Riscaldamento: come risparmiare con i termosifoni spenti

In epoca di bollette salate e di surriscaldamento climatico, di traversie legate al controllo del gas, andiamo a vedere alcuni rapidi consigli per poter tenere un buon riscaldamento in casa, ma con i termosifoni spenti. Scopriamo come fare, nella nostra guida.

Riscaldamento con termosifoni, come funziona

Prima di andare a scoprire i necessari consigli per fare a meno del termosifone in casa, tenendolo spento, andiamo a vederne il funzionamento.

In pratica, l’ acqua riscaldata entra in un radiatore ad un’estremità e circola intorno ad un circuito chiuso prima di uscire dal radiatore all’estremità opposta. Poiché il calore dell’acqua emana dal termosifone, fa sì che l’acqua si raffreddi. Una volta tornata alla caldaia, l’acqua viene riscaldata nuovamente e il ciclo continua, in maniera perenne.

Tuttavia, questi sostanziosi sistemi di riscaldamento idraulico della nostra casa, pur efficaci non sono molto economici, infatti potremmo con un breve calcolo vedere il loro consumo.

Considerando che il costo medio domestico di 1 kWh per una caldaia a metano è di 0,11 euro, sarà sufficiente moltiplicare 0,11 x 5,23 kWh. Il risultato finale che avremo è 0,57 euro che indica il costo orario. Tenere acceso 1 ora un termosifone alimentato a metano costa in media 0,57 euro all’ora in un appartamento di 100 mq.

Quindi, se volessimo tenere acceso per 5 ore, nelle ore pomeridiane e serali (in pratica dalle 17 alle 22), spenderemmo mediamente 2,85 euro al giorno di riscaldamento con il nostro amato termosifone.

In dieci giorni spenderemmo 28,50 euro e quindi alla fine del mese, tenendo ogni giorno il termosifone acceso, quindi ben più di 85 euro alla fine del mese, in un appartamento di 100 mq. Costo che, naturalmente va ad aumentare per appartamenti più grandi e a diminuire per appartamenti più piccoli.

Riscaldamento centralizzato, come funziona

A differenza del riscaldamento autonomo, cioè quello che gestiamo autonomamente nella nostra casa, vi è quello centralizzato.

Va detto che il funzionamento del riscaldamento centralizzato è piuttosto simile a quello autonomo, ma a differenza di quest’ultimo la caldaia è unica per tutto l’edificio, posizionata spesso nel seminterrato all’interno di aree comuni del condominio. Se fino a qualche anno fa la gestione era automatizzata, quindi il tecnico effettuava delle impostazioni in linea con le direttive dell’assemblea condominiale, oggi è possibile godere comunque di una discreta autonomia.

Infatti, nelle ore di accensione del riscaldamento – orari decisi in maniera standard per tutti i condomini dell’edificio – si può intervenire in maniera autonoma sul riscaldamento, pagando in maniera separata i costi individuali.

Riscaldamento, consigli per il risparmio

Andiamo, dunque di seguito, a vedere alcuni rapidi consigli per non far lievitare i costi in bolletta, soprattutto in quei periodi intermedi come l’inizio primavera o la fine dell’autunno, in cui le giornate iniziano ad oscillare tra temperature miti e periodi freddi.

In assenza di termosifoni, tenendoli spenti, un buon rimedio per combattere il freddo primaverile, scaldando la casa e soprattutto risparmiando, è quello di optare per una stufetta elettrica, soprattutto per ambienti piccoli; è sconsigliato però usufruirne per troppe ore, rischio lievitazione della bolletta.

In tal senso, dunque la soluzione più comoda al risparmio è quella dei climatizzatori: in molte case ormai sono presenti i condizionatori, i quali oltre ad essere utili per rinfrescare durante l’estate possono venire in aiuto anche col freddo. E quindi avere una utile doppia funzione.

Riscaldamento economico: cos’altro da sapere

Per completare l’argomento, andiamo a vedere cos’ altro è bene sapere sul risparmio casalingo per un riscaldamento senza termosifoni.

Se i condizionatori sono dotati di pompa di calore possono, di fatto, riscaldare l’ambiente anche in breve tempo, soprattutto tenendo le finestre e le porte chiuse. In breve tempo, la stanza interessata può essere riscaldata, con un lieve consumo in termini energetici, ancor meno se si possiede un contratto adeguato a fasce orarie.

Sarà comunque necessario utilizzare delle attenzioni anche quando si usano i condizionatori; è bene non esagerare mai con le temperature onde evitare che l’apparecchio resti sempre in funzione, e soprattutto avere costante cura della manutenzione del condizionatore.

Questo, dunque, è quanto di più utile e necessario vi fosse da sapere in merito ai consigli per economizzare con un termosifone spento, mantenendo calda la propria casa.

Pellet | Cartelle esattoriali | Pensioni: tutte le novità della settimana

La preoccupazione degli italiani, ormai si focalizza sull’arrivo del prossimo freddo e sull’impatto che gli aumenti delle materie prime avranno sull’economia domestica con l’accensione dei riscaldamenti. A questo si aggiunge anche la ripresa dell’invio delle lettere di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate dopo la pausa estiva.

Senza contare che l’argomento caldo fino a fine anno sarà sicuramente quello legato alle pensioni. Il cambio di governo con le elezioni del 25 settembre, infatti, preoccupa non poco visto che non è possibile prevedere cosa accadrà senza sapere chi governerà il Paese. E ovviamente la riforma pensioni e rimandata all’anno prossimo mentre per quest’anno l’unica cosa che ci possiamo aspettare è un intervento “tappabuchi” nella Legga di Bilancio.

Pellet, metano o gasolio, con cosa ci scalderemo quest’inverno?

Fino allo scorso anno il modo più economico per riscaldare la casa era senza dubbio con il pellet: con 5 euro si comprava un sacchetto da 15 kg che permetteva di riscaldarsi per diversi giorni. Ma l’aumento delle materie prima ha portato il prezzo di questo combustibile a salire in modo vertiginoso e a raddoppiare addirittura.  In questo articolo Pellet, metano e gasolio: quanto ci costerà in più il riscaldamento quest’anno? abbiamo esaminato proprio l’aumento dei prezzi per le diverse tipologie di alimentazione del riscaldamento.

Per approfondire, in ogni caso, consigliamo la lettura dei seguenti articoli che trattano a fondo il problema riscaldamenti:

Pellet: perché il prezzo è così alto? Speculazione o aumento dei costi?

Pellet: quanto costa? Conviene o è preferibile il metano?

Stufe a pellet a rischio: mancano componenti per la produzione

Cartelle esattoriali, quando non si pagano?

Da settembre l’Agenzia delle Entrate riprenderà l’invio degli avvisi bonari e delle lettere di accertamento. Gli italiani, quindi, in attesa di una eventuale Rottamazione quarter , devono fare i conti anche con il pagamento delle cartelle esattoriali.

In questo articolo Cartelle esattoriali: quali non si pagano più? abbiamo spiegato quando è possibile non pagarle più esaminando a fondo la normativa. Inoltre abbiamo approfondito anche il tema degli obblighi degli eredi per le cartelle esattoriali del defunto nell’articolo: Cartelle esattoriali non pagate dal defunto: ricadono su vedova ed eredi?

Pensioni 2023 ed anticipo

Il tema che suscita, però, maggior preoccupazione per i lavoratori è quello legato alla previdenza. La riforma delle pensioni è ferma al palo e ormai sono diversi anni che si rimanda una decisione strutturale che possa modificare e attenuare le rigidità della riforma Monti Fornero. Si procede, anno dopo anno, con proroghe e misure sperimentali destinate a scadere dopo poco tempo. Quello che occorre, invece, è una misura strutturale che permetta ai lavoratori di accedere alla pensione e di programmare l’uscita dal lavoro con un certo anticipo.

Una delle misure che certamente non verrà mutata dall’intervento di fine anno è sicuramente la RITA di cui abbiamo parlato nell’articolo: Pensione a 57 e 62 anni anche nel 2023, la misura non è a rischio.

 

 

Riscaldamento smart: come funziona ridurre la bolletta del gas

Considerando l’imminente rischio del caro bollette, andiamo a vedere alcuni rapidi consigli per un riscaldamento smart, in modo da ridurre la bolletta del gas, in un periodo storico decisamente delicato per l’energia e i suoi costi.

Riscaldamento smart, alcuni pratici consigli

Oggi, alla luce dell’attuale crisi energetica e del lievitare dei costi del gas, è necessario utilizzare un riscaldamento smart, ovvero intelligente. Vediamo come fare per rendere calda ed economica la pratica di riscaldamento delle nostre case.

Ormai le materie prime toccano tariffe che sono lievitate eccessivamente, ed una casa di 100 metri quadrati non troppo efficiente dal punto di vista energetico può anche costare 300 euro al mese di riscaldamento se si ha una caldaia a gas.

Quindi, in tempo primaverile è già il caso di iniziare a pensare come risparmiare per il prossimo inverno, ottimizzando i costi in modo intelligente.

L’idea di sostituire la caldaia deve essere attuata in maniera preventiva, magari con un modello a condensazione, usufruendo degli incentivi. E farlo sarà più facile farlo quando il riscaldamento è spento ed occorre solo acqua calda.

Inoltre, qualora si dovessero cambiare le valvole dei termosifoni per mettere valvole smart, fondamentali per risparmiare, è necessario svuotare l’impianto.

Quali metodi adottare per un riscaldamento smart

Veniamo, dunque ai “miti consigli”, per mettere in atto dei modi efficienti per un riscaldamento smart ed economico.

Se ci troviamo ad avere a che fare con una caldaia centralizzata abbiamo diverse soluzioni.

Vi sono casi in cui ogni abitazione ha un termostato che controlla una singola valvola, e quindi il termostato accende e spegne il riscaldamento per l’intera abitazione, ed altri  casi in cui troviamo le valvole solo ed esclusivamente sui termosifoni, solitamente dette testine termostatiche, e non esiste un termostato.

Come è ben noto, la caldaia condominiale ha orari di accensione e spegnimento prestabiliti, su ogni termosifone esiste un contatore di calore che verifica quante ore resta acceso e dopodiché, costi e consumi, vengono gestiti a livello condominiale.

In questo caso, è consigliabile installare valvole termostatiche “smart”, permettendo così di accendere solo le zone che servono in determinati orari all’interno della propria abitazione.

Riscaldamento centralizzato, quali soluzioni scegliere

In caso di riscaldamento centralizzato, con un termostato, ogni abitazione ha una valvola che controlla ogni singolo appartamento.

La cosa principale da fare è sostituire il termostato con un modello smart, quindi che si controlla a distanza. La cosa necessaria alla scelta del modello sarà capire se e come esso si integra anche con le soluzioni di automazione di Amazon, Google e Apple, se non altro per poter gestire una serie di routine come l’uscita di casa e l’ingresso in casa. Uno dei più noti, in tal senso sono i modelli Nest, il cui prezzo gravita attorno ai 250 euro, ma in linea più economica c’è anche BTicino dal costo di 180 euro. Tado è un giusto intermedio, col prezzo a partire da 219 euro per il modello cablato.

Il primo passo è quindi installare il termostato, ma non è sufficiente al massimo risparmio. Infatti, la facilità di controllo permette di spegnere il termostato se si sta fuori casa per pochi giorni, o per gestire meglio gli orari di ingresso e uscita di casa, ottimizzando meglio il riscaldamento.

Ma, con una gestione multizona, per ogni ambiente si ottimizza il risparmio.

Riscaldamento autonomo, consigli pratici

Qui, l’utilizzo del riscaldamento è più semplice e gestibile, ma ci sono cose da tenere comunque in conto da considerare per risparmiare.

La valutazione principale da fare è quella inerente alla caldaia.

In tal senso, oggi grazie ad incentivi e allo sconto in fattura si riesce a cambiare la caldaia con una spesa minore di 1000 euro. Pur essendo una cifra corposa, vanno fatte due considerazioni: la prima è che comprando insieme alla caldaia anche dei termostati smart e delle valvole termostatiche si ottiene tutto in detrazione fiscale del 65%, quindi con spesa poco superiore ai 200 euro si cambiano tutte le valvole e i termostati di casa, la seconda considerazione è che non solo la caldaia a condensazione di nuova generazione permette di suo un risparmio, ma grazie al controllo digitale è possibile modulare l’erogazione riducendo ulteriormente il consumo.

Risparmi effettivi di almeno il 30%

Secondo gli studi statici, si possono ottenere risparmi di almeno il 30% in bolletta, seguendo i necessari accorgimenti.

Dunque, attraverso la sostituzione di un termostato vecchio con un modello smart e grazie all’uso di valvole smart e controllabili singolarmente si ottiene un risparmio del 30% circa, che può anche crescere se c’è una buona caldaia e se la casa è ben coibentata.

Ovviamente ci sono soluzioni più radicali per abbattere le bollette, e oggi si può anche diventare, in alcune zone d’Italia, “gas free” spostandosi su pompe di calore e induzione. Ma, in questo modo attraverso un piccolo cambiamento si ottengono validi risultati.

Questo, dunque, è quanto di più utile e necessario da sapere in merito all’economia in bolletta con un riscaldamento smart.

Pellet, metano e gasolio: quanto ci costerà in più il riscaldamento quest’anno?

Con l’autunno per gli italiani arriva la stangata dell’aumento dei prezzi. Sarà difficile per i nuclei familiari affrontare i rincari che toccano ogni settore. Ma ancora più difficile sarà il gestire i primi freddi visto che uno dei settori più colpito dai rincari è proprio quello relativo al riscaldamento delle abitazioni.

A prescindere da cosa si utilizzi per riscaldare, infatti, l’aumento ci sarà e andrà da un minimo del 49% ad un massimo del 99%. In qualsiasi modo si alimenti il caldo in casa, quindi, l’aumento sarà salatissimo.

Pellet, metano e gasolio di quanto aumentano?

Secondo uno studio effettuato dalla Federconsumatori, i costi che le famiglie dovranno sostenere per l’inverno 2022/2023 saranno salitissimi. Lo studio è stato svolto prendendo in considerazione un appartamento di 100 metri quadri da riscaldare.

Per quel che riguarda il gas metano nel 2021/2022 il riscaldamento è costato in media per tutta la stagione fredda 912 euro. In base agli ultimi aggiornamenti sulle tariffe del gas per il terzo trimestre 2022, invece, si stima un costo di 1.479 euro, con un aumento del 62% rispetto allo scorso anno.

Per chi alimenta i propri termosifoni con gasolio, che è la tipologia di riscaldamento più diffusa per i condomini, la spesa per il 2021/2022 è stata di 1.545 euro. Nel 2022/2023, invece, sarà di 2.309 euro con un aumento del 49%.

A sorpresa gli aumenti maggiori si riscontrano con il pellet. Un impianto di riscaldamento alimentato a pellet, infatti, lo scorso anno è costato per tutta la stagione fredda 670 euro. Ma è da considerare che un sacchetto da 15 kg di pellet che lo scorso anno costava 5 euro, ora ne costa 10. Si registra in questo caso un aumento del 99% con una spesa complessiva, per tutto il periodo freddo, di 1.333.

Sicuramente il pellet è ancora la tipologia di riscaldamento che costa meno ma alla luce di questi aumenti la convenienza è stata limata di molto.

Caldaia a condensazione: come funziona e quanto costa

In questa rapida guida andremo a scoprire preziosi consigli sulla caldaia a condensazione, quali sono le sue funzioni e quanto può costare averne una in casa, oltre ad altre curiosità da sapere. Andiamo ad approfondire la questione nei prossimi paragrafi.

Caldaia a condensazione, di cosa si tratta

Un buon sistema di riscaldamento per le nostre case è quello della caldaia a condensazione, vediamo nello specifico come funziona e di cosa si tratta.

Le caldaie a condensazione utilizzano il gas per funzionare e sfruttano il calore generato dalla combustione per scaldare l’acqua calda, sia quella utile per il riscaldamento si l’ acqua calda sanitaria. La tecnologia coinvolta al suo interno permette di non disperdere il calore durante l’espulsione dei fumi di scarico.

Per poter comprendere al meglio il funzionamento di una caldaia a condensazione, occorre prima di tutto sottolineare che tale tipologia di caldaia utilizza degli impianti realizzati con dei materiali estremamente resistenti, quali ad esempio l’acciaio inox.

La scelta di questo materiale è dettata dal fatto che l’acidità delle condense potrebbe danneggiare e corrodere le tubature dei tradizionali impianti. Il riscaldamento dell’acqua che va ad essere immessa nella più moderna caldaia a condensazione avviene sfruttando un bruciatore a premiscelazione, il quale favorisce una emissione minore di monossido di carbonio ed al tempo stesso va ad aumentare l’efficienza della caldaia stessa. Se non bastasse, va aggiunto che i fumi di scarico non sfruttano il tiraggio del camino ma vengono espulsi da un ventilatore, situato nella parte superiore del bruciatore.

Caldaia a condensazione: i costi

Ma quali possono essere, dunque, i costi di una caldaia a condensazione, da impiantarsi dentro casa?

Diciamo, in linea di massima che il costo di una caldaia a condensazione può partire dai 500 Euro fino a raggiungere e superare i 2.000 Euro di esborso. Ad ogni modo, il vantaggio di comprare un apparecchio del genere può rivelarsi nel risparmiare sulla bolletta del gas e nell’andare ad aumentare l’efficienza dei consumi di acqua calda e riscaldamenti nel proprio appartamento.

Per fare un esempio più pratico dei costi, va detto che un modello da 18 kW di potenza, consigliatissimo per un appartamento da 100 mq, andrà a costare fra i 1.000 ed i 3.000 euro (Iva compresa), ma come detto rispetto alle caldaie normali quelle a condensazione possono abbattere la spesa per il gas, anche del 20-25%, il che per un appartamento di 100 mq può significare un risparmio annuo di circa 150-200 euro.

Occorre aggiungere, a questi costi, circa un 250-500 euro per l’installazione da parte di un operatore specializzato, variabile anche a seconda dei vari attacchi da effettuare e dal tipo di lavoro da compiere, il quale rilascerà al cliente la necessaria certificazione di conformità.

Detrazione per acquisto caldaia

Vi sono possibili detrazioni in merito all’acquisto di una caldaia? A questa domanda, molto utile al consumatore che vuole mettersi un impianto a caldaia in casa, diamo una risposta di seguito.

Vi è in tal senso un bel bonus caldaia che viene in soccorso, ma vediamo rapidamente a chi spetta.

La detrazione in questa circostanza è del 65% e spetta a chi sostituisce impianti di climatizzazione invernale con caldaie a condensazione appartenenti alla classe A, con l’installazione integrata di Valvole di termoregolazione evolute, di classe V, VI o VIII. Pompe di calore.

La classe A è determinata dalla potenza della caldaia.

Questo, dunque è quanto di più necessario ci possa essere da considerare e conoscere in merito alla possibilità e alla volontà di installare nella propria casa una caldaia a condensazione, in merito a funzionalità dell’impianto e ai probabili costi di spesa iniziale e ammortizzazione successiva.

Riscaldamento in inverno, alcuni consigli per risparmiare

Il riscaldamento in inverno, quest’anno più degli altri, potrebbe essere un salasso per le famiglie. Ecco quindi alcuni consigli per risparmiare.

Riscaldamento in inverno, alcune regole per risparmiare

Il riscaldamento in inverno potrebbe essere un vero e proprio problema quest’anno con il prezzo del gas in crescita. Ecco alcuni consigli per risparmiare anche sul riscaldamento in inverno. Una buona abitudine è quella di mantenere una temperatura costante in casa ed evitare di aprire le finestre con i termosifoni accesi.

Rientrando da casa è quasi istintivo mettere la temperatura di casa al massimo. Un comportamento molto sbagliato, sia dal punto di vista economico che dell’obiettivo da raggiungere. Infatti una temperatura costante permette di riscaldare la casa in maniera uniforme, senza far aumentare la bolletta. Ad esempio una temperatura indicata potrebbe essere quella di 22 gradi.

Riscaldamento in inverno, partiamo dal controllo delle caldaie

Scegliere di comprare o sostituire la vecchia caldaia con una a condensazione è un buon punto di partenza. In ogni caso un importante accorgimento è quello di effettuare ogni anno il controllo sulle caldaie. I termosifoni vanno controllati all’inizio di ogni stagione fredda. Un malfunzionamento della caldaia potrebbe non solo comportare una dispersione eccessiva con conseguente bolletta pazza. Ma anche essere pericolosa per la vita, come testimoniano i casi di cronaca negli anni.

Attenzione anche alla pressione dell’acqua nei termosifoni. Per prima cosa il consiglio è di sfiatare i radiatori azionando la valvola presente su ogni termosifone, facendo uscire l’aria e fermandosi appena arriva l’acqua. Dopodiché, è bene regolare nuovamente la pressione dell’acqua della caldaia. 

Termostati intelligenti e utilizzo di valvole termiche

Per mantenere costante la temperatura è possibile già da ora a pensarci. Ad esempio utilizzare i termostati intelligenti. Tramite semplici app collegate alla caldaia è possibile provvedere all’accensione o allo spegnimento dei termosifoni anche quando non si è in casa. Di solito questi dispositivi sono integrabili con assistenti per la casa come Google Home o Amazon Alexa e attivati con il comando vocale.

Mentre le valvole termiche sono dei dispositivi che regolano il flusso di acqua calda negli stessi caloriferi in base alla temperatura desiderata. Ebbene, il loro utilizzo permette si risparmiare circa il 20% sulle bollette di energia, proprio perché regola il calore.

Altri consigli finali e abitudini sbagliate

Un altro comportamento sbagliato, ma molto comune, è quello di mettere gli indumenti sui termosifoni. Questi rappresentano dei veri e propri ostacoli per l’aria calda. Quindi l’area calda farà più fatica a raggiungere gli ambienti della casa e a riscaldarli, con conseguente maggiore spesa per il riscaldamento.

Altro consiglio è quello di non tenere sempre accesi i termosifoni. Oppure è utile lasciare al minimo o spegnere i termosifoni nelle stanze vuote. Tuttavia secondo l’art. 9 del DPR 412/93 il massimo di ore consentito per legge è di 14 ore per le zone montuose e settentrionali, 12 per le zone del centro Italia, 10 per le zone meridionali e 6/8 ore al giorno per sud e isole.