Resto al sud 2023, al via le domande per il fondo perduto

Resto al sud 2023 è una misura fiscale molto importante per sostenere le imprese del Mezzogiorno e del Centro Italia, ma come funziona?

Resto al sud 2023, in cosa consiste?

Fare impresa in un clima di crisi economica certo non è molto semplice. Ma Resto al sud 2023 ha lo scopo di sostenere le imprese del Mezzogiorno e del centro Italia proprio per incentivare la nascita di nuove attività. Resto al Sud è l’incentivo che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, nelle aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche Umbria) e nelle isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord.

La misura è già stata disponibile negli anni scorsi e per quest’anno è stata rinnovata. Tuttavia l’agevolazione è rivolta a giovani imprenditori tra i 18 e i 55 anni, e prevede dei contributi fino a 200 mila euro. Ma si specifica che riguarda solo nuove idee imprenditoriali, quindi il limite territoriale è requisito essenziale. A gestire i contributi economici di Resto al sud è Invitalia.

Resto al sud, come funzionano le agevolazioni

Le agevolazioni coprono il 100% delle spese ammissibili e sono riconosciute con il 50% di contributo a fondo perduto ed il restante 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese. Gli interessi sono interamente a carico di Invitalia. Le domande possono essere presentate, tramite mail, sulla piattaforma web di Invitalia.

Per spese ammissibili si intendono tutti quei costi sostenuti per la ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immoobili. Ma anche attrezzature, macchinari, programmi informatici, spese di gestione per un massimo del 20% del programma di spesa. Mentre non sono ammissibili le spese di progettazione e promozione e le spese per il personale dipendente o consulenza.

Per quali imprese si possono ottenere i finanziamenti?

I finanziamenti spettano per nuove idee imprenditoriali operanti in attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti pesca, agricole e acquacoltura. Ma rientrano anche le imprese operanti nel settore del turismo, commercio, fornitura di servizi alle imprese e alle persone ed attività libero professionali.

Resto al Sud copre fino al 100% delle spese, con un finanziamento massimo di 50.000 euro per ogni richiedente, che può arrivare fino a 200.000 euro nel caso di società composte da quattro soci. Per le sole imprese esercitate in forma individuale, con un solo soggetto proponente, il finanziamento massimo è pari a 60.000 euro. Infine è possibile sempre essere aggiornati sugli sviluppi dei progetti presentati scaricando l’app di Resto al Sud, sia per Android che per IOS.

 

 

 

Partite Iva, quali finanziamenti e contributi a fondo perduto si possono richiedere?

Per le partite Iva sono a disposizione vari finanziamenti, contributi a fondo perduto e agevolazioni. Su tutti, gli aiuti per i giovani possessori di partite Iva e per le donne assicuranti dallo sportello On – Oltre nuove imprese a tasso zero e Resto al Sud. Peraltro, lo sportello On ha ricominciato ad assicurare i finanziamenti da poco più di una settimana (il 24 marzo 2022). Possono presentare domanda i giovani (che detengono il maggior numero delle nuove aperture di partita Iva nell’ultimo trimestre del 2021, pari al 46,1%) e le donne (con il 36% delle nuove aperture). Per chi presenterà domanda è possibile beneficiare di un mix di contributi a fondo perduto e di finanziamenti a tasso zero. I fondi a disposizione stanziati dalla legge di Bilancio 2022 sono pari a 150 milioni di euro.

Partite Iva, chi può richiedere i contributi a fondo perduto e i finanziamenti di Oltre nuove imprese a tasso zero?

Le partite Iva che possono richiedere i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati della misura Oltre nuove imprese a tasso zero sono quelle che puntano a creare e a sviluppare micro e piccole imprese. In prevalenza si tratta di realtà giovanili, da 18 a 35 anni oppure da donne, a prescindere dall’età. In ogni caso, la prevalenza nelle imprese di giovani e di donne si costituisce in base al numero di componenti donne o giovani sia per le quote di capitale detenute che come compagine sociale.

Come si viene ammessi ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti di Oltre nuove imprese a tasso zero?

Pertanto, per ottenere i contributi a fondo perduto o i finanziamenti è necessario che vi sia maggioranza di giovani o di donne nella micro e piccola impresa. Ad esempio, se una impresa è composta da un uomo di oltre 35 anni e da una donna o da un under 35 anni, per la richiesta del finanziamento è necessaria una terza persona che possegga i requisiti richiesti. E dunque che sia un giovane under 35 o una donna. Inoltre, per procedere con la richiesta le imprese devono essere costituite da non oltre i cinque anni. Anche le persone fisiche possono presentare richiesta purché si impegnino a costituire una nuova società dopo l’ottenimento dell’agevolazione.

Per cosa si possono richiedere i contributi a fondo perduto?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti possono essere richiesti per le società dei settori del manifatturiero, dei servizi, del commercio e del turismo. I progetti possono essere richiesti per idee su tutto il territorio nazionale e hanno un limite di spesa di tre milioni di euro. La percentuale di copertura dei contributi può arrivare al 90% dei costi ammissibili. I finanziamenti ottenuti devono essere utilizzati entro i due anni successivi alla stipula del contratto.

Quali sono i costi ammissibili che possono essere finanziati dalle partite Iva?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti possono coprire le spese necessarie per:

  • l’acquisto di impianti, di attrezzature e di macchinari;
  • di programmi e servizi informatici;
  • di brevetti;
  • di spese per costituire la micro o piccola impresa.

È previsto un doppio ambito di copertura delle spese. Il primo riguarda le imprese costituite da non oltre i 36 mesi al momento della domanda; il secondo dai tre ai cinque anni. Per le imprese entro i 36 mesi si arriva a finanziare le spese fino al 20% con i contributi a fondo perduto. Per le altre imprese, il fondo perduto arriva al 15%.

Come presentare domanda della misura Oltre nuove imprese a tasso zero?

La procedura per la presentazione delle domande delle partite Iva è gestita in via telematica da Invitalia. L’incentivo è a sportello e non ha scadenza. Ma nei limiti delle risorse disponibili. Non ci sono graduatorie e le domande vengono gestite in base all’ordine cronologico di arrivo. È dunque necessario accedere al portale di Invitalia con le credenziali Spid, Carta nazionale dei servizi (Cns) o Carta di identità elettronica (Cie). Vengono richieste al richiedente sia la firma digitale che un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec). La valutazione delle domande prevede un colloquio dei candidati ai finanziamenti per approfondire le competenze tecniche e gestionali. Al superamento del colloquio è necessario fornire maggiori dettagli del progetto dal punto di vista economico e finanziario.

Resto al Sud, quali finanziamenti per le partite Iva?

L’altra misura a disposizione delle partite Iva è quella relativa ai finanziamenti di Resto al Sud. La misura ha risorse più alte rispetto alla prima misura (1,25 miliardi di euro per il 2022) e mira a sostenere la nascita e il consolidamento delle nuove attività imprenditoriali e dei liberi professionisti. Ma non è richiedibile in tutto il territorio nazionale. Infatti, i finanziamenti possono essere richiesti nelle regioni di Sicilia, Sardegna, Puglia, Molise, Campania, Calabria, Basilicata, Abruzzo. Inoltre, rientrano tra i territori ammissibili anche le aree del cratere sismico di Umbria, Marche e Lazio e le isole minori lagunari, marine e lacustre del Centro e del Nord Italia.

Resto al Sud, quali partite Iva possono presentare domanda dei contributi?

Ammessi alla presentazione delle domande di Resto al Sud sono le partite Iva con un’età minima di 18 anni e massima di 55 anni. Anche per questa misura non ci sono bandi, graduatorie e scadenze. Le candidature, infatti, vengono prese in carico in base all’ordine di arrivo delle domande. Le istanze possono essere presentate da chi ha già un’attività di impresa dal 21 giugno 2017. Ma possono essere ammesse anche le imprese di futura nascita, da costituire entro i due o i quattro mesi dall’esito positivo della domanda. Inoltre, è necessario non aver ottenuto altre agevolazioni per l’autoimprenditorialità (negli ultimi tre anni) e non essere in rapporti di lavoro a tempo indeterminato.

In quali aree si possono richiedere i finanziamenti Resto al Sud?

I finanziamenti Resto al Sud possono essere richiesti per finanziare investimenti nei settori:

  • delle attività produttive nell’industria, nell’artigianato, nella trasformazione dei prodotti agricoli e della pesca;
  • che forniscono servizi a imprese e persone;
  • nel settore del turismo e del commercio;
  • nelle libere professioni, sia individuali che in forma societaria. In tal caso, la partita Iva non deve essere stata movimentata nei 12 precedenti la presentazione dell’istanza.

Partite Iva, quali spese sono ammissibili con Resto al Sud?

Con Resto al Sud, le partite Iva hanno la possibilità di coprire fino al 100% delle spese ammissibili. Il finanziamento massimo può arrivare a 50 mila euro, tranne nel caso dell’impresa individuale con unico soggetto (finanziamento fino a 60 mila euro). Le spese ammissibili riguardano:

  • la ristrutturazione o la manutenzione straordinaria dei beni immobili per un limite del 30% del totale delle spese;
  • l’acquisto di impianti, attrezzature e macchinari;
  • l’acquisizione di nuovi programmi informatici, servizi tecnologici e telecomunicazioni;
  • le spese per gestire l’impresa nel limite del 20% sul totale del progetto. Rientrano in queste spese quelle per le materie prime di di consumo, i canoni di locazione o di leasing, e le garanzie assicurative.

Partite Iva, con Resto al Sud coperto fino al 100% delle spese ammissibili

Gli incentivi possono arrivare al 100% delle spese ammissibili mediante due canali: un contributo a fondo perduto per il 50% e un finanziamento bancario per il restante 50%. Il finanziamento è garantito dal Fondo di garanzia delle piccole e medie imprese (Pmi).

Come presentare domanda per Resto al Sud?

Le partite Iva interessate a presentare domanda per i finanziamenti e i contributi a fondo perduto di Resto al Sud devono utilizzare la piattaforma messa a disposizione da Invitalia. La valutazione della pratica avviene entro i 60 giorni susseguenti alla presentazione della domanda. Anche per questa istanza sono necessarie le credenziali di accesso a Invitalia (Spid, Cie o Cns), l’indirizzo di posta elettronica certificato (Pec) e la firma elettronica.

Contributo a fondo perduto Resto al Sud, concorre all’imponibile Irpef e Irap?

Il contributo a fondo perduto Resto al Sud concorre a formare il reddito imponibile ai fini dell’Irpef e dell’Irap? Per fornire una risposta al quesito è necessario rifarsi a quanto prevede la regola generale, secondo la quale i contributi a fondo perduto ottenuti devono essere considerati redditi imponibili. A meno che la norma di legge non disponga esplicitamente la non imponibilità dei contributi ricevuti ai fini dell’Irap e dell’Irpef.

Imponibilità dei redditi Irpef e Irap per i contributi Resto al Sud nei periodi di Covid

Ai fini dell’imponibilità Irpef e Irap dei contributi ricevuti, deve essere preso in considerazione anche l’articolo 10 bis, della legge numero 137 del 2020. Si tratta della la conversione del decreto “Ristori”. E, da ultima, l’interpretazione dell’Agenzia delle entrate. Quest’ultima ha chiarito come deve essere trattata la detassazione dei contributi a fondo perduto ricevuti nel periodo di emergenza sanitaria ed economica.

Contributi a fondo perduto Resto al Sud: non concorrono alla formazione del reddito imponibile

A decidere se i contributi a fondo perduto Resto al Sud concorrano alla formazione del reddito è stata l’Agenzia delle entrate con la risposta all’interpello numero 815 del 2021. In particolare, i contributi percepiti non concorrono a formare il reddito e, dunque, l’imponibile ai fini dell’Irpef e dell’Irap.

Resto al Sud: i contributi a fondo perduti previsti dal decreto 34 del 2020

L’Agenzia delle entrate ha infatti chiarito che la società che fruisce dei contributi a fondo perduto, nello specifico di quelli previsti dall’articolo 54 del decreto legge numero 34 del 2020, ne beneficiano per il rilancio produttivo e per la capacità di far fronte agli effetti sociali ed economici dell’emergenza da Covid-19. Pertanto, in base a questi elementi, i contributi a fondo perduto non sono soggetti a tassazione.

Il quesito sull’imponibilità dei redditi per i contributi ricevuti a fondo perduto

L’Agenzia delle entrate, nel suo giudizio, si è espressa sul quesito presentato da una ditta che ha percepito un contributo a fondo perduto rientrante nella misura Resto al Sud. L’articolo 245 del decreto legge numero 34 del 2020, che ha previsto il contributo, non pone esplicitamente la non imponibilità ai fini dell’Irpef e dell’Irap dei fondi ricevuti.

Sono imponibili ai fini Irpef e Irap i contributi a fondo perduto ottenuti non per l’emergenza Covid?

In situazioni di questo tipo, l’Agenzia delle entrate si era espressa in passato disponendo che “i contributi a fondo perduto, per i quali la legge non riporta esplicitamente la non imponibilità ai fini Irpef e Irap devono essere considerati redditi imponibili”.

Aiuti di Stato alle imprese e ai professionisti in tempi di emergenza sanitaria: cosa prevede la conversione del decreto Ristori?

Tuttavia, nella conversione del decreto “Ristori” (numero 137 del 2020) è stata introdotta una importante variazione all’articolo 10 bis. La norma, infatti, specifica che “i contributi e le indennità di qualsiasi natura erogati in via eccezionale a seguito dell’emergenza epidemiologica da Covid 19 e diversi da quelli esistenti prima della medesima emergenza, da chiunque erogati e indipendentemente dalle modalità di fruizione e contabilizzazione, spettanti ai soggetti esercenti impresa, arte o professione, nonché ai lavoratori autonomi, non concorrono alla formazione del reddito imponibile ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap)”.

Resto al Sud, i contributi a fondo perduto alle imprese vanno per il rilancio dall’emergenza Covid

I contributi a fondo perduto di Resto al Sud vanno proprio nella direzione del rilancio delle imprese dopo l’emergenza da Covid. Infatti, il comma 1, dell’articolo 245, del decreto legge numero 34 del 2020 (cosiddetto “Rilancio”) sancisce che: “Al fine di salvaguardare la continuità aziendale e i livelli occupazionali delle attività finanziate dalla misura agevolativa ‘Resto al Sud’, nonché di sostenere il rilancio produttivo dei beneficiari della suddetta misura e la loro capacità di far fronte a crisi di liquidità correlate agli effetti socio-economici dell’emergenza Covid-19, i fruitori del suddetto incentivo possono accedere, nei limiti delle risorse disponibili, a un contributo a fondo perduto a copertura del loro fabbisogno di circolante, il cui ammontare è determinato, ai sensi del Regolamento (UE) n. 1407/2013 della Commissione, del 18 dicembre 2013”.

Contributi a fondo perduto Resto al Sud: devono essere considerati aiuti di Stato nell’emergenza da Covid

Nel fornire il chiarimento, dunque, l’Agenzia delle entrate ha considerato i contributi a fondo perduto della misura Resto al Sud rientranti tra quelli erogati in fase di emergenza. I contributi a fondo perduto vanno, pertanto, a integrarsi nel quadro temporaneo delle misure di aiuto di Stato per il sostegno dell’economia nella fase di emergenza da Covid 19.

Come considerare ai fini Irap e Irpef i contributi a fondo perduto della misura Resto al Sud?

In definitiva, le imprese che percepiscono contributi a fondo perduto della misura Resto al Sud, nel dubbio se detti aiuti concorrano alla formazione del reddito e dunque siano imponibili ai dell’Irap e dell’Irpef, devono considerare:

  • che la misura è finalizzata a rilanciare la produttività dei beneficiari e a far fronte alle crisi di liquidità emerse nella fase di emergenza sanitaria ed economica;
  • inoltre, che la misura si concretizza in un contributo a fondo perduto a copertura del fabbisogno di circolante dell’azienda beneficiaria. Pertanto, l’aiuto ottenuto è differente rispetto alla medesima misura Resto al Sud esistente anteriormente all’emergenza sanitaria.

 

Resto al Sud: come si presenta la domanda?

Resto al Sud è la misura che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali e di libera professione. Le sede del richiedente deve rientrare in determinate regioni (Sicilia, Sardegna, Puglia, Molise, Campania, Calabria, Basilicata e Abruzzo), nelle aree del cratere sismico del Centro Italia ovvero in Umbria, nelle Marche e nell’Abruzzo, o nelle isole minori marine, lacustri e lagunari del Centro e del Nord Italia.

Chi può presentare domanda per Resto al Sud?

L’incentivo all’avvio di una nuova attività spetta a chi ha un’età compresa fra i 18 e i 55 anni e i fondi a disposizione ammontano a 1,25 miliardi di euro. Non ci sono scadenze, bandi o graduatorie: le istanze vengono lavorate in base all’ordine cronologico di presentazione.

Di cosa c’è bisogno per presentare la domanda di Resto al Sud?

Per presentare la domanda di richiesta del contributo Resto al Sud è necessario agire esclusivamente sul sito di Invitalia. Per l’accesso all’area personale della piattaforma web, è necessario avere lo Spid. Da questa sezione è possibile inviare la domanda e inserire allegati a business plan. Per l’invio dell’istanza è infine necessaria la firma digitale e un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec).

Piattaforma Invitalia per inviare la domanda Resto al Sud

Dopo l’accesso alla piattaforma Invitalia, l’utente può cliccare sull’elenco degli incentivi per visualizzare quali siano le misure attive sulla piattaforma. In questa sezione è presente il link di accesso a Resto al Sud. Cliccandoci, l’utente si ritrova nella home page di Resto al Sud. La prima selezione è quella tra impresa costituita e impresa non costituita. Si può compilare una sola domanda: se ne è già stata compilata una precedente, si può eliminare quella in compilazione. L’operazione dà luogo all’esito della domanda eliminata “Annullata da front end”.

Chi può inviare la domanda della misura Resto al Sud?

È importante specificare che la domanda della misura di Resto al Sud può essere compilata e inoltrata solo dagli utenti registrati al servizio on line di Invitalia. Gli utenti devono essere presenti all’interno dell’impresa richiedente stessa. Si tratta dunque del legale rappresentante, del titolare, del referente o del socio. Il sistema verifica, al termine dell’invio della domanda, che chi l’ha compilata risulti nell’elenco dell’impresa. In caso negativo, l’istanza ha esito negativo.

Come compilare la domanda Resto al Sud: impresa già costituita o non costituita

La domanda per la misura Resto al Sud segue procedure identiche sia che si tratti di impresa non costituita che di impresa costituita. La differenza è presente solo nella sezione relativa all’anagrafica. Per procedere con la compilazione della domanda è necessario cliccare sul link “Presenta una nuova domanda” (come impresa costituita o come impresa non costituita). Segue la parte relativa alla presa visione dell’informativa sulla privacy.

Anagrafica del referente nella compilazione della domanda Resto al Sud

La sezione successiva è quella del “Soggetto referente“. All’interno della sezione vanno compilati tutti gli spari inerenti alle informazioni anagrafiche del soggetto referente. Il sistema, al termine della compilazione, procede con una verifica segnalando eventuali errori. Se il referente non è residente in Italia, il sistema richiede la compilazione del solo campo indirizzo nel quale inserire il Paese, la città e l’indirizzo. In questa sezione il referente deve inserire anche quale sarà la futura forma societaria, se sia in possesso di un contratto a tempo indeterminato e se risulterà socio oppure no della futura società. In caso di risposta affermativa, il sistema apre una finestra di ulteriori informazioni relative al possesso dei requisiti previsti dalla legge, della quota di partecipazione alla società e se sia stato già beneficiario di altri benefici negli ultimi tre anni.

Compilazione anagrafica sociale della domanda Resto al Sud

Procedendo nella compilazione della domanda di Resto al Sud, il sistema al termine della sezione anagrafica del referente chiede se lo stesso sia in possesso della firma digitale. La schermata successiva riguarda l’anagrafica della compagine sociale. Con il tasto aggiungi si possono inserire i dati del futuro socio. Il sistema richiede le stesse informazioni inserite per il referente. Al termine della compilazione, sulla piattaforma viene restituito il riassunto della compagine sociale, incluso il referente.

Sezione localizzazione del progetto di impresa per Resto al Sud

La conferma delle schermate compilate fino a questo punto della domanda permettono al sistema, prima di inviare l’istanza stessa, di procedere con la verifica di eventuali errori e di segnalarli. La schermata successiva è quella della “Sezione localizzazione del progetto di impresa”. In questa sezione è necessario indicare la regione, la provincia, il comune, l’indirizzo, il Cap e le note del progetto di impresa. Salvando le informazioni, si accedere alla sezione “Informazioni di contatto”, con indicazione dell’indirizzo email, della posta elettronica certificata (Pec), del numero di telefono fisso e del cellulare.

Sezione ‘Idea di business’ nella domanda Resto al Sud

La schermata successiva entra nell’ambito dell’idea di business. In questa sezione è necessario indicare il codice Ateco e la descrizione del codice stesso relativi all’idea imprenditoriale. Per il codice Ateco è sufficiente indicare le prime 4 cifre, per la descrizione le prime 4 lettere: il sistema procede all’autocompilazione con risposte già identificate.

Team e organizzazione del progetto Resto al Sud

Nella sezione successiva “Team e organizzazione” si visualizzano due campi note per inserire una descrizione da 100 a 5000 caratteri. Altri campi con lo stesso numero di caratteri si presentano nella sezione successiva “Analisi di mercato” che è costituita da quattro quadranti:

  • l’opportunità di business;
  • l’analisi della concorrenza;
  • il target di riferimento;
  • il mercato potenziale.

Un ulteriore campo a risposta aperta è previsto nella domanda successiva, ovvero quella inerente gli obiettivi di vendita. In questa sezione si può aggiungere un prodotto o un servizio con i relativi dettagli.

La sezione Aspetti tecnici della domanda Resto al Sud

Il sistema permette, nelle sezioni successive della domanda Resto al Sud, di descrivere il modello di crescita. In particolare sono da compilare gli “Aspetti tecnici” delle:

  • tappe fondamentali del progetto;
  • fabbisogni e criticità di ogni tappa;
  • adempimenti amministrativi e/o gestionali;
  • tempistica di avvio.

I programmi di spesa di Resto al Sud: come compilarli?

La parte successiva della domanda Resto al Sud riguarda il programma di spesa. Qui il sistema informa del totale massimo delle agevolazioni concedibili in base al numero dei soci. È dunque necessario inserire le voci di spesa (oggetto di ammissibilità) procedendo per:

  • macro tipologia di spesa;
  • tipologia di spesa;
  • descrizione del bene della spesa;
  • imponibile.

 Come si genera la domanda di Resto al Sud?

Prima dell’invio della domanda, il sistema Invitalia chiede di inserire le informazioni inerenti gli aspetti economici. In particolare:

  • il Conto economico previsionale;
  • il prospetto finanziario;
  • i flussi di cassa.

Successivamente è possibile inserire gli allegati e procedere al controllo finale della domanda dal riepilogo delle varie sezioni. Il tasto finale per inoltrare l’istanza è “Genera domanda”.

Resto al Sud: estensione benefici per le isole e per i commercianti

L’articolo 13 del decreto leggi 121 del 10 settembre 2021, ha ampliato la portata dei beneficiari degli incentivi Resto al Sud. Grazie alle novità introdotte, potranno ottenere finanziamenti a fondo perduto e finanziamenti garantiti Fondo di Garanzia per le PMI con interessi a carico di Invitalia attività commerciali, inoltre vi è l’estensione dei benefici per area geografica. Ecco le novità.

Resto al Sud: estensione benefici alle isole

Il nuovo provvedimento amplia l’estensione territoriale delle aziende che possono accedere ai benefici, infatti sono ora ricomprese le isole del Centro Nord Italia, ad esempio Ponza, Porto Azzurro, Portovenere, Ventotene e Capraia, inoltre gli incentivi sono riconosciuti alle isole lacustri e in particolare le isole della Laguna di Grado, isole della laguna veneta, isole del Lago D’Iseo, di Garda, di Como, Trasimeno, isola d’Orta – San Giulio, isole Borromee. Puoi trovare tutte le isole comprese nella nuova estensione al link ufficiale di Invitalia https://www.invitalia.it/cosa-facciamo/creiamo-nuove-aziende/resto-al-sud/resto-qui

Estensione benefici Resto al Sud alle attività commerciali

Oltre all’estensione geografica, l’articolo 13 del decreto legge 121 del 10 settembre 2021, prevede anche un’estensione delle tipologie di attività che vi possono accedere, in particolare ora è possibile avere i benefici anche per le attività commerciali.

Le spese ammissibili variano dall’acquisto di macchinari ai costi di gestione e sono finanziabili al 100%. Di questo il 50% in forma di contributo a fondo perduto e il restante 50% come finanziamento garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI e con interessi a carico di Invitalia. L’importo massimo del finanziamento è di 50.000 euro. Tale limite sale a 60.000 per le imprese individuali e a 200.000 euro per le imprese organizzate in forma societaria e con almeno 4 soci.

Spese finanziabili

Le spese finanziabili sono:

  • per la ristrutturazione o manutenzione straordinaria (massimo il 30% del totale della spesa);
  • spese per macchinari e impianti;
  • programmi informatici e nuove tecnologie;
  • spese di gestione, in questo caso l’importo finanziabile è il 20% del programma di spesa e rientrano in tale agevolazione anche i canoni di locazione, utenze e materiali di consumo;

Sono invece escluse le spese di progettazione, le spese per il personale e per le attività promozionali.

Per poter accedere ai benefici è necessario avere un’età compresa tra i 18 e i 55 anni di età. Il limite anagrafico non si applica nel caso in cui l’attività sia localizzata in uno dei 116 comuni del cratere sismico del Centro Italia. Un altro elemento ostativo alla percezione degli aiuti dei finanziamenti Resto al Sud è l’aver ottenuto nel triennio precedente aiuti per l’auto-imprenditorialità.

Finanziamenti Resto al Sud 2021: come si ottengono?

I Finanziamenti del Resto al sud 2021 sono ancora disponibili. Ecco come richiederli e tutte le novità previste per i nuovi imprenditori.

Finanziamenti Resto al Sud 2021: di cosa si tratta?

La legge finanziaria 2021 ha ampliato la platea di chi può richiedere i finanziamenti previsti dal Bando Resto al Sud. Infatti possono accedere tutti coloro che ne fanno richiesta che abbiano un’età compresa tra i 18 ei 55 anni. Attenzione, il limite è stato ampliato fino a 55 anni. Lo scopo è quello di sostenere la nascita e lo sviluppo di attività imprenditoriali e professionali. Attività che devono avere la loro sede nelle seguenti Regioni italiane: Sicilia, Sardegna, Puglia, Molise, Campania, Calabria, Basilicata ed Abruzzo. Ma anche in quelle regioni colpite da calamità sismiche come Lazio, Marche ed Umbria. I fondi messi a disposizione sono pari a 1 miliardo e 250 milioni di euro. 

Finanziamenti Resto al Sud: come ottenere i contributi

Lo Stato vuole favorire l’apertura di nuove attività commerciali soprattutto al Sud della Penisola. Per far questo si impegna a coprire il 100% delle spese ammissibili. In particolare l’agevolazione è così composta:

  • 50% di contributo a fondo perduto;
  • 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Il prestito non prevede interessi a carico del richiedente, ma di Invitalia.

Invitalia è l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell’Economia. Si occupa di gestire tutti gli incentivi e lo sviluppo a favore di start up innovative o nuove idee imprenditoriali. Infine, offre servizi alla Pubblica Amministrazione per accelerare la spesa dei fondi comunitari e nazionali e per la valorizzazione dei beni culturali. È Centrale di Committenza Stazione Appaltante per la realizzazione di interventi strategici sul territorio.

Quali sono le attività finanziabili

Le attività che possono godere delle agevolazioni del Resto al Sud sono:

  • attività svolte da liberi professionisti;
  • attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
  • turismo;
  • fornitura di servizi alle imprese e alle persone.

Non rientrano le attività di tipo agricolo ed il commercio. Inoltre il finanziamento massimo ottenibile è di 50 mila euro per ogni richiedente. Ma si può arrivare fino a 200 mila in caso di società composte da quattro soci. Mentre per le imprese in forma individuale, il finanziamento massimo ottenibile è pari a 60 mila euro. Infine a supporto del fabbisogno circolante è previsto un ulteriore fondo perduto. Questo è composto da:

  • 15 mila euro per le ditte individuali;
  • fino a 40 mila euro per le società.

Finanziamenti Resto al Sud: Quali sono le spese ammissibili?

Il Progetto Resto al Sud 2021, finanzia e copre le spese relative a:

  • ristrutturazione e manutenzione straordinaria di immobile destinati all’impresa;
  • attrezzature, macchinari ed impianti;
  • la tecnologia, i programmi informatici e la telecomunicazione;
  • spese di gestione per un massimo del 20% del programma.

Non rientrano le spese di promozione, pubblicità, consulenza o personale dipendente. Per questo è bene dire che nelle sedi Invitalia italiane ci sono ottimi consulenti che offrono gratuitamente il loro aiuto.

Entro quanto tempo arrivano i soldi del Resto al sud?

E’ chiaro che tutte le spese sostenute devono essere documentate da ricevute di pagamento, o bonifici o mezzi tracciabili. I tempi di erogazione dovrebbero essere questi: 30 giorni dalla data di ricezione di tutta la documentazione, ma si tratta di un acconto. Mentre ci vogliono 60 giorni per il saldo finale. Ma il saldo finale viene erogato solo dopo un esame della documentazione e a seguito di un sopralluogo per verificare gli investimenti realizzati e le spese sostenute. Invece per quanto riguarda il finanziamento ecco come avviene il rimborso. In base al contratto che si è firmato con l’ente erogatore, ma di solito con il pagamento periodico di rate semestrali costanti posticipate. Gli interessi di pre-ammortamento seguono le stesse scadenze.

Resto al Sud: Quali sono i documenti da presentare

Dal 19 maggio 2021 è possibile presentare domanda di agevolazione con i nuovi criteri introdotti dalla Circolare n. 117378 dell’8 aprile 2021 – e successivamente modificata nella parte relativa all’allegato A –  della Direzione generale per gli incentivi alle imprese – Ministero dello sviluppo economico. Per accedere alla prima fase della valutazione occorre presentare il domanda. Tuttavia è semplice perchè contiene i dati anagrafici o costitutivi di una società, la sede e tutti i dati identificativi. Gli allegati sono vari: la dichiarazione antimafia, la Dichiarazione riepilogativa della società costituita in Italia o all’estero, l’antireciclaggio, i curriculum dell’area manageriale ed imprenditoriale. Tuttavia non può mancare una redazione dettagliata del piano d’impresa comprensiva di budget. Invece nella seconda fase occorre presentare:

  • il piano economico-finanziario;
  • gli approfondimenti economici, tecnici e finanziari.

Tutto viene presentato telematicamente sul sito di Invitalia. Mentre prima del saldo finale sarà effettuato un sopralluogo per valutare la congruità del finanziamento.

Come presentare la domanda:

Ecco alcuni semplici passi, ma obbligatori per la presentazione online:

  1. Registrarsi ai servizi online di Invitalia indicando un indirizzo di posta elettronica ordinario;
  2. Una volta registrati accedere al sito riservato per compilare direttamente online la domanda, caricare il business plan e la documentazione da allegare
  3. assicurarsi di disporre di una firma digitale e di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) del legale rappresentante delle società già costituita al momento della presentazione, oppure della persona fisica in qualità di socio o soggetto referente della società costituenda.

Dopo l’invio telematico della domanda e degli allegati, viene assegnato un protocollo elettronico. Non ci sono graduatorie: le domande vengono esaminate in base all’ordine di presentazione.