Sciopero benzinai, ancora poche ore poi le pompe chiuderanno

Sciopero benzinai confermato a partire da stasera 13 dicembre. Ecco dove tutti i dettagli per non rischiare di restare a secco con la propria auto.

Sciopero benzinai confermato da stasera

Anche la benzina è ripresa a salire. Coincidenza con l’arrivo delle festività natalizie? Beh qualunque sia il motivo fare benzina è tornato a pesare di più sulle tasche degli italiani. Nel frattempo i benzinai saranno in sciopero per tre giorni. In particolare gli impianti di distribuzione dei carburati saranno chiusi dalle 22 di oggi 13 dicembre fino alle 22 di venerdì 16 dicembre. Ma attenzione saranno chiusi solo quelli che si trovano sulla rete autostradale.

In realtà lo sciopero coincide con quello generale indetto da Cgil e Uil in diverse regioni fino a venerdì 16 dicembre e interesserà il settore dei trasporti e della scuola contro la Legge di Bilancio su cui sta lavorando il Governo di Giorgia Meloni.

I motivi dello sciopero benzinai

Lo sciopero è stato proclamato da Faib Confesercenti, Fegica e Anisa Confcommercio attraverso un comunicato congiunto. La motivazione dello sciopero è molto chiara all’interno del comunicato. Si protesta contro un decreto ministeriali che “non prevede alcuna razionalizzazione della rete per una maggiore efficienza, ripropone un sistema di imposizione di royalty ad esclusivo vantaggio della rendita di posizione dei concessionari, non contiene una riforma regolatoria che possa consentire recupero di economicità finalizzato ad abbattere la differenza abnorme di prezzi tra viabilità ordinaria e autostradale, viola le norme di settore poste a tutela della continuità delle gestioni e dei livelli occupazionali”.

Altro motivo dello sciopero è lo stato di degrado in cui sono sottoposte le aree di servizio autostradali, sia in termini di prezzi dei carburanti e della ristorazione, del tutto abnormi e fuori mercato, sia in termi di standard qualitativa. Secondo i protestanti serve quindi un nuovo decreto sulle concessioni autostradali.

Le parole del Presidente Faib autostrade

Il presidente Faib autostrade, Antonino Lucchesi, ha dichiarato: “Noi siamo costretti a rimanere aperti h24, ma adesso è arrivata anche la batosta delle bollette, passate da 2.200 euro mensili a picchi di 9mila, nonostante il consumo non sia cambiato” ha aggiunto il rappresentante sindacale, ricordando che i gestori degli impianti autostradali sono rimasti “aperti anche durante la pandemia, quando nessuno poteva circolare. Gli aiuti governativi sono arrivati, ma non sono stati in grado di pareggiare le perdite”.

Quindi si ricorda che lo sciopero è stato confermato e già da stasera i rifornimenti, anche in modalità 24 ore saranno chiusi. Lo sciopero partirà da stasera alle 22 e continuerà ininterrottamente fino a venerdì 16 dicembre sempre alle 22. Pertanto se si ha in mente di fare lunghe percorrenze in autostrada, è meglio pensare che si dovrà uscire e rientrare dei caselli per fare rifornimento.

 

 

 

Sciopero dei benzinai il 5 e 6 marzo

La trattativa tra Eni e le principali organizzazioni di categoria dei gestori, ovvero Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio, che era in atto per rinnovo dell’accordo collettivo scaduto da oltre due anni, si è chiusa bruscamente, e non perché è stata raggiunta un‘intesa.

E’ stato infatti annunciato uno sciopero per il 5 e 6 marzo, come hanno confermato le tre sigle sindacali, che si sono dette “costrette a prendere atto dell`incomprensibile atteggiamento di chiusura improvvisamente manifestato da Eni a pochissimi passi dalla conclusione del lungo negoziato volto al rinnovo degli accordi collettivi che i gestori di marchio attendono ormai da oltre due anni. Quella di interrompere le trattative, ad intesa pressoché raggiunta, è una responsabilità grave che assume Eni – sottolineano le tre sigle – perché avviene in contesto letteralmente drammatico per le piccole imprese di gestione chiamate a pagare scelte commerciali assunte negli ultimi anni dall’industria petrolifera nel suo complesso e da Eni, quale leader del mercato, in particolare, che si sono rivelate disastrose e fallimentari, come testimoniano anche le più recenti rilevazioni sulle quote mercato“.

Per quanto riguarda la situazione odierna, le medie nazionali della benzina e del diesel sono adesso a 1,779 e 1,703 euro/litro (Gpl a 0,806). Le punte in alcune aree sono per la verde fino a 1,831 euro/litro, il diesel a 1,745 e il Gpl a 0,820.

Più nel dettaglio, a livello Paese, i prezzi della benzina vanno oggi dall’1,761 euro/litro di Eni all’1,789 di Tamoil (no-logo a 1,670).
Per il diesel si passa dall’1,684 euro/litro di Eni all’1,711 di Shell (no-logo a 1,590).
Il gpl, infine, è tra 0,784 euro/litro sempre di Eni e 0,806 di IP (no-logo a 0,764).

Vera MORETTI

Dopo lo sciopero, i carburanti rimangono stabili

E’ stato scongiurato lo sciopero dei benzinai, dopo che l’intervento autorevole dell’Autorità Garante ha convinto le organizzazioni sindacali di settore a riaprire gli impianti dalle 6.00 di giovedì 18 luglio, “certi che la Commissione sappia fare adeguato tesoro dell’apertura di credito che la Categoria le dimostra in un momento tanto drammatico per la sua attività e per le migliaia di posti di lavoro in gioco”.

Per quanto riguarda la situazione delle quotazioni dei carburanti a livello nazionale, permane una situazione di tregua sulla rete, con un contenuto rialzo del prezzi del diesel e un ribasso per la benzina.

Le medie nazionali di benzina e gasolio, dunque, sono oggi rispettivamente a 1,839 e 1,741 euro/litro (Gpl a 0,797). Le punte in alcune aree del Paese sono, per la verde fino a 1,879 euro/litro, il diesel a 1,761 e il Gpl a 0,822.
Nel dettaglio, a livello Paese, in modalità servito, il prezzo medio della benzina va oggi dall’1,821 euro/litro di Eni all’1,839 di Tamoil (no-logo a 1,723).
Per il diesel si passa dall’1,723 euro/litro sempre di Eni all’1,741 di Tamoil (no-logo a 1,610).
Il gpl infine è tra 0,782 euro/litro di Shell e 0,797 ancora di Tamoil (no-logo a 0,740).

Vera MORETTI

Sciopero benzinai scongiurato?

C’è la possibilità che lo sciopero dei benzinai previsto per il prossimo 16 luglio venga rinviato.
L’astensione da parte delle aree di servizio sulla rete autostradale italiana potrebbe infatti essere evitata a seguito di un incontro avvenuto a Roma tra Roberto Alesse, presidente dell’Autorità, e i rappresentanti di Faib-Confesercenti, Anisa-Confcommercio e Fegica-Cisl.
Il garante ha anche anticipato un “pugno di ferro” qualora lo scioperò dovesse invece manifestarsi, attraverso un provvedimento di differimento.

In realtà, l’incontro si è svolto in un clima, se non proprio disteso, almeno costruttivo e propositivo. Inoltre, Roberto Alesse si è impegnato a “verificare presso il governo i margini esistenti per la ripresa delle trattative interrotte, riservandosi successivamente di decidere sulla possibilità di adottare il provvedimento di differimento dello sciopero”.

Per quanto riguarda l’andamento dei prezzi dei carburanti, in vista di un altro week-end di esodo estivo, tutte le compagnie hanno aperto con i listini in aumento, con Eni che ha fatto, come sempre, da apripista.
In particolare IP e Shell hanno aumentato la benzina di 0,005 euro portando il prezzo rispettivamente a 1,850 e 1,857 euro il litro; Tamoil ed Esso di 0,010 euro portando il prezzo a 1,857 e 1,847 euro/litro; Q8 di 0,012 euro (1,864 euro/litro) e TotalErg di 0,015 euro (1,865 euro/litro).

Le medie ponderate nazionali dei prezzi, in modalità servito, vedono la benzina a 1,851 euro/litro (+0,6 centesimi) e il diesel 1,745 euro/litro (+0,4 centesimi). Si tratta dei valori più alti dallo scorso 25 marzo.

Vera MORETTI

Incontro il 9 luglio per scongiurare lo sciopero dei benzinai

Per scongiurare lo sciopero dei gestori di carburante, proclamato dal 16 al 19 luglio prossimi, l’Autorità di garanzia per gli scioperi ha convocato per il prossimo 9 luglio le sigle Faib Confesercenti, Fegica-Cisl e Anisa Confcommercio.

La chiusura delle aree di servizio nel bel mezzo del mese di luglio comporterebbe una serie infinita di disagi a viaggiatori, pendolari e turisti, e per questo le autorità competenti cercheranno fino all’ultimo di contrattare.

Ad oggi, sembra impossibile trovare un accordo, perché il comunicato emesso dai sindacati di categoria era stato piuttosto perentorio: “Non paghe di portare al fallimento, procurato ed imposto alle 400 imprese di gestione ed i relativi costi sociali derivanti dalla perdita del lavoro di oltre 5.000 addetti attualmente impiegati, di avere favorito il tracollo del comparto – che ha perso in pochi anni il 50 % delle vendite -, di praticare prezzi altissimi anche a causa delle ingenti royalties che gravano sui carburanti a favore dei Concessionari, di mettere fuori mercato le gestioni con azioni di pricing palesemente discriminatorie, ora le Compagnie Petrolifere – palleggiandosi cinicamente la responsabilità con le Società autostradali – fanno fioccare le disdette unilaterali dei contratti con i Gestori, espellendoli dal settore a forza, in esplicita violazione di accordi assunti sin dal 2002 con il Ministero dello sviluppo economico. La gravissima situazione del comparto aggiunge oggi un ulteriore elemento di incontrollabile escalation, senza che il Ministero dello sviluppo economico intervenga a mediare ed a contrastare lo strapotere dei colossi autostradali e petroliferi, anche a tutela dell’interesse collettivo e di un mercato soggetto a concessione pubblica“.

Staremo dunque a vedere se, nei prossimi giorni, si troverà un’intesa per evitare, o differire, lo sciopero dei benzinai.

Vera MORETTI

Adesione quasi totale allo sciopero dei benzinai

L’adesione allo sciopero dei benzinai è stato pressochè totale, poiché alla mobilitazione nazionale indetta da Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio ha partecipato il 92% dei gestori italiani, con punte del 95% nelle grandi città come Roma, Milano, Firenze, Napoli, Bologna e Palermo.

Lo sciopero, che si conclude questa mattina, è segnale di una situazione giunta ormai a livelli insostenibili, a causa delle violazioni delle leggi di cui sono responsabili petrolieri e banche e della sottovalutazione da parte del Governo.

Per quanto riguarda i prezzi dei carburanti praticati in questi due giorni, davvero critici per i viaggiatori, la benzina ha registrato un lieve aumento, a fronte dei rialzi delle quotazioni avvenuti tra venerdì e lunedì.
Ma l’aumento delle medie nazionali è da ricercarsi anche nella decisione di Esso di alzare il prezzo di 1 centesimo. Per questo, le medie oggi erano a 1,796 euro/litro (+0,2 centesimi) per la benzina, diesel fermo a 1,755 euro/litro, come anche il Gpl a 0,864 euro/litro. Lieve aumento per il metano a 0,991 euro/kg (+0,1 centesimi).

Ma oggi ciò che veramente preme è sapere se ci saranno a breve altri scioperi, come si vociferava nelle ultime ore.
A questo proposito, Martino Landi, di Faib, ha dichiarato: “Eventuali iniziative di sciopero le rimanderemo all’anno nuovo, quando il calendario ce lo consentirà. Non vogliamo creare disagi ai cittadini durante le festività. Vogliamo protestare ma nel rispetto delle norme e nel periodo delle festività natalizie non possiamo fare sciopero“.

Vera MORETTI

L’eterno ritorno

 

IERI

Post Montim: a  due giorni dalle dimissioni rassegnate dal Presidente del Consiglio Mario Monti si paventa già una data per le prossime elezioni politiche anticipate: dovrebbero svolgersi il 24 febbraio 2013. E se il Cavaliere, che ha ormai annunciato la sua ridiscesa in campo a destra e sinistra, considera le dimissioni di Monti “doverose”, si dice pronto però dall’altra parte ad accogliere a braccia aperte il candidato perdente delle Primarie del Pd, Matteo Renzi. E l’alleanza con la Lega? Il Cavaliere è pronto a promettere il feudo lombardo se Maroni dirà sì all’alleanza con il Pdl. E’ il futuro che avanza. L’eterno ritorno o l’eterno riposo?

Addio a Riccardo Schicchi: è morto ieri nel tardo pomeriggio a Roma, all’ospedale Fatebenefratelli, Riccardo Schicchi, noto soprattutto come imprenditore del porno italiano. Ex marito dell’attrice Eva Henger, da cui aveva avuto due figli, Schicchi era nato in Sicilia, ad Augusta, il 12 marzo 1952. La causa del decesso è dovuta ad alcune complicanze legate al diabete, di cui l’uomo soffriva da alcuni anni, e a causa del quale aveva perso la vista. Nel 1985 Schicchi firma il primo film hardcore italiano in pellicola, “Telefono Rosso”, con protagonista Cicciolina, al secolo Ilona Staller. Ma il suo sodalizio più celebre è quello con l’attrice Moana Pozzi, scomparsa nel 1994 a Lione.

Trionfo Inter: ha battuto il Napoli 2 a 1 superandolo in classifica e piazzandosi al secondo posto come l’anti Juve. L’Inter di Stramaccioni corre veloce: nel 16mo posticipo di Serie A i nerazzurri conquistano il secondo posto della classifica, a -4 punti dai campioni d’Italia. Al primo posto infatti c’è la Juventus ritornata a Conte con 38 punti, seguita dall’ Inter (34), stacca di un solo punto il Napoli (33) al terzo posto, e poi ancora Fiorentina, Lazio e Roma tutte a 29 punti e la rimonta dei rossoneri con il Milan a 24 punti.

Il ritorno di Conte: “mi siete mancati”. Ha esordito così ieri Antonio Conte, al suo ritorno nella panchina della Juve dopo i 4 mesi di squalifica: “Mi è mancato l’odore dell’erba. Questi quattro mesi sono stati un dolore. Ma è stata un’esperienza formativa”.

OGGI

Premio Nobel all’Unione Europea: Herman Van Rompuy,  José Manuel Barros e Martin Schultz ritireranno quest’oggi a Oslo il premio Nobel per la Pace all’Unione Europea. Il riconoscimento è stato attribuito alla Ue per il ruolo attivo avuto nella trasformazione “di un continente in guerra in un continente in pace”. “L’Unione europea attraversa un periodo difficile – ha commentato Van Rompuy – ma usciremo da questo periodo di incertezza e di recessione più forti di prima”. Alla cerimonia sarà presente anche Mario Monti, a due giorni dalla rassegnazione delle sue dimissioni da Presidente del Consiglio, assieme a François Hollande e Angela Merkel. A Oslo è attesa anche Elena Nicoletta Garbujo, la studentessa di 16 anni che ha incantato con il suo tweet la Commissione dell’unione Europea che aveva indetto il concorso “Cosa significa per te la pace in Europa?”. Elena, che vive a Novate Milanese e frequenta il liceo scientifico, aveva risposto con un acrostico in 140 caratteri: Pace: Ponte Avente Comuni Estremità.

Febbre da spread: è salito oltre i 350 punti, toccando un record storico, il differenziale tra il Btp e il Bund tedesco a 10 anni. Conseguenza delle dimissioni del Premieri Monti e dell’annunciata ridiscesa in campo di Berlusconi. L’Europa ci osserva. E intanto c’è già chi ironizza sulle prossime elezioni politiche, non risparmiando nè destra né sinistra…

Bacio amaro per Muccino: la vita non è facile ad Hollywood, nemmeno quando per la tua pellicola hai scritturato un cast di star. “Quello che so sull’amore”, il film made in Usa di Gabriele Muccino, ha raccolto magri incassi al botteghino americano (solo 6 milioni di dollari) e meglio non gli è andata sulle pagine dei giornali, stroncato dal “Los Angeles Times” (non c’è ragione di vederlo, a meno che non vogliate fare sesso con Gerard Butler) “. Nel cast del film, il terzo a stelle e strisce per Muccino, dopo “La ricerca della felicità” e “Sette anime”, hanno sfilato Gerard Butler e Cathrine Zeta-Jones, Uma Thurman, Dennis Quaid e Jessica Biel. Tutta colpa della macchina infernale di Hollywood aveva già sentenziato il regista romano, troppa ingerenza della produzione sullo sviluppo della sceneggiatura e sul finale del film. Ecco fatto, il nuovo titolo del suo prossimo film: Quello che so su Hollywood.

DOMANI

Egitto contro Morsi: islamici egiziani e opposizione di sinistra e liberale hanno proclamato una manifestazione per domani per le strade de Il Cairo in vista del referendum del prossimo 15 dicembre sul progetto della Costituzione. L’Egitto è a ferro e fuoco ormai da 2 settimane, dopo la decisione del Presidente Mohamed Morsi di ampliare i propri poteri: ieri sera, una coalizione di 13 partiti islamici, tra cui i Fratelli Musulmani, ha lanciato un appello per invitare il popolo egiziano a manifestare sotto lo slogan “sì alla legittimità, si al consenso nazionale” – “Non riconosciamo il progetto per la riforma della costituzione perché non rappresenta il popolo egiziano”.

Sciopero benzinai: sembra confermato lo sciopero dei benzinai indetto per questa settimana. Pompe di benzina chiuse dalle 19 di domani sera, 11 dicembre, e fino alle 7 del 14 dicembre, mentre per quanto riguarda le autostrade, la chiusura delle stazioni di servizio è prevista dalle 22 dell’11 alle 22 del 13. I benzinai scioperano contro il calo dei consumi da parte degli italiani e per fermare gli accordi delle multinazionali e per protestare contro il conto salato delle accise che gravano sui costi della benzina.

Fiom in sciopero a Genova: 4 ore di sciopero dalle ore 9.30 alle 12.30 davanti al palazzo di Confindustria a Genova. E’ la manifestazione indetta per domani dalla Fiom (Federazione Impiegati Operai Metallurgici) che si svolgerà in mattina a Genova.

 

Alessia CASIRAGHI

In dicembre tre giorni di sciopero dei benzinai

Se prima era un’ipotesi, ora è diventata una realtà: dal 12 al 14 dicembre i distributori di benzina resteranno chiusi.
Lo sciopero tanto temuto, dunque, ci sarà e per tre giorni metterà in crisi gli automobilisti.

Sono state le Organizzazioni di categoria, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, oggi riunite negli Stati Generali a Roma, ad annunciare la mobilitazione.
L’obiettivo, come era stato annunciato, è quello di ottenere un calo di prezzi e di accise, oltre al rinnovo degli accordi con le compagnie petrolifere.
Dopo un’attesa di un anno, durante il quale gli addetti ai lavori hanno atteso con fiducia le decisioni dell’Esecutivo e delle compagnie, ora il tempo stringe e nessuno sembra disposto ad aspettare ancora.

Martino Landi, presidente Faib-Confesercenti, ha infatti dichiarato che quanto viene richiesto è “un atto che non può più essere rimandato, dopo tutte le promesse fatte e puntualmente disattese. Le compagnie rinnovino gli accordi, e il Governo intervenga subito sulle accise. Abbiamo offerto la nostra massima disponibilità, cercando di trovare soluzioni condivise per i gravissimi problemi che affliggono la nostra categoria, schiacciata dal crollo di consumi indotto dall’abuso di accise sui carburanti e dal rifiuto delle grandi Compagnie petrolifere e di distribuzione di rinnovare gli accordi”.

E i risultati di un accordo che ancora deve arrivare sono sotto gli occhi di tutti: consumi in caduta verticale; prezzi dei carburanti ed accise costantemente ai massimi storici; politiche delle compagnie petrolifere che colpiscono duramente una intera categoria di lavoratori attraverso discriminazioni sui prezzi, erosione dei margini, marginalizzazione del ruolo dei gestori.

Continua Landi: “Abbiamo firmato intese e revocato la mobilitazione ad agosto, ma non è servito. Adesso la grave crisi della distribuzione carburanti, le politiche miopi delle Compagnie petrolifere e l’incapacità del Governo di far rispettare le Leggi stanno portando gli operatori della rete carburanti sull’orlo del tracollo. Nonostante il nostro atteggiamento positivo e propositivo, non si è arrivati a nulla: i problemi e le richieste dei gestori non sono stati considerate con la dovuta serietà. Adesso la mobilitazione è un atto irrinunciabile: rientrerà solo se Governo e Compagnie si decideranno finalmente ad accogliere le nostre richieste, intervenendo sulle accise e rinnovando i contatti”.

Vera MORETTI

Stabili i prezzi dei carburanti, ma i sindacati minacciano scioperi

I sindacati dei benzinai sono pronti ad uno sciopero entro la fine dell’anno, se durante la riunione prevista per il 21 novembre a Roma non si risolveranno i problemi del calo dei prezzi e delle accise.

La questione riguarda in particolare il potere sempre più incontrastato delle compagnie petrolifere.
I sindacati, infatti, denunciano: “consumi in caduta verticale; prezzi dei carburanti ed accise costantemente ai massimi storici; politiche delle compagnie petrolifere che colpiscono duramente una intera categoria di lavoratori attraverso discriminazioni sui prezzi, erosione dei margini, marginalizzazione del ruolo dei gestori“.

Questa situazione ha portato già diverse migliaia di gestori a chiudere le loro imprese, e sembra che le cose siano destinate a peggiorare, considerando che l’indebitamento nei confronti di banche e petrolieri ha ormai superato i 300 milioni di euro.

Per quanto riguarda la situazione di oggi, dopo che nel fine settimana IP e Tamoil si sono distinte con aumenti su gasolio e benzina, il panorama nazionale si presenta stabile perfettamente in linea con la situazione mondiale.

Ad eccezione dei rialzi da parte dei marchi che hanno aumentato i prezzi raccomandati, si può dire che nulla sia cambiato, anche se le “punte“ oggi sono in lieve aumento.
La benzina, infatti, è a 1,880 euro/litro, il diesel a 1,792 mentre scende il Gpl (0,912).
Le medie nazionali a loro volta si posizionano a 1,818 euro/litro per la verde, 1,768 per il diesel e 0,875 per il Gpl.

A livello Paese, il prezzo medio praticato della benzina in modalità servito va oggi dall’1,802 euro/litro di Esso ed Eni all’1,818 di IP (no-logo a 1,681).
Per il diesel si passa dall’1,742 euro/litro ancora di Esso all’1,768 di IP (no-logo a 1,619).
Il Gpl infine e’ tra 0,858 euro/litro sempre di Esso e 0,875 di Tamoil (no-logo a 0,824).

Vera MORETTI

Luca Squeri: sul bonus fiscale non molliamo

In queste ore di indecisione sulle sorti del Governo Berlusconi, una certezza si rincorre sulle strade e sui media italiani: lo sciopero dei benzinai “non s’ha da ritirare”. Almeno, non per i gestori di Fegica e Faib-Confesercenti che hanno confermato la serrata fino alle 7 di venerdì 11 novembre.

A riaprire saranno gli aderenti a Figisc e Anisa Confcommercio che hanno accettato il tentativo di mediazione del Governo. Di fatto, Luca Squeri, presidente nazionale Figisc Confcommercio, sulla questione del bonus fiscale proprio non transige.

EJournal lo ha intercettato ieri pomeriggio mentre si trovava a Roma, impegnato a trovare una soluzione a questo sciopero che, a detta di molti, “non era il momento di realizzare”.

Dottor Squeri, perché questa serrata?
La serrata è stata sospesa perché abbiamo firmato l’accordo che ci ha portato al rinnovo strutturale del bonus fiscale oltre il 2011, il motivo della nostra richiesta.

Quale crede possano essere le ipotesi di soluzione alternative da chiedere al Governo?
La vertenza era sul bonus fiscale. Saremo pienamente soddisfatti quando il Parlamento approverà l’emendamento promesso dal Governo che inserirà nella legge di stabilità con tutte le nostre richieste incluse. Finalmente il bonus sarà definitivo dal 2012 in avanti.

Tra un mese e mezzo è Natale. Gli italiani, sotto l’albero, troveranno nuovi rincari alla pompa?
Dipende dall’andamento del mercato internazionale del petrolio oltre che dalle quotazioni dollaro-euro. Con il petrolio in discesa e l’euro rafforzato sul dollaro avremo finalmente un prezzo alla pompa inferiore.

Paola Perfetti