Bonus bollette, come richiedere lo sconto per le spese di energia elettrica e gas?

Come richiedere il bonus bollette per ottenere gli sconti sulle spese di energia elettrica e gas? Con l’ultimo provvedimento approvato dal governo, il cosiddetto decreto “Aiuti”, cambiano le regole alla base del bonus sociale. In particolare, è necessario prestare attenzione all’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), alla Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) e alla retroattività degli aiuti alle famiglie. Gli sconti sono stati estesi ai nuclei familiari disagiati anche al terzo trimestre del 2022. Ma entro il 30 giugno 2022 l’Arera, l’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente, dovrà ridefinire gli aiuti sulla base dei prezzi correnti.

Bonus sociale, quali aiuti per i pagamenti delle bollette di luce e gas delle famiglie?

Con il decreto “Aiuti” il governo ha provveduto a un restyling del bonus sociale per la copertura di parte delle spese delle bollette dell’energia elettrica e del gas delle famiglie. In attesa della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto recante “Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina”, si può confermare che il contributo statale andrà alle famiglie economicamente svantaggiate e ai cittadini che versino in gravi condizioni di salute. In particolare, il pacchetto di aiuti andrà a coprire il terzo trimestre (per i mesi di luglio, agosto e settembre) dell’anno. Risultano coperti i trimestri precedenti dai passati decreti.

Bonus bollette energia elettrica e gas, come ottenere gli aiuti?

Per il riconoscimento dei beneficiari del bonus bollette energia elettrica e gas vige il sostegno automatico. Infatti, il bonus è stato disposto già a partire dal 1° gennaio 2021 per i consumi di gas, acqua ed energia elettrica in via automatica ai nuclei familiari e ai cittadini rientranti nei requisiti richiesti. Per ottenere il bonus bollette è necessario presentare la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) anno per anno e possedere un Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) al di sotto del limite stabilito. Fino a tutto il 2022, varranno le Dsu presentate dal 1° gennaio scorso al 31 dicembre prossimo. Hanno diritto al bonus anche i percettori del reddito di cittadinanza o della pensione di cittadinanza.

Chi può accedere al bonus bollette per gas ed energia elettrica?

L’accesso al bonus per le bollette del gas e dell’energia elettrica, per ciascun anno, è riconosciuto per un unico aiuto. Nello scorso anno, ciascuna famiglia o cittadino o percettore di reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza aveva diritto a un unico bonus per ciascuna delle bollette:

  • del gas;
  • dell’energia elettrica;
  • dell’acqua.

L’accesso ai bonus è riconosciuto anche ai cittadini e alle famiglie (in condizioni di disagio economico) che vivano in condomini e che beneficino di forniture centralizzate.

Entro il 30 giugno 2022 l’Arera ridefinirà gli aiuti spettanti alle famiglie e ai cittadini sulle bollette

Tra le novità dei bonus per le bollette di gas ed elettricità in arrivo, c’è quella della ridefinizione degli aiuti da parte dell’Arera, l’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente. La revisione degli aiuti per l’anno 2022 dovrà essere stabilita in un decreto che dovrà essere approvato entro il 30 giugno prossimo.

Bonus bollette, quale Isee è necessario?

Ulteriore novità in arrivo è quella dell’aumento del tetto Isee per la richiesta del bonus bollette. Infatti, è previsto l’innalzamento dell’Isee fino a 12 mila euro. Finora il limite dell’Isee è stato di 8.265 euro. Per le famiglie con quattro figli o più l’Isee massimo sarà di 20 mila euro. Il nuovo tetto dell’Isee sarà valido nel periodo dal 1° aprile al 31 dicembre 2022. A stabilirlo è stato il decreto legge numero 21 del 2022 (il cosiddetto decreto “Ucraina 2”). L’aumento dell’Isee ha consentito di aumentare i cittadini e le famiglie beneficiarie del bonus bollette: infatti, si calcola che i cittadini che riceveranno l’agevolazione saranno circa 5,2 milioni per un totale di 1,2 famiglie. Il bonus bollette permette di compensare l’importo spettante detraendolo dalle bollette successive.

Pensione di cittadinanza: cos’è, a chi spetta e a quanto ammonta?

Al fine di adottare misure di contrasto alla povertà, accanto al reddito di cittadinanza è prevista la pensione di cittadinanza, ma quali sono i requisiti per potervi accedere?

Cos’è la pensione di cittadinanza?

La pensione di cittadinanza è prevista nel decreto legge n° 4 del 2019. Si tratta di una misura di sostegno economico rivolta a nuclei familiari con uno o più componenti aventi età pari o superiore a 67 anni. Può essere erogata anche in favore di nuclei familiari in cui siano presenti soggetti di età inferiore a 67 anni, ma in questo caso deve trattarsi di disabili o persone in condizione di non autosufficienza.

Deve essere sottolineato che il termine di 67 anni nel tempo è destinato a mutare infatti, come la pensione tradizionale, viene adeguato alla speranza di vita.

Requisiti soggettivi per l’accesso alla pensione di cittadinanza

Per quanto riguarda le condizioni alle quali è possibile accedere alla pensione di cittadinanza sono le medesime previste per il Reddito di Cittadinanza. Si tratta quindi di requisiti reddituali e soggettivi.

La pensione di cittadinanza spetta a:

  • cittadini italiani o dell’Unione Europea;
  • cittadini di Pesi terzi che abbiano il permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
  • apolidi con permesso di soggiorno di lungo periodo;
  • cittadini di Paesi terzi che siano familiari di cittadini italiani o di cittadini comunitari titolari di diritto di soggiorno o diritto di soggiorno permanente;
  • titolari di protezione internazionale.

Per poter ottenere la pensione di cittadinanza è altresì necessario essere residenti in Italia da almeno 10 anni di cui due continuativi.

Requisiti patrimoniali e reddituali

Chiarito chi sono, dal punto di vista soggettivo, i potenziali titolari del diritto alla pensione di cittadinanza devono essere chiariti i requisiti reddituali o economici per poter accedere a tale misura di sostegno al reddito.

La prima cosa da sottolineare è che la pensione di cittadinanza è una misura calibrata sul reddito del nucleo familiare e sono considerati come componenti dello stesso anche quelli che non fanno parte formalmente del nucleo, ma che sostanzialmente invece vi sono, ad esempio il coniuge legalmente separato che però abbia la residenza nella stessa abitazione, oppure il figlio che non è parte dello stato di famiglia, ma ha la stessa residenza e non è coniugato o non ha figli.

I requisiti reddituali sono:

  • Isee di valore inferiore a 9.360 euro;
  • patrimonio immobiliare detenuto in Italia e all’estero di valore non superiore a 30.000 euro. Nel patrimonio non viene considerato il valore della prima casa;
  • patrimonio mobiliare di valore non superiore a 6.000 euro . Lo stesso viene però aumentato di:
  1. 2.000 euro per ogni componente aggiuntivo rispetto al primo;
  2. 1.000 euro per ogni figlio successivo al secondo;
  3.  5.000 euro per ogni componente con disabilità media;
  4.  7.500 euro per ogni componente con disabilità grave o in condizione di non autosufficienza;

Dal reddito Isee deve essere distinto il reddito vero e proprio, cioè l’ammontare dei guadagni percepiti in un anno. In questo caso i limiti sono:

7.560 euro incrementati di 1.800 euro nel caso in cui l’abitazione sia in locazione. Tali importi devono essere moltiplicati per la scala di equivalenza, questa è:

  • pari a 1 per il primo componente del nucleo familiare;
  • incrementato di 0,4% per ogni componente del nucleo di età superiore a 18 anni;
  • maggiorato di 0,2% per ogni componente di età minore a 18 anni;
  • l’incremento massimo può arrivare a 2,1.

Nel caso in cui nel nucleo siano presenti persone con disabilità grave o non autosufficienti l’incremento massimo è 2,2.

Attenzione all’auto

Per quanto riguarda il patrimonio deve essere posta attenzione anche al possesso di veicoli. Non è possibile accedere alla pensione di cittadinanza nel caso in cui si sia titolari di veicoli immatricolati per la prima volta nei sei mesi precedenti all’inoltro della domanda, oppure di veicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc, motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc immatricolati per la prima volta nei due anni precedenti. Sono esclusi autoveicoli e motoveicoli per i quali è prevista l’agevolazione fiscale in favore di disabili.

Infine, non possono ottenere la pensione di cittadinanza coloro che sono titolari di navi e imbarcazioni da diporto.

Incompatibilità

Non è possibile percepire la pensione di cittadinanza in seguito a dimissioni volontarie (tranne nel caso in cui le stesse siano dovute a giusta causa).

Mentre possono ricevere tale sostegno economico coloro che sono titolari di trattamento NASpI, Dis-Coll.

Nel rispetto dei requisiti economici e reddituali visti, è possibile percepire la pensione di cittadinanza anche nel caso in cui uno dei componenti del nucleo abbia un’attività di lavoro.

Come presentare la domanda

La domanda può essere trasmessa all’INPS tramite patronato oppure avvalendosi del sito www.redditodicittadinanza.gov.it e potrà essere percepita dal mese successivo rispetto a quello dell’inoltro. Infine, può essere inoltrata tramite Poste Italiane utilizzando il modulo SR180.

La misura massima è 780 euro viene calibrata in base a redditi e patrimonio mobiliare e immobiliare.

Bonus bollette luce e gas famiglie, l’Isee passa a 12mila euro

Passa da 8.265 euro a 12 mila euro l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) per la richiesta del bonus sulle bollette dell’energia elettrica e del gas delle famiglie. La misura, contenuta nell’articolo 6 del decreto legge numero 21 del 2022 (decreto legge “Energia”), consentirà di ampliare il numero delle famiglie che beneficeranno dei bonus sociali per il pagamento delle bollette a debito a partire dal 1° aprile fino alla fine dell’anno. Le risorse messe a disposizione delle famiglie in difficoltà sono pari a 102,8 milioni di euro.

Quante famiglie beneficeranno del bonus sulle bollette del gas e dell’energia elettrica con l’aumento dell’Isee?

Con la misura di aumento dell’Isee porterà il numero delle famiglie beneficiarie degli aiuti sulle bollette del gas e dell’energia elettrica da 3,8 a 5 milioni di nuclei. La revisione del limite dell’Isee ha come obiettivo quello di sterilizzare gli aumenti delle bollette in conseguenza degli avvenimenti in Ucraina. L’aiuto sulle bollette energetiche delle famiglie è già operative grazie al decreto legge numero 17 del 2022 per le spese di fornitura del secondo trimestre di quest’anno. A queste famiglie si aggiungeranno quelle del decreto legge “Energia”.

Famiglie beneficiarie degli sconti sulle bollette del gas e dell’elettricità: anche i percettori di reddito o pensione di cittadinanza

Grazie agli aiuti sulle bollette del gas e dell’energia elettrica la riduzione media del costo di fornitura scende del 30%. A beneficiarne sono le famiglie che si trovano in condizione di disagio economico, sociale e fisico, o con Isee (attuale) entro gli 8.265 euro. L’Isee da considerare arriva fino a 20 mila euro per le famiglie che abbiano oltre tre figli a carico. Rientrano negli sconti anche i percettori delle pensioni di cittadinanza o del reddito di cittadinanza. Infine possono ottenere gli sconti anche le famiglie che abbiano componenti affetti da gravi malattie tali da rendere necessario l’utilizzo di macchinari e di apparecchiature mediche salvavita. Lo sconto viene applicato solo dopo presentazione della relativa domanda.

Come si ottiene lo sconto sulle bollette della luce e del gas?

Alle famiglie che beneficiano del bonus sulla luce e del gas lo sconto arriva direttamente sulla bolletta. Il meccanismo è reso possibile dallo scambio di informazione tra l’Inps e Acquirente unico, sulla base dei dati inseriti nella Dichiarazione unica sostitutiva (Dsu) che consente di calcolare l’Isee del nucleo familiare. Per le famiglie che debbano presentare domanda del bonus sulle bollette energetiche risulta, pertanto, indispensabile avere un Isee aggiornato.

Presentazione della domanda per ottenere lo sconto sulle bollette di luce e gas: come fare?

Alla presentazione dell’Isee si dovrà aspettare all’incirca un mese affinché vengano svolte tutte le opportune verifiche. Il riconoscimento dello sconto avviene alla prima bolletta utile dopo tutte le verifiche. Dunque, a seconda della periodicità delle fatture energetiche, possono passare anche quattro o cinque mesi dalla presentazione della Dichiarazione unica sostitutiva per vedersi accreditare gli sconti. Successivamente alla pratica le famiglie otterranno lo sconto direttamente sulla bolletta energetica.

Quali sono gli sconti del bonus energia elettrica e gas in bolletta di chi ne ha i requisiti?

Chi ha i requisiti per poter ottenere il bonus nelle bollette dell’energia elettrica potrebbe ottenere i seguenti sconti:

  • da 165,60 euro per famiglie di una o di due persone;
  • a 235,80 euro per famiglie di oltre quattro componenti.

Il bonus sulle bollette dell’elettricità per le condizioni di salute, invece, non dipende dalla numerosità del nucleo familiare, ma dall’extra consumo. Il consumo standard è corrispondente a 2700 kilowatt per ora all’anno. Per il primo trimestre varia da 90 a 277 euro per i mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2022. Per le bollette del gas, il valore minimo è pari a 62,10 euro; quello massimo arriva a 816,30 euro.

Bonus energia elettrica e gas, gli importi alle famiglie in difficoltà e con reddito di cittadinanza

Bonus per il caro bollette di energia elettrica e gas sono a vantaggio delle famiglie in difficoltà, con redditi medi e bassi o con malati all’interno del nucleo. In più, le misure vanno a favore anche dei percettori del reddito di cittadinanza o della pensione di cittadinanza. Tra le famiglie beneficiarie dei provvedimenti del governo per contrastare il caro bollette rientrano quelle con un Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) sotto un determinato reddito. Ma per le famiglie più numerose la soglia di Isee sale fino ai 20 mila euro.

Caro bollette luce e gas, quali risorse a favore delle famiglie in difficoltà e ai percettori del reddito di cittadinanza?

In tutto il governo ha stanziato ulteriori 400 milioni di euro per contrastare gli effetti sulle famiglie a reddito medio-basso e ai percettori del reddito di cittadinanza del caro bollette dell’energia elettrica e del gas. Sono le risorse previste dal decreto legge numero 17 del 022 che, all’articolo 3, dispone, anche per il secondo trimestre 2022, che le agevolazioni relative alle tariffe per la fornitura di energia elettrica riconosciute ai clienti domestici economicamente svantaggiati e ai clienti in gravi condizioni di salute e la compensazione per la fornitura di gas naturale (cosiddetto bonus sociale elettricità e gas e bonus disagio fisico elettricità) siano rideterminate dall’Arera in modo da minimizzare gli incrementi della spesa per la fornitura, fino a concorrenza dell’importo di 400 milioni di euro.

Quanti e quali saranno i beneficiari dei bonus per il caro bollette di energia elettrica e del gas?

I bonus per il caro bollette andranno, secondo le stime, a favore di oltre 3 milioni di famiglie per quanto concerne l’energia elettrica, e di oltre 2 milioni per l’erogazione del gas. Le famiglie beneficiarie della misura sono quelle con un Isee non superiore a 8.265 euro all’anno. L’Isee sale a 20 mila euro se nella famiglie sono a carico più di tre figli. I bonus per il caro bollette vanno a vantaggio anche dei percettori della pensione di cittadinanza o del reddito di cittadinanza.

Come avviene l’erogazione del bonus energia elettrica e gas ai redditi bassi e percettori di reddito e pensione di cittadinanza?

Le famiglie beneficiare del bonus per l’energia elettrica e per il gas, da luglio 2021, percepiscono direttamente l’accredito nella bolletta mediante lo scambio di informazioni tra l’Inps e Acquirente unico. Del bonus ne beneficia anche chi ha condizioni di salute precarie che comportano l’utilizzo, nella propria abitazione, di apparecchiature elettromedicali. Ad esempio, chi utilizza per ragioni di salute di sollevatori, di materassi antidecubito, di carrozzine elettriche, di macchine per l’emodialisi, di ventilatori polmonari. Tuttavia, in questo caso, il bonus è riconosciuto in seguito alla presentazione della domanda.

Quante risorse sono state stanziate per il bonus energia elettrica e gas a favore delle famiglie in difficoltà?

Il bonus sul caro bollette dell’energia elettrica e del gas è stato attuato quindi già con il decreto legge numero 130 del 2021. I consumi abbonati sono relativi al terzo trimestre del 2021. Le risorse stanziate sono pari a 450 milioni di euro. Con la legge di Bilancio 2022 il bonus è stato esteso al primo trimestre di quest’anno (risorse per 912 milioni di euro).

Come presentare domanda per ottenere il bonus nelle bollette di dell’energia elettrica e del gas?

Per ottenere il bonus in caso di difficoltà nel pagamento delle bollette della luce e del gas è indispensabile ottenere l’Isee. Chi pertanto non avesse ancora l’Isee aggiornato è bene che provveda per poter poi far svolgere le verifiche sulle bollette. Tali verifiche richiedono circa un mese di tempo, per un totale dall’invio dell’istanza che può arrivare anche a quattro o cinque mesi dalla presentazione della Dichiarazione unica sostitutiva, dalla quale deriva l’Isee, al primo sconto nelle relative bollette. Successivamente alla pratica, dunque, alle famiglie con i requisiti, verrà riconosciuta l’agevolazione direttamente nella prima bolletta utile.

Quali sono gli importi dei bonus energia elettrica e gas nelle bollette di chi ne ha i requisiti?

Chi ha i requisiti per poter ottenere gli sconti nelle bollette della luce potrebbe ottenere i seguenti bonus:

  • da 165,60 euro per famiglie di una o di due persone;
  • a 235,80 euro per famiglie di oltre quattro componenti.

Il bonus sulle bollette dell’elettricità per le condizioni di salute, invece, non dipende dal numero di componenti del nucleo familiare ma dall’extra consumo. Il consumo standard è pari a 2700 kilowatt per ora all’anno. Per il primo trimestre varia da 90 a 277 euro per i mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2022. Per le bollette del gas, il valore minimo è pari a 62,10 euro; quello massimo arriva a 816,30 euro.

Reddito di cittadinanza, quando serve una nuova domanda?

L’erogazione del Reddito di cittadinanza è valida per  un periodo massimo di 18 mesi, trascorsi i quali il beneficio può essere rinnovato. Tuttavia, all’atto del rinnovo del Reddito di cittadinanza, il beneficiario subirà la sospensione nell’erogazione di un mese. Devono, in ogni modo, persistere le condizioni che abbiano determinato l’assegnazione del sussidio.

Per quanto tempo può essere rinnovato il Reddito di cittadinanza?

Dunque, rimanendo invariate le condizioni di beneficio del Reddito di cittadinanza, è possibile presentare una nuova domanda dal mese successivo a quello della scadenza. Una volta che l’Inps accerta il possesso dei requisiti per il rinnovo, il beneficio riparte  nuovamente con l’accredito per un periodo di ulteriori 18 mesi.

Reddito di cittadinanza, quando va presentata la domanda di rinnovo?

È avvenuto in questo modo il primo rinnovo dei percettori del Reddito di cittadinanza del primo anno e mezzo di erogazione. Chi ha cominciato a percepire il sussidio a partire da aprile 2019, ha potuto presentare domanda di rinnovo a partire dal 1° ottobre 2020. Inoltre, alla presentazione della domanda di rinnovo del Reddito di cittadinanza entro la fine di ottobre 2020, è seguita l’erogazione della misura a partire dal 1° novembre successivo. Analoghi calcoli di presentazione della domanda di rinnovo possono essere fatti dai percettori del Reddito di cittadinanza via via che l’erogazione arriva alla prima scadenza di un anno e mezzo.

Condizioni per presentare domanda di rinnovo del Reddito di cittadinanza

Il rinnovo del Reddito di cittadinanza è, in ogni modo, condizionato alla presenza dei requisiti che ne hanno determinato il primo periodo di beneficio. Pertanto, è necessario un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) in corso di validità, oltre al mantenimento dei requisiti e degli obblighi previsti dalla legge.

Reddito di cittadinanza, anche per il rinnovo serve l’Isee

L’Isee è valido fino al 31 dicembre dell’anno in cui si è reso necessario presentarlo. L’Isee corrente, invece, ha validità per sei mesi dalla data di presentazione, salvo che nel frattempo non intervengano delle variazioni nella condizione occupazionale o nella fruizione del trattamento stesso. In quest’ultima situazione, l’Isee deve essere aggiornato entro due mesi dalla variazione intervenuta.

Come si presenta domanda di rinnovo del Reddito di cittadinanza?

La procedura di presentazione della domanda di rinnovo del Reddito di cittadinanza è la medesima utilizzata per la presentazione della prima domanda. Pertanto, la domanda di rinnovo può essere presentata telematicamente attraverso il sito dell’Inps o, in alternativa, presso i Centri di assistenza fiscale (Caf), o, dopo il quinto giorno di ciascun mese, presso gli uffici postali.

Quale modello utilizzare per la domanda di rinnovo del Reddito di cittadinanza?

Anche il modello da utilizzare per richiedere il rinnovo del Reddito di cittadinanza è il medesimo utilizzato all’atto della prima domanda del sussidio. In particolare, è necessario compilare la Domanda di Reddito di cittadinanza scaricabile presso il canale Inps, o direttamente presso il Caf o gli uffici postali nelle modalità già indicate.

Documentazione ulteriore nella domanda del Reddito di cittadinanza

Ulteriori modelli di domanda del rinnovo del Reddito di cittadinanza devono essere utilizzati nel caso di svolgimento di attività lavorativa di uno dei componenti della famiglia beneficiaria o di ulteriori variazioni della situazione economica. Si tratta di situazioni nelle quali uno o più componenti della famiglia svolgano un lavoro avviato durante il periodo di riferimento dell’Isee o anche successivamente a esso.

Variazioni Isee ai fini della domanda del Reddito di cittadinanza o rinnovo

In questo caso, oltre al modello di Domanda del Reddito di cittadinanza, va compilato il Modello RdC/PdC Ridotto. Il modello rappresenta una comunicazione a integrazione della domanda di reddito (o di pensione) di cittadinanza, in particolare per attività di lavoro e redditi non interamente rilevati nell’Isee. Nei casi in cui intercorrano variazioni successive alla presentazione della domanda di rinnovo, come d’altronde nel caso di primo invio, il beneficiario deve compilare anche un altro modulo. Si tratta del Modello RdC/PdC Esteso, contenente la comunicazione dell’attività di lavoro e le altre variazioni dei beneficiari di reddito e di pensione di cittadinanza.

Rinnovo Reddito di cittadinanza e Carta RdC

Se è lo stesso beneficiario a presentare la domanda di rinnovo del Reddito di cittadinanza, l’indennità continua a essere erogata sulla stessa Carta di pagamentoCarta RdC. Diversamente, se si tratta di un altro componente della famiglia a presentare domanda, si deve ritirare una nuova Carta. Il rinnovo della Pensione di cittadinanza, invece, non necessita di una nuova domanda. L’Inps, infatti, continua a erogare il beneficio in presenza di tutti i requisiti richiesti, senza limiti temporali.

Accoglimento delle domande di rinnovo del Reddito di cittadinanza

Inviata la domanda del Reddito di cittadinanza il sistema informativo la distingue, in automatico, come istanza di rinnovo. Risultano importanti le condizioni richieste al rinnovo della misura. Infatti, se il beneficiario ha già usufruito dell’indennità negli ultimi dodici mesi, viene reindirizzato all’Ambito territoriale dei Servizi sociali del Comune di residenza oppure presso il Centro per l’impiego. Il passaggio è necessario per continuare il percorso di inclusione sociale o di attivazione lavorativa.

Cosa succede al rinnovo del Reddito di cittadinanza?

E, di conseguenza, ai sensi della legge numero 26 del 2019, cambiano le condizioni di accesso al lavoro. Infatti il beneficiario, in caso di rinnovo, deve accettare la prima offerta di lavoro utile. E l’accettazione deve avvenire ovunque sia collocata nel territorio nazionale l’offerta di lavoro. In caso di rifiuto della prima offerta di lavoro, il beneficiario decade dalla possibilità di continuare a ricevere il Reddito di cittadinanza.

Prestazioni assistenziali e a sostegno del reddito: cosa sono e in quali occasioni sono erogate

Non solo pensioni e previdenza: l’Inps e le Casse di previdenza erogano anche una serie di prestazioni assistenziali che vanno a sostenere il reddito dei cittadini e dei contribuenti. Queste prestazioni si concretizzano in una serie di indennità economiche e sociali fornite in situazioni di disagio. Come le pensioni, queste prestazioni vengono pagate solo in presenza di determinati requisiti e condizioni. Ad esempio, il non raggiungimento di un certo livello di reddito o la presenza in famiglia di persone in condizioni di disabilità.

Erogazioni Inps per il sostegno al reddito: quali sono?

I maggiori interventi forniti dall’Inps in tema di sostegno al reddito sono:

  • l’assegno sociale;
  • gli assegni per il nucleo familiare;
  • la Cassa integrazione guadagni ordinaria industria ed edilizia;
  • la Cassa integrazione guadagni straordinaria;
  • l’indennità di accompagnamento;
  • l’indennità di disoccupazione o Naspi;
  • il reddito e la pensione di cittadinanza;
  • la quattordicesima mensilità di pensione.

Assegno sociale: nel 2021 servono 67 anni di età

L’assegno sociale rappresenta una prestazione sostitutiva della pensione sociale. Viene erogata dall’Inps ai cittadini che abbiano almeno 67 anni di età e che si trovino in una particolare condizione di disagio economico. Non è necessario dimostrare un certo montante dei contributi per ottenere l’indennità. Tuttavia, oltre all’età, è indispensabile la residenza effettiva e continuativa per non meno di dieci anni sul territorio nazionale.

Qual è l’importo dell’assegno sociale?

Nell’anno in corso l’importo dell’assegno corrisponde a 460,28 euro e viene pagato per 13 mensilità all’anno. L’importo viene erogato per intero solo se i beneficiari non hanno alcun reddito oppure, se coniugati, hanno un reddito familiare inferiore al totale annuo dell’assegno. L’indennità è ridotta per i cittadini non coniugati che hanno un reddito familiare più basso del totale annuo dell’assegno (pari a 5.983,64 euro). Inoltre l’erogazione va a favore anche dei soggetti coniugati il cui reddito familiare sia compreso tra l’ammontare annuo dell’assegno e il doppio della stessa cifra. Quindi la misura ha un importo pari alla sottrazione tra l’importo intero annuale dell’assegno sociale e l’ammontare del reddito annuale.

Gli assegni Inps per il nucleo familiare

Anche nel caso di pagamento degli assegni Inps per il nucleo famigliare si rientra nei sostegni economici versati alle famiglie di lavoratori. In particolare, ai lavoratori dipendenti, ai dipendenti agricoli, ai titolari di pensione, agli iscritti alla Gestione separata Inps, ai titolari di prestazioni previdenziali.

Assegno familiare: importo e chi può richiederlo

L’importo dell’assegno dipende da vari fattori: tra questi, sicuramente incidono la numerosità del nucleo e il livello del reddito familiare. In assegna di questi requisiti l’assegno familiare può essere anche chiesto per particolari situazioni come, ad esempio, la presenza di familiari inabili. L’indennità viene pagata dal datore di lavoro insieme alla retribuzione. In questo caso il datore paga per conto dell’Inps.

La Cassa integrazione guadagni ordinaria industria ed edilizia

Si tratta di un’indennità economica pagata dall’Inps per integrare o sostituire la retribuzione dei lavoratori impiegati nell’industria e nell’edilizia. La condizione essenziale è che i lavoratori debbano trovarsi in precarie condizioni economiche. Ciò deve avvenire come conseguenza della sospensione oppure della riduzione dell’attività lavorativa.

Cassa integrazione guadagni straordinaria

La Cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) viene erogata dall’Inps per integrare o per sostituire la retribuzione dei lavoratori di imprese che siano in una situazione di crisi. L’erogazione avviene anche se per l’impresa sia in corso un processo di ristrutturazione, o di riorganizzazione o di riconversione.

L’indennità di accompagnamento agli inabili

A favore degli inabili, l’Inps eroga l’indennità di accompagnamento. Non si fa riferimento alla situazione reddituale del richiedente, ma al suo disagio per l’impossibilità di poter deambulare senza che l’aiuti un accompagnatore. Si tratta, inoltre, di soggetti che non possono compiere atti di vita quotidiana, ma hanno bisogno di una continua assistenza.

Per i disoccupati c’è la Naspi

L’Inps eroga l’indennità di disoccupazione, che dal 2015 ha preso il nome di Naspi. Per ottenere la prestazione è necessario presentare domanda. Il requisito essenziale per l’erogazione è quello di aver perduto il posto di lavoro per cause che non siano dipese dalla propria volontà. L’importo della Naspi si determina in base alla retribuzione percepita prima di perdere il lavoro. In particolare si considera l’imponibile ai fini previdenziali ricevuto negli ultimi 4 anni diviso per il numero delle settimane di contribuzione. Il risultato va moltiplicato per 4,33. A partire dal quarto mese, l’importo della Naspi diminuisce del 3% al mese.

Il Reddito e la pensione di cittadinanza: chi può beneficiarne?

Le due misure sono state introdotte con la legge di Bilancio 2019 per sostenere le famiglie in condizioni di difficolta. Il Reddito di cittadinanza, in particolare, sostiene le famiglie ed è finalizzato al reinserimento lavorativo e all’inclusione sociale. Il calcolo del Reddito di cittadinanza dipende dalla numerosità e dalla composizione della famiglia, nonché dalla relativa scala di equivalenza. Il beneficiario riceve l’importo su di specifica carta prepagata ogni mese. La pensione di cittadinanza, invece, è una prestazione economica che spetta a chi ha già compiuto i 67 anni di età e rientri entro certi limiti Isee. L’obiettivo è lo stesso del Reddito di cittadinanza, ovvero quello di sostenere le fasce della popolazione più svantaggiate.

Per i pensionati dai 64 anni l’Inps eroga la quattordicesima

La quattordicesima rappresenta la mensilità aggiuntiva corrisposta insieme al mensile di pensione. Il pagamento dell’Inps della misura avviene una sola volta l’anno, generalmente a luglio o a dicembre. Spetta ai contribuenti pensionati a partire dai 64 anni di età e con un reddito complessivo che non superi determinati limiti. In particolare, il reddito complessivo non deve superare di 2 volte il trattamento minimo annuo previsto dall’inps per il Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti.