Marchio anticontraffazione per il vetro di Murano

Anche il vetro, e precisamente quello di Murano, deve combattere contro la contraffazione, così, per salvaguardare la sua autenticità, guadagnata con una tradizione secolare conosciuta in tutto il mondo, la Regione Veneto, in collaborazione con il Consorzio Promovetro di Murano e la Camera di Commercio ha deciso di dotare i suoi prodotti originali di un’etichetta leggibile da smartphone, tablet e pc.
Tramite la lettura dell’etichetta, è possibile accedere ad una serie di informazioni relative al prodotto, con foto e nome del maestro vetraio.

Questo tecnologico ed innovativo marchio è stato presentato a Palazzo Balbi, sede della giunta regionale, dai responsabili del Consorzio Promovetro e dal presidente Luca Zaia: “La guerra ai tarocchi è da sempre una delle mie priorità, da quando sono presidente del Veneto perché il Veneto è sinonimo di qualità e la qualità va valorizzata e difesa. E anche prima, al Governo, quando venivo chiamato il Ministro della tracciabilità. Il vetro di Murano non è solo un’arte unica al mondo, ma anche un grande elemento identitario, che va difeso con ogni mezzo. Ora questo marchio va promozionato a più non posso, perché venga conosciuto, e utilizzato, da quanti più turisti possibile”.

Questo provvedimento è stato reso necessario dal proliferare di prodotti realizzati al di fuori di Murano ma spacciati come tali, che rappresentavano ormai l’80% di quanto venduto.
Ora, il marchio Vetro artistico di Murano dovrebbe finalmente distinguere senza ombra di dubbio l’originale dal falso, e mettere in guardia i turisti su ciò che stanno acquistando.

Vera MORETTI

 

Bando per i giovani agricoltori veneti

Per sostenere i giovani agricoltori e il loro insediamento nel mondo del lavoro, la Regione Veneto ha pubblicato un bando per la concessione di contributi a loro dedicati.

A richiedere il contributo, infatti, possono essere i giovani che si insediano per la prima volta nell’azienda agricola.
Obiettivo delle iniziative è sostenere lo sviluppo del comparto agricolo regionale, finanziando la misura Pacchetto Giovani B.

A tal fine sono ammissibili a contributo le seguenti tipologie di spesa in riferimento alle Misure del PSR 2007/13:

  • Misura 111: “Formazione professionale”;
  • Misura 112: “Insediamento di giovani agricoltori”;
  • Misura 114: “Utilizzo di servizi di consulenza”;
  • Misura 121: “Ammodernamento delle aziende agricole”.

Si precisa che l’ammissibilità a contributo è subordinata alla necessaria adesione alla Misura 112 e 121, e almeno una a scelta tra le misure 111 e 114.
A sostegno degli interventi l’aiuto è concesso sotto forma di contributo la cui entità varia a seconda delle misure da implementare.

Le aziende interessate dovranno inviare il modulo di adesione entro il 30 giugno 2014.

Vera MORETTI

Nel Polesine, bando per la reindustrializzazione delle imprese

L’area del Polesine è interessata da un bando promosso dalla Regione Veneto in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico che riguarda la concessione di contributi volti a favorire il rilancio produttivo e la reindustrializzazione dellle imprese del territorio.

Le richieste di contributo possono essere presentate da aziende artigiane e del comparto turistico ubicate nella Provincia di Rovigo.
Possono presentare domanda anche le imprese che intendono attivare una sede operativa nel territorio dei Comuni della Provincia di Rovigo.

Obiettivo dell’iniziativa è sostenere il rilancio produttivo dell’area del Polesine attraverso interventi sostenuti a partire dal 1° gennaio 2013 ed entro il 31 marzo 2015 relativi a:

  • Acquisto o costruzione o ristrutturazione di immobile destinato all’attività di impresa;
  • Macchinari, impianti, attrezzature, beni materiali.

A tal fine sono ammissibili le seguenti tipologie di spesa:

  • Acquisto o costruzione di un bene immobile a destinazione strumentale (edifici e/o fabbricati);
  • Spese di progettazione e direzione lavori;
  • Opere edili relative ad interventi di ristrutturazione o manutenzione straordinaria;
  • Impianti tecnologici e spese di allacciamento alle reti tecnologiche;
  • Impianti produttivi, macchinari, attrezzature, e hardware e relative spese di installazione e collaudo, autocarri ad esclusivo utilizzo aziendale;
  • Brevetti e licenze d’uso;
  • Locazione finanziaria (leasing) di beni mobili e immobili.

A sostegno degli interventi l’aiuto è concesso sotto forma di un contributo a fondo perduto pari al 15% della spesa ammissibile nel limite di importo massimo erogabile pari a 200.000 euro, fermo restando una spesa minima ammissibile pari a 25.000 euro per intervento.

Le aziende interessate dovranno inviare la domanda di partecipazione a partire dal 31 gennaio 2014 al 30 giugno 2015 e comunque fino ad esaurimento fondi tramite pec all’indirizzo protocollo.generale@pec.regione.veneto.it.

Vera MORETTI

Veneto: 109 mila lavoratori impiegati nel “green”

In Veneto cresce il numero di addetti della “green economy“. Tra il 2005 e 2009 è cresciuto del 5% la percentuale di lavoratori impegnati nella progettazione, installazione e manutenzione di sistemi per il risparmio energetico. I dati del rapporto sono stati presentati dal vice presidente della giunta regionale Marino Zorzato.

Analizzando nel dettaglio i dati si scopre che in Veneto nel 2009 sono stati quasi 109 mila persone impiegate nel settore (escludendo il settore primario), in aumento di oltre l’8% rispetto al 2005, che rappresenta no più del 5% del totale degli occupati.

L’incidenza maggiore territorialmente si registra a Belluno, pari al 7,8% degli occupati; segue Padova con il 7% che segna anche la crescita maggiore dal 2005. E’ la gestione delle risorse e dell’inquinamento a segnare i maggiori incrementi.

d.S.

Un bando in Veneto per il risparmio energetico

La Regione Veneto ha deciso di finanziare le piccole e medie imprese che vogliono investire nel contenimento dei consumi energetici.
E’ stata stipulata una convenzione con la finanziaria Veneto Sviluppo, che ha permesso di attivare uno specifico bando.

Si chiama Fondo Energia e mette a disposizione delle pmi operative in Veneto 23,8 milioni di euro, parte come finanziamento agevolato a tasso zero (15 milioni) e parte come contributo in conto capitale (8,8 milioni).
Ai fondi regionali vanno aggiunti altri 15 milioni di finanziamenti bancari a tasso convenzionato, portando il plafond complessivo a quasi 40 milioni di euro.

Le agevolazioni vengono concesse per far fronte ad investimenti che riguardano il perfezionamento delle tecniche produttive per migliorare i rendimenti energetici degli impianti, mediante l’adozione di soluzioni che consentono di sfruttare il potenziale energetico utilizzando le fonti rinnovabili e sistemi di generazione non tradizionali.

I progetti finanziabili devono riguardare:

  • il miglioramento del rendimento energetico degli impianti esistenti (ad esempio attraverso l’installazione di motori elettrici ad alta efficienza, il rifasamento delle linee elettriche, ecc.)
  • la produzione combinata di energia termica ed elettrica in cogenerazione
  • la produzione di energia elettrica mediante celle a combustibile
  • la produzione di energia da fonti rinnovabili.

In tutti i casi, il progetto deve comportare un risparmio energetico, alla base del bando.

L’importo minimo delle operazioni agevolate è di 25mila euro, quello massimo di 2 milioni. La durata massima è di 84 mesi.
Le domande vanno fatte pervenire a Veneto Sviluppo tramite la propria banca finanziatrice, o un organismo consortile e si tratta di una domanda “a sportello” aperta fino al 30 giugno 2015.

Vera MORETTI

Un bando a sportello per le pmi femminili venete

La Regione Veneto ha appena pubblicato un bando dedicato alle pmi femminili.

Si tratta di un bando “a sportello” per la concessione di contributi in conto capitale che si pone l’obiettivo di sostenere la promozione e lo sviluppo dell’imprenditorialità e di favorire la costituzione di nuove pmi a prevalente partecipazione femminile.

E’ un’iniziativa molto importante, non solo perché vuole sostenere le donne imprenditrici nell’avvio di una nuova attività, o nel mantenimento di una società già avviata, ma anche perché nasce con l’obiettivo di contrastare la crisi che ha costretto molte aziende, femminili e non, ad abbassare le serrande per non aprirle più.

A questo proposito, poi, occorre sottolineare che il bando vuole venire incontro anche a quei soggetti che, dopo aver visto la propria ditta fallire, si trovano ora senza impiego, e dunque in una situazione di particolare criticità.

Le domande potranno essere inviate dalle 10.00 del 4 febbraio 2013 fino al 20 aprile 2014.
Per ricevere ulteriori informazioni, è possibile rivolgersi all’indirizzo e-mail: industria.artigianato@regione.veneto.it.

Vera MORETTI

Una delibera approva i siti veneti non idonei per il fotovoltaico

La Giunta della Regione Veneto ha approvato una delibera con la quale è stata stabilita la non idoneità di alcuni siti per l’installazione di impianti fotovoltaici a terra.
Questa possibilità deriva dalle linee guida del 2010 che riguardano il diritto delle singole Regioni di tutelare le aree con particolari peculiarità paesaggistiche e ambientali.
La Regione punta, invece, sull’installazione di impianti solari sui tetti.

I siti indicati come idonei, secondo i criteri dell’UNESCO, sono zone di particolare interesse paesaggistico, zone umide di valore internazionale secondo quanto stabilito dalla Convenzione di Ramsar, la Rete Natura 2000, le zone appartenenti all’elenco delle aree naturali protette, i geositi, le aree agricole nelle quali si realizzano produzioni agroalimentari di qualità, le aree a elevata utilizzazione agricola.

Con questo intervento si conferma, quindi, l’impegno da parte della regione per tutelare il suo patrimonio artistico e storico, ma anche della biodiversità e delle aree rurali e di pregio.

Questa delibera trova anche l’appoggio dei tagli del Governo poiché, mancando i contributi statali, rappresenta un ulteriore disincentivo a questo tipo di interventi a terra, favorendo nel contempo la soluzione di impianti sui tetti.

Vera MORETTI

In Veneto due bandi per giovani e donne

Il Veneto vuole favorire le imprese al femminile e giovanili, con l’attuazione di due bandi pubblicati dalla Regione.

Il primo riguarda le imprese di nuova costituzione, “nate” dopo l’1 luglio 2011 e composte prevalentemente da giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni.
Il secondo, invece, tende a favorire le donne, di qualunque età, e le imprese a prevalenza femminile sia nel numero delle socie sia nelle quote. In questo caso, per ottenere il bando, si tiene conto dell’ordine di arrivo delle domande.
Ciò significa che, dal 4 febbraio, giorno di apertura dei bandi, i contributi verranno elargiti fino ad esaurimento delle risorse.

Ricordiamo, a questo proposito, che il totale dell’importo messo a disposizione è pari a 10 milioni di euro, e che ciascuna impresa potrà ricevere un contributo in conto capitale pari al 50% della spesa sostenuta, da un minimo di 10 mila euro ad un massimo di 75 mila.
Saranno finanziabili interventi nell’ambito di attrezzature, impianti, aggiornamento di hardware e software.

Antonio Bonaldo e Michele Peloso, della Direzione Industria e Artigianato della Regione Veneto, hanno dichiarato: “E’ un contributo importante. Ci auguriamo che possa essere uno stimolo per i giovani e le donne che aspirano a diventare imprenditori“.

Non a caso questo bando è stato pubblicato in Veneto, perché è Padova la prima provincia italiana per tasso di imprese al femminile. In tutta la provincia sono 39 mila le donne imprenditrici, per il 30% impegnate nel settore del commercio, mentre il restante 70 è suddiviso tra turismo, servizi e agricoltura.

Roberto Furlan, presidente della CCIAA, ha commentato: “Un quarto dei nostri titolari d’impresa è donna. Questo significa che c’è un tessuto produttivo vivace con cui le donne vogliono cimentarsi“.

Vera MORETTI

Ricomincio dall’Austria

di Davide PASSONI

Lo abbiamo visto all’inizio della settimana: con le sue politiche fiscali e occupazionali e un tasso di burocrazia nettamente al di sotto del livello di guardia, la Carinzia è facilmente diventata la terra promessa per i piccoli imprenditori italiani strozzati da tasse e scartoffie.

Ora cerchiamo di capire direttamente da chi lavora nell’Entwicklungsagentur Kärnten (EAK), la società al governativa responsabile per la promozione della Business Location Carinzia, chi e quanti sono gli italiani che già hanno scavalcato le Alpi e che succede nella bassa Austria. Risponde Natascha Zmerzlikar, Investors Service Italia di EAK.

Come segue EAK le aziende italiane che vogliono investire in Carinzia?
EAK assiste e scorta le aziende italiane nel loro desiderio di internazionalizzazione verso i mercati esteri, nella fattispecie la Carinzia. Quest’ultima si trova a competere fianco a fianco con altre regioni austriache, come ad esempio il Tirolo, e ovviamente con altri paesi quali la Germania. Uno dei punti a suo favore è il fatto che la location e la regione sono già note a molti italiani, in particolare del Nord (Friuli, Veneto). A questo si aggiunge che la lingua italiana è ben introdotta nel sistema scolastico carinziano e che molti carinziani la parlano, una realtà straordinaria in Austria e decisiva, oltre ai fattori finanziari, nella scelta a favore della Carinzia.

Quanti sono gli imprenditori italiani, non solo veneti, che hanno già trasferito la loro attività in Carinzia?
Il numero di progetti totali realizzati da Entwicklungsagentur Kärnten dal 1999 è di circa 280, 90 dei quali italiani. Solo nel 2012, di italiani ne sono stati realizzati 21. Attualmente ce ne sono sul tavolo 288: 184 dall’Italia, 71 da Germania/Austria, 33 dal resto del mondo. I progetti italiani provengono da 13 regioni, quelle che ne contano il maggior numero sono il Veneto, 108, il Friuli, 28, la Lombardia, 20 e l’Emilia Romagna 10.

Quanto lavoro hanno creato?
I 90 progetti di insediamenti aziendali di provenienza italiana corrispondono a circa 800 nuovi posti di lavoro e 25 posti a rischio “salvati”.

Invece, quante nuove richieste di imprenditori state valutando?
Il totale delle prime richieste provenienti dall’Italia è di circa 450.

Quali sono le tipologie produttive più rappresentate?
Fra i settori produttivi più frequentemente insediati in Carinzia ci sono il metalmeccanico, l’ICT, le energie rinnovabili, carta e legname nonché le materie plastiche.

I progetti realizzati dal 1999 sono circa 280, ma da quando comincia il “boom” della Carinzia?
Una maggiore richiesta delle imprese italiane viene segnalata da 2004, data a partire dalla quale diventa ufficiale il fatto che dall’1 gennaio 2005 in Austria l’IRPEG/IRES è scesa dal 34% al 25%. In Austria, poi non esistono nemmeno studi di settore né l’IRAP. Rispetto all’Italia, poi, le procedure burocratiche per autorizzazione, permessi di costruzione etc. sono molto più brevi: in Austria, e soprattutto in Carinzia, la concessione edilizia è disponibile dopo soli 7 giorni, le autorizzazioni di impianti aziendali al massimo entro 79 giorni dalla richiesta.

Faccio le valigie e vado in Carinzia

 

Cinquanta imprenditori, tutti provenienti dalla Regione Veneto, pronti a fare le valigie e a trasferire la propria azienda oltreconfine, ma non troppo. Meta: la Carinzia. Provocazione o reale opportunità?

Mentre in Italia la pressione fiscale sale alle stelle, gli incentivi per piccola e media impresa si fanno sempre più ristretti, fare impresa all’estero può trasformarsi in una reale possibilità di crescita.

Ma l’Italia della piccola e media impresa è davvero come la descrivono? Si può fare qualcosa di più?

Infoiva lo ha chiesto a Alessandra Polin, imprenditrice veneta che insieme a Sandro Venzo, anima del movimento dei 50 imprenditori, in Carinzia a fare un sopralluogo ci è andata davvero.

Di che cosa si occupa la sua azienda? 
La mia azienda si occupa di produzione e vendita di filtri per l’aria (unità di trattamento aria, aziende ospedaliere, farmaceutiche, industrie) ed è nata nel 1963 dall’ingegno di mio nonno, di ritorno dagli Stati Uniti dove era emigrato. Ha iniziato il suo percorso imprenditoriale aprendo una ditta individuale e nel 1982 si è trasformata in Generalfilter Italia, mentre nel 1986 è diventata una Società per azioni. Nel 1990 abbiamo aperto la prima filiale estera, Generalfilter Iberica, in Spagna ad Arganda del Rey (Madrid) e più recentemente abbiamo installato un sito produttivo in Turchia , Generalfilter Havak (prevalentemente per il mercato del Medio Oriente) e una sede commerciale in Francia, Generalfilter France. In Italia la nostra azienda fattura circa 15.000.000 euro e dà lavoro a circa 110 collaboratori.

Che cosa spinge un imprenditore non più solo a delocalizzare la produzione ma a trasferire l’intera azienda fuori dall’Italia?
Il nostro intento non è quello di creare disoccupazione in Italia, vogliamo però che cambi in Italia il modo di percepire l’imprenditore e l’azienda, che devono essere considerati un valore aggiunto. Confesso che allo stato attuale delle cose, se dovessi pensare a investimenti futuri per la mia azienda, mi guarderei intorno perchè ci sono Paesi che offrono numerosi vantaggi per chi fa impresa. Al contrario dell’Italia, dove oggi un imprenditore è spinto ad andare all’estero dalla tassazione che ha raggiunto picchi elevatissimi (lo scorso anno l’84% del mio utile si è volatilizzato per il pagamento delle imposte), dall’IMU,  dalla burocrazia farraginosa, dalla mancanza di stabilità normativa, e ancora la difficoltà di accesso al credito, i rapporti sindacali che penalizzano gli imprenditori…insomma, per essere competitivi almeno in Europa, dobbiamo giocare tutti con le stesse regole!

Quali sono le tasse che gravano maggiormente sulle piccole e medie imprese in Italia? 
Le tasse che si pagano in Italia rispetto alla Carinzia, sono decisamente più rilevanti… L’Ires italiano è molto simile alla tassazione carinziana, ma lì non esiste l’Irap che grava in maniera pesante sulle imprese, soprattutto sulle imprese che decidono di assumere collaboratori, quindi, per assurdo è tassato di più chi crea occupazione.

Essere una piccola o media impresa in Italia è un vantaggio o uno svantaggio?
Essere una media impresa oggi nel nostro Paese è uno svantaggio a partire ad esempio, dall’articolo 18, applicabile per aziende oltre i 15 dipendenti: la riforma del lavoro sembra studiata ad hoc per disincentivare le assunzioni. Piccole imprese o start up si scontrano inoltre con il problema sempre più grave dell’accesso al credito e del supporto attivo in fase di avvio. Per non parlare della questione dei crediti incagliati, ovvero quando i clienti non pagano le fatture e il recupero di liquidità diventa difficoltoso.

La regione Veneto offre incentivi a chi vuole aprire una nuova attività imprenditoriale o per chi vuole puntare sulla ricerca e innovazione per la propria azienda?
Esistono dei bandi finanziati dalla Regione ma sono di difficile accesso e in ogni caso non coprono molte delle spese necessarie. In Carinzia al contrario è possibile usufruire di contributi fino al 60% per le aziende che fanno ricerca e sviluppo, e quindi è naturale che molti imprenditori sono incentivati a spostarsi…

Perché proprio l’Austria e la Carinzia?
Perchè è vicina e facilmente controllabile! Noi non vogliamo, come accaduto nel passato per alcuni imprenditori, andare alla ricerca del paradiso fiscale o della manodopera a basso costo (e spesso di scarsa qualità), noi vogliamo essere sostenuti nel fare impresa dal Paese. E’ questa la grande novità!

Che cosa vi aspettate dal nuovo Governo? Quali misure dovrebbe mettere in campo per evitare la fuga non solo di cervelli, ma di intere imprese?
Vogliamo una politica industriale diversa, meno burocrazia, poche regole e certe, un taglio dei costi dello Stato che possa tramutarsi in una diminuzione delle tasse per tutti, in grado di far ripartire i consumi, e ancora diversi rapporti sindacali… Dobbiamo partire dal presupposto che siamo tutti partner che servono a far andare avanti il Paese, non organismi in lotta tra loro.

Alessia CASIRAGHI