Bonus 200 euro:lavoratori dipendenti devono presentare l’autodichiarazione?

Con l’articolo 31 del decreto Aiuti 2022 si introduce il bonus di 200 euro per dipendenti e pensionati. Se la procedura è abbastanza semplice per i pensionati che lo riceveranno automaticamente con la pensione del mese di luglio, non sembra essere altrettanto semplice per i lavoratori dipendenti che dovranno presentare un’autodichiarazione. Ecco perché questo adempimento.

Perché l’autodichiarazione occorre solo pe ri lavoratori dipendenti?

Il bonus di 200 euro è previsto nel Decreto Aiuti dall’articolo 31 per i lavoratori dipendenti e nell’articolo 32 per pensionati e altri soggetti. L’obiettivo è aiutare le famiglie a far fronte al caro vita attraverso aiuti una tantum, quindi senza aumenti di salari che stimolerebbero la spinta inflazionistica, ciò in attesa che la corsa dei prezzi si fermi.

Il bonus di 200 euro viene versato direttamente dall’ente previdenziale che eroga la pensione per i pensionati, titolari Naspi, dis-coll, disoccupazione agricola, RdC. Questi soggetti potranno quindi riceverlo nel mese di luglio senza presentare domanda e senza adempimenti. Diverso è invece il caso dei lavoratori dipendenti, che potranno percepirlo su erogazione del datore di lavoro che potrà poi usare le somme erogate in compensazione, quindi scalandole dalle imposte che deve versare. Di conseguenza i datori di lavoro onerati di questi impegni hanno l’esigenza di scaricare eventuali responsabilità legate al fatto che qualche lavoratore potrebbe percepire il bonus di 200 euro senza averne diritto.

I requisiti per accedere al bonus 200 euro dipendenti

Per i lavoratori dipendenti l’articolo 31 del decreto 50 del 2022 prevede, oltre il limite dei 35.000 euro annuali, anche un altro requisito. In particolare aver beneficiato dell’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti di cui alla Legge di Bilancio 2022 (art. 1, comma 121, L. n. 234/2021) per almeno un mese.

Inoltre il Bonus di 200 euro dipendenti spetta una sola volta quindi chi ha più datori di lavoro e non deve essere titolare di altri trattamenti, ad esempio RdC, oppure trattamenti pensionistici. Il rischio è che se il lavoratore riceve il bonus dall’INPS o da un altro datore di lavoro, qualche datore di lavoro possa perdere la compensazione dei 200 euro perché il bonus è stato erogato senza che la persona ne avesse diritto.

Proprio per questo motivo si è pensato a un’autodichairazione in cui il lavoratore conferma di non ricevere il bonus di 200 euro da nessun altro soggetto e di avere i requisiti previsti tra cui quello legato all’esonero contributivo.

Autodichiarazione: perché è essenziale?

Inoltre la normativa prevede in modo espresso che l’indennità “è riconosciuta in via automatica, previa dichiarazione del lavoratore di non essere titolare delle prestazioni di cui all’articolo 32, commi 1 e 18.”. Tale articolo prevede il bonus in favore di pensionati, percettori di NASpI, disoccupazione agricola, RdC…) .

Il problema nasce dal fatto che il legislatore non ha provveduto a rendere noto il modello per l’autodichiarazione. Questo naturalmente ha mandato in confusione datori di lavoro e commercialisti. Per colmare la lacuna, visto che ormai siamo a giugno inoltrato, i consulenti del lavoro hanno redatto un modello di autodichiarazione alternativo. I lettori possono scaricare l’approfondimento, nell’ultima pagina è presente il modello di autodichiarazione.

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Assegno unico col reddito di cittadinanza, invio domanda Inps entro il 30 giugno

Si potranno presentare fino al 30 giugno 2022 le domande per ottenere le maggiorazioni dell’assegno unico per i figli. Si tratta, principalmente dei nuclei dove sono presenti figli maggiorenni (e fino all’età di 21 anni) da parte di chi percepisce il reddito di cittadinanza (Rdc). La misura consente, dunque, ai nuclei familiari che percepiscono il reddito di cittadinanza il diritto a fruire anche dell’assegno unico corrisposto d’ufficio. L’importo, dunque, va integrato, mediante presentazione della domanda all’Inps con modello integrativo.

Assegno unico per i figli e reddito di cittadinanza, a chi spetta?

A rendere nota la necessità di presentazione della domanda di integrazione è l’Istituto previdenziale con il messaggio numero 2261 del 2022. Operativo dallo scorso marzo, l’assegno unico per i figli fino all’età di 21 anni, prevede l’erogazione dell’indennità anche ai nuclei familiari che percepiscono il reddito di cittadinanza per i figli di età fino ai 21 anni. Per questi nuclei non c’è stato bisogno di presentare domanda per l’assegno unico per i figli. L’indennità è stata corrisposta in automatico con il reddito di cittadinanza.

Assegno unico per i figli, i pagamenti effettuati finora nel 2022

Fino a questo momento, come specifica la circolare dell’Inps, sono stati pagati gli assegni unici alle famiglie nelle quali:

  • sono presenti tutti e due i genitori, limitatamente all’importo per i figli minorenni o maggiorenni disabili;
  • nelle quali è presente un unico genitore per i figli minorenni o maggiorenni disabili nei limiti del 50% dell’indennità spettante.

Chi dovrà presentare domanda integrativa dell’assegno unico per i figli?

Dovrà essere presentata specifica domanda per fruire delle maggiorazioni previste dal decreto legislativo numero 230 del 2021 che ha istituito l’assegno unico per i figli. In particolare, si tratta dei nuclei familiari che hanno a carico un figlio fino al compimento dell’età di 21 anni nelle condizioni attuali di:

  • frequentare un corso di formazione scolastica o di laurea;
  • seguire un corso professionale;
  • svolgere un’attività lavorativa con reddito complessivo non eccedente gli 8 mila euro all’anno.

Come si presenta la domanda integrativa dell’assegno unico per i figli per i percettori del Rdc?

In queste situazioni, i percettori del reddito di cittadinanza potranno utilizzare domanda di integrazione dell’assegno unico per i figli utilizzando il modello “Rdc Com/AU”. L’Inps aveva previsto l’adozione di questo modello nella circolare numero 53 del 2022. Tuttavia, solo dalla giornata del 31 maggio scorso il modello è a disposizione dei nuclei familiari per la richiesta delle maggiorazioni.

Quando si utilizza il modello Rdc Com/AU per la maggiorazione dell’assegno unico per i figli?

L’Inps, peraltro, nella sua circolare elenca altre situazioni nelle quali le famiglie devono utilizzare il modello Rdc Com/AU per la maggiorazione dell’assegno unico per i figli. Ad esempio, per la quota di maggiorazione che spetta nel caso in cui entrambi i genitori siano titolari di un reddito derivante dal lavoro. In questo caso, va utilizzata l’apposita autocertificazione contenuta nel modello Rdc Com/AU. Il modello si può utilizzare anche per le maggiorazioni spettanti alle famiglie che abbiano un Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) entro i 25 mila euro. Tale fattispecie è riservata ai nuclei che, nel corso del 2021, avevano percepito l’assegno per il nucleo familiare.

Come si presenta il modello Rdc Com/AU per l’integrazione dell’Assegno unico per i figli?

Il modello Rdc Com/AU per la maggiorazione dell’Assegno unico per i figli si può presentare solo in via telematica. Per la presentazione, dunque, è necessario accedere al sito dell’Inps, nella sezione del “Reddito di cittadinanza” mediante autenticazione con Spid, Carta nazionale dei servizi (Cns) o Carta di identità elettronica (Cie). Si può procedere con la domanda anche mediante patronati. La presentazione della domanda entro il 30 giugno 2022 permette di ottenere gli arretrati con decorrenza a partire dallo scorso mese di marzo.

Reddito di cittadinanza: quando bisogna comunicare inizio nuova attività autonoma o dipendente?

Arrivano novità per i percettori del reddito di cittadinanza nel caso in cui comincino un’attività di lavoro autonoma. Nulla cambia, invece, per l’inizio di un lavoro alle dipendenze. L’Inps è intervenuta per anticipare i tempi nei quali presentare la domanda, valida anche ai fini del bonus imprenditorialità nel caso avvio di lavoro autonomo. L’Istituto previdenziale ha chiarito anche cosa bisogna fare nel caso di inizio di un nuovo lavoro alle dipendenze. In particolare, la precedente disciplina stabiliva che il percettore del reddito di cittadinanza aveva 30 giorni di tempo per comunicare l’inizio dell’attività. Questa tempistica è stata modificata dal messaggio Inps numero 625 del 2022.

Reddito di cittadinanza e inizio lavoro autonomo, il bonus spettante fino a 780 euro

In base alle nuove disposizione dell’Inps, il percettore del reddito di cittadinanza, nel caso in cui dovesse avviare una nuova attività autonoma, dovrà darne comunicazione all’Istituto previdenziale entro il giorno prima dell’avvio dell’attività stessa. Il rischio è quello di perdere non solo il bonus che spetta per l’autoimprenditorialità fino a 780 euro al mese, ma anche il reddito stesso. In caso di mancata comunicazione entro la scadenza prefissata, il richiedente si vedrebbe revocato il diritto a percepire sia il bonus che la stessa indennità del reddito di cittadinanza.

Comunicazione Inps reddito di cittadinanza, se non si fa nella scadenza prevista si perde l’indennità

Nel dettaglio, la circolare dell’Inps avvisa che “in caso di variazione della condizione occupazionale nelle forme dell’avvio di un’attività d’impresa o di lavoro autonomo, svolta sia in forma individuale che di partecipazione, da parte di uno o più componenti il nucleo familiare nel corso dell’erogazione del reddito di cittadinanza, la variazione dell’attività è comunicata all’Inps il giorno antecedente all’inizio della stessa a pena di decadenza dal beneficio”.

Percepire il reddito di cittadinanza e comunicare l’inizio di una nuova attività: come si fa?

La variazione della situazione occupazionale deve essere dunque comunicata con anticipo all’Inps. L’adempimento comporta che dal 1° gennaio 2022, l’inizio di un lavoro autonomo o l’avvio di un’attività di impresa da parte di uno o più componenti la famiglia beneficiaria del reddito di cittadinanza, deve essere comunicata in tempi più ristretti all’Inps con il modello “Rdc Com Esteso“. Tale comunicazione deve essere inviata non più entro i 30 giorni successivi l’inizio dell’attività. Ma entro il giorno precedente l’inizio stesso. Rimane invariato, invece, la scadenza dei 30 giorni per presentare il modello “Rdc Com Esteso” per chi inizi un nuovo lavoro alle dipendenze.

Bonus per chi prende il reddito di cittadinanza e inizia una nuova attività: come funziona?

Rimane invariato il bonus per chi prende il reddito di cittadinanza e avvii una nuova attività. Infatti, il nuovo termine di scadenza di presentazione della comunicazione dell’inizio dell’attività vale anche ai fini della richiesta del bonus extra rispetto al reddito di cittadinanza. Chi avvia un’attività di lavoro autonomo, o di impresa, o come socio nelle cooperative nei primi dodici mesi di fruizione dell’indennità, ha diritto al bonus aggiuntivo. Tale bonus corrisponde a 6 mensilità di reddito di cittadinanza. Il limite è di 780 euro mensili, a seconda delle condizioni. Per ricevere questo bonus, il percettore del reddito di cittadinanza deve essere in regola con la comunicazione da effettuare all’Inps. Ovvero della scadenza entro il giorno prima dell’inizio della nuova attività.

Quanto spetta di bonus per l’avvio di una nuova attività in aggiunta al reddito di cittadinanza?

Il bonus per l’autoimprenditorialità ottenibile da chi percepisce il reddito di cittadinanza per l’avvio di una nuova attività è corrispondente a sei mensilità del reddito stesso. Il massimo che si può ottenere è pari a 4.680 euro (sei mensilità di 780 euro). Se la domanda di reddito di cittadinanza viene accolta il 15 gennaio 2022 e l’inizio dell’attività lavorativa autonoma è fissato al prossimo 14 settembre, ammettendo che l’importo reddito percepito nella mensilità di settembre 2022 è pari a 500 euro, al percettore verrà corrisposto anche il bonus autoimprenditorialità di tremila euro ottenuto da 500 euro per sei mensilità. Naturalmente la comunicazione all’Inps dell’inizio dell’attività deve essere fatta entro il 13 settembre.

Quando l’Inps paga il bonus per l’avvio di una nuova attività ai percettori del reddito di cittadinanza?

L’Inps  paga il bonus per l’autoimprenditorialità ai percettori del reddito di cittadinanza in genere in un’unica soluzione. Il termine del pagamento Inps è il secondo mese successivo a quello nel quale il percettore ha presentato la domanda. Quindi, se il percettore del reddito presenta la domanda a fine febbraio , l’Inps eroga il bonus entro la fine aprile.

Reddito di cittadinanza: gli sgravi contributivi per le assunzioni. Novità

Dalla Legge di Bilancio 2022 arrivano novità importanti per le imprese che assumono percettori di reddito di cittadinanza. Lo sgravio contributivo ora viene riconosciuto anche per chi assume a tempo determinato e parziale.

Novità negli incentivi per chi assume percettori di reddito di cittadinanza

La Legge di Bilancio 2022 porta delle novità nel settore degli incentivi all’assunzione dei percettori del reddito di cittadinanza, l’obiettivo è far in modo che costoro possano essere più facilmente collocati nel mondo del lavoro e che la disoccupazione diventi quindi una fase transitoria. Questa disciplina è strettamente correlata con le nuove regole per coloro che rifiutano un lavoro.

Per saperne di più leggi l’articolo: Le nuove regole per il reddito di cittadinanza: cosa cambia per i percettori.

L’articolo 1, comma 74, lettera g del decreto 234/2021 (legge di bilancio 2022) modifica il primo comma dell’articolo 8 del decreto legge 4 del 2019 e stabilisce l’esonero dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali per coloro che stipulano un contratto di lavoro:

  • a tempo determinato, pieno o parziale;
  • a tempo indeterminato pieno o parziale;
  • un contratto di apprendistato.

L’esonero contributivo ha un valore massimo di 780 euro mensili, cioè l’importo massimo previsto per il reddito di cittadinanza.

Lo sgravio può essere fruito per un periodo pari alla differenza tra 18 mensilità e il numero di mensilità di reddito di cittadinanza già godute dal beneficiario e per un lasso di tempo non inferiore a 5 mesi.

Incentivi per la formazione dei percettori di reddito di cittadinanza

L’estensione dello sgravio contributivo non riguarda però tutti i contratti, ad esempio non sono stati ricompresi i contratti a tempo determinato instaurati in seguito al percorso di formazione (patti di formazione) in questo caso lo sgravio continua ad esserci solo per le assunzioni a tempo indeterminato e a tempo pieno.

Inoltre l’ente che ha curato la formazione che ha portato all’instaurazione del contratto di lavoro nei confronti del percettore, continuerà a ricevere, sotto forma di sgravio contributivo applicato per l’assunzione dei propri dipendenti, una somma pari alla metà del reddito di cittadinanza percepito dal soggetto che ha seguito la formazione. Si tratta quindi di un importo massimo di 390 euro, per un periodo non inferiore a 6 mesi.

In nessun caso l’ente di formazione o il datore di lavoro può ottenere uno sgravio contributivo e assistenziale di importo superiore a quello a carico del datore di lavoro per il pagamento dei contributi. Insomma, il datore di lavoro non può intascare importi ulteriori rispetto a quanto effettivamente dovrebbe corrispondere di contributi.

Agevolazioni per le Agenzie per il Lavoro

La Legge di Bilancio 2022 prevede incentivi anche per le Agenzie per il Lavoro riconosciute da ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive per il lavoro). Per ogni soggetto percettore di Reddito di Cittadinanza collocato nel mondo del lavoro grazie alla mediazione dell’Agenzia per il lavoro, è previsto un contributo pari al 20% dell’incentivo riconosciuto al datore di lavoro per l’assunzione diretta. Tale 20% viene però decurtato dall’importo di cui dovrebbe avere vantaggio l’azienda che assume, quindi non ci sono maggiori oneri per lo Stato, solo una divisione del beneficio tra il datore di lavoro e l’agenzia.

Chi può accedere al beneficio contributivo per l’assunzione di percettore RdC

Possono beneficiare dell’incentivo tutti i datori di lavoro, inclusi quelli del settore agricolo, sono escluse le assunzioni per lavoro domestico.

Vi sono però dei limiti e delle condizioni.

Per poter ottenere il beneficio è necessario:

  • che l’azienda abbia un aumento netto del numero di dipendenti (non si può licenziare e assumere il percettore di reddito di cittadinanza);
  • devono essere rispettati i limiti per gli Aiuti di Stato e gli Aiuti de Minimis;
  • l’azienda deve essere in regola con le assunzioni previste in favore dei disabili;
  • devono essere rispettate le norme in materia di tutela delle condizioni di lavoro;
  • devono essere rispettate le norme dei contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative;
  • deve essere rispettato il diritto di precedenza o repechage;
  • sia rispettata la regolarità contributiva.

Si cade dal beneficio nel caso in cui il lavoratore sia licenziato senza giusta causa o giustificato motivi nell’arco di 36 mesi.

Reddito di cittadinanza: come calcolare quanto spetta di bonus per l’autoimprenditorialità?

I percettori del reddito di cittadinanza possono avviare un’attività in proprio e ottenere un bonus rispetto a quanto previsto dal sostegno erogato dall’Inps. Si tratta di un incentivo a iniziare una nuova attività che può essere l’apertura di un negozio, l’avvio di uno studio professionale o anche la partecipazione a un cooperativa o società. Ci si chiede quanto spetti dall’Inps come contributo aggiuntivo rispetto al reddito di cittadinanza per avviare un’attività autonoma?

Quanto spetta di bonus per l’avvio di una nuova attività rispetto al reddito di cittadinanza?

Il bonus per l’autoimprenditorialità spettante ai percettori del reddito di cittadinanza per l’avvio di una nuova attività è pari a 6 mensilità del reddito stesso. Il massimo che si può ottenere è di 4.680 euro, pari a 6 mensilità di 780 euro. È questo il massimale stabilito dalla normativa per la misura come importo massimo ottenibile con il reddito di cittadinanza. In realtà il massimale del bonus sarebbe dovuto spettare nella misura di seimila euro (1.000 euro per sei mensilità). Tuttavia, la normativa ha preso come riferimento questa somma come valore massimo ottenibile.

Esempi del calcolo del bonus autoimprenditorialità Inps per i percettori del reddito di cittadinanza

Il calcolo del bonus per l’autoimprenditorialità versato dall’Inps a integrazione del reddito di cittadinanza si effettua come rata ottenuta rispetto al reddito stesso. Pertanto, se la domanda del reddito di cittadinanza è stata accolta il 15 gennaio 2021, l’inizio dell’attività lavorativa autonoma è fissato al 15 settembre successivo e l’importo Rdc percepito nella mensilità di settembre 2021 è di 500 euro, al percettore spetterà anche il bonus autoimprenditorialità di 3.000 euro ottenuto da 500 euro per 6 mensilità.

Qual è il massimo importo che si può ottenere con il bonus autoimprenditorialità?

Lo stesso esempio si può fare per un percettore di reddito di cittadinanza la cui rata di settembre 2021 è pari a 1.000 euro. In questo caso, l’importo del bonus per l’autoimprenditorialità è pari sempre e comunque al massimo liquidabile, ovvero 780 euro. Pertanto, il contributo aggiuntivo dell’Inps è pari a 780 euro per 6 mensilità, corrispondente a 4.680 euro. Rispetto alla domanda, il bonus verrà pagato in un’unica soluzione entro il termine dei due mesi successivi.

Da quando parte l’erogazione del bonus per l’autoimpiego dell’Inps ai percettori del reddito di cittadinanza?

L’Inps, dunque, paga il bonus per l’avvio di una nuova attività ai percettori del reddito di cittadinanza, normalmente in un’unica soluzione. Il termine per il pagamento è il secondo mese successivo a quello nel quale si è presentata la domanda. Pertanto, se il percettore del Rdc ha presentato la domanda entro la fine di ottobre scorso, l’Inps eroga il bonus entro la fine dicembre. Tuttavia, l’importo che spetta per l’avvio della nuova attività viene calcolato in riferimento al mese nel quale è stata avviata l’attività stessa. La data effettivo di inizio attività è quella risultante da quanto dichiarato nel modello Rdc Com Esteso. È infatti questo il modulo Inps da utilizzare per presentare l’istanza del contributo aggiuntivo.

Entro quando si deve presentare la domanda del bonus di autoimprenditorialità rispetto all’inizio della nuova attività?

In ogni caso, la data di inizio effettiva dell’attività dei percettori del reddito di cittadinanza non può essere successiva ai 30 giorni previsti per la presentazione della domanda stessa. Pertanto, se la domanda del reddito di cittadinanza è stata accolta il 15 gennaio 2021 e l’inizio della nuova attività avviene alla metà del mese di settembre successivo, per ottenere il bonus si deve presentare la domanda entro i 30 giorni successivi, ovvero entro la metà di ottobre.

Bonus 4680 euro per chi prende il reddito di cittadinanza e si mette in proprio: per quali attività?

Diventa operativo il bonus di 4680 euro per chi prende il reddito di cittadinanza e si mette in proprio. Si tratta di sei mensilità per un massimo di 780 euro al mese di chi, percependo il reddito di cittadinanza, decide di aprire un negozio, uno studio professionale o una bottega. Sulla misura è intervenuta l’Inps con la recente circolare numero 175 del 2021. Nella comunicazione sono riportate tutte le attività che possono essere avviate con l’aiuto del reddito di cittadinanza, nonché gli esempi di come possa essere percepito il bonus stesso.

Percettori di reddito di cittadinanza, la misura per prendere il bonus per l’autoimpiego

L’incentivo all’autoimpiego con il reddito di cittadinanza è previsto dal comma 4 dell’articolo 8, del decreto legge numero 4 del 2019. È dunque dal decreto istitutivo dello stesso reddito di cittadinanza che è stata prevista anche la possibilità, per i percettori, di poter ricorrere a una misura di aiuto per l’apertura di una nuova attività. L’attuazione è stata decretata con il provvedimento del 12 febbraio 2021, recepito dall’Inps con il messaggio numero 3212 del 2021, che ha dato avvio alle richieste dei percettori del reddito di cittadinanza.

Quando può essere richiesto il bonus per l’autoimprenditorialità del reddito di cittadinanza?

Il bonus per l’autoimprenditorialità si può richiedere nei primi dodici mesi nei quali si fruisce del reddito di cittadinanza. L’importo del bonus è uguale a 6 mensilità del reddito di cittadinanza che si percepisce. Il massimo è corrispondente a 780 euro mensili (da moltiplicare per sei mensilità, dunque 4680 euro). Si può richiedere se, nel periodo indicato, si avvii un’attività autonoma, un’impresa individuale o una società cooperativa.

Il bonus per l’autoimprenditorialità può essere richiesto anche da altri componenti del nucleo familiare?

La risposta è affermativa. Il bonus per l’autoimprenditorialità può essere richiesto anche da altri componenti del nucleo familiare di chi percepisce il reddito di cittadinanza. Sono esclusi i genitori non coniugati e che non convivano nella famiglia. Naturalmente il bonus può essere richiesto per una sola nuova attività avviata dalla famiglia beneficiaria del reddito di cittadinanza.

Quali sono i requisiti per richiedere il bonus per l’autoimprenditorialità del reddito di cittadinanza?

Per presentare domanda del bonus per l’autoimprenditorialità è necessario che, al momento dell’istanza, i componenti il nucleo familiare risultino già fruitori del reddito di cittadinanza. Pertanto, il domandante il bonus, nel momento in cui presenta domanda del contributo, deve far parte del nucleo familiare che già beneficia del reddito di cittadinanza. In alternativa, entro i primi dodici mesi di fruizione del reddito di cittadinanza, il richiedente deve aver iniziato un’attività lavorativa di tipo autonomo o un’impresa individuale. Altra possibilità per il richiedente è che deve aver sottoscritto una quota di capitale sociale in una cooperativa nella quale “il rapporto mutualistico abbia a oggetto la prestazione di attività lavorativa da parte del socio”.

Altri requisiti per la richiesta del bonus dell’autoimpiego del reddito di cittadinanza

Risulta altresì necessario che chi presenta la domanda di bonus all’autoimpiego e percepisca il reddito di cittadinanza, non abbia cessato, nei dodici mesi precedenti la domanda, un’attività lavorativa autonoma o un’impresa individuale o abbia sottoscritto una quota di capitale sociale di una cooperativa. Inoltre, il bonus può essere richiesto una sola volta. Nel caso in cui altri componenti della famiglia abbiano già beneficiato del bonus, la domanda viene respinta.

Quali sono le attività che si possono avviare con il bonus all’autoimpiego del reddito di cittadinanza?

Le attività che si possono avviare con il bonus dell’autoimpiego per i percettori di reddito di cittadinanza sono:

  • l’attività professionale esercitata come liberi professionisti, inclusi gli iscritti alle casse professionali, in quanto risultanti come lavoratori autonomi;
  • avviare un’attività di impresa individuale che può essere di tipo commerciale, agricola o artigiana;
  • sottoscrivere una quota di capitale sociale di una cooperativa purché il rapporto mutualistico abbia a oggetto la prestazione di attività lavorativa da parte del socio;
  • avviare una società unipersonale nella forma di società a responsabilità limitata (Srl), di una società a responsabilità limitata speciale (Srls) o di una società per azioni (Spa);
  • costituendo e entrando nelle società di persone o di capitali, a eccezione del caso in cui chi richiede il bonus all’autoimpiego conferisca con apporti di capitale sociale. In questo caso si può entrare in società in nome collettivo (Snc), società in accomandita semplice (Sas) o in società a responsabilità limitata (Srl).

Quando viene erogato il bonus all’autoimpiego dall’Inps per i percettori del reddito di cittadinanza?

Il bonus all’autoimpiego per i percettori del reddito di cittadinanza viene erogato in un’unica soluzione. Il momento dell’erogazione avviene entro il secondo mese susseguente a quello nel quale sia stata presentata l’istanza. Il pagamento del bonus avviene mediante accredito sul conto corrente. Diventa necessario, pertanto, indicare nella domanda il codice Iban sul quale si voglia l’accredito. Si può ricevere il pagamento anche con il bonifico domiciliato. In questo caso, l’Inps rispetta la soglia massima di importo prevista dalla legge. Se quest’ultima dovesse essere eccedente, l’Inps paga in più rate fino alla concorrenza di quanto spetti.

Come si presenta la domanda all’Inps per il bonus all’autoimpiego?

Per presentare domanda del bonus all’autoimpiego, i percettori del reddito di cittadinanza devono compilare e presentare il modello Com Esteso. Dal momento della presentazione della domanda, scatta il termine per il pagamento. Se la domanda è stata presentata il 30 ottobre scorso, il pagamento avviene entro il 31 dicembre 2021. La domanda è sottoposta a vari controlli tra i quali l’incrocio dei dati inerenti il codice Iban e il codice fiscale di chi proceda con la richiesta del bonus.

Quando viene revocato il bonus all’autoimpiego per i percettori di reddito di cittadinanza?

La domanda del bonus all’autoimpiego può essere anche revocata dall’Inps. In particolare ciò succede quando:

  • l’attività avviata, oggetto del bonus aggiuntivo, cessi prima che siano trascorsi dodici mesi dall’avvio;
  • nel caso in cui il percettore del bonus ceda la propria quota di capitale sociale in una cooperativa, sempre entro i dodici mesi dalla sottoscrizione;
  • se, a seguito di controlli, al beneficiario del bonus venga revocato il reddito di cittadinanza. In automatico, dunque, la revoca del reddito di cittadinanza comporta anche quella del bonus addizionale per l’avvio di un’attività;
  • nei casi di decadenza del reddito di cittadinanza illustrate all’articolo 7 del decreto legge numero 4 del 2019.