione di pannelli fotovoltaici. Lo prevede l’articolo 8 del decreto legge “Aiuti” che mette a disposizione aiuti degli agricoltori incentivi per produrre l’energia elettrica da fonti rinnovabili. I contributi derivano direttamente dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Il Pnrr ha infatti previsto lo stanziamento di un miliardo e mezzo di euro per il “Parco agrisolare” e di un altro miliardo e 100 milioni di euro per l’Agrivoltaico.

Agricoltura, contributi a fondo perduto agli agricoltori per i pannelli fotovoltaici: di cosa si tratta?

I contributi a fondo perduto consistono in incentivi per realizzare gli impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici strumentali allo svolgimento dell’attività agricola. Le imprese agricole per la produzione primaria ottengono i contributi a fondo perduto soltanto per realizzare gli impianti di capacità produttiva non superiore al consumo medio di energia elettrica durante l’anno dell’impresa stessa. Nel calcolo del consumo medio dell’energia elettrica rientrano anche i consumi familiari.

Quali imprese agricole possono richiedere i contributi a fondo perduto sui pannelli fotovoltaici?

Le imprese ammesse alla richiesta dei contributi a fondo perduto per l’installazione dei pannelli fotovoltaici sono quelle che svolgono la propria attività nei comparti:

  • dell’agricolo;
  • dello zootecnico;
  • dell’agroindustriale.

I contributi a fondo perduto rispecchiano gli orientamenti della Commissione europea sugli incentivi a favore dei settori agricoli e forestali e nelle zone rurali del settennato 2014-2020, per l’occasione prorogate fino al tutto il 2022 mediante autorizzazione sulle misure a valere sul Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr).

Contributi a fondo perduto per il Parco agrisolare

In merito alla misura relativa al “Parco agrisolare“, le risorse disponibili sono pari a 1,5 milioni di euro. Si tratta degli incentivi di cui al decreto ministeriale attuativo dello scorso 25 marzo, firmato dal ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli. Con i contributi a fondo perduto si possono finanziare progetti di investimento sui tetti degli edifici strumentali all’attività agricola, agroindustriale e agrituristica. Le imprese agricole di produzione primaria a possono richiedere i contributi solo per realizzare gli impianti a capacità produttiva non superiore al consumo di energia elettrica medio annuale dell’impresa stessa e per utilizzi familiari. Secondo l’articolo 2 del decreto ministeriale, inoltre, le imprese agricole possono vendere l’energia elettrica rispettando i medesimi limiti.

Quali imprese sono escluse dai contributi a fondo perduto?

In virtù delle modifiche operate dal decreto legge “Aiuti”, le imprese sono escluse dagli incentivi per le quote di potenza e di consumo di energia elettrica eccedenti la media annuale. Per la presentazione delle domande è necessario attendere l’emanazione di un nuovo decreto che disciplini le modalità e i termini di invio delle istanze.

Contributi a fondo perduto per lo ‘Sviluppo agrivoltaico’: quali sono gli incentivi a disposizione?

Per lo Sviluppo agrivoltaico, il governo ha messo a disposizione risorse per 1,1 miliardi di euro. Il decreto di riferimento è quello del ministero per la Transizione ecologica del 27 giugno 2022 nel quale sono riportate le linee guida della misura. Inoltre, è prevista per il 12 luglio prossimo la fine della fase delle consultazioni durante la quale verranno tracciate le modalità di presentazione delle domande e le relative osservazioni delle parti interessate.

Per cosa si possono richiedere i contributi a fondo perduto dello Sviluppo agrivoltaico?

I contributi a fondo perduto per lo sviluppo agrivoltaico potranno essere richiesti per sistemi e impianti fotovoltaici. Le imprese agricole dovranno rispettare determinati parametri tecnici, riguardanti soprattutto l’altezza degli impianti. I vincoli riguardano soprattutto la garanzia dello svogimento dell’attività agricola e di allevamento nelle aree sottostanti. I contributi a fondo perduto possono essere richiesti per un ammontare in conto capitale fino al 40% delle spese ammissibili riferite alla produzione di energia elettrica.