Patent box, cos’è e i suoi benefici, la guida completa

Il patent box è un’agevolazione sui redditi derivanti da l’utilizzo di alcuni beni immateriali. La guida completa per conoscere i beneficiari.

Patent box, cos’è e a cosa serve

Il Patent box è un regime opzionale di tassazione agevolata per i redditi derivante dall’utilizzo di software protetto da copyright. Ma anche marchi di impresa, brevetti industriali, modelli e disegni, formule e informazioni relativi a esperienze acquisitate nel campo commerciale, scientifico o scientifico giuridicamente tutelabili (Legge 23 dicembre 2014, n. 190, articolo 1, commi da 37 a 45).

Tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, la parziale detassazione dei proventi derivanti dallo sfruttamento dei citati beni immateriali (tra le immobilizzazioni delle aziende). Questo beneficio non è collegato alla natura giuridica, alle dimensioni o al settore produttivo di appartenenza, incluse le organizzazioni in Italia di residenti in Paesi con i quli è un vigore un accordo per evitare la doppia imposizione e con i quali lo scambio di informazioni è effettivo.

Inoltre sono escluse le società assoggettate alla liquidazione coatta amministrativa, procedure di fallimento e di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi. Infine non possono accedere a questo regime agevolato i contribuenti che determinano il reddito con metodologie diversa da quella ordinaria. Tra queste ci sono: il tonnage tax, il regime forfettario e le altre agevolazioni previste per categorie particolari di imprese

Come accedere all’agevolazione

I soggetti che scelgono il regime di patent box possono scegliere e dichiarare il reddito agevolato, rimanendo il confronto con l’amministrazione finanziaria e una successiva fase di controllo. Dunque queste imprese devono predisporre una documentazione idonea a quanto previsto dal provvedimento attuativo dell’Agenzia delle entrate. Inoltre tale dichiarazione va comunicata anche in dichiarazione dei redditi.

I benefici di questo regime

I soggetti che scelgono questo regime lo fanno per avere alcuni benefici. Il primo tra tutti è che i redditi derivanti dall’utilizzo dei bene immateriali non concorrono a formare il reddito complessivo. Questo perché si considera solo il 50% del relativo ammontare.

Dunque in particolare va operata, ai fine dell’Irap, Ires e Irpef, una variazione in diminuzione, per la cui determinazione occorre:

  • calcolare il “nexus ratio”, dato dal rapporto tra le spese di ricerca e sviluppo e i costi complessivi inerenti al bene;
  • individuare il reddito agevolato derivante dall’utilizzo indiretto e diretto del bene immateriale;
  • effettuare il prodotto tra il reddito agevolabile e il nexus ratio per ottenere la quota di reddito agevolabile. Questa, dunque, non concorre a formare il reddito d’impresa per il 50% del relativo ammontare (la percentuale di esclusione, per il periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014 e a quello in corso al 31 dicembre 2015, era fissata, rispettivamente, in misura pari al 30 e al 40%).

Inoltre, le plusvalenze derivanti dalla cessione dei beni immateriali non concorrono a formare il reddito complessivo, a condizione che almeno il 90% del corrispettivo sia reinvestito, prima della chiusura del secondo periodo di imposta successivo a quello nel quale si è verificata la cessione, nella manutenzione o nello sviluppo di altri beni immateriali.

Gli obiettivi del Patent box

Il regime agevolato del Patent box ha anche lo scopo di attrazione di investimenti esteri. Ma in particolare, tentare proprio di rendere il mercato italiano più appetibile. Sia per quanto riguarda tutte le grandi imprese estere ma anche per quelle nazionali.

Comunque sia possiamo riassumere i tre vantaggi principali del patent box:

  • favorire l’investimento in attività di ricerca e sviluppo, perché solo quelle azioni che permettono di portare progresso e miglioramento;
  • incentivare la collocazione in Italia dei bene immateriali attualmente detenuti all’estero da imprese italiane o estere;
  • incentivare il mantenimento dei beni immateriali in Italia, evitandone la ricollocazione all’estero.

Inoltre il patent box è stato riformulato con il Decreto fiscale 2021 (D.L. 146/2021). Ebbene la modifica normativa ha fatto si che al vecchio patent box, valido fino al 21 ottobre 2022, si sia sostituito il nuovo, con un regime transitorio per chi abbia già effettuato opzione alla data del 22 ottobre 2022.

 

Decreto fiscale, ecco tutte le novità: sicurezza sul lavoro, incentivi auto, cassa integrazione e cartelle

Arrivano le novità del decreto Fiscale approvato dal Consiglio dei ministri. Tra queste, la stretta sulle imprese che non rispettano la sicurezza sul lavoro, il rifinanziamento (parziale) degli incentivi sull’acquisto di un’auto, la cassa integrazione Covid, il saldo e stralcio delle cartelle esattoriali e i fondi per il Reddito di cittadinanza.

Decreto fiscale e irregolarità sul lavoro: si abbassa la soglia di irregolari che dà luogo alla sospensione

Sulle imprese arriva la stretta in merito alla sicurezza sul lavoro. Infatti scende al 10% (dal 20%) il tetto degli addetti irregolari sui luoghi di lavoro che fa scattare la sospensione dell’attività. Il provvedimento prevede che non sia più necessaria la recidiva. In caso di violazione, scatta da subito la sospensione dell’attività. Il decreto rafforza anche le competenze dell’Ispettorato del lavoro: insieme alle aziende sanitarie del territorio dovranno intensificare la vigilanza del rispetto della norma. Si rafforzerà anche l’organico dell’Ispettorato: in arrivo concorsi per 1.024 nuovi posti oltre al bando di 1.122 in corso.

Aziende irregolari per a sicurezza: cosa fare per riprendere l’attività?

In caso di violazione del decreto Fiscale e della sospensione, l’azienda per riprendere l’attività dovrà ripristinare le condizioni regolari di svolgimento del lavoro. Si prevede anche il pagamento di una somma aggiuntiva. L’importo varia da 300 a 3000 euro per ogni lavoratore: vale la gravità della violazione. L’importo da pagare si moltiplica per due nel caso in cui l’azienda sia incorsa, nei 5 anni prima, già in un provvedimento di sospensione. Durante la sospensione, l’azienda non potrà avere contatti con la Pubblica amministrazione.

Decreto fiscale, le novità per gli incentivi auto

Cifre ben più modeste rispetto al 2021 sono state riservate dal decreto Fiscale sugli incentivi auto. Infatti l’ecobonus è stato rifinanziato di soli 100 milioni di euro dei quali:

  • 65 milioni andranno all’acquisto di nuove vetture a basso impatto ambientale, da 0 a 60 g/km di CO2. Si tratta, in buona sostanza, dei modelli plug in (ibridi) e delle auto elettriche;
  • 10 milioni di euro andranno alle auto mediamente impattanti per l’ambiente (da 61 a 135 g/km). Rientrano in questa categoria le vetture ibridi semplici e vari modelli Euro 6 a benzina e a gasolio;
  • per le auto usate il decreto Fiscale destina 5 milioni di euro.

Proroga Cassa integrazione Covid nel decreto Fiscale: da 9 a 13 settimane fino al 31 dicembre 2021

Il decreto Fiscale del governo prevede anche il rifinanziamento della Cassa integrazione Covid. La proroga è di 13 settimane per:

  • le piccole imprese del terziario;
  • il commercio;
  • gli artigiani;
  • grande distribuzione;
  • giornalisti.

Le 13 settimane vanno utilizzate dal 1° ottobre scorso al 31 dicembre 2021. Devono essere già state utilizzate tutte le precedenti 28 settimane di proroga della Cassa integrazione Covid. Proroga di 9 settimane, invece, per i settori tessili, dell’abbigliamento e delle calzature. L’utilizzo delle settimane deve avvenire sempre nel periodo dal 1° ottobre al 31 dicembre 2021 e devono essere state utilizzate le 17 settimane concesse precedentemente. La proroga della Cig Covid ha un costo di 878,4 milioni di euro.

Cartelle esattoriali, più tempo per pagarle

Altri 5 mesi (150 giorni) vengono concessi per il pagamento delle cartelle notificate dall’agente pubblico della riscossione. La notifica deve essere avvenuta dal 1° settembre 2021 fino al 31 dicembre 2021. Benefici anche per non perdere i vantaggi della rottamazione ter e del saldo e stralcio. Infatti, si possono saldare le rate del 2020 non ancora versate entro la scadenza del 30 novembre in un unico pagamento insieme alle rate rientranti nella pace fiscale di quest’anno. Inoltre, il piano di rateizzazione non decade per i contribuenti che hanno dilazionato i debiti con richiesta prima dell’8 marzo 2020.

Decreto Fiscale, rifinanziato il congedo parentale delle famiglie

Il decreto Fiscale procede anche al rifinanziamento dei congedi parentali al 50% delle famiglie. Il congedo va a favore sia dei lavoratori dipendenti che autonomi genitori di figli fino a 14 anni. I lavoratori possono assentarsi da lavoro per i casi di sospensione dell’attività educativa e didattica del figlio. La durata della sospensione può essere per tutta per una parte dell’infezione o per la quarantena che sia stata disposta dalle autorità sanitarie. Per i figli da 14 a 16 anni di età il congedo non è retribuito. Rifinanziato anche il fondo dell’Inps per la malattia dei lavoratori posti in quarantena.

Nuovo patent box rafforzato per le imprese dal decreto Fiscale

Va in pensione il vecchio patent box e il decreto Fiscale introduce e rafforza la deducibilità di quello nuovo. Nel provvedimento del governo si prevede la deduzione rafforzata del 90% relativa ai costi sostenuti per la ricerca e lo sviluppo. I costi deducibili, anche ai fini dell’Irap, devono essere stati sostenuti per:

  • software coperti da copyright;
  • marchi di impresa;
  • brevetti industriali;
  • modelli, disegni, formule delle imprese nello svolgimento della propria attività.

Le imprese che hanno in corso procedure con il vecchio patent box possono richiedere di accedere al più vantaggioso nuovo strumento.

Decreto Fiscale, 200 milioni al Reddito di cittadinanza

Dal decreto Fiscale arriva anche il rifinanziamento per 200 milioni del Reddito di cittadinanza. Salvaguardati anche 100 mila posti di lavoro di somministrati assunti con contratto a tempo indeterminato dalle Agenzie per il lavoro. Si tratta di lavoratori mandati a tempo determinato presso le imprese utilizzatrici. Il provvedimento cancella la scadenza del 31 dicembre 2021 per i 24 mesi della missione stessa.