Ho acquistato casa, quali spese posso detrarre?

Il legislatore tende a favorire l’acquisto della prima casa, il mattone infatti è un investimento molto apprezzato dagli italiani che sono poco propensi alla stipula di contratti di locazione e preferiscono invece la casa di proprietà. Proprio per questo motivo la legge riconosce una serie di agevolazioni per l’acquisto della prima casa e tra queste vi sono le detrazioni fiscali. Ma quali spese si possono detrarre? Ecco una disamina.

In caso di acquisto casa, quali spese si possono detrarre?

In linea generale si può dire che è possibile portare in detrazione gli oneri relativi alle spese burocratiche, in particolare le spese notarili e connesse.

Può essere portato in detrazione l’onorario del notaio. A questo si aggiungono ulteriori oneri, ad esempio i costi sostenuti dal notaio per conto dell’acquirente.

Possono essere portati in detrazioni come oneri accessori anche gli interessi passivi dei mutui stipulati per l’acquisto di casa.

Tra le spese da portare in detrazioni vi sono quelle per la stipula del contratto di mutuo, vi rientrano la perizia, le spese di istruttoria, eventuali spese per la cancellazione dell’ipoteca iscritta sull’immobile. Insomma tutti quegli connessi al mutuo stesso.

Possono essere scaricati anche i costi connessi alla intermediazione immobiliare, ad esempio la commissione pagata all’Agenzia.

Regole e limiti per le detrazioni acquisto casa

Deve però essere sottolineato che vi sono dei limiti, in particolare l’ammontare massimo della spesa sulla quale far valere la detrazione è di 4.000 euro. Questo implica che nel caso in cui vi sia stata una spesa superiore, la parte eccedente non beneficerà della detrazione. In caso di spesa minore rispetto ai 4.000 euro, si avrà la detrazione solo per quanto effettivamente speso.

La detrazione effettiva, cioè lo sconto che si ottiene sulle imposte da versare è del 19%. Questo vuol dire che si può ottenere un importo massimo di 760 euro.

Il limite dei 4.000 euro è globale, cioè le singole voci che possono essere portate in detrazione devono essere sommate e portate in detrazione fino al limite massimo visto.

Un altro limite da considerare riguarda la tipologia di immobile, infatti quando si acquista un immobile di lusso, non sono riconosciute le agevolazioni. Sono escluse le categorie catastali A/1, A/8, A/9.

Le spese per l’acquisto di casa da portare in detrazione devono essere indicate nel modello 730/2023 nel quadro E dedicato a oneri e spese.

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Doppia esenzione IMU per coniugi ripristinata dalla Corte Costituzionale

Il giorno 13 ottobre 2022 la Corte Costituzionale ha depositato un’importante sentenza che potrebbe mettere fine alla lunga diatriba sull’esenzione IMU in caso di coniugi con residenza diversa. La stessa secondo la Corte Costituzionale spetterebbe a entrambi i coniugi. Vediamo cosa dice la sentenza 209.

Esenzione IMU per coniugi con diversa residenza

Il caso è quello di due coniugi che hanno due immobili intestati, uno ciascuno, e che richiedano entrambi di usufruire dell’esenzione IMU prevista per la prima casa. La Corte Costituzionale nel riconoscere la doppia esenzione IMU ai coniugi con due diverse residenze parte da un presupposto basilare: la società è in costante mutamento, così che oggi non è infrequente che i coniugi per ragioni lavorative siano purtroppo costretti a vivere in città diverse e si ricongiungono solo in modo saltuario. A ciò si unisce che per coloro che sono parte dell’unione civile o conviventi comunque viene normalmente applicata la doppia esenzione IMU e si verificherebbe una disparità di trattamento nei confronti dei coniugi. Precisa la sentenza che affinché sia riconosciuta la doppia esenzione è necessario che l’immobile costituisca residenza anagrafica e dimora abituale.

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La decisione della Corte Costituzionale

La Corte Costituzionalecon la sentenza 209 del 13 ottobre 2022 ha decretato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 13, comma 2, del D.L. n. 201/2011, relativo alla previgente disciplina IMU, nonché del vigente articolo 1, comma 741, lett. b), della legge n. 160/2019 modificato dall’articolo 5-decies del D.L. n. 146/2021 nella parte in cui definiscono come abitazione principale esclusivamente quella in cui dimorano anagraficamente e abitualmente i componenti del nucleo familiare e nella parte in cui statuiscono che nel caso in cui i componenti della famiglia siano residenti in diversi immobili, possa essere applicata una sola agevolazione. Si ritiene che le norme oggetto di dichiarazione di incostituzionalità violino gli articoli:

  • 3 della Costituzione ( principio di uguaglianza);
  • 31 della Costituzione in quanto le norme censurate non agevolano con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia anzi si profila un trattamento deteriore rispetto a quello che viene riservato ai single;
  • infine le norme violerebbero l’articolo 53 della Costituzione in quanto violano il principio della concorrenza alla spesa pubblica in base alla capacità contributiva.

Per evitare l’elusione fiscale non serve riconoscere una sola esenzione IMU: bastano i controlli dei Comuni

Precisa la Corte che le disposizioni valutate come illegittime non trovano giustificazione neanche nell’intento antielusivo, in quanto il rischio di elusione esiste anche per i single e per coloro che sono conviventi di fatto. Inoltre i Comuni hanno tutti i mezzi e le strutture per verificare che nell’abitazione dichiarata come prima casa ai fini IMU ci sia una reale dimora abituale e anagrafica. In poche parole non occorre la doppia imposizione per evitare l’evasione fiscale, basta che i Comuni attuino i dovuti controlli nelle situazioni che possono essere valutate a rischio. La sentenza della Corte Costituzionale deve essere attuata anche ai contenziosi pendenti. a precisarlo è la stessa sentenza.

Superbonus: prime indiscrezioni sulle modifiche delle norme

Cominciano a delinearsi i tratti di quello che potrebbe essere il nuovo Superbonus 110% per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico degli edifici già esistenti.

Le norme del Superbonus 110% per condomini

Ricordiamo che il 30 settembre è scaduto il termine per il SAL 30% (Stato di Avanzamento dei Lavori) per il Superbonus 110% e che di fatto sono terminati i fondi e occorrono nuovi finanziamenti affinché siano approvati nuovi progetti. Ricordiamo che per i condomini e gli immobili formati da 2 a 4 unità anche appartenenti allo stesso proprietario i termini di scadenza sono:

  • fino al 31 dicembre 2023 al 110%;
  • finoal 31 dicembre 2024 al 70%;
  • fino al 31 dicembre 2025 al 65%.
  • il termine per gli istituti autonomi case popolari (Iacp) è al 31 dicembre 2023 con  Superbonus al 110%.

Proprio per questo motivo sono in tanti ad aspettare la formazione del nuovo esecutivo per capire cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi. In campagna elettorale Giorgia Meloni, probabilmente il prossimo Presidente del Consiglio, aveva affermato che il Superbonus 110% nasceva con un nobile proposito, ma che è sfuggito di mano in quanto regolamentato male e applicato peggio. In effetti sono state scovate molteplici truffe e questo ha portato a un inasprimento delle norme, culminato nella circolare 23 dell’Agenzia delel Entrate che ha previsto la responsabilità solidale tra il cessionario e il beneficiario del Superbonus 110%. Questo ha portato gli intermediari a richiedere l’asseverazione dei lavori eseguiti tramite l’uso delle foto, e in alcuni casi ( società Deloitte che opera per Intesa San paolo) a richiedere anche le asseverazioni con i video. Video che deve avere determinate caratteristiche.

Per conoscere il dettaglio, leggi: Cessione del credito Superbonus 110%: serve il video dei lavori

Quali sono le modifiche al Superbonus 110%? Chi potrà percepirlo?

Ora iniziano ad esservi le prime indiscrezioni su quello che sarà il futuro del Superbonus 110%. Il programma prevedeva il riordino della materia e la salvaguardia delle situazioni in essere, quindi viene assicurata almeno a quanto sembra emergere la conclusione dei lavori per chi aveva già la pratica approvata, ma non riesce a trovare un cessionario (ad esempio). In questo modo si evitano problemi anche alle imprese che hanno già iniziato i lavori e ai lavoratori.

Il programma per i nuovi progetti di ristrutturazione prevede anche che l’entità del superbonus non debba mai superare l’80% dei costi sostenuti. Si parla di una percentuale intorno al 60%-70%, ma diversificata in base al fatto che ad usufruirne siano le prime case o le seconde case.

Un’altra ipotesi allo studio è differenziane l’aliquota del beneficio in base al reddito del richiedente.

Prima casa under 36, come inserire il bonus nella dichiarazione dei redditi?

Con la dichiarazione dei redditi di quest’anno debutta l’agevolazione prevista per la prima casa dei soggetti under 36 nel modello 730 e in quello delle Persone fisiche. Il bonus spettante va inserito nel rigo G8 della sesta sezione del quadro relativo ai crediti di imposta, ovvero quello G. Nel modello Persone fisiche deve essere utilizzato il rigo CR 13. A beneficiarne saranno i giovani che, nello scorso anno, hanno maturato il credito di imposta perché hanno comprato la prima casa. Condizione essenziale per utilizzare il bonus è che l’acquisto della casa sia soggetto a Iva.

Bonus prima casa giovani under 36: a chi spetta?

Il bonus sull’acquisto della prima casa dei giovani under 36 spetta ai soggetti che non hanno ancora compiuto l’età di 36 anni durante l’anno in cui sia avvenuto l’acquisto stesso. Inoltre, è previsto che l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) della famiglia non ecceda il tetto di 40 mila euro all’anno.

Quali agevolazioni sono previste per il bonus prima casa giovani under 36?

Oltre al credito di imposta sull’Iva nel caso in cui l’acquisto della prima casa con il bonus under 36 sia soggetto all’imposta, la misura consente di beneficiare di altre agevolazioni. In particolare:

  • l’esenzione dal versamento delle imposte di registro, catastali e ipotecarie;
  • l’azzeramento delle medesime imposte per gli atti soggetti a Iva;
  • l’estensione dell’agevolazioni alle eventuali pertinenze all’immobile come, ad esempio, il box.

Agevolazione prima casa giovani under 36, il bonus sui mutui

Le agevolazioni sull’acquisto della prima casa dei giovani under 36, inoltre, prevedono l’esenzione dell’imposta sostitutiva sui mutui ottenuti per comprare, costruire o ristrutturare gli immobili a utilizzo abitativo. Il periodo temporale delle agevolazioni parte dal 26 maggio 2021 per arrivare al 31 dicembre 2022.

Bonus prima casa giovani under 36, come calcolare l’Isee?

Per ciò che concerne l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), il calcolo deve avvenire sui redditi prodotti e sul patrimonio posseduto nel secondo anno precedente rispetto alla presentazione della Dichiarazione sostitutiva Unica (Dsu) all’Inps. Il documento include i dati anagrafici, patrimoniali e di reddito per arrivare a stabilire la situazione economica del nucleo familiare che fa richiesta del bonus prima casa giovani under 36. Inoltre, l’Isee deve includere tutti i componenti della famiglia anagrafica al giorno in cui viene presentata la Dsu. Per i rogiti effettuati nel 2021, l’Isee di riferimento è quello dei redditi prodotti e dei patrimoni posseduti nell’anno 2019; per gli atti relativi all’anno in corso, l’Isee da considerare è quello dell’anno 2020.

Cosa fare per beneficiare del bonus prima casa giovani under 36?

I giovani under 36, nel momento in cui stipulano l’atto di acquisto della casa, per beneficiare delle agevolazioni devono dichiarare di possedere un Isee non eccedente l’importo di 40 mila euro. Per questo motivo, devono essere in possesso della relativa certificazione in corso di validità. È ammissibile la domanda del bonus per aver già provveduto alla richiesta prima dell’atto di compravendita o contestualmente alla stipula.

Come utilizzare il credito di imposta sull’Iva pagata per l’acquisto della prima casa dei giovani under 36?

L’aspetto più importante nella dichiarazione dei redditi è quello del credito di imposta maturato sull’Iva per l’acquisto della prima casa dei giovani under 36. Il credito di imposta maturato può essere usato a sottrazione delle imposte sui redditi, sugli atti e sulle denunce. Tali sottrazioni dovranno avvenire in data successiva a quella dell’acquisto della casa o mediante compensazione nel modello F24.

Bonus prima casa giovani under 36: come procedere sul modello 730?

Nel modello 730 utile per la presentazione della dichiarazione dei redditi e nel modulo Redditi persone fisiche è compreso un rigo specifico per beneficiare del bonus sull’acquisto della prima casa per giovani under 36. In particolare:

  • nel modello redditi Persone fisiche dovrà essere utilizzato il rigo CR 13;
  • nel 730, invece, il rigo G8.

L’acquisto, ai fini della dichiarazione dei redditi del 2022, deve essere avvenuto nell’anno 2021. Infatti, nei due modelli non vi è alcun rigo relativo a operazioni di compravendita della casa ammissibili per la prima parte dell’anno 2022.

 

Isee per under 36 che vivono in famiglia: cosa fare se si vuole acquistare la prima casa?

Come considerare l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) ai fini dell’agevolazione per l’acquisto della prima casa per i giovani under 36 che vivono in famiglia? Ad esempio, un giovane che non abbia superato i 35 anni di età ma che viva ancora in famiglia, dovrà prendere in esame, ai fini delle agevolazioni sull’acquisto della prima casa, l’Isee cumulativo, ovvero l’indicatore di tutti i componenti della famiglia. In tal caso, infatti, il giovane non ha una famiglia propria. Ciò implica delle considerazioni, soprattutto per la possibilità che si sfori il limite dei 40 mila euro di Isee previsto per ottenere le agevolazioni sulla prima casa.

Agevolazioni prima casa under 36 anni, un giovane che vive in famiglia ha un Isee proprio?

Se un giovane che intenda acquistare la prima casa con gli incentivi spettanti agli under 36, vive ancora in famiglia, non può costituire un nucleo tutto suo. Infatti, per famiglia ai fini della determinazione dell’Isee, si deve intendere il nucleo di componenti della famiglia anagrafica nel giorno in cui si presenta la Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica). Il documento serve proprio per determinare l’Isee facente capo alla famiglia al momento della domanda delle agevolazioni sulla prima casa.

Quando un figlio si dice ‘a carico’ della famiglia ai fini della domanda di Isee per la prima casa?

Strettamente connesso al calcolo dell’Isee è il concetto di “familiari a carico“. Secondo quanto prevede l’articolo 12 del Testo unico sulle imposte dirette, ai fini del calcolo dell’Isee per richiedere le agevolazioni della prima casa degli under 36 rientrano:

  • i componenti della famiglia che nell’anno 2020 hanno conseguito un reddito complessivo non eccedente i 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili;
  • i figli, considerati “a carico” se di età non superiore ai 24 anni. È necessario che nel 2020 abbiano conseguito un reddito complessivo non eccedente i 4.000 euro, al lordo degli oneri deducibili.

Quando non si possono ottenere i vantaggi della prima casa per i giovani under 36?

Fatte queste premesse, nel caso in cui l’Isee complessivo famigliare sia superiore a 40 mila euro, i giovani under 36 non potranno richiedere le agevolazioni per l’acquisto della prima casa. In particolare, i giovani in queste situazioni non potranno richiedere la garanzia pubblica del Fondo prima casa che copre l’80% della quota capitale del mutuo stipulato per l’acquisto dell’abitazione. Si tratta del vantaggio offerto dall’articolo 64 del decreto legge numero 73 del 2021, cosiddetto decreto “Sostegni bis”.

Chi può beneficiare della garanzia fino al 50% del mutuo sulla prima casa?

Tuttavia, anche se non alla percentuale dell’80%, può sempre essere richiesta la garanzia pubblica del Fondo per la prima casa con percentuale fino al 50%. La garanzia è applicata sulla. quota capitale del mutuo stipulato per l’acquisto della prima casa. Si tratta di una garanzia prorogata fino al 31 dicembre di quest’anno dalla legge di Bilancio 2022 (legge numero 234 del 2021). Tale misura consente a tutti i cittadini di poter beneficiare della garanzia. Infatti, per il 50% di garanzia non si fa riferimento né all’età, né alla composizione del nucleo familiare. Lo prevede la lettera C), del comma 48, dell’articolo 1 della legge numero 147 del 2013 (legge di Stabilità 2014).

Mutui a tasso fisso o variabile, quale conviene?

Conviene di più il mutuo a tasso fisso o quello a tasso variabile per l’acquisto di una casa? L’indecisione del periodo sta facendo lievitare i livelli dei tassi di interesse rispetto a quelli applicati dalle banche fino a qualche mese fa. Ma non si è ancora ai livelli più alti del periodo precedente la pandemia da Covid-19. Ad aumentare ad aprile 2022 sono soprattutto le rate dei mutui a tasso fisso.

Mutui, a marzo 2022 aumento dei tassi fissi dello 0,40%

Infatti, in questi ultimi due mesi, i mutui a tasso fisso sono passati da una media dello scorso anno dell’1,21% a una media dell’1,62% registrata a marzo 2022. L’aumento nel breve periodo è stato dunque all’incirca di 0,40 punti percentuali. Il calcolo è stato fatto su mutui a 20 anni. Il livello dei mutui a tasso fisso, in ogni modo, risulta ancora inferiore ai periodi precedenti la pandemia da Covid. Infatti, all’inizio del 2019 i tassi fissi dei mutui superavano il 2%.

Mutui aprile 2022, conviene più il tasso fisso o il tasso variabile?

Allo stato dei mutui di questo mese, si può dire che i mutui a tasso variabile sono ancora tendenzialmente più convenienti dei mutui a tasso fisso. Ovvero, si può affermare che chi sceglie il tasso variabile difficilmente pagherà di più rispetto a chi sceglie i prestiti a tasso fisso. In questi ultimi anni, complice il tasso Eurobor che ha registrato valori stabili e in alcuni casi negativi, i mutui a tasso variabile si sono attestati mediamente tra lo 0,8% e l’1%. Tuttavia, nella scelta tra il tasso fisso e quello variabile è necessario considerare vari fattori.

Quando conviene il mutuo a tasso fisso rispetto a quello variabile?

Ad esempio, i mutui a tasso fisso garantiscono la sicurezza della rata fissa. E, pertanto, potrebbero essere preferiti dalle famiglie con un solo contratto di lavoro. O dalle famiglie giovani che prevedono di allargare il numero dei componenti del nucleo. La sicurezza del tasso fisso può rappresentare uno scudo sulle mutazioni degli scenari dei tassi di interesse. Infatti, il tasso variabile potrebbe andare incontro a una risalita degli indici nei prossimi anni.

Mutui a tasso fisso, le previsioni dei prossimi anni

Peraltro, l’attuale situazione dei mutui a tasso fisso sta determinando una ridefinizione dello spread applicato dagli istituti bancari. Ad oggi, su un mutuo di 150 mila euro per venti anni, la rata migliore si attesta all’incirca su 715 euro, con un Taeg pari all’1,52%. Ma è necessario scegliere la migliore offerta: alcuni istituti applicano Taeg che sfiorano il 3%, facendo lievitare la rata mensile del mutuo a 800 euro.

Tassi variabili sui mutui, qual è il migliore e il più conveniente?

Diversamente, la scelta del tasso variabile su un mutuo di 150 mila euro per venti anni, potrebbe far determinare una rata per le famiglie più giovani che attualmente si attesta intorno ai 645 euro mensili. Il Taeg migliore osservato su un tasso variabile è pari allo 0,42%, ma si può arrivare anche a pagare un tasso dell’1,40%.

Mutui aprile 2022, quali sono le agevolazioni per i giovani under 36 anni?

Nella scelta del miglior mutuo, la convenienza può aumentare se si possono sfruttare le opportunità della normativa per le famiglie più giovani. Ad esempio, per l’acquisto della casa dei giovani under 36, con Isee non oltre i 40 mila euro annuali, si può beneficiare della garanzia statale sul mutuo che può arrivare all’80%. Si tratta di una novità arrivata nella scorsa estate, con l’entrata in vigore del decreto “Sostegni bis”: la garanzia statale sui mutui è stata elevata dal 50% (che può essere ottenuta da tutti i cittadini, a prescindere dall’età) all’80% a favore dei giovani che stipulano un mutuo.

Acquisto prima casa giovani under 36, i vantaggi dell’esenzione dell’imposta di registro e dell’Iva

E, inoltre, ottenere l’abbattimento di alcune tasse legate all’operazione di acquisto della prima casa, come l’esenzione dell’imposta di registro o dell’Iva. In quest’ultimo caso, l’acquisto deve essere effettuato direttamente dall’impresa costruttrice. Le opportunità e i parametri da valutare nella stipula di un numero per acquistare una casa sono pertanto molteplici, compresa la sottoscrizione di una polizza temporanea caso morte legata all’operazione per assicurarsi dagli imprevisti.

Bonus prima casa under 36 si ottiene anche per gli immobili all’asta

Le agevolazioni sulla prima casa agli under 36 si applicano anche se l’acquisto dell’immobile avviene all’asta giudiziaria. Si è espressa in tal modo l’Agenzia delle entrate rispondendo all’interpello numero 808 del 14 dicembre 2021. Un interessato alle applicazioni delle agevolazioni previste dall’articolo 64 del decreto legge numero 73 del 5 maggio 2021 (decreto “Sostegni bis”) ha presentato il quesito.

Quali sono le agevolazioni previste dal decreto Sostegni bis per l’acquisto di una casa di un under 36?

In base alle agevolazioni previste dal decreto Sostegni bis, l’acquisto di un immobile da parte di un under 36 prevede l’esenzione dalle imposte ipotecarie, di registro e catastali, oltre all’attribuzione del credito di imposta pari al valore dell’imposta sul valore aggiunto inerente l’acquisto per gli atti traslativi a titolo oneroso della proprietà dell’immobile.

Cosa chiede l’istante per l’acquisto della prima casa

L’istante ha fatto richiesta all’Agenzia delle entrate circa la possibilità che la normativa prevista dal decreto Sostegni bis possa trovare applicazione nei casi concreti in cui, trattandosi di prima casa, si possa usufruire delle agevolazioni anche se il trasferimento della proprietà immobiliare avvenga in forza di un provvedimento giudiziale. Due sono, in particolare, i requisiti richiesti per beneficiare delle agevolazioni:

  • il richiedente non dove aver compiuto ancora l’età di 36 anni nell’anno in cui viene fatto il rogito;
  • abbia un indicatore della situazione economica equivalente (Isee) della famiglia del richiedente che non superi i 40.000 euro all’anno.

Per l’Agenzia delle entrate si può acquistare una casa all’asta con le agevolazioni per gli under 36

Nella risposta fornita dall’Agenzia delle entrate si fa riferimento alla circolare numero 12 del 14 ottobre 2021 (paragrafo 2.2). Il  documento ha chiarito che le agevolazioni previste dal decreto Sostegni bis agli under 36 per l’acquisto della prima casa trovano applicazione anche nelle ipotesi in cui il diritto sull’immobile si acquisisca in seguito a un decreto di trasferimento che venga emesso in seguito all’esito di un procedimento giudiziale.

Raccomandazioni dell’Agenzia delle entrate per l’acquisto di una prima casa con le agevolazioni del bonus under 36

La possibilità di beneficiare delle agevolazioni sulla prima casa degli under 36 si rifà, peraltro, anche a quanto chiarito sulla materia dalla notta II bis dell’articolo 1 della tariffa, parte I, allegata al decreto del Presidente della Repubblica numero 131 del 1986. Il richiedente, pertanto, potrà procedere con l’acquisto all’asta dell’immobile procedendo nella dimostrazioni della sussistenza dei requisiti richiesti tramite le dichiarazioni. Tali dichiarazioni, come ha ricordato l’Agenzia delle entrate, possono essere rese anche in un momento susseguente. In ogni modo, devono pervenire prima che venga registrato l’atto.

Mutui in crescita nel 2021, ecco i migliori tassi fissi e variabili a novembre

Aumenta la richiesta di mutui nel secondo trimestre del 2021. A fare da traino alla richiesta di finanziamento anche i vantaggi legati alla prima casa assegnati dal decreto Sostegni bis ai giovani under 36. Nei mesi di aprile, maggio e giugno 2021 le famiglie italiano hanno potuto usufruire di 16 miliardi e 600 milioni di finanziamenti legati all’acquisto della casa.

Di quanto sono cresciute le richieste dei mutui nel secondo trimestre del 2021?

La crescita della richiesta dei mutui ha segnato pertanto un +39,9% stando alle elaborazioni del gruppo Tecnocasa sui dai della Banca d’Italia. Dato che rafforza la crescita dei primi sei mesi del 2021, con un aumento della richiesta dei mutui del 46,5%. In discesa del 6,8%, invece, la surroga e la sostituzione dei mutui già contratti.

Mercato in crescita per i mutui: buono l’impatto del decreto Sostegni bis sulla prima casa

L’andamento di crescita dei mutui è confermata anche dall’Osservatorio dei Mutuionline. A fine ottobre 2021 la crescita della richiesta dei mutui è andata di pari passo con quella per l’acquisto della prima casa. È stato così per il 59,8% delle richieste. Nello stesso periodo del 2020, la crescita dei mutui legati all’acquisto della prima casa si era fermata al 42,6%.

Richiesta dei mutui 2021: una domanda su due è per la prima casa

Ancora più accentuati i dati sulle richieste di mutuo per la prima casa nei mesi di luglio, agosto e settembre 2021. Il 68,6% dei mutui è stato erogato per l’acquisto della prima casa, il 72,4% nel solo mese di ottobre. Si hanno anche i dati delle erogazioni effettive dei mutui del 2021. Fino ad ora, quasi un mutuo su due è stato erogato per l’acquisto della prima casa (il 47,2%, rispetto al 36,2% del 2020).

Crescono le richieste di mutui a tasso fisso

I mutui con tassi fissi fanno segnare una maggiore richiesta. Con costi bassi del finanziamento per l’acquisto della casa, il 90% delle richieste di mutuo è per quello a tasso fisso. È stato così nel 2020 e il dato è stato confermato anche nel corso del 2021. Nel 2020 il tasso medio fisso sui mutui a 20 anni era dello 0,13%: nel 2021 c’è stata una risalita del tasso fisso alla percentuale media dello 0,54%. Risultano piuttosto stabili i tassi variabili dei mutui: a gennaio erano mediamente dello 0,75%, a ottobre sono risultati dello 0,76%.

Quali sono i mutui a tasso fisso più convenienti a novembre 2021?

Vediamo quali sono le offerte sui mutui più convenienti considerando i suggerimenti presenti su Mutuionline. Il riscontro prevede la richiesta di un mutuo a fine novembre nella città di Milano, di un impiegato di 35 anni per acquistare una prima casa. L’importo del mutuo è di 140 mila euro, il valore della casa è di 200 mila euro e la durata del finanziamento è di 20 anni.

Miglior mutuo con il tasso fisso per l’acquisto della prima casa

Il miglior mutuo per tasso fisso è risultato essere Credem con il tasso fisso dello 0,67% e una rata mensile di 623 euro (Taeg dello 0,94%). Al secondo posto Crédit Agricole con il tasso dello 0,77% e la rata di 630 euro (Taeg dello 0,97%). Al terzo Banco Bpm “Mutuo giovani green” con tasso fisso dello 0,88% e rata di 636 euro (Taeg dello 0,97%). Al quarto posto Bnl Bnp Paribas con tasso fisso dello 0,80%, rata di 631 euro e Taeg dello 0,97%. Infine Banca Carige con il tasso fisso dello 0,85%, rata mensile di 635 euro e Taeg dell’1,02%.

Mutuo più conveniente con il tasso variabile per l’acquisto della prima casa

Il tasso variabile più basso sul mutuo a tasso fisso per l’acquisto della prima casa è risultato essere quello di Intesa Sanpaolo “Mutuo giovani” dello 0,30% (Taeg dello 0,39%) e una rata mensile di 601 euro. Al secondo posto Banco Bpm “Mutuo giovani green” con il tasso variabile dello 0,48% (Taeg 0,56%) e la rata mensile di 612 euro. Al terzo posto troviamo Crédit Agricole Italia con un tasso variabile dello 0,44% (Taeg dello 0,63%) e una rata di 609 euro. Al quarto posto Credem con il tasso variabile dello 0,37% (Taeg dello 0,64%) e una rata mensile di 605 euro. Infine Webank con “Mutuo green”, tasso variabile dello 0,58% (Taeg dello 0,64%) e rata mensile di 618 euro.

 

Prima casa, vantaggi e vincoli delle agevolazioni

L’acquisto della prima casa fa beneficiare di tutta una serie di agevolazioni che, peraltro, stimolano il mercato immobiliare. Ma, per beneficiare delle agevolazioni, è necessario rispettare determinati vincoli. Vediamo, nel dettaglio, in cosa consistono i vantaggi, le agevolazioni e i vincoli da rispettare.

Agevolazioni acquisto prima casa, Iva e altri vantaggi

Tra le agevolazioni sull’acquisto della prima casa rientrano le riduzioni dell’Iva e di altre imposte. Infatti, l’Iva viene applicata al 4% anziché al 10%. L’imposta deve essere applicata al prezzo concordato per l’acquisto della casa. Inoltre, l’imposta di registro nel caso di prima abitazione scende dal 9% al 2%. In tal caso, l’aliquota si applica alla rendita catastale rivalutata e moltiplicata per il coefficiente fisso di 115,5.

Imposta di registro nell’acquisto della prima casa

L’imposta di registro va applicata all’acquisto della prima casa nel caso in cui il venditore figuri come soggetto privato. Ciò significa che il venditore non deve agire nell’esercizio dell’impresa, dell’arte o della professione. Tuttavia, anche nel caso di venditore quale soggetto Iva, è necessario che la vendita non venga effettuata ai fini dell’Imposta sul valore aggiunto.

Iva sull’acquisto della prima casa

È necessario chiarire che viene applicata l’Iva sull’acquisto della prima casa se l’abitazione è in corso di ristrutturazione o di costruzione. Altresì l’Iva viene applicata sulle abitazioni ultimate o ristrutturate da non più di 5 anni. L’applicazione dell’Iva anche alle abitazioni ristrutturate o ultima da più di cinque anni è, in ogni modo, un’opzione applicabile dal venditore alla compravendita della casa. Se il venditore dovesse decidere di non avvalersi di questa opzione, è necessario comunque emettere fattura indicando l’esenzione da Iva.

Prima casa, quando non è mai imponibile a Iva?

L’acquisto della prima casa non è mai imponibile all’Iva nel caso in cui la società titolare della compravendita, non abbia né provveduto alla sua costruzione e nemmeno alla ristrutturazione. In questo caso, non deve essere emessa nemmeno la fattura recante l’esenzione dell’Iva.

Quali sono i presupposti per l’acquisto della prima casa?

Per ottenere le agevolazioni necessarie all’acquisto della prima casa è necessario che l’abitazione sia qualificata nel catasto in determinate categorie. In particolare, le categorie catastali ammesse all’agevolazione sono quelle del gruppo A, a esclusione delle A/1, A/8 e A/9. Queste ultime tre appartengono alle categorie di abitazione di maggior pregio. Da escludere anche la categoria A/10, comprendente gli uffici.

Acquisto prima casa e residenza del compratore

Per usufruire delle agevolazioni, inoltre, l’acquirente della prima casa deve avere la residenza nello stesso Comune in cui sia ubicata l’abitazione. In caso contrario, l’acquirente ha 18 mesi per stabilirvi la propria residenza. Il termine parte dalla data del rogito di acquisto. In alternativa, senza residenza, la casa deve essere ubicata nello stesso comune dove l’acquirente svolge attività di lavoro o di studio, o dove ha sede il datore di lavoro dell’acquirente. Quest’ultimo caso si applica per acquirenti che si trasferiscono all’estero per motivi di lavoro. Infine, la casa può essere ubicata in qualsiasi comune dell’Italia nel caso in cui si tratta di un acquisto fatto da cittadino italiano che sia emigrato all’estero. In quest’ultimo caso, è necessario non avere altre abitazioni all’interno del territorio italiano.

Cosa bisogna dichiarare per l’acquisto della prima casa?

Per acquistare la prima casa con le condizioni agevolate è necessario dichiarare, nell’atto di acquisto, di non essere titolari esclusivi di altra abitazione. La dichiarazione è necessaria anche se si è titolari di abitazioni in comunione con il coniuge o in usufrutto o in proprietà di altra abitazione nel comune dove si trovi la casa oggetto dell’acquisto. Inoltre, è necessario dichiarare di non essere titolari di quote di altre abitazioni sul territorio nazionale anche nei casi di nuda proprietà o di usufrutto. In quest’ultimo caso, l’acquisto dell’altra abitazione potrebbe essere stato fatto dal coniuge o dallo stesso acquirente che richieda le agevolazioni sulla prima casa.

Quando un acquirente della prima casa può beneficiare delle abitazioni se ne ha acquistata già un’altra?

L’acquirente può beneficiare dei vantaggi dell’acquisto della prima casa anche se ne ha già acquistato una precedente sempre con i vantaggi riservati alla prima abitazione. Ciò è possibile a condizione che l’acquirente si impegni a vendere la casa precedente entro un anno dal giorno della nuova casa acquistata con le agevolazioni. In questo caso, il venditore e compratore dei due case, entrambe beneficiarie dei vantaggi della prima casa, vendendo quella precedente entro un anno otterrebbe anche il beneficio del credito di imposta previsto dalla legge numero 448 del 1998.

Prima casa, in cosa consiste il credito di imposta sul vecchio acquisto?

Il credito di imposta sulla precedente casa matura per un importo corrispondente alle imposte Iva e di registro sostenute per acquistare la prima casa beneficiaria dei vantaggi. Tuttavia, al credito di imposta deve essere applicato il limite dell’importo delle imposte pagate per acquistare l’abitazione più recente oggetto dei vantaggi della prima casa.

 

Nuova agevolazione prima casa per chi è colpito dal sisma

L’Agenzia delle Entrate ha fornito un chiarimento che si era reso necessario a seguito di una richiesta di un contribuente la cui casa era stata coinvolta dagli eventi sismici dell’agosto e dell’ottobre 2016.

Ciò che è emerso è che il proprietario di un immobile acquistato con le agevolazioni prima casa, dichiarato inagibile con provvedimento delle autorità competenti, può fruire nuovamente del beneficio per l’acquisto di una nuova abitazione.

In questo caso specifico, il contribuente aveva beneficiato delle agevolazioni prima casa ed aveva acquistato un immobile che dopo gli eventi sismici di agosto ed ottobre 2016 era stato dichiarato inagibile. A seguito di questa ordinanza, aveva fatto richiesta di poter acquistare un altro immobile ma sembre usufruendo del beneficio prima casa.

Il Fisco ha precisato che “l’agevolazione prima casa per un nuovo acquisto può essere riconosciuta al proprietario di un altro immobile acquistato già fruendo dello stesso beneficio, se quest’ultimo non risulta idoneo, sulla base di criteri oggettivi, a sopperire alle esigenze abitative del contribuente”.

Nel caso di un evento sismico, non prevedibile e quindi non evitabile, che ha comportato l’impossibilità per il contribuente di continuare ad utilizzare l’immobile, quindi, è possibile beneficiare nuovamente delle agevolazioni previste.

Fino a quando permarrà la dichiarazione di inagibilità dell’immobile il contribuente potrà beneficiare delle agevolazioni prima casa per l’acquisto di un nuovo immobile, anche se ha già fruito dello stesso beneficio per l’acquisto dell’abitazione dichiarata inagibile. Se successivamente al nuovo acquisto agevolato, viene revocata dagli organi competenti la dichiarazione di inagibilità, resta comunque acquisito il beneficio goduto dal contribuente per il nuovo immobile; al momento del nuovo acquisto, infatti, risultavano soddisfatte le condizioni previste dalla normativa in materia di prima casa per godere dell’agevolazione”.

Vera MORETTI