Per le auto, dopo un 2012 nefasto, il nuovo anno si apre ancora in calo

Sono state diffuse le stime dell’Osservatorio Previsioni e mercato, realizzato dal centro studi di Unrae, Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli, e, considerando anche il peggioramento degli indicatori economici di fine 2012 d l’effetto trascinamento sul 2013, non promettono nulla di buono.

Romano Valente, direttore generale dell’Associazione, ha infatti confermato che l’andamento attuale ha portato ad un ribasso delle stime dei principali Istituti internazionali per il Pil dell’anno in corso.

Valente ha dichiarato: “La caduta dei consumi, in particolare quelli di beni durevoli, oltre al quadro di revisione in negativo dei dati del settore auto, ci indica un mercato 2013 che si attesterà intorno a 1.326.000 immatricolazioni, in ulteriore flessione del 5,4% rispetto al 2012, in assenza di interventi politici determinanti nell’alleggerire la pressione fiscale sulle famiglie e quindi di incidere positivamente sui consumi”.

Il mercato delle autovetture si trova a livelli di minimo storico ma, nonostante ciò, non viene risparmiato né dalle tasse né dai costi di gestione, che, anzi, sono in continuo aumento.

Il primo trimestre 2013 è previsto ancora in forte calo, a causa di un rush finale dell’anno 2012 in termini di anticipazione delle consegne, prevalentemente come back up immatricolativo di un anno di grandi difficoltà, il peso del pagamento dell’IMU dello scorso dicembre sulla disponibilità economica di famiglie e imprese, la possibile decisione di rinvio degli acquisti da parte delle società in vista dell’introduzione degli incentivi ed anche un tipico momento di indugio da parte dei consumatori in attesa delle elezioni politiche.

Il direttore generale di Unrae ha aggiunto: “Il segmento dei privati dovrebbe confermare la tendenza dello scorso anno, sotto l’effetto della pressione fiscale che frena gli acquisti, tuttavia non vanno trascurati gli altri elementi sopra citati, che stanno rallentando le vendite a società, influenzando di conseguenza tutto il mix canali di vendita. E’ quindi necessario auspicare che il prossimo Esecutivo sia nelle condizioni di operare le necessarie scelte di alleggerimento della pressione fiscale, di far confluire la liquidità del sistema creditizio verso le imprese e quindi, attraverso il rilancio dei consumi e degli investimenti, riavviare la spirale positiva dell’economia”.

Vera MORETTI

Veicoli commerciali in picchiata

 

In Italia si comprano sempre meno veicoli commerciali. La crisi del mercato dell’auto fa sentire i suoi effetti anche nel settore delle vetture da lavoro: il trend negativo registrato nei primi 6 mesi del 2012 prosegue nel mese di settembre che ha registrato 8.607 immatricolazioni, con un calo del -26,4%, rispetto al -12% registrato nel 2011 .

Lo rivela una stima dell’Associazione delle case automobilistiche estere in Italia (Unrae), secondo cui nei primi 9 mesi del 2012 la contrazione del mercato delle auto commerciali si e’ attestata a quota -34,3%, vela dire meno di 90 mila unità immatricolate. E lo conferma il Presidente Romano Valente, che Infoiva aveva intervistato qualche settimana fa, per fare qualche previsione sulla ripresa del mercato dell’auto in Italia.

Senza segnali forti da parte degli enti di governo con interventi di stimolo ai consumi – ha sottolineato Romano Valente, direttore generale dell’Unrae – il settore dei veicoli da lavoro, primo sensore di un’economia in ripresa, non riuscirà a evidenziare un’inversione di tendenza nel breve periodo. In quest’ottica la nostra Associazione plaude all’iniziativa del Comune di Roma di incentivare il rinnovo del parco circolante dei veicoli adibiti al trasporto merci. Il protocollo d’intesa recepisce infatti in pieno il pensiero dell’Unrae a favore di iniziative rivolte al miglioramento dell’ambiente, la sicurezza e la mobilita’ nei centri urbani che si ispirino al principio della neutralità tecnologica. Ci auguriamo che una simile iniziativa possa essere di esempio e stimolo per tutte le amministrazioni locali e centrali’‘.

Veicoli commerciali, retromarcia inserita

 

Che il mercato dei veicoli privati fosse in netta contrazione, dopo il calo vertiginoso delle immatricolazioni in Italia denunciato la scorsa settimana, appare ormai purtroppo come una dato consolidato. Gli italiani hanno meno da spendere, le tasse hanno risucchiato portafogli e desideri sopiti di una nuova quattro ruote. Ma, è il dato stavolta appare ancor più preoccupante, a risentire della contrazione del mercato non sono solo i privati cittadini.

Unrae, l’Associazione delle case automobilistiche estere in Italia, rivela infatti che il mercato italiano dei veicoli commerciali in Italia ha chiuso il mese di agosto 2012 un calo del 23,6%. Un dato preoccupante che ci riporta indietro di quasi 20 anni:  bisogna ritornare infatti al 1994 per riscontrare un dato più negativo. Il 2012 non era certo partito nel migliore dei modi: i dati infatti stimavano una diminuzione delle vendite di auto a scopi commerciali con punte del -30%.

Una riflessione più profonda ci spinge a considerare che il calo di immatricolazioni di veicoli destinati ad attività commerciali (autocarri con peso totale a terra fino a 3,5t), denunciano una verità forse più preoccupante: le piccole e medie imprese, artigiani e piccoli industriali si trovano a fare i conti con una crisi che appare più dura di quanto finora stimato. A pesare sulle aziende di piccole e medie dimensioni l’assenza di liquidità, la difficoltà di accesso al credito e anche ad ottenere finanziamenti in leasing. Non solo: il dato sul calo dell’acquisto di mezzi da lavoro e da trasporto traduce il segno meno anche sul settore del trasporto merci. E questo non segna di certo un punto a favore per il commercio.

I numeri non sono consolanti: nei primi 8 mesi del 2012 i veicoli da lavoro immatricolati sono stati 78.448, vale a dire con una contrazione del 35,1% rispetto alle 120.785 vetture vendute nel 2011.

L’inversione di marcia appare l’unica via d’uscita.

Alessia CASIRAGHI

 

Italia o estero, l’auto si è fermata

E gli stranieri? Nella sua intervista pubblicata lo scorso lunedì su Infoiva, il presidente di Anfia Roberto Vavassori aveva affermato che il calo della domanda di auto in Italia “riguarda per il 70% veicoli esteri“. Oggi vediamo che cosa ne pensa Unrae, l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, che per bocca del suo direttore generale, Romano Valente parla di cifre diverse ma di una situazione sostanzialmente grigia.

In un mercato sempre più globalizzato, infatti, non ha senso guardare alla crisi di un costruttore straniero come all’opportunità per un costruttore (perché uno solo, grande, ne abbiamo…) italiano. Produttori in crisi, di qua e di là delle Alpi, significano ripercussioni sull’indotto di casa nostra, visto che in questo settore la filiera è piuttosto lunga e, ci si passi il termine, transnazionale. Per cui altro che mors tua, vita mea. Qui, italiani o stranieri, siamo tutti sulla stessa barca… pardon, sulla stessa auto. E se il motore grippa, siamo tutti a piedi. Nell’attesa che il carro attrezzi della ripresa passi per farci ripartire.

Leggi l’intervista a Romano Valente, direttore generale di Unrae

Crisi dell’auto: meglio le vetture estere o il made in Italy?

 di Alessia CASIRAGHI

Quanto sono esterofili gli italiani quando si parla di motori? Il quesito diventa ancora più pregnante in un momento di fortissima contrazione del mercato dell’auto in Italia, come quello che stiamo vivendo. In breve, in tempi di crisi, gli italiani puntano su vetture made in Italy o preferiscono le auto straniere? Per rispondere a questa domanda Infoiva oggi ha interpellato Romano Valente, Direttore Generale di Unrae, l’Unione Nazionale dei Rappresentanti Veicoli Esteri. 

Il mercato delle auto straniere in Italia soffre maggiormente rispetto al comparto nazionale? 
Direi di no, la crisi dell’auto è assolutamente trasversale e gli italiani mantengono una preferenza sostanzialmente stabile su circa il 70% del mercato occupato oggi dalle vetture straniere, la maggior parte delle quali sono di costruzione europea e utilizzano componentistica italiana. Un giro d’affari da 8,5 miliardi di euro.

Il calo del fatturato della vendita di auto straniere in Italia rappresenta una minaccia per la filiera e l’indotto in Italia?
Ripetuto che il calo del fatturato è generalizzato e non riguarda solo le case automobilistiche estere, è accertato che il calo del fatturato e soprattutto dei ricavi sia tale da mettere a rischio l’intera filiera, in particolare le reti di vendita. Il rischio chiusura riguarda ad oggi il 10% degli imprenditori con un problema occupazionale su circa 10.000 addetti diretti. Sulla filiera intera la stima del rischio diventa 20 volte più grande.

Il settore dei veicoli commerciali riesce a resistere maggiormente alla crisi?
I veicoli commerciali sono i primi a risentire della crisi, oggi stimiamo un calo del 30% delle vendite sull’intero 2012 con numeri che ci riportano indietro al 1994. Il dato puntuale ad agosto presenta un calo del 35% sull’immatricolato degli 8 mesi rispetto all’anno precedente.

Come vedono le case automobilistiche estere la situazione del mercato dell’auto in Italia?
L’auto in Italia soccombe stretta nella morsa delle due manovre economiche che sono state introdotte nell’ultimo anno, con un peso sul comparto auto pari a 8,7 miliardi di euro. Il conseguente aumento delle tasse, delle accise sulla benzina (7 aumenti in un anno, oggi siamo sopra i 2 euro/litro), delle assicurazioni, dei pedaggi autostradali sono diventati un macigno che ha di fatto bloccato la domanda di auto nuove. Più in generale la pressione fiscale sulle famiglie e la loro ridotta capacità di spesa ha un impatto devastante su tutti i beni durevoli. Senza un intervento strutturale del governo che alleggerisca la pressione fiscale sulle famiglie e ne aumenti la capacità di spesa, sarà ben difficile parlare di crescita e di ritorno a condizioni di mercato normali, anche, e soprattutto per l’auto.

Secondo la sua esperienza e conoscenza di mercati esteri, quali misure dovrebbe intraprendere il Governo italiano per favorire il mercato dell’auto in un momento di forte contrazione come quello che stiamo vivendo?
Ogni mercato ha condizioni politiche, sociali, culturali diverse, difficili da confrontare direttamente, il caso italiano è pertanto specifico ed UNRAE ha più volte richiesto un riallineamento delle politiche sull’auto a quanto stabilito dalle norme europee (p.es. il CARS 21) per andare verso una normativa orientata alla neutralità tecnologica (cioè indipendente dal tipo di alimentazione della vettura) e premiante in funzione dei livelli di emissione più bassi.

Quali sono le vostre previsioni sul futuro?
Pur volendo mantenere un approccio positivo, senza interventi strutturali di alleggerimento del peso fiscale sulle famiglie e di rilancio dei consumi, a breve sarà difficile vedere un’inversione di tendenza. Tuttavia, non potrà essere così per sempre e quindi ci auspichiamo tutti che nel medio periodo si ricreino le condizioni per un mercato più robusto.

La nuova Ipt favorisce le regioni a statuto speciale

di Vera MORETTI

Le provincie con Imposta provinciale sui trasporti più bassa sorridono, le altre un po’ meno.

Succede, infatti, che le società di noleggio abbiano deciso di spostare le immatricolazioni delle proprie vetture nelle zone dove l’Ipt è meno salata.
Decisione, questa, che finora ha portato, nelle casse delle provincie di Bolzano, Aosta e Trento, 7,8 milioni di euro in più di Ipt, mentre Roma e Firenze hanno perso insieme 5 milioni di entrate fiscali.

Romano Valente, presidente Unrae (Unione Nazionale Immatricolazione Rappresentanti Veicoli Esteri), ha dichiarato: “E’ necessario ed urgente ripristinare il precedente sistema di calcolo e consentire la realizzazione di una più ampia ed efficace riforma dell’imposta, che tenga conto anche di principi ecologici e di sicurezza, come previsto da normative dello scorso anno rimaste inevase“.

Andando nel particolare, Roma ha perso in soli tre mesi il 61% dell’immatricolato, bruciando circa 3,5 milioni di euro di mancato introito Ipt, mentre Firenze perde il 66% del suo mercato e 1,5 milioni di euro. Ne beneficiano le Province di Bolzano (+688%) che introita circa 3,1 milioni di euro, Aosta (+417%) con circa 2 milioni di euro e Trento (+411%) con 2,7 milioni di maggior introito.

Questo porterà, a detta di Valente, Roma e Firenze a cercare nuove aree di gettito fiscale, compromettendo il mercato delle auto, già in evidente crisi. Nonostante ciò, comunque, le Province italiane stanno incamerando 23,8 milioni di euro di maggiore introito Ipt, ovvero il 30% in più rispetto al primo trimestre 2011

In calo le vendite dei veicoli commerciali

di Vera MORETTI

Il centro studi dell’Unrae, l’Associazione delle case automobilistiche estere in Italia, ha reso noto i dati delle vendite dei veicoli commerciali, che non dicono nulla di buono.
Nel primo bimestre del 2012, infatti, il settore ha registrato una flessione del 30,1%, pari a 22.410 immatricolazioni, rispetto alle 32.062 del gennaio-febbraio dello scorso anno.

La recessione e la stretta creditizia sono indicate come le maggiori responsabili di questo vertiginoso calo che, se si considera solo il mese di febbraio, ha registrato l’immatricolazione di 11.435 veicoli, il 28,3% in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

Il direttore generale dell’Unrae, Romano Valente, ha dichiarato : ”I veicoli commerciali risentono fortemente della situazione economica generale e dello stato di recessione in corso. In particolare le problematiche legate al credit crunch incidono pesantemente sul settore e sulle capacità di investimento delle piccole e medie imprese clienti, acquirenti tipici di veicoli commerciali“.

Per questo motivo, si auspica che si dia ascolto alle raccomandazioni provenienti dai governatori della Banca d’Italia e della Bce, rispettivamente Ignazio Visco e Mario Draghi, di “introdurre sul mercato finanziario i 139 miliardi di euro erogati al tasso dell’1% al sistema bancario italiano“.

Secondo Valente, questo è l’unico modo per assistere ad una ripresa nei mesi futuri.