Accordo rumeno per Intesa Sanpaolo

E’ in atto una trattativa tra Compania Nationala Posta Romana e il gruppo Intesa Sanpaolo che dovrebbe portare ad un accordo per la vendita di servizi bancari e finanziari negli uffici postali delle poste rumene tramite la controllata bancaria nel Paese dell’est Europa.

Questo progetto è il risultato di un processo di gara condotto da Compania Nationala Posta Romana, in linea con la nuova strategia commerciale approvata dal management della società, il cui obiettivo principale e’ diversificare la gamma dei servizi offerti.

Posta Romana, che può contare sul supporto di oltre 5.600 filiali, vanta ovviamente la più ampia copertura territoriale sul mercato dei servizi postali, comparabile alla copertura dei più importanti operatori del mercato bancario.

Ignacio Jaquotot, responsabile della divisione Banche Estere di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “Siamo pronti a gestire questa nuova sfida facendo leva su una chiara strategia che poggia su solide basi, tra cui la redditività sostenibile, il know-how e le competenze commerciali”.

Alexandru Petrescu, direttore esecutivo di Compania Nationala Posta Romana, ha aggiunto: “Ci aspettiamo che Posta Romana Financial Services impatti in modo significativo sul mercato bancario nella prospettiva dello sviluppo economico e sociale della Romania”.

Vera MORETTI

Successo per l’Ospitalità Made in Italy

I riflettori si sono spenti, ma si continuerà a parlare a lungo della fiera dell’Ospitalità appena conclusasi alla Fiera di Milano.

I segnali ricevuti, infatti, sono tanti e in gran parte positivi, anche grazie alle presenze massicce di espositori e visitatori professionali, contati questi ultimi in 133mila presenze, con un incemento del 7% rispetto alla passata edizione.
Host 2013, dunque, il salone biennale dedicato all’industria dell’ospitalità professionale, ha avuto ampio successo, ma ha anche consacrato la leadership mondiale del Made in Italy nel settore Ho.re.ca.

Le presenze che hanno conosciuto na maggior crescita sono quelle provenienti dall’estero, che hanno registrato in molti casi trend in crescita a due cifre. Quasi quattro visitatori su dieci arrivavano da oltreconfine e complessivamente Host 2013 ha messo a segno un più 21% sul 2011.
Ad aumentare sono stati soprattutto le presenze provenienti dalla Germania (+ 14%), dagli Stati Uniti, che hanno fatto segnare un +28%, dal Giappone (+24%), dalla Russia (+ 64%) per finire con gli Emirati Arabi Uniti che hanno segnato un +141%.

In FieraMilano erano presenti 1.700 espositori (+6,5%) di cui quasi un terzo proveniente dall’estero (+16,5%). Con molte new entry, aziende provenienti da Bahrain, Israele, Kenya, Romania, Singapore, Slovacchia, Ungheria, Taiwan, Venezuela e Vietnam.

Tra le iniziative maggiormente apprezzate, l’agenda Expo matching program, un sistema che agevola l’incontro tra domanda e offerta: nei cinque giorni sono stati organizzati oltre 38mila appuntamenti B2B tra produttori, fornitori e network della distribuzione.

Molti anche gli appuntamenti con seminari, workshop, presentazioni di chef pluristellati ed esibizioni di maestri tra cui quelli della Federazione italiana di pasticceria gelateria cioccolateria che in collaborazione con l’Equipe eccellenze italiane hanno mostrato monumentali creazioni.

Appuntamento alla prossima edizione di Host che si svolgerà dal 23 al 27 ottobre 2015, in occasione dell’Esposizione Universale di Milano.

Vera MORETTI

Lo shopping online non è roba da italiani

Gli italiani sono un popolo ancora molto affezionato alle tradizioni e restio ad adottare metodi sperimentali, anche quando si tratta di fare acquisti.
Se, infatti, ci sono voluti decenni per far attecchire l’abitudine all’utilizzo di carte di credito, sembra che ce ne vorranno altrettanti per abituare i consumatori del Belpaese a fare shopping online.

Nonostante, infatti, sia stato appurato che, navigando nei portali più conosciuti ed utilizzati, non si corre alcun rischio, siamo ancora lontani dalle percentuali registrate in Paesi come Gran Bretagna, Francia e Germania, per non parlare degli Stati Uniti!

Insomma, saremo pure un popolo di inventori e creativi, ma guardiamo con diffidenza le innovazioni, soprattutto se vengono dal mondo telematico.

A questo proposito, i dati diffusi da Eurostat confermano che, nel 2012, solo il 29% degli internauti italiani ha utilizzato la rete per comprare beni e servizi.
Con i viaggi come unica eccezione, aumentati dal 2008 dal 9 al 14%, dunque, ci troviamo ad essere il fanalino di coda tra i Paesi europei in fatto di acquisti sul web, davanti solo a Bulgaria (17%) e Romania (11%).

Vera MORETTI

Niente conto in banca, meglio il materasso

Le banche non rappresentano più una sicurezza per 15 milioni di italiani: questo è il numero di coloro che, invece di depositare i propri soldi presso un istituto di credito, preferisce ricorrere al caro e vecchio materasso.

Si tratta di un ritorno al passato che fa segnare un vero e proprio record europeo.
Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia Mestre, che ha emanato questi dati, ha dichiarato: “Questo record europeo è riconducibile a ragioni storiche e culturali ancora molto diffuse in alcune aree e fasce sociali del nostro Paese. Non possiamo disconoscere, ad esempio, che molte persone di una certa età e con un livello di scolarizzazione molto basso preferiscono ancora adesso tenere i soldi in casa, anzi ché affidarli ad una banca”.

Questa tendenza è avvalorata anche dall’abitudine, non ancora in disuso, di ricorrere al pagamento in contanti in molteplici occasioni e ciò porta, ovviamente, alla necessità di avere sempre soldi a portata di mano.
A ciò si somma l’esercito dei pensionati che ricorrono al libretto di risparmio negli uffici postali o che si appoggiano al conto corrente di un familiare.

Ha continuato Bortolussi: “Detto ciò è altresì vero che non sono poche le persone che diffidano delle nostre banche perché ritengono che le spese di gestione di un conto corrente siano troppo elevate. Un’accusa, quest’ultima, che gli istituti di credito respingono da sempre, ritenendo, tra le altre cose, che l’elevato costo sia da attribuire al livello di tassazione raggiunto in Italia. Un peso che non è riscontrabile in nessun altro Paese d’Europa”.

Lo studio della Cgia è stato realizzato su dati della Commissione europea che ha monitorato quanti cittadini europei con più di 15 anni di età non dispongono di un contro corrente bancario.
All’Italia, con quasi 15 milioni di persone senza un conto (pari al 29% degli italiani over 15) seguono Paesi come la Romania, con poco più di 9.860.000 persone (55% dei romeni over 15 ) e la Polonia, con poco meno di 9.700.000 cittadini (30%).
In Francia e nel Regno Unito i cosiddetti ‘unbanked’ sono poco più di un milione e mezzo (pari al 3% della popolazione con più di 15 anni). In Germania, invece, la soglia di coloro che non detengono un conto corrente si abbassa a poco più di un milione e quattrocentomila persone (pari al 2%).

Vera MORETTI

Accordo tra cinque confederazioni professionali europee

E’ stato siglato un accordo di amicizia tra le confederazioni professionali di Italia, Germania, Spagna, Gran Bretagna e Romania che ha l’obiettivo di promuovere l’integrazione e la mobilità dei professionisti in Europa.

I rappresentanti delle cinque confederazioni (Confprofessioni, Bundesverband der Freien Berufe, Uniòn Profesional, UK Inter-Professional Group e Romanian Union of Liberal Professions) si incontreranno a Roma presso Palazzo Marini il prossimo 11 febbraio, alla presenza del vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, del vicepresidente del Parlamento europeo, Roberta Angelilli e del ministro per le Politiche europee, Enzo Moavero Milanesi.

La finalità principale del Trattato di Roma delle Professioni è di arrivare alla definizione di un coordinamento unitario per promuovere studi e analisi su tematiche di interesse comune e la produzione di documenti, raccomandazioni e osservazioni da presentare agli interlocutori pubblici e privati.

Il protocollo, quindi, potrebbe essere un importante strumento operativo per valorizzare e promuovere il ruolo e l’attività di milioni di professionisti europei.
L’intesa prevede il monitoraggio delle opportunità di finanziamento offerte dall’Unione europea, stimolando e favorendo la costituzione di partenariati transnazionali per la partecipazione di bandi di gara comunitari.

L’accordo interconfederale permetterà inoltre di promuovere azioni per facilitare la mobilità di liberi professionisti ma anche di praticanti e tirocinanti, che intendano svolgere un periodo di praticantato presso uno dei Paesi che hanno aderito al protocollo.

Ad incoraggiare l’iniziativa è stata Confprofessioni che ha saputo sviluppare una rete di relazioni con le principali Confederazioni interprofessionali degli altri Stati membri, svolgendo un ruolo di primo piano per la creazione di una rete con e per i professionisti.

Vera MORETTI

Accordo tra i notai di Milano e Timisoara

La sede del Consiglio Notarile di Milano è stata teatro di un accordo siglato tra il Presidente del Comitato Regionale Notarile Lombardo, Giovanni Battista Donati e il Presidente della Camera dei Notai pubblici di Timisoara, Octav Eusebiu Danila.

L’intesa firmata dai due presidenti ha come obiettivo quello di avviare un rapporto di collaborazione tra i professionisti di Italia e Romania, considerati i continui e diffusi rapporti giuridici civili transfrontalieri tra i due paesi.

Nel dettaglio, i principali obiettivi sono:

  • il reciproco arricchimento professionale, mediante lo scambio dei praticanti notai e un programma di formazione continua su argomenti di carattere generale e tematiche giuridiche (regimi matrimoniali, successioni con elementi di estraneità, alienazioni di immobili e relativi adempimenti, novità legislative italiane e rumene con elementi di estraneità e impatto sull’attività notarile);
  • la collaborazione diretta fra notai lombardi e rumeni per lo scambio di informazioni giuridiche e la verifica di documenti, situazioni o fatti inerenti l’attività notarile corrente.

Questo gemellaggio prevede una serie di incontri con cadenza annuale, sia in Italia sia in Romania, con il coinvolgimento dei notai dei due paesi, al fine di analizzare i margini di miglioramento dell’attività notarile.

Per quanto riguarda la Camera dei notai pubblici di Timisoara, essa riunisce i notai che hanno sede in tre province: Arad, Timis e Caras-Severin. La direzione della Camera è assicurata da un Collegio di direzione scelto per tre anni, composto da un Presidente, un Vice-Presidente e 5 membri. A livello nazionale, la Camera è rappresentata da un consigliere, scelto per quattro anni, nel Consiglio dell’Unione nazionale dei notai pubblici della Romania.

Il Collegio notarile lombardo riunisce i notai della regione Lombardia, dove hanno sede 805 notai, riuniti in otto distretti notarili che fanno capo al Comitato regionale notarile lombardo.
Il Comitato rappresenta i notai lombardi nei confronti degli organi della regione Lombardia e di ogni altro ente pubblico e privato che opera a livello regionale e ha lo scopo di promuovere collaborazioni funzionali alla tutela ed alla rappresentanza degli interessi comuni dei notai lombardi.

Per ulteriori informazioni
Ufficio stampa Consiglio Notarile di Milano
Twister communications group
Nicole Zancanella – tel. 02/438114225 – 349/7553217 – nzancanella@twistergroup.it
Marco Pedrazzini – tel. 02/438114203 – 347/0369222 – mpedrazzini@twistergroup.it

Vera MORETTI

Se gli stranieri preferiscono gli spaghetti

 

Battuta d’arresto come non se ne vedevano dal 2009 per l’export italiano: secondo quanto diffuso dall’indagine Istat a settembre 2012 le esportazioni sarebbero calate del 2% rispetto ad agosto 2012 e del 4,2% su base annua. Ma a far risalire la china della crisi delle esportazioni ci pensa la buona cucina rigorosamente made in Italy: il settore dell’agroalimentare infatti avrebbe registrato, secondo Coldiretti, un aumento nelle esportazioni pari all’1,2%.

Ma vediamo nel dettaglio: la crisi dell’export si è fatta sentire sia per quanto riguarda i mercati di sbocco europei (-2,1%) sia per i mercati extra Ue (-2%). In calo sono state soprattutto le vendite di beni strumentali (-4,5%) e di prodotti energetici (-2,3%), mentre i beni di consumo durevoli hanno segnato un aumento dell’1,0%.

Rispetto a settembre 2011, la flessione delle vendite risulta accentuata per Cina (-18,8%), paesi Mercosur (-13,7), Romania (-13,6%), Spagna (-12,8%) e Germania (-10,3%), mentre aumentano i flussi verso Stati Uniti (+19,4%) e paesi ASEAN (+22,9%).

Un segnale di controtendenza, che fa ben sperare, viene invece dal settore dell’agroalimentare italiano: secondo un’analisi Coldiretti su base Istat, a settembre 2012 si è registrato un aumento nelle esportazioni pari all’1,2% per un valore totale di 2,731 miliardi.

La crescita dell’agroalimentare è dovuta ad un aumento del 5,4 % delle spedizioni di prodotti agricoli e dell`1,1 % di quelle degli alimentari e delle bevande – sottolinea Coldiretti. –  Ad aumentare sono state le esportazioni in valore dei prodotti simbolo della dieta mediterranea Made in Italy come la pasta, il vino e le conserve di pomodoro”. E se l’auspicio è quello di cavalcare il trend più che positivo del cibo made in Italy, “il valore dell`export agroalimentare è destinato a far segnare a fine anno il nuovo record con un valore delle spedizioni superiore ai 30 miliardi di euro fatti registrare lo scorso anno – stima Coldiretti. – Un risultato importante poiché l’agroalimentare svolge in realtà un effetto traino per l`intero Made in Italy all’estero dove il buon cibo italiano contribuisce in misura determinante a valorizzare l`immagine dell’Italia all’estero“.

Sul fronte importazioni, i dati registrati da Istat non sono invece per nulla positivi: la battuta d’arresto ha riguardato anche il settore import, gli acquisti sono calati del 4,2% a livello congiunturale e del 10,6% su base annua.

Segnali di forte flessione si rilevano per gli acquisti da Giappone (-35,0%), India (-30,9%) e paesi EDA (-26,0%), mentre sono in forte crescita gli acquisti dai paesi OPEC (+18,0%) e Russia (+16,7%). Gli acquisti di autoveicoli (-44,9%) sono in netta flessione.

 

Alessia CASIRAGHI

Le imprese italiane emigrano in Ticino e Romania

Tre o quattro buoni motivi per investire in Romania? Il livello della tassazione ora al 16%, il nuovo codice del lavoro, le condizioni attuali del mercato rumeno. La visita di Stato del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è un’occasione preziosa per fare il punto sulle opportunità che offre il Paese e l’area dei Balcani nel suo complesso.

Sottolinea Luca Serena, presidente di Confindustria Romania e vicepresidente vicario di Confindustria Balcani “Al momento le aziende italiane registrate in Romania sono circa 30mila. Una presenza che non ha eguali nel mondo.Le aziende italiane contribuiscono per il 5% al pil rumeno, con un interscambio pari a 7,6 miliardi“. Il punto è rendere ancor più attrattivo il paese, “la competitività è il frutto di una serie di fattori che devono interagire“.
La crisi che si è abbattuta sull’economia rumena nel 2008 sembra archiviata in fretta, come mostra l’incremento dell’1,7% registrato nel primo trimestre del 2011.

Mentre nel Belpaese l‘iva sale al 21%, non vi è dubbio che aver ridotto dal 40% al 16% la tassazione sugli utili delle imprese in Romania è un elemento di notevole appeal. Il taglio delle tasse, in presenza di una manovra di contenimento del deficit da lacrime e sangue, è stato finanziato con l’emersione del lavoro nero e l’attrazione di ulteriori investimenti esteri, Il tutto all’insegna della massima flessibilità. Quanto alle prospettive di mercato, quello rumeno è un grande mercato di assorbimento.

L’Enel è il primo operatore energetico del paese, con un investimento di oltre un miliardo di euro“, rimarca Serena.
Occorre poi mettere nel conto i 9 miliardi dei fondi strutturali europei da spendere nei prossimi tre anni. Nell’intera area balcanica l’Italia è esposta per 10miliardi di euro“. Solo in Romania Confindustria rappresenta ormai circa 700 aziende associate, tra cui Enel, Eni, Intesa San Paolo e Unicredit tra le altre.

Marco Poggi